IL PAGELLONE DI VERONA-FROSINONE

MONTIPO’ 6 Una parata difficile su Kaio Jorge. Il resto è ordinaria amministrazione. Qualche incertezza sulle uscite, ma non poi così gravi. Controlla le conclusioni da fuori del Frosinone senza quasi sporcarsi i guantoni.

TCHATCHOUA 6.5 Passano le partite e si sente sempre più a suo agio nel ruolo. Prova ne siano due o tre chiusure in scivolata molto delicate, ma allo stesso tempo pulite e perfette per tempismo. Non perde lucidità quando deve spingere nella metà campo avversaria, ma i cross non gli riescono sempre col buco, prendendo come esempio le ciambelle. Spende tanto, e gli capita di perdere il passo, ma è sempre bravo a recuperare.

MAGNANI 7 La difesa a quattro è il suo naturale terreno di gioco. In coppia con Dawidowicz trova sicurezza e meccanismi che si fanno sempre più solidi. Non importa chi debba marcare, il risultato pende sempre dalla sua parte. Sta talmente bene fisicamente che si spinge anche verso la porta dei ciociari. E cerca pure il gol con una grande botta che però finisce in curva nord.

DAWIDOWICZ 7 Dopo una settimana di voci di mercato che lo davano vicino all’Atalanta, gioca un’altra delle sue tante partite da libro cuore. Per quanto sgraziato sia, è gran dura passarlo via per gli avversari che vanno sistematicamente a schiantarsi. Vero, si fa un po’ sorprendere sul rimpallo del gol del pareggio, ma non era affatto facile, perché la spizzata di Barrenechea lo manda fuori tempo.

CABAL 6.5 Dopo Roma conferma di stare bene e di essere in fiducia. Merito di Baroni che evidentemente ci ha lavorato tanto. E’ uno che per natura sarebbe più propenso ad attaccare, ma è dietro che fa le cose migliori. E anche quando si fa sorprendere, recupera grazie alle sue grandi doti atletiche. Crescita continua, anche nei momenti più difficili.

VINAGRE s.v. (dal 43° s.t.)

DUDA 6 Nella prima parte del match, quando è il Verona a comandare, è bravo a far girare tutto alla perfezione, dando tempi di gioco ai compagni. Intanto Serdar gli copre le spalle. Il suo momento “sliding doors” arriva quando sbaglia il calcio di rigore. Sembra rimanere un po’ troppo con la testa sull’errore e inizia a correre un po’ a caso. Spreca energie e a lungo andare lo paga.

DANI SILVA s.v. (dal 36°s.t.)

SERDAR 6 Abbastanza scolastico, va sul pratico badando poco ai fronzoli. E’ bravo a fare filtro in mezzo al campo, lasciando, ovviamente, a Duda il compito di costruire il gioco. Bene un paio di ripiegamenti difensivi. Spende molto, finisce la sua partita in riserva.

TAVSAN 5.5 (dal 18° s.t.) Gli arrivano le briciole e fatica pure a raccoglierle.

SUSLOV 7 Innanzitutto diciamo che prendersi il pallone del secondo rigore, dopo uno sbagliato, e andare sotto la curva sud con la sua personalità fa di questo ragazzo il nuovo leader della squadra. Ma è la classica ciliegina sulla torta di una prestazione praticamente perfette. Tanta corsa, tanta qualità e tanta voglia di andare a prendere alti gli avbersarsi. Grinta e idee. E piedi buoni per trasformarle da idee a fatti.

FOLORUNSHO 6.5 Il primo tempo sembra la continuazione della partita contro la Roma. Tutto grinta e una condizione fisica finalmente ritrovata. E’ ovunque e con Noslin si divide il compito di fare il falso nove. Accusa un po’ la fatica nella ripresa con un paio di giocate sballate, in condizione di vantaggio per il Verona. Sta un po’ a guardare sul colpo di testa di Kaio Jorge, ma la situazione era complicata.

LAZOVIC 6 Un buon primo tempo, con giocate che ricordano i suoi momenti migliori. E’ dentro ogni azione d’attacco del Verona e trova belle sponde con Noslin. Nella ripresa cala un po’ fisicamente. Gestisce male situazioni potenzialmente interessanti. Mister Baroni se ne accorge e lo richiama in panchina

HENRY 5.5 (dal 18° s.t.) Ha sul destro il pallone della vittoria, lo sbaglia.

NOSLIN 6.5 I primi minuti sono oro. Subito dentro la partita, si fa trascinare dallo stadio che ne capisce subito l’impegno. Ha coraggio e cerca la porta, seppur con poca fortuna. Ma è perfettamente calato nell’atmosfera gialloblù. Si prende anche il calcio di rigore che poi, però, Duda sbaglierà. Finisce la sua partita largo a sinistra, dopo aver fatto soprattutto il falso nove. Il Bentegodi lo applaude

CRUZ 6 (dal 36° s.t.) Si guadagna il “sei” con un assist stupendo per Henry, che sbaglia.

ALL. BARONI 6 + A lunghi tratti un buon Verona, che ha nuove idee di gioco e che con il falso nove non dà punti di riferimento. E’ il modo di giocare più vicino alle sue idee. E infatti quando mette dentro Henry, svaniscono le certezze viste fin lì. Nella ripresa i suoi indietreggiano un po’ troppo, forse impauriti di lasciare altri punti per strada. I suoi sbagliano il quarto rigore di fila. E’ un fondamentale, i suoi ragazzi devono metterci qualcosa di più.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 6 La Roma tira in porta due volte e fa due gol, quasi senza rendersene conto. Peraltro, lui non ha colpe. Per il resto non è mai chiamato a fare parate degne di questo nome. Osserva la partita da posizione privilegiata, quasi senza sudare la maglia.

TCHATCHOUA 5 E’ sfortunato sul gol di Lukaku, perché i tacchetti lo abbandonano sul più bello, mandandolo gambe all’aria. Ma il peggio deve ancora venire. Trasforma un pallone facile facile in un assist al bacio per Pellegrini che ringrazia e segna il 2-0. Un errore pesantissimo, che lo condiziona non poco. Nella ripresa prova a scrollarsi di dosso la negatività e ci mette grande orgoglio. Un paio di giocate difensive importanti, tanta generosità, ma non ne esce comunque benissimo.

MAGNANI 7 Con Dawidowicz si prende cura di Lukaku che a parte a fare tanta confusione, e un gol casuale combina niente. E il merito è anche suo che sbaglia poco o niente. Gli scontri fisici non lo spaventano e con palla a terra il belga sta solo a guardarlo. Partecipa anche lui all’arrembaggio finale, ma ha poca fortuna. In ogni caso una sicurezza dietro.

DAWIDOWICZ 7 Copia e incolla con quello scritto per Magnani. Il cuore non si discute mai, i piedi qualche volta. Ma in termini pratici ci interessa fino a un certo punto se mette insieme prestazioni di questo tipo. Ha grande senso della posizione e onora al meglio la fascia da capitano. Lukaku segna a sua insaputa, per il resto è nullo. E grande merito è suo.

