IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

MONTIPO’ 5.5 Nei primi due gol ha nessuna responsabilità. Si fa sorprendere sul tiro da centrocampo di Biraghi, che trova un gol stratosferico, aiutato anche dal portiere gialloblù. Ininfluente, comunque.

MAGNANI 6 Onestamente il meno peggio della difesa che nel primo tempo prende sberle a destra e sinistra. Regge il passo di Gonzalez, che dei tre attaccanti della Fiorentina è quello che si esalta meno. Per carità, non la partita della vita, ma il più lucido della retroguardia. Cambio che ho capito poco.

BRAAF 5 (dal 1° s.t.) Tanto rumore per nulla.

HIEN 5 Si perde Cabral in occasione dello 0-2. Non lo marca proprio e mi domando se sia un errore tecnico o di testa. Perché in serie A è difficile pensare di poter prendere gol del genere. Oltre a questo, dà sempre la sensazione di essere in difficoltà, ma sicuro delle proprie giocate. Partita pessima, su tutto i fronti.

DAWIDOWICZ 4.5 Ikone nel primo tempo gli fa uscire il sangue dal naso. Se lo perde sistematicamente, fin dai primi minuti. L’attaccante viola ha un altro passo e si vede in maniera schiacciante quando mette il turbo, entra in area di rigore e serve un assist al bacio a Barak. Cambia posizione nella ripresa, ma non la sua partita.

FARAONI 4 Abbiamo invocato il suo ritorno in campo a gran voce, consapevoli e convinti di quanto possa essere fondamentale per questo gruppo. Ma quello visto contro la Fiorentina è veramente lontano anni luce dal vero Faraoni. Non in condizione, sbaglia giocate e idee. Serve che trovi prima possibile la forma migliore, perché così è poco utile alla causa.

ZEEFUIK s.v. (dal 35° s.t.)

DUDA 6 L’unico, insieme al compagno di reparto Tameze, a salvarsi in una partita persa tatticamente e mentalmente. La sensazione è che i compagni non si siano ripresi dall’errore clamoroso di Lasagna, mentre lui e Adrien hanno comunque fatto di tutto per tenere la barca a galla. Dal suo destro una gran bella occasione che Terraciano smanaccia in angolo.

TAMEZE 6 Vale per lui lo stesso identico discorso fatto per Duda, parola per parola. Se Duda è più propenso in avanti, lui dà una grande mano dietro, per evitare che la sconfitta si trasformi in un’imbarcata.

DOIG 4.5 Sbaglia di tutto e di più, corre a vuoto e fatica tremendamente a tenere Dodo che, appunto, lo costringe al cartellino giallo. Offensivamente non pervenuto, difensivamente idem. Nervoso, rimane nello spogliatoio dopo il primo tempo.

CABAL 5.5 (dal 1° s.t.) Grande occasione per riaprire la partita, ma spara alto. Dietro prova a tamponare, ma sembra spesso in apprensione.

NGONGE 5 Dopo le prime due partite scintillanti, due prestazioni non all’altezza di ciò che ci aveva fatto vedere. Gioca tantissimi palloni, ma lucidamente gran pochi. Tenta anche la conclusione verso la porta, ma sembra più qualcosa di disperato che di costruito. Abbastanza monotematico nella costruzione delle occasioni: punta e rientra sul sinistro. Ormai ci cascano in pochi.

VERDI s.v. (dal 27° s.t.)

LAZOVIC 6 – Tante cose potenzialmente buone passano dalle sue giocate. Penso all’assist meraviglioso che Lasagna pensa bene di sciupare in maniera fantozziana. Penso a tanti altri cross interessanti che si spengono nel nulla, soprattutto per carenza dei compagni. Nei contrasti è un po’ mollo, poco convinto, spesso tira indietro la gamba. Deve fare di più, sia chiaro, ma meno peggio di tanti altri compagni, che oggi nemmeno sono scesi in campo.

LASAGNA 4.5 Ha due occasioni: una buona, l’altra clamorosa. Il risultato in entrambi i casi è lo stesso. Imperdonabile l’errore sul colpo di testa, visto che era solo, a due metri dalla porta, col più facile dei palloni da mettere dentro. Da lì non si riprende più. Gioca in stato confusionale e si vede. Il linguaggio del corpo è sempre lo stesso, remissivo. Ma non è l’unico colpevole di questa situazione. Ci mettono gran parte di responsabilità Zaffaroni e Bocchetti.

GAICH 5.5 (dal 19’ s.t.) Un palo e poco più.

ALL. ZAFFARONI 4.5 Troppo facile gettare la croce addosso solo a Lasagna. Perché mettere in campo lui se ormai da mesi si è scelto di puntare su un altro tipo di attaccante, strutturato fisicamente, capace di spizzarla per i compagni? Dove sta la logica? Perché cambiare Magnani, l’unico che si stava salvando dietro? Italiano ha vinto tatticamente. Dopo lo 0-1 la partita è finita e, sia lui, sia Bocchetti non sono stati in grado di trovare valide contromosse. Preoccupante in vista dello spareggio salvezza di La Spezia.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 6.5 Due belle parate, equamente suddivise nei due tempi di gioco: nel primo su El Shaarawy, nella ripresa, pazzesca, su Ibanez, che da due passi, di testa, trova la manona del portiere gialloblù. Sicuro in ogni situazione, chiamato spesso a giocare coi piedi. Non può nulla in occasione del gol. Portiere che sta diventando sempre più affidabile

MAGNANI 6 Ha da marcare El Shaarawy che, mi sbilancio, non mi pare più sto gran fenomeno, ammesso che lo sia mai stato. Non deve emulare le sette fatiche di Ercole e col minimo sforza riesce a domare il fantasista giallorosso. Continua ad avere continuità che è fondamentale le suo percorso di autostima.

HIEN 5 Sempre in difficoltà, sempre in ritardo. Si pensava che con Belotti in campo potesse andare più sul sicuro e invece proprio lì sono cominciati i suoi problemi. Un cartellino giallo rimeditato proprio per un fallaccio sul Gallo finisce per condizionarlo pesantemente. In un altro paio di situazioni rischia il rosso. Per evitare di rimanere in dieci, Zaffaroni lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

COPPOLA 6 (dal 46’) Belotti perde tempo soprattutto a lamentarsi e a fare falli, per poi infortunarsi da solo. Il ragazzino lo segue senza affanno e tanto basta per rendere innocuo il bomber (?) della Roma.

DAWIDOWICZ 6 Forse un pizzico in ritardo su Solbakken, ma possiamo parlarne allo sfinimento. Personalmente è più merito del gigante della Roma che demerito del nostro “Paperino”. Per il resto gioca una gara onesta, non bella e pulita, ma comunque efficace. Non concede grandi cose. Si ritrova anche sottoporta avversaria, ma i piedi sono quello che sono.

