IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 6 Qualcuno dice poco attento sul gol, ma io non sono d’accordissimo, è chiamato a una sola parata in tutta la partita, sul bel sinistro da fuori di Soulé, che il portiere gialloblù respinge distendendosi. Il resto è davvero ordinaria amministrazione 

GHILARDI 6 Sarebbe stata una partita perfetta senza quell’errore determinante dopo appena quattro minuti. L’indecisione, in compartecipazione con Coppola e Valentini, è troppo pesante per passare inosservata. Di lì in poi, però non sbaglia più nulla e oltre a difendere bene si sgancia anche in avanti con personalità. Peccato, perché sarebbe stata l’ennesima prestazione senza macchia.

COPPOLA 6 Per lui vale lo stesso identico discorso fatto per Ghilardi. Ottima partita, macchiata da un errore che fortunatamente ci ricorda di un Verona che non c’è più. Shomurodov segna a sua insaputa.

VALENTINI 6 Il gol della Roma nasce dalla sua indecisione su Soulé. Si fa saltare con troppa facilità, quasi senza opporre resistenza e quando il fantasista parte, è impossibile fermarlo. Ma come i compagni di reparto, sbaglia davvero solo quello. Ecco, forse un’ingenuità sul fallo di mano che gli costa il cartellino giallo e in qualche modo questo lo condiziona.

FRESE s.v. (dall’80°)

TCHATCHOUA 6 I cavalli del motore li conosciamo. Nelle ultime partite l’ho un po’ bastonato per i cross calciati un po’ a caso. A Roma un po’ meglio, perché le palle che mette dentro sono tutte (o quasi) pensate ed eseguite bene. Quando punta Angelino lo mette in difficoltà. Ecco, forse avrebbe dovuto credere un po’ di più nelle sue potenzialità, perché avrebbe avuto ragione.

DUDA 6 E’ sempre lui, anche quando non è la miglior versione di sé. Gestisce la manovra gialloblù e fa viaggiare tanti palloni. Certo, la qualità della Roma si sente, ma sapete bene quale sia il suo temperamento, paura mai avuta. Tanta pressione nella ripresa, tanta possibilità di orchestrare, non sempre sfruttata al meglio, anche per stanchezza. Giusto chiamarlo in panchina, pensando alla sfida di lunedì prossimo contro il Cagliari. 

LIVRAMENTO s.v. (dall’80°)

DAWIDOWICZ 6 Questa volta non ha solo il compito di piazzarsi davanti alla difesa, ma quando Zanetti decide di mischiare le carte, si piazza come centrale in una difesa a quattro. Non appariscente, ma comunque prezioso, come l’ultimo Pawel chi ha abituati. Fa le cose giuste, senza voler strafare e come sempre ci mette fisicità e cuore.

SERDAR 5.5 (dal 58°) Mezzo passo indietro rispetto al Genoa. Ma lo trovo assolutamente fisiologico dopo un infortunio come il suo.

BRADARIC 6.5 Ormai non più una novità. Questo ragazzo è diventato una sicurezza, tecnica e tattica. Interpreta il ruolo sempre meglio e comincia a esprimersi bene anche in fase difensiva. Gioca anche un bel calcio, piacevole da vedere, molto di prima, senza tanti ghirigori. Cross buoni, ma sempre migliorabili, soprattutto nei momenti caldi della partita. Lì serve un pizzico più di lucidità.

BERNEDE 6.5 Come già capitato in passato, parte un po’ timidino, ma col passare dei minuti si scrolla di dosso l’emozione dell’Olimpico e inizia a giocare il calcio che sa. Pochi tocchi, giocate in verticale, pochi fronzoli. Bellissima un’imbeccata nello spazio per Bradaric, che si fa trovare pronto. Non tiene tanto il pallone tra i i piedi, ma quel poco basta.

SUSLOV 5.5 (dal 58°) Entra con tanta voglia, ma con poca lucidità. La voglia di strafare lo limita.

SARR 6 Il primo tempo, sono onesto, mi ha fatto un po’ arrabbiare. Perché a sprazzi ho rivisto il Sarr un po’ indolente del quale farei volentieri a meno. Nella ripresa, però, l’impatto è diverso e anche la crescita fisica è evidente. Di pari passo col calo di Mosquera. Tocca tanti palloni, smista e questo lo porta un po’ troppo lontano dalla porta. Ma l’impegno, se non altro nella seconda metà della gara, non è mancato.

MOSQUERA 6.5 Come Bradaric, lui è uno di quelli che ha avuto un’evoluzione pazzesca, e non uso la parola crescita per evidenti storici motivi. Se cuore e orgoglio glieli abbiamo sempre riconosciuti, ora anche tecnicamente sembra veramente un giocatore. Le migliori occasioni del Verona hanno tutte il suo marchio. Attacca la profondità, si abbassa a cercare palloni, aiuta la squadra, sgomita e si prende tantissime scarpate. Gli manca solo il gol, che non è poco, ma a uno così, cosa vuoi dirgli?

NIASSE s.v. (dal 76°)

ALL. ZANETTI 6 Perde una partita che non merita di perdere. Perché la Roma è tutta in quel gol che Shomurodov senza quasi a sua insaputa, sfruttando al massimo l’unica indecisione della difesa gialloblù. I suoi giocano senza alcun timore reverenziale, dovendo fare i conti anche con un arbitraggio quantomeno sui generis. Giusto mandare in campo i ragazzi che in questi due mesi da armata Brancaleone si sono trasformati in squadra. Bravo lui a dare poi minutaggio a chi doveva essere determinante in stagione, ma magari lo sarà in quest’ultimo sprint. Sperando di non trovarci più sulla strada Pairetto.

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

MONTIPO’ 6 Un tiro, ma cosa dico un tiro, una carezza di Vitinha, che ci prova da fuori. Il portiere gialloblù, per farlo contento, si accartoccia in maniera plastica ingigantendo l’occasione. Per il resto osserva.

GHILARDI 6.5 Vitinha letteralmente cancellato dal campo. Gli concede solo la carezza a Montipò di cui sopra. Gestisce la pratica senza grandi patemi d’animo, con la classe e la sicurezza che ci sta facendo vedere ultimamente.

COPPOLA 6.5 Vale per lui lo stesso discorso fatto per Ghilardi. Pinamonti è uno di pesa e di carisma, con capacità tecniche importanti. Non si fa intimidire nemmeno per sbaglio e ottiene il massimo risultato col minimo impegno. Sempre pulito negli anticipi, non dà margini di manovra all’attaccante rossoblu.

VALENTINI 6.5 E’ il solito Valentini, di grande personalità e “garra”. Ci tiene sempre a far capire all’avversario che con lui c’è poco da stare allegri. Dalle sue parti c’è Miretti, non pervenuto. Bene anche quando cerca il lancio lungo in avanti, ma non sempre i compagni ne capiscono le intenzioni.

TCHATCHOUA 5.5 Primo tempo esageratamente compassato, con troppi errori per uno che ha grandi potenzialità come lui. Tanti cross comodi, sbagliati inspiegabilmente, ai limiti del fastidio. Cresce un po’ nella ripresa e i palloni messi dentro sembrano più centrati, diciamo così, anche se la sensazione è che potrebbe sempre fare qualcosa di più. Per me, in questa parte di campionato, una delusione.

DAWIDOWICZ 6.5 A un certo punto sembra il padrone incontrastato del centrocampo, con tutti i limiti tecnici che conosciamo bene. Ma lo sappiamo che ha cuore grande e piedi un po’ più piccoli. Davanti alla difesa sta dando il meglio, ma la sensazione è che non sia una questione di ruolo, bensì di testa, che ora gira per il verso giusto. Recupera tanti palloni e sporca innumerevoli palloni del Genoa che, soprattutto nella ripresa, non riesce mai a costruire.

