IL PAGELLONE DI FINE ANNO DELL’HELLAS VERONA. IN ATTESA DI NUOVI SANGUE E LACRIME

MONTIPO’ 6 Se la stagione che ha portato a quel drammatico spareggio per non retrocedere contro lo Spezia, è l’unico termine di paragone esistente al mondo per giudicare Montipò, allora si dovrebbe dire che il suo campionato quest’anno sia stato sotto le aspettative. Grazie al cielo si può considerare molto altro e quindi alla fine il suo lo ha portato a casa. Vero, non senza qualche giro sulle montagne russe, ma complice una fase difensiva che quest’anno ha fatto acqua da tutte le parti. Sarà ancora il portiere del Verona? Le sensazioni mi dicono di no. Ma magari sbaglio

PERILLI 6 Due sole presenze quest’anno, una per scelta tecnica, l’altra per infortunio a Montipò. Tra l’altro la partita più importante della stagione, l’ultima a Empoli, che è valsa la salvezza. Non ha avuto paura, non ha tremato e così anche lui ha detto la sua in questo campionato strampalato dei gialloblù.

FRESE 6 Inizio di campionato da mal di testa per il danese, che mette in mostra non poche incertezze ed errori grossolani. Quando le cose sembrano andare per il meglio e lui prende confidenza con la piazza e con le idee di Zanetti, si infortuna. Un crack che lo tiene fuori dal campo per parecchi mesi e che lo restituisce, ovviamente ingommato. Ma ha in ogni caso fatto vedere delle discrete qualità e un buon senso tattico.

DANILIUC 5.5 Stagione da comprimario per l’austriaco che, a dire il vero, a un certo punto sembrava potesse essere entrato nelle grazie di Zanetti. L’esplosione di Ghilardi e Coppola, però, gli ha tagliato discretamente le gambe.

FARAONI 5 Probabilmente è stato prezioso all’interno dello spogliatoio, nella gestione dei momenti più delicati, delle imbarcate più clamorose. Da un senatore come lui questo ci si aspetta. Ma in campo, quelle poche volte che si è visto, sono stati dolori. Nella memoria dei tifosi c’è sicuramente la partita casalinga contro il Monza, che hanno segnato, probabilmente, il punto più basso dell’avventura in gialloblù di questo ragazzo speciale. Che per alcuni anni è stato, parere mio, il vero fenomeno di questa squadra, che avrebbe meritato di diritto la Nazionale. Sempre grati a Marco Davide Faraoni.

VALENTINI 6.5 Non è bello quando due cose sembrano fatte l’una per l’altra? Non è bello quando gli elementi combaciano perfettamente? Il difensore argentino, preso in prestito dalla Fiorentina, sembra fatto a posta per Verona e per la sua piazza. Un temperamento e una garra che i tifosi gialloblù amano incondizionatamente. Quel senso di appartenenza che Valentini ha mostrato naturalmente. Ha sofferto un po’ il finale di stagione, per qualche acciacco, ma uno così bisognerebbe provare a riportarlo di corsa a Verona.

BRADARIC 6.5 Sbertucciato e ridicolizzato dai più a inizio stagione, ha risposto coi fatti, sul campo. Sembrava uno capace solo di correre, manco fosse Forrest Gump, e invece ha dimostrato davvero buone qualità e capacità di crossare, a quanto pare una cosa non così scontata tra i giocatori del Verona. Aggiungiamoci il gol salvezza di Empoli e a questo ragazzo si possono fare solo gli applausi.

DAWIDOWICZ 7 Prima parte di stagione da 4, seconda da 8. La media farebbe 6, ma il voto in più è semplice da capire. E’ stato impresentabile a lungo, lontano parente del guerriero scoordinato che si è fatto amare dal popolo dell’Hellas. Le questioni contrattuali lo hanno mandato via di testa. Paradossalmente quando era chiaro che non avrebbe rinnovato, ha svoltato. Ed è tornato a combattere come un leone, determinato a lasciare tutto sul campo. Nell’emergenza, ha riscoperto il ruolo di centrocampista, vera chiave tattica della rincorsa gialloblù. Leader maximo. Il voto in più è semplice da capire, dicevo. Perché in tutti questi anni ci ha fatto capire che si possono anche avere i piedi montati al contrario, ma quando hai cuore, capita anche che i tifosi ti dedichino uno striscione che resterà nella leggenda: “Ghe Dawidowicz a rugoloni…”

TCHATCHOUA 6 Doveva essere la stagione della consacrazione, dopo aver fatto vedere cose molto interessanti lo scorso anno. Ma forse quando le aspettative sono troppo alte il rischio di rimanere delusi è direttamente proporzionale. Ha un forza fisica pazzesca e una velocità unica nel campionato italiano. Tant’è che è stato premiato con un riconoscimento ad hoc. Ma i piedi sono davvero quadrati. Se ci fosse una statistica sui cross utili rispetto al totale di quelli fatti sarebbe più comprensibile il giudizio. Insomma, per me una delusione.

COPPOLA 7.5 Eccola la stagione dell’esplosione di Coppolone. Inizio così così, poi una crescita continua, che lo ha portato alla convocazione in Nazionale e al debutto da titolare nella sciagurata trasferta in Norvegia. Non capitava che un giocatore dell’Hellas venisse schierato in azzurro dal 1987. Ha messo insieme una serie di prestazioni super, mettendo a tacere gli scettici e tanti attaccanti di pedigree. Il tutto impreziosito da un gol fondamentale per la salvezza, quello del pareggio casalingo contro il Lecce. Probabilmente sarà la pedina da sacrificare sull’altare dei bilanci sempre in regola.

GHILARDI 7 A inizio stagione, col calciomercato ancora aperto, sembra destinato a vestire un’altra maglia, seppur in prestito. E invece Mister Zanetti ci ha visto qualcosa e ha avuto ragione. Perché Daniele ha ripagato alla grande la fiducia, anche lui come Coppola, autore di grandi prestazioni che hanno portato alla rincorsa decisiva del Verona nella lotta salvezza. Se crescerà anche nell’impostazione del gioca da dietro, avrà una grande carriera

LAZOVIC 6 L’ultimo vero senatore rimasto in questa squadra, insieme a Faraoni e Dawidowicz. Capitano designato da Zanetti, inizia bene la stagione, facendo intravvedere sprazzi del Lazovic che per anni ha fatto impazzire gli avversari. Poi le cose sono via via cambiate e ha trovato sempre meno spazio, per colpa anche di continui problemi fisici. Ma con orgoglio si è sempre fatto trovare pronto e grazie al suo gol contro il Como il Verona ha potuto andare a Empoli con due risultati su tre. Per tutto quello che ha fatto vedere a questa piazza il voto sarebbe sicuramente più alto, bello tondo. E per me, anche se non compare, è forse l’unico che conta per tutto ciò che ha dato a questi colori.

NIASSE 5.5 Buttato in campo allo sbaraglio, appena arrivato a Verona, nel match casalingo contro l’Atalanta. Ricordiamo tutti com’è finita. Ci ha impiegato non poco per prendere ritmo e capire il calcio italiano. Non ci è riuscito fino in fondo. Molto lento e macchinoso, ha sicuramente presenza in mezzo al campo. Ma non so quanto si adatterà in futuro alle idee tattiche di Zanetti.

HARROUI 6 Tra tutti gli infortuni che hanno funestato la stagione del Verona, il suo è stato veramente peccaminoso. Perché ha tolto a Zanetti quella quota di fantasia in una squadra abbastanza monotona, incapace di trovare qualcuno che facesse ballare le difese avversarie. Prima che il ginocchio facesse crack, un paio di prestazioni clamorose, contro Roma e Parma, dove appunto si è infortunato. Averlo la prossima stagione, integro, sarà un bel regalo per l’Hellas.

KASTANOS 5 Un solo gol e tante aspettative deluse per il cipriota. Mai protagonista, mai in grado di mettere realmente in difficoltà Zanetti. Costretto quasi sempre a entrare a partita in corsa, raramente è riuscito a lasciare il segno in positivo. Anzi, spesso ha attirato su di sé parecchie critiche, motivate, peraltro. Peccato perché con Harroui infortunato poteva prendersi quel ruolo. Gli è andata male.

BERNEDE 5.5 Se togliamo la magia che contro la Fiorentina ha regalato tre punti insperati al Verona, il resto sono stati tanti sbadigli. Non si discute la volontà, ma mi è parso molto arruffone e poco concreto. Leggerino fisicamente, avrebbe dovuto far valere qualità tecniche che ci sono, ma che si sono un po’ annacquate cammin facendo.

