IL PAGELLONE DI ATALANTA-VERONA

MONTIPO’ 7.5 Tra tanti interventi di routine, due parate spettacolari spalmate nei novanta minuti più recupero. Di istinto puro su Malinovskyi, di qualità tecnica eccellente su Palomino, in un momento delicatissimo della partita, con i padroni di casa in pressing forsennato per rimettere la partita in linea di galleggiamento. Impossibile fare qualcosa sul gol di Scalvini. Un finale di campionato in continuo crescendo.

CECCHERINI 7 I giocatori come il Cecca, negli Stati Uniti, li chiamano “underdog”, i sottovalutati. Perché molti (dite la verità) si aspettano sempre poco da uno come lui, che ormai ci ha fatto il callo. Ma se faccio mente locale, sono poche le partite sbagliate quest’anno dal difensore toscano. Aggiungiamoci anche il gol dello 0-2 e abbiamo fatto bingo. Bravissimo, grinta, cuore e tanta voglia di lasciare tutto sul campo.

VELOSO 6 (dal 71’) Esperienza nei momenti delicati.

GUNTER 5 La sua partita dura appena mezz’ora. Si becca infatti un giallo già nei primi minuti, per un fallo su Zapata. Gli va di lusso intorno al trentesimo quando, ancora una volta, entra duro sul colombiano e Piccinini fa finta di non vedere. Tudor, immaginando il rosso imminente, in maniera molto lucida, lo richiama in panchina.

SUTALO 6.5 (dal 30’) Partita quadrata, senza sbavature. Non è uno certamente appariscente, ma il suo lo fa con attenzione. Un paio di chiusure da applausi. Una partita non come le altre, tra l’altro, per lui, visto che il suo cartellino è proprio dell’Atalanta.

CASALE 7 Condizionato da un cartellino giallo preso già nel primo tempo, poteva risentirne per il resto della partita. E invece è bravo, bravissimo a tenere a bada la foga e a ragionare su ogni giocata. Controlla meglio lui Zapata rispetto allo spaesato Gunter e prende in mano con piglio la difesa gialloblù. Tornato a livelli alti, dopo qualche prestazione così così.

FARAONI 6.5 Devo essere sincero, nei primi minuti mi interrogavo sul suo stato fisico. Lento e impacciato, sembrava arrivare sempre un paio di secondo dopo sul pallone. E, soprattutto, mancava nelle chiusure difensive. Rotto il fiato, però, è tornato a fuoco, diventando pericoloso in particolar modo in avanti. Una sua incursione da destra finisce col pallone che si stampa sul palo, a Musso battuto.

TAMEZE 7.5 Al via non sembra essere la sua giornata migliore. Corre un po’ a vuoto e fatica a trovare il passo giusto. Ma era, appunto, solo un’impressione, perché passano i minuti e torna a giganteggiare come sempre. Il feeling con Ilic cresce di partita in partita. I due si cercano con insistenza ed è proprio da una loro triangolazione che nasce l’auto gollonzo di Koopmeiners. E’ ovunque, manco fosse una divinità. Per cause di forza maggiore, finisce gli ultimi minuti nei tre di difesa. Non mi meraviglierei di vederlo in porta, in futuro.

ILIC 7.5 Al contrario del compagno di reparto, lui è subito dentro il match. Lui più di tutti i compagni. Col Verona che nei primi minuti soffre, Ivan alza il muro e aiuta i compagni in fase difensiva con chiusure da terzino navigato. Quando i gialloblù alzano ritmo e baricentro, fa viaggiare il pallone con le palle sul tavolo verde del biliardo. Si sta sempre più consacrando, dopo una prima parte di stagione un po’ in chiaro scuro. Con Tameze sta diventando una delle coppie più belle del campionato italiano.

LAZOVIC 6 Nessuna particolare scintilla. Il compitino lo porta a casa senza patemi d’animo. Ogni tanto prova la giocata e la fuga sul fondo. Le fortune sono alterne. Sul suo destro un pallone facile facile, da mettere dentro per il più scontato dei gol. Ma non la pensa così Musso, che si supera. Peccato, avrebbe risparmiato un sacco di sofferenza nei minuti finali.

DEPAOLI s.v. (dal 77’)

BARAK 6 Partiamo dalla prima bella notizia: è tornato in campo. Continuiamo con la seconda buona notizia: ci è rimasto per 97 minuti. Non resterà negli annali del calcio italiano la sua prestazione, questo sia chiaro. Ma quello che ha fatto lo ha fatto bene e, soprattutto, nei momenti caldi della partita. Una gara di grande sostanza, di peso. Per la brillantezza, i lavori sono in corso.

CAPRARI 6.5 Dopo un inizio un po’ in apnea, come del resto tutta la squadra, comincia a macinare gioco e spunti di classe. Gli atalantini, annebbiati delle scorie di coppa, faticano a tenerlo. Sfortunato su una bella punizione col pallone che non scende abbastanza, ma si limita a scheggiare la traversa. C’è anche lui nell’azione che porta al gol del vantaggio.

HONGLA s.v. (dal 77’)

SIMEONE 6.5 Averne di attaccanti che nonostante non trovino il gol, mettano insieme una partita come la sua. A capofitto su ogni pallone che gli capiti a tiro e non solo, sgomita con la solita garra contro la difesa bergamasca e si crea anche un paio di occasioni veramente interessanti. Prende pacche a destra e sinistra, si piega e mai si spezza.

LASAGNA 6 (dal 77’) Che creda o meno alla malasorte, questo ragazzo è decisamente sfortunato. Appena entrato in campo, lascia partire un sinistro stupendo che batte Musso ma non il palo che lo protegge.

ALL. TUDOR 7.5 Perfetto alla mezz’ora del primo tempo quando toglie Gunter, già ammonito e prossimo al rosso. Quella lucidità gli permette di cambiare la partita. Il Verona prende coraggio e va prendersi il vantaggio con voglia e determinazione, facendo segnare il gol dello 0-1 a un difensore. Per lunghi tratti i suoi padroneggiano e sembrano poter disporre a proprio piacimento dell’Atalanta. Qualche piccola leziosità di troppo, ma ci può stare. Il suo capolavoro è tenere alta la concentrazione di tutta la truppa, che ha ancora voglia di far parlare di sé.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

MONTIPO’ 8 Mette in fila una parata più bella dell’altra: su Perisic, Correa, Dzeko e, nel secondo tempo, su D’Ambrosio, aiutato anche dal palo. Questo ragazzo, spesso travolto da critiche ingiuste preconcetti è diventato una sicurezza. Più di così, onestamente, non poteva fare. Per i miracoli ci si sta attrezzando.

CECCHERINI 6.5 In assoluto il migliore della difesa gialloblù. Attento e concentrato, ha quasi sempre la meglio su Correa, che ha enormi qualità tecniche. Gioca bene in anticipo con palla a terra e anche quando i palloni sono alti si fa trovare pronto. Nella ripresa si trova tra i piedi anche l’occasionissima per riaprire la partita, ma si trova la palla sul sinistro…

SUTALO s.v. (dall’81’)

GUNTER 5 Lo scontro con Dzeko è impegnativo, forse il più probante di tutto il suo campionato. E non solo da un punto di vista fisico, perché anche tecnicamente l’attaccante dell’Inter è un fenomeno. I duelli aerei sono, tutto sommato, pari, ma è il resto che manca. Inoltre, si perde completamente il giocatore bosniaco che, a un metro da Montipò, segna il 2-0.