DUDA 6 Un po’ meno preciso del solito, in particolar modo quando è chiamato a fare ciò che gli riesce meglio, ossia costruire gioco. Ma la partita, soprattutto nella prima metà, è molto tattica, spesso spezzettata dal mediocre arbitro Marchetti, che non aiuta le squadre a trovare il ritmo. Nei secondi quarantacinque minuti sembra essere più a suo agio e gestisce i palloni con più sapienza.

BRADARIC 6 + E se Tchatchoua è una delusione (personale) il mancino, invece, il suo lo fa sempre, abbondantemente. Tecnicamente ha qualità tecniche sicuramente migliori rispetto a Jackson, ma è nell’attenzione, anche nei piccoli dettagli, che si fa preferire. Vero, anche lui ogni tanto bisticcia col pallone, ma succede meno frequentemente rispetto a Tchatchoua. Mantiene sempre le prestazioni ben sopra la sufficienza.

FRESE 6 (dal 37° s.t.) Entra attento e con la spinta giusta.

BERNEDE 6 + Conferma il buon momento cominciato a Torino e la posizione di campo che gli ha trovato Zanetti sembra adatta alle sue qualità. Che sono tante, soprattutto a livello tecnico. Fa un bel lavoro nel recupero dei palloni, che impreziosisce con giocate belle da vedere. Sempre nel vivo dell’azione, è bravo a raccordare centrocampo ad attacco.

KASTANOS 5.5 (dal 20° s.t.) Ennesima occasione sprecata per il cipriota che sbaglia spesso valutazione nelle giocate.

SARR 6 – Qualcosa meno rispetto alla trasferta contro il Torino, ma se non altro non c’è un passo indietro per quello che riguarda impegno e applicazione. Non male l’intesa con Mosquera, i due si cercano anche se non sempre si trovano. Poco produttivo sotto porta, vero, ma aiuta la squadra a contenere gli avversari. Probabilmente un problema fisico gli impone di non rischiare e così Zanetti lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

LIVRAMENTO 6 (dal 1° s.t.) Più verve rispetto a Sarr, per quanto sia un po’ arruffone. Ma si vede che riesce a tenere in apprensione la difesa del Genoa. Spinge gli avversari a sbagliare, ma gli manca l’ultima zampata.

MOSQUERA 6 + Il colombiano ha grande cuore, ma qualità tecniche sulle quali deve ancora lavorare tantissimo. Il lavoro che fa è davvero da applausi per sacrificio e voglia di andare oltre i propri limiti, ma quando è il momento di fare male, si perde. Si crea una buona occasione nel primo tempo, ma il tiro è debole. Nella ripresa avrebbe sulla testa il pallone del vantaggio gialloblù, a pochi passi da Leali, ma lo cicca malamente. Insomma, il ragazzo c’è, ma potrebbe fare meglio.

SERDAR 6 (dal 37° s.t.) Buone indicazioni, soprattutto fisicamente.

ALL. ZANETTI 6.5 Primo tempo molto tattico, con le due formazioni che si guardano in cagnesco, si annusano, ma non si addentano. In questo la sua squadra è brava a non esagerare e a mantenere le posizioni. Nella ripresa è un monologo del Verona, che lascia al Genoa solo le briciole. I gialloblù comandano, creano, ma sciupano troppo. Detto questo, la squadra ha trovato finalmente continuità, anche di risultati (questo il quarto utile di fila). E ancora una Montipò non ha preso gol. Sono piccoli passi, ma il traguardo è davvero lì, a un passo.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

MONTIPO’ 7 Una parata nel primo tempo su Elmas, una nella ripresa. Ed è quella che conta davvero perché è il rigore di Adams, che il portiere gialloblù neutralizza anche facilmente. Il Toro non lo impensierisce, merito anche dell’atteggiamento della squadra che fa di tutto per tenere il pallone lontano dall’area di rigore.

GHILARDI 7 Altra grande partita per il giovane talento gialloblù. Dalle sue parti gironzola Elmas, che è il più pericoloso dei suoi, ma Daniele gli concede esclusivamente qualche tiro da fuori, che non può impensierire Montipò. L’unica volta che l’esterno del Toro cambia zolla di campo e davanti si trova Dawidowicz e non Ghilardi, segna. Vorrà pur dire qualcosa. Sempre attento, pulito nelle giocate, bravo nelle chiusure, con quel pizzico di malizia che non guasta mai.

COPPOLA 7 Adams si è visto solo per il rigore sbagliato. Per il resto, Coppolone lo spazza via dal campo, quasi senza sudare la maglia. Personalità, attenzione e grande autorevolezza nel dirigere tutta la retroguardia. Altro tassello di una stagione da ricordare e dalla quale bisogna ripartire per costruire il Verona del futuro.

VALENTINI 6.5 Lo avevamo già capito, ma Zanetti lo ha confermato in conferenza stampa, questo ragazzo è giusto per il Verona. Grande temperamento, paura mai avuta. Fa subito sentire la sua presenza in campo, soprattutto agli avversari. Chiude sempre bene e anche tatticamente sta diventando un fattore: sono tante infatti le imbeccate per gli attaccanti che partono dal suo sinistro dolce dolce. Uno sforzo per tenerlo, io lo farei.

TCHATCHOUA 5.5 Non ha un compito facile contro il Toro, perché sulla sua fascia di sono Biraghi ed Elmas. E quest’ultimo un paio di volte gli va via troppo facilmente. Ma, nel complesso, tiene, seppur con qualche sbavatura. Come contro il Parma, i problemi arrivano quando attacca ed è veramente un paradosso. Tante possibilità di cross, e altrettanti errori. Sbaglia sempre la misura: una volta troppo lungo, una volta troppo corto, una volta nemmeno arriva in area di rigore. Ha più qualità di così ed è lecito aspettarsi che le faccia vedere.

DAWIDOWICZ 6 Meno appariscente rispetto al Parma, ma non per questo meno utile. Tira su la diga, sulla quale va a schiantarsi sistematicamente il centrocampo granata. Fisico e determinazione, su un campo delicato e contro un linea di metà campo del Toro di grande qualità. Non perfetto sul gol di Elmas, vuoi perché perde un po’ l’equilibrio, vuoi perché va un po’ troppo mollo nel contrasto.

DUDA 6.5 Sembra quasi che sia finalmente riuscito a controllare quell’irruenza che in tante partite gli è costata dei cartellini sanguinosi. Gioca sempre con la stessa tensione, ma ora la fa fruttare diversamente, a tutto vantaggio della squadra. La sua grande qualità sta tutta nel saper dettare il ritmo della partita e far viaggiare il pallone alla velocità che decide lui. Quando poi lo fai di fronte a un centrocampo di grande qualità come quello del Toro sembra tutto ancora più bello.

LAZOVIC 5.5 (dall’87°) Ha sul destro il pallone per l’1-2 del Verona, ma lo cicca clamorosamente. Peccato.

BRADARIC 6 Timidino nel primo tempo, non approfitta dell’ispirazione di Bernede che più una volta cerca la sponda. Cresce nella ripresa e quando trova il varco ci si infila con convinzione, andando fino in fondo. Anche lui conferma, partita dopo partita, di essersi abbondantemente meritato la maglia da titolare.

BERNEDE 7 Parte un po’ imballato, e subito il ricordo va alla partita contro il Parma, a dir poco sottotono. E invece gli basta andare vicino al gol con un bel tiro da fuori che va fuori di un niente per entrare nel match. Prende fiducia, ruba un paio di palloni e rilancia prontamente le azioni del Verona con imbeccate al bacio per gli attaccanti. Quando gira la testa, le gambe vanno che è un piacere. Ed è un piacere vederlo in campo, forse per la prima volta dentro le idee della squadra.

