IL PAGELLONE DI VERONA-CREMONESE

MONTIPO’ 6 Una sola parata, nella ripresa, su tiro da lontano non particolarmente irresistibile, che lui mette in angolo. Per il resto è spettatore e nulla più.

NUNEZ 6 Decisamente meglio rispetto alla partita con la Lazio, durante la quale era parso decisamente in imbarazzo. Gioca facile, senza fronzoli, pensando solo a sbagliare il meno possibile. E sbaglia poco, effettivamente. Magari è un po’ timidino, ma giocare per la prima volta in un Bentegodi così può mettere soggezione. 

NELSSON 7 Leader naturale della difesa, riconosciuto tale da Zanetti e dai compagni. Bravissimo nel gioco aereo, ogni pallone che passa da quelle parti è affare suo. Anche nel gioco con palla a terra è sempre al posto giusto. Insomma, lascia letteralmente le briciole a Bonazzoli e Sanabria.

FRESE 6 Mai appariscente ed è questa, evidentemente la sua dote. Scolastico, nel senso migliore del termine. Non deve strafare e il suo se lo porta a casa senza grande fatica. Puntuale nelle chiusure, efficace nei raddoppi. Esce sofferente per i crampi.

BELLA KOTCHAP s.v. (dal 24* s.t.)

BELGHALI 6.5 Le aspettative su di lui sono alte, dal momento che deve sostituire un giocatore importante come Tchatchoua. Inizio col dire che lui i piedi ce li ha montato giusti, eccome. Gli manca un po’ di spinta, secondo me, ma ha qualità tecnica da vendere. Nel momento in cui prendere più coraggio, farà vedere cose molto importanti.

SERDAR 7 Uno di quelli a cui le due settimane di lavoro, a campionato fermo, hanno fatto davvero bene. Parte subito forte, dimostrando una grande condizione fisica. Fa il gioco sporco in mezzo al campo, recuperando una marea di palloni. Distrugge le idee della Cremonese e si propone anche in avanti. E’ dappertutto, sempre con la stessa lucidità.

GAGLIARDINI 6.5 Proprio vero che la fortuna è cieca, mentre la sfiga ci vede benissimo. Gioca mezz’ora ad altissimi livelli, già dentro il gioco del Verona. Dirige con enorme autorevolezza e disinvoltura. Tutto bene, no. La sfortuna si accanisce con questa ragazzo, mandandogli in malora la spalla. La speranza è che non sia qualcosa di grave, ma le lacrime del centrocampista quando esce dal campo fanno preoccupare.

AKPA AKPRO 6 (dal 29° p.t.) Entra a freddo per l’infortunio di Gagliardini e si mette a fare quasi il trequartista. Se la cava bene, ma sembra ancora lontano dalla miglior forma fisica. Ciò detto, non si risparmia e lascia tutto sul campo.

NIASSE s.v. (dal 35* s.t.)

BERNEDE 7 Inizia da trequartista e lo fa davvero alla grande. Ispiratissimo, regala un paio di giocate dal coefficiente tecnico molto interessante. Difficile per i giocatori della Cremonese fermarlo, perché è bravo a non dare riferimenti. Con Gagliardini ko, Zanetti lo mette a fare il regista e anche in quella posizione non perde mai la bussola.

AL MUSRATI s.v. (dal 35° s.t.)

BRADARIC 7 Questo ruolo sembra proprio fatto su misura per le sue caratteristiche. E’ un motorino inesauribile, con tanta voglia di attaccare, senza però rinunciare ai doveri difensivi. Ha una grande occasione a tu per tu con Audero ma si fa ipnotizzare dal portiere della Cremonese, bravo a non andare a terra sul più bello. Tanta roba, comunque.

GIOVANE 6.5 L’ho già detto, penso, ma non mi stuferò di ripeterlo: questo ragazzo è tanto forte. Ha qualità e voglia, ed è bravo a non voler sempre strafare. Si crea tante occasioni da gol, e solo Audero gli nega la gioia del primo gol in serie A. E’ anche un po’ sfortunato, ma arriverà il momento giusto e, soprattutto, non ci sarà sempre Audero in mezzo alle scatole. Bravo anche come rifinitore.

ORBAN 6.5 Dopo cinque minuti già due tiri, uno alquanto forzato, l’altro poco fortunato. La voglia di strafare lo fa diventare un po’ egoista, fatica a giocare coi compagni. Passata però l’emozione, inizia a dialogare soprattutto con Giovane e si crea davvero tante occasioni che solo lo stato di grazia di Audero non fa trasformare in gol. Diamante grezzo, dalle grandi potenzialità. Meno egoista e si toglierà tante soddisfazioni.

SARR s.v. (dal 34° s.t.)

ALL. ZANETTI 7 La sosta per la nazionale è servita a mettere benzina nel motore, perché i suoi annullano la Cremonese sin dal primo minuto. Bel gioco, tante occasioni, tanta voglia di andare oltre. Cosa possiamo dire a questa squadra? Che una partita così non si può pareggiare, proprio non si può. I gialloblù creano innumerevoli occasioni da gol, che restano tali, per bravura di Audero, sfortuna e un po’ di imprecisione. Ma quello che conforto è l’idea di gioco di questa squadra, bella e funzionale. Serve diventare più pratici, ma arriverà anche quello.

IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

MONTIPO’ 4 Se per i due primi gol può ben poco, sul 3-0 della Lazio si dimentica come si esce dalla porta. Già lui non è propenso a farlo, sto giro sbaglia totalmente il tempo. E per mascherare l’errore fa finta di farsi male. Un errore che un portiere della sua esperienza non può permettersi e che, soprattutto, taglia le gambe al Verona

NUNEZ 4.5 Inizio shock per il difensore che sembra sia appena arrivato da Marte. Gestisce in maniera disastrosa ogni pallone gli passi tra i piedi. La Lazio individua in lui l’anello debole della difesa, e non sbaglia. Sempre posizionato male va in confusione totale. Nella ripresa leggermente meglio da quinto destro di centrocampo, che è tutto tranne che il suo ruolo.

NELSSON 6 Sicuramente il migliore della difesa. Nonostante anche lui non sia certo al 100% della condizione, fa capire di esserci e di aver già capito come stare in campo, nelle idee di Zanetti. Attento nei contrasti, bravo nei recuperi. Può sicuramente migliorare, ma la strada è giusta.

EBOSSE 5 Debutta in campionato con la maglia del Verona, ma non conserverà un grandissimo ricordo. Sempre in ritardo, molto impreciso negli appoggi, soffre terribilmente Castellanos. Non sembra essere in condizione per partire titolare.

FRESE 6 (dal 46°) E’ uno che il compitino tende sempre a farlo, senza infamia e senza lode. E anche questa volta si fa trovare pronto.

CHAM 5 Poverino, ci mette davvero tanta buona volontà ma, fatalità, tutte le azioni pericolose della Lazio passano dalla sua fascia. Aggiungiamo che rischia di spaccarsi la caviglia da solo, cadendo male sul campo e il quadro è particolarmente complicato. Rimane negli spogliatoi dopo il primo tempo, probabilmente anche a scopo precauzionale.

BELLA KOTCHAP 6 (dal 46°) Fisicamente impressionante. Coi piedi da rivedere, ma tutto sommato un debutto sufficiente.

SERDAR 5.5 Il capitano parte molto bene, recupera palloni con grande facilità. La prestazione sembra promettente, ma poi finisce anche lui per farsi travolgere dalla Lazio, che ha uno spessore tecnico non paragonabile a quello dei gialloblù. Cerca di fare il leader, ma i compagni non sembrano ascoltarlo come dovrebbero.

BERNEDE 5 +  E’ sua l’occasione più clamorosa del Verona. Dal limite dell’area di rigore si aggiusta il pallone e lo calcia al volo, stampandolo sul palo, con Provedel battuto. Ma fa fatica in mezzo al campo, tremendamente, e la costruzione del gioco non gli riesce proprio. E’ sicuramente adattato e si vede, ma ha qualità per fare quel ruolo. Contro la Lazio non lo ha fatto vedere con continuità.

BELGHALI 5 (dal 70°) Non bene.