CASALE 5 In difficoltà come poche altre volte in questa stagione. Ricordo solo il primo tempo di Venezia. Tatticamente capisce poco cosa deve fare su Barella che, nel primo tempo, è uno dei migliori dell’Inter. Non riesce a tenerlo e lo perde sull’1-0. Di certo non gli manca in fisico, ma anche da quel punto di vista va in debito d’ossigeno.

FARAONI 5 Anche il capitano, questa volta, marca visita. Bessa non riesce ad aiutarlo e così si vede arrivare addosso spesso Dimarco. Fatica più del previsto a reggere l’onda d’urto e questo lo blocca, togliendogli ogni idea di attaccare l’avversario. Anche fisicamente le gambe non sembrano assisterlo come al solito.

DEPAOLI 6 (dal 61’) Entra bene, quando il Verona dimostra più coraggio.

TAMEZE 5.5Lui rimane un fenomeno, la premessa è d’obbligo. Ma quando davanti hai Brozovic, Calhanoglu e Barella le cose rischiano di complicarsi. Quando l’Inter inizia a spingere e a mettere il Verona “lì”, diventa difensore aggiunto, riuscendo anche a sbrogliare qualche situazione complicata. Poco lucido in fase di costruzione di gioco, ma bisogna sempre ricordarsi chi si ha davanti.

ILIC 5.5 Primo tempo da dimenticare, ripresa migliore, anche perché l’Inter decide di riprendere fiato e lascia giocare il Verona. Gestisce i palloni con più tranquillità e capacità di ragionare. Per carità, nulla per cui valga la pena strapparsi i capelli, ma se non altro prova a tenere testa ai colleghi avversari che sono di un livello spaziale, soprattutto Brozovic. Peccato per quella bella occasione in area di rigore che avrebbe potuto riaprire la partita. E’ stato sfortunato.

LAZOVIC 5.5 Come tanti suoi compagni, primo tempo di enorme difficoltà, ripresa leggermente migliore. Quando attaccato, Dumfries ha qualche problema e così ci prova, il serbo, ad attaccare spazio e profondità. Riesce in un paio di occasioni ad arrivare sul fondo, ma i suoi assist hanno avuto poca fortuna.

CANCELLIERI s.v. (dall’81’)

BESSA 4.5 Trovarsi di fronte Dimarco gli ha da subito mandato all’aria tutti i piani. Costretto a giocare più che altro nella metà campo gialloblù, evidenzia ciò che era già ovvio e palese, cioè che non sia un difensore. Di attaccare l’area avversaria non se ne parla proprio. Dalla sua parte vengono giù a valanga ed è anche lui a incentivare l’Inter sbagliano il passaggio a centrocampo che porterà al vantaggio nerazzurro.

LASAGNA 6 (dal 61’) Meglio di Bessa, ha qualità che gli permettono di sfruttare il campo che si trova davanti. Se non altro ci prova.

CAPRARI 5.5 Poco preciso, subisce tantissimo la fisicità dei giganti nerazzurri. Sicuramente non viene trattato coi guanti e di scarpate ne prende a bizzeffe. L’arbitro non sempre vede e lui un po’ si innervosisce. Qualche spunto rimane, soprattutto la bella triangolazione nel primo tempo con Simeone, ma le polveri sono umidicce.

SIMEONE 6 In un partita tremendamente difficile per i gialloblù, soprattutto nel primo tempo, si arrabatta in qualche modo. Ha anche una grandissima occasione per rimettere il Verona in corsa, ma sceglie il tiro stile calcetto, piuttosto che aprire il piattone e aggirare Handanovic. Da lì in avanti riesce ad avere altre occasioni, ma non è proprio giornata. Comunque rimane in partita fino alla fine, prendendo, tra l’altro, un sacco di mazzate dai difensori nerazzurri.

ALL. TUDOR 5.5 Sceglie la continuità, mandando in campo la stessa formazione che ha battuto il Genoa. E quindi anche Bessa che risulta essere l’anello più fragile. L’Inter, infatti, con Dimarco entra con un coltello caldo dentro il burro. Non facile cambiare subito, ovviamente, e così prova nella ripresa. Arriva qualche segnale più incoraggiante. Rimane il dubbio se per merito dei suoi o per la rilassatezza della squadra di Inzaghi. In ogni caso, troppo ampio il divario fisico e tecnico.

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

MONTIPO’ 6.5 Una sola vera parata in 95 minuti di partita, su Portanova che prova a metterla nell’angolo lontano. Gli tocca stare a guardare i compagni che col passare dei minuti spengono l’ambizione e, forse, la presunzione del Genoa, convinto di venire a Verona a vincere facile. O no presidente Zangrillo???

CECCHERINI 7 Impeccabile, per quanto dalle sue parti il Genoa faccia davvero poco. Però ha Portanova davanti, che è indubbiamente un brutto ceffo col quale avere a che fare. Ma lui non si fa intimorire e va per la sua strada, battuta alla grande. Insieme ai due compagni di reparto sbaglia davvero il minimo indispensabile. Grandissimo recupero in occasione di un contropiede potenzialmente del Genoa

GUNTER 7.5 La sua miglior partita stagionale, proprio contro il suo passato. Non lascia un pallone, prima a Destro e poi a Piccoli. Spettacolare nel gioco aereo, le prende tutte lui. E con i piedi, non è una grande novità, è bravissimo a impostare, quando serve anche con il lancio da cinquanta metri. Mezzo voto in più per aver fermato con classe da campione, nei minuti finali, la galoppata di Amiri lanciato indisturbato verso la porta di Montipò.

CASALE 7 Ripeto quanto scritto sopra: una partita impeccabile anche per Nicolò che deve fare poco per chiudere la pratica. Ma quel poco lo fa benissimo, con grande attenzione, grande serietà, come dice spesso il suo allenatore. In riserva nei minuti finali, si abbassa i calzettoni ma non arretra di un centimetro.

FARAONI 6.5 Non è il solito geometra della fascia destra, che prima che sbagli un passaggio deve passare almeno un’ora. Però è sempre fondamentale in quella zona di campo, perché accompagna l’azione come pochi sanno fare, con gambe che arano la fascia. Meno brillante davanti, è in fase difensiva che rimane una sentenza.

SUTALO s.v. (dal 34’ s.t.)

TAMEZE 7.5 A un certo punto ho pensato che stesse facendo il terzino. Ma mi sono sbagliato perché trenta secondi dopo era attaccante aggiunto. E allora non ci ho capito più niente, solo che Adrien è un campione. Un giocatore moderno, tuttocampista, ma che incarna anche i valori di un calcio che forse non c’è più. Una quantità impressionante di giocate, alle quali aggiunge, però, una qualità per niente scontata. Stritolato dai crampi non sa nemmeno lui come riesce a portarla a casa. Commovente. Ho paura che sarà lui il nostro top player da sacrificare sull’altare del bilancio.

ILIC 7 Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di dire che Ivan sia finalmente sbocciato. Sono diverse partite che il serbo dimostra una grande crescita e, indubbiamente, anche una certa ritrovato consapevolezza nei proprio mezzi e nelle proprie qualità, che sono tante. Come sempre protetto dalla “guardia del corpo” Tameze, lascia andare le gambe con estrema scioltezza. Così come i pensieri, leggeri e ispirati.