KASTANOS s.v. (dall’80°)  

SARR 7 Contro il Parma troppo indolente, contro il Torino grande combattente. E beccatevi pure sta rima. Dentro la partita sin da subito, fisicamente sembra stare molto bene. Come Mosquera, si avventa su ogni pallone possibile, corre come un matto e proprio quella voglia di crederci sempre gli procura un gollonzo tanto brutto quanto importante. Questo deve fare, crederci sempre, perché i risultati poi arrivano.

AJAYI s.v. (dall’80°)

MOSQUERA 6.5 Come contro il Parma parte fortissimo e si procura subito una grandissima occasione: un bel destro piazzato va fuori per una questione di centimetri. La differenza rispetto agli emiliani è che rimane in partita e combatte su ogni pallone. Non sta mai fermo, si sacrifica e cerca sempre di sporcare le traiettorie del Toro. Ha diverse situazione per poter segnare, ma la lucidità lo abbandona nei momenti decisivi. In ogni caso, super dedizione alla causa.

LIVRAMENTO 5.5 (dal 70°) Si prende subito un giallo per un fallo inutile ed evitabile su Milinkovic-Savic. Rischia poi il rosso solo pochi minuti dopo. Nel mezzo sciupa una buona occasione. Non centratissimo.

ALL. ZANETTI 7 In emergenza totale, senza Serdar, Tengstedt, Suslov, Faraoni e Niasse, si va a prendere un punto fondamentale su un campo difficilissimo e contro una squadra in grande fiducia. E se fosse stato un incontro di boxe, il suo Verona avrebbe tranquillamente vinto ai punti. Il traguardo è sempre più vicino e le partite da giocare sempre meno. Non lasciamoci andare a trionfalismi inutili, perché l’Hellas non è salvo. Ma questo deve essere l’inizio di un percorso di consolidamento e quindi iniziamo a guardare cosa fare domani, perché manca poco. Complimenti al mister, che nelle difficoltà ha saputo costruire una squadra che non avevamo visto nella prima metà del campionato. Pensare se avessimo avuto sempre i nostri “fenomeni” in salute.

IL PAGELLONE DI VERONA-PARMA

MONTIPO’ 6 Una parata, più che altro per i fotografi a bordo campo, a dieci minuti dalla fine su Ondrejka. Poi un bell’intervento di piede nella ressa finale. Per quasi tutta la partita viene protetto alla grande dalla difesa, che concede poco o nulla agli attaccanti emiliani. Qualche indecisione sulle uscite, ma sappiamo non essere il piatto della casa.

GHILARDI 7 Per lo più si deve preoccupare di Sohm e lo fa quasi senza sudare la maglia. La condizione fisica e mentale è invidiabile arrivati a questo punto della stagione e lui gioca con grande serenità, senza mai andare in affanno. Bene il tandem con Coppola, ma questa pare ormai una certezza. Deve sicuramente migliorare in fase di impostazione da dietro. Perché se prima, quando veniva impiegato come centro sinistro, qualche attenuante l’aveva, ora, che è a destra, dovrebbe fare qualcosa di meglio. Ma anche quello arriverà.

COPPOLA 7.5 Altra prestazione mostruosa per Coppolone che è in marcatura su Bonny. Impressionante la facilità con la quale sbroglia ogni situazione potenzialmente pericolosa per il Verona. Colpisce poi la pulizia delle giocate. Non hai mai bisogno della malizia per avere la meglio degli avversari, gli bastano decisione, tempismo e tecnica che sta migliorando di partita in partita. Super leader della difesa.

VALENTINI 6 Nelle prime partite con la maglia del Verona abbiamo visto un fuoco, un garra, che contro il Parma hanno lasciato spazio a un po’ di timidezza di troppo. Se ne sta rannicchiato nei sui due metri quadrati di difesa e da lì si schioda poco e malvolentieri. Dietro questo atteggiamento, sicuramente anche le indicazioni di Zanetti che fa ormai dell’equilibrio il suo credo intoccabile. Peccato, perché con un Bradaric così ispirato poteva venire fuori qualcosa di interessante.

TCHATCHOUA 5  Ha il suo bel da fare con Almqvist, che parte subito forte. Lo contiene non senza fatica, ma la delusione più grande, Jack, ce la dà in fase offensiva. Onestamente è da inizio anno che aspettiamo che migliori di qualità, ma il tempo mi pare scaduto, dai. Finisce sul fondo a ripetizione e ci fosse una volta che metta un cross decente. Che sia tutto solo, o contrastato, il risultato non cambia. Troppi, troppi errori, davvero. Sulla buona volontà non si discute mai, ma santo cielo, non ne azzecca una. E arrivati a questo punto di scuse non ce ne sono più.

DAWIDOWICZ 6.5 In molto si sono dimenticati che lui ha giocato gran parte della sua carriera giovanile a centrocampo. Non Zanetti, evidentemente, che costretto anche dalle assenze, lo piazza davanti alla difesa. Scelta giusta, perché capitan Pawel gioca bene, recupera tantissimi palloni e fa quel lavoro sporco che Duda, per caratteristiche, non è in grado di fare. Grande fisicità, super attaccamento alla maglia, ma è a capacità tattica a farlo splendere questa volta. Ammonito, esce tra gli applausi del Bentegodi.

SERDAR 6 (dal 24° s.t.) Un sei di incoraggiamento, valido soprattutto per averlo finalmente rivisto in campo.

DUDA 7 Il gol di Udine gli dà ulteriore fiducia e si vede nettamente. Gioca con grande padronanza dei suoi mezzi. Si permette anche il lusso di qualche numero da circo, qualche tocco di grande eleganza. Solita sapienza nel decidere il tempo e il ritmo della gara. La presenza di Dawidowicz lo libera da incombenze difensive e gli permette di pensare soprattutto a costruire. Rimane in partita fino alla fine, senza mai cedere alla stanchezza e a sciagurati cali di tensione.

BRADARIC 7 E’ tutto il contrario di Tchatchoua. Perché se è vero che ha meno vincoli difensivi, è anche vero che sul fondo di arriva spesso con qualità. E anche quando non gli riesce è sempre bravo a tentare di rimediare a un eventuale errore. Impressiona davvero la condizione fisica che dice, in realtà, quello che stiamo raccontando ormai da settimane, ossia che si sia finalmente, senza dubbio, preso di diritto questa maglia.

OYEGOKE s.v. (dal 37° s.t.)

BERNEDE 5 L’eroe della partita con la Fiorentina sembra essersi perso. Vero, non ha più trovato continuità, però quelle volte in cui ha avuto la possibilità di farsi vedere, ha deluso. E anche contro il Parma non ha smentito questo trend negativo. Mai in partita, non riesce a trovare una ragione in questo undici. Non crea, non dà spinta, non crea superiorità. A malapena ripiega quando serve. Difficilissimo sostituire Suslov, ma fare così male anche no, dai.

KASTANOS 5.5 (dal 13° s.t.) Non entra bene.

SARR 5 Quanto indolenza, ragazzi. Ha più qualità tecniche di Mosquera, ma se devo essere onesto questo divario non si vede affatto. Ciondola, più che correre e non aiuta mai il colombiano nel pressing. Mosquera, se non altro, un’occasione se la crea, lui zero. Tantissimi errori, alcuni dei quali davvero inspiegabili, che solo con la poca voglia di possono giustificare. Nemmeno il ritorno in campo di Tengstedt lo scuote, rimane nel suo torpore.

LIVRAMENTO s.v. (dal 37° s.t.)