SERDAR 5.5 A livello tecnico è indubbiamente il giocatore di maggior qualità del Verona. Quando è in condizione dimostra di essere centrocampista da squadra superiore all’Hellas. Ma il problema, infatti, sta tutto qua. Suat è fatto di cristallo. In una stagione ha rimediato due infortuni muscolari pesantissimi e difficilissimi da superare. Non è mai riuscito a fare la differenza, a diventare leader tecnico di questa squadra. Il punto più alto lo ha toccato nella vittoriosa trasferta di Monza. Troppo poco per lasciare il segno.

SUSLOV 5.5 Protagonista della salvezza firmata Baroni, questa volta Tommasino non ha convinto. Perché se è vero che ha sempre messo la sua solita energia in campo, è altrettanto sacrosanto che “struca struca” di sostanza ne ha fatta vedere poca. Da uno con le sue qualità è logico aspettarsi qualcosa di più, soprattutto in termini realizzativi. E invece ha chiuso la stagione a secco. Spesso nervoso, ha bisticciato col pallone e con gli avversari. E alla fine a rimetterci è stato solo ed esclusivamente il gruppo.

DUDA 6.5 Non è il leader tecnico, ma morale indubbiamente sì. Perché di Duda ti accorgi soprattutto quando manca. Quell’arroganza calcistica che è sempre più preziosa e che in una squadra timida come il Verona vale come l’oro. Spesso capace di decidere il tempo della partita, tante volte ha dovuto cantare e portare la croce, non adeguatamente sostenuto dai compagni. Aggiungiamo il fatto che è uno particolarmente fumantino, va da sé che i cartellini gialli e rossi siano fioccati. Magico il gol di Udine, determinante per la salvezza. Sarebbe il caso di trattenerlo a Verona, Sean.

LAMBOURDE 6 Lo abbiamo visto in una manciata di partite, ma ha sempre fatto vedere di avere i colpi. Un gol a Como e altre giocate che nascondono un talento cristallino. Per ragion di stato, Zanetti ha dovuto badare più al sodo che altro, facendolo vedere un po’ troppo poco. Speriamo che in futuro le cose cambino.

SARR 5.5 Quattro gol per il giocatore svedese che per una porzione di campionato sembrava potesse diventare determinante. E invece, a dispetto di qualità tecniche secondo me indiscutibili, tante volte mi ha fatto girare le scatole per l’indolenza, quasi facesse un favore a giocare. Un’incompiuta bella e buona. Eppure la società ci ha visto dentro qualcosa, tanto da andare a riscattarne il cartellino. Questo deve responsabilizzarlo e fargli capire che deve fare molto di più di quanto fatto vedere quest’anno.

TENGSTEDT 6 Miglior marcatore della stagione con sei gol, fino all’infortunio subito a Venezia è stato delizioso. Più che un attaccante un regista offensivo a cui piace giocare lontano dalla porta. Porta che però vede eccome. Memorabile la partita di Bologna. Dopo il crack alla caviglia non è più riuscito a ritrovarsi, perseguitato da continui problemi muscolari. Secondo me ha anche un po’ tirato indietro la gamba, ho questa sensazione. Probabilmente consapevole del fatto che il Verona non lo avrebbe riscattato.

LIVRAMENTO 5.5  Ventinove presenze e un solo gol per l’attaccante esterno che come altri ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Il suo ruolo doveva essere quello di spaccapartite, subentrando dalla panchina. Missione che raramente gli è riuscita. Tanta corsa, ma piedi non esageratamente educati. Tanta buona volontà ma poco altro.

MOSQUERA 5.5 I suoi cinque gol il colombiano li ha fatti, magari un po’ fortunosi e rocamboleschi, ma li ha fatto. Al di là di questo, non è sembrato pronto per un campionato difficile come quello della serie A. Tecnicamente molto limitato ha cercato di rimediare con la voglia, ma se nasci tondo non morirai mai quadrato. Forse la scelta più giusta sarebbe mandarlo a giocare con più frequenza, per sperare che possa poi tornare pronto per una piazza esigente come Verona.

ZANETTI 7 Partenza sprint. Comincia con due vittorie nelle prime tre partite. Una contro il Napoli, futuro campione d’Italia. Poi qualcosa si rompe e la sua squadra comincia sgretolarsi. Subisce imbarcate clamorose che lo portano a un passo dall’esonero. Ci mette del suo continuando a cambiare il modo di giocare dei suoi ragazzi. Insomma, va in confusione. Contro ogni pronostico, però, resiste e nel momento di maggiore emergenza riesce a trasformare un’accozzaglia di giocatori in un gruppo vero. Lì costruisce la salvezza. Che, mannaggia, rischia di vanificare trasmettendo un po’ troppa paura ai suoi ragazzi nel momento decisivo. Ma viene comunque premiato con una salvezza importantissima, passata attraverso ben dieci vittoria pazze. Si è meritato la riconferma sulla panchina gialloblù. Pronto a un altro campionato di lacrime e sangue.

BERARDI, MAGRO, OYEGOKE, OKOU, SLOTSAGER, PATRICK, CISSE, AJAYI s.v.

IL PAGELLONE DI EMPOLI-VERONA

PERILLI 7 Gioca la partita più importante della sua carriera, complice l’infortunio di Montipò. E’ ovviamente nervoso, gli occhi non mentono. Ma appena Doveri fischia l’inizio entra in modalità “zero paura”. Attento sulla punizione “traditrice” di Henderson, che prova a ingannarlo. Bravissimo sul tiro a giro di Fazzini. A dire il vero sarebbe attentissimo anche sul colpo di testa di Esposito, che anticipa di qualche frazione di secondo il gol del momentaneo pareggio di Fazzini. Insomma, tutto perfetto, c’è anche la sua firma su questa dannata salvezza.

GHILARDI 7 Partita di grande attenzione e qualità, e anche di quel pizzico di cattiveria, o se volete chiamarla malizia, che un ragazzo della sua età sta costruendo dopo partita. Personalità a pacchi, colpisce per l’eleganza dei tanti anticipi che colleziona, soprattutto quando l’Empoli cerca l’impossibile. E se non bastasse difendere, cerca gloria anche in avanti.

COPPOLA 7 Una sola sbavatura, sul gol dell’1-1 quando si fa prendere il tempo da Esposito sul colpo di testa, comunque ben parato da Perilli. Di lì in avanti sale in cattedra soprattutto insieme a Ghilardi. Tante chiusure provvidenziali, che evitano guai irreparabili. Anche lui come Daniele, personalità da vendere, nonostante sia ancora un bocca. Bravo Coppolone.

VALENTINI 6 Arrivato a questo finale di stagione incerottato, è comunque al 100% dentro la partita. L’unico appunto sul gol di Fazzini. Non è infatti reattivo sulla respinta di Perilli e si lascia anticipare. Al netto della sofferenza fisica, comunque, non arretra, petto in fuori, la porta a casa anche stavolta.

TCHATCHOUA 6.5 Spesso bastonato per i tanti, troppi, esagerati cross sballati clamorosamente, mette quello giusto al momento giusto, per il capoccione di Bradaric che regala la salvezza al Verona. Prima del fischio d’inizio viene premiato come giocatore più veloce della serie A. Avesse anche i piedi calibrati a dovere, non giocherebbe a Verona. E nonostante questo è comunque uno di quelli destinati, con ogni probabilità, a lasciare l’Hellas.

SERDAR 6 Sprazzi del vero Serdar nei primi minuti. Trova un gol tanto bello quanto prezioso. Anticipa tutti i difensori dell’Empoli calciando di punta, come si fa nelle partite a calcetto con gli amici. Il gol chiaramente gli dà autostima, che però piano piano si ammoscia. Fatica a contenere il centrocampo toscano che prende coraggio e costringe l’Hellas a difendersi. Non pochi errori, anche banali. Ma non abbassa mai il livello di guardia.

BERNEDE s.v. (dall’81°)

DUDA 6 Un primo tempo di enorme sofferenza. Nonostante il vantaggio, e la partita tatticamente perfetta, non riesce a prendere in mano il gioco dell’Hellas, preso sempre sul tempo dagli avversari. Sbaglia tantissimi palloni, ma nella ripresa sale di livello e pur non giocando una partita indimenticabile, accetta di sporcarsi la maglia e di gettarsi nella mischia. Fondamentale nei minuti finali quando bisogna gestire un pallone che pesa 50 chili. Va anche vicino al gol.