LAZOVIC 7 Vederlo fraseggiare con Caprari è uno spettacolo per gli occhi. Dispensa calcio e per i difensori del Genoa è praticamente impossibile tenerlo. Non riescono nemmeno con le cattive tanto è veloce l’esterno gialloblù. Prima di uscire per lasciare posto a Depaoli, si prende anche il lusso di salvare il pareggio certo del Genoa.

DEPAOLI 6 (dal 24’ s.t.) Una sgroppata sulla sinistra lo ha fatto improvvisamente somigliare a un certo Garrincha.

BESSA 7.5 Prima dell’inizio della gara, il presidente Setti gli consegna la maglia per celebrare la centesima presenza in gialloblù. Un riconoscimento che gli dà evidentemente la motivazione in più per mettere insieme partita da ricordare. Sicuramente la migliore in serie A, tra le sue migliori in assoluto. E’ suo l’assist al centimetro per Simeone. Ma sono infinite le magie che può con quel piede destro, dribbling, cambi di campo, sombreri. Forse il suo canto del cigno con la maglia gialloblù.

HONGLA 6 (dal 24’ s.t.) Un bel tiro da fuori respinto con qualche problema da Sirigu.

CAPRARI 7 C’è anche lui nel gol che sblocca la partita. Ma lui è dentro ogni azione d’attacco del Verona, con una qualità che aumenta di gara in gara e che, almeno personalmente, non fa che aumentare la delusione per la sua mancata convocazione in Nazionale. Dai suoi piedi non esce mai qualcosa di banale, ma sempre giocate belle da raccontare. Come quel tiro a giro che si stampa sul palo, grazie anche all’impercettibile, ma determinante, deviazione di Sirigu.

FRABOTTA s.v. (dal 44’ s.t.)

SIMEONE 6.5 E sono sedici. Colpisce il Genoa a freddo, quando la partita sta cominciando a scaldarsi. E come spesso gli è capitato in questa stagione, oltre al gol c’è molto di più. Grande voglia, enorme determinazione e l’istinto di andare sempre e comunque su ogni pallone, anche il meno raggiungibile.

ALL. TUDOR 7.5 Riesce a motivare ancora la sua squadra, nonostante sia salva da febbraio, e forse anche prima. Costretto a rinunciare a Barak, butta in mischia Bessa ed evidentemente ci aveva visto lungo visto la prestazione dell’italo-brasiliano. E’ diventato una garanzia con grande personalità e idee di gioco. Ora ha il lusso di pianificare il futuro con grande anticipo. Serve convergenza con Setti e D’Amico. Ammesso che il diesse non ceda alle lusinghe dell’Atalanta.

IL PAGELLONE DI EMPOLI-VERONA

MONTIPO’ 6 Una partita quasi da sonnifero per lui, e questo la dice lunga sulla qualità offensiva dell’Empoli che, gol a parte, fa veramente poco. In occasione del vantaggio dei padroni di casa non può davvero nulla. Nei restanti minuti di gara è veramente quasi uno spettatore aggiunto.

COPPOLA 6 Sbaglia una cosa, che si rivela decisiva, ahi lui. In occasione del gol perde il contatto fisico con Di Francesco, che chiude una bella azione dell’Empoli. Ma, errore a parte, gioca una buona partita, con grande personalità, senza mai farsi prendere dall’ansia. E’ un ragazzino, non dimentichiamolo. Se non lo stronchiamo senza senso può fare una carriera importante. Esce zoppicando per un colpo alla caviglia destra.

CANCELLIERI 8 (dal 60’) Entra e subito imbecca Caprari in area per il rigore del potenziale pareggio, che Simeone sciupa due volte. Sulla ripetizione del penalty, è sfortunato nel non inquadrare la porta colpendo di testa. Ma la meraviglia è dietro l’angolo. Partendo da destra, si accentra e si inventa il tiro a giro della domenica. Cambia la partita, la stravolge. Non so perché finora abbia giocato così poco. Non penso che Tudor si auto saboti. Ecco, forse da qui in avanti Cancellieri può diventare unico padrone del suo finale di campionato. Dipende tutto da lui.

GUNTER 6 Ha l’onore di indossare la fascia di capitano e la onora senza strafare. Anche perché, a parte qualche bel duello con Pinamonti, soprattutto nel primo tempo, controlla senza grandi fatiche. In generale la difesa regge senza crepe, l’unica sbavatura, il gol, è la disattenzione del giovane Coppola.

CASALE 6 Soffre qualche duello fisico con Pinamonti, che fisicamente è un bel toro. Si becca anche un giallo che potrebbe condizionarlo non poco, visto che arriva nel primo tempo. Ma non di deconcentra e continua la sua partita, ordinata e diligente.

SUTALO 6 Ha il tutt’altro che semplice compito di rimpiazzare lo squalificato Faraoni e, con le sue qualità che sono diverse da quelle del vice capitano, riesce a centrare l’obiettivo. Ha gamba per fare la fascia. Ecco, magari i piedi sono meno delicati rispetto a quelli di Faraoni. Dopo l’infortunio di Terraciano torna nei tre di difesa e il copione della sua partita non cambia.

BESSA 6 Nel primo tempo è il può propositivo dei gialloblù, se non altro nei due tentativi di calciare verso la porta, che non danno, però, risultati degni di nota. Si integra bene con Hongla e la cosa era tutt’altro che scontata. Le geometrie ci sono, ma non è una gran novità. Tantissimi palloni passano tra i suoi piedi e quasi tutti rimangono in dote gialloblù.

TERRACIANO s.v. (dall’84’)

HONGLA 6+ Tanti di noi lo aspettavano al varco e lui si è fatto trovare pronto. Per carità, ha il passo molto rilassato, la sensazione è che qualche volta rallenti un po’ troppo il gioco del Verona. Però è efficace e perde davvero pochissimi palloni. Tenta anche la conclusione verso la porta, con poca fortuna. Deve fare molto di più per giocarsi una maglia da titolare, ma questa deve essere una botta di autostima per il proseguo del suo campionato.

TAMEZE 6+ Fuori ruolo (ma viene domandarsi se ci siano ruoli che non possa ricoprire) è costretto a cambiare il suo modo di giocare, ma quando può, palla al piede, parte. Non sempre arriva dove vuole, ma crea movimento nella difesa toscana. Il primo tempo, in generale, non è un Verona esaltante, ma nella ripresa anche lui alza il ritmo, soprattutto dopo l’ingresso in campo di Cancellieri.

BARAK 5.5 Ribadisco quanto detto già nelle ultime settimane: sono convinto che fisicamente non sia lo stesso di un paio di mesi fa. E’ visibile la cosa perché non ha lo stesso dominio nel controllo dei seppur tanti palloni che gioca. Soffre e stringe i denti, ma fatica. Le alternative non ci sono e così stringe i denti fino alla fine. Se il Verona non trova quella che sarebbe stata una vittoria più che meritata è solo perché il suo colpo di testa, nei minuti finale, esce di uno o due centimetri, non di più.