MOSQUERA 5.5 Pronti e via e di testa prende la traversa a due passi da Suzuka. Prova a trovarsi un posto al sole, ma di ombre, in realtà ce ne sono tante. Indubbiamente qualcosa meglio rispetto a Sarr, sempre troppo passivo. Ce la mette, lotta su ogni pallone, ma la lucidità è un’altra roba. E anche l’intesa col compagno di reparto pare qualcosa di alieno.

TENGSTEDT 6 (dal 13° s.t.) Anche lui un sei di incoraggiamento. Mezzo voto in più, perché avrebbe anche una buona occasione di testa, ma non inquadra nemmeno la porta.

ALL. ZANETTI 6 Ennesima emergenza per il suo Verona che perde Suslov e deve fare i conti con Serdar e Tengstedt ancora non in grado di partire titolari. Piazza Dawidowicz a centrocampo e la scelta paga dividendi. La partita non ha slanci tecnici che resteranno nella storia, ma i suoi ragazzi hanno imparato a ragionare e ad accontentarsi di un pareggio che tornerà davvero utile a fine stagione. E’ un pareggio figlio anche della sua di metamorfosi, che ha capito che a volte essere realisti è una virtù e non un difetto. C’è da festeggiare anche perché per la prima volta il Verona non prende gol per due partite di fila.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

MONTIPO’ 6 L’Udinese cerca soprattutto il tiro da fuori, e il grande merito di questo è di una difesa che gioca compatta e che lascia davvero pochi spazi agli attaccanti bianconeri. Lui sta per la maggior parte della partita a guarda e quando viene chiamato in causa si fa trovare presente. Calmo e lucido nei momenti finali, quando l’Udinese, seppur senza grande convinzione, tenta l’assalto per il pareggio.

DAWIDOWICZ 7 Eccolo il polacco originale, quello che non accetta imitazioni. Quello che riconosce i suoi limiti e sui quali decide di non scherzare col fuoco. Pochi fronzoli, tanta quantità e, inaspettatamente, barlumi di qualità. Ma a noi piace così, scomposto ma comunque efficace e meno falloso del solito.

COPPOLA 7 Il ragazzo è diventato un uomo, lo dice il suo campionato. Ha Lucca da marcare, che in quanto a forza fisica può far paura, anche se lui di centimetri non gliene concede. E l’attaccante dell’Udinese si prende quel poco che viene, che sono le classiche briciole che cadono dalla tavola. Semplicemente perfetto, sbaglia nulla, ha sempre il tempo giusto nell’anticipo. Leader maximo.

GHILARDI 7 E anche a sto giovanotto comincia a spuntare la barba. C’è Sanchez sulla sua strada, giocatore sicuramente non all’apice della carriera, ma di qualità sempre elevatissima. Per lui poco cambia, perché rimane attaccato e non gli dà possibilità di ragionare. Come Coppola, sbaglia praticamente nulla e finisce la partita quasi senza sudare la maglia, da quanto sembra in controllo.

TCHATCHOUA 6 La partita, soprattutto nel primo tempo, viaggia su ritmi altissimi e lui fatica un po’ a tenere il passo. Ciò nonostante, va tante volte sul fondo, talvolta con discreta libertà di crossare. Ma i risultati sono altalenanti, a volte per imprecisione sua, a volte per mancanza di tempismo degli attaccanti, impegnati a sacrificarsi tanto in fase difensiva. Nei momenti caldi, comunque, rimane attento e dentro il match.

DUDA 7.5 Non sempre preciso in fase di impostazione, compensa con una partita di grande attenzione difensiva. Tanti gli interventi ad aiutare la retroguardia, fatti di temperamento, giusta sofferenza e voglia di arrivare al traguardo, tutti insieme. Va vicino al gol nel secondo tempo con un tiro da fuori che non gira quanto basta. Ma fa girare il pallone giusto: mette sotto il sette una punizione spettacolare, una pennellata da campione. Per un gol che può valere mezza salvezza.

NIASSE 7 La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Recupera una marea di pallone e quelli che non recupera comunque li sporca, non rendendoli non giocabili per l’Udinese. Passano i minuti e cresce la condizione fisica e mentale. Lo dimostra il fatto che sia sempre nel vivo del gioco. E anche quando c’è da sporcarsi dietro lo fa con grande diligenza e senso della posizione. Merita un applauso per essersi calato in pochissimo tempo nei meccanismi del Verona.

BRADARIC 7 Anche per lui la miglior prestazione da quando è gialloblù. Pensa soprattutto a mantenere la posizione, quello vuole da lui Zanetti. Ma ha gamba per spingersi oltre e lo fa tante volte, di fronte a un avversario che fisicamente è molto strutturato. Bella l’intesa con Suslov, l’esterno sta crescendo di gambe e di testa.

SUSLOV 7.5 Conferma uno stato di grazia clamoroso. E a poco servono i tanti raddoppi che i padroni di casa gli riservano. In qualche modo trova sempre il modo per aggirarli. Fa diventare matto Kristensen che nel giro di poco si becca subito un giallo. E rischia poi il secondo cartellino sempre per l’incapacità di fermare lo slovacco. Ha strappi e fiammate che possono spaccare la partita, e anche nello stretto e nella pressione sugli avversari è perfetto.  

FARAONI s.v. (dall’88°)

SARR 6 Così come per Mosquera, partita di enorme sacrificio, con tanti ripiegamenti verso il basso che, inevitabilmente, gli tolgono tempismo in fase offensiva. Eppure parte bene, subito con grande corsa. Ma poi perde un po’ di convinzione, su alcuni palloni che poteva seguire con maggior forza e motivazione. Nella ripresa, molto stanco, fatica a essere reattivo e giustamente Zanetti lo richiama in panchina nei minuti cruciali.

LIVRAMENTO s.v. (dall’84°)

MOSQUERA 6.5 Contro una difesa di armadi, il lavoro del colombiano è tutt’altro che scontato. Si fa in quattro lottando su ogni pallone, andando a a fare sportellate senza alcuna paura. Bravo a difendere il pallone e ad aiutare i compagni a salire nei momenti di maggior possesso e pressione dell’Udinese. Chiaramente perde qualcosa sotto porta, ma il suo sacrificio, anche in fase difensiva, è fondamentale per l’equilibrio di tutto il Verona.

KASTANOS 6 (dal 69°) Finalmente entra bene, con convinzione, subito nell’atmosfera di una partita importantissima per il futuro del Verona.

ALL. ZANETTI 8 Mette in campo un Verona offensivo, che decide di giocarsela senza paura. Lascia il possesso palla all’Udinese e, a conti fatti, chi se ne frega. I gialloblù rispondono colpo su colpo, reggendo un’intensità di gara, soprattutto nel primo tempo, altissima. I suoi confermano definitivamente di essere tutt’altra squadra rispetto a un paio di mesi fa. Compatta, attenta, disposta a dare tutto  per la salvezza. La decide una magia di Duda. Una vittoria che vale triplo, direi, e che permette all’Hellas di essere padrone del suo futuro. Ma deve convincere i suoi a giocare sempre con l’acqua alla gola. Solo così il capolavoro sarà completo.

IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

MONTIPO’ 4 Nonostante i lunghi tratti di pressione del Bologna, è chiamato a due sole vere parate, entrambe nella ripresa. Nella prima occasione, su Aebischer, non si fa sorprendere. Il dramma si compie sul tiro di Cambiaghi, più un passaggio a dire il vero. Si butta con la convinzione di averla già presa e invece la palla finisce goffamente in porta. Alla fine un errore che si rivela decisivo, al pari della sciagurata decisione di Rapuano di non dare un rigore netto al Verona.