DAWIDOWICZ 6.5 Cuore gialloblù. Ci sarebbe da dire poco altro. Le partite sporche e brutte tecnicamente sono il suo pane, visto che quei piedi di più non possono pretendere. Sempre dentro la mischia, sempre a morsicare le caviglie degli avversari, sempre pronto a far valere le ragioni del Verona con un modesto arbitro Doveri. Storico, al di là della prestazione di oggi, a fine partita gli oltre 1.500 tifosi in curva gli dedicano uno striscione, prima dell’addio alla città. Peccato, ma è stato un onore vederti vestire questi colori.

BRADARIC 7 L’inizio del match sembra creare le migliori condizioni per un giocatore come lui, sempre bravo a spingere offensivamente. Invece il Verona rincula eccessivamente sotto la pressione dell’Empoli. Non rinuncia però a qualche guizzo. Ma la cosa migliore della sua partita la fa segnando il raddoppio dell’Hellas con un bellissimo taglio in area di rigore. Il colpo di testa è la giusta magia dopo il cross altrettanto magico di Tchatchoua.

FRESE s.v. (dall’81°)

SUSLOV 6 Che la condizione fisica non sia quella dei giorni migliori mi pare una grande ovvietà. Ciò nonostante cerca davvero di andare oltre e si assume il ruolo di rompiscatole. Tenta di sporcare tutti i palloni dell’Empoli, andando a rincorrere ogni cosa gli passi a un palmo di naso. Tanto, troppo nervoso e questo gli toglie comunque un po’ di lucidità.

LIVRAMENTO 6 (dal 60°) Capisce il momento, si mette l’elmetto e va al fronte.

SARR 6 Impatto positivo sulla partita. Col Verona che trova subito il vantaggio, rimane un po’ isolato, ma è comunque bravo a fare la lotta su tutti i palloni. Fisicamente uno di quelli che sta meglio, è efficace anche quando costringe gli avversari al fallo. Costringe Ismajli a giocare con il cartellino giallo sul groppone.

MOSQUERA 6 (dal 60°) Come Livramento, si cala nella parte e fa sportellate con tutti.

ALL. ZANETTI 7 I suoi entrano subito in partita, trovando un gol pesantissimo. E così si smonta subito il copione secondo il quale il Verona doveva andare a perdere a Empoli. No, non è andata così. E nonostante le sofferenze, ma assolutamente preventivatili, finisce la stagione con una vittoria, piazzandosi al 14esimo posto (avevo pronosticato il 13esimo), davanti a società che spendono e spandono clamorosamente più del Verona. Tra alti e bassi, vittorie epiche e sconfitte fantozziane, ha compiuto un miracolo. Il punto più alto della sua carriera, viste le premesse. Ora si faccia subito chiarezza per il futuro, perché da domani (vabbè magari tra una settimana) bisogna già pensare a ciò che verrà.

IL PAGELLONE DI VERONA-COMO

MONTIPO’ 6 Attento in un paio di occasioni rognose del Como. Così così sulle uscite, ma nei limiti dell’accettabile. Incolpevole sul gol da quattro metri di Caqueret. Lo stesso si può dire per tutta la difesa schierata? Dubito eh.

GHILARDI 6.5 Finisce anche lui nell’immobilismo del gol del Como. Ma non commette altre sbavature, gioca tranquillo e con personalità. Una prodezza, a dire il vero, la fa anche, perché salva un gol fatto su tiro di Paz a Montipò praticamente battuto. Quell’intervento da solo vale tutta la sua partita. Attento anche nei momenti finali di una partita tesissima.

COPPOLA 6 Sul gol del Como vale anche per lui il discorso fatto per Ghilardi. Poco reattivo sul suo diretto avversario Douvikas. Per il resto gestisce, anche se i lariani sono brillanti quando si avvicinano all’area di rigore. Ma non concede occasioni clamorose. Sente comunque un po’ la tensione, ma non si fa travolgere.

VALENTINI 6 Gioca in condizioni fisiche davvero proibitive, eppure, stringendo i denti, riesce a farsi rispettare, anche quando serve tirare qualche scarpata. Certo, non manca qualche inciampo, ma gli si può davvero dire poco per l’impegno che ci mette

TCHATCHOUA 6 Non so quanti polmoni abbia questo giocatore. Da un punto di vista atletico è devastante. Per quanto il Como vada veloce, fatica a contenerlo quando parte palla al piede. Il più grande mistero rimangono i piedi e alcune scelte incomprensibili. Gli capita spesso di fare la cosa più difficile e sbagliare quella più facile. Come nei secondi finali quando è ancora più dirompente, ma in maniera del tutto inconcludente.

DAWIDOWICZ 6 Una partita sicuramente complicata, col centrocampo del Como che ha decisamente un altro passo di quello del Verona. Come sempre ci mette il fisico e tanta generosità. Ogni tanto ci ricorda quali siano i suoi limiti tecnici, inciampando da solo nel pallone. Ma in qualche modo ne viene fuori. Zanetti lo toglie forse un po’ troppo presto. Diciamo che gli concede l’ultima passerella al Bentegodi, visto che Pawel non vestirà più la maglia dell’Hellas. E io mi sento di dire che è stato un onore vedere questo guerriero con addosso i colori gialloblù.

NIASSE s.v. (dal 33° s.t.)

SERDAR 5.5 Primo tempo pessimo, sempre in ritardo, sempre soverchiato dal centrocampo del Como. Non riesce a organizzare nulla di interessante per la fase offensiva dell’Hellas

BRADARIC 6 Torna titolare dopo la parentesi di Frese contro il Lecce. Il suo lo fa eccome, soprattutto in un primo tempo davvero poco convincente di tutta la squadra. Va spesso sul fondo per metterla in mezzo, ma gli attaccanti latitano. Attento anche in fase difensiva. Non è mai appariscente, ma ha imparato a essere concreto e a guadagnarsi con merito la maglia.

FRESE s.v. (dal 42° s.t.)

BERNEDE 5.5 In un Verona con idee davvero annacquate, nella prima parte di gara sembra uno dei meno peggio. Tanta grinta e voglia di andare più che altro a sporcare le trame del Como. Tenta ti accendersi anche nella metà campo dei lariani, ma lo fa a fasi alternate. Si impegna, ma oltre certi limiti, evidentemente, non riesce ancora ad andare.

LAZOVIC 7 (dal 16° s.t.) Il capitano di mille battaglie segna un gol che rischia davvero di essere fondamentale. Una rete bellissima, tra l’altro, per nulla facile-

TENGSTEDT 4 Concediamogli pure la condizione fisica non eccellente, dopo un infortunio davvero problematico. Ma così è davvero troppo. Non una cosa giusta, mai un’intuizione, la forza di crearsi lo spazio, l’occasione da sfruttare. Davvero un fantasma rispetto allo splendido attaccante visto prima dell’infortunio alla caviglia.

MOSQUERA 4 (dal 16° s.t.) Non si può sbagliare un gol come quello che sbaglia lui. In serie A una cosa del genere non si può vedere.

SARR 5.5 Primo tempo terribile. E la cosa che fa arrabbiare è che lui i mezzi li ha, soprattutto la velocità. Invece ogni tanto si addormenta in maniera veramente inspiegabile. Cresce nella ripresa, in coincidenza con la sostituzione di Tengstedt. Si abbassa, va più incontro al pallone ed entra più nel vivo della manovra gialloblù. E’ sfortunato perché becca una traversa con un bel colpo di testa, pochi secondi prima del gol del pari di Lazovic

KASTANOS s.v. (dal 42° s.t.)

ALL. ZANETTI 6 Costretto a fare a meno di Suslov e Duda squalificati, ripropone Dawidowicz in mezzo al campo, lascia fuori Niasse e rimette Bradaric a sinistra. Il primo tempo è una sofferenza, i suoi ragazzi lottano, ma quando vanno sotto non riescono a reagire. Decisamente meglio nella ripresa quando, complici anche i risultati dagli altri campi, i suoi ragazzi tirano fuori la grinta. Tante premesse per pareggiare e anche per vincerla. Rimane il rammarico per un vantaggio sul terzultimo posto dilapidato inopinatamente. Ora a Empoli, il suo passato, per il miracolo. Per male che dovesse andare, sarebbe almeno spareggio. Ma nessuno ci vuole pensare, ovviamente.

IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

MONTIPO’ 6 Prende un gol per colpa di una difesa a dir poco passiva sull’infilata di Krstovic. Poi, sui tiri da fuori del Lecce non si fa mai sorprendere, così come sui palloni che spiovono in area di rigore.

GHILARDI 5 Cataloghiamo questa partita come un brutto episodio. A parte il fatto che tiene in gioco Krstovic sul gol del Lecce, la sua prestazione è goffo a dir poco. Sbaglia tantissimi palloni, così come spesso pare nella posizione sbagliata quando i salentini attaccano. Male anche quando tenta di impostare, le idee sono un pelo confuse. Ci prova a rimettersi in partita, ma l’eccesso di foga gli offusca ancora di più i pensieri. Ripeto, cataloghiamo il tutto alla voce “brutto episodio”

COPPOLA 7 Anche lui nei primo tempo soffre l’esagerata tensione della squadra. Le gambe si irrigidiscono. Ma le scioglie al momento giusto, con un gol stupendo, di testa che, al pari di quello segnato nello scorso campionato contro l’Udinese, rischia di diventare decisivo. Il secondo tempo gli va davvero in discesa e un paio di interventi sugli attaccanti giallorossi fanno spellare le mani al pubblico del Bentegodi. Va anche vicino al possibile gol vittoria, sempre con un colpo di testa che esce davvero di un amen

VALENTINI 5.5 E’ molto meno preciso e reattivo rispetto al solito. Timoroso quando si prova a costruire da dietro, in affanno quando viene chiamato a difendere. Ma a tutto c’è una spiegazione. Gioca infatti mezzo azzoppato, in condizioni fisiche molto problematiche. Per rimetterlo in piedi lo staff medico le ha tentate tutte e ce l’ha anche fatta. Ma per forza di cose si è dovuto pagare pegno.

DANILIUC s.v. (dal 36° s.t.)

TCHATCHOUA 6 – Si fa mangiare da Tete Morente, assist man per il gol di Krstovic. Assurdo che si addormenti in quel modo lì, spalancando la strada al Lecce e facendo scendere sullo stadio un’atmosfera pesantissima. Diciamo che poi in qualche modo si sistema e comincia a spingere, soprattutto nella ripresa, col Verona nettamente migliore rispetto a quello visto nella prima parte di gara. Tanti cross, tutto sommato non malvagi, ma che purtroppo, non per colpa sua, rimangono lettera morta. Si prende un cartellino giallo, ma almeno lui non era diffidato.

DUDA 6.5 Nel primo tempo non riesce proprio a far girare la squadra. Ma la colpa non ricada tutta su di lui, visto che se gli altri stanno impalato, la vedo dura costruire qualcosa. Il cartellino giallo che si prende, giusto, fa male perché lo costringe a saltare la prossima in casa contro il Como. Ma nella ripresa l’ammonizione se la dimentica e pensa solo al momento, a un risultato da portare a casa. E gioca, eccome se gioca. Fa girare il pallone che è un piacere e si concede anche qualche delizia tecnica. Sempre imprescindibile.

NIASSE 5 Un primo tempo da incubo, come tutta la squadra, d’altra parte. Non si capisce dove sia la posizione di campo, probabilmente non lo comprende nemmeno lui perché vagabonda senza una meta precisa. Lento e impacciato, non riesce a mettere il fisico al servizio della squadra. I centrocampisti del Lecce hanno gioco facile con lui, che quando perde palla ci impiega sempre qualche secondo di troppo per tentare almeno di andare a riprendersela.

BERNEDE 6 (dal 30° s.t.) Buon impatto.

FRESE 6 In campo a sorpresa al posto di Bradaric, inizia la partita nel peggiore dei modi. Prima una capocciata che lo manda ko, poi una pallonata in faccia che risuona come un pugno di Tyson. Barcolla ma non molla e mette insieme una prestazione diligente. Addirittura nel primo tempo è tra i migliore, tanto male hanno fatto gli altri, però. Rimane sempre concentrato, sul pezzo e anche nelle situazioni più delicate ci mette la malizia giusta.

SUSLOV 5.5 Se non fosse per la punizione assist per il gol di Coppola, la sua sarebbe una partita assolutamente da dimenticare. Si prende un giallo, magari un po’ esagerato, che lo costringerà a saltare la prossima sfida in casa contro il Como. L’ammonizione contribuisce a limitarlo. Già di suo, comunque non stava dando nulla di interessante al match, evidentemente in condizione fisica non all’altezza.

SERDAR 6.5 (dal 1°s.t.) Eccolo quello che sembra essere il vero Serdar. Ottimo impatto con la partita, va subito vicino al gol del 2-1. Prende sempre più coraggio e tocca tantissimi palloni. Mette minuti nelle gambe e questo fa ben sperare per le prossime due.

TENGSTEDT 5 Tutti confidavano nel ritorno del danese per riprendere finalmente la strada del gol. La realtà delle cose è stata molto diversa e ci ha consegnato un Tengstedt inevitabilmente non in condizione. A poco è servito qualche spezzone per riconsegnarci l’eccezionale giocatore capace di cucire centrocampo e attacco. Rendendosi conto di non essere all’altezza della situazione è anche parecchio nervoso e continua a rimbrottare ogni compagno gli passi a un palmo di naso.

MOSQUERA 5.5 (dal 18°) Solito impegno, ma poca concretezza.

SARR 5 + Qualcosina meglio rispetto a Tengstedt, che però aveva almeno la scusa di rientrare dal primo minuto dopo tanto tempo. Lo svedese si taglia i capelli e sembra perdere le forze come Sansone. Fa la battaglia sui tanti palloni alti che piovono tra rigore e zone limitrofe. Qualche volta gli va anche bene, ma qualche volta non sempre basta. Con Tengstedt proprio non si capiscono ed è una sorpresa, visto che il Verona, proprio con loro due insieme, ha fatto vedere gran belle cose.

LIVRAMENTO 6 (dal 30° s.t.) Meglio rispetto a Mosquera, sfrutta la velocità.

ALL. ZANETTI 6 Cambia e lascia fuori Bradaric, che comunque finora aveva assolutamente meritato, e Serdar. Piazza Niasse a centrocampo, ma la mossa sembra non pagare. Ma ancora di più sembra che in questo momento il Verona non riesca a sopportare due punte più Suslov. Nella prima parte di gara i gialloblù fanno tanto male, lenti, impauriti, sicuramente non aiutati da una condizione fisica eccellente. L’intervallo, però, serve a smuovere qualcosa e infatti l’Hellas entra in campo molto meglio, più padrone del campo anche se poco pericoloso rispetto a quello creato. Un altro punticino che avvicina all’obiettivo. Contro il Como, domenica prossima, servirà un altro Verona altrimenti si rischia una piallata.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

MONTIPO’ 6 Nonostante l’Inter controlli la partita per lunghi tratti, raramente si rende pericoloso e così il portiere gialloblù osserva questo muro nerazzurro che si trova davanti, che si muove però come un pachiderma e si concede perlopiù qualche tentativo da fuori, mai pericoloso e che, soprattutto, non richiede chissà quale intervento.

DANILIUC 5.5 Non giocava da tanto tempo, e si è visto. Impacciato e intimorito, se ne sta rintanato dietro, vuoi per le sue paure, vuoi per l’inerzia della partita, vuoi anche per la qualità dell’Inter. Le poche volte in cui tenta di salire, si incarta e litiga col pallone. Qualche problema di comunicazione soprattutto con Valentini.

VALENTINI 6 Costretto a giocare centrale (ruolo che sa fare bene) controlla Arnautovic che è tutto chiacchiere e distintivo. L’attaccante dell’Inter fa tante scenate, si crea qualche occasione, ma nulla che preoccupi particolarmente il giovane difensore argentino. Ha personalità nel dirigere la difesa, prova a tenerla più alta possibile, ma i compagni di reparto fanno spesso orecchie da mercante. 

FRESE 5.5 Anche lui non giocava una partita intera da tantissimo tempo. L’infortunio patito al ginocchio non gli permette di essere nelle migliori condizioni, se non altro perché le gambe sono davvero tanto pesanti. Eppure anche lui cerca di fare legna e di fare fiato. Tenta qualche sgroppata, ma il tandem con Bradaric non funziona al meglio.