CABAL 7 Spernacchiato a oltranza da qualche tifoso del Verona, nel primo tempo se ne sta abbastanza timidino nel suo giardinetto. Scolastico, oltre al passaggio a due metri non va. La seconda parte di gara racconta tutta un’altra storia. Tira fuori grinta e qualità. Prende coraggio e va spesso e volentieri sul fondo, da dove fa partire spesso cross golosi. Non dimentica di difendere, quando serve, e prova ne sia il gol salvato su Lukaku, alla ricerca del 3-1.

SERDAR 6 Non bene come contro l’Empoli, ma comunque segnali davvero positivi da questo giocatore che ora è un’arma in più da usare non solo una soluzione d’emergenza. Nel primo tempo fatica un pochino a costruire gioco e, d’altra parte, non possiamo pretendere che sia Duda. Ma nella ripresa cresce e anche fisicamente ci mette presenza e personalità. Deve trovare coraggio e tirare di più quando si avvicina all’area avversaria. Ha qualità per far male.

FOLORUNSHO 7 Il primo tempo mi spaventa e, a dire il vero, è sulla falsariga delle sue ultime prestazioni, non brillanti. Ma nella ripresa succede qualcosa. E quel qualcosa arriva dopo il gol ingiustamente annullato. Da lì in poi si scatena e i romanisti non riescono più a tenerle, quanto meno con le buone. Indemoniato, prende il pallone a metà campo e va a fare un dei gol più belli della stagione del Verona, con un pizzico di complicità di Rui Patricio. E non basta perché continua a testa bassa a macinare chilometri. Questo è il giocatore che abbiamo ammirato a inizio stagione. Avanti così, Folo.

MBOULA 5 + Tutto sommato parte discretamente, partecipando in maniera propositiva alla manovra del Verona. Dopo il vantaggio e il raddoppio della Roma sparisce dal campo e non riesce più a trovare un pallone. Non che il resto della squadra faccia meglio, ma lui paga per tutti e rimane nello spogliatoio dopo l’intervallo.

BONAZZOLI 5.5 (dal 46°) Ha un tempo per battere un colpo, ma gli riesce solo parzialmente. Non incide come ci si aspetterebbe e come vorrebbe lui, ne sono certo.

SUSLOV 7.5 Già il primo tempo è bellissimo da vedere ed efficace. Una cosa non gli manca, la personalità per andare a prendersi il pallone con la determinazione e la convinzione di costruire qualcosa di buono. I romanisti fanno fatica a contenerlo e lui è bravo a non dare punti di riferimento. La ripresa è straripante. Partendo da sinistra non ce n’è per nessuno e dimostra per l’ennesima volta una crescita sublime. Ma non diciamolo troppo forte, sia mai che ci portino via anche lui…

SAPONARA 5.5 Parte davvero male, a dispetto della squadra che invece ha un ottimo approccio. I primi palloni che tocca li sbaglia tutti e anche le decisioni nei calci piazzati sono discutibili. Nella ripresa sembra avere un pò più di confidenza e cerca con più convinzione la giocata e la superiorità numerica, ma fisicamente fa ancora un po’ fatica. E così, quando il Verona accorcia, e serve energia, Baroni lo richiama in panchina.

CRUZ s.v. (dal 77°)

DJURIC 4 Partita difficilissima per l’attaccante gialloblù che, schiacciato tra i due centrali della Roma, ci capisce pochino. Prova a indietreggiare per trovarsi un posto al sole, ma non gli dice bene. E’ caparbio nel prendersi un calcio di rigore che sa di rimonta. Va sul dischetto, convinto, ma spara in curva nord. Un errore pesantissimo, il secondo personale dagli undici metri. La salvezza del Verona si gioca anche su queste cose e lui le sta sbagliando maldestramente.

HENRY s.v. (dal 77°)

ALL. BARONI 6.5 Una sconfitta immeritata, tra le più dolorose della stagione. Perché questo Verona, rattoppato, depredato di titolari e costretto a fare a meno di tre squalificati, tira fuori l’orgoglio che vuole il popolo gialloblù. Il mister ha il merito di tenere compatto un gruppo che avrebbe tutti i crismi per esplodere. La dimostrazione è Cabal, tenuto sempre dentro il progetto. Perdere fa male, ma questa sconfitta deve compattare ancora di più e rinforzare l’idea di una salvezza possibile. Unica tirata di orecchie, lasciare che sia Djuric a calciare i rigori. Lì deve essere lui a imporsi.

IL PAGELLONE DI VERONA-EMPOLI

MONTIPO’ 6 L’Empoli al primo tiro in porta fa gol. Tutto sommato inoperoso, ma non sempre sicuro nelle uscite. Esce poco e malvolentieri e gli capita di fare quel mezzo passo per poi tornare indietro, che rischia di complicargli la vita. Ma nel complesso c’è, anche se non al 100%

TCHATCHOUA 6 Non brillante come altre volte. Dalla sua parte l’Empoli ha gioco non facile, ma nemmeno così complicato. Si fa saltare un po’ troppo di frequente. Ma nella difficoltà è bravo a non andare in bambola e a portare a casa, alla fine, la pagnotta. Gli riescono buoni cross, ma anche robe un po’ sbilenche che, paradossalmente, rischiano anche di diventare gol.

MAGNANI 7 Con Coppola l’intesa è buona e si vede per tutta la gara. Si inceppa solo sul gol dell’Empoli quando, col compagno, sta un po’ a guardare Zurkowski, che comunque becca il jolly. Ma la sensazione è che sia più Coppola a sbagliare. Per il resto è attento e in palla. Fisicamente tirato a lucido, non ha paura di scivolare sugli attacchi dell’Empoli. Gli dice sempre bene. Rimedia anche a un errore di Montipò che toppa un rilancio. Ma ci mette una pezza lui ed evita quello che sembrava un gol certo dei toscani.

COPPOLA 6.5 Buona partita del giovanotto gialloblù che conferma di stare molto meglio in una difesa con due centrali. Regala un paio di chiusure in scivolata d’altri tempi, tanto belle, quanto efficaci perché sbrogliano situazioni complicate. Unica vera sbavatura sul gol dell’Empoli, anche se Magnani non lo aiuta, diciamo così. Ma l’atteggiamento è giusto. Si prende un giallo. Era in diffida e salterà la Roma.

DAWIDOWICZ s.v. (dal 35° s.t.)

DOIG 6 Abbastanza accademico, ma non male, dai. E’ attento dietro e anche lui, come i compagni, trova il tempo giusto nelle giocate decisive. Spinge a singhiozzo. Pare pronto ad andare. Così fosse, in bocca al lupo e avanti un altro.

DUDA 7 Una grande partita, rovinata da Doveri che lo caccia per secondo giallo inesistente. Fin quando rimane in campo lo fa con classe assoluta e perle tecniche che in una squadra come il Verona sono acqua ghiacciata nel deserto. Direttore d’orchestra preciso al millimetro, ha personalità per comandare in mezzo al campo, con Serdar bravo a coprirgli le spalle. Suo l’angolo che diventa assist per il vantaggio gialloblù.

SERDAR 6.5 Gioca a uomo su Fazzini e ha il compito di fare il bodyguard a Duda, che deve essere libero di creare. Il primo tempo si vede poco, ma fa un ottimo lavoro, soprattutto in fase di contenimento. Cresce nella ripresa, dimostrando che la condizione fisica è in miglioramento. Ha una buona occasione per segnare, ma Caprile la pensa diversamente. Ha bisogno di continuità, non di giocare una partita, per poi tornare in panchina. Il potenziale c’è, bisogna alimentarlo.

