IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

MONTIPO’ 6 Fulminato dal gol di Orsolini, sul quale non può davvero nulla, per il resto ha poco lavoro da fare. Un paio di parate normali, che non richiedono chissà qualche sforzo. Il Bologna, d’altra parte, è davvero poca cosa e il vantaggio lo trova praticamente a sua insaputa

CASALE 6 Partita attenta, davanti al nulla, lasciatemelo dire. Non deve strafare per sbrigare la pratica. Quasi non suda la maglia per i pochi grattacapi creati dagli attaccanti del Bologna. E’ diventato un pilastro della difesa, ordinato e senza fronzoli.

GUNTER 5.5 Ho guardato più e più volte il gol del Bologna, cercando un tocco di Orsolini che avesse in qualche modo sbilanciato il difensore del Verona. E invece, nulla, fa tutto da solo. Uno sfondone sicuramente isolato, in una prestazione non disastrosa. Però troppo pesante per passare in cavalleria, nonostante non costi il risultato finale.

CECCHERINI 6.5 Un primo tempo gagliardo, super aggressivo. Una ripresa più “misurata”. Nella prima frazione si esalta e trova spazio per poter attaccare, quasi da esterno aggiunto. Di certo non solo grinta e voglia di sacrificarsi a mancargli. Bravissimo nei minuti finali, quando il Bologna tenta un inutile assalto.

FARAONI 6.5 Un’intelligenza tattica come sempre sopraffina. Regala qualche giocata che solo all’apparenza è di poco conto e invece le sue idee non sono mai banali. Nella prima parte di gara dimostra di aver lasciato serenamente alle spalle il covid, il fisico non lo molla mai. Cala leggermente nella ripresa, ma direi che sia più che ovvio.

ILIC 5.5 Pronti e via e sciupa quello che ha tutte le sembianze di un rigore in movimento, sparando il pallone in curva Sud. Francobollato a Dominguez sembra dimenticarsi che il gioco bisogna anche costruirlo e non solo provare a distruggere quello avversario. Sbaglia più di quello che dovrebbe essere consentito per legge. Si scherza, dai, però la sostanza è quella. E’ tenace quando recupera un pallone da lui sbagliato in occasione del pareggio. In generale, però, non riesce a incidere.

KALINIC 7 (dal 29’ s.t.) Non vendete Kalinic, per favore, non fatelo. Perché questa può essere la sua nuova dimensione: entrare in campo e risolverla quando le cose sono complicate. Un gol da volpone, il quarto in questo campionato per lui sfigato, fisicamente parlando.

VELOSO 5+ Solitamente quando non è in giornata, comunque sui calci piazzati sa essere un fattore. Contro il Bologna non gli riesce nemmeno quello. Troppo macchinoso, lento e impreciso con i tanti palloni che naturalmente gli passano tra i piedi. Solo qualche lampo, qua e là. Probabilmente il discorso è anche fisico, nonché, come ho già scritto in passato, la mancanza al proprio fianco di un dinamico come Tameze.

TAMEZE 7 (dal 17’ s.t.) Mi pare evidente che debba giocare sempre, anche zoppo. E’ vero, non stava benissimo e indubbiamente Tudor ha voluto preservarlo. Ma una volta entrata ha dimostrato di essere in salute clamorosa. Recupera una valanga di pallone e c’è lui ad avviare l’azione del vantaggio gialloblù. E’ un fenomeno.

LAZOVIC 6.5 Mi è piaciuto, parecchio e sto vedendo sprazzi di quel giocatore strepitoso di un anno e mezzo fa. Bene gli scambi con Caprari, l’intesa c’è. Davanti c’è sempre, ma, questa volta, è in fase difensiva che strappa applausi. Tante diagonali in chiusura che evitano rotture di scatole inutili. Se riesce a fare queste cose significa che sta bene, fisicamente sta tornando al top.

DEPAOLI s.v. (dal 40’ s.t.)

BARAK 6 Mica può sempre fare tre gol a partita. Nonostante questo il suo lo fa, e lo fa sufficientemente bene. Gioca un po’ a nascondino, ma è proprio tra le linee nascoste che cerca di aiutare la squadra nei pressi della porta di Skorupski. Ha un po’ rifiatato, tutti gli è concesso. Direi che il credito se l’è meritato abbondantemente.

CAPRARI 7.5 Solo per il gol, l’ottavo in campionato, una meraviglia che nasce solo ed esclusivamente dall’istinto da piccolo fenomeno, meriterebbe questo voto. Ma, come sempre, c’è molto di più. I difensori del Bologna non lo vedono mai, non hanno strumenti per fermarlo, vengono sistematicamente sbertucciati. E quando non è lui ad avere il pallone tra i piedi si mette il coltello tra i denti, come un pirata e ne va a caccia. Merita la nazionale lui, non altri nomi che ammassano inutilmente le colonne dei quotidiani sportivi

BESSA s.v. (dal 40’ s.t.)

SIMEONE 5.5 Almeno tre grandi occasioni, una e mezza clamorose, solo davanti a Skorupski. Le sbaglia in maniera inaspettata per uno che ha qualità tecniche importanti come lui e questa volta il grande, grandissimo lavoro che fa per la squadra passa in secondo piano. Tudor lo coccola, giustamente, però il gol comincia a mancare da qualche partita di troppo. Tra l’altro gli toccherà saltare la trasferta con la Juve: sarà squalificato.