CAPRARI 6 Primo tempo così così, con qualche giocata di qualità, ma anche diversi passaggi a vuoto. Meglio la ripresa, perché cresce tutta la squadra e lui è tra quelli che prova a trascinarla. Nel momento di maggior pressione del Verona, è dentro ogni azione dei gialloblù. Peccato non abbia calciato lui il rigore. Ma a cose fatte è troppo facile dirlo, me ne rendo conto.

SIMEONE 5 Una cosa che penso si sia vista raramente: un calcio di rigore sbagliato non una ma due volte. Un doppio errore pesantissimo che, fortunatamente, non pesa sul risultato finale. Al di là dell’errore, poco lucido e poco reattivo nel cercare pane per i suoi denti, soprattutto in area di rigore. I compagni lo sostengono pochino, ma in altre situazione non ne aveva avuto così bisogno. Nervoso dopo il doppio errore, si becca anche il cartellino giallo.

ALL. TUDOR 6.5 Alla fine il suo Verona questa partita avrebbe meritato di vincerla. Perché se il primo tempo è sottotono, le cose migliorano già nei primi minuti della ripresa, quando i suoi dimostrano più voglia di rimettersi in corsa. Tutto cambia quando entra Cancellieri, che stravolge le cose e trascina la squadra a un pareggio, tutto sommato, stretto. Tutti si domandano ora perché il giovane talento sia entrato solo a partita in corsa e, ampliando, perché abbia avuto così poche occasioni di farsi vedere. La risposta la sa il tecnico croato, che non credo sia così tafaziano da prendersi da solo a martellate gli zebedei. Ora le cose possono cambiare. Ma molto, per me, dipende da Cancellieri.

IL PAGELLONE DI VERONA-NAPOLI

MONTIPO’ 6 Non può nulla sui gol, anche se, forse, poteva essere un po’ meno timido sul cross di Politano. Ma si può discutere. Bella parata su un tiro velenoso di Fabian Ruiz che vede sbucare all’ultimo davanti ai suo occhi. Attento poi nelle tante uscite alte.

SUTALO 6- Il migliore della difesa, nel senso che non va incontro a clamorose imbarcate. Il suo compito è marcare Lozano e, tutto sommato, gli riesce anche bene perché l’attaccante del Napoli non esalta e non si esalta. Rimane abbastanza bloccato, rinunciando a fare il classico “braccetto” di destra.

GUNTER 5 Si potrebbe dire Gunter-Osimhen 0-2. E non sarebbe una gran forzatura. La battaglia con il talento nigeriano è bella, fisica e, a conti fatti, impari. Ci prova a tenerla, con le buone e con le cattive, ma non gli riesce quasi mai. Grave la dormita sul primo gol. Nel raddoppio condivide le colpe coi compagni.

CECCHERINI 4.5 Incide negativamente su entrambi i gol del Napoli. Sul primo lascia metri a sufficienza per Napolitano serva comodamente Osimhen. Nella ripresa, lamentandosi per un fallo non fischiato da Doveri, si lascia andare a un gesto di stizza lanciando il pallone in tribuna. Una distrazione che gli fa perdere di vista Di Lorenzo che arriva come un treno e la mette dentro per il raddoppio partenopeo. Si fa anche cacciare fuori per un doppio giallo. Non gliene va dritta una.

FARAONI 5.5 Ha il grande merito di riaccendere la speranza gialloblù con quel colpo di testa che secca Ospina. Una partita nella quale ha comunque faticato nel duello con Mario Rui. Ha provato col mestiere, ma non ha avuto sempre il passo giusto. Troppo ingenuo in occasione del primo cartellino giallo che fa scattare la squalifica (era diffidato). Evidentemente incazzato, continua a protestare con Doveri che non ci pensa due volte, tira fuori il secondo giallo e quindi il rosso.

TAMEZE 6 Dove lo metti sta, è un ritornello che torna ormai dall’inizio della stagione. Finché è al fianco di Ilic, in mezzo al campo, cerca di resistere all’onda d’urto del centrocampo napoletano. Per colpa dell’infortunio di Depaoli, Tudor lo sposta a sinistra. Dopo un po’ di smarrimento, si ritrova come solo lui sa fare e cresce col passare dei minuti. E’ suo l’assist gol per Faraoni che per qualche istante riaccende la speranza gialloblù.

CASALE s.v. (dal 43’ s.t.)

ILIC 6 Considerando che di fronte aveva un mastino come Anguissa, mi sento di dire che abbia giocato una buona partita. Deve seguire come un’ombra il centrocampista napoletano e al tempo stesso ha il compito di costruire. Ovvio che le due cose non sempre gli riescano al meglio, ma ci mette ordine e anche qualche giocata di classe.

HONGLA s.v. (dal 43’ s.t.)

DEPAOLI 5.5 Giocare fuori ruolo di certo non lo aiuta. A maggior ragione se il compagno che devi sostituire è Lazovic, tornato imprescindibile. Non riesce a trovare la posizione e gli manca l’inventiva per creare giocate pericolose. Non ha le caratteristiche del serbo e si vede. Costretto a uscire per un problema fisico.

BESSA 5.5 (dal 37’ p.t.) Così così. Ha alternato cose buone ad altre un po’ meno. Non mi è sembrato il miglior compagno per formare il tandem di centrocampo con Ilic. Tecnicamente non si discute, ma il centrocampo del Napoli ha una marcia in più, anche da un punto di vista squisitamente fisico.

BARAK 5 Non posso pensare che fisicamente sia nelle migliori condizioni. Questo non è il vero Barak, non può essere lui. E non lasciamoci andare alle dietrologie della serie “non si impegna più perché sa che andrà via”. Sono balle. Solo una condizione precaria può portare a quella che forse è la peggior partita di Antonin da quando gioca con la maglia del Verona. Non riesce nemmeno a correre, seppur con quella sua andata ciondolante. Forse dovrebbe riposare, ma, come ben sappiamo, le alternative non ci sono

CANCELLIERI s.v. (dal 43’ s.t.)

CAPRARI 6- Per carità, nulla di trascendentale. Lontano dalle tante meraviglie che ha dispensato già dallo scorso agosto. Contro il Napoli va a folate, si accende quando meno te lo aspetti, però è abbastanza arruffone. Quantomeno ci prova a inventare qualcosa. E’ bravo in occasione del gol di Faraoni. Temporeggia quanto basta per trovare Tameze che poi servirà al bacio il capitano gialloblù. Evidente la mancanza di Lazovic.

SIMEONE 5.5 Questa volta non basta la solita voglia di spaccare il mondo e di lasciare tutto sul campo. Troppe volte in fuorigioco, sembra un po’ scollegato rispetto al resto della squadra. Queste disattenzioni fanno andare il gioco gialloblù a singhiozzo. Tanti anche gli appoggi sbagliati per i centrocampisti, nel tentativo di fare salire il baricentro. Poco concentrato insomma, davanti a una difesa, mi sembra giusto dirlo, di fenomeni.

ALL. TUDOR 5.5 Un po’ sorpreso, forse, dal Napoli che sembra imitare il Verona per intensità e pressing alto. Ha gli uomini contati e le cose si mettono anche peggio quando si fa male Depaoli nel primo tempo. Mette dentro Bessa, scegliendo un centrocampo leggerino. Forse sarebbe stato meglio inserire subito Casale, lasciando al suo posto Tameze, dirottato sulla sinistra. E’ mancato qualcosa per tenere testa al Napoli che comunque non è che abbia fatto grandi cose. Ma il minimo sindacale è bastato.