NGONGE 7 Gioca un primo tempo di enorme sacrificio, rinunciando, per il bene e l’equilibrio della squadra, ad attaccare. Rientra spesso e volentieri per aiutare i compagni a contenere i tentativi comunque fumosi dell’Empoli. Nella ripresa gli basta un pallone per ribadire la sua classe. Con la solita giocata che manda in confusione i toscani. Il sinistro viene deviato e tanto basta per incasinare Caprile, non perfetto.

MBOULA s.v. (dal 47° s.t.)

SUSLOV 7 In fiamme, non acceso, come dice spesso Baroni. E’ indemoniato, corre come un matto, anche quando è l’Empoli che deve, per forza di cose, provare a recuperare. Dentro al gioco con grande qualità. Quando vede la porta, calcia, cascasse il mondo. E’ giovane, ma cazzuto abbastanza da non tirare mai indietro la gamba. E’ diventato fondamentale per questa squadra.

AMIONE s.v. (dal 47° s.t.)

FOLORUNSHO 5.5 Ancora tanta fatica per il centrocampista gialloblù, adattato a punta esterna. Però il ruolo non suo è un alibi che fatica ormai a reggere. Perché ha gamba per poter stare lì. E ci sta. Il vero problema è che sbaglia tutte le ultime scelte. E per un trequartista non è il massimo della vita sbagliare la giocata da rifinitore. Secondo te un po’ più dentro la partita, ma quando sembra ingranare, ecco che arriva la magagna fisica.

SAPONARA 6 (dal 22° s.t.) Un paio di giocate. La qualità non si discute.

DJURIC 7 Trova subito il gol, con colpo di testa roboante che mette in discesa la partita. Ma oltre questo c’è molto di più. Il lavoro “sporco” che fa a centrocampo, sui palloni alti, questa volta paga dividendi, perché prende tantissimi falli e quando riesce a evitare le scarpate degli avversari, le palle le fa girare. Comprese quelle degli avversari, che non riescono a contenerlo. Grande sacrificio, grande voglia di portare a casa il risultato. Oggi super prezioso.

HENRY s.v. (dal 35° s.t.)

ALL. BARONI 6.5 Tre punti fondamentali per classifica e morale, dopo una settimana di polemiche post Inter e il solito deleterio giochino del calcio mercato. Mette in campo la squadra più logica possibile, dando una chance (ripagata) a Serdar. I suoi partono bene, ma rinculano un po’ troppo quando l’Empoli subisce il gol. Ma nella ripresa l’atteggiamento è giusto e i suoi legittimano col raddoppio. Un po’ di paura quando i toscani accorciano. Ma i suoi non perdono la testa, nonostante il rosso a Duda. Bravo a tenere compatto un gruppo, che rischia di sfaldarsi, falcidiato dalla scelte della società.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

MONTIPO’ 5 Una partita paradossalmente di ordinaria amministrazione, da ricordare per una bella parata su deviazione involontaria di Cabal ma, soprattutto, per la respinta sbagliata sul tiro da fuori di Barella. Troppo facile per Frattesi mettere dentro il 2-1

TCHATCHOUA 6.5 Malissimo contro la Salernitana, davvero bene contro una delle squadre più forti d’Europa. Carlos Augusto ha davvero un bel da fare nel tenerlo a bada. E infatti non ci riesce. Il gialloblù quella fascia la brucia con una forza impressionante. Tante sgroppate, tanti cross. Sempre più calato in un ruolo che non è suo, è sempre bene ricordarlo.

MAGNANI 6 Un po’ pigro sul vantaggio dell’Inter. Manca, infatti, di fare un passo un avanti e così (non) facendo tiene in gioco Lautaro Martinez che non sbaglia e batte Montipò. Per il resto non fa male e non lascia al toro interista grandi occasioni da gol.

COPPOLA 6.5 Molto più a suo agio come secondo centrale in un modulo con la difesa a quattro. Lascia le briciole a Thuram, che non becca palla. E’ attento e mai frenetico, dimostra enorme lucidità e, soprattutto, pulizia nelle giocate. Si prende un cartellino giallo pesantissimo, che però non lo turba più del dovuto.

DOIG 5.5 Era difficile fare peggio della partita contro la Salernitana e fortunatamente non si ripete. Di fronte ha Dumfries che gli concede un po’ più di campo. Timidamente ci prova, con fortune alterne. Buoni cross, ma anche indecisioni scolastiche. E’ al centro di continue voci di mercato, forse viene condizionato. Io credo che non mi strapperò i capelli se dovesse partire.

CABAL (dal 73°)

DUDA 7 Un po’ troppo passivo nell’azione che porta al vantaggio di Lautaro Martinez. E’ l’unico neo di una partita giocata bene, in un centrocampo totalmente sulle sue spalle. Con Folorunsho scarico, deve cantare e portare la croce e gli riescono bene entrambe le cose. Suo l’assist bellissimo per il momentaneo pareggio di Henry.

FOLORUNSHO 5 Primo tempo di estrema difficoltà. Arriva sempre dopo gli avversari e quando riesce ad anticiparli si fa sistematicamente recuperare. Sembra indietro di condizione e le gambe cementate al prato. Un po’ meglio nella ripresa quando si mette in mostra con un paio di chiusure difensive provvidenziali. Ma è lontano dal giocatore visto a inizio stagione.

NGONGE 5.5 Deve fare i conti con una delle migliori difese al mondo, in particolare Bastoni che tende a non abboccare alle sue finte di corpo. Capisce che non sia la sua partita ideale, ma non si tira indietro. Se trova il muro vicino all’area di rigore, prova a partire da un po’ più lontano, ma le giocate sono un po’ prevedibili. Un altro che parte pronto ad andare via. La sua assenza rischia di diventare pesantissima.

KALLON 6 (dall’87°) Salva con grande generosità il gol del 3-1

SUSLOV 6.5 Ha subito una grandissima occasione di sinistro, in area di rigore, ma è bravo Sommer a chiudergli ogni spiraglio. E’ dentro il gioco e anche quando il Verona indietreggia più del dovuto, pianta i piedi per terra e prova ad arginare gli interisti. Ha libertà e si muove leggero su tutto il fronte d’attacco. Qualità e intensità. Finisce un po’ stanco, ma forse ne aveva ancora un po’.

CHARLYS s.v. (dal 90°)

MBOULA 5.5 Parte forte, come tutta la squadra, Sembra aver fiducia e si ritrova a giocare tanti palloni, potenzialmente interessanti. Ma, stringi stringi di indimenticabile rimane poco. Gli manca lo spunto finale, la voglia giusta per superare un avversario che, logicamente, gli è superiore. Rimane nello spogliatoio dopo l’intervallo, giustamente.

LAZOVIC 5.5 (dal 46°) Non trova il guizzo e si fa cacciare per proteste (sacrosante) per il mancato rosso a Bastoni poco prima del gol del 2-1 dell’Inter.