TCHATCHOUA 5.5 Le aspettative sono sempre altissime, non ne ho mai fatto mistero. E di palloni ne gioca, in ripartenza. Discutiamo sulla qualità delle sue giocate, semmai, a mio avviso non ancora all’altezza delle sue doti. Bello l’assist per Sarr che va vicino al gol. Fisicamente uno di quelli che stanno meglio, prendiamolo come buon auspicio per le ultime tre partite.

NIASSE 5 Rientra dopo un infortunio che lo ha bloccato proprio nel suo momento migliore. Non riesce a mettere il fisico davanti al centrocampo interista che, pur non facendo grandi cose, lo aggira sistematicamente. Non supporta Duda a dovere e lascia spesso troppi spazi nei quali si imbucano spesso e volentieri i nerazzurri. Il passo è più che felpato, le idee parecchio annacquate. 

TENGSTEDT s.v. (dall’80°)

DUDA 6.5 Gioca di fatto da solo in mezzo al campo. Niasse e Serdar, infatti lo abbandonano senza ritegno. Ma lui è fatto di una pasta speciale e non si fa prendere dal panico. Il centrocampo B dell’Inter è comunque un brutto cliente, però lo slovacco tenta comunque di mettere ordine nel gioco del Verona. Cerca anche il gol, ma con poca precisione. Verso la fine si innervosisce e rischia il secondo cartellino giallo. Giusto richiamarlo in panchina per non perderlo contro il Lecce.

KASTANOS 5 (dall’80°) Giusto il tempo per prendersi un cartellino giallo.

SERDAR 5 Per lunghi tratti un’agonia. Con il Verona schiacciato nella propria metà campo non riesce ad aiutare Duda nelle ripartenze. Fisicamente è in condizioni complicatissime, anche se, nella ripresa, paradossalmente qualche spiraglio di luce lo si vede. Nei pochi momenti in cui l’Hellas cerca qualche trama offensiva è più presente, più dentro l’azione. Una partita che gli è servita per mettere benzina nel motore. Ma deve dare davvero molto di più, perché questa rimane la sua bruttissima copia.

BRADARIC 5.5 C’è Darmian sulla sua fascia che, pur non essendo in serata da Champions, fa il minimo indispensabile per portarsi a casa la pagnotta. Rimane sempre a metà strada, nelle poche situazioni in cui il Verona cerca di uscire dalla propria tana. L’intesa con Frese è tutta da costruire, ma sarebbe quasi strano il contrario visto le poche volte in cui hanno giocato insieme. Qualche crossetto, ma poca roba.

LIVRAMENTO s.v. (dal 92°)

SUSLOV 4.5 Vederlo in queste condizioni fa veramente male. Perché la buona volontà ce la mette anche, ma gli mancano corsa e lucidità. E, soprattutto, quella furia agonistica dei giorni migliori. Mai pericoloso, non riesce mai a fare quello che gli chiede Zanetti, ossia l’appoggio per Sarr. Ha una buona occasione per segnare, la gestisce malissimo.

BERNEDE 5 (dal 69°) Non incide.

SARR 6 + Insieme a Duda tra i pochissimi che si salva in un Verona spento e con poche idee. Anche fisicamente dimostra di stare meglio rispetto a tanti compagni. Si fionda su ogni pallone che sia nei paraggi e lotta con determinazione nei contrasti, considerando che tra l’altro è da solo a dover fare a sportellate nell’attacco gialloblù. Rimane sua la migliore occasione dell’Hellas, ben parata da Martinez.

MOSQUERA 5 (dal 69°) Solo uno stop in venti e passa minuti. Di mano.

ALL. ZANETTI 5.5 Costretto a mandare in campo una difesa a dir poco rabberciata. Prende un gol per un rigore che fa venire il nervoso, per colpa di una regola sul fallo di mano davvero assurda. E però una volta sotto, i suoi ragazzi non riescono mai a reagire, mai a rendersi quantomeno aggressivi. La sensazione è che fisicamente il Verona sia in riserva, dopo il grande sforzo fatto negli ultimi mesi, che ha permesso di di costruire tre quarti di salvezza. Manca quel quarto che bisogna raccattare prima di subito. Perché non è ancora fatta, sia chiaro. Serve un altro atteggiamento, serve la fame che questa squadra ha tirato fuori nel momento più complicato.

IL PAGELLONE DI VERONA-CAGLIARI

MONTIPO’ 6 Dopo la prima buona sfuriata del Verona, evita che il Cagliari trovi il gol con Luvumbo, respingendo il tiro dell’attaccante di piede. Sul gol di Pavoletti, onestamente, cosa poteva fare? Poi, per carità, ci saranno i soliti che gli daranno la colpa anche per tutte le carestie che purtroppo appestano il mondo.

GHILARDI 4 Quanti errori, caro Daniele, ma tanti tanti. Si avventura in avanti sbagliando tutto quello che può sbagliare. L’errore più goffo e clamoroso è il liscio (consequenziale a quello più grave di Coppola) che spalanca la strada della vittoria al Cagliari. Gioca in confusione totale e l’espulsione, per un intervento killer, è la diretta conseguenza di quella confusione mentale.

COPPOLA 4  Principale responsabile del gol di Pavoletti, che ringrazia per gli omaggi della cassa e chiude la pratica. Ma al di là dell’errore che, per quanto grave, ci sta, è tutta la gestione del duello con l’anziano attaccante del Cagliari che lo mette ko. Non vede palla, che sia di testa, che sia a terra. Pavoletti lo disintegra, alla prima partita che gioca da titolare in questa stagione. Coppolone se la ricorderà a lungo. Ci rifletterà sabato, visto che per salterà la trasferta di Milano contro l’Inter per squalifica.

VALENTINI 4  Una sola chiusura buona in tutta la sua partita. Che, invece, verrà ricordata esclusivamente per i 500 mila passaggi sbagliati. Lui che dovrebbe avere piedi buoni per far partire l’azione da dietro, contro il Cagliari li ha evidentemente montati al contrario. 

LIVRAMENTO 5 (dal 23° s.t.) Non fa nulla di utile

TCHATCHOUA 5.5 Solita grande corsa, anche perché il Verona la partita la gioca quasi tutta dalla sua parte e lui di gamba c’è. Ma poi la precisione è un’altra cosa. Soliti cross un po’ a caso, senza capo ne coda e poco coraggio nel puntare l’avversario per cercare la superiorità numerica.

DUDA 5 Mi sento di dire che ci prova, ma con risultati assolutamente non all’altezza del suo nome. Vede che le cose si mettono male e non riesce mai a farla girare per il verso giusto. Nervoso, ma questa non è una novità. Di certo il mancato apporto di Serdar è un macigno che gli capita tra capo e collo.

SERDAR 4.5 Mi sa che dobbiamo accontentarci di qualche video della scorsa stagione per rivedere il gran giocatore che ci ha fatto innamorare del suo talento. Fa quasi tenerezza vederlo così spaesato e incapace di trovare ritmo e posizione in mezzo al campo. Le gambe non girano, ma è la testa che sembra quella messa peggio, con lentezza di pensiero. Viene sistematicamente soverchiato dai colleghi sardi.

KASTANOS 5 (dal 23° s.t.) Vedi Livramento.

BRADARIC 5 Non attacca, che sarebbe un po’ la sua, fatica tremendamente a contenere le ripartenze del Cagliari, non è mai in grado di sovrapporsi e infila una serie sciagurata di passaggi sbagliati. Un passo indietro preoccupante rispetto a quanto visto nelle ultime settimane.

LAZOVIC 5 (dal 13° s.t.) Vedi Livramento e Kastanos.

SUSLOV s.v. L’entusiasmo per il rientro dal primo minuto dura meno di mezz’ora. Dopo un paio di scontri chiede subito il cambio. Prova a resistere, ma è tutto inutile e così Zanetti è costretto a richiamarlo in panchina.

BERNEDE 5 (dal 28°) Prende il posto di Suslov, infortunato, ma manco ci siamo accorti del suo ingresso in campo. Confusione su due gambe, niente di più. Corre a vuoto, non trova mai un senso alla sua prestazione.

SARR 4 A quattro giornate dalla fine rimane, per me, ancora un enorme mistero. Giocatore dalla buona potenzialità, scende spesso in campo con quel misto tra indolenza e poca attenzione che è incomprensibile. In serie A non si possono sbagliare passaggi a due metri, quelli che i pulcini fanno a occhi chiusi. Non vede mai la porta, non pressa, non sa dove stare. Ripeto, un mistero.