DAWIDOWICZ 6 E’ il solito Dawidowicz, arruffone, maldestro, poco coordinato, ma con il cuore che non si intoppa mai. Solo che non sempre solo il cuore basta. E così cerca di portarla a casa, tra alti e bassi e qualche inevitabile scivolone un po’ più goffo del solito. Ma in una partita così, visto che era capitano, mi sarei aspettato più personalità nell’andare a parlare con l’arbitro, non proprio in giornata, diciamo così.

COPPOLA 6.5 Sfrutta la differenza fisica con Castro, che gli deve concedere parecchi centimetri. Ma anche quando la palla è a terra è sempre bravo a non farsi sorprendere e ad azzeccare il tempo giusto dell’anticipo. Un po’ più incerto nella costruzione da dietro, ma gioca sempre con grande tranquillità

VALENTINI 5 Dopo due prestazioni top, un tonfo che non ci si aspettava. Anche perché parte bene, difende con attenzione e ordine e non lascia spazi pericolosi al Bologna. Poi, complice anche il cartellino giallo, perde le sue sicurezze e inizia ad andare in affanno e a gestire con tensione anche le palle più semplici. Gli avversari gli vanno via spesso e in una di quelle occasioni si prende il secondo cartellino giallo che gli costa rosso e, ovviamente, squalifica per la trasferta di Udine.

TCHATCHOUA 5.5 Polveri bagnata per Jackson, che non riesce per lunghi tratti della partita a sprigionare i cavalli che ha nel motore. Quando è costretto a difendere si sa che va un po’ in crisi e la qualità del Bologna non lo aiuta. Ha qualche slancio in avanti, ma in generale fa davvero un po’ poco.

DUDA 5 + Oggi il perno del centrocampo gialloblù ha addosso un po’ di ruggine e, va da sé, il meccanismo si intoppa. Nella fase più critica resiste, ma poi è decisivo in occasione del vantaggio del Bologna. Si perde infatti Odgard che entra in area di rigore e batte facilmente Montipò. Sempre nervoso, ma non è una novità, questo giro non riesce a trasformare la rabbia in qualcosa di positivo.

NIASSE 5.5 Filtro in mezzo al campo quando il Bologna nella prima parte di gara spinge più che può per trovare il gol e spezzare il muro gialloblù. Pur con i suoi limiti dinamici sembra starci nella contesa, ma manca l’appuntamento con un paio di ripartenze che andavano gestite molto ma molto meglio. In generale l’affanno si vede e questo giro non lo aiuta nemmeno la giornata non esaltante di Duda.

LIVRAMENTO s.v. (dal 40° s.t.)

BRADARIC 5 Partita di grande difficoltà, molto scolastico, come sempre, anche se non rinuncia, in quelle poche occasioni che la partita gli concede, a spingersi in avanti. In una di quelle situazioni viene steso in area di rigore. Vede tutto lo stadio tranne arbitro e collaboratori vari ed eventuali. Al di là di questo, però, soffre gli attacchi del Bologna e anche con Valentini l’intesa non c’è proprio.

LAZOVIC 5 (dal 22° s.t.) Non sta bene e si vede. Entra male, gestisce freneticamente una buona occasione, ma in generale è tutta la prestazione a essere sottotono.

SUSLOV 6.5 Uno dei più vivi del Verona, che si mette l’elmetto dalla parte giusta e con la baionetta sotto al braccio passa sopra le trincee quando vede lo spiraglio per andare. Anche quando il Verona soffre la pressione degli ospiti lui, come una pallina impazzita, corre su ogni pallone e va a mordere le caviglie degli avversari. Nel momento in cui il Verona cresce c’è sempre lui nel vivo del gioco, difende bene la palla e la fa girare altrettanto bene. Ecco perché non prende bene la sostituzione.

KASTANOS 5 (dal 30° s.t.) Non dà nulla.

BERNEDE 5 Questa volta il supereroe degli ultimi minuti contro la Fiorentina non è riuscito a usare i suoi super poteri. Non riesce mai a ingranare e quei pochi palloni che tocca li tiene troppo spesso tra i piedi, finendo, inevitabilmente, per rallentare il gioco del Verona, proprio quando l’Hellas sta provando ad alzare il ritmo.

TENGSTEDT 7 (dal 1° s.t.) La vera buona notizia di questa giornata è il suo ritorno in campo. In un tempo segna un gol (annullato per fuorigioco millimetrico) e si crea un paio di occasioni potenzialmente decisive. Ah, dimenticavo, suo l’assist per il gol di Mosquera. Fondamentale per questa squadra.

SARR 5 Voto che va sicuramente condiviso con il resto della squadra che non lo mette certo nelle migliori condizioni per fare bene. Ma tanta responsabilità è sua perché è sempre in ritardo su spizzate, lanci in profondità. Non tiene palloni e quando è lui a gestirli sbaglia sempre la scelta e il tempismo della giocata. Qualcosina cambia quando entra Tengstedt, ma non abbastanza per girare la sua prestazione.

MOSQUERA 6.5 (dal 30° s.t.) Segna il gol della speranza. Goffo quanto volete, ma in area di rigore difficilmente sbaglia.

ALL. ZANETTI 6 Nella prima parte di gara il Verona gioca tutto rannicchiato nella propria metà campo, non lasciando spazio al Bologna. Una scelta che ci sta, ma che che non viene sfruttata con adeguate ripartenze. Il mancato rigore su Bradaric risveglia i gialloblù che cambiano la partita. Pur con tutti i limiti, i suoi ce la mettono, non tutti, per carità, ma rimangono in partita, fino alla papera di Montipò. Vero, un po’ rinunciatari, ma abbiamo visto quanto può cambiare la presenza di Tengstedt in campo. Dalla prossima non ci saranno più scusa, il Verona la salvezza deve andare a prendersela coi suoi attaccanti, visto che sulla difesa blindata non si può mai fare affidamento.

IL PAGELLONE DI JUVENTUS-VERONA

MONTIPO’ 8 Sei, sette parate di qualità pazzesca: su Weah, Locatelli, Yildiz, Kolo Muani.  Il numero più clamoroso, secondo me, sul colpo ravvicinato di McKennie che in un fazzoletto riesce a far partite una botta che il portiere gialloblù respinge d’istinto. In trance agonistica soccombe al gol di Thuram che era, francamente, fuori dalla sua portata. Da un suo errore, nasce il 2-0. Ma non macchia assolutamente una prestazione clamorosa.

DAWIDOWICZ 5.5 Un po’ spaesato sin dall’inizio. Che sia Cambiaso, che sia Yildiz pare spesso e volentieri in apnea e anche quando si ritrova agevolmente il pallone tra i piedi pare non sapere cosa fare. Questa volta determinazione e voglia di andare oltre rimangono negli spogliatoi. E  lui li raggiunge a fine primo tempo.

GHILARDI 6 (dal 46°) Entra bene in partita, attento, benché sia cosa mica semplice reggere la pressione della Juve. Ecco, forse è il caso di riproporlo dal primo minuto e non far l’errore.

COPPOLA 6 Il duello è con Kolo Muani, che da quando è a Torino sta facendo gol a ripetizione. Coppolone ci mette il fisico e quando lo scontro rimane su questo piano, direi che la bilancia pende un po’ dalla sua parte. Quando l’attaccante bianconero sfodera la qualità, un po’ di sofferenza c’è, ma direi accettabile, tra gli effetti collaterali.