DJURIC 5.5 Sbaglia un gol a dir poco clamoroso, di testa, dentro l’area di rigore più piccola, a due passi da Sommer. Allora, capite bene, che vanno un po’ a farsi benedire l’impegno, la voglia e il sacrificio. Quelli non si possono contestare perché ce la mette tutta. Ma se non segni gol del genere, tutto il resto passa in secondo piano.

HENRY 5.5 (dal 73°) Regala il pareggio meritatissimo al Verona. Gli basta un pallone per metterlo dentro. Si prende la responsabilità di calciare il rigore del 2-2, al 100°. Sbaglia, con un pizzico di sfortuna. Dal paradiso all’inferno in un amen.

ALL. BARONI 6.5 Se ne torna a Verona con diversi complimenti, ma con zero punti. E questa sconfitta brucia parecchio. Perché dopo il ko contro la Salernitana sembrava che i suoi fossero solo delle vittime sacrificali. Invece giocano bene, tengono testa all’Inter e hanno l’occasione, al 100°, di pareggiarla. Sarebbe stato meritato il punto. Contro tutto e contro tutti. Rialzarsi non sarà facile, ma da qui deve ripartire. Più che altro viene da domandarsi come mai i suoi non abbiano giocato così contro la Salernitana.

SOGLIANO 10 Ha le palle per andare in conferenza stampa e fare la guerra per il “suo” Verona. Uno che se parla lo fa per dire qualcosa e non per compiacere tizio o caio. Duro per la mancata espulsione di Bastoni, che prende a gomitate Duda, pretende rispetto per la squadra, per la società, i tifosi e tutta la città.

IL PAGELLONE DI VERONA-SALERNITANA

MONTIPO’ 6 Una bella parata su Kastanos che di testa, da due passi, si fa ipnotizzare. Non è costretto a grandi altri interventi. Sul gol non può arrivare.

THATCHOUA 4.5 Nel primo tempo è uno dei meno peggio. Non una medaglia da mettersi al petto, ma meglio di niente, dai. Nella ripresa un errore ai limiti delle comiche spiana la strada al gol della Salernitana. Capisco un contrasto di gioco, ma questa squadra non può permettersi di fare beneficienza agli avversari. E lui aveva ancora addosso il vestito da Babbo Natale.

TERRACCIANO 5.5 (dal 14° s.t.) Meglio di Tchatchoua, e non ci voleva sta grande impresa. Anche lui, però, un po’ svagato.

DAWIDOWICZ 6 L’unico, insieme a Montipò, a salvarsi. In un modo o nell’altro la porta senza a casa, a costo di rimetterci la testa (gioca per quasi tutta la partita con un vistoso turbante). Esteticamente rivedibile, tatticamente non sbaglia. E lascia tutto sul campo, come sempre.

HIEN 5 Non può essere lui. Perché Se ci sono momenti in cui lo riconosci, ce ne sono tantissimi, troppi, in cui pare essere alla prima partita a professionista. Dovrebbe essere Dawidowicz quello impacciato e invece è lui a sembrare l’adolescente al ballo del liceo. Fisicamente non sarà al massimo, ma così è troppo.

CABAL s.v.  (dal 42° s.t.)

DOIG 4.5 Sulla spinta dello spezzone positivo contro il Cagliari, si merita una maglia da titolare. Dimostra di non meritarla affatto. Soffre Candreva che, oltre a dargli lezioni di tecnica e tattica, è un volpone che di Doig ne mangia due o tre a colazione. Sempre in ritardo, sempre costretto a rincorrere. Se deve fare qualcosa, nove volte su dieci la sbaglia

HONGLA 5 Senza Duda di fianco anche lui gioca al buio. Il centrocampo salernitano ha tutto altro impeto e vigore, più voglia di arrivare primo sul pallone. Lui è sempre un secondo in ritardo e questo lo costringe a fare le cose senza un minimo di lucidità. Nella pochezze generale di idee, lui non ha i mezzi per chiamarsi fuori dal piattume.

SUSLOV 5 Gioca male, malissimo. Fa il regista al posto dello squalificato Duda. Avrebbe le qualità per farlo, ma le lascia a casa. Sbaglia una quantità non accettabile di gol. Però, se non altro non rimane sui suoi errori, non esce definitivamente dalla partita, prova a rimettere le cose in ordine, senza successo, mi pare evidente. Questo lo assolve? Assolutamente no

NGONGE 5 Quando ha il pallone tra i piedi sembra sempre in grado di inventare la giocata giusta. Poi, se conti le occasioni importanti, una, ti metti le mani nei capelli. Sbaglia solo solo davanti a Costil. Ci ha abituato a grandi gol, ma è ora che faccia anche quelli non da leggenda. Troppe giocate a testa bassa, senza cercare i compagni.

FOLORUNSHO 4.5 In difficoltà sin dai primi minuti. Gioca in una posizione di campo, nei tre dietro la punta, che non lo aiuta affatto. Poco fiato, poche idee, poco senza della manovra. Non va mai in appoggio e anche quando riesce a sganciarsi sulla trequarti non trova soluzioni degne di nota. Un pesce fuor d’acqua.

MBOULA s.v. (dal 42°s.t.)

LAZOVIC 5 Una sola giocata in sessanta minuti di partita. Il resto è una noia che sta diventando abbastanza snervante. Costretto spesso a indietreggiare, cedendo alle sgroppate di Mazzocchi e Candreva. Non riesce a saltare l’uomo, non trova la superiorità numerica. Fuori partita, come la maggior parte della compagnia.

BONAZZOLI 5 (dal 15° s.t.) Le parole di Sabatini, diesse della Salernitana, che ne ha parlato come di una continua delusione, anche a Verona, avrebbero dovuto dargli la scossa. No, non è successo.

DJURIC 5 Il Verona gioca una partita in difesa, riuscendo poche volte a farsi vedere nei pressi dell’area salernitana. Con Fazio è dura, è un armadio a quattro ante come lui e questa volta i duelli aerei gli dicono male, malissimo. Qualcosina meglio nella ripresa, nello l’assist per Ngonge, solo davanti alla porta. Ma poca roba in 85 minuti.

HENRY s.v. (dal 38° s.t.)

ALL. BARONI 4 Il peggior Verona della stagione, sopraffatto dall’organizzazione e dalla voglia della Salernitana di venire al Bentegodi a vincere. I suoi si fanno mettere lì e riescono con fatica a uscire dalla propria metà campo. Al netto del fatto che la squadra di Inzaghi non sia il Real Madrid, è sconcertante che non si riescano a fare tre passaggi di fila. Ci impiega troppo a cambiare chi avrebbe dovuto lasciare negli spogliatoio dopo il primo tempo. Manca un rigore, ma un errore dell’arbitro, per quanto grave, non può diventare in alibi. Una sconfitta che complica di nuovo tutto.

IL PAGELLONE DI VERONA-CAGLIARI

MONTIPO’ 6 Una gran bella parata su Prati, che lascia partire un esterno velenosissimo, che gli rimbalza davanti al muso. Attento. Anche nella ripresa è vigile, seppure il Cagliari non crei vere occasioni da gol.

TCHATCHOUA 7 Secondo me nemmeno lui si ricorda che sta giocando in un ruolo non suo. Perché lo fa con talmente tanta semplicità che diresti che lì, terzino destro ci sia nato. Eppure non si limita a stare ranicchiato, ma lascia andare la gamba e fa partire tantissimi cross deliziosi. Crescita costante, anche se so che questa parola, crescita, non sia particolarmente amata dal popolo gialloblù. Ma è riuscito con i fatti a prendersi la maglia da titolare.