IL PAGELLONE DI FIORENTINA-VERONA

MONTIPO’ 6 Non è chiamato a grandi interventi. Uno è prezioso, sul calcio di punizione di Callejon, che vede sbucare all’ultimo dalla barriera gialloblù. Per il resto, direi, normale amministrazione

CECCHERINI 7 Il migliore della difesa gialloblù, motivato, evidentemente, dal giocare davanti al suo vecchio pubblico. E’ una bellezza vederlo in anticipo e nelle innumerevoli diagonali difensive, sempre perfette per tempismo. Per quanto sia banale da dire, ha bisogno della miglior condizioni fisica per mettere insieme prestazioni come queste. Tra l’alto, è forse il gialloblù che finisce meno affaticato dei compagni.

GUNTER 6 Fino al gol del vantaggio della Fiorentina è perfetto. Piatek non vede palla. L’attaccante viola riesce a trovare il gol solo grazie a una bella dose di fortuna. Poi, come tutta la squadra, rischia di smarrirsi, ma poco alla volta si rimette in sesto. Qualche brivido nel secondo tempo quando si perde un paio di volte prima Piatek e poi Torreira. Ma nei minuti finale, quando i padroni di casa cercano il bottino pieno, rimane attento anche ai dettagli.

CASALE 6.5 Gara attenta davanti a Ikonè che è un peperino. E’ bravo a sporcargli ogni giocata, anche in occasione del vantaggio viola, arrivato con una bella dose di lato B. Difficile che si faccia saltare, ma anche quando capita non arranca e recupera. Regge il timido assalto finale della squadra di Vincenzo Italiano.

FARAONI 6.5 Sempre attentissimo tatticamente, ha un senso della posizione in campo che è sopraffino. Ha grande forza nell’accompagnare l’azione d’attacco dei gialloblù, ma è soprattutto dietro che mantiene i ranghi uniti e compatti nelle chiusure a tutte le incursioni della Fiorentina. Cala vistosamente nella ripresa, complice anche un colpo ricevuto al ginocchio sinistro che lo costringe ad alzare bandiera bianca prima del dovuto.

SUTALO s.v. (dall’86’)

TAMEZE 6.5 Non inizia alla grande. La partita è molto tattica e lui, abituato alla foga agonistica, rischia di perdersi. E invece, mattone dopo mattone, costruisce l’ennesimo muro della sua stagione. Spende tantissime energie in interdizione, distruggendo il gioco avversario e con la stessa forza diventa difensore aggiunto nei momenti di maggiore pressione della Fiorentina.

ILIC 7 La sua miglior prestazione in questa stagione un po’ sì e un po’ no. Gioca con una personalità che effettivamente è rara per calciatori della sua età. Si abbassa all’altezza dei compagni di difesa per cercare palloni da distribuire agli attaccanti e anche in mezzo al campo è bravissimo ad alzare le barricate quando la viola cerca il break. Rimane un fatto, secondo me, che senza Veloso sia più a suo agio, probabilmente anche più responsabilizzato nella fase di costruzione. Bravo.

LAZOVIC 6.5 Conferma il buonissimo momento di condizione, con le gambe tornate a girare come nei giorni migliori. Nel primo tempo, a parte lo sbandamento generale dopo il vantaggio della Fiorentina, imperversa e infierisce sui difensori viola, che hanno un bel da fare per fermarlo. Riesce ad arrivare tante volte sul fondo, mancando, però, in alcune occasioni il guizzo finale. Nella ripresa è costretto a uscire un malanno fisico.

DEPAOLI 6(dal 61’) Fa il suo, senza scintille, ma nemmeno passi falsi.

LASAGNA 5.5 Inizia molto bene, vicino a Simeone, facendo quindi la seconda punta. Fisicamente ha le gambe tirate a malta fina ed è lui a procurarsi il calcio di rigore del pareggio, fiondandosi su un pallone vagante in area. La festa potrebbe essere totale quando si invola in solitaria verso Terracciano, per il più facile dei gol. Ma le cose non vanno così e sbaglia in maniera imperdonabile. Un errore troppo pesante per farlo passare in cavalleria.

BESSA s.v. (dal 69’)

CAPRARI 6.5 Per esigenze di copione (Barak infortunato) Tudor gli cambia posizione, mettendolo dietro le punte. Questo in fase di possesso. Quando la palla ce l’hanno i padroni ci casa, infatti, è lui che deve seguire Torreira. Questo gli richiede un grande sacrificio in fase difensiva, costringendolo a rinunciare a qualcosa davanti. Ciò nonostante, quando può, mette in difficoltà la Fiorentina, con giocate splendide (da manuale un assist “no look” per Faraoni). Ah, dimenticavo, segna il rigore del pareggio, portando il suo bottino personale a dieci.

SIMEONE 6 In una partita in cui il Verona crea tante premesse, ma non così tante vere situazioni da gol, lui arriva qualche volta in ritardo. E ci sta, dai. Per il resto è il solito lottatore, che rischia anche di andare un po’ oltre. Il giallo che si prende è decisamente un eccesso di generosità. Ma, d’altra parte, è impossibile cambiare la sua indole che lo porta a lanciarsi letteralmente su ogni pallone.

ALL. TUDOR 6.5 Costretto a rinunciare a Barak, infortunato, sposta Caprari dietro le punte. La soluzione è buona. Il suo Verona parte alla grandissima, rischiando di passare molto prima della Fiorentina. Dopo il gol dei padroni di casa, però, sembra quasi dimenticarsi quanto fanno fino a quel momento. Ma passano i minuti e le cose tornano al loro posto, con il meritato pareggio. I suoi soffrono un po’ di fatica nella ripresa, ma stringono i denti e portano a casa un punto prezioso.

IL PAGELLONE DI VERONA-VENEZIA

MONTIPO’ 6.5 Due parate tutt’altro che semplicemente scenografiche, prima su Haps, da fuori, poi su Ceccaroni, da distanza ravvicinata. E fin qui le cose migliori. Poi un paio di brividi, a cominciare da un’indecisione tipo “prendila tu che la prendo io” con Coppola. Nulla che lasci conseguenze però, dai. Il secondo tempo lo vive pressoché da spettatore.

SUTALO 6.5 Come tutta la squadra, cresce alla distanza dopo una prima frazione nella quale il Venezia ha dato prova di avere precise idee di gioco. Rimane parecchio basso, ma alla lunga prende coraggio e partecipa anche lui nell’azione che porta al 3-1 finale.

COPPOLA 7 Premessa: questo ragazzo è un 2003. Domanda: chi se n’è reso conto? Io no, francamente. Un debutto da ricordare per Diego che fa sparire dal campo quell’armadio di Henry, al quale rimangono solo le lacrime. Senso della posizione, grande stazza e tempismo mettono insieme una partita praticamente perfetta per questo ragazzino che, ne sono sicuro, avrà ancora tante occasioni per farsi vedere.

RETSOS s.v.

CECCHERINI 7 (dal 6’ p.t.) Entra a freddo, al posto dello sfortunatissimo Retsos, fermato da un problema muscolare. Eppure è già caldo come una stufa. Fa tutto bene, non sbaglia un pallone che sia uno. Quando sta bene fisicamente rimane un cliente tutt’altro che accomodante per gli avversari.