MOSQUERA 4 Non ne becca una e quelle che gli si avvicinano le gestisce in maniera inspiegabile, non riuscendo mai a nascondere quella goffaggine che lo contraddistingue. Male malissimo anche il fraseggio con Sarr, inesistente. Non tira mezza volta verso Caprile, non dico per forza lo specchio della porta.

LAMBOURDE 5 (dal 13° s.t.) Prova ad accendersi, tenta il tiro da fuori, ma gli va gran male.

ALL. ZANETTI 4 I suoi partono bene, subito in partita, con la voglia di sconfessare il biscottone tanto annunciato. Ma l’illusione dura dieci minuti e non di più. Poi il Cagliari sovrasta con disinvoltura i gialloblù, per fame, voglia di fare il risultato e di arrivare alla salvezza quanto prima. Zero idee, poca aggressività, squadra in confusione totale. O si capisce che non si possono fare calcoli, o andiamo incontro a un finale inaspettato, viste le premesse delle ultime settimane. Mentalmente non preparata nel migliore dei modi. Questi ragazzi non possono permettersi di pensare di avere due risultati su tre. Perché alla fine esce sempre quello che non ti aspetti. Sveglia.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 6 Qualcuno dice poco attento sul gol, ma io non sono d’accordissimo, è chiamato a una sola parata in tutta la partita, sul bel sinistro da fuori di Soulé, che il portiere gialloblù respinge distendendosi. Il resto è davvero ordinaria amministrazione 

GHILARDI 6 Sarebbe stata una partita perfetta senza quell’errore determinante dopo appena quattro minuti. L’indecisione, in compartecipazione con Coppola e Valentini, è troppo pesante per passare inosservata. Di lì in poi, però non sbaglia più nulla e oltre a difendere bene si sgancia anche in avanti con personalità. Peccato, perché sarebbe stata l’ennesima prestazione senza macchia.

COPPOLA 6 Per lui vale lo stesso identico discorso fatto per Ghilardi. Ottima partita, macchiata da un errore che fortunatamente ci ricorda di un Verona che non c’è più. Shomurodov segna a sua insaputa.

VALENTINI 6 Il gol della Roma nasce dalla sua indecisione su Soulé. Si fa saltare con troppa facilità, quasi senza opporre resistenza e quando il fantasista parte, è impossibile fermarlo. Ma come i compagni di reparto, sbaglia davvero solo quello. Ecco, forse un’ingenuità sul fallo di mano che gli costa il cartellino giallo e in qualche modo questo lo condiziona.

FRESE s.v. (dall’80°)

TCHATCHOUA 6 I cavalli del motore li conosciamo. Nelle ultime partite l’ho un po’ bastonato per i cross calciati un po’ a caso. A Roma un po’ meglio, perché le palle che mette dentro sono tutte (o quasi) pensate ed eseguite bene. Quando punta Angelino lo mette in difficoltà. Ecco, forse avrebbe dovuto credere un po’ di più nelle sue potenzialità, perché avrebbe avuto ragione.

DUDA 6 E’ sempre lui, anche quando non è la miglior versione di sé. Gestisce la manovra gialloblù e fa viaggiare tanti palloni. Certo, la qualità della Roma si sente, ma sapete bene quale sia il suo temperamento, paura mai avuta. Tanta pressione nella ripresa, tanta possibilità di orchestrare, non sempre sfruttata al meglio, anche per stanchezza. Giusto chiamarlo in panchina, pensando alla sfida di lunedì prossimo contro il Cagliari. 

LIVRAMENTO s.v. (dall’80°)

DAWIDOWICZ 6 Questa volta non ha solo il compito di piazzarsi davanti alla difesa, ma quando Zanetti decide di mischiare le carte, si piazza come centrale in una difesa a quattro. Non appariscente, ma comunque prezioso, come l’ultimo Pawel chi ha abituati. Fa le cose giuste, senza voler strafare e come sempre ci mette fisicità e cuore.

SERDAR 5.5 (dal 58°) Mezzo passo indietro rispetto al Genoa. Ma lo trovo assolutamente fisiologico dopo un infortunio come il suo.

BRADARIC 6.5 Ormai non più una novità. Questo ragazzo è diventato una sicurezza, tecnica e tattica. Interpreta il ruolo sempre meglio e comincia a esprimersi bene anche in fase difensiva. Gioca anche un bel calcio, piacevole da vedere, molto di prima, senza tanti ghirigori. Cross buoni, ma sempre migliorabili, soprattutto nei momenti caldi della partita. Lì serve un pizzico più di lucidità.

BERNEDE 6.5 Come già capitato in passato, parte un po’ timidino, ma col passare dei minuti si scrolla di dosso l’emozione dell’Olimpico e inizia a giocare il calcio che sa. Pochi tocchi, giocate in verticale, pochi fronzoli. Bellissima un’imbeccata nello spazio per Bradaric, che si fa trovare pronto. Non tiene tanto il pallone tra i i piedi, ma quel poco basta.

SUSLOV 5.5 (dal 58°) Entra con tanta voglia, ma con poca lucidità. La voglia di strafare lo limita.

SARR 6 Il primo tempo, sono onesto, mi ha fatto un po’ arrabbiare. Perché a sprazzi ho rivisto il Sarr un po’ indolente del quale farei volentieri a meno. Nella ripresa, però, l’impatto è diverso e anche la crescita fisica è evidente. Di pari passo col calo di Mosquera. Tocca tanti palloni, smista e questo lo porta un po’ troppo lontano dalla porta. Ma l’impegno, se non altro nella seconda metà della gara, non è mancato.

MOSQUERA 6.5 Come Bradaric, lui è uno di quelli che ha avuto un’evoluzione pazzesca, e non uso la parola crescita per evidenti storici motivi. Se cuore e orgoglio glieli abbiamo sempre riconosciuti, ora anche tecnicamente sembra veramente un giocatore. Le migliori occasioni del Verona hanno tutte il suo marchio. Attacca la profondità, si abbassa a cercare palloni, aiuta la squadra, sgomita e si prende tantissime scarpate. Gli manca solo il gol, che non è poco, ma a uno così, cosa vuoi dirgli?

NIASSE s.v. (dal 76°)

ALL. ZANETTI 6 Perde una partita che non merita di perdere. Perché la Roma è tutta in quel gol che Shomurodov senza quasi a sua insaputa, sfruttando al massimo l’unica indecisione della difesa gialloblù. I suoi giocano senza alcun timore reverenziale, dovendo fare i conti anche con un arbitraggio quantomeno sui generis. Giusto mandare in campo i ragazzi che in questi due mesi da armata Brancaleone si sono trasformati in squadra. Bravo lui a dare poi minutaggio a chi doveva essere determinante in stagione, ma magari lo sarà in quest’ultimo sprint. Sperando di non trovarci più sulla strada Pairetto.

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

MONTIPO’ 6 Un tiro, ma cosa dico un tiro, una carezza di Vitinha, che ci prova da fuori. Il portiere gialloblù, per farlo contento, si accartoccia in maniera plastica ingigantendo l’occasione. Per il resto osserva.

GHILARDI 6.5 Vitinha letteralmente cancellato dal campo. Gli concede solo la carezza a Montipò di cui sopra. Gestisce la pratica senza grandi patemi d’animo, con la classe e la sicurezza che ci sta facendo vedere ultimamente.

COPPOLA 6.5 Vale per lui lo stesso discorso fatto per Ghilardi. Pinamonti è uno di pesa e di carisma, con capacità tecniche importanti. Non si fa intimidire nemmeno per sbaglio e ottiene il massimo risultato col minimo impegno. Sempre pulito negli anticipi, non dà margini di manovra all’attaccante rossoblu.

VALENTINI 6.5 E’ il solito Valentini, di grande personalità e “garra”. Ci tiene sempre a far capire all’avversario che con lui c’è poco da stare allegri. Dalle sue parti c’è Miretti, non pervenuto. Bene anche quando cerca il lancio lungo in avanti, ma non sempre i compagni ne capiscono le intenzioni.

TCHATCHOUA 5.5 Primo tempo esageratamente compassato, con troppi errori per uno che ha grandi potenzialità come lui. Tanti cross comodi, sbagliati inspiegabilmente, ai limiti del fastidio. Cresce un po’ nella ripresa e i palloni messi dentro sembrano più centrati, diciamo così, anche se la sensazione è che potrebbe sempre fare qualcosa di più. Per me, in questa parte di campionato, una delusione.