BRADARIC 5 La corsa è il suo vero punto di forza e finché non la trova deve cercare di limitare i danni. Contro la squadra di Sarri non gli riesce. Ce la mette, ma sembra davvero che vada a due cilindri. Tenta qualche cross, ma mai preciso per i compagni in area di rigore.

HARROUI 4 Scelta iniziale che mi era piaciuta. A conti fatti, però, non si è rivelata vincente. Non trova mai lo spunto e vagabonda per il campo senza alcuna meta. E’ giusto dire che fisicamente sia ancora lontano dalla migliore condizione. Tornare dopo il brutto infortunio al ginocchio ha subito sarà molto complicato e richiederà pazienza.

AL MUSRATI 5 (dal 46°) Passeggia per il campo, al momento  non è presentabile. Non riesce a contrastare un occasione del quarto gol laziale.

GIOVANE 6 + Forte sto ragazzo, davvero tanto. Già contro l’Udinese aveva fatto vedere grandi cose. Oggi il livello magari non è lo stesso, ma è davvero l’unico che si salva tra i suoi. Ha tanta qualità e grande senso tattico. Non pensa solo a calciare appena vede la porta, ma lavora tanto anche per la squadra. E, soprattutto, fa sempre la cosa giusta al momento giusto. Credo che ci farà divertire.

SARR 4.5 Primo tempo disastroso. Secondo tempo quasi disastroso. Non ne becca una, che siano palloni a terra o lanci lungi. Non è mai in grado di fare salire la squadra e di dialogare con Giovane, al quale tocca arrangiarsi. Nella ripresa lotta un po’ di più, ma sempre facendo casino e basta. Molto indietro di condizione e con Orban che gli sta col fiato sul collo, sarà dura tenere la maglia da titolare.

MOSQUERA s.v. (dal 78°) 

ALL. ZANETTI 5 Sceglie una squadra offensiva, con Harroui in appoggio a Giovane e Sarr. La scelta, però, si rivela fallimentare, perché la Lazio si ritrova 2-0 in un amen e i suoi non riescono a reagire. Nella ripresa cambia qualcosa, ma il risultato è che la squadra non pare mai ordinata e sembra non sapere cosa deve fare. Butta dentro i nuovi, che sono lontani dalla condizione migliore, comprensibilmente. Ora la sosta gli permetterà di lavorare meglio, nazionali permettendo.

IL PAGELLONE DI FINE ANNO DELL’HELLAS VERONA. IN ATTESA DI NUOVI SANGUE E LACRIME

MONTIPO’ 6 Se la stagione che ha portato a quel drammatico spareggio per non retrocedere contro lo Spezia, è l’unico termine di paragone esistente al mondo per giudicare Montipò, allora si dovrebbe dire che il suo campionato quest’anno sia stato sotto le aspettative. Grazie al cielo si può considerare molto altro e quindi alla fine il suo lo ha portato a casa. Vero, non senza qualche giro sulle montagne russe, ma complice una fase difensiva che quest’anno ha fatto acqua da tutte le parti. Sarà ancora il portiere del Verona? Le sensazioni mi dicono di no. Ma magari sbaglio

PERILLI 6 Due sole presenze quest’anno, una per scelta tecnica, l’altra per infortunio a Montipò. Tra l’altro la partita più importante della stagione, l’ultima a Empoli, che è valsa la salvezza. Non ha avuto paura, non ha tremato e così anche lui ha detto la sua in questo campionato strampalato dei gialloblù.

FRESE 6 Inizio di campionato da mal di testa per il danese, che mette in mostra non poche incertezze ed errori grossolani. Quando le cose sembrano andare per il meglio e lui prende confidenza con la piazza e con le idee di Zanetti, si infortuna. Un crack che lo tiene fuori dal campo per parecchi mesi e che lo restituisce, ovviamente ingommato. Ma ha in ogni caso fatto vedere delle discrete qualità e un buon senso tattico.

DANILIUC 5.5 Stagione da comprimario per l’austriaco che, a dire il vero, a un certo punto sembrava potesse essere entrato nelle grazie di Zanetti. L’esplosione di Ghilardi e Coppola, però, gli ha tagliato discretamente le gambe.

FARAONI 5 Probabilmente è stato prezioso all’interno dello spogliatoio, nella gestione dei momenti più delicati, delle imbarcate più clamorose. Da un senatore come lui questo ci si aspetta. Ma in campo, quelle poche volte che si è visto, sono stati dolori. Nella memoria dei tifosi c’è sicuramente la partita casalinga contro il Monza, che hanno segnato, probabilmente, il punto più basso dell’avventura in gialloblù di questo ragazzo speciale. Che per alcuni anni è stato, parere mio, il vero fenomeno di questa squadra, che avrebbe meritato di diritto la Nazionale. Sempre grati a Marco Davide Faraoni.

VALENTINI 6.5 Non è bello quando due cose sembrano fatte l’una per l’altra? Non è bello quando gli elementi combaciano perfettamente? Il difensore argentino, preso in prestito dalla Fiorentina, sembra fatto a posta per Verona e per la sua piazza. Un temperamento e una garra che i tifosi gialloblù amano incondizionatamente. Quel senso di appartenenza che Valentini ha mostrato naturalmente. Ha sofferto un po’ il finale di stagione, per qualche acciacco, ma uno così bisognerebbe provare a riportarlo di corsa a Verona.

BRADARIC 6.5 Sbertucciato e ridicolizzato dai più a inizio stagione, ha risposto coi fatti, sul campo. Sembrava uno capace solo di correre, manco fosse Forrest Gump, e invece ha dimostrato davvero buone qualità e capacità di crossare, a quanto pare una cosa non così scontata tra i giocatori del Verona. Aggiungiamoci il gol salvezza di Empoli e a questo ragazzo si possono fare solo gli applausi.

DAWIDOWICZ 7 Prima parte di stagione da 4, seconda da 8. La media farebbe 6, ma il voto in più è semplice da capire. E’ stato impresentabile a lungo, lontano parente del guerriero scoordinato che si è fatto amare dal popolo dell’Hellas. Le questioni contrattuali lo hanno mandato via di testa. Paradossalmente quando era chiaro che non avrebbe rinnovato, ha svoltato. Ed è tornato a combattere come un leone, determinato a lasciare tutto sul campo. Nell’emergenza, ha riscoperto il ruolo di centrocampista, vera chiave tattica della rincorsa gialloblù. Leader maximo. Il voto in più è semplice da capire, dicevo. Perché in tutti questi anni ci ha fatto capire che si possono anche avere i piedi montati al contrario, ma quando hai cuore, capita anche che i tifosi ti dedichino uno striscione che resterà nella leggenda: “Ghe Dawidowicz a rugoloni…”

TCHATCHOUA 6 Doveva essere la stagione della consacrazione, dopo aver fatto vedere cose molto interessanti lo scorso anno. Ma forse quando le aspettative sono troppo alte il rischio di rimanere delusi è direttamente proporzionale. Ha un forza fisica pazzesca e una velocità unica nel campionato italiano. Tant’è che è stato premiato con un riconoscimento ad hoc. Ma i piedi sono davvero quadrati. Se ci fosse una statistica sui cross utili rispetto al totale di quelli fatti sarebbe più comprensibile il giudizio. Insomma, per me una delusione.

COPPOLA 7.5 Eccola la stagione dell’esplosione di Coppolone. Inizio così così, poi una crescita continua, che lo ha portato alla convocazione in Nazionale e al debutto da titolare nella sciagurata trasferta in Norvegia. Non capitava che un giocatore dell’Hellas venisse schierato in azzurro dal 1987. Ha messo insieme una serie di prestazioni super, mettendo a tacere gli scettici e tanti attaccanti di pedigree. Il tutto impreziosito da un gol fondamentale per la salvezza, quello del pareggio casalingo contro il Lecce. Probabilmente sarà la pedina da sacrificare sull’altare dei bilanci sempre in regola.