LASAGNA 6.5 (dal 17’ s.t.) Due cose ottime, un sinistro che esce fuori di pochissimo e l’assist decisivo per il gol del 2-1 di Kalinic. Bravo Kevin.

ALL. TUDOR 7 Tre vittorie nelle ultime quattro partite, dovendo rinunciare dall’inizio alla furia di Tameze. Il Verona inizia forte e incredibilmente si trova sotto. Rischia di perdersi ma passo dopo passo, occasione dopo occasione, la ribalta, con merito. Cambi perfetti, ma d’altra parte, con una panchina così sbagliare diventa complicato. Un passo determinante verso la salvezza.

IL PAGELLONE DI SASSUOLO-VERONA

MONTIPO’ 6.5 Inizia la partita con un paio di uscite da brividi, una di queste in un corpo a corpo con Scamacca, fuori dall’area di rigore. Poi sparisce dall’inquadratura dello schermo, perché il Verona si piazza stabilmente nella metà campo del Sassuolo. Nella ripresa una bella parata su Kyriakopoulos e tanta attenzione sulle palle che sorvolano l’area di rigore.

CASALE 6 Il primo tempo scivola via senza patemi d’animo vista la pochezza del Sassuolo, preso a pallate dai gialloblù. A dire il vero anche nella ripresa non va in sofferenza specifica, nonostante i padroni di casa riescano a trovare per due volte il sussulto che potrebbe riaprire la partita. Ma dai duelli con gli attaccanti neroverdi esce senza problemi.

GUNTER 6.5 Impatto deciso sulla partita, prendendo sempre in anticipo Scamacca, che ci impiega un po’ prima di entrare in gara. Riesce anche a segnare ma la Var gli nega la gioia del gol per un fuorigioco di rientro. E’ comunque sempre attento, nonostante il Verona prenda due gol, entrambi, non di sua stretta responsabilità. Bravo a uscire col pallone tra i piedi, in situazioni potenzialmente pericolose.

CECCHERINI 6 Primo tempo di pura accademia, col Sassuolo che mai si avvicina all’area di rigore gialloblù. Questo gli permette di spingersi in avanti e va anche vicino al gol. Nella ripresa si perde Scamacca, che in mezza rovesciata la riapre. Poi si prende un giallo per un fallo da lotta greco-romana su Raspadori. Nervoso e acciaccato, lascia spazio al giovane Coppola nei minuti finali.

COPPOLA s.v. (dall’80’)

DEPAOLI 6 Partita diligente, senza sbavature evidenti. Rispetta fedelmente le indicazioni che gli dà mister Tudor. Tanta quantità, un po’ meno la qualità. Mette dentro parecchi cross, ma quasi tutti poco calibrati. Si becca un giallo ingenuo per un fallo su Consigli.

FARAONI 6 (dal 68’) Bello rivederlo in campo, lui che non è mai banale. Ha una buona occasione per il 2-4.

TAMEZE 7 E’ il giocatore ovunque di questa squadra, capace sempre di una enorme lucidità delle giocate. Non cede mai alla tentazione della giocata superflua ma fa sempre la cosa giusta al momento giusto. Dai suoi piedi passano tantissimi palloni, quasi sempre messi in banca. Potrebbe impreziosire il tutto con un gol, ma nell’occasione che gli capita nel primo tempo partorisce un assist per Consigli. Esce mezzo azzoppato, speriamo nulla di preoccupante.

BESSA 6- (dall’80’) Un po’ macchinoso e troppo lento in fase di ripiegamento. Ha cercato di rimediare con la tecnica, che non gli manca.

VELOSO 6 Ordinato, ma nulla di più. Nella prima parte di gara sbaglia poco o nulla, poi col passare dei minuti qualcosa la concede al centrocampo dei padroni di casa. Anche se stiamo parlando di poca roba. Più libero di muoversi perché sa di avere di fianco Tameze che corre anche per lui.

LAZOVIC 6.5 Continua sulla falsariga di quello che ci ha fatto vedere contro la Salernitana, quando fu uno dei pochi a salvarsi nei giudizi finali. Le gambe girano bene, così come l’intesa con Caprari, sempre più oleata. Ha tante occasioni per fare male, sia come rifinitore, sia come terminale finale. Va al tiro con fiducia, ma poca precisione. Ricordando che le gioca tutte, bisognerebbe fargli almeno un busto da mettere in sede.

BARAK 8.5 Qualora ce ne fosse bisogno, anche se non credo, ha dimostrato ancora una volta quanto sia importante per il Verona. Non inganni il suo modo di ciondolare per il campo, perché nei primi minuti è una furia, è dappertutto. Segna un gol a sua insaputa, ne fa un altro su rigore, con freddezza glaciale, e conclude in bellezza con uno scavino per la tripletta personale. Ah, dimenticavo l’assist per il gol di Caprari che sblocca la gara. Un fenomeno assoluto.

CAPRARI 7 Al di la del bellissimo gol, è il settimo in campionato, un’altra prestazione di spessore per l’attaccante romano, sempre più determinante per l’idea tattica di questa squadra. Il feeling con Lazovic è una delle cose più belle della partita. Ha energia anche per difendere quando la squadra va in debito d’ossigeno. Esce stremato.