DEPAOLI 5 Mai in partita, spesso impreciso. Non incide né in fase offensiva, né difensiva. Aggiunge poco a una partita difficile di per sé per il Verona e quello che di giocabile gli passa per i piedi non lo sfrutta al meglio. Stanco, forse. Con Faraoni ormai pronto al rientro, ci sta che rifiati anche lui dopo la grande rincorsa di queste settimane.

DUDA 5.5 Inizia benissimo, con la solita sapienza calcistica, con quella capacità di diventare metronomo e dettare la velocità del gioco gialloblù. Ma quando la Roma alza la qualità e ci mette forza fisica

TAMEZE 6.5 Il migliore del Verona, insieme a Montipò. E’ ovunque, con grande autorevolezza, soprattutto nella prima parte di quarantacinque minuti iniziali. Ma anche quando i compagni iniziano a soffrire, lui rimane aggrappato alla partita, con grande determinazione e corsa. Questa volta Duda non lo aiuta, si mette in proprio ed è l’ultimo ad arrendersi a un risultato che ci poteva anche stare, ma che brucia.

DOIG 5 Anche questa è una notizia, una sua partita sottotono. La sensazione è che fisicamente sia scarico, molto scarico. Non ha la corsa dei giorni migliori e anche la precisione è quella che è. Sbaglia un numero gigantesco di palloni e e ha sempre un tempo in più per ogni giocata. Ci sta la giornata storta, per carità, ma dispiace perché aveva tutto per fare meglio.

ABILGAARD s.v. (dall’84’)

NGONGE 5.5 Dopo due partite da stropicciarsi gli occhi, la prima mezza stecca dell’attaccante gialloblù. Che, a dire il vero, parte discretamente bene e sembra poter creare scompiglio. Ma così non è e fatica parecchio a innescarsi. Lo fa una volta si e tre no. In difficoltà in prossimità dell’area giallorossa, si sacrifica, in maniera tutto sommato, corretta, in fase difensiva.

KALLON 5.5 (dal 76’) Vivace ma poco preciso.

LAZOVIC 6 – Primo tempo a sprazzi, secondo, fin quando è rimasto in campo, migliore, con qualche idea in più tra i piedi. A un certo punto, dei tre davanti, sempre il più ispirato, ma sul più bello Zaffaroni lo richiama in panchina. Senza non apprezzare e anche io ho fatto fatica a capire la sostituzione.

BRAAF 5.5 (dal 60’) Ha una grande occasione in area romanista, ma la gestisce come peggio non poteva fare. Volontà sì, concretezza anche no. Non ho ancora capito “cosa” sia.

GAICH 5 Troppo debole la scusa delle botte, delle manate, degli strattoni, delle spinte che gli riservano, alternandosi, Smalling e Mancini. Devi aspettarti un trattamento simile. E, invece, lui si fa trovare impreparato e perde tutti gli scontri fisici. Quando si ritrova il pallone tra i piedi non sa cosa farsene e fatica anche a giocare di sponda coi compagni. Decisamente non la sua serata.

LASAGNA 5.5 (dal 60’) Ha poche possibilità di rendersi pericoloso. Non fa gli straordinari per andare a rimediarsele.

ALL. ZAFFARONI 5.5 I suoi partono bene e sembra possano davvero portare qualcosa di importante da questa trasferta. Ma quando la Roma alza i giri, tira fuori muscoli e qualità, la squadra fatica a reggere l’urto. Così così i cambi, soprattutto quello di Lazovic, tolto nel momento in cui sembrava stesse crescendo. L’impressione è che i gialloblù abbiano pagato un calo fisico, comprensibilissimo dopo questa grande rincorsa. Ci sta perdere a Roma. Ora bisogna resettare e ripartire.

IL PAGELLONE DI VERONA-SALERNITANA

MONTIPO’ 9 Per lunghi minuti spettatore non pagante. In una parata sola può racchiudersi tutta una stagione, da qui in avanti. Con la punta della scarpa sinistra devia quel tanto che basta un destro battezzato di Piatek. La dove noi abbiamo visto il gol subito, lui tirato fuori il miracolo che permette ancora di più al Verona di credere in questo miracolo folle.

MAGNANI 7 Fondamentale per lui sentire la fiducia del mister. E mi sembra che la cosa sia ormai evidente. Gioca un’altra grande partita, nella quale sbaglia niente. Sempre coi giri giusti, sempre pulito in ogni intervento con palla a terra o per aria.

DAWIDOWICZ 6 (dal 20’ s.t.) Solito eterno gladiatore.

HIEN 7 Si prende cura di Bonazzoli, che è uno veloce, velenoso e sempre pericoloso nell’attaccare gli spazi. Il duello lo vince lui, senza dubbio. Una sola sbavatura, che rischia di essere determinante, su Piatek. Ma ci pensa Montipò a evitargli la figuraccia.

COPPOLA 6.5 Bene anche lui, davvero. Sorprende per eleganza negli anticipi, ma anche per l’inclinazione a impostare da dietro. Per carità, i piedi non sono educatissimi, ma è veramente efficace e di errori se ne vedono gran pochi.

DEPAOLI 6 + Attento su Bradaric, che ha davvero un bel sinistro ed è capace di cross pericolosissimi. E’ bravissimo nell’azione del gol di Ngonge. Fa un taglia dentro, attirando su di sé l’avversario e liberando quindi Ngonge che, solo soletto, la mette dentro. Ci starebbe anche mezzo voto in più ma sciupa una grandissima occasione a due passi dalla porta di Sepe.

DUDA 7.5 Che partita ragazzi, clamorosa. In mezzo al campo è un professore e la sua sola presenza libera Tameze di ogni incombenza di costruzione di gioco. Rallenta quando serve, accelera quando serve. Furbo quanto basta per prendere falli importantissimi in occasioni delicate. Sa giocare a calcio, eccome. E con lui tutti giocano meglio. Rischia anche di segnare.

VERDI s.v. (dal 41’ s.t.)

TAMEZE 7.5 Che spettacolo. E’ dappertutto, letteralmente in ogni zona del campo. Ma incide in particolar modo dietro, dando una mano determinante in fase difensiva. Movimenti da stopper nato, sceglie sempre e comunque i tempi giusti. Gioca con una tranquillità quasi impossibile per una gara del genere, mai si fa prendere dal panico. Beneficia più di tutti della vicinanza di super Duda.

DOIG 6.5 Meno “bello” da vedere rispetto al solito, ma, come sempre, c’è. Come, ad esempio, in occasione del gol: e’ suo il colpo da biliardo che libera Lazovic, bravissimo poi a confezione un assist gol capolavoro. Meno qualità, più quantità e i soliti chilometri interminabili su quella fascia sinistra.

FARAONI s.v. (dal 41’ s.t.)