DAWIDOWICZ 6.5 Torna in mezzo alla difesa dopo il breve, infelice, momento a centrocampo contro la Fiorentina. E questa è la sua comfort zone. L’eleganza è un’altra cosa, lo diciamo da sempre, ma se quello che serve è essere pratici, chiedete a lui.

HIEN 6 Primo tempo di grande sofferenza. Impacciato, fatica troppo in ogni tipo di situazione, con palla a terra e nello scontro fisico. Pur arrivando spesso in anticipo sembra cambiare ogni volta qualcosa di sbagliato. Si registra nel secondo tempo quando il Verona si alza e permette alla difesa di respirare. La condizione non è ancora ottimale.

TERRACCIANO 5.5 Questa volta meno lucido del solito e meno attento. Il duello diretto è che Nandez, che è un bel volpone e che sa come indispettirti. Ne nasce uno scontro nel quale il giovane gialloblù va un po’ in ansia da prestazione. Porta troppo il pallone e spesse volte va a finire che non sa cosa farsene e lo perde. Un po’ stanco.

DOIG 6 (dal 1° s.t.) Entra bene e dimostra di stare bene. Al momento valida alternativa. Domani chissà.

HONGLA 7 Solitamente fatica ad andare oltre la sufficienza. Oggi sorprende oltre ogni aspettativa e tira fuori la sua miglior partita da quando è a Verona. Grande presenza fisica di fronte al centrocampo del Cagliari che è di granito. Ma non si scompone, gioca a testa alta e questa volta va veloce soprattutto il pensiero. Ottimo a spezzare le velleità di dei ragazzi di Ranieri, dimostra un carattere finora tenuto un po’ nascosto.

DUDA 6.5 Anche lui bravo come Hongla, perché in mezzo al campo è una battaglia. La partita è sporca e per uno come lui che ha qualità, non è facile. Ma si cala completamente nello scenario e si sporca la maglia senza fare una piega. Prende un giallo che porterà alla squalifica contro la Salernitana, ma è riflessivo e non commette lo stesso errore fatto con la Lazio.

NGONGE 7 I giocatori come lui, estrosi, ma a volte indisponenti, sono costi. A loro basta un pallone per deciderla. E così col Cagliari che ancora protesta per l’espulsione di Makoumbou entra nella difesa rossoblù ciondolando e si inventa un sinistro sul quale Scuffet non arriva. Poi entra in fiducia e ogni volta che ha il pallone tra i piedi semina panico. Primo tempo horror, ripresa fantascientifica.

MBOULA 6.5 (dal 32°) Sbaglia un’occasione facile facile, ma si riscatta pochi secondi dopo con una grande azione, in percussione e assist perfetto per Djuric. Vedi un po’ come cambiano le cose in un istante.

SUSLOV 7.5 Partita stellare, la migliore sin qui. Corre come un dannato e questo potrebbe fargli perdere lucidità. Macché. Dispensa gioco con enorme disinvoltura e quando vede la porta, tira, senza pensarci due volte. Bello il sinistro che Scuffet con fatica mette in angolo. Ha quell’”ignoranza” che i tifosi del Verona amano, non si nasconde nemmeno quando gli animi si scaldano. Va a terra coi crampi. Ecco che chiede il cambio. Figuriamoci. Al momento uno dei pochi insostituibili

SAPONARA 6+ Sprazzi di Saponara, di quelli che ti riconciliano col calcio. Si inventa un tacco in area di rigore che fa spellare le mani a tutto il Bentegodi. Ma ogni sua giocata è deliziosa, mai fine a se stessa, sempre pensata per un disegno più grande. Sbaglia anche, mi pare ovvio. Gli manca l’ultimo passaggio, ma lo può trovare solo giocando. E deve giocare, se sta così.

LAZOVIC 6 (dal 22° s.t.) Aiuta i compagni a tenere alta la squadra.

HENRY 5 Dal primo minuto, ha gran voglia di trovare un altro gol pesante. Ma davanti, nel primo tempo, la squadra è ispirata a fasi alterne. Il risultato è che di palloni gliene arrivano gran pochi e tutti difficili da gestire. Prende tante botte, ma pochi falli. E così Baroni decide di lasciarlo nello spogliatoio.

DJURIC 6.5 (dal 1° s.t.) E’ vero, anche lui come Mboula, sbaglia un pallone di testa, a due passi da Scuffet, sanguinoso. Ma si fa trovare al posto giusto quando serve e mette la partita in ghiaccio.

ALL. BARONI 7 Sono i classici tre punti che valgono doppio. Primo tempo sporco, difficile, col pallone che pesa un quintale. I suoi non giocano bene e così il Cagliari ci prova. Nella ripresa, però, i suoi iniziano davvero a giocare meglio, a crederci di più. Il rosso a Makoumbou mette tutto in discesa. Poi è Ngonge a farlo esplodere di gioia. Ritrova la vittoria che mancava da agosto e ora il campionato dell’Hellas può cambiare davvero. Pensando soprattutto a sabato prossimo, quando al Bentegodi arriverà la Salernitana. Tra le altre cose,  “accontenta” il pubblico e mette dentro subito Saponara. Che lo ripaga.

IL PAGELLONE DI FIORENTINA-VERONA

MONTIPO’ 6 Solo una parata, non semplice, su Mandragora. Per il resto la Fiorentina poco fa per impensierirlo, giusto qualche pimpinella lanciata qua e là. E non sempre le legge bene, ma almeno le gestisce.

THATCHOUA 6.5 Primo tempo arrembante, il migliore della stagione. E’ un martello e Sottil non riesce a fare nulla per stargli dietro. Attento dietro, bravo nei cross. Nella ripresa meno spavaldo, ma comunque sempre in partita e sempre pronto a ripartire. Sente la stanchezza nei minuti finali, ma non sporca la sua prestazione.

MAGNANI 6.5 Al rientro dopo la piccola frattura al piede, dimostra sin da subito di stare bene fisicamente, ma anche tatticamente. Si prende cura di Beltran, che non vede un pallone che sia uno. Gioca spesso d’anticipo e gli dice bene. Bravo anche nel gioco aereo. Rimane nello spogliatoio dopo il primo tempo per un problema fisico, forse legato proprio alla micro frattura al piede

AMIONE 5.5 (dal 46°) Scolastico. Il che non sarebbe nemmeno un male. Ma poi si gira sul più bello, sul tiro di Beltran, che decide la partita. A scuola calcio non insegnano queste cose.

HIEN 5 Duello tutto fisico con Nzola. Diciamo che all’attaccante della Fiorentina arriva poco, anche per merito suo. Ma non è pulito come sempre, pare dover dare il massimo e anche di più per avere la meglio del viola, che non è certo Kane. L’errore decisivo è tutto suo. Goffo, goffissimo, nel gol della Fiorentina. Interviene talmente male che la prende di braccio, al limite di quello che magari sarebbe stato fallo da rigore. Lontano dal leader della difesa dei mesi migliori.