GHILARDI 7 A inizio stagione, col calciomercato ancora aperto, sembra destinato a vestire un’altra maglia, seppur in prestito. E invece Mister Zanetti ci ha visto qualcosa e ha avuto ragione. Perché Daniele ha ripagato alla grande la fiducia, anche lui come Coppola, autore di grandi prestazioni che hanno portato alla rincorsa decisiva del Verona nella lotta salvezza. Se crescerà anche nell’impostazione del gioca da dietro, avrà una grande carriera

LAZOVIC 6 L’ultimo vero senatore rimasto in questa squadra, insieme a Faraoni e Dawidowicz. Capitano designato da Zanetti, inizia bene la stagione, facendo intravvedere sprazzi del Lazovic che per anni ha fatto impazzire gli avversari. Poi le cose sono via via cambiate e ha trovato sempre meno spazio, per colpa anche di continui problemi fisici. Ma con orgoglio si è sempre fatto trovare pronto e grazie al suo gol contro il Como il Verona ha potuto andare a Empoli con due risultati su tre. Per tutto quello che ha fatto vedere a questa piazza il voto sarebbe sicuramente più alto, bello tondo. E per me, anche se non compare, è forse l’unico che conta per tutto ciò che ha dato a questi colori.

NIASSE 5.5 Buttato in campo allo sbaraglio, appena arrivato a Verona, nel match casalingo contro l’Atalanta. Ricordiamo tutti com’è finita. Ci ha impiegato non poco per prendere ritmo e capire il calcio italiano. Non ci è riuscito fino in fondo. Molto lento e macchinoso, ha sicuramente presenza in mezzo al campo. Ma non so quanto si adatterà in futuro alle idee tattiche di Zanetti.

HARROUI 6 Tra tutti gli infortuni che hanno funestato la stagione del Verona, il suo è stato veramente peccaminoso. Perché ha tolto a Zanetti quella quota di fantasia in una squadra abbastanza monotona, incapace di trovare qualcuno che facesse ballare le difese avversarie. Prima che il ginocchio facesse crack, un paio di prestazioni clamorose, contro Roma e Parma, dove appunto si è infortunato. Averlo la prossima stagione, integro, sarà un bel regalo per l’Hellas.

KASTANOS 5 Un solo gol e tante aspettative deluse per il cipriota. Mai protagonista, mai in grado di mettere realmente in difficoltà Zanetti. Costretto quasi sempre a entrare a partita in corsa, raramente è riuscito a lasciare il segno in positivo. Anzi, spesso ha attirato su di sé parecchie critiche, motivate, peraltro. Peccato perché con Harroui infortunato poteva prendersi quel ruolo. Gli è andata male.

BERNEDE 5.5 Se togliamo la magia che contro la Fiorentina ha regalato tre punti insperati al Verona, il resto sono stati tanti sbadigli. Non si discute la volontà, ma mi è parso molto arruffone e poco concreto. Leggerino fisicamente, avrebbe dovuto far valere qualità tecniche che ci sono, ma che si sono un po’ annacquate cammin facendo.

SERDAR 5.5 A livello tecnico è indubbiamente il giocatore di maggior qualità del Verona. Quando è in condizione dimostra di essere centrocampista da squadra superiore all’Hellas. Ma il problema, infatti, sta tutto qua. Suat è fatto di cristallo. In una stagione ha rimediato due infortuni muscolari pesantissimi e difficilissimi da superare. Non è mai riuscito a fare la differenza, a diventare leader tecnico di questa squadra. Il punto più alto lo ha toccato nella vittoriosa trasferta di Monza. Troppo poco per lasciare il segno.

SUSLOV 5.5 Protagonista della salvezza firmata Baroni, questa volta Tommasino non ha convinto. Perché se è vero che ha sempre messo la sua solita energia in campo, è altrettanto sacrosanto che “struca struca” di sostanza ne ha fatta vedere poca. Da uno con le sue qualità è logico aspettarsi qualcosa di più, soprattutto in termini realizzativi. E invece ha chiuso la stagione a secco. Spesso nervoso, ha bisticciato col pallone e con gli avversari. E alla fine a rimetterci è stato solo ed esclusivamente il gruppo.

DUDA 6.5 Non è il leader tecnico, ma morale indubbiamente sì. Perché di Duda ti accorgi soprattutto quando manca. Quell’arroganza calcistica che è sempre più preziosa e che in una squadra timida come il Verona vale come l’oro. Spesso capace di decidere il tempo della partita, tante volte ha dovuto cantare e portare la croce, non adeguatamente sostenuto dai compagni. Aggiungiamo il fatto che è uno particolarmente fumantino, va da sé che i cartellini gialli e rossi siano fioccati. Magico il gol di Udine, determinante per la salvezza. Sarebbe il caso di trattenerlo a Verona, Sean.

LAMBOURDE 6 Lo abbiamo visto in una manciata di partite, ma ha sempre fatto vedere di avere i colpi. Un gol a Como e altre giocate che nascondono un talento cristallino. Per ragion di stato, Zanetti ha dovuto badare più al sodo che altro, facendolo vedere un po’ troppo poco. Speriamo che in futuro le cose cambino.

SARR 5.5 Quattro gol per il giocatore svedese che per una porzione di campionato sembrava potesse diventare determinante. E invece, a dispetto di qualità tecniche secondo me indiscutibili, tante volte mi ha fatto girare le scatole per l’indolenza, quasi facesse un favore a giocare. Un’incompiuta bella e buona. Eppure la società ci ha visto dentro qualcosa, tanto da andare a riscattarne il cartellino. Questo deve responsabilizzarlo e fargli capire che deve fare molto di più di quanto fatto vedere quest’anno.

TENGSTEDT 6 Miglior marcatore della stagione con sei gol, fino all’infortunio subito a Venezia è stato delizioso. Più che un attaccante un regista offensivo a cui piace giocare lontano dalla porta. Porta che però vede eccome. Memorabile la partita di Bologna. Dopo il crack alla caviglia non è più riuscito a ritrovarsi, perseguitato da continui problemi muscolari. Secondo me ha anche un po’ tirato indietro la gamba, ho questa sensazione. Probabilmente consapevole del fatto che il Verona non lo avrebbe riscattato.

LIVRAMENTO 5.5  Ventinove presenze e un solo gol per l’attaccante esterno che come altri ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Il suo ruolo doveva essere quello di spaccapartite, subentrando dalla panchina. Missione che raramente gli è riuscita. Tanta corsa, ma piedi non esageratamente educati. Tanta buona volontà ma poco altro.

MOSQUERA 5.5 I suoi cinque gol il colombiano li ha fatti, magari un po’ fortunosi e rocamboleschi, ma li ha fatto. Al di là di questo, non è sembrato pronto per un campionato difficile come quello della serie A. Tecnicamente molto limitato ha cercato di rimediare con la voglia, ma se nasci tondo non morirai mai quadrato. Forse la scelta più giusta sarebbe mandarlo a giocare con più frequenza, per sperare che possa poi tornare pronto per una piazza esigente come Verona.

ZANETTI 7 Partenza sprint. Comincia con due vittorie nelle prime tre partite. Una contro il Napoli, futuro campione d’Italia. Poi qualcosa si rompe e la sua squadra comincia sgretolarsi. Subisce imbarcate clamorose che lo portano a un passo dall’esonero. Ci mette del suo continuando a cambiare il modo di giocare dei suoi ragazzi. Insomma, va in confusione. Contro ogni pronostico, però, resiste e nel momento di maggiore emergenza riesce a trasformare un’accozzaglia di giocatori in un gruppo vero. Lì costruisce la salvezza. Che, mannaggia, rischia di vanificare trasmettendo un po’ troppa paura ai suoi ragazzi nel momento decisivo. Ma viene comunque premiato con una salvezza importantissima, passata attraverso ben dieci vittoria pazze. Si è meritato la riconferma sulla panchina gialloblù. Pronto a un altro campionato di lacrime e sangue.

BERARDI, MAGRO, OYEGOKE, OKOU, SLOTSAGER, PATRICK, CISSE, AJAYI s.v.