NGONGE 7.5 Seconda partita da titolare, secondo gol consecutivo. Ma, citando parzialmente Jo Squillo, oltre questo c’è molto di più. Soprattutto in un primo stellare in cui fa ammattire ogni giocatore con la maglia bianca addosso. Sotto porto ha fiuto, ma anche da lontano ci prova spesso e volentieri. Il Verona (pardon, Sogliano) ha trovato uno forte forte. Cala fisicamente, ma spende davvero tanto. Che bello veder giocare sto ragazzo.

LASAGNA s.v. (dal 32’ s.t.)

LAZOVIC 7.5 Quell’assist lì è un’opera d’arte, un suo marchio di fabbrica unico. Ed è l’ennesima volta, da quando il campionato è ripartito, che c’è lui nei gol del Verona. Imprendibile davanti, monumentale quando la squadra deve soffrire, stringere i denti per portare a casa una vittoria che rischia davvero di cambiare definitivamente questa stagione disgraziata.

GAICH 6.5 non inizia benissimo, sbaglia un paio di palloni facili facili. ma, si sa, l’emozione può giocare brutti scherzi. Passano i minuti e capisce cosa deve fare e lo fa bene. Per attitudine sembra di vedere Simeone, anche se la qualità non è esattamente la stessa. Però si batte come un leone su ogni pallone e ha anche una buona occasione per fraccarla, ma colpisce sporco.

ABILDGAARD 6.5 (dal 20’) Entra davvero bene, ci mette fisico ma anche qualità. Bene bene.

ALL. ZAFFARONI 7.5 Inizia meglio la Salernitana, più sciolta, brava a giocare a due tocchi, al massimo. Ma dopo venti minuti c’è solo una squadra in campo ed è la sua. Tante, tantissime occasioni per rendere il risultato ancora più rotondo. Il Verona gioca e gioca bene, diretto con eleganza da Duda e reso piccante da Ngonge. Vada come vada, questa squadra è rinata, è viva e ci crede sempre più. Perché non rinuncia a lottare quando le cose rischiano di mettersi male. Terza partita delle ultime sette senza subire gol.

IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

MONTIPO’ 7 Ennesima partita di grande livello, di grande attenzione. Bravo nelle uscite alte, soprattutto quando la sua area si trasforma in una tonnara. E sbaglia nulla anche quando i compagni lo chiamano a usare i piedi. Dimostra grande sicurezza e grande fiducia. Ripagato del lavoro fatto in questi mesi. Bravo a tapparsi le orecchie e a non ascoltare critiche ingiuste.

MAGNANI 7.5 Che bello vedere Jack tornato a essere un giocatore importante per questa squadra. Sulla sua strada c’è l’ex più atteso, Zaccagni. E al talentino romagnolo va decisamente male perché Giangiacomo è in serata di grazia. Bravissimo, inutile dire molto altro. Se non che in una sua escursione in area avversaria subisce un fallo molto dubbio, invertito da Ayroldi.

HIEN 7 A dire il vero non parte affatto bene. Un paio di svirgoloni fanno pensare a una serata da incubo. E invece rimette le cose al loro posto, prende le misure a Immobile che di palloni ne vede pochi e si limita, come sempre a lamentarsi e protestare con l’arbitro, sua miglior dote.

COPPOLA 7 – Un “meno” perché si perde Pedro in area di rigore, con lo spagnolo che si inventa un gol bellissimo. Ma a ben guardare è l’unica vera nota semi stonata di una partita comunque di altissimo livello. Contando, tra l’altro, che da tantissimo non giocava una gara intera. Bravo anche a imbeccare gli attaccanti, con passati che dai suoi piedoni nemmeno ci si aspetterebbe.

CECCHERINI 6 (dal 35’ s.t.) Lotta con i compagni.

DEPAOLI 6.5 Buonissima partita per uno dei gregari più affidabili della squadra. Bravissimo ad aiutare in fase difensiva, si trova, però, sul destro una delle più grandi occasioni della partita del Verona e solo Provedel si mette di traverso a strozzargli in gola la gioia del gol.

DUDA 7 Un giocatore vero, pronto, che vedi poco ma che sbaglia quasi nulla. Gioca facile, senza supercazzole e ghirigori di chi devo convincere gli altri di saperci fare col pallone. Segue Luis Alberto e non sfigura, anzi. Piedi educati e corsa leggera, non ha certamente un fisico da colosso, ma pensa prima degli altri. Con lui, fatalità il Verona ha giocato meglio. Un caso?

TAMEZE 7.5 Signori e signori, vi ricordate di questo fenomeno? Perché pare che sia davvero tornato. Non so quanti chilometri faccia e non so come sia in grado di mantenere sempre una qualità pazzesca. Anche perché, signori, di fronte ha uno dei più forti centrocampisti al mondo, Milinkovic Savic. Sente di aver al suo fianco un signor giocatore come Duda e questo gli permette di muoversi con grande efficacia. Lascia tutto quello che ha sul campo.

SULEMANA s.v. (dal 41’ s.t.)

DOIG 7 Se non sbagliasse un gol già fatto e uno quasi, la sua partita sarebbe da dieci. Perché, appunto errori a parte, quella fascia è solo ed esclusivamente sua, la domina in lungo e in largo, facendo venire un gran mal di testa a Marusic che non ci capisce una mazza. Una serie infinita di cross, uno più bello dell’altro, tutti potenziali assist. Uno spettacolo vederlo in campo, davvero.

NGONGE 8 Pazzesco, servono poche altre parole. Fa capire subito che la sua sarà una partita indimenticabile, perfetta. Una grand botta da fuori, col miracolo di Provedel, una miriade di giocate, scatti, finte, tutto l’arsenale dell’attaccante. E poi il gol che fa esplodere di gioia il Bengodi. Questo è forte, fortissimo. Qualità e ignoranza calcistica. Quando vede la porta, tira. Ngonge, o se volete “Ngolge” is on fire.

GAICH 6 (dal 23’ s.t.) Solo uno spezzone, ma, effettivamente, non aveva torto Sogliano: ha una voglia pazzesca.

LAZOVIC 7 Gioca dietro le due punte e molte volte il suo compito è controllare la fonte di gioco laziale. Ma quando può fa valere le sue qualità offensive. Dal suo piede parte l’assist decisivo per il gol del pareggio segnato da Ngonge. Passano due minuti e il suo destro a giro si stampa sul palo alla sinistra di Provedel, clamorosamente battuto. Esce sfinito.

ABILDGAARD s.v. (dal 35’ s.t.)

LASAGNA 6 Finalmente prima punta, ci si aspettava tanto da lui. Riesce a innescarsi solo a singhiozzo, però, ma dimostra di poter mettere in apprensione la difesa della Lazio, quando può. Deve ritrovarsi di testa, penso che questa sia la chiave.