FARAONI 6 Nella prima parte della gara soffre più del previsto il vigore del Venezia che, prese le misure, mette in difficoltà il Verona. La sua partita cambia drasticamente nella ripresa quando distende il passo e azzecca un paio di sgroppate dirompenti. C’è lui nel raddoppio del Verona, concretizzato da Simeone. Purtroppo mezzo voto in meno per l’errore su Okereke, che rischia di riaprire la gara.

TAMEZE 6.5 Parte al rallentatore, evento alquanto raro. Mancano le sovrapposizioni con Barak, ma, probabilmente, più per colpa del centrocampista ceco. Molto meglio nella ripresa, come d’altra parte tutti i suoi compagni. Quando cambia passo, i giocatori del Venezia non riescono più a contenerlo, né con le buone, né con le cattive. Se durante la prossima estate la società dovrà sacrificare qualcuno, spero che quel qualcuno non sia lui.

ILIC 6.5 E’ uno dei migliori del primo tempo in ombra del Verona. Due bei tiri da fuori che solo per poca fortuna escono di un soffio. Ma al di là delle giocate personali, dà la sensazione di aver trovato, finalmente la sua dimensione. Non pensa a strafare, ma bada alle cose semplici. Ripeto, di fianco a Tameze vive la partita in maniera più sicura, consapevole di avere accanto qualcuno in grado di coprirgli sempre le spalle.

LAZOVIC 6.5 Continua il periodo positivo di Darko che di fianco a Caprari si esalta. Lo abbiamo sempre esaltato per le sue enormi qualità offensive, la capacità di saltare l’avversario, creare superiorità numerica. La grande maturazione degli ultimi mesi, nasce dalla grande capacità di difendere, di diventare, con grande disinvoltura il quarto o quinto di difesa. Lì sta facendo la differenza.

DEPAOLI s.v (dal 42’ s.t.)

BARAK 5 A parte i gol che segna, mai da dimenticare, da un paio di partite a questa parte sembra aver perso un po’ di smalto. Fisicamente non è dirompente come al solito e l’impressione è che si nasconda un pochino. Paga anche un primo tempo non eccezionale di Faraoni, che però nella ripresa torna sui suoi standard. Esce zoppicando.

LASAGNA 6.5 (dal 17’ s.t.) Ha una doppia occasione racchiusa in un’unica azione. Gli manca un po’ di precisione, ma anche un pizzico di fortuna. Bravissimo nella ripartenza che lo porta a dare l’assist a Simeone, per il 3-1 che chiude la partita.

CAPRARI 7 Se dovessi pensare solo ed esclusivamente ai tanti palloni sbagliati, anche banalmente, il giudizio sarebbe severo. Ma la partita di Gianluca, in realtà è tanto, tantissimo di più. Quando nel primo tempo il Verona sonnecchia, è l’unico a essere veramente sveglio. Inventa calcio in lungo e in largo e anche se sbaglia qualcosa, tiene sempre il Venezia in ansia. Anche nella ripresa, quando l’Hellas torna sui suoi livelli, passa sempre da lui la carica. Scommessa vinta.

BESSA s.v. (dal 42’ s.t.)

SIMEONE 8 Gli mancava solo il gol, quello per cui, banalmente, ogni attaccante vive. Si sblocca dopo un sacco di partite a secco, sfruttando un errore di Caldara, che lo soffre dal primo minuto. Poi, con un pizzico di fortuna, trova il raddoppio. E quando il Venezia rientra, ci pensa lui a chiuderla definitivamente con la tripletta. Il Bentegodi esplode in un rito liberatorio. Ma gol a parte, rimane una certezza per questa squadra, per tutto quello che ogni volta lascia sul campo.

ALL. TUDOR 7 Nel primo tempo i suoi si fanno sorprendere dalla brillantezza del Venezia. Nella ripresa il discorso cambio, drasticamente. Detto questo, il Verona è salvo, a undici partite dalla fine del campionato. Ha detto che ormai diamo tutto per scontato, come se fosse dovuto vedere l’Hellas così in alto. Forse ha ragione, ma è anche vero che se ci siamo fatti la bocca buona il merito è suo e della squadra. Ci avete abituato bene, è dura tornare indietro. Ora viene il bello. Da qui in avanti capiremo quale sarà il futuro del Verona e il suo, perché c’è un rinnovo da discutere. Inevitabile che pretenda le giuste garanzie tecniche.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 5.5 Rovina una buona gara, attenta e autorevole con un’indecisione senza possibilità di appello sul raddoppio di Bove. E’ vero che lì si aspetta il cross, ma si dimentica clamorosamente di proteggere il suo palo. C’è troppo spazio e il giovane romanista ne approfitta con troppa facilità. Peccato perché è in un periodo di evidente crescita.

CECCHERINI 7 Lui che gladiatore lo è di suo, all’Olimpico si esalta. Lascia gli scarti agli attaccanti giallorossi, dalle sue parti passare è quasi proibitivo. La confusione romanista lo invita ad avere coraggio quando bisogna accompagnare il gioco da dietro. Dà tutto quello che ha, anche quando le gambe non lo reggono più. Deve lasciare il campo, stritolato dai crampi.

SUTALO s.v. (dal 78’)

GUNTER 7 Il Verona prende due gol sugli sviluppi di due calci piazzati e probabilmente solo così poteva pensare di recuperarla. Perché per il resto poco altro viene lasciato di giocabile. E’ bravissimo, soprattutto su Abraham che, rispetto a Felix, ha grande qualità. Non concede spazio e, soprattutto, la profondità che l’inglese è sempre bravissimo ad attaccare. Fino alla fine tiene la difesa in ordine, nonostante qualche tentativo sconclusionato dei giallorossi.

CASALE 7 Strepitoso, a turno su Abraham e Felix. Si becca un cartellino giallo che potrebbe condizionarlo e invece questo non fa altro che alzare il livello dell’attenzione e della lucidità nelle giocate. Bravissimo nel tempismo sugli attaccanti della Roma, ha anche la forza propulsiva di spingersi oltre la metà campo.

DEPAOLI 6 (dal 55’) Fa il suo.

FARAONI 6.5 Geniale il bluff in occasione del vantaggio. Una finta sceneggiata nella quale sembra mandare a quel paese il compagno e invece è uno schema che lui rifinisce mettendo in mezzo un cross che poi, sulla respinta di Rui Patricio finisce sul sinistro di Barak. Solita presenza di qualità fisica e tecnica. Si sacrifica nella ripresa facendo il terzo di difesa.

TAMEZE 8 C’è un solo aggettivo per questo ragazzo: onnipotente. La cosa che impressione è la facilità con la quale copre il campo. Perché lo vedi praticamente dappertutto, in ogni centimetro del campo. Bravissimo a seguire Caprari in occasione del raddoppio. L’attaccante romano gliela mette su un piatto d’argento e lui piega le mani di Rui Patricio, per il quarto gol in campionato. Da aggiungere che con lui in campo anche Ilic sboccia.