VALENTINI 6.5 Questione di atteggiamento e di capacità di essere subito in partita. Non gli serve il riscaldamento, lui è già “on fire” con tante piccole accortezze, malizie. Da un punto squisitamente tecnico è bello da vedere, ma soprattutto efficace. tatticamente sempre al posto giusto nel momento giusto

FARAONI 5.5 Zantetti lo riconferma dopo la buonissima prestazione contro la Fiorentina, ma la fascia destra è quella che soffre maggiormente il gioco della Juventus. Non riesce mai a spingere e anche in fase di contenimento deve sudare non poco per non farsi saltare dall’avversario di turno. Un po’ statico nell’azione del gol del Verona, all’inizio della quale si fa pizzicare in fuorigioco, vanificando l’eurogol di Suslov

OYEGOKE 5 (dal 46°) Ancora lontano dalla migliore condizione, ancora non calato nei meccanismi della squadra. Si perde Cambiaso nel gol del vantaggio bianconero.

DUDA 6.5 Fa un primo tempo di un’intensità incredibile. Come sempre prende per mano la squadra, soprattutto quando la Juve spinge, e lo fa tanto. E infatti è difensivamente che gioca una delle sue migliori partite del campionato, con grande senso della posizione, diagonali e anticipi di gran classe. Nella ripresa il colpo che prende in testa lascia qualche scoria di troppo.

NIASSE 6 Buona presenza in mezzo al campo, il passo è quello che è, compassato. Cresce l’intesa con Duda e cerca di fare quello che può, rompere il gioco della Juve che, a tratti, è arrembante. Gli manca un po’ di gamba, ma forse quella cosa lì non la vedremo mai.

TCHATCHOUA 5.5 Non efficace. Corre tanto, per carità, ma di cose fatte bene gliene riescono poche. Dalla sua parte Yildiz è uno che fa paura e che ha tanta qualità e infatti spesso non ci capisce niente il nostro Jack. Qualche cross, ma mai comodi e giocabili per le punte.

SUSLOV 6.5 Sta bene e si vede. Ha talmente tanta voglia che prova a segnare anche di destro, notoriamente non il suo piede, ma gli va male. Solita grande corsa e soliti grandi strappi in avanti. Fanno fatica i bianconeri a contenerlo e lui con grande personalità continua a chiamare il pallone. Lo fa a una manciata di secondi dalla fine del primo tempo, quando fa partire un missile che lascia immobile Di Gregorio. Ma la gioia dura poco, il var annulla per fuorigioco di Faraoni. Nella ripresa tiene alta la qualità, ma piano piano cala, dopo aver speso davvero tantissimo.

KASTANOS 5 (dal 79°) Non incide.

LIVRAMENTO 5 Non prende esempio da Sarr, che tra tutte le difficoltà se non altro ci prova. Lui non sembra mai avere la giusta convinzione e anche quando sembra esserci margine di errore della difensa bianconera lui ciondola senza meta. Ha una grande occasione nella ripresa, con un contropiede che meritava decisamente miglior dignità. Dopo averlo sprecato malamente si accomoda in panchina.

BERNEDE 6 (56°) Buon impatto con la partita, migliore rispetto a quello di Livramento.

SARR 6 Ha una grandissima occasione pochi minuti dopo il via, ma non angola quanto deve il piattone destro. Solito spirito di sacrificio, schiacciato dalla difesa bianconera. La sua grande sfiga è non avere qualcuno che gli dia una mano, che cerchi di portargli via l’uomo. Livramento, infatti, lo abbandona. Ma lui non si spaventa e continua imperterrito a sgomitare, alla ricerca di un posto al sole.

LAMBOURDE s.v. (dall’86°)

ALL. ZANETTI 6 (in panchina Bertolini) Conferma la squadra vista contro la Fiorentina. I gialloblù partono alla grande, creando subito due occasioni che scaldano le mani a Di Gregorio. Poi la Juve cresce, perché ha tanta qualità e arginarla non è una cosa da tutti. Il Verona ci riesce per tutto il primo tempo, trovando anche il gol (annullato dal Var). Qualche cambio nella ripresa ma poi i padroni di casa passano, nonostante i continui miracoli di Montipò. Una sconfitta che ci sta, ma questa è una squadra vera ora, che si aiuta, che per un centimetro in più o in meno, lascia tutto sul campo. E giocando così, ha ragione il mister, ci si salva senza problemi.

IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

MONTIPO’ 6 Subito bene su Kean che di testa prova a sorprenderlo ma lui risponde presente. Un altro paio di interventi di normale amministrazione, poi rimane a osservare lo sviluppo della partita, attento quando serve, anche nell’accorciare sugli attaccanti della Fiorentina che si vede arrivare incontro.

DAWIDOWICZ 7 E’ una di quelle partite in cui serve quello che ha dentro questo giocatore: l’ardore, non la bellezza. Vero, non sempre lo ha usato quest’anno, ma contro la Fiorentina torna il lottatore del quale ci siamo innamorati, al di là dei suoi limiti tecnici. Combatte, picchia, alza la voce, usa la malizia quando serve. E di testa è insuperabile. Pensate un po’, sfiora addirittura il gol con una zuccata, ma il pallone esce di poco.

COPPOLA 7 Il pericolo numero uno della Fiorentina è affar suo. Il duello con Kean è, inevitabilmente, molto fisico. Coppolone riesce nella cosa più difficile, far giocare l’attaccante viola solo ed esclusivamente spalle alla porta, senza mai fargli vedere Montipò. Gli sta appiccicato manco fosse Margot Robbie e questa cosa Kean la soffre tantissimo, lo fa innervosire e gli fa sprecare energie a protestare con Di Bello. Bravo, palla a terra e palla in aria.

VALENTINI 7.5 Che classe, che qualità. Bastano dieci secondi per capire di che pasta sia fatto l’argentino, che gioca con una personalità pazzesca, davanti alla “sua” Fiorentina. Passano da lui i palloni quando il Verona deve costruire da dietro e con quel sinistro dipinge calcio, così come Tintoretto disegnava con spaventosa dovizia di particolari. Ha senso della posizione e raramente Zaniolo riesce ad andargli via. Temperamento da leader, quello che manca a questa difesa. C’è un solo un difetto: è un prestito secco, ma godiamocelo fino all’ultimo secondo.

FARAONI 6.5 Sprazzi del vecchio capitano che tanto ci ha fatto divertire un paio d’anni fa. Nonostante l’emozione per una maglia da titolare che mancava da un’era geologica, entra subito nel match con grande attenzione e quel suo marchio di fabbrica che lo ha sempre portato a fare bene nella metà campo avversaria. Tanti bei cross. Ci arrivasse qualcuno che lì in mezzo dovrebbe esserci…

OYEGOKE 6 (dal 32° s.t.) Lotta coi compagni.

DUDA 7 E’ sempre così, quando non c’è senti terribilmente la sua mancanza. E quando è in campo magari non lo vedi tanto, ma poi ci pensi ed è sempre dentro alle cose più importanti che fa questa squadra. Perché c’è lui che azzecca il primo guizzo che porterà poi al gol. E’ il nostro vero leader, per presenza, ignoranza calcistica e capacità di stabilire la velocità della manovra. Gli perdoniamo anche l’ennesimo cartellino. Questo è dura, prendere o lasciare. E io prendo.

NIASSE 6.5 Il buongiorno non era stato dei migliori, ma già dalla partita col Milan aveva fatto vedere di poterci stare in questa squadra. E contro la Fiorentina ha confermato questa cosa. Il passo, ormai lo sappiamo, è quello, compassato, non certo da centometrista. Ma la presenza là in mezzo è quello che fa la differenza. Recupera tantissimi palloni e quando il Verona si rende conto di poter fare qualcosa di più, di poterla vincere, alza i giri, va a pressare alto e questo manda in confusione gli avversari. Fino al fischio finale rimane attaccato con le unghie al campo.