IL PAGELLONE DI EMPOLI-VERONA

PERILLI 7 Gioca la partita più importante della sua carriera, complice l’infortunio di Montipò. E’ ovviamente nervoso, gli occhi non mentono. Ma appena Doveri fischia l’inizio entra in modalità “zero paura”. Attento sulla punizione “traditrice” di Henderson, che prova a ingannarlo. Bravissimo sul tiro a giro di Fazzini. A dire il vero sarebbe attentissimo anche sul colpo di testa di Esposito, che anticipa di qualche frazione di secondo il gol del momentaneo pareggio di Fazzini. Insomma, tutto perfetto, c’è anche la sua firma su questa dannata salvezza.

GHILARDI 7 Partita di grande attenzione e qualità, e anche di quel pizzico di cattiveria, o se volete chiamarla malizia, che un ragazzo della sua età sta costruendo dopo partita. Personalità a pacchi, colpisce per l’eleganza dei tanti anticipi che colleziona, soprattutto quando l’Empoli cerca l’impossibile. E se non bastasse difendere, cerca gloria anche in avanti.

COPPOLA 7 Una sola sbavatura, sul gol dell’1-1 quando si fa prendere il tempo da Esposito sul colpo di testa, comunque ben parato da Perilli. Di lì in avanti sale in cattedra soprattutto insieme a Ghilardi. Tante chiusure provvidenziali, che evitano guai irreparabili. Anche lui come Daniele, personalità da vendere, nonostante sia ancora un bocca. Bravo Coppolone.

VALENTINI 6 Arrivato a questo finale di stagione incerottato, è comunque al 100% dentro la partita. L’unico appunto sul gol di Fazzini. Non è infatti reattivo sulla respinta di Perilli e si lascia anticipare. Al netto della sofferenza fisica, comunque, non arretra, petto in fuori, la porta a casa anche stavolta.

TCHATCHOUA 6.5 Spesso bastonato per i tanti, troppi, esagerati cross sballati clamorosamente, mette quello giusto al momento giusto, per il capoccione di Bradaric che regala la salvezza al Verona. Prima del fischio d’inizio viene premiato come giocatore più veloce della serie A. Avesse anche i piedi calibrati a dovere, non giocherebbe a Verona. E nonostante questo è comunque uno di quelli destinati, con ogni probabilità, a lasciare l’Hellas.

SERDAR 6 Sprazzi del vero Serdar nei primi minuti. Trova un gol tanto bello quanto prezioso. Anticipa tutti i difensori dell’Empoli calciando di punta, come si fa nelle partite a calcetto con gli amici. Il gol chiaramente gli dà autostima, che però piano piano si ammoscia. Fatica a contenere il centrocampo toscano che prende coraggio e costringe l’Hellas a difendersi. Non pochi errori, anche banali. Ma non abbassa mai il livello di guardia.

BERNEDE s.v. (dall’81°)

DUDA 6 Un primo tempo di enorme sofferenza. Nonostante il vantaggio, e la partita tatticamente perfetta, non riesce a prendere in mano il gioco dell’Hellas, preso sempre sul tempo dagli avversari. Sbaglia tantissimi palloni, ma nella ripresa sale di livello e pur non giocando una partita indimenticabile, accetta di sporcarsi la maglia e di gettarsi nella mischia. Fondamentale nei minuti finali quando bisogna gestire un pallone che pesa 50 chili. Va anche vicino al gol.

DAWIDOWICZ 6.5 Cuore gialloblù. Ci sarebbe da dire poco altro. Le partite sporche e brutte tecnicamente sono il suo pane, visto che quei piedi di più non possono pretendere. Sempre dentro la mischia, sempre a morsicare le caviglie degli avversari, sempre pronto a far valere le ragioni del Verona con un modesto arbitro Doveri. Storico, al di là della prestazione di oggi, a fine partita gli oltre 1.500 tifosi in curva gli dedicano uno striscione, prima dell’addio alla città. Peccato, ma è stato un onore vederti vestire questi colori.

BRADARIC 7 L’inizio del match sembra creare le migliori condizioni per un giocatore come lui, sempre bravo a spingere offensivamente. Invece il Verona rincula eccessivamente sotto la pressione dell’Empoli. Non rinuncia però a qualche guizzo. Ma la cosa migliore della sua partita la fa segnando il raddoppio dell’Hellas con un bellissimo taglio in area di rigore. Il colpo di testa è la giusta magia dopo il cross altrettanto magico di Tchatchoua.

FRESE s.v. (dall’81°)

SUSLOV 6 Che la condizione fisica non sia quella dei giorni migliori mi pare una grande ovvietà. Ciò nonostante cerca davvero di andare oltre e si assume il ruolo di rompiscatole. Tenta di sporcare tutti i palloni dell’Empoli, andando a rincorrere ogni cosa gli passi a un palmo di naso. Tanto, troppo nervoso e questo gli toglie comunque un po’ di lucidità.

LIVRAMENTO 6 (dal 60°) Capisce il momento, si mette l’elmetto e va al fronte.

SARR 6 Impatto positivo sulla partita. Col Verona che trova subito il vantaggio, rimane un po’ isolato, ma è comunque bravo a fare la lotta su tutti i palloni. Fisicamente uno di quelli che sta meglio, è efficace anche quando costringe gli avversari al fallo. Costringe Ismajli a giocare con il cartellino giallo sul groppone.

MOSQUERA 6 (dal 60°) Come Livramento, si cala nella parte e fa sportellate con tutti.

ALL. ZANETTI 7 I suoi entrano subito in partita, trovando un gol pesantissimo. E così si smonta subito il copione secondo il quale il Verona doveva andare a perdere a Empoli. No, non è andata così. E nonostante le sofferenze, ma assolutamente preventivatili, finisce la stagione con una vittoria, piazzandosi al 14esimo posto (avevo pronosticato il 13esimo), davanti a società che spendono e spandono clamorosamente più del Verona. Tra alti e bassi, vittorie epiche e sconfitte fantozziane, ha compiuto un miracolo. Il punto più alto della sua carriera, viste le premesse. Ora si faccia subito chiarezza per il futuro, perché da domani (vabbè magari tra una settimana) bisogna già pensare a ciò che verrà.

IL PAGELLONE DI VERONA-COMO

MONTIPO’ 6 Attento in un paio di occasioni rognose del Como. Così così sulle uscite, ma nei limiti dell’accettabile. Incolpevole sul gol da quattro metri di Caqueret. Lo stesso si può dire per tutta la difesa schierata? Dubito eh.

GHILARDI 6.5 Finisce anche lui nell’immobilismo del gol del Como. Ma non commette altre sbavature, gioca tranquillo e con personalità. Una prodezza, a dire il vero, la fa anche, perché salva un gol fatto su tiro di Paz a Montipò praticamente battuto. Quell’intervento da solo vale tutta la sua partita. Attento anche nei momenti finali di una partita tesissima.

COPPOLA 6 Sul gol del Como vale anche per lui il discorso fatto per Ghilardi. Poco reattivo sul suo diretto avversario Douvikas. Per il resto gestisce, anche se i lariani sono brillanti quando si avvicinano all’area di rigore. Ma non concede occasioni clamorose. Sente comunque un po’ la tensione, ma non si fa travolgere.

VALENTINI 6 Gioca in condizioni fisiche davvero proibitive, eppure, stringendo i denti, riesce a farsi rispettare, anche quando serve tirare qualche scarpata. Certo, non manca qualche inciampo, ma gli si può davvero dire poco per l’impegno che ci mette

TCHATCHOUA 6 Non so quanti polmoni abbia questo giocatore. Da un punto di vista atletico è devastante. Per quanto il Como vada veloce, fatica a contenerlo quando parte palla al piede. Il più grande mistero rimangono i piedi e alcune scelte incomprensibili. Gli capita spesso di fare la cosa più difficile e sbagliare quella più facile. Come nei secondi finali quando è ancora più dirompente, ma in maniera del tutto inconcludente.

DAWIDOWICZ 6 Una partita sicuramente complicata, col centrocampo del Como che ha decisamente un altro passo di quello del Verona. Come sempre ci mette il fisico e tanta generosità. Ogni tanto ci ricorda quali siano i suoi limiti tecnici, inciampando da solo nel pallone. Ma in qualche modo ne viene fuori. Zanetti lo toglie forse un po’ troppo presto. Diciamo che gli concede l’ultima passerella al Bentegodi, visto che Pawel non vestirà più la maglia dell’Hellas. E io mi sento di dire che è stato un onore vedere questo guerriero con addosso i colori gialloblù.