RETSOS s.v. (dal 78’)

ILIC 6.5 E’ lui a ispirare il gol del raddoppio. Un pallonetto morbido mette Caprari in condizione di inventare l’assist perfetto per Tameze. Ma la sua partita è molto altro. E’ bravo a far girare il Verona e a creare la diga lì in mezzo. Trae vantaggio dall’avere al proprio fianco proprio Tameze, che lo libera da incombenze che, probabilmente, per caratteristiche non riesce a esprimere. Sono sempre più convinto che il doppio regista non lo aiuti a crescere come dovrebbe.

LAZOVIC 6.5 Un primo tempo tra i migliori della sua stagione. Chi gli sta davanti, col compito di fermarlo, viene preso dalla labirintite tanto sia bravo a non farsi beccare. Le gambe girano, la testa anche di più. Nel secondo tempo, quando il Verona prende il gol del 1-2, si abbassa come tutta la squadra e fatica a rialzarla. Ma mantiene la testa alta nonostante il ritorno dei padroni di casa.

BARAK 6.5 Segna il decimo gol in campionato, diventando il secondo bomber di squadra. Un gesto atletico, tra l’altro, tutto tranne che semplice, perché ci arriva sbilanciato. Fisicamente è un fattore e anche lui subisce un trattamento non certo delicato dai difensori della Roma. Cala nella ripresa, come un po’ tutta la squadra.

CAPRARI 7.5 E’ un’opera d’arte in movimento, bello da vedere quanto efficace. In campo sembra che ce ne siano almeno due di Caprari tanto è il lavoro che fa. Davanti dispensa autentiche perle. La più bella per Tameze che non se lo fa dire due volte e raddoppia. Ma è decisivo anche dietro con i suoi ripiegamenti e le sue diagonali da manuale.

BESSA 5 (dal 64’) Sbaglia una volta sul gol di Volpato. E sbaglia anche la seconda sulla rete del pareggio di Dove. In entrambe le occasioni non esce e lascia il giocatore della Roma di turno libero di colpire.

SIMEONE 6.5 E’ un leone ferito per il gol che non arriva, ma tira fuori un orgoglio spaventoso e una determinazione che sono parte preponderante del suo dna. Prende una quantità inaccettabile di scarpate che Pairetto sanziona quando gli pare. Troverebbe anche lo 0-3 con un movimento di corpo spettacolare. Peccato che sia in fuorigioco di qualche centimetro. Esce col muso, secondo me a ragione.

LASAGNA 5 (dal 64’) Sarà la piega che prende la partita, sarà quello che volete, ma lui non riesce a incidere. E ancora una volta quello che non mi piace è l’atteggiamento, il linguaggio del corpo. Non riesce a giocare un pallone. Male.

ALL. TUDOR 6 Il primo tempo dei suoi ragazzi è forse il migliore di tutta la stagione. Un pressing asfissiante, geometrie chirurgiche che, a tratti, rendono il Verona anche diverso rispetto a quello visto nelle precedenti due stagioni. Forse il neo, paradossalmente, è non averne fatti tre di gol. Nella ripresa è inspiegabile la scelta di togliere dal campo, troppo frettolosamente, Simeone e Caprari che non escono facendo i salti di gioia. Ha poi la sfortuna di prendere il gol che la riapre. Ma i due cambi hanno dato un messaggio cristallino alla Roma, che, evidentemente, ha colto.

IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE

MONTIPO’ 7.5 Ancora una volta, si prende la copertina. Conto quattro parate determinanti, una più bella dell’altra. Con le unghie devia il missile di Success sulla traversa. E bravo rimanere in piedi davanti a Molina, che da due passi si fa ipnotizzare. Decisivo su Deulofeu e ancora su Beto. Quando non ci arriva lui, ci pensa la traversa a salvarlo. Dove sono quelli che continuano a criticarlo?

CECCHERINI 6+ Fisicamente è un po’ acciaccato, ma questo non gli impedisce di rimanere concentrato e sempre attento quando gli attaccanti udinesi, a folate, provano a fare male. Ci mette sempre tanta grinta e dalle sue parti è comunque difficile passare. Bravo in più di un’occasione a sfruttare l’anticipo sugli avversari. Esce prima della fine, in evidente riserva.

FARAONI 6 (dal 15’ s.t.) L’importante era rivederlo in campo e fisicamente sembra aver messo l’infortunio alle spalle.

GUNTER 6.5 Un paio di volte Success gli va via. Ma a ben guardare lo fa usando spesso il fisico, al limite del regolamento. Accetta il duello rusticano e non si tira indietro quando c’è da tirare qualche scarpata. In maniera tutto sommato elegante, come nel suo stile. Non era facile, ma è stato bravo a comandare la difesa che è riuscita a rimanere “vergine”. E per il Verona è sempre una notizia non subire gol.

CASALE 6 Deulofeu è una brutta bestia, un giocatore di enorme talento che, a un certo punto, sembra essere l’unico a dare ancora qualche speranza all’Udinese. Cerca di spegnere i bollenti spiriti dello spagnolo. Non sempre ci riesce.

DEPAOLI 7 Si vede fin da subito che sta bene e che ha grande focus. Infatti, dopo una manciata di secondi si fa trovare al posto giusto nel momento giusto e la slocca, segnando il suo primo gol nei professionisti. Ma non basta. E’ bravissimo, infatti, in occasione del raddoppio dell’Hellas. Difende il pallone con i denti e aspetta l’istante ideale per servire Barak che ringrazia e segna il momentaneo 2-0. Una partita da ricordare.

RETSOS s.v. (dal 38’ s.t.)

TAMEZE 6.5 Seppur non travolgente come sempre, lo vedi sempre dappertutto, in ogni zona del campo. Il fiato non gli manca, lo sappiamo. La concretezza, se non altro nel primo tempo, un po’ sì. Nella ripresa, però, cresce e prende fiducia. Le gambe girano meglio e vi vede quando all’85’ sfonda la porta con un missile terra-aria che Silvestri nemmeno vede.

ILIC 5.5 Mi aspettavo che giocando di fianco a un compagno più “muscolare” come Tameze potesse fare meglio e soprattutto sentirsi più protetto. E invece mi sono sbagliato. L’aggettivo che lo definisce meglio è “impalpabile”. Nessun grave errore, per carità, ma tanti sbadigli e andamento lento.

BESSA 6 (dal 15’ s.t.) A me lui piace sempre (o quasi). Anche contro i friulani è bravo a dare ordine al centrocampo.

LAZOVIC 7 Se due indizi fanno una prova, mi pare scontato dire che Darko sia tornato sui suoi migliori livello e lo abbia fatto in un continuo crescendo, nelle ultime tre partite. Non lo tengono praticamente mai nel primo tempo. Quando il Verona soffre l’orgoglio dei friulani, c’è lui ad alleggerire e a provare a riaccendere i compagni. Nel secondo tempo si gestisce e quando serve riaccende il turbo.

BARAK 6 Cosa salvare della partita di Antonin? Indubbiamente il gol, che scaccia i cattivi pensieri e, soprattutto, porta il Verona all’intervallo in vantaggio 2-0. Ma non si può certo pensare che questa rimarrà nella storia delle sue partite. Tanti errori, un po’ impacciato nella corsa, fisicamente mi sembra un po’ indietro

CAPRARI 7 Parte letteralmente indemoniato ed è lui, col suo velo per Simeone a innescare l’azione del vantaggio che passerà dal suo assist al bacio per Depaoli. Poi cala leggermente e fatica, come del resto tutta la squadra, il ritorno dell’Udinese che prova a rientrare in partita. Ma quando si accende è uno spettacolo, per gli occhi e per il gioco del Verona che, letteralmente, fiorisce. Quando hai la sensazione che la benzina stia finendo, si inventa il gol che chiude definitivamente la questione, un bellissimo colpo di testa che secca Silvestri. Se non chiamarlo in Nazionale produce questi risultati, speriamo che Mancini continui a ignorarlo.