ALL. ZAFFARONI 7.5 Almeno tre occasioni da gol clamorose nel primo tempo. Un gol nel secondo. Un palo pazzesco di Lazovic. Episodi più che dubbi in area laziale. Questo Verona meritava la vittoria, non temo smentita. E inoltre gioca la partita più bella della stagione. Continua la striscia positiva, i gialloblù rosicchiano un altro punticino a chi sta davanti, che comincia a sentire il fiato sul collo.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

MONTIPO’ 7 +  Questo pareggio, che conta quasi come una vittoria, è per buonissima parte merito suo. Perché quando l’Udinese decide di mettere lì il Verona, lui non arretra e difende la porta con i guantoni e con i denti. Bellissime parate, tutte determinanti. Questo ragazzo è sempre più una sicurezza, nonostante i soliti noiosi e ripetitivi si ostinino a definirlo un bidone.

MAGNANI 7 L’inizio non è dei migliori, perché si trova sul groppone, in maniera forse un po’ esagerata, un cartellino giallo pesantissimo. Però è bravo a non farsi condizionare e, testa bassa, non si fa prendere dal panico. In alternanza su Success e Beto, soffre pochissimo ed è bravo a farsi sempre trovare al posto giusto, con i giri giusti. Bravo.

HIEN 6 – Dopo una serie di ottime prestazioni, trova Beto, che è un gran bell’attaccante, forte fisicamente, ma anche dotato di buona tecnica. Soffre, ma non sbraca e in qualche modo prende le misure. Nei minuti finale, quelli idealmente più difficili, è attento, rassicurato anche dalla presenza di Magnani.

CECCHERINI 5 In ritardo siderale sul gol di Samardzic, si prende anche il giallo per fallo su Arslan, condizionando inevitabilmente la sua partita. Sempre in difficoltà, sempre un passo indietro, questa volta non riesce a metterci la solita toppa. Dopo l’intervallo rimane nello spogliatoio.

COPPOLA 6 (dal 46′) In campo dopo tantissimi mesi, sembra non aver perso la confidenza col rettangolo di gioco. Fa il suo senza strafare, ma badando alla sostanza.

DEPAOLI 5 E’ un onesto operaio del calcio, che quando il livello della squadra si alza riesce a dare il suo contributo. Difficilmente riesce a fare la differenza quando le cose vanno male. Succede questo anche contro l’Udinese. Più preoccupato a rinculare che a proporsi in avanti, litiga col pallone in più di un’occasione. Fino a quando è costretto a lasciare il campo per infortunio.

TERRACIANO 6 (dal 58’) A parte il tacco iniziale, che fa imbestialire soprattutto il nostro Stefano Rasulo, entra bene in campo, con la giusta attenzione.

TAMEZE 5.5 Può poco contro lo strapotere del centrocampo udinese. Fatica tremendamente a reggere l’urto, con le gambe che stentano a girare. Corre, ma lo fa a vuoto, senza un vero senso. La cosa positiva è che aggiusta la prestazione nel corso della gara, non mollando mai, soprattutto nei secondi finali, quando conta più il cuore delle gambe.

SULEMANA 5 Preso letteralmente a schiaffi dal centrocampo friulano. Non ci capisce nulla, dall’inizio, fino a quando non lascia il campo. Ci si aspetta tanta corsa, tanta aggressività, ma la realtà è che sembra un pulcino bagnato di fronte agli avversari. Paga, evidentemente l’inesperienza. Anche da partite così avrà tanto da imparare.

DUDA 6.5 (dal 58’) Attenzione signori, perché questo è buono. In pochi minuti ha fatto vedere di avere qualità interessanti, che possono diventare fondamentali per la missione impossibile del Verona. Tempi di gioco e senso della posizione.

LAZOVIC 6 Sì ok, il gol (grazie Becao), però anche lui fatica a reggere, a un certo punto, lo tsunami Udinese. Un po’ si perde, ma ha l’esperienza e la qualità per ritrovarsi. Nella parte finale, infatti, il Verona potrebbe addirittura trovare qualcosa in più del punto, comunque prezioso. E tanti palloni passano dai suoi saggi piedi. Però, è stata dura anche per lui.

LASAGNA 5 Io ho sempre contestato una cosa di Kevin: l’atteggiamento. Sarà questione di carattere, non discuto. Ma serve un altro spirito per meritarsi la maglia da titolare. E’ inutile che si dica “in allenamento è sempre il migliore”, perché questo non si trasferisce alla partita. Sbaglia tanto, tantissimo. Anche occasioni importanti. Scelte spesso incomprensibili. Forse ha la testa da qualche altra parte e forse, sarebbe giusto, anche per lui, cambiare aria.

BRAAF 5.5 Parte discretamente bene, dimostrando di aver già, più o meno, capito i meccanismi della squadra. Passano i minuti e si ingarbuglia, così come tutto il Verona però. Il debutto non passerà agli annali del calcio mondiale, però diamogli un attimo di tempo per capire che giocatore sia.

NGONGE 6.5 (dal 73’) Visto che Duda non mi pare si possa definire una sorpresa, direi che sia lui la più bella scoperta di questa partita. Dentro in corsa, e si porta a casa la migliore occasione del Verona, con Silvestri costretto al mezzo miracolo. Ma poi ancora tante cose davvero interessanti. Quel sinistro promette bene.

DJURIC 6 + Praticamente mai pericoloso. E per un attaccante non è che sia un dettaglio da niente. Però mi dite cosa si possa imputare a questo ragazzo? Io, francamente, nulla. Perché lotta su tutto quello gli passi a tiro, tutto. Non si risparmia un instante, prende tante di quelle botte da stendere un bisonte. Si spacca l’arcata sopracciliare, giocando buona parte del secondo tempo con un turbante fastidiosissimo. Eppure non arretra di un passo. Solo applausi per lui. Questo è l’atteggiamento che si vuole vedere.

PICCOLI 5.5 (dall’87’) Difficile fare il salvatore della patria. Non è il suo ruolo.

ALL. ZAFFARONI 6.5 Un pareggio che vale molto più del punticino, che comunque muove la classifica. Il Verona è brutto, ma sa soffrire, nonostante sembra che possa crollare da un momento all’altro. Era importante non perdere: missione compiuta. Ottime le risposte dai cambi. Si abbia anche il coraggio di provarli presto dal primo minuto. Con lui il Verona è rinato, è stato bravo a portare serenità nello spogliatoio.

IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

MONTIPO’ 7 Una parata, determinante, su Blind. Tanto basta per tenere il risultato in cassaforte. In generale tanta sicurezza e tanta fiducia in se stesso.

DAWIDOWICZ 5.5 Non attento come il solito. Di Francesco lo brucia in un paio di situazioni, in una delle quali si becca anche il giallo che lo terrà fuori la prossima per squalifica. Anche se forse ci avrebbe pensato comunque l’ennesimo infortunio che lo costringe alla bandiera bianca.