NIASSE s.v. (dal 33° s.t.)

SERDAR 5.5 Primo tempo pessimo, sempre in ritardo, sempre soverchiato dal centrocampo del Como. Non riesce a organizzare nulla di interessante per la fase offensiva dell’Hellas

BRADARIC 6 Torna titolare dopo la parentesi di Frese contro il Lecce. Il suo lo fa eccome, soprattutto in un primo tempo davvero poco convincente di tutta la squadra. Va spesso sul fondo per metterla in mezzo, ma gli attaccanti latitano. Attento anche in fase difensiva. Non è mai appariscente, ma ha imparato a essere concreto e a guadagnarsi con merito la maglia.

FRESE s.v. (dal 42° s.t.)

BERNEDE 5.5 In un Verona con idee davvero annacquate, nella prima parte di gara sembra uno dei meno peggio. Tanta grinta e voglia di andare più che altro a sporcare le trame del Como. Tenta ti accendersi anche nella metà campo dei lariani, ma lo fa a fasi alternate. Si impegna, ma oltre certi limiti, evidentemente, non riesce ancora ad andare.

LAZOVIC 7 (dal 16° s.t.) Il capitano di mille battaglie segna un gol che rischia davvero di essere fondamentale. Una rete bellissima, tra l’altro, per nulla facile-

TENGSTEDT 4 Concediamogli pure la condizione fisica non eccellente, dopo un infortunio davvero problematico. Ma così è davvero troppo. Non una cosa giusta, mai un’intuizione, la forza di crearsi lo spazio, l’occasione da sfruttare. Davvero un fantasma rispetto allo splendido attaccante visto prima dell’infortunio alla caviglia.

MOSQUERA 4 (dal 16° s.t.) Non si può sbagliare un gol come quello che sbaglia lui. In serie A una cosa del genere non si può vedere.

SARR 5.5 Primo tempo terribile. E la cosa che fa arrabbiare è che lui i mezzi li ha, soprattutto la velocità. Invece ogni tanto si addormenta in maniera veramente inspiegabile. Cresce nella ripresa, in coincidenza con la sostituzione di Tengstedt. Si abbassa, va più incontro al pallone ed entra più nel vivo della manovra gialloblù. E’ sfortunato perché becca una traversa con un bel colpo di testa, pochi secondi prima del gol del pari di Lazovic

KASTANOS s.v. (dal 42° s.t.)

ALL. ZANETTI 6 Costretto a fare a meno di Suslov e Duda squalificati, ripropone Dawidowicz in mezzo al campo, lascia fuori Niasse e rimette Bradaric a sinistra. Il primo tempo è una sofferenza, i suoi ragazzi lottano, ma quando vanno sotto non riescono a reagire. Decisamente meglio nella ripresa quando, complici anche i risultati dagli altri campi, i suoi ragazzi tirano fuori la grinta. Tante premesse per pareggiare e anche per vincerla. Rimane il rammarico per un vantaggio sul terzultimo posto dilapidato inopinatamente. Ora a Empoli, il suo passato, per il miracolo. Per male che dovesse andare, sarebbe almeno spareggio. Ma nessuno ci vuole pensare, ovviamente.

IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

MONTIPO’ 6 Prende un gol per colpa di una difesa a dir poco passiva sull’infilata di Krstovic. Poi, sui tiri da fuori del Lecce non si fa mai sorprendere, così come sui palloni che spiovono in area di rigore.

GHILARDI 5 Cataloghiamo questa partita come un brutto episodio. A parte il fatto che tiene in gioco Krstovic sul gol del Lecce, la sua prestazione è goffo a dir poco. Sbaglia tantissimi palloni, così come spesso pare nella posizione sbagliata quando i salentini attaccano. Male anche quando tenta di impostare, le idee sono un pelo confuse. Ci prova a rimettersi in partita, ma l’eccesso di foga gli offusca ancora di più i pensieri. Ripeto, cataloghiamo il tutto alla voce “brutto episodio”

COPPOLA 7 Anche lui nei primo tempo soffre l’esagerata tensione della squadra. Le gambe si irrigidiscono. Ma le scioglie al momento giusto, con un gol stupendo, di testa che, al pari di quello segnato nello scorso campionato contro l’Udinese, rischia di diventare decisivo. Il secondo tempo gli va davvero in discesa e un paio di interventi sugli attaccanti giallorossi fanno spellare le mani al pubblico del Bentegodi. Va anche vicino al possibile gol vittoria, sempre con un colpo di testa che esce davvero di un amen

VALENTINI 5.5 E’ molto meno preciso e reattivo rispetto al solito. Timoroso quando si prova a costruire da dietro, in affanno quando viene chiamato a difendere. Ma a tutto c’è una spiegazione. Gioca infatti mezzo azzoppato, in condizioni fisiche molto problematiche. Per rimetterlo in piedi lo staff medico le ha tentate tutte e ce l’ha anche fatta. Ma per forza di cose si è dovuto pagare pegno.

DANILIUC s.v. (dal 36° s.t.)

TCHATCHOUA 6 – Si fa mangiare da Tete Morente, assist man per il gol di Krstovic. Assurdo che si addormenti in quel modo lì, spalancando la strada al Lecce e facendo scendere sullo stadio un’atmosfera pesantissima. Diciamo che poi in qualche modo si sistema e comincia a spingere, soprattutto nella ripresa, col Verona nettamente migliore rispetto a quello visto nella prima parte di gara. Tanti cross, tutto sommato non malvagi, ma che purtroppo, non per colpa sua, rimangono lettera morta. Si prende un cartellino giallo, ma almeno lui non era diffidato.

DUDA 6.5 Nel primo tempo non riesce proprio a far girare la squadra. Ma la colpa non ricada tutta su di lui, visto che se gli altri stanno impalato, la vedo dura costruire qualcosa. Il cartellino giallo che si prende, giusto, fa male perché lo costringe a saltare la prossima in casa contro il Como. Ma nella ripresa l’ammonizione se la dimentica e pensa solo al momento, a un risultato da portare a casa. E gioca, eccome se gioca. Fa girare il pallone che è un piacere e si concede anche qualche delizia tecnica. Sempre imprescindibile.

NIASSE 5 Un primo tempo da incubo, come tutta la squadra, d’altra parte. Non si capisce dove sia la posizione di campo, probabilmente non lo comprende nemmeno lui perché vagabonda senza una meta precisa. Lento e impacciato, non riesce a mettere il fisico al servizio della squadra. I centrocampisti del Lecce hanno gioco facile con lui, che quando perde palla ci impiega sempre qualche secondo di troppo per tentare almeno di andare a riprendersela.

BERNEDE 6 (dal 30° s.t.) Buon impatto.

FRESE 6 In campo a sorpresa al posto di Bradaric, inizia la partita nel peggiore dei modi. Prima una capocciata che lo manda ko, poi una pallonata in faccia che risuona come un pugno di Tyson. Barcolla ma non molla e mette insieme una prestazione diligente. Addirittura nel primo tempo è tra i migliore, tanto male hanno fatto gli altri, però. Rimane sempre concentrato, sul pezzo e anche nelle situazioni più delicate ci mette la malizia giusta.

SUSLOV 5.5 Se non fosse per la punizione assist per il gol di Coppola, la sua sarebbe una partita assolutamente da dimenticare. Si prende un giallo, magari un po’ esagerato, che lo costringerà a saltare la prossima sfida in casa contro il Como. L’ammonizione contribuisce a limitarlo. Già di suo, comunque non stava dando nulla di interessante al match, evidentemente in condizione fisica non all’altezza.

SERDAR 6.5 (dal 1°s.t.) Eccolo quello che sembra essere il vero Serdar. Ottimo impatto con la partita, va subito vicino al gol del 2-1. Prende sempre più coraggio e tocca tantissimi palloni. Mette minuti nelle gambe e questo fa ben sperare per le prossime due.