TCHATCHOUA 6.5 C’è Dodo dalla sua parte e il confronto non può non giocarsi tutto sulla velocità. Il nostro Jack la porta a casa. Paradossalmente è più Zaniolo, che ha grande qualità, a impensierirlo il giusto. Non difende e basta chiaramente, perché ha grande forza per attaccare. Tanti, tantissimi crossi. Ma un paio potenzialmente letali, sbagliati di pochi centimetri. Destra o sinistra, comunque, per lui poco cambia.

SUSLOV 7.5 Un primo tempo di grande corsa, manco fosse Forrest Gump, ma un po’ fine a se stessa. Si sbatte, ma incide poco, a volte un suo grande limite. Ma la ripresa è qualcosa di clamoroso. Diventa padrone del campo, un veleno gialloblù per il quale i viola non hanno alcun antidoto. E’ dappertutto e questa volta la corsa è utile, perché spezza il gioco e lo porta dalla parte del Verona. La cosa che sorprende è che invece di finire in calando, finisce in crescita. Mostruoso.

LIVRAMENTO 5 Una sola fiammata, a inizio ripresa, è un po’ troppo poco per l’attaccante gialloblù che non riesce mai a entrare in partita. Problematico il dialogo con Sarr che, dal canto suo, accentra quasi tutti i palloni che arrivano in attacco. Ha un bello spunto al decimo della ripresa, ma gli manca fortuna.

BERNEDE 8 (dal 25° s.t.) Ma cosa vogliamo dirgli? Segna il gol dei una vittoria importantissima, vitale. E non un gol banale, perché se lo va a prendere, con la grinta, per poi finalizzarlo con qualità. San Bernede, sempre sia lodato

SARR 6 Al netto di qualche finezza che si deve dimenticare, tacchi, finte e velleità inutili, lotta con piglio su ogni pallone. Si abbassa spesso per liberarsi dalla marcatura dei difensori viola. Manovra tanto, ha qualità per farlo. Il vero problema è la mancanza di una sponda (Tengstedt, ti prego, torna presto) che lo aiuti ad avvicinarsi alla porta. Un applauso in più anche per l’aiuto che dà alla squadra in fase di copertura

MOSQUERA 6 (dal 32° s.t.) Ci mette la solita grinta.

ALL. ZANETTI 8 Sceglie la vecchia guardia, Dawidowicz e Faraoni e gli dice non bene, benissimo. Il suo Verona parte con andamento lento, calcolato, direi. Il primo tempo è equilibrato. La ripresa non dico sia un monologo gialloblù, ma si capisce se c’è qualcuno che deve vincere, è il Verona. Azzecca i cambi, perché a deciderla è proprio Bernede, con grande freddezza. Ora sono 26 punti. Stando larghi, ne mancano 14 alla salvezza. Dove sono tutti quelli che continuano a dire di mandare via l’allenatore a calci nel culo? Ci andate allo stadio o guardato dal divano? Chiedo per un amico.

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

MONTIPO’ 6 Nella prima parte di gara si rivedono le solite incertezze nelle uscite. Poi si riprende, alla distanza e trova anche la sicurezza giusta. Tra i pali è attento e, a onor del vero, non corre grandi rischi, visto che il Verona costringe il Milan a tirare quasi sempre solo da fuori. Ora i soliti diranno che il gol è colpa sua. Perché alla fine bisogna sempre e comunque trovare un colpevole e ci dimentichiamo che capita che gli avversari facciano la differenza, soprattutto tecnicamente.

DAWIDOWICZ 6 Sottil ha poco stasera per mettergli paura. Non deve fare chissà che per avere la meglio del giovane attaccante rossonero. Fa il suo, senza strafare. Quando entra Leao ci si aspetta un bagno di sangue, invece è bravo a tenere a bada il portoghese che tra indolenza e tuffi inutili, trova comunque l’assist gol, ma non certo per colpa del polacco. 

COPPOLA 6 Parte ad handicap facendosi subito ammonire da Forneau. Un giallo che potrebbe condizionarlo, ma ormai il grado di maturità è tale da evitare che accada. Il duello con Gimenez è bello, di sostanziale parità. Gioca spesso in anticipo e gli dice quasi sempre bene. L’attaccante del Milan alla fine segna, ma ripeto quanto detto per Montipò, non sempre è colpa dei nostri se prendiamo gol.

VALENTINI 7 Temperamento da vendere a pacchi. Lui l’effetto San Siro proprio non lo sente, d’altra parte è abituato all’argentina, dove le vibrazioni non mancano. Cresce esponenzialmente col passare dei minuti, mettendo grande attenzione nella fase difensiva, non disdegnando di prendersi la responsabilità di impostare da dietro. Bello ed efficace da vedere nei contrasti. La gamba  non la tira indietro manco morto. Peccato sia un prestito secco, ma intanto godiamocelo.

TCHATCHOUA 6.5 Sulla carta il duello con Theo Hernandez era scritto, tutto a favore del francese dai capelli rosa. E invece se non vince lui il duello, poco ci manca, perché va spesso fino in fondo, mettendo in grande difficoltà il francese che deve fare gli straordinari per non crollare. Come spesso succede, arriva bene al cross, ma poi la qualità del passaggio non è sempre all’altezza della giocata. Per esigenze finisce a sinistra, con la stessa voglia di trovare un pari che sarebbe stato il risultato più giusto.

DUDA 7 Passano dieci minuti e la prima cosa che mi viene in mente è: “quanto ci è mancato Duda nelle ultime tre partite”. E’ impossibile fare a meno di questo giocatore, con tutte le sue piccole imperfezioni, quella grinta che a volte è anche eccessiva. Ma la marcatura su Joao Felix è stupenda, e la fase difensiva perfetta. Ha anche una buonissima occasione per segnare, la mezza papera di Maignan ci fa sognare, invano. Nella ripresa quando il Milan preme, alla ricerca di gol, mantiene compatta la squadra. Poi, inevitabilmente, la stanchezza si fa sentire. Ma lunga vita a Duda.

NIASSE 6 – I primi trenta minuti del primo tempo sono da incubo. Lento, impacciato, fuori posizione, non marca stretto e si prende il terzo giallo in tre partite. Piano piano si scrolla di dosso la tensione, rompe il fiato e inizia a macinare chilometri. E’ bravo a rompere il gioco del Milan, ma non ha la stessa qualità nel costruire. Però dai, qualche piccolo segnale di miglioramento c’è. Deve lavorare su questi. E, soprattutto, deve smettere di prendere ammonizioni inutili.

BERNEDE s.v. (dall’85°)

BRADARIC 6 Ormai direi che è una certezza questo ragazzo, il cui impatto col campionato italiano era stato abbastanza tribolato. Non è sicuramente uno appariscente, dotato di colpi sopraffini, ma le cose le fa bene, senza fronzoli. Sempre più a suo agio in fase difensiva, quando deve attaccare si sente nella sua comfort zone.

OYEGOKE s.v. (dall’85°)

SUSLOV 6.5 Nel primo tempo, con Duda, è il migliore. Solito moto perpetuo, solita voglia di lottare su ogni pallone. Non dà punti di riferimento e il Milan fatica a limitarlo. Nonostante il suo compito sia creare pensieri davanti, è lucidissimo anche quando deve aiutare la squadra a difendere. Spende tantissimo e arriva ai minuti finale in evidente debito di ossigeno. 

CISSE s.v. (dall’85°)

KASTANOS 5 Dopo tanti spezzoni, riesce finalmente ad avere una maglia da titolare. Da lui ci si aspetta cose importanti, che cominci finalmente a fare la differenza. E invece, ancora una volta, rimane un vorrei ma non riesco. Fa numero a centrocampo, ma si limita alla presenza, senza mai incidere veramente. Dispiace perché la tecnica sarebbe dalla sua parte, ma la voglia di lasciare il segno è un’altra cosa.