KALINIC 7 (dall’86’) Meno di dieci minuti di sportellate, gomiti larghi e tanta voglia di portare a casa tre punti determinanti per la salvezza. Un assist divino per la tripletta di Barak. Lo ha visto con occhi che evidentemente ha dietro la testa.

SIMEONE 6 Un lavoro enorme del Cholito che, poco brillante sotto porta, capisce di doversi rendere utile alla squadra in maniera diversa. Primo a rientrare in fase difensiva, è come la mosca tzè tzè per i difensori del Sassuolo che se lo trovano sempre addosso. Si sacrifica tantissimo, davanti, però, arriva sempre con una frazione di secondo di ritardo. Senza gol da cinque partite.

LASAGNA 6- (dal 68’) Entra sapendo di avere davanti a sé praterie che però non riesce solcare a dovere. Serviva un pizzico di convinzione in più.

ALL. TUDOR 7 Il ko contro la Salernitana poteva far venire un po’ di ansia e forse a qualcuno è veramente venuta. Lui invece l’ha gestita bene, mandando in campo una squadra da subito aggressiva, al punto da mandare in confusione una formazione che solitamente il pallone lo sa far viaggiare bene. Ottimi, questa volta, anche i cambi, su tutti quello di Kalinic, determinante nei minuti finali. Bisogna lavorare di più, però, in fase difensiva perché certi gol sono decisamente da evitare. Ma per come la vedo io, preferisco farne uno in più che prenderne uno in meno. E infatti il Verona è il quarto attacco della serie A.

IL PAGELLONE DI VERONA-SALERNITANA

PANDUR 6 Una bellissima parata sull’unica vera occasione su azione della Salernitana. E’ bravo a respingere il colpo di testa ravvicinato di Gondo. Imparabile il rigore, non può fare nulla sul capolavoro balistico di Kastanos, aiutato anche dalla leggerissima deviazione di spalla di Lasagna, in barriera.

CASALE 6 Vista la pochezza della Salernitana, ha licenza di attaccare. Si spinge in avanti con facilità, ma senza mai lasciare veramente il segno. Un bel colpo di testa da calcio d’angolo. Per il resto ordinaria amministrazione e nulla di più.

TAMEZE s.v. (dal 40’ s.t.)

GUNTER 5.5 E’ protagonista dell’episodio che sblocca la partita. Gondo è furbo quanto basta per mettere il piede davanti al suo e così lui, per inerzia, lo stende. Dubbio, ma non scandaloso, secondo me. E’ un peccato perché avversari così mediocri gliene capiteranno ancora pochi da qui alla fine.

CECCHERINI 6 Nulla di grave da segnalare, nulla di esaltante da raccontare. Compitino scolastico, davanti a un avversario debole, che però è incredibilmente venuto a vincere. Spinge come il compagno di reparto Casale, ma è poco lucido nel passaggio finale. Un po’ nervoso, rischia il rosso per uno sgambetto a palla lontana su un difensore avversario.

DEPAOLI 5 Si segnala solo per un bel cross per Simeone. Di altre cose ne fa vedere davvero poche, in una serata in cui avrebbe tutto per aiutare il Verona in fase offensiva. Invece si inceppa presto e non riesce praticamente mai a saltare l’uomo.

BARAK 6.5 (dal 14’ s.t.) A vederlo giocare mi domando per quale motivo sia stato così a lungo in panchina. Accende l’attacco gialloblù, fino a quel momento addormentato, eccezion fatta per Lasagna. Sfiora il gol del pareggio, ma è sfortunato.

VELOSO 5+ Questa volta a finire dietro la lavagna è proprio lui, il professore. Strano, perché anche nelle giornate meno brillanti è quasi sempre capace di portare a casa la pagnotta. La partita contro la Salernitana rientra nella casistica del “quasi”. Una miriade di errori marchiani, non comprensibili per uno con le sue qualità. Gira a vuoto. Si riscatta parzialmente con l’assist per il gol di Lazovic.

ILIC 5.5 Meglio del solito, più dentro l’azione, più intraprendente. Ha coraggio e voglia di lasciare il segno. Nel primo tempo un tiro velenoso mette un po’ in difficoltà Belec. Fisicamente più ispirato di Veloso, si lascia prendere dal nervosismo nei minuti finali e si fa cacciare per un applauso all’arbitro che, un po’ permaloso, gli sventola in faccia il cartellino rosso.

LAZOVIC 6.5 Al di là del gol, bello, ha giocato una buona partita, forse la migliore delle ultime fatte. Finalmente sorretto dalla condizione fisica, tante volte è riuscito ad arrivare in fondo e a metterla dentro, senza trovare però il colpo finale di qualche compagno

LASAGNA 6.5 E’ il migliore dell’attacco del Verona, per distacco. E’ il più pimpante e quello che va più vicino al gol. Come sempre gli manca un po’ di fortuna, ma questa è la strada per prendersi quello che non è riuscito a fare fino ad ora. Fisicamente sta bene, ha strappi impressionanti. Generoso anche quando Tudor lo mette a fare l’esterno a destra.

CAPRARI 5 La Spezia sembra lontana anni luce. Il fantasista gialloblù non riesce ad accendersi come aveva fatto un paio di giorni fa in Liguria. Non riesce a cambiare ritmo, così come fatica terribilmente a prendere di mira la porta. Tantissimi palloni sciupati malamente. Il Verona si pianta proprio lì, sulla mancanza di velocizzare il gioco sulle fasce.