TENGSTEDT 5 Tutti confidavano nel ritorno del danese per riprendere finalmente la strada del gol. La realtà delle cose è stata molto diversa e ci ha consegnato un Tengstedt inevitabilmente non in condizione. A poco è servito qualche spezzone per riconsegnarci l’eccezionale giocatore capace di cucire centrocampo e attacco. Rendendosi conto di non essere all’altezza della situazione è anche parecchio nervoso e continua a rimbrottare ogni compagno gli passi a un palmo di naso.

MOSQUERA 5.5 (dal 18°) Solito impegno, ma poca concretezza.

SARR 5 + Qualcosina meglio rispetto a Tengstedt, che però aveva almeno la scusa di rientrare dal primo minuto dopo tanto tempo. Lo svedese si taglia i capelli e sembra perdere le forze come Sansone. Fa la battaglia sui tanti palloni alti che piovono tra rigore e zone limitrofe. Qualche volta gli va anche bene, ma qualche volta non sempre basta. Con Tengstedt proprio non si capiscono ed è una sorpresa, visto che il Verona, proprio con loro due insieme, ha fatto vedere gran belle cose.

LIVRAMENTO 6 (dal 30° s.t.) Meglio rispetto a Mosquera, sfrutta la velocità.

ALL. ZANETTI 6 Cambia e lascia fuori Bradaric, che comunque finora aveva assolutamente meritato, e Serdar. Piazza Niasse a centrocampo, ma la mossa sembra non pagare. Ma ancora di più sembra che in questo momento il Verona non riesca a sopportare due punte più Suslov. Nella prima parte di gara i gialloblù fanno tanto male, lenti, impauriti, sicuramente non aiutati da una condizione fisica eccellente. L’intervallo, però, serve a smuovere qualcosa e infatti l’Hellas entra in campo molto meglio, più padrone del campo anche se poco pericoloso rispetto a quello creato. Un altro punticino che avvicina all’obiettivo. Contro il Como, domenica prossima, servirà un altro Verona altrimenti si rischia una piallata.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

MONTIPO’ 6 Nonostante l’Inter controlli la partita per lunghi tratti, raramente si rende pericoloso e così il portiere gialloblù osserva questo muro nerazzurro che si trova davanti, che si muove però come un pachiderma e si concede perlopiù qualche tentativo da fuori, mai pericoloso e che, soprattutto, non richiede chissà quale intervento.

DANILIUC 5.5 Non giocava da tanto tempo, e si è visto. Impacciato e intimorito, se ne sta rintanato dietro, vuoi per le sue paure, vuoi per l’inerzia della partita, vuoi anche per la qualità dell’Inter. Le poche volte in cui tenta di salire, si incarta e litiga col pallone. Qualche problema di comunicazione soprattutto con Valentini.

VALENTINI 6 Costretto a giocare centrale (ruolo che sa fare bene) controlla Arnautovic che è tutto chiacchiere e distintivo. L’attaccante dell’Inter fa tante scenate, si crea qualche occasione, ma nulla che preoccupi particolarmente il giovane difensore argentino. Ha personalità nel dirigere la difesa, prova a tenerla più alta possibile, ma i compagni di reparto fanno spesso orecchie da mercante. 

FRESE 5.5 Anche lui non giocava una partita intera da tantissimo tempo. L’infortunio patito al ginocchio non gli permette di essere nelle migliori condizioni, se non altro perché le gambe sono davvero tanto pesanti. Eppure anche lui cerca di fare legna e di fare fiato. Tenta qualche sgroppata, ma il tandem con Bradaric non funziona al meglio.

TCHATCHOUA 5.5 Le aspettative sono sempre altissime, non ne ho mai fatto mistero. E di palloni ne gioca, in ripartenza. Discutiamo sulla qualità delle sue giocate, semmai, a mio avviso non ancora all’altezza delle sue doti. Bello l’assist per Sarr che va vicino al gol. Fisicamente uno di quelli che stanno meglio, prendiamolo come buon auspicio per le ultime tre partite.

NIASSE 5 Rientra dopo un infortunio che lo ha bloccato proprio nel suo momento migliore. Non riesce a mettere il fisico davanti al centrocampo interista che, pur non facendo grandi cose, lo aggira sistematicamente. Non supporta Duda a dovere e lascia spesso troppi spazi nei quali si imbucano spesso e volentieri i nerazzurri. Il passo è più che felpato, le idee parecchio annacquate. 

TENGSTEDT s.v. (dall’80°)

DUDA 6.5 Gioca di fatto da solo in mezzo al campo. Niasse e Serdar, infatti lo abbandonano senza ritegno. Ma lui è fatto di una pasta speciale e non si fa prendere dal panico. Il centrocampo B dell’Inter è comunque un brutto cliente, però lo slovacco tenta comunque di mettere ordine nel gioco del Verona. Cerca anche il gol, ma con poca precisione. Verso la fine si innervosisce e rischia il secondo cartellino giallo. Giusto richiamarlo in panchina per non perderlo contro il Lecce.

KASTANOS 5 (dall’80°) Giusto il tempo per prendersi un cartellino giallo.

SERDAR 5 Per lunghi tratti un’agonia. Con il Verona schiacciato nella propria metà campo non riesce ad aiutare Duda nelle ripartenze. Fisicamente è in condizioni complicatissime, anche se, nella ripresa, paradossalmente qualche spiraglio di luce lo si vede. Nei pochi momenti in cui l’Hellas cerca qualche trama offensiva è più presente, più dentro l’azione. Una partita che gli è servita per mettere benzina nel motore. Ma deve dare davvero molto di più, perché questa rimane la sua bruttissima copia.

BRADARIC 5.5 C’è Darmian sulla sua fascia che, pur non essendo in serata da Champions, fa il minimo indispensabile per portarsi a casa la pagnotta. Rimane sempre a metà strada, nelle poche situazioni in cui il Verona cerca di uscire dalla propria tana. L’intesa con Frese è tutta da costruire, ma sarebbe quasi strano il contrario visto le poche volte in cui hanno giocato insieme. Qualche crossetto, ma poca roba.

LIVRAMENTO s.v. (dal 92°)

SUSLOV 4.5 Vederlo in queste condizioni fa veramente male. Perché la buona volontà ce la mette anche, ma gli mancano corsa e lucidità. E, soprattutto, quella furia agonistica dei giorni migliori. Mai pericoloso, non riesce mai a fare quello che gli chiede Zanetti, ossia l’appoggio per Sarr. Ha una buona occasione per segnare, la gestisce malissimo.

BERNEDE 5 (dal 69°) Non incide.

SARR 6 + Insieme a Duda tra i pochissimi che si salva in un Verona spento e con poche idee. Anche fisicamente dimostra di stare meglio rispetto a tanti compagni. Si fionda su ogni pallone che sia nei paraggi e lotta con determinazione nei contrasti, considerando che tra l’altro è da solo a dover fare a sportellate nell’attacco gialloblù. Rimane sua la migliore occasione dell’Hellas, ben parata da Martinez.

MOSQUERA 5 (dal 69°) Solo uno stop in venti e passa minuti. Di mano.

ALL. ZANETTI 5.5 Costretto a mandare in campo una difesa a dir poco rabberciata. Prende un gol per un rigore che fa venire il nervoso, per colpa di una regola sul fallo di mano davvero assurda. E però una volta sotto, i suoi ragazzi non riescono mai a reagire, mai a rendersi quantomeno aggressivi. La sensazione è che fisicamente il Verona sia in riserva, dopo il grande sforzo fatto negli ultimi mesi, che ha permesso di di costruire tre quarti di salvezza. Manca quel quarto che bisogna raccattare prima di subito. Perché non è ancora fatta, sia chiaro. Serve un altro atteggiamento, serve la fame che questa squadra ha tirato fuori nel momento più complicato.

IL PAGELLONE DI VERONA-CAGLIARI

MONTIPO’ 6 Dopo la prima buona sfuriata del Verona, evita che il Cagliari trovi il gol con Luvumbo, respingendo il tiro dell’attaccante di piede. Sul gol di Pavoletti, onestamente, cosa poteva fare? Poi, per carità, ci saranno i soliti che gli daranno la colpa anche per tutte le carestie che purtroppo appestano il mondo.