PRASZELIK 6 (dal 28’ s.t.) Suo l’assist per il 4-0 di Tameze.

SIMEONE 5.5 Concordo con Tudor quando dice che la sua astinenza dal gol non debba diventare un problema, soprattutto di testa. Però mi sembra evidente che qualcosa si sia inceppato. Contro l’Udinese anche dal punto di vista squisitamente della prestazione. Lotta, è vero, ma non con lo stesso ardore di sempre. Si procura un’unica vera occasione da gol, ma la spara larga. C’è bisogno di lui, si ritrovi presto. I tifose capiscono il momento e quando viene sostituito lo accompagnano con una standing ovation.

LASAGNA 5.5 (dal 28’ s.t.) Un quarto d’ora nelle migliori condizioni possibili per le sue caratteristiche: gli ampi spazi. Si infila in uno di questi, però, da solo davanti a Silvestri, sbaglia il più clamoroso dei 5-0.

ALL. TUDOR 7.5 Molti dicono che il risultato sia bugiardo. Ci sta, posso essere d’accordo. Ma questa è una vittoria da grande squadra, che pur non meritando di fare quattro gol, li fa e, praticamente, si salva a metà febbraio. Dovrà ora essere bravo a mantenere lo stesso spirito, la fame, gli occhi della tigre, come direbbe Apollo Creed. In questo sarà determinante anche il pensiero della società. C’è da discutere del rinnovo, bisogna capire da quale basi farlo. Intanto ci godiamo questo poker.

IL PAGELLONE DI JUVENTUS-VERONA

MONTIPO’ 7 Se il Verona non sbraca, il merito è suo. Cinque parate determinanti, su Vlahovic, Dybala (due volte), Rabiot e McKennie. Attento anche nelle uscite, non mi si venga a dire che abbia sbagliato in occasione del gol che sblocca la partita. Se c’è qualcuno che la fa grossa è Casale. Il resto è tutto una conseguenza. Mi sembra che su questo ragazzo ci siano troppi preconcetti.

CASALE 4.5 Non è proprio la sua serata. Nasce da un suo errore l’azione che porterà al vantaggio della Juve, con Dybala che ringrazia e serve un assist al bacio per Vlahovic. Ed è ancora lui a perdersi inspiegabilmente Zakaria nel secondo tempo, lasciando una prateria davanti al giocatore bianconero. E’ stato per tantissime settimane sulla bocca di tutti in chiave mercato. Le sirene, si sa, ammaliano. Adesso il circo è finito, bisogna rimettersi a pedalare.

SUTALO s.v. (dall’84’)

GUNTER 5 Sul gol del vantaggio bianconero, Vlahovic si ritrova solo davanti a Montipò, col difensore gialloblù che rimane qualche metro più indietro. L’attaccante serbo ha altre due occasioni importanti e anche qui Gunter rimane sempre un po’ troppo staccato. Soffre nei momenti cruciali e non riesce mai a dare il suo contributo di impostazione partendo dal basso.

CECCHERINI 6 Mantiene la barra, pur non esaltandosi, per carità. Però della difesa è quello che lotta con maggiore attenzione e che a Morata lascia solo le briciole. Trova anche il tempo per spingersi in avanti, ma i risultati non sono degni di nota.

RETSOS 6 (dal 72’) Ci mette corsa e voglia.

DEPAOLI 5.5 Sostituire Faraoni non è mai un compito facile, soprattutto quando davanti hai la Juventus. Non incide come dovrebbe, svolge il compitino che però gli riserva comunque qualche segno rosso sul foglio. Mancano i cross, non la voglia. Ma nel conteggio delle cose, non basta.

ILIC 5.5 E se in realtà fosse soprattutto lui a risentire della scelta di Tudor di giocare col doppio play? Se fosse lui a non avere beneficio dall’avere al proprio fianco Veloso? Dico questo perché nel momento in cui è Tameze a giocargli vicino lui fa meglio. Nulla di trascendentale, intendiamoci, ma cambia passo. Su questo il tecnico deve fare una riflessione seria e definitiva.

PRASZELIK s.v. (dall’84’)

VELOSO 5 Sebbene davanti non si trovi due fulmini (Arthur e Rabiot), fatica tremendamente a trovare il ritmo di gioco, a prendere le decisioni giuste. Lui che è sempre stato bravo nel far circolare velocemente la palla, tentenna esageratemente, facendosi troppo spesso scippare il pallone. Rimane negli spogliatoi dopo l’intervallo.

BESSA 6 (dal 45’) Nel primo tempo il Verona manca di qualità proprio in avanti e lui, quando entra, prova a svegliare i compagni. Gli riesce qualche imbucata di qualità.

LAZOVIC 6.5 E’ l’unico davanti a provarci. I difensori bianconeri fanno una gran fatica a tenere e tante volte riesce ad arrivare sul fondo e a metterla in mezzo. Per la maggior parte delle volte sono i compagni a non farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Ha anche occasioni personali per poter segnare, ma non gli va bene. E’ la vera buona notizia di questa serata: Darko è definitivamente tornato.

BARAK 5 Fin da subito dà la sensazione di non essere dentro la partita. Fatica a trovare la posizione e il girovagare sulla trequarti, questa volta, non lo porta da alcuna parte. Anche fisicamente non riesce mai a incidere. Un passo falso ci sta, ci mancherebbe altro. Certo, proprio contro la Juve…

KALINIC s.v. (dal 72’)

TAMEZE 5.5 Una cosa non credo sia producente, pensare che possa davvero giocare in ogni zona del campo. Per carità, magari in emergenza, a partita in corsa può farlo. Come mezza punta non brilla, affatto. Quando torna dove deve stare, in mezzo al campo, macina strada e palloni. Ne beneficia anche Ilic. Gli manca, comunque, la solita strapotenza. Nessun dramma, sotto con l’Udinese.

LASAGNA 5 Se possiamo dare una colpa a Kevin è di essere un po’ monocorde nelle soluzioni offensive. Quando gli arriva il pallone tra i piedi punta la porta e basta. Non ci sono variazioni sul tema. Forse dovrebbe essere più bravo a dialogare coi compagni, a tenere qualche palla per far risalire la squadra. Se vedi che non riesci a sfruttare la tua velocità perché non trovi spazi, pensa ad altro. E invece si incaponisce e stecca la grande occasione di mettere in difficoltà Tudor nelle scelte.

ALL. TUDOR 5.5 Non mi è piaciuta la formazione iniziale. Continuo a non capire la scelta del doppio regista, che lo “costringe” a mettere Tameze alto, a sostituire (?) Caprari. Quando ha rimesso le cose a posto, abbassando il francese e inserendo Bessa al posto di Veloso, le cose sono andate meglio. Le assenze di Caprari, Faraoni e Simeone non devono essere un alibi, sia chiaro. Ma far finta che non siano pesate è una presa in giro.