SIMEONE 5 I compagni di certo non lo aiutano. Lui non è nella migliore delle condizioni e prova a fare sportellate con la difesa campana. In un mondo perfetto non avrebbe bisogno del fisico per superare la retroguardia della Salernitana, gli basterebbero le sue enormi qualità tecniche. Soffre la mancanza del gol, ovviamente, e questo gli toglie lucidità.

KALINIC 6 (dal 14’ s.t.) Entra bene, sfiora il gol con un bellissimo colpo di tacco.

ALL. TUDOR 5 Perdere una partita così è difficile da spiegare, contro un avversario che nella prima mezz’ora è parso di due categorie inferiori. E invece, il Verona è stato brutto oltre ogni immaginazione. A me continua a non piacere l’esperimento del doppio regista, e oggi anche Veloso ha fatto male. Poi, perché Tameze in panchina? Perché Barak in panchina? La lettura in corsa della partita da parte del mister non mi è piaciuta. Doveva essere l’esame di maturità per i suoi ragazzi, forse il primo match point per la salvezza. Discorso rimandato.

IL PAGELLONE DI SPEZIA-VERONA

PANDUR 6.5 Tre parate in tutta la partita. Spettacolare e non facile quella su Verde. L’ex attaccante del Verona pensa al cross, ma gli esce un tiro velenoso che crea un po’ di apprensione al portierino gialloblù che, comunque, la gestisce bene. Pronto anche sul tiro da fuori di Erlic. Non può nulla sul gol sempre di Erlic. In campo per cause di forza maggiore (Montipò positivo al covid), questa volta si gioca bene l’occasione.

CASALE 6 Lo Spezia è inesistente in attacco, non riesce mai a creare occasioni pericolose, se non in maniera un po’ casuale. Non deve fare nulla di particolare per portarsi a casa la pagnotta. E’ attento a non perdere la concentrazione. L’unico neo è un cartellino giallo che poteva essere evitato.

GUNTER 6 In campo dopo l’infortunio, deve affrontare una pratica “materasso” che gli permette di prendere nuovamente confidenza con i compagni. Mai una sbavatura, dirige bene la retroguardia, riprendendosi anche il ruolo di regista difensivo.

CECCHERINI 6 Per lui vale lo stesso discorso fatto per i compagni di reparto. E’ attento a non addormentarsi, perché il ritmo dello Spezia potrebbe indurre l’abbiocco. E’ bravo nei pochi “corpo a corpo” con quello che resta degli attaccanti liguri e ci mette la solita, ritrovata, fisicità, che si era un po’ persa nella parte iniziale della stagione.

TAMEZE 6 Negli occhi ancora i capolavoro contro la Fiorentina, a La Spezia “inciampa” in una partita normale. Costretto a fare il Faraoni (fuori per covid), il francese pensa a svolgere il compitino, senza strafare, ma anche senza commettere errori da matita rossa. Più concentrato in fase difensiva, nonostante lo Spezia crei quasi nulla. La notizia è proprio il fatto che anche lui faccia partite assimilabili ai comuni mortali

DEPAOLI 6 (dall’82’) Una manciata di minuti giocati, davvero bene. Al netto di una tranvata sulla schiena rifilatagli da Agudelo, poi espulso. Mi è piaciuto.

VELOSO 6 Senza fare grandi cose, tiene moderatamente andante il ritmo dei suoi, partendo come sempre molto dal basso. Non spicca e credo che la colpa sia dell’esperimento, per me fallito, del doppio regista. Lui e Ilic vanno alla stessa velocità, non certo elevata. Pare evidente che senta la mancanza di un corridore come Tameze a coprirgli le spalle.

ILIC 5.5 Con tutta la buona volontà, non riesce ad arrivare alla sufficienza, nonostante fisicamente regga fino alla fine. Tanti, però, troppi errori e poca incisività. Non è attento quando lo Spezia abbozza una timida reazione che porta poi ad accorciare le distanze. In occasione del gol, si addormenta un pochino sulla marcatura (ma con lui anche qualche altro compagno). Rimane complicato il suo momento, così come mi pare evidente che l’esperimento dei due registi stia facendo acqua un po’ da tutte le parti. Bisogna trovare una soluzione, affinché non si perda. Sarebbe un peccato.

LAZOVIC 6 In alcuni frangenti si è rivisto il Darko di qualche tempo fa. Se non altro perché fin da subito mi è parso molto più coinvolto nei meccanismi offensivi del Verona. Soprattutto nel primo tempo ha giocato una quantità gigantesca di palloni, ma gli è spesso mancato l’ultimo tocco, la decisione giusta al momento giusto. E’ sfortunato quando colpisce la traversa, a pochi passi dalla porta dello Spezia: calcia di sinistro, che è il suo piede più debole.

CAPRARI 7.5 E’ il classico giocatore che in qualsiasi momento te la può risolvere. E che può far diventare una partita non certo stellare, una prestazione da ricordare per tanti anni a seguire. Nel primo tempo c’è e non c’è. Va a singhiozzo. Nella ripresa si accende. E’ lui a recuperare con grande voglia il pallone che poi gli tornerà tra i piedi per il gol dello 0-1. Ed è sempre lui, pochi minuti dopo, a far partire un sinistro che Provedel può solo ammirare. Lui, di certo, non ha accusato le abbuffate natalizie.