MAGNANI 6.5 (dal 29’ p.t.) Entra a freddo per l’infortunio di Dawidowicz, ma ci impiega pochi minuti a entrare nel clima giusto. E’ attento e bravo anche a far valere la sua tecnica, non sempre riconosciuta. Con la giusta concentrazione sa sempre fare la differenza. In passato gli è mancata ogni tanto. Ma non è semplice farsi trovare pronti quando giochi solo a sprazzi. Oggi ci è riuscito alla grande.

HIEN 7.5 Ennesima partita da fuoriclasse, sempre più dentro le idee tattiche e tecniche di questo Verona. Una presenza che inquieta e intimorisce gli attaccanti del Lecce, su tutti Colombo che se ne torna a casa col mal di testa. In 100 minuti di gara, va in blackout solo in un paio di occasioni che rischiano di rovinare tutto. Ma è solo un passaggio a vuoto, che colma con una ripresa da leader assoluto

CECCHERINI 6.5 Ho una simpatia per il Cecche, che va sempre oltre a tutto, anche alle proprio capacità. Sente la grande fiducia del tecnico e ripaga sistematicamente con prestazioni attente, agguerrite e mai sopra le righe. Non gli interessa infiocchettare la giocata. Conta solo l’efficacia del risultato finale.

DEPAOLI 6.5 Sono sincero, fino al gol che ha sbloccato la partita, non mi è  piaciuto affatto. Mai incisivo, mai efficace, ma capace di creare superiorità, né di mettere dentro palloni invitanti. Quel colpo di testa, che gela Falcone, è la svolta della sua partita, che cambia radicalmente. Perché oltre al suo personale sigillo, va vicino alla doppietta con altre due belle sberle da fuori. Ma ci sono tante altre cose buone nella prestazione del vice Faraoni.

TAMEZE 6 + Un primo tempo terribilmente condizionato da un cartellino giallo ingiusto. Ne sente il peso e va con il motore a un cilindro. Tira spesso indietro la gamba per paura di fare la frittata. Meglio nella ripresa, quando si scrolla di dosso la paura e torna a essere presente, soprattutto di fisico. Esce per non rischiare di rimanere in dieci nel momento più difficile della partita.

TERRACIANO s.v. (dal 34’ s.t.)

ILIC 7 Primo tempo orribile, forse il peggiore della sua stagione non esaltante. La scossa nella ripresa con quella traversa che sta ancora tremando. Poi la cosa più bella della sua partita, quell’assist clamoroso per Lazovic, che non se la fa sotto e segna il 2-0 definitivo. Tante giocate di qualità, come se di lì in poi si fosse scrollato di dosso tutta la negatività. Saluta il Bentegodi e il Verona con una vittoria fondamentale. Il suo futuro avrà altri colori.

DOIG 8 Un fenomeno. Non solo per quel cross a brioche, perfetto per il testone di Depaoli. Ma per tutto quello che fa in campo. Non sbaglia nulla, azzecca tutte le giocate, con una qualità che meriterebbe sicuramente un palcoscenico migliore. Ma ben venga che addosso abbia la maglia gialloblù. Con la speranza che rimanga la stessa fino al termine della stagione. Che bello vederlo sgroppare in campo libero. Poesia in movimento.

LASAGNA 6 Dal primo minuto dopo un’eternità, fa subito vedere la sua proverbiale voglia di fare, che, effettivamente, non gli è mai mancata. Un po’ arrugginito, ma quando può strappare diventa un pensiero per i leccesi, che possono solo abbatterlo. Sotto porta gli manca il guizzo, fatica ad arrivarci con qualità, ma rimane difficile da marcare.

KALLON 6 (dal 24’ s.t.) Mette vivacità.

LAZOVIC 6.5 Riscatta un primo tempo così così, con una ripresa più vigorosa e più centrata. Egoista, nella prima parte di gara, quando prova il pallonetto, facendosi ingolosire, e non la dà a Lasagna, solo davanti a Falcone. Ma si fa perdonare col gol del 2-0 che restituisce al Verona sicurezze perse da mesi.

SULEMANA 6 (dal 24’ s.t.) Grinta e muscoli.

DJURIC 6.5 La finiscano tutti quelli che si sono riscoperti buongustai, gente col palato fino, esperti che vogliono il bel gioco, gli esteti del calcio. Questo armadio a tre ante non è bello da vedere. Tecnicamente è discutibile. Eppure le prende tutte lui, si danna come un leone, prende scarpate e strattoni, con La Penna che, puntualmente, si gira dall’altra parte. Io me lo tengo stretto, perché il Verona ha bisogno di questo tipo di giocatore. Non bello, ma perfetto per questa sporca missione. Fango sulla faccia e muti verso la salvezza.

HENRY s.v. (dal 38’ s.t.) Che peccato per questo ragazzo. Sfortunato sportivamente e ora anche per un infortunio che rischia di mettere fine alla sua stagione. Il ginocchio ha fatto crac, bisogna capire in che misura. Una mazzata anche per le strategie di mercato del Verona, che, di fatto, lo aveva già piazzato. Era necessario fargli fare quei pochi minuti?

ALL. ZAFFARONI 8 Da qui alla fine, saranno tutte le partite più difficili del campionato. I suoi ragazzi ne hanno vinta una davvero fondamentale per il futuro di questa squadra. Bravo perché sta dando continuità di formazione e di prestazione, smettendola con assurdi esperimenti. Quattro partite, sette punti, due gol subito. Bravo anche perché misura sempre le parole, riuscendo a non mettere sulle spalle dei suoi ragazzi il peso di tutto il mondo.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

MONTIPO’ 6 Prende gol a freddo, quasi senza accorgersene, non protetto a sufficienza dalla difesa. Non si segnala per altri parate degne di nota, l’Inter non lo mette in ansia come ci si sarebbe potuto aspettare. Attento nelle uscite, discreto coi piedi.

DAWIDOWICZ 6 Avere a che fare con Lautaro o Dzeko non è certo come prendersi cura degli attaccanti della Cremonese. Eppure, con il solito cuore, con mestiere, non si scompone più di tanto e finché rimane in campo il suo lo fa. Si becca un giallo e il rosso glielo evita Zaffaroni richiamandolo in panchina prima della fine.

MAGNANI 6 (dal 65’) Attento e nulla più.

HIEN 6.5 Dopo aver dubitato di lui, finalmente abbiamo capito di che pasta sia fatto. Dalla ripresa del campionato ha messo in chiaro che il centro della difesa sia affare suo. A turno su Dzeko o Lautaro, è sempre bravo nel tenere la testa alta e la posizione giusta del corpo. Mi auguro che non si cede alla tentazione di fare cassa anche con lui.