TERRACCIANO 7 Continua la crescita impressionante di questo ragazzo, che ormai definire “adattato” al ruolo è riduttivo. Perché è vero che lo sia, ma è anche vero che non sembra esserlo. In fase difensiva mette in fila una serie di chiusure da manuale, da scuola di calcio. Legge con attenzione e preventivamente le giocate degli attaccanti della Fiorentina. A tutto questo aggiunge la spinta, quando la partita glielo consente. Bravissimo, è il piccolo gioiello del Verona.

HONGLA 6 Il passo, come sempre è lento. Non ci si aspetta qualcosa di diverso da questo punto di vista. Ma se non altro è discreto nella posizione che mantiene in mezzo al campo. Recupera una buona dose di palloni, non dando però sviluppi offensivi degni di nota. Magari qualche volta in più la gamba dovrebbe metterla con convinzione, senza essere timidino.

FOLORUNSHO 6.5 E’ bravissimo, appena dopo il fischio d’inizio, a procurarsi il rigore, costringendo Terracciano ad atterrarlo. E’ una di quelle partite in cui oltre al fumo c’è anche l’arrosto. Corre tantissimo e ha gamba anche per aiutare la squadra nella fase di maggior pressione. Molto meglio rispetto alle ultime partite in cui sembrava onestamente in difficoltà. Spende tanto, senza perdere lucidità, ma arriva a pochi minuti dalla fine con la lingua che tocca il campo.

MBOULA s.v. (dall’84°)

NGONGE 5 Sbaglia qualcosa di clamoroso sulla doppia ribattuta di Terracciano, che ipnotizza Djuric dal dischetto. Si ripete in altre due occasioni, sciupando palloni più facili da mettere dentro che fuori. Per qualche minuto rimane su quegli errori, poi prova a scuotersi. Va via a Biraghi con più insistenza, ma quando nella ripresa ti aspetti che si prenda il Verona sulle spalle, sparisce. Secondo tempo non pervenuto, purtroppo.

SUSLOV 7 Forse la miglior partita da quando veste gialloblù. Non tanto per l’apporto che dà in fase offensiva, ma per il lavoro clamoroso nella metà campo del Verona. Recupera un numero enorme di palloni e, soprattutto, spegne diverse potenziali azioni pericolose della Fiorentina. Grande condizione fisica e ottimo senso della posizione. Esce dal campo, sacrificato sull’altare dell’equilibrio, con Dawidowicz che fa a incollarsi su Barak.

DAWIDOWICZ 5 (dal 63°) Entra per attaccarsi alle costole di Barak. E si becca subito il cartellino giallo. Inevitabile che questo lo condizioni. Gioca male.

LAZOVIC 5.5 Ci impiega un po’ più del dovuto a entrare in partita, nonostante sia il Verona, soprattutto nel primo quarto d’ora a dominarla. Quando si sveglia, incide e mette in difficoltà i difensori viola. Aiuta dietro nelle poche volte in cui Ikoné prova a far male. Nella ripresa cala un po’ e, come diciamo spesso, da lui ci si aspetta sempre un pizzico in più, viste le sue qualità e i gradi da senatore

SAPONARA 5 (dal 75°) Vero che il tempo a disposizione è poco. Vero che quando entra, due minuti dopo cambia l’inerzia della partita. Ma dimostra di non avere la forza per dare la scossa. Un po’ troppo spaesato.

DJURIC 5.5 Passano pochi secondi e tra i piedi ha il pallone per il vantaggio del Verona. Questa volta, però, il rigore lo sbaglia. Il resto sono un paio di spizzate giuste, ma molte altre meno. Di cross in mezzo, per quello che sarebbe il suo gioco più naturale, non ne arrivano, se non qualcuno di Tchatchoua. Inevitabile, quindi, che sia un po’ pesce fuor d’acqua.

HENRY 5.5 (dal 63°) Lotta e poco più. I compagni non lo aiutano a dovere.

ALL. BARONI 5.5 La prepara bene e i suoi lo dimostrano dai primi secondi. Subito aggressivi, non fanno ragionare i padroni di casa che sembrano undici pugili sull’orlo del k.o. Tantissime occasioni da gol clamorose. Poi non è certo colpa sua se sbagliano tutto quello che si possa sbagliare. Dove sta la sua colpa, se così possiamo chiamarla? La sostituzione scellerata di Suslov, uno dei migliori in campo, per mettere in campo Dawidowicz, su Barak. Un cambio tatticamente non sbagliato. L’errore è il giocatore che sceglie di sacrificare. La legge male, questa è la sensazione. E se esci da una partita così, perdendola pur giocando bene, la cosa si fa preoccupante.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

MONTIPO’ 5.5  Sul primo gol dell’Udinese se ne sta piantato sulla linea di porta, senza nemmeno accennare a un’uscita che sarebbe la cosa più logica. Continua con questo copione per tutta la gara. Mai sicuro, sulle palle alte tentenna troppo. Un po’ meglio tra i pali, ma la sicurezza di altre partite oggi è mancata. Anche sul 3-1 non mi sembrato inappuntabile.

TCHATCHOUA 7 Una bellissima conferma, dopo la prestazione contro il Lecce. Se nella prima parte di gara soffre come tutta la squadra, col passare dei minuti prende forza, coraggio e confidenza con il ruolo che, sempre bene ricordarlo, non è il suo naturale. Quella fascia la fa più e più volte, sempre con la stessa qualità. Ancora qualcosina da fare sui cross, ma sono piccoli dettagli davvero, è questione di centimetri.

COPPOLA 6 In una coppia di difesa del tutto inedita, lui si preoccupa, giustamente, di fare meno errori possibili. Cerca di “limitare” eventuali sbavature e rimane attento per quanto possibile. Sfiora anche il gol di testa, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Di sicuro giocare a due dietro lo aiuta, piuttosto che fare il “braccetto”.

AMIONE 5 In difficoltà fin dai primi minuti. Con Hien infortunato, memore della super prestazione contro il Lecce, dovrebbe essere lui a dare compattezza e forma alla difesa gialloblù. Ma è sempre un passo indietro e recuperare non sempre gli riesce. Spaesato sul raddoppio dell’Udinese, sovrastato da Lucca nel gol del 3-2.

TERRACCIANO 7 Nei primi venti minuti soffre la corsa e la velocità di Ebosele, che è una forza della natura. Cerca di contenerlo in tutti i modi, ed è bravo a prendersi quale falletto che Maresca gli concede generosamente. Poi cambia marcia e costringe l’esterno udinese a rincorrerlo. Sale in cattedra e si affaccia con continuità nella metà campo avversaria. Ciò non gli toglie tre/quattro diagonali difensive da manuale del calcio. Mi piace sempre di più sto ragazzo, piccolo campioncino.

DUDA 5.5 Un gradino e mezzo sotto rispetto alla partita contro il Lecce. Meno organizzato nel dare forma al gioco del Verona, meno veloce nel pensiero e nel far correre la palla. E’ uno di personalità, non si discute, ma a volte questa diventa nervosismo. E quando cede a questo sentimento, si incasina più del dovuto.