GHILARDI 4 Quanti errori, caro Daniele, ma tanti tanti. Si avventura in avanti sbagliando tutto quello che può sbagliare. L’errore più goffo e clamoroso è il liscio (consequenziale a quello più grave di Coppola) che spalanca la strada della vittoria al Cagliari. Gioca in confusione totale e l’espulsione, per un intervento killer, è la diretta conseguenza di quella confusione mentale.

COPPOLA 4  Principale responsabile del gol di Pavoletti, che ringrazia per gli omaggi della cassa e chiude la pratica. Ma al di là dell’errore che, per quanto grave, ci sta, è tutta la gestione del duello con l’anziano attaccante del Cagliari che lo mette ko. Non vede palla, che sia di testa, che sia a terra. Pavoletti lo disintegra, alla prima partita che gioca da titolare in questa stagione. Coppolone se la ricorderà a lungo. Ci rifletterà sabato, visto che per salterà la trasferta di Milano contro l’Inter per squalifica.

VALENTINI 4  Una sola chiusura buona in tutta la sua partita. Che, invece, verrà ricordata esclusivamente per i 500 mila passaggi sbagliati. Lui che dovrebbe avere piedi buoni per far partire l’azione da dietro, contro il Cagliari li ha evidentemente montati al contrario. 

LIVRAMENTO 5 (dal 23° s.t.) Non fa nulla di utile

TCHATCHOUA 5.5 Solita grande corsa, anche perché il Verona la partita la gioca quasi tutta dalla sua parte e lui di gamba c’è. Ma poi la precisione è un’altra cosa. Soliti cross un po’ a caso, senza capo ne coda e poco coraggio nel puntare l’avversario per cercare la superiorità numerica.

DUDA 5 Mi sento di dire che ci prova, ma con risultati assolutamente non all’altezza del suo nome. Vede che le cose si mettono male e non riesce mai a farla girare per il verso giusto. Nervoso, ma questa non è una novità. Di certo il mancato apporto di Serdar è un macigno che gli capita tra capo e collo.

SERDAR 4.5 Mi sa che dobbiamo accontentarci di qualche video della scorsa stagione per rivedere il gran giocatore che ci ha fatto innamorare del suo talento. Fa quasi tenerezza vederlo così spaesato e incapace di trovare ritmo e posizione in mezzo al campo. Le gambe non girano, ma è la testa che sembra quella messa peggio, con lentezza di pensiero. Viene sistematicamente soverchiato dai colleghi sardi.

KASTANOS 5 (dal 23° s.t.) Vedi Livramento.

BRADARIC 5 Non attacca, che sarebbe un po’ la sua, fatica tremendamente a contenere le ripartenze del Cagliari, non è mai in grado di sovrapporsi e infila una serie sciagurata di passaggi sbagliati. Un passo indietro preoccupante rispetto a quanto visto nelle ultime settimane.

LAZOVIC 5 (dal 13° s.t.) Vedi Livramento e Kastanos.

SUSLOV s.v. L’entusiasmo per il rientro dal primo minuto dura meno di mezz’ora. Dopo un paio di scontri chiede subito il cambio. Prova a resistere, ma è tutto inutile e così Zanetti è costretto a richiamarlo in panchina.

BERNEDE 5 (dal 28°) Prende il posto di Suslov, infortunato, ma manco ci siamo accorti del suo ingresso in campo. Confusione su due gambe, niente di più. Corre a vuoto, non trova mai un senso alla sua prestazione.

SARR 4 A quattro giornate dalla fine rimane, per me, ancora un enorme mistero. Giocatore dalla buona potenzialità, scende spesso in campo con quel misto tra indolenza e poca attenzione che è incomprensibile. In serie A non si possono sbagliare passaggi a due metri, quelli che i pulcini fanno a occhi chiusi. Non vede mai la porta, non pressa, non sa dove stare. Ripeto, un mistero.

MOSQUERA 4 Non ne becca una e quelle che gli si avvicinano le gestisce in maniera inspiegabile, non riuscendo mai a nascondere quella goffaggine che lo contraddistingue. Male malissimo anche il fraseggio con Sarr, inesistente. Non tira mezza volta verso Caprile, non dico per forza lo specchio della porta.

LAMBOURDE 5 (dal 13° s.t.) Prova ad accendersi, tenta il tiro da fuori, ma gli va gran male.

ALL. ZANETTI 4 I suoi partono bene, subito in partita, con la voglia di sconfessare il biscottone tanto annunciato. Ma l’illusione dura dieci minuti e non di più. Poi il Cagliari sovrasta con disinvoltura i gialloblù, per fame, voglia di fare il risultato e di arrivare alla salvezza quanto prima. Zero idee, poca aggressività, squadra in confusione totale. O si capisce che non si possono fare calcoli, o andiamo incontro a un finale inaspettato, viste le premesse delle ultime settimane. Mentalmente non preparata nel migliore dei modi. Questi ragazzi non possono permettersi di pensare di avere due risultati su tre. Perché alla fine esce sempre quello che non ti aspetti. Sveglia.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 6 Qualcuno dice poco attento sul gol, ma io non sono d’accordissimo, è chiamato a una sola parata in tutta la partita, sul bel sinistro da fuori di Soulé, che il portiere gialloblù respinge distendendosi. Il resto è davvero ordinaria amministrazione 

GHILARDI 6 Sarebbe stata una partita perfetta senza quell’errore determinante dopo appena quattro minuti. L’indecisione, in compartecipazione con Coppola e Valentini, è troppo pesante per passare inosservata. Di lì in poi, però non sbaglia più nulla e oltre a difendere bene si sgancia anche in avanti con personalità. Peccato, perché sarebbe stata l’ennesima prestazione senza macchia.

COPPOLA 6 Per lui vale lo stesso identico discorso fatto per Ghilardi. Ottima partita, macchiata da un errore che fortunatamente ci ricorda di un Verona che non c’è più. Shomurodov segna a sua insaputa.

VALENTINI 6 Il gol della Roma nasce dalla sua indecisione su Soulé. Si fa saltare con troppa facilità, quasi senza opporre resistenza e quando il fantasista parte, è impossibile fermarlo. Ma come i compagni di reparto, sbaglia davvero solo quello. Ecco, forse un’ingenuità sul fallo di mano che gli costa il cartellino giallo e in qualche modo questo lo condiziona.

FRESE s.v. (dall’80°)

TCHATCHOUA 6 I cavalli del motore li conosciamo. Nelle ultime partite l’ho un po’ bastonato per i cross calciati un po’ a caso. A Roma un po’ meglio, perché le palle che mette dentro sono tutte (o quasi) pensate ed eseguite bene. Quando punta Angelino lo mette in difficoltà. Ecco, forse avrebbe dovuto credere un po’ di più nelle sue potenzialità, perché avrebbe avuto ragione.

DUDA 6 E’ sempre lui, anche quando non è la miglior versione di sé. Gestisce la manovra gialloblù e fa viaggiare tanti palloni. Certo, la qualità della Roma si sente, ma sapete bene quale sia il suo temperamento, paura mai avuta. Tanta pressione nella ripresa, tanta possibilità di orchestrare, non sempre sfruttata al meglio, anche per stanchezza. Giusto chiamarlo in panchina, pensando alla sfida di lunedì prossimo contro il Cagliari. 

LIVRAMENTO s.v. (dall’80°)

DAWIDOWICZ 6 Questa volta non ha solo il compito di piazzarsi davanti alla difesa, ma quando Zanetti decide di mischiare le carte, si piazza come centrale in una difesa a quattro. Non appariscente, ma comunque prezioso, come l’ultimo Pawel chi ha abituati. Fa le cose giuste, senza voler strafare e come sempre ci mette fisicità e cuore.

SERDAR 5.5 (dal 58°) Mezzo passo indietro rispetto al Genoa. Ma lo trovo assolutamente fisiologico dopo un infortunio come il suo.

BRADARIC 6.5 Ormai non più una novità. Questo ragazzo è diventato una sicurezza, tecnica e tattica. Interpreta il ruolo sempre meglio e comincia a esprimersi bene anche in fase difensiva. Gioca anche un bel calcio, piacevole da vedere, molto di prima, senza tanti ghirigori. Cross buoni, ma sempre migliorabili, soprattutto nei momenti caldi della partita. Lì serve un pizzico più di lucidità.