CECCHERINI 6 + Quel “più” se lo merita per la solita voglia di andare sempre oltre, di non pensare ai limiti tecnici, che ormai sono conosciuti anche ai ciuffi d’erba. Quando il Verona nella ripresa si affaccia con più convinzione nella metà campo nerazzurra, lui accompagna l’azione, con estrema generosità, spendendo tantissimo. Tant’è che finisce con i crampi. Ma sta diventando davvero un elemento dal quale non prescindere.

DEPAOLI 5 Non basta fare sempre il compitino, soprattutto quando davanti hai dei campioni. A San Siro sono venuti fuori tutti i suoi limiti tecnici, di personalità e di confidenza con un certo tipo di partite. Non è pensabile che da un giocatore nel suo ruolo non arrivino cross degni di questo nome in area di rigore. Contando che non aveva davanti a sé un Dimarco ispiratissimo, doveva fare molto ma molto di più.

TAMEZE 6 Un passo indietro rispetto alla vittoria contro la Cremonese. In termini di qualità, più che altro, perché fisicamente sembra esserci. Nella ripresa un po’ di stanchezza si fa sentire e forse anche per questo, pensando alla prossima gara contro il Lecce, Zaffaroni lo richiama in panca.

VELOSO 5.5 (dal 65’) Doveva e poteva fare meglio, se non altro sui calci piazzati.

ILIC 5.5 Dannata continuità, il vero problema del campionato di Ivan. Che se prima ha dovuto fare i conti con le rogne fisiche, ora deve trovare la migliore condizione di gioco. Con la Cremonese si era finalmente fatto rivedere. A San Siro, a parte qualche lampo, ha fatto un po’ di fatica. Ma deve restare in campo il più possibile per tornare appieno quello che abbiamo visto la scorsa stagione.

LASAGNA 6 (dal 65’) Fermo da tanto per noie fisiche, entra con tanta voglia e si vede.

DOIG 6 E’ uno dei migliori tra i gialloblù, nel primo tempo. Si vede che le gambe vanno sciolte e lui sente di poter incidere. Ha però ancora un enorme difetto, sul quale deve lavorare tanto: tiene troppo palla. Perde in più di un’occasione il tempo della giocata, attirando, inevitabilmente, su di sé gli avversari. Nella ripresa un leggero calo, ma è sempre presente quando il Verona, pur con tutti i limiti tecnici, prova a rimettere le cose al posto giusto.

PICCOLI 5 (79’) Sai che hai poche possibilità di metterti in mostra e te le giochi così? Boh, non capisco…

KALLON 5  Più scena che altro, tanti movimenti ampi, sbracciate, come se stesse per innescarsi da un momento all’altro. Ma la verità è che, o va a sbattere contro il muro nerazzurro o si inceppa da solo. Dei cross che escono dai suoi piedi, nemmeno uno arriva a destinazione. Per carità, la corsa non manca, l’impegno pure. Ma lì si ferma.

SULEMANA 6 (dal 57’) Altra plusvalenza? Bravo, ragazzino.

LAZOVIC 5  Dopo la doppietta contro la Cremonese, aveva bisogno di una conferma definitiva. Ha fallito e quando è lui a sbagliare, fa male, perché sappiamo quanto possa dare. Spaesato, più di quanto una posizione giusta o sbagliato possa determinare. Va a due all’ora, non riesce mai a cambiare il passo. Bisogna subito resettare e ripartire.

DJURIC 6 + Fino a prima della sosta, eccezion fatta per la gara contro lo Spezia, sembrava destinato semplicemente a scaldare la panca. Durante la sosta, invece, ha scalato le gerarchie, mettendosi alle spalle Henry, sempre più con la valigia in mano. Intepreta la partita come deve, fa a sportellate e ne prende tante. E questa volta non solo la testa è uno dei suoi punti forti, ma anche con palla a terra aiuta a squadra a risalire la corrente.

ALL. ZAFFARONI 6 Il Verona esce a testa alta da San Siro, che può voler dire tutto o niente. Ma una cosa è reale, ossia il modo di stare in campo, non passivo, non rinunciatario, non di chi accetta senza combattere il proprio destino. Ecco, qualcosa in più deve pretenderla da chi entra in corsa. La strada è lunghissima, terribilmente difficile, ma la squadra ora c’è. Il Lecce diventa un’altra finale da non sbagliare. 

IL PAGELLONE DI VERONA-CREMONESE

MONTIPO’ 6 Serata da spettatore non pagante. O quasi. Attento fino alla fine.

DAWIDOWICZ 7 Gli esteti del calcio lo vedranno come un dito in un occhio, ma oggi, ricordatevi del caviale ce ne facciamo beffe. Abbiamo bisogno di pane e salame. E lui è il nostro salumiere di fiducia, sempre bravo a darti il consiglio giusto. Un leone, non bello da vedere, ma efficace per questo Verona, che se spera nella salvezza, deve aggrapparsi anche a uno come lui. Buonaiuto se ne torna a casa col mal di testa.

HIEN 7 Scintille con quel sacramentone di Dessers, un po’ nervosetto. Forse proprio per merito dello svedese, che nei primi 35 minuti lo fa sparire letteralmente dal rettangolo di gioco. Poi un paio di scivoloni rischiano di mandarlo leggermente in confusione. Ma nella ripresa rimette le cose a posto e riprende lo stesso copione della prima parte del primo tempo. Non facciamo l’errore di venderlo proprio adesso che gli abbiamo trovato la collocazione definitiva. E ci voleva ben poco per capirlo eh.

CECCHERINI 7 Ha il compito di seguire a uomo Zanimacchia, buona qualità, corsa disinvolta. Sbriga la pratica alla grande, col solito temperamento da gladiatore. Va sempre bene in anticipo e una volta assolti i compiti di contenimento, prova a spingere. Come già detto in passato, se dai tutto quello che hai, sai che qualcosa di buono riuscirai sempre a portarlo a casa. Bene anche fisicamente.

MAGNANI (dal 30’ s.t.)

DEPAOLI 6.5 I paragoni non mi fanno mai impazzire e quindi non ha senso fare un raffronto con Faraoni. E’ un giocatore diverso, che ha meno strappo per galoppare in avanti, ma ha grande attenzione in fase di contenimento. E’ sempre attento, mai sfavillante. Ma in questo momento serve la concretezza, non i fronzoli. Lui è concreto.

TAMEZE 7 Forse in pochi lo hanno notato, ma è fondamentale nell’azione del secondo gol, perché riesce a portarsi via un uomo, spalancando un’autostrada per la volata di Doig. E’ un gigante a tutto campo. Ma non è strana la cosa. Strano era, semmai, lo scialbo mestierante visto fino a prima della trasferta di Torino. E’ fondamentale per questa squadra. Ma deve essere questo, non ci sono vie di mezzo.