FOLORUNSHO 5 + Grave l’errore sul vantaggio dell’Udinese. Si perde in maniera del tutto opinata Kabasele che, solo solo, bello bello, fa il gol più facile della storia, a due passi dalla linea di porta. Questo in un contesto di enorme difficoltà. Prova a metterci la forza fisica, ma non gli basta per rimettere in piedi una partita storta. Pochi gli aiuti anche dal compagno di reparto Duda.

NGONGE 10 Tira fuori la Gioconda, uno di quei gol che sogni quando sei chiuso, da piccolino, nella tua cameretta, con i muri tappezzati dai poster dei tuoi campioni preferiti. Un gol che entra nella storia del Verona e del calcio italiano. A contorno di tutto questo una partita strepitosa, piena di cose, altre venute perfettamente, altre meno. Ma comunque mai banali. Una classe infinita che bisogna essere bravi ad alimentare, non a mortificare. Perché se non gli si può chiedere di essere sempre continuo, non si può rinunciare a certi momenti di magia.

SUSLOV 7 Fino al ventesimo è un fantasma. Lo si vede solo per la miriade di palloni persi malamente. Si sblocca di colpo quando si fa tutta la fascia destra, la mette in mezzo per Ngonge che si procura il calcio di rigore. Da lì in avanti è una crescita continua. Tante belle giocate e la voglia di essere sempre dentro il gioco e la manovra del Verona. Tira fuori il coraggio e non ha paura di sbagliare. Fa cose, spesso bene. Le fa, questo vuol dire tanto rispetto all’apatia dei primi minuti di partita. Assist perfetto per il capolavoro di Ngonge.

LAZOVIC 5 + Per una discreta quantità di cross messi in mezzo ce n’è un’altra di errori banali, di ultimi passaggi sbagliati, di troppa leggerezza nelle decisioni più importanti. Nel primo tempo Terracciano deve tamponare su Ebosele e lui non fa nulla per dargli una mano. Mancano le sue giocate, quelle che creano scompigli, quelle che destabilizzano le difese avversarie. Tante scelte, troppe non azzeccate.

HENRY 8 (dall’84°) Che favola, ragazzi. Dopo aver sofferto per mesi per colpa del ginocchio rotto, si riprende quello che gli è stato tolto, con gli interessi. Segna il gol che lo restituisce al calcio e, contemporaneamente, prende per i capelli un Hellas che stava scendendo all’inferno. Che favola, Thomas. Bentornato.

DJURIC 5.5 Segna il gol che riapre la partita, lo calcia benissimo, non lasciando scampo a Silvestri. Ma arriva troppo spesso tardi all’appuntamento con i tanti cross che spiovono nell’area dell’Udinese. Questa volta le occasioni potenziali ci sarebbero, ma nascondersi dietro gli avversari non vale.

BONAZZOLI s.v. (dal 78°)

ALL. BARONI 6.5 Non si capisce perché il Verona conceda la prima parte del primo tempo all’Udinese. Squadra svogliata, molle, senza nervo. Poi, sotto di due gol, Lazovic e compagni hanno un sussulto d’orgoglio e finalmente rientrano in partita. L’intervallo serve per rimettere in ordine le idee e i risultati si vedono perché il suo Verona domina e trova un pareggio memorabile con Ngonge. Lì manca un po’ la sua impronta. Sì perché si potrebbe vincerla, ma non incide dalla panca, con cambi mirati. Azzecca, però, quello decisivo con Henry, che regala un pareggio fin troppo stretto.

IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

MONTIPO’ 7 Tiene in partita il Verona quando i gialloblù sembrano ormai pronti al baratro. Bravo su Krstovic e mezzo miracolo su Banda. E non sono parate per i fotografi, anzi. C’è davvero poco altro da aggiungere, anche perché sui gol davvero poteva nulla.

TCHATCHOUA 6.5 Le gambe ci sono. I piedi non sempre. Nel senso che ha tante occasioni per mettere dentro bei cross e non sempre le sfrutta a dovere. Però ha davvero una bella corsa e va detto che è adattato da destro di difesa, essendo lui un più incline ad attaccare. Cresce nel corso della partita e nella ripresa a tratti si fa arrembante. Quando aumenterà la qualità, sarà dura tenerlo fuori.

HIEN 4.5 Non so se fosse in condizioni fisiche complicate, ormai si fa fatica a sapere come stiano veramente i giocatori, blindati a Peschiera. Ma se stava bene, c’è da mettersi le mani nei capelli. Ne combina di tutti i colori, sbaglia a ripetizione e soprattutto regala il gol del vantaggi oal Lecce, dimenticando che Oudin non gioca nel Verona. Ma tante altre disattenzioni, che fanno sembrare Amione il degno erede di Nesta.

AMIONE 7 Anche lui spesso brutto anatroccolo, per una partita diventa cigno, facendo sfigurare il tanto più chiacchierato Hien, che sembrava destinato a chissà quali grandi squadre. Attento dall’invio fino a quando Baroni lo richiama in panca, stanco morto. Bravo anche a impostare da dietro, dimostrando un mancino non così malvagio. Deve trovare fiducia e magari non sarà solo una pedina da sfruttare per le emergenze.

COPPOLA s.v. (dal 46° s.t.)

TERRACCIANO 6 Ormai è una certezza di questa squadra. Anche perché seppur non giocando una partita indimenticabile, il suo lo fa eccome. Non tira indietro la gamba, nemmeno se davanti gli si presenta un bulldozer. I vent’anni lo assistono quando deve fare tutta la fascia, ma anche lui non è un super eroe e a volte è costretto a tirare il fiato.

FOLORUNSHO 5.5 Per la quantità di chilometri che corre, dispiace non promuoverlo a pieni voti. Ma l’incertezza su Gonzalez, che viene lasciato tirare indisturbato per il gol del 2-1 del Lecce è troppo lampante. Poi, a dire il vero, comunque, questo sembra il suo modulo. E’ bravo a guardare le spalle a Duda, che ha libertà di fare gioco.

DUDA 7 Eccolo finalmente veramente a suo agio, in un modulo che ne esalta le qualità. Gioca un numero considerevole di palloni, sempre con grande qualità. Costruisce tanto, ma spesso i compagni non colgono. Pericoloso anche quando si affaccia verso la porta leccese. Ha una grande occasione da fuori, ma Falcone fa il miracolo. Ottima anche la palla dopo un errore di Ngonge sottoporta ma anche in questo caso il portiere giallorosso si supera.

SUSLOV 5 Tanto fumo, gran poco arrosto. Si muove tanto, ma di concreto combina poco e non fa di tutto per confermare di essere naturalmente leggerino. Fatica nei contrasti e spesso va a terra troppo facilmente. Ha una buona occasione nel secondo tempo, ma calcia alto.

BONAZZOLI 6 (da 30° s.t.) Subito dentro la partita, a rompere le scatole ai leccesi.

NGONGE 7 Resuscita il Verona, aiutato da Djuric, con un gol da fenomeno, mettendola tra le gambe di Falcone. Nella ripresa ci crede e inizia a fare il funambolo, facendo ammattire i ragazzi di D’Aversa. Batte una punizione sublime, ma il portiere del Lecce è in serata di grazia. Vero che cerca spesso la giocata, ma uno così, quando c’è con la testa, non secondaria come cose, non può stare in panchina.