BERNEDE 6.5 Come già capitato in passato, parte un po’ timidino, ma col passare dei minuti si scrolla di dosso l’emozione dell’Olimpico e inizia a giocare il calcio che sa. Pochi tocchi, giocate in verticale, pochi fronzoli. Bellissima un’imbeccata nello spazio per Bradaric, che si fa trovare pronto. Non tiene tanto il pallone tra i i piedi, ma quel poco basta.

SUSLOV 5.5 (dal 58°) Entra con tanta voglia, ma con poca lucidità. La voglia di strafare lo limita.

SARR 6 Il primo tempo, sono onesto, mi ha fatto un po’ arrabbiare. Perché a sprazzi ho rivisto il Sarr un po’ indolente del quale farei volentieri a meno. Nella ripresa, però, l’impatto è diverso e anche la crescita fisica è evidente. Di pari passo col calo di Mosquera. Tocca tanti palloni, smista e questo lo porta un po’ troppo lontano dalla porta. Ma l’impegno, se non altro nella seconda metà della gara, non è mancato.

MOSQUERA 6.5 Come Bradaric, lui è uno di quelli che ha avuto un’evoluzione pazzesca, e non uso la parola crescita per evidenti storici motivi. Se cuore e orgoglio glieli abbiamo sempre riconosciuti, ora anche tecnicamente sembra veramente un giocatore. Le migliori occasioni del Verona hanno tutte il suo marchio. Attacca la profondità, si abbassa a cercare palloni, aiuta la squadra, sgomita e si prende tantissime scarpate. Gli manca solo il gol, che non è poco, ma a uno così, cosa vuoi dirgli?

NIASSE s.v. (dal 76°)

ALL. ZANETTI 6 Perde una partita che non merita di perdere. Perché la Roma è tutta in quel gol che Shomurodov senza quasi a sua insaputa, sfruttando al massimo l’unica indecisione della difesa gialloblù. I suoi giocano senza alcun timore reverenziale, dovendo fare i conti anche con un arbitraggio quantomeno sui generis. Giusto mandare in campo i ragazzi che in questi due mesi da armata Brancaleone si sono trasformati in squadra. Bravo lui a dare poi minutaggio a chi doveva essere determinante in stagione, ma magari lo sarà in quest’ultimo sprint. Sperando di non trovarci più sulla strada Pairetto.

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

MONTIPO’ 6 Un tiro, ma cosa dico un tiro, una carezza di Vitinha, che ci prova da fuori. Il portiere gialloblù, per farlo contento, si accartoccia in maniera plastica ingigantendo l’occasione. Per il resto osserva.

GHILARDI 6.5 Vitinha letteralmente cancellato dal campo. Gli concede solo la carezza a Montipò di cui sopra. Gestisce la pratica senza grandi patemi d’animo, con la classe e la sicurezza che ci sta facendo vedere ultimamente.

COPPOLA 6.5 Vale per lui lo stesso discorso fatto per Ghilardi. Pinamonti è uno di pesa e di carisma, con capacità tecniche importanti. Non si fa intimidire nemmeno per sbaglio e ottiene il massimo risultato col minimo impegno. Sempre pulito negli anticipi, non dà margini di manovra all’attaccante rossoblu.

VALENTINI 6.5 E’ il solito Valentini, di grande personalità e “garra”. Ci tiene sempre a far capire all’avversario che con lui c’è poco da stare allegri. Dalle sue parti c’è Miretti, non pervenuto. Bene anche quando cerca il lancio lungo in avanti, ma non sempre i compagni ne capiscono le intenzioni.

TCHATCHOUA 5.5 Primo tempo esageratamente compassato, con troppi errori per uno che ha grandi potenzialità come lui. Tanti cross comodi, sbagliati inspiegabilmente, ai limiti del fastidio. Cresce un po’ nella ripresa e i palloni messi dentro sembrano più centrati, diciamo così, anche se la sensazione è che potrebbe sempre fare qualcosa di più. Per me, in questa parte di campionato, una delusione.

DAWIDOWICZ 6.5 A un certo punto sembra il padrone incontrastato del centrocampo, con tutti i limiti tecnici che conosciamo bene. Ma lo sappiamo che ha cuore grande e piedi un po’ più piccoli. Davanti alla difesa sta dando il meglio, ma la sensazione è che non sia una questione di ruolo, bensì di testa, che ora gira per il verso giusto. Recupera tanti palloni e sporca innumerevoli palloni del Genoa che, soprattutto nella ripresa, non riesce mai a costruire.

DUDA 6 Un po’ meno preciso del solito, in particolar modo quando è chiamato a fare ciò che gli riesce meglio, ossia costruire gioco. Ma la partita, soprattutto nella prima metà, è molto tattica, spesso spezzettata dal mediocre arbitro Marchetti, che non aiuta le squadre a trovare il ritmo. Nei secondi quarantacinque minuti sembra essere più a suo agio e gestisce i palloni con più sapienza.

BRADARIC 6 + E se Tchatchoua è una delusione (personale) il mancino, invece, il suo lo fa sempre, abbondantemente. Tecnicamente ha qualità tecniche sicuramente migliori rispetto a Jackson, ma è nell’attenzione, anche nei piccoli dettagli, che si fa preferire. Vero, anche lui ogni tanto bisticcia col pallone, ma succede meno frequentemente rispetto a Tchatchoua. Mantiene sempre le prestazioni ben sopra la sufficienza.

FRESE 6 (dal 37° s.t.) Entra attento e con la spinta giusta.

BERNEDE 6 + Conferma il buon momento cominciato a Torino e la posizione di campo che gli ha trovato Zanetti sembra adatta alle sue qualità. Che sono tante, soprattutto a livello tecnico. Fa un bel lavoro nel recupero dei palloni, che impreziosisce con giocate belle da vedere. Sempre nel vivo dell’azione, è bravo a raccordare centrocampo ad attacco.

KASTANOS 5.5 (dal 20° s.t.) Ennesima occasione sprecata per il cipriota che sbaglia spesso valutazione nelle giocate.

SARR 6 – Qualcosa meno rispetto alla trasferta contro il Torino, ma se non altro non c’è un passo indietro per quello che riguarda impegno e applicazione. Non male l’intesa con Mosquera, i due si cercano anche se non sempre si trovano. Poco produttivo sotto porta, vero, ma aiuta la squadra a contenere gli avversari. Probabilmente un problema fisico gli impone di non rischiare e così Zanetti lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

LIVRAMENTO 6 (dal 1° s.t.) Più verve rispetto a Sarr, per quanto sia un po’ arruffone. Ma si vede che riesce a tenere in apprensione la difesa del Genoa. Spinge gli avversari a sbagliare, ma gli manca l’ultima zampata.

MOSQUERA 6 + Il colombiano ha grande cuore, ma qualità tecniche sulle quali deve ancora lavorare tantissimo. Il lavoro che fa è davvero da applausi per sacrificio e voglia di andare oltre i propri limiti, ma quando è il momento di fare male, si perde. Si crea una buona occasione nel primo tempo, ma il tiro è debole. Nella ripresa avrebbe sulla testa il pallone del vantaggio gialloblù, a pochi passi da Leali, ma lo cicca malamente. Insomma, il ragazzo c’è, ma potrebbe fare meglio.

SERDAR 6 (dal 37° s.t.) Buone indicazioni, soprattutto fisicamente.

ALL. ZANETTI 6.5 Primo tempo molto tattico, con le due formazioni che si guardano in cagnesco, si annusano, ma non si addentano. In questo la sua squadra è brava a non esagerare e a mantenere le posizioni. Nella ripresa è un monologo del Verona, che lascia al Genoa solo le briciole. I gialloblù comandano, creano, ma sciupano troppo. Detto questo, la squadra ha trovato finalmente continuità, anche di risultati (questo il quarto utile di fila). E ancora una Montipò non ha preso gol. Sono piccoli passi, ma il traguardo è davvero lì, a un passo.