LASAGNA 7 Fin da subito fa capire di essere dentro la partita. Un paio di spunti parecchio interessanti, su tutti quello per Lazovic che, però, partorisce un tiro strozzato e innocuo per Provedel. Cresce ulteriormente nella ripresa quando è determinante nell’azione che porta al vantaggio del Verona. Decisivo anche nel raddoppio. E’ lui, infatti, a toccarla dolcemente per Caprari che ringrazia e la chiude.

BARAK 6.5 (dal 70’) Il mal di schiena sembra solo un brutto ricordo, questo mi pare evidente. In venti minuti, due occasioni da gol importanti. Bentornato. Sperando di non dovergli dire presto “addio”.

SIMEONE 6- Non parte benissimo, rimane un po’ scollato dai compagni e fatica a inserirsi nella manovra offensiva. Passano i minuti e cresce, partecipando maggiormente al gioco. Tante sponde e mezze occasioni, che cicca per qualche centimetro di troppo. Gli manca un po’ di lucidità fisica, sembra aver accusato la sosta natalizia. Però non sbraca mai, questo è difficile che gli succeda.

KALINIC 6 (dal 70’) Impatto positivo. In pochi minuti si guadagna anche una buona occasione per segnare. Finisce con un calcio d’angolo.

ALL. TUDOR 7 Una partita più insidiosa di quello che si potesse pensare. Nel primo tempo il Verona la domina in lungo e in largo, mettendo insieme tantissime occasioni, ma sprecando tantissimo. Dal campo, in un paio di occasioni, ha strigliato i suoi che sembrava si stessero appisolando. Lo hanno ascoltato e nel secondo tempo sono stati bravi a mettere tra se e lo Spezia un margine di due gol. Rosicchiato, poi, dai liguri. Costretto a fare i conti con tanti positivi al covid, ha fatto le cose più logiche che potesse fare. Anche se perdere Tameze largo a destra…

IL PAGELLONE HELLAS DI FINE ANDATA

MONTIPO’ 5.5 Il ritornello è sempre lo stesso “nessun grave errore, però non dà sicurezza”. Questa è la sensazione che ha trasmesso in questa prima metà del campionato il portiere gialloblù, arrivato a Verona come titolarissimo. Effettivamente non ha commesso scivoloni gravi al punto da compromettere i risultati (anche se è capitato che sia stato “salvato” da qualche compagno) però non ha ancora preso in mano, con autorevolezza, tutta la difesa che, appunto, è stato il reparto che ha sofferto maggiormente.

PANDUR 5.5 All’inizio, vista la partenza di Silvestri, sembrava che potesse essere lui il nuovo titolare, alla luce anche delle buone prestazioni nel finale della scorsa stagione. Invece in campionato ha giocato solo la prima, contro il Sassuolo, raccogliendo per ben tre volte la palla nel sacco. Ha avuto una chance anche nella recente sfida di Coppa Italia, al Bentegodi, contro l’Empoli e anche lì se l’è vista brutta. Poi, per carità, quello del portiere è il ruolo forse più difficile quando hai poche possibilità di farti vedere.

DAWIDOWICZ 8.5 Se ripenso al Dawidowicz dei tempi di Grosso, sembrano passate almeno due ere geologiche. Onestamente impresentabile, ovunque lo si mettesse (e forse questo fu il vero errore), a distanza di qualche anno Pawel è diventato simbolo di questo Verona. Ha ancora la sfiga di Paperino, ma la bellezza di un cigno, sportivamente parlando, non me ne voglia. E’ un gladiatore e lascia sempre tutto sul campo, fino all’ultimo secondo. In questo i tifosi si identificano e gli allenatori, prima Juric e poi Tudor, lo amano. Trovate qualcun altro che rimanga in campo a soffrire nonostante i legamenti del ginocchio rotti. Torna presto Pawel.

SUTALO 5.5 Di occasioni ne ha avuto poche e quelle in cui ha reso, sono state pochine. Ancora non abbiamo ben capito chi sia, se effettivamente valga tutto ciò che di bene si è detto di lui. Tudor sembra non vederlo fino in fondo e, infatti, lo ha messo in campo quasi ed esclusivamente nelle situazioni di emergenza. Durante le quali, peraltro, qualche garanzia l’ha data. La partita nella quale mi è piaciuto di più è stato contro la Fiorentina, dove si è preso la briga, insieme a Casale, di imbrigliare Vlahovic.

CASALE 7 In un’ipotetica griglia di partenza è partito addirittura dai box, nemmeno dall’ultima fila. Poi, sorprendendo i più e sbertucciando qualche scettico, si è preso di diritto la maglia di titolare. “E’ un giocatore serio” ripete come un mantra Tudor. Dove lo metti gioca, quasi sempre con lo stesso risultato: sbaglia poco o nulla. E’ stato un crescendo continuo e, al momento, la partita da ricordare è quella contro la Fiorentina. Citofonare Vlahovic.

CECCHERINI 6 Lo scorso anno era uno dei fedelissimi di mister Juric. Quasi sempre in campo, anche con una gamba sola, sapeva spesso andare al di là delle proprie qualità tecniche grazie a un temperamento e un voglia notevoli. Un altro di quelli che ha sempre lasciato tutto sul prato. Quest’anno qualche difficoltà se la sarebbe risparmiata, ma fisicamente è stato anche poco fortunato. Un paio di prestazioni così così, rimediate, però, sul finale del girone d’andata. Sembra aver rimesso le cose a posto. Dovrà confermarlo da qui alla fine.