MBOULA 5 Mica facile giocare dal primo minuto, una partita di una pesantezza determinante per la classifica. Soprattutto se il campo non lo vedi da mesi. E sì che non parte male. Ma poi non dà continuità, non aiutato da una prestazione non certo all’altezza di tutto il resto della squadra.

LAZOVIC 5 (dal 16° s.t.) Ha sul piede un pallone d’oro, ma si impappina sul più bello. Sarebbe stato il gol della vittoria.

DJURIC 6.5 Non è un campione, altrimenti non sarebbe a Verona. Ma a me fa ridere quando ci si accanisce con un giocatore, come se i compagni facessero cose sublimi. Il suo lo fa sempre, ed è quella roba lì, andare a cercare nello sporco della partita, fare a sportellate. Se siete esteti, giratevi dall’altra parte. Fatto sta che c’è lui nei due gol del Verona. Soprattutto, ovviamente, nel secondo, quando si trova finalmente un pallone degno per il suo testone. Continuate a criticarlo, magari non smette di segnare.

ALL. BARONI 6.5 Primo tempo tutto sommato anonimo, con poche idee, secondo decisamente migliore. Cambia modulo e passa alla difesa a quattro. I meccanismi arriveranno, ma, se non altro, nella ripresa i suoi ragazzi ci hanno messo il cuore e si sono comunque trovati a rincorrere, ingiustamente. Il pareggio rompe la serie negativa, ma può anche essere considerato stretto. Ora deve portare avanti con forza le sue idee e non tornare indietro, facendo l’errore di inseguire il fantasma di chi c’era prima.

IL PAGELLONE DI GENOA-VERONA

MONTIPO’ 6 Non ha responsabilità sul gol. Per il resto è chiamato solo all’ordinaria amministrazione. Un paio di parate facili facili, di fronte a un attacco del Genoa che di attacco aveva solo l’appellativo.

MAGNANI 5 Dopo gli errori contro il Monza, l’indecisione che, con quella dei compagni Hien e, soprattutto, Amione, costa la partita al Verona. Prima, è giusto dirlo, aveva salvato un gol sulla linea di porta. Ma è andato in difficoltà spesso e volentieri. Non avere al suo fianco il miglior Hien gli complica ulteriormente le cose.

HIEN 4.5 Inizia anche discretamente, dando l’impressione di avere la situazione sotto controllo. Ma passano i minuti e il leader diventa un debuttante che balbetta. Sbaglia al di là dell’accettabile, ma soprattutto non dà mai la sensazione di essere sicuro. E questo, gioco forza, si riflette su tutto il reparto difensivo.

AMIONE 5.5 Fino al gol di Dragusin è incredibilmente forse il migliore in campo del Verona. Attento, veloce nei recuperi, bravino anche a uscire palla al piede. Poi, però, quando mancano pochi secondi alla fine del primo tempo, si perde Dragusin che, indisturbato batte Montipò. Recupera parzialmente quando salva su una buona occasione di Puscas.

DUDA 5 (dal 70°) Sbaglia tutte le decisioni. Sceglie sempre la giocata più difficile. Lanci lunghi e sperare. Risultati inesistenti.

TERRACCIANO 5 Male anche lui, peccato. Nel primo tempo è un po’ più diligente rispetto a Doig. Se non altro difende bene. Ma nella ripresa diventa arruffone e sbaglia troppo. Soprattutto la più grande occasione del Verona che stampa sul palo, a due passi da Martinez. Poi, questo continuo cambio di ruolo non penso che gli faccia gran bene.

FOLORUNSHO 5.5 In un centrocampo senza fantasia, con Hongla che non dirige il gioco, prova a mettere pezze anche agli errori dei compagni. Questo gli mangia energie fisiche, che tenta di colmare con quelle nervose, richiamando spesso i compagni. Ha reazioni di orgoglio e questo è un buon segnale, ma non bastano a salvarlo.

SAPONARA s.v. (dall’85°)

HONGLA 5 Regista senza ciak. Poche idee, perlopiù confuse. Passo lento e ciondolante, a ritmo con la partita soporifera. Non inventa, non costruisce. Non capisco cosa faccia, onestamente. In precampionato sembrava un altro giocatore. E’ tornato quello dello scorso anno, con qualche prestazione un po’ più accettabile rispetto al passato.

SUSLOV 6 In un primo tempo davvero brutto, è l’unico che prova a tenere davvero vivo il Verona, nel vero senso della parola. Ha la personalità per farsi dare il pallone, ma la sfortuna di avere vicino Doig che fa di tutto tranne che aiutarlo. Ha tempra anche quando deve andare a muso duro sugli avversari. Poi, per carità, non la gioca da fenomeno, ma è difficile capire il suo cambio.

CRUZ 5.5 (dal 62°) Baroni lo mette largo a sinistra. Scelta che non paga dividendi, citando Flavio Tranquillo.

DOIG 4 Leggo un po’ qua è un po’ là gente che dice “basta Faraoni, per favore”. Io stesso sono stato critico ultimamente col capitano, chiedendo per lui un po’ di riposo. Incomprensibile però il credito del quale goda a questo punto della stagione lo scozzese che, a conti fatti, ha giocato tre, quattro partite buone da quando è a Verona e poco più. Mi sembra un grande abbaglio. Non spinge, non copre, non azzecca un cross, sbaglia i palloni più facili. Forse è solo in confusione, allora qualcuno gli dia una mano non a ritrovarsi, ma a trovarsi.

FARAONI 6 (dal 62°) Che sia questo il suo ruolo, al momento, nel Verona? Entrare a partita in corso portando qualità che rimangono importanti. Crossa bene, prova l’assalto finale. Non basta.

BONAZZOLI 5 E’ il primo a pagare un primo tempo in cui il Verona ha giocato una partita sicuramente non brutta come quella contro il Monza, ma pur sempre sottotono. Non entra nel gioco, non si trova con Djuric, non si crea occasioni, ne spreca un paio potenzialmente buone per poca lucidità. Insomma, dura per lui che non riesce a incidere come Verona si aspetterebbe.

NGONGE 6 (dal 46°) I primi cinque minuti della sua partita sono scintillanti. Sembra poter cambiare le sorti della partita con le sue sfuriate. Trova, però, poco supporto dai compagni e quindi a volte tende a incaponirsi, tenendo troppo il pallone. Se non altro non è indolente. Rimane un problema capire perché non riesca più a trovare continuità.

DJURIC 5 + Il primo tempo è un supplizio. Assurdo che debba essere lui a dettare il contropiede del Verona. Uno alto due metri non può farlo. I cross arrivano tutti dalla trequarti, non ne becca uno. E la mobilità, si sa, è quella che è. Nella ripresa il Verona gioca un pelo di più sugli esterni e sembra entrare maggiormente nel gioco. Ha una grande occasione di testa, ma Martinez fa il miracolo.

ALL. BARONI 5 Era impossibile fare peggio della partita contro il Monza. Il suo Verona, nella prima mezz’ora sembra almeno più compatto e più voglioso. Non c’è però gioco, non ci sono idee dalla metà campo in su e la difesa è diventata un colabrodo. Prova a ribaltarla dalla panchina, ma anche qui le decisioni sono discutibili, oltre che tardive. Doveva dimostrare di avere la situazione ancora in pugno. Non ci è riuscito. Difficile che la società lo confermi.