LAZOVIC 5.5 (dal 62°) Ha un giustificazione: la pubalgia. Fatica, ma la condizione fisica non lo aiuta.

SARR 6 Una partita di lotta continua. Fa a sportellate tutto solo, contro la difesa del Milan. Si scaraventa con cuore e grinta su ogni pallone gli capiti a qualche metro di distanza. Fa tante cose buone, le più difficili, direi, e poi sbaglia le più semplici, passaggi elementari che potrebbero creare qualcosa di importante per il Verona. Ma lascia il campo dopo aver dato veramente tutto quello che aveva in corpo.

MOSQUERA 5.5 (dal 68°) Una fatica tremenda a tenere su palloni, nonostante la solita buona volontà.

ALL. ZANETTI 6 Decide di coprirsi un po’ di più rispetto alla partita contro l’Atalanta, buttando dentro dal primo minuto Kastanos, chiamato a fare numero in mezzo al campo. Il Verona è attento, difende bene e quando può riparte, mancando però spesso l’ultimo passaggio. Eppure le occasioni arrivano, ma non vengono finalizzate. Va sotto ingiustamente e mette dentro chi può per provare a riacciuffare il risultato. Nel Milan entrano Pulisic e Leao. Nell’Hellas Bernede, Cissè, Oyoegoke. Poi continuate a insultare l’allenatore. Perché la critica va bene, ma quando leggo gente santificare Baroni, dopo averne chiesto la testa per gran parte della scorsa stagione, mi sale il crimine.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

MONTIPO’ 4 Se ne torna a casa con cinque pappine sul groppone, uno paio sicuramente figli anche della sua scarsa reattività. Rimane imbambolato in almeno due gol e non è accettabile, al netto della strapotenza dell’Atalanta che in campo sembra averne 22. Non esce quando deve, e questa volta anche tra i pali si riduce a una presenza passiva.

DANILIUC 5Tutto sommato parte anche bene e concentrato. Ma basta uno strappo di De Ketelaere per far suonare il classico “tilt” dei flipper. Si fa saltare dal belga sul gol del vantaggio atalantino. Poi è una rumba senza fine, tant’è che Zanetti decide di invertirlo con Ghilardi e metterlo su Samardzic. Ma ormai i buoi sono abbondantemente scappati.

VALENTINI s.v. (dal 24° s.t.)

COPPOLA 4 Una timidezza che preoccupa, che non ti aspetti da un ragazzo che invece aveva fatto vedere di essersi perfettamente calato nei panni del leader della difesa. Al di là di qualche bell’anticipo di testa e qualche scivolata d’altri tempi, Retegue ne ha fatti quattro. Dire c Regala con Ghilardi il terzo gol Retegui

GHILARDI 4.5 Parte su Samardzic e il suo sembra anche farlo. Poi, per evidenti sofferenze di Daniliuc, va su De Ketelaere. Ma anche lui balla come Tony Manero, solo che la febbre è del pomeriggio, non del sabato sera. Mezzo voto in più rispetto al compagno di reparto, giusto un paio di uscite interessanti. Ma se la ricorderà a lungo questa Coppola.

TCHATCHOUA 5.5 Al fischio d’inizio è il migliore del Verona. Un paio di spunti sulla destra fanno pensare a un pomeriggio sempre di sofferenza, ma comunque gestibile. E invece, ancora una volta, la squadra ne prende quattro nel primo tempo. Non c’è partita e non è certo lui quello in grado di dare la scossa o di spezzare la superiorità schiacciante dell’Atalanta. Prova anche a fare il gol dell’orgoglio, ma il piede sinistro è quello che è. Due occasioni che poteva gestire meglio, ma almeno ce l’ha messa tutta.

NIASSE 4 Un manciata di minuti e si prende il secondo cartellino giallo in due partite (qualcuno gli spieghi che è il caso di darsi una calmata). Ma ammonizione a parte, non ci capisce una mazza, dal primo all’ultimo. Ederson lo mangia come si fa come una fetta di pizza bella croccante: si piega in due e via in un sol boccone. Sul gol del brasiliano fa quasi tenerezza. Per carità, ha fatto un pugno di allenamenti col Verona, le sue colpe sono inevitabili. Ma speriamo che questa lezione di calcio gli lasci qualcosa come esperienza professionale.

BERNEDE 5 Se Niasse affonda come il Titanic, con orchestrina annessa, lui va in acqua, ma si aggrappa a un salvagente. Inizia con buon piglio, ma quando le cose iniziano a marcare male, viene inghiottito dal grande nulla gialloblù. Sparisce dal campo, ma ogni tanto ha qualche sprazzo di vitalità che deve però scontrarsi con la dura realtà. Nessuna croce addosso, non sa nemmeno dove si trovi visto quanto è stato veloce e obbligato il suo debutto.

DAWIDOWICZ s.v. (dal 18° s.t.)

BRADARIC 5 Cuadrado non è più un ragazzino, ma la qualità non perde mai di brillantezza. Il colombiano spinge tanto e va spesso e volentieri sul fondo a crossare e il terzino gialloblù deve davvero faticare non poco per stargli dietro. Qua e là gli capiti di spingersi oltre la linea di metà campo, ma le decisioni finali sono spesso nove volte su dieci scellerate.

OYEGOKE s.v. (dal 18°s.t.)

SUSLOV 4 Il nostro unico fantasista oggi ha visto il mondo in bianco e nero, o in nerazzurro, se volete. I colori delle sue giocate si sono annacquati al primo gol dell’Atalanta, così come è successo a tutto il resto della truppa. Viene surclassato dagli avversari e questa volta non è riuscito nemmeno a metterci la grinta, che non gli è mai mancata. Vabbè, vogliamo pagina, perché ha tutto per poterlo fare.

LAMBOURDE s.v. (dal 34° s.t.)

SARR 4 Tante spizzate, tanti controlli non male. Ma poi un miliardo di passaggi sbagliati, a due metri dal compagno. Cioè, sono errori che non ci si può permettere, soprattutto davanti a uno schiacciasassi come l’Atalanta. Leggero, non di peso, ma come atteggiamento. Stai prendendo una passata clamorosa, cosa ti metti a fare i colpi di tacco??? Torniamo alla realtà, dai.

KASTANOS (dal 18° s.t.)

MOSQUERA 4 La buona volontà non gli manca mai. Anzi, potesse dispensarne un po’ a qualche compagno sarebbe una gran cosa. Però i limiti tecnici sono davvero sotto gli occhi di tutti. Un banale stop diventa un’impresa e anche quando non è marcato a venti centimetri dall’avversario di turno, va in confusione, manco dovesse scalare l’Everest. Ripeto, buona volontà 10. Ma lì ci fermiamo, almeno oggi.

ALL. ZANETTI s.v. Non mi sono mai sottratto alle critiche verso il mister che, secondo me, in alcuni momenti della stagione, è andato oltre emotivamente parlando. Rimane il fatto che ha portato il Verona a 23 punti e questo non dimentichiamolo mai. E’ la sconfitta nella quale ha meno responsabilità in assoluto. Perché se già stai tentando un’impresa e a boicottarti ci si mette la tua società, allora i discorsi cambiano. E bene ha fatto a mandare in campo Bernede e Niasse, senza cedere alla tentazione di mettere Dawidowicz o Kastanos. Perché così il re è nudo. E non è lui il re, ma una società che ha fatto nulla per dire “crediamo nell’impresa, ecco i giocatori che ti servono”. Non funziona così. Non è giusto che siano sempre gli allenatori a pagare. Ognuno si prenda la sua responsabilità e la lista sarebbe già bella lunga. Mister Zanetti, oggi, non merita alcun voto.