DAWIDOWICZ 6.5 A un certo punto sembra il padrone incontrastato del centrocampo, con tutti i limiti tecnici che conosciamo bene. Ma lo sappiamo che ha cuore grande e piedi un po’ più piccoli. Davanti alla difesa sta dando il meglio, ma la sensazione è che non sia una questione di ruolo, bensì di testa, che ora gira per il verso giusto. Recupera tanti palloni e sporca innumerevoli palloni del Genoa che, soprattutto nella ripresa, non riesce mai a costruire.

DUDA 6 Un po’ meno preciso del solito, in particolar modo quando è chiamato a fare ciò che gli riesce meglio, ossia costruire gioco. Ma la partita, soprattutto nella prima metà, è molto tattica, spesso spezzettata dal mediocre arbitro Marchetti, che non aiuta le squadre a trovare il ritmo. Nei secondi quarantacinque minuti sembra essere più a suo agio e gestisce i palloni con più sapienza.

BRADARIC 6 + E se Tchatchoua è una delusione (personale) il mancino, invece, il suo lo fa sempre, abbondantemente. Tecnicamente ha qualità tecniche sicuramente migliori rispetto a Jackson, ma è nell’attenzione, anche nei piccoli dettagli, che si fa preferire. Vero, anche lui ogni tanto bisticcia col pallone, ma succede meno frequentemente rispetto a Tchatchoua. Mantiene sempre le prestazioni ben sopra la sufficienza.

FRESE 6 (dal 37° s.t.) Entra attento e con la spinta giusta.

BERNEDE 6 + Conferma il buon momento cominciato a Torino e la posizione di campo che gli ha trovato Zanetti sembra adatta alle sue qualità. Che sono tante, soprattutto a livello tecnico. Fa un bel lavoro nel recupero dei palloni, che impreziosisce con giocate belle da vedere. Sempre nel vivo dell’azione, è bravo a raccordare centrocampo ad attacco.

KASTANOS 5.5 (dal 20° s.t.) Ennesima occasione sprecata per il cipriota che sbaglia spesso valutazione nelle giocate.

SARR 6 – Qualcosa meno rispetto alla trasferta contro il Torino, ma se non altro non c’è un passo indietro per quello che riguarda impegno e applicazione. Non male l’intesa con Mosquera, i due si cercano anche se non sempre si trovano. Poco produttivo sotto porta, vero, ma aiuta la squadra a contenere gli avversari. Probabilmente un problema fisico gli impone di non rischiare e così Zanetti lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

LIVRAMENTO 6 (dal 1° s.t.) Più verve rispetto a Sarr, per quanto sia un po’ arruffone. Ma si vede che riesce a tenere in apprensione la difesa del Genoa. Spinge gli avversari a sbagliare, ma gli manca l’ultima zampata.

MOSQUERA 6 + Il colombiano ha grande cuore, ma qualità tecniche sulle quali deve ancora lavorare tantissimo. Il lavoro che fa è davvero da applausi per sacrificio e voglia di andare oltre i propri limiti, ma quando è il momento di fare male, si perde. Si crea una buona occasione nel primo tempo, ma il tiro è debole. Nella ripresa avrebbe sulla testa il pallone del vantaggio gialloblù, a pochi passi da Leali, ma lo cicca malamente. Insomma, il ragazzo c’è, ma potrebbe fare meglio.

SERDAR 6 (dal 37° s.t.) Buone indicazioni, soprattutto fisicamente.

ALL. ZANETTI 6.5 Primo tempo molto tattico, con le due formazioni che si guardano in cagnesco, si annusano, ma non si addentano. In questo la sua squadra è brava a non esagerare e a mantenere le posizioni. Nella ripresa è un monologo del Verona, che lascia al Genoa solo le briciole. I gialloblù comandano, creano, ma sciupano troppo. Detto questo, la squadra ha trovato finalmente continuità, anche di risultati (questo il quarto utile di fila). E ancora una Montipò non ha preso gol. Sono piccoli passi, ma il traguardo è davvero lì, a un passo.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

MONTIPO’ 7 Una parata nel primo tempo su Elmas, una nella ripresa. Ed è quella che conta davvero perché è il rigore di Adams, che il portiere gialloblù neutralizza anche facilmente. Il Toro non lo impensierisce, merito anche dell’atteggiamento della squadra che fa di tutto per tenere il pallone lontano dall’area di rigore.

GHILARDI 7 Altra grande partita per il giovane talento gialloblù. Dalle sue parti gironzola Elmas, che è il più pericoloso dei suoi, ma Daniele gli concede esclusivamente qualche tiro da fuori, che non può impensierire Montipò. L’unica volta che l’esterno del Toro cambia zolla di campo e davanti si trova Dawidowicz e non Ghilardi, segna. Vorrà pur dire qualcosa. Sempre attento, pulito nelle giocate, bravo nelle chiusure, con quel pizzico di malizia che non guasta mai.

COPPOLA 7 Adams si è visto solo per il rigore sbagliato. Per il resto, Coppolone lo spazza via dal campo, quasi senza sudare la maglia. Personalità, attenzione e grande autorevolezza nel dirigere tutta la retroguardia. Altro tassello di una stagione da ricordare e dalla quale bisogna ripartire per costruire il Verona del futuro.

VALENTINI 6.5 Lo avevamo già capito, ma Zanetti lo ha confermato in conferenza stampa, questo ragazzo è giusto per il Verona. Grande temperamento, paura mai avuta. Fa subito sentire la sua presenza in campo, soprattutto agli avversari. Chiude sempre bene e anche tatticamente sta diventando un fattore: sono tante infatti le imbeccate per gli attaccanti che partono dal suo sinistro dolce dolce. Uno sforzo per tenerlo, io lo farei.

TCHATCHOUA 5.5 Non ha un compito facile contro il Toro, perché sulla sua fascia di sono Biraghi ed Elmas. E quest’ultimo un paio di volte gli va via troppo facilmente. Ma, nel complesso, tiene, seppur con qualche sbavatura. Come contro il Parma, i problemi arrivano quando attacca ed è veramente un paradosso. Tante possibilità di cross, e altrettanti errori. Sbaglia sempre la misura: una volta troppo lungo, una volta troppo corto, una volta nemmeno arriva in area di rigore. Ha più qualità di così ed è lecito aspettarsi che le faccia vedere.

DAWIDOWICZ 6 Meno appariscente rispetto al Parma, ma non per questo meno utile. Tira su la diga, sulla quale va a schiantarsi sistematicamente il centrocampo granata. Fisico e determinazione, su un campo delicato e contro un linea di metà campo del Toro di grande qualità. Non perfetto sul gol di Elmas, vuoi perché perde un po’ l’equilibrio, vuoi perché va un po’ troppo mollo nel contrasto.

DUDA 6.5 Sembra quasi che sia finalmente riuscito a controllare quell’irruenza che in tante partite gli è costata dei cartellini sanguinosi. Gioca sempre con la stessa tensione, ma ora la fa fruttare diversamente, a tutto vantaggio della squadra. La sua grande qualità sta tutta nel saper dettare il ritmo della partita e far viaggiare il pallone alla velocità che decide lui. Quando poi lo fai di fronte a un centrocampo di grande qualità come quello del Toro sembra tutto ancora più bello.

LAZOVIC 5.5 (dall’87°) Ha sul destro il pallone per l’1-2 del Verona, ma lo cicca clamorosamente. Peccato.

BRADARIC 6 Timidino nel primo tempo, non approfitta dell’ispirazione di Bernede che più una volta cerca la sponda. Cresce nella ripresa e quando trova il varco ci si infila con convinzione, andando fino in fondo. Anche lui conferma, partita dopo partita, di essersi abbondantemente meritato la maglia da titolare.

BERNEDE 7 Parte un po’ imballato, e subito il ricordo va alla partita contro il Parma, a dir poco sottotono. E invece gli basta andare vicino al gol con un bel tiro da fuori che va fuori di un niente per entrare nel match. Prende fiducia, ruba un paio di palloni e rilancia prontamente le azioni del Verona con imbeccate al bacio per gli attaccanti. Quando gira la testa, le gambe vanno che è un piacere. Ed è un piacere vederlo in campo, forse per la prima volta dentro le idee della squadra.

KASTANOS s.v. (dall’80°)  

SARR 7 Contro il Parma troppo indolente, contro il Torino grande combattente. E beccatevi pure sta rima. Dentro la partita sin da subito, fisicamente sembra stare molto bene. Come Mosquera, si avventa su ogni pallone possibile, corre come un matto e proprio quella voglia di crederci sempre gli procura un gollonzo tanto brutto quanto importante. Questo deve fare, crederci sempre, perché i risultati poi arrivano.