MAGNANI 6 Giangiacomo rimane un po’ un mistero, perché quando ha giocato ha quasi sempre fatto bene. In alcune partite (Venezia e Atalanta) benissimo. Poi non ti spieghi il black out di Torino, dove la sua espulsione ha mandato all’aria tutti i progetti di conquista gialloblù. Lo scorso anno Juric ne parlava come un possibile top player, se non avesse, però, alcuni inspiegabili passaggi a vuoto. Quest’anno non sembra nelle grazie di Tudor. Dal mio punto di vista, quando in condizioni fisiche perfette, merita la maglia da titolare. Ma pare una cosa, ahimé, non così scontata.

GUNTER 5.5 Errori fantozziani contro Genoa e Milan, partita da libro Cuore contro il Juventus e Napoli. Nel mezzo ha vivacchiato senza grandi picchi di gloria. E quindi, chi è il vero Gunter di questa stagione? Ancora io non l’ho capito, non so voi. La sensazione è che abbia tutto per essere leader della difesa. Ma in conto, forse, bisogna mettere qualche topica da pagare come pegno. Non so. Si parla di lui in chiave mercato. Non vorrei che fosse questo a non renderlo sempre lucido come dovrebbe.

FARAONI 7 Più della metà del girone d’andata l’ha fatta alla grande. E questo rafforza in me la convinzione che sia lui il vero fenomeno del Verona. E alimenta uno dei più grandi misteri del calcio italiano recente: possibile che di lui non si sia mai accorto il Ct Mancini? Mah. Vero è che ha avuto una leggera flessione, comprensibile per un comune mortale come lui che le gioca sempre tutte. Faraoni andrebbe clonato, per il bene di questo sport. Ha un’intelligenza calcistica di livello assoluto ed è in grado di fare tutto in campo: difensore e attaccante. E qualche volta suggeritore per glorie altrui.

CETIN 5 E’ bene che vada a cercare fortuna da qualche altra parte. Qui a Verona ne ha avuta poca, soprattutto fisicamente. Praticamente mai in campo, si è rivelato un flop.

HONGLA 5 Ora, non voglio fare paragoni assurdi e queste mie parole non lo sono. Ma se addirittura gente come Zidane e Kakà impiegarono almeno una stagione per capire il calcio italiano, pensiamo davvero che Honglà possa metterci meno tempo? Fin qui è parso abbondantemente inadeguato, sebbene Tudor lo abbia più volte difeso. Alle prestazioni insufficienti in campo aggiungiamoci che si è beccato pure il covid e la frittata è fatta. Ha dovuto ricominciare da capo, con grande fatica. Bisogna capire quanto tempo avrà la società per aspettarlo.

BESSA 6 Sono sempre stato un fan di Bessa, mi piace il suo modo di stare in campo, è uno che di qualità ne ha tanta. Ecco perchè avrei voluto vederlo di più, soprattutto dall’inizio. Perché tante volte è entrato in corsa, ma non è mai semplice. Non ha avuto le stesse possibilità di Ilic, per esempio, e forse qualche chance in più gli poteva essere concessa. Al netto del fatto che l’allenatore lo vede tutta la settimana e ha più elementi in mano per giudicare.

VELOSO 6.5 Il professore è sempre il professore. Certo, gli anni passano anche per lui ed è inevitabile qualche stop, mi meraviglierei del contrario. Eppure anche quando becca la giornata storta, è sempre in grado di capire cosa fare e quando farlo. Magari non sempre con la stessa lucidità, ma è con l’esperienza che a volte bisogna portare a casa la pelle. Una cosa sembra evidente: rende meglio quando di fianco ha Tameze. Il tandemo con Ilic, al momento, non ha dato le risposte che ci si aspettava.

TAMEZE 8 Ci ha impiegato un po’ Tudor a capire il francese. Ma quando si è reso conto del suo valore non ha potuto più farne a meno (se non in qualche occasione incomprensibile). Gioca a tutto campo e in ogni ruolo possibile: centrocampo, attacco e difesa. Pare assurdo che la sua migliore prestazione l’abbia messa insieme proprio come terzo di retroguardia contro la Fiorentina. Una domanda mi rimbomba nella testa: come ha potuto l’Atalanta privarsene così, a cuor leggero? Per me rimane un mistero. Ha classe e corsa. Grazie al cielo il calcio mercato continua a snobbarlo. Altro fatto inspiegabile.

RUEGG 5 Vedi Cetin.

LAZOVIC 6 Non è quello di due anni fa e nemmeno quello della passata stagione. Diciamo che va a fiammate e quando si accende si rivede quell’ala che ci ha fatto venire gli occhi a cuore. Non è ancora determinante, però. Ma rimane importante per gli equilibri gialloblù. Come per Faraoni, anche per lui vale il discorso dell’evidente stanchezza. D’altra parte Tudor non ci rinuncia mai, anche perché non ha valide alternative per farlo.

ILIC 5.5 Ci si attende tanto da lui perché è stato uno degli investimenti più importanti della gestione Setti? O ci si aspetta tanto da lui perché ha fatto intravvedere qualità importanti? Credo la seconda. Anche perché, altrimenti non sarebbe proprio diventato un investimento. Era partito bene, ma col passare delle giornate si è un po’ sgonfiato. Io non ho ancora capito bene cosa sia, o cosa voglia da lui Tudor. Mi pare ci sia un po’ di confusione nella sua gestione, ma forse è una mia sensazione, anche sbagliata. Chissà. Fatto sta che al momento è una delle delusioni di questa rosa.