ILIC 6.5 Che bello vederlo e sapere che sia ancora dentro questa squadra, di testa e fisicamente. Ha giocato una buona partita, al fianco al compagno di reparto ideale, che gli copre le spalle in caso di eventuali sbavature. La condizione mentale è fondamentale per uno come lui. Mi auguro che non si faccia distrarre da tutto quello che si sente fuori dal campo.

SULEMANA 6 (dal 21’ s.t.) Bene.

DOIG 7.5 Devastante, non ci sono tante altre parole per descriverlo. E’ letteralmente immarcabile, ha la leggerezza di una farfalla e quella fascia se la mangia, la solca per 95 minuti, sempre con la stessa qualità. Memorabile la sgroppata che porta al raddoppio del Verona. Ma è da ogni sua azione che potrebbe nascere un gol per i gialloblù. E la notizia è che anche difensivamente sta cominciando a formarsi come si deve. Un delitto venderlo, sia chiaro.

KALLON 6+  Inizia stringendo i denti, con la Cremonese che prova a fare male. Poi riesce a distendersi e a fare male davanti. Suo l’assist perfetto per il primo gol di Lazovic. Ma poi c’è tanto movimento nella sua partita, tanta voglia e l’intelligenza di buttarsi in ogni spazio possibile. Peccato per quel tiraccio finito alle stelle. Sarebbe stato un gol preziosissimo.

VERDI 6 (dal 21’ s.t.) Che sfiga ragazzi. Entra davvero alla grande, poi i muscoli lo abbandonano e fanno crac. Costretto a lasciare il campo, speriamo non a lungo.

LAZOVIC 8 L’ho scritto dopo Torino: da lui è lecito aspettarsi sempre qualcosa di più. Consapevole di questo, si è ripreso tutto con gli interessi, segnando due gol che resuscitano definitivamente il Verona. Lucido a controllare in area per l’1-0, cecchino nel raddoppio, bravo a prendere la mira e a seccare, appunto, Carnesecchi. I gol non sono tutti, la sua partita contiene tante altre perle, che il pubblico gli riconosce con una standing ovation quando lascia il campo.

TERRACIANO s.v. (dal 37’ s.t.)

DJURIC 7 Esempio lampante di come non per forza segnare un gol, o non segnarlo, determini un voto. Lui non la “fracca”, ma mette insieme la sua miglior partita da quando è a Verona. Le prende tutte lui davanti, non si discute. E’ una brutta bestia per tutta la difesa cremonese, che non ha strumenti per fermarlo. E quando non è in attaccato a fare a sportellate, te lo trovi in area gialloblù, primo difensore quando gli ospiti provano a fare male. Sontuoso.

PICCOLI s.v. (dal 30’ s.t.)

ALL. ZAFFARONI 7.5 In due partite è quasi quello che ha fatto più punti del Verona, se pensiamo che Cioffi ne aveva fatti cinque. Ha capito che non servono i ghirigori ed è stato bravo a dare concretezza e senso a una squadra che fino a qualche tempo fa non ne aveva. A Torino una partita da guerrieri. Con la Cremonese combattenti ma anche belli da vedere. E, cosa davvero storica, sistema la difesa che, per la prima volta non prende gol. Continuiamo a non guardare la classifica. Ora non ci interessa. Avanti tutta mister.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

MONTIPO’ Quasi non suda la maglia, né sporca i guantoni, se non per qualche paratina scolastica. Non può nulla sulla perla di Miranchuk che ha tutto il tempo per prendere la mira e confezionare il pareggio. Bene, insomma, ma all’ultimo secondo ci ha fatto prendere un coccolone per quell’uscita di porta scellerata. Lukic lo ha graziato.

DAWIDOWICZ 7 Leader assoluto, indiscusso. A maggior ragione perché non è mai stato dotato di qualità da campione. Ma i campioni sono tali anche per il cuore che mettono in campo e il suo è gigantesco. Tutti i compagni dovrebbero prendere sempre esempio da Pawel che, vada come vada, potrà dire di aver dato tutto se stesso. Dalle sue parti non passa nessuno.

HIEN 7 Annienta Vlasic prima e Sanabria (azzoppato) poi. La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Incollato all’uomo, le prende tutte di testa, le prende tutti di piede, usando, quando serve, anche le maniere forti. Ma mai oltre il limiti. Lì in mezzo deve stare, né a destra, né a sinistra. Stop agli esperimenti senza senso, per cortesia.

CECCHERINI 6.5 Un pizzico sotto rispetto ai compagni di reparto, se non altro per quel metro di troppo che lascia a Miranchuk, che ringrazia e batte Montipò per il pareggio finale. Ma come Dawidowicz, sopperisce alla mancanza di evidente qualità con una grande voglia di sacrificarsi per questa maglia. Nei minuti finale una sua chiusura ha il crismi del miracoloso. E, altra notizia, è riuscito a finire la partita senza noie fisiche.

DEPAOLI 6 Diligente. Per il tipo di partita che il Verona ha scelto di fare, di contenimento, poco poteva fare per sbizzarrirsi in avanti. Mantiene la posizione, aiutando tanto la fase difensiva, sacrificando la giocata nella zona calda del Toro. Unico neo, anche se non era semplicissimo, quel pallone che, in area granata, non gira quanto basta per metterla dentro. Ma, si sa, non è un bomber.

HRUSTIC (dal’86°) s.v.

TAMEZE 6+ Dopo il primo tempo ero seriamente preoccupato. Mi era parso di vedere in campo un fantasma, fuori ritmo, fuori tempo, fuori contesto. Quasi non ci credesse. Ma le cose sono cambiate nella ripresa quando, piano piano, è tornato a macinare gioco e a far rivedere ciò che sa fare. Ha portato sostanza nel momento di maggior pressione della gara e in mezzo è diventato insuperabile. Senza tirarsi indietro nell’aiuto ai compagni della difesa. Dai Adrien, abbiamo bisogno di te.

SULEMANA 6 Corsa e voglia sono elementi sui quali non si può discutere. Sono le sue qualità. Chiaro che i ritmi di una partita così delicata non siano sempre incentrati sul dinamismo e quindi a marce ridotte non dà il massimo. Ma è sempre presente a se stesso e nel gioco del Verona.

ILIC s.v. (dal 71°)

DOIG 5.5 Primo tempo agghiacciante, troppo brutto per essere vero. Ci ha fatto vedere cose assurde, errori che solo uno che non c’è con la testa può fare. Dopo l’intervallo forse si rende conto di qualcosa, fatto sta che si scuote, reagisce e prova a riprendersi la fiducia dei compagni e di una piazza intera. Non sufficientemente per rimediare del tutto, ma quel cross per il testone di Lazovic, che non concretizza, deve essere la sua stella polare.