AJAYI s.v. (dall’80°)

MOSQUERA 6.5 Come contro il Parma parte fortissimo e si procura subito una grandissima occasione: un bel destro piazzato va fuori per una questione di centimetri. La differenza rispetto agli emiliani è che rimane in partita e combatte su ogni pallone. Non sta mai fermo, si sacrifica e cerca sempre di sporcare le traiettorie del Toro. Ha diverse situazione per poter segnare, ma la lucidità lo abbandona nei momenti decisivi. In ogni caso, super dedizione alla causa.

LIVRAMENTO 5.5 (dal 70°) Si prende subito un giallo per un fallo inutile ed evitabile su Milinkovic-Savic. Rischia poi il rosso solo pochi minuti dopo. Nel mezzo sciupa una buona occasione. Non centratissimo.

ALL. ZANETTI 7 In emergenza totale, senza Serdar, Tengstedt, Suslov, Faraoni e Niasse, si va a prendere un punto fondamentale su un campo difficilissimo e contro una squadra in grande fiducia. E se fosse stato un incontro di boxe, il suo Verona avrebbe tranquillamente vinto ai punti. Il traguardo è sempre più vicino e le partite da giocare sempre meno. Non lasciamoci andare a trionfalismi inutili, perché l’Hellas non è salvo. Ma questo deve essere l’inizio di un percorso di consolidamento e quindi iniziamo a guardare cosa fare domani, perché manca poco. Complimenti al mister, che nelle difficoltà ha saputo costruire una squadra che non avevamo visto nella prima metà del campionato. Pensare se avessimo avuto sempre i nostri “fenomeni” in salute.

IL PAGELLONE DI VERONA-PARMA

MONTIPO’ 6 Una parata, più che altro per i fotografi a bordo campo, a dieci minuti dalla fine su Ondrejka. Poi un bell’intervento di piede nella ressa finale. Per quasi tutta la partita viene protetto alla grande dalla difesa, che concede poco o nulla agli attaccanti emiliani. Qualche indecisione sulle uscite, ma sappiamo non essere il piatto della casa.

GHILARDI 7 Per lo più si deve preoccupare di Sohm e lo fa quasi senza sudare la maglia. La condizione fisica e mentale è invidiabile arrivati a questo punto della stagione e lui gioca con grande serenità, senza mai andare in affanno. Bene il tandem con Coppola, ma questa pare ormai una certezza. Deve sicuramente migliorare in fase di impostazione da dietro. Perché se prima, quando veniva impiegato come centro sinistro, qualche attenuante l’aveva, ora, che è a destra, dovrebbe fare qualcosa di meglio. Ma anche quello arriverà.

COPPOLA 7.5 Altra prestazione mostruosa per Coppolone che è in marcatura su Bonny. Impressionante la facilità con la quale sbroglia ogni situazione potenzialmente pericolosa per il Verona. Colpisce poi la pulizia delle giocate. Non hai mai bisogno della malizia per avere la meglio degli avversari, gli bastano decisione, tempismo e tecnica che sta migliorando di partita in partita. Super leader della difesa.

VALENTINI 6 Nelle prime partite con la maglia del Verona abbiamo visto un fuoco, un garra, che contro il Parma hanno lasciato spazio a un po’ di timidezza di troppo. Se ne sta rannicchiato nei sui due metri quadrati di difesa e da lì si schioda poco e malvolentieri. Dietro questo atteggiamento, sicuramente anche le indicazioni di Zanetti che fa ormai dell’equilibrio il suo credo intoccabile. Peccato, perché con un Bradaric così ispirato poteva venire fuori qualcosa di interessante.

TCHATCHOUA 5  Ha il suo bel da fare con Almqvist, che parte subito forte. Lo contiene non senza fatica, ma la delusione più grande, Jack, ce la dà in fase offensiva. Onestamente è da inizio anno che aspettiamo che migliori di qualità, ma il tempo mi pare scaduto, dai. Finisce sul fondo a ripetizione e ci fosse una volta che metta un cross decente. Che sia tutto solo, o contrastato, il risultato non cambia. Troppi, troppi errori, davvero. Sulla buona volontà non si discute mai, ma santo cielo, non ne azzecca una. E arrivati a questo punto di scuse non ce ne sono più.

DAWIDOWICZ 6.5 In molto si sono dimenticati che lui ha giocato gran parte della sua carriera giovanile a centrocampo. Non Zanetti, evidentemente, che costretto anche dalle assenze, lo piazza davanti alla difesa. Scelta giusta, perché capitan Pawel gioca bene, recupera tantissimi palloni e fa quel lavoro sporco che Duda, per caratteristiche, non è in grado di fare. Grande fisicità, super attaccamento alla maglia, ma è a capacità tattica a farlo splendere questa volta. Ammonito, esce tra gli applausi del Bentegodi.

SERDAR 6 (dal 24° s.t.) Un sei di incoraggiamento, valido soprattutto per averlo finalmente rivisto in campo.

DUDA 7 Il gol di Udine gli dà ulteriore fiducia e si vede nettamente. Gioca con grande padronanza dei suoi mezzi. Si permette anche il lusso di qualche numero da circo, qualche tocco di grande eleganza. Solita sapienza nel decidere il tempo e il ritmo della gara. La presenza di Dawidowicz lo libera da incombenze difensive e gli permette di pensare soprattutto a costruire. Rimane in partita fino alla fine, senza mai cedere alla stanchezza e a sciagurati cali di tensione.

BRADARIC 7 E’ tutto il contrario di Tchatchoua. Perché se è vero che ha meno vincoli difensivi, è anche vero che sul fondo di arriva spesso con qualità. E anche quando non gli riesce è sempre bravo a tentare di rimediare a un eventuale errore. Impressiona davvero la condizione fisica che dice, in realtà, quello che stiamo raccontando ormai da settimane, ossia che si sia finalmente, senza dubbio, preso di diritto questa maglia.

OYEGOKE s.v. (dal 37° s.t.)

BERNEDE 5 L’eroe della partita con la Fiorentina sembra essersi perso. Vero, non ha più trovato continuità, però quelle volte in cui ha avuto la possibilità di farsi vedere, ha deluso. E anche contro il Parma non ha smentito questo trend negativo. Mai in partita, non riesce a trovare una ragione in questo undici. Non crea, non dà spinta, non crea superiorità. A malapena ripiega quando serve. Difficilissimo sostituire Suslov, ma fare così male anche no, dai.

KASTANOS 5.5 (dal 13° s.t.) Non entra bene.

SARR 5 Quanto indolenza, ragazzi. Ha più qualità tecniche di Mosquera, ma se devo essere onesto questo divario non si vede affatto. Ciondola, più che correre e non aiuta mai il colombiano nel pressing. Mosquera, se non altro, un’occasione se la crea, lui zero. Tantissimi errori, alcuni dei quali davvero inspiegabili, che solo con la poca voglia di possono giustificare. Nemmeno il ritorno in campo di Tengstedt lo scuote, rimane nel suo torpore.

LIVRAMENTO s.v. (dal 37° s.t.)

MOSQUERA 5.5 Pronti e via e di testa prende la traversa a due passi da Suzuka. Prova a trovarsi un posto al sole, ma di ombre, in realtà ce ne sono tante. Indubbiamente qualcosa meglio rispetto a Sarr, sempre troppo passivo. Ce la mette, lotta su ogni pallone, ma la lucidità è un’altra roba. E anche l’intesa col compagno di reparto pare qualcosa di alieno.

TENGSTEDT 6 (dal 13° s.t.) Anche lui un sei di incoraggiamento. Mezzo voto in più, perché avrebbe anche una buona occasione di testa, ma non inquadra nemmeno la porta.

ALL. ZANETTI 6 Ennesima emergenza per il suo Verona che perde Suslov e deve fare i conti con Serdar e Tengstedt ancora non in grado di partire titolari. Piazza Dawidowicz a centrocampo e la scelta paga dividendi. La partita non ha slanci tecnici che resteranno nella storia, ma i suoi ragazzi hanno imparato a ragionare e ad accontentarsi di un pareggio che tornerà davvero utile a fine stagione. E’ un pareggio figlio anche della sua di metamorfosi, che ha capito che a volte essere realisti è una virtù e non un difetto. C’è da festeggiare anche perché per la prima volta il Verona non prende gol per due partite di fila.