BARAK 7.5 E’ il giocatore più “europeo” di questo Verona, nel senso che non sfigurerebbe in qualche club impegnato su palcoscenici internazionali. Dopo lo scorso campionato da applausi, in questa prima parte di stagione è cresciuto ulteriormente. Ha forza fisica impressionante e tecnica di qualità che tiene quasi nascosta con quell’andamento sornione e ciondolante di chi solo all’apparenza sembra andare a due all’ora. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, col Milan che prova a fare la voce grossa. Partirà a gennaio, o resterà a Verona fino al termine della stagione? Vederlo andare via già adesso sarebbe un peccato, a meno che non arrivi la classica offerta che non si può rifiutare.

RAGUSA 6 La sufficienza è tutta per la partita di Coppa Italia contro l’Empoli, durante la quale ha pure segnato. Per il resto di lui si parla come di un ragazzo bravissimo a fare gruppo. Cosa della quale non si evidenzierà mai abbastanza l’importanza.

LASAGNA 5.5 Ha chiuso il 2021 con un gol che gli ha ridato un po’ di fiducia. Gol che, però, mancava addirittura dallo scorso aprile. Diciamo che è stato parecchio sfigato. Doveva essere la stagione del riscatto e invece l’estate l’ha passata in riabilitazione dopo l’infortunio al ginocchio. E poi rimettersi in marcia non è mai facile, soprattutto se davanti a te esplode in tutta la sua veemenza Simeone. Ce la mette Kevin, ma non sempre mi è piaciuto il suo linguaggio del corpo, alcune volte un po’ remissivo, quasi sopraffatto dagli eventi avversi. Eppure c’è chi vorrebbe portarlo via da Verona, vedi la Lazio. Evidentemente di qualità, ancora non espresse in riva all’Adige, ne ha. Spetta a lui farcele vedere.

CAPRARI 7.5 Quando è arrivato ha subito messo le cose in chiaro: “Non devo far dimenticare nessuno” riferendosi ovviamente a Zaccagni, andato alla Lazio. Ed effettivamente Gianluca ha dimostrato di essere un giocatore diverso totalmente dal fantasista biancoceleste. Più attaccante, vede decisamente meglio la porta e fin qui a dimostrato di avere una miglior confidenza col gol. Anche lui, come Simeone, sembra essere arrivato nel posto giusto al momento giusto. La sua carriera, fin qua, parla di un giocatore poco continuo. Se sbugiarderà la storia avrà vinto la sua personale scommessa.

CANCELLIERI 5.5 Nelle prime tre giornate di campionato è stato una delle poche note positive. Nella sua prima stagione tra i grandi si stava imponendo, partendo dalla posizione di chi aveva solo da imparare da chi si trovava davanti. Con l’esonero di Di Francesco e l’arrivo di Tudor è sparito dai radar. Il campo non lo ha quasi più visto. E’ un problema di ruolo, si dice. Ma forse c’è anche dell’altro, magari un atteggiamento non ancora maturo. Di sicuro ha numeri importanti. Fosse per me, lo terrei. Ma magari non sarebbe così male mandarlo in giro a trovare minuti da passare sul campo e non seduto in panchina.

KALINIC 6 Anche per lui, dopo lo scorso campionato pieno zeppo di magagne fisiche, doveva essere la stagione del riscatto. E finché il fisico è stato dalla sua parte, si stava riprendendo tutto ciò che gli spettava. Esaltante contro la Salernitana, determinante a Genova, contro il Genoa, nel rocambolesco pareggio finale. Sembrava una nuova primavera per il croato. Sembrava, appunto. Perché il fisico lo ha tradito ancora una volta, sul più bello. Ora pare pronto a tornare. E speriamo che sia la volta giusta, perché quando è in condizione è ancora in grado di fare la differenza.

SIMEONE 9 Il “10”, inteso come voto, conterei di riservarglielo per il pagellone di fine campionato. Vorrebbe dire aver portato a casa una stagione clamorosa. Che comunque, già fino a questo momento lo è. Per lui parlano i numeri: 12 gol, tutti senza rigore. Se chi gli sta davanti, Vlahovic e Immobile, non ne avessero tirati, sarebbe lui il capocannoniere. A Verona ha trovato la sua dimensione, non solo sul campo. E’ entrato in sintonia proprio con la città, la sua gente. Questa è la sua grande, grandissima occasione. Ma lo è anche per la società, per capire cosa vorrà davvero fare da grande. El Cholito ha dato una nuova prospettiva. Che sarebbe bello percorrere insieme. Gol da raccontare ai nipoti? Sicuramente quello nel sette contro la Juve. Anche se il poker con la Lazio…

DI FRANCESCO 4 La sfortuna non esiste, diceva qualcuno, crederci porta sfiga. Ecco, lui non sembra certo Gastone, il cugino fortunatissimo di Paperino. Arrivato a Verona da stagioni fallimentari, non è riuscito a scrollarsi di dosso questo pessimismo cosmico. Fin da subito ha detto che avrebbe proseguito sul solco di Juric. Vero in parte, perché, giustamente, ha provato a metterci del suo. Ma quel “suo” poco aveva a che fare con questa rosa. Che non può permettersi il lusso di essere “fighetta”, ma deve avere l’elmetto da battaglia. Che non vuol dire palla lunga e pedalare, tutt’altro. Ecco, quell’intensità mancava. Aggiungiamoci che con qualche senatore non è scattata la scintilla. E per quanto triste o ingiusto sia, nel calcio paga sempre l’allenatore. In attesa che Eusebio dica la sua.