KALLON 6 Una cosa va premiata di questo ragazzo: l’atteggiamento. Perché se è vero che non si renda particolarmente pericoloso in attacco, è altrettanto sacrosanto che non smetta mai di correre dietro agli avversari. Va a disturbarli in ogni situazione e quando ci prova su Milinkovic Savis quasi quasi gli riesce il colpo grosso. Questo chiediamo ai giocatori del Verona, mettercela sempre.

VERDI 6 (dal 71°) Aiuta i compagni a portare a casa un punto preziosissimo.

LAZOVIC 5.5 Il picco della sua partita è tutto nel calcio d’angolo che si trasforma nell’assist gol per Djuric. Il resto non lascerà gran memoria di sé. Voglio dire, da uno come lui è lecito aspettarsi molto di più, non fosse altro per le qualità tecniche. Se aggiungiamo anche l’1-2 divorato clamorosamente a porta spalancata, qualche imprecazione scappa eh. L’unica scusante, dal mio punto di vista, la posizione di trequartista che non mi sembra gli vada tanto a pennello.

TERRACIANO s.v. (dal 80°)

DJURIC 6.5 Il gol di testa è la cosa già naturale che gli possa venire. Ma oltre a quello c’è tanto, molto di più. I palloni alti sono tutti suoi, non ne lascia uno. Ma anche quando c’è da portare pressione, non si tira indietro. Non è veloce, è vero, ma con quello che ha a disposizione, fa del suo meglio. In questo momento la maglia del titolare ce l’ha cucita addosso e guai a togliergliela.

ALL. ZAFFARONI 6.5 Rompe un maleficio che durava da dieci partite. 900 minuti (più recupero) senza vincerne una. In tandem con Bocchetti, manda in campo una squadra conservativa, più preoccupata a contenere che proporre. Trova un golletto insperato e poi compatta ulteriormente i suoi, che nella ripresa reggono l’urto (blando) del Toro. Ora deve caricare nella maniera migliore la prossima in casa contro la Cremonese. La partita chiave della stagione. Solo una cosa occorre fare: VINCERE.

IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

MONTIPO’ 6 Sfortunato in occasione del gol, perché la deviazione di Dawidowicz è determinante quel tanto che basta per coglierlo in contro tempo. Forse, senza l’avrebbe anche presa. Per il resto la Juve lo fa quasi addormentare per la pochezza offensiva.

DAWIDOWICZ 6 Il solito cuore nel difendere la zona calda davanti a Montipò. Segue l’onda e aiuta anche in avanti, cercando con generosità un posto al sole. Va alla ricerca pure del gol, ma i piedi sono quello che sono. Spesso scomposto, rischia un rigore clamoroso, che non si materializza per una questione di centimetri. Ma io a uno così non rinuncio mai.

GUNTER s.v. (dal 32’ s.t.)

HIEN 6 Gioca bene, dalle sue parti si fa davvero fatica a passare. Bene negli anticipi, sempre azzeccati con la giusta tempistica. Peccato perché non riesce a fermare la ripartenza della Juve che porterà al gol determinante. Ma l’episodio, al di là del mezzo voto in meno, che è questione di lana caprina, non può rovinare la sua partita, finalmente di buon livello.

CECCHERINI 6 Voglia, grinta, attaccamento alla maglia che compensano altre caratteristiche non gli mancano. Ma come per Dawidowicz, al netto di qualche intervento a volte scomposto, lascia tutto in campo, anima e corpo.

TERRACIANO 6.5 Dopo un avvio da protagonista, era misteriosamente scomparso da ogni radar. Tornato in pista, più per emergenza che per convinzione, dimostra che bisogna puntare sulle sue qualità e sul suo spirito da combattente. Incomprensibile che Bocchetti ci abbia messo qualche partita di troppo per rendersene conto.

SULEMANA 6.5 Il ragazzino non ha paura di nessuno, si butta su ogni pallone gli capiti a tiro, e anche quelli che sa di non poter raggiungere. Fame e grinta che in questo momento servono al Verona più delle qualità tecniche, che, comunque, schifo non fanno. Più di un’alternativa a capitan Veloso.

VELOSO 6 (dal 20’ s.t.) Prova anche lui l’assalto finale.

HONGLA 5.5 In realtà, per quasi tutti i 95 minuti, senza infamia e senza lode. Fa il suo senza strafare, pensando, forse, più al concreto che ai ghirigori. E però c’è un però. Perché per la voglia, comprensibile, di segnare, nel contropiede che decide la partita, si fa sbertucciare da Rabiot, che se ne va e regala l’assist a Kean che non sbaglia.

DOIG 6.5 Un primo tempo di livello altissimo, direi il più alto di tutta la squadra. Ha gamba per andare via a Cuadrano, non un fesso che passa lì per caso. Tante giocate belle e utili, che riescono a creare la superiorità numerica. Tutto per aiutare Kallon a fare bene, ma non sempre l’attaccante gialloblù coglie le sfumature. Nella ripresa cala, ma è più che comprensibile.

LAZOVIC 6 (dal 20’ s.t.) Fantasia nei minuti finale, ma manca un po’ di precisione.

LASAGNA 5.5 Più dentro al gioco, ma sempre tanta confusione e voglia di strafare, che gli annebbiano le idee nei momenti determinanti. Prova a cercare il gol, ma non ci va mai vicino. Quando ha spazio davanti corre a testa bassa e si dimentica dei compagni, che potrebbero sfruttare posizionamenti migliori.

KALLON 5.5 Tanta corsa, tanta volontà, tanta voglia di spaccare il mondo. Ma “struca struca” di sostanza ce n’è pochina. Sbaglia tanto, troppo, quando ci sarebbe da finalizzare il buono fatto negli strappi in velocità. Va a sbattere sistematicamente contro i difensori della Juve, che, a dire il vero, se lo vedono arrivare addosso. L’impegno non si nega, ma bisogna anche provare a fare gol.

VERDI 6 (dal 26’ s.t.) Un paio di occasioni nel disperato assalto finale.

DJURIC 6 Pur non facendo nulla di trascendentale, fa molto meglio del suo compagno francese, nelle ultime settimane entrato in un vortice di depressione calcistica, Di testa le prende tutte lui, ma anche coi piedi si comporta bene, tenendola quel tanto che basta per far salire la squadra. Mi auguro solo che non sia un semplice ripiego. Merita la riconferma.

HENRY s.v. (dal 32’ s.t.)

ALL. BOCCHETTI 6.5 Se il suo Verona giocherà così, da qui alla fine, potrà salvarsi, perché non inferiore a quelle che si stanno giocando la permanenza in A. Rivoluziona la squadra, vuoi per turnover, vuoi per mandare un messaggio ai senatori e, soprattutto i ragazzini, i suoi giocatori lo ripagano. Certo, se di traverso si mettono anche var, arbitro e i Cugini di Campagna, è dura uscire sereni dal campo. Ma la testa deve comunque essere altissima.