TUDOR 8 Se Difra aveva annunciato, più che altro a parole, di voler cogliere l’eredità di Juric, lui lo ha messo in pratica coi fatti. I criteri sono quelli, il modo di stare in campo idem. Ha risvegliato il Verona da un torpore preoccupante, nonostante fossero passate solo tre partite. Ha vinto tantissimo e ha portato l’Hellas in acque navigabili. Non è un grande comunicatore, ma questo interessa fino a un certo punto. Finora ha lasciato parlare il campo. La missione più importante è non far perdere di vista l’obiettivo ai suoi ragazzi, la salvezza, ma non solo. Il traguardo è a portata di mano, perché questa squadra è forte. Ma una volta raggiunto (fate tutti gli scongiuri del caso), non ci si può più accontentare, non più. Bisogna trovare lo spazio per il dolce, dopo un’abbuffata pantagruelica. Perché in fondo, al dessert non bisognerebbe dire di no.

IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

MONTIPO’ 6 Non deve fare nemmeno una parata, per il semplice fatto che la Fiorentina, in particolar modo nella prima parte di gara, non riesce quasi mai ad avvicinarsi alla difesa gialloblù. Attento nelle uscite, alte o basse che siano. Nulla può su Castrovilli.

FARAONI 6.5 E’ sfortunato nel primo tempo quando, sull’onda dell’entusiasmo gialloblù, si inventa un tiro impossibile che sorprende Terraciano e che scheggia il palo. Ha le spalle coperte da Tameze, che è indemoniato e quindi sa di poter osare qualcosa in più. Fisicamente c’è, sta tornando a livelli a lui più naturali. La sosta natalizia lo aiuterà a ricaricare definitivamente.

CASALE 7.5 Qualche maligno, vedendolo in marcatura su Vlahovic, al fischio d’inizio ha storto il naso. Quasi se la sentisse, ha messo insieme una prestazione mostruosa che gli ha permesso di annullare Vlahovic, più occupato a protestare con l’arbitro che altro. Un duello non solo fisico, ma anche molto tecnico, vinto a mani basse dal difensore gialloblù che conferma di essere una delle più belle sorprese di questa stagione.

SUTALO 7 Avevamo bisogno di vederlo dal primo minuto, per poterlo giudicare più seriamente. Beh, complimenti a Bosko che, spesso in condominio con Casale, ha badato a Vlahovic. Ma fa tanto bene anche sul centro sinistra ed è sua la chiusura, che definire miracolosa è poco, su Bonaventura solo davanti a Montipò. Il Verona dietro era in emergenza e lui ha dimostrato di poter dare una mano.

TAMEZE 8 Sembra una divinità. Impressiona per la sua onnipotenza e per l’enorme qualità delle sue giocate. Tudor lo piazza nei tre di difesa, sulla destra e l’impressione è che abbia sempre giocato lì. Non sbaglia praticamente nulla, giocando una caterva di palloni. Forse non attentissimo nel pareggio. Però vederlo giocare è spettacolare. Montipò stia attento, perché il francese, secondo me, un pensierino anche alla porta lo sta facendo.

ILIC 5.5 In un primo tempo bellissimo del Verona, lui gioca un po’ a nascondino, ma c’è da dire che ha un compito non semplicissimo su Torreira. Nella ripresa continua a nascondersi e ne viene fuori l’ennesima prestazione sbiadita, grigia. Non entra mai nel vivo del gioco e continua a sbagliare cose fin troppo elementari. Sul conto mettiamoci che si perde Castrovilli in occasione del pareggio.

VELOSO 6 Non da subito in partita, ci impiega un po’ per trovare il ritmo, davanti a un centrocampo avversario dinamico e muscolare. Passano i minuti e riesce a prendere le misure e a dettare la manovra gialloblù. Un brivido per uno scivolone che rischia di mandare in porta Bonaventura. Ma c’è Sutalo che fa buona guardia.

BESSA 6.5 (dal 1’ s.t.) Più dinamico di Veloso e lui non è certamente uno che punta tutto sulla corsa. Però fa viaggiare bene la palla e trova linee di passaggio sempre pulite per i compagni. Forse meriterebbe qualche minuto in più.

LAZOVIC 6+ Nella prima parte di partita un bel tiro finisce fuori di poco. Questo gli dà coraggio e intraprendenza. L’affinità con Caprari cresce e lui è bravo ad andare negli spazi. Mi è piaciuto di più rispetto al recente passato. Dopo aver corso davvero come un dannato e aiutato molto i compagni in fase difensiva, gli mancano un po’ le forze. Più che comprensibile.

LASAGNA 6.5 Un gol bellissimo e difficilissimo, che rompe un incantesimo che andava avanti dallo scorso aprile, dalla rete contro il Cagliari. Ma anche tante sgroppate verso Terraciano. A volte è fin troppo veloce e si perde il pallone per strada. Deve essere bravo nel capire che certe situazioni vanno gestite. Non può valere il discorso del “tutto o niente”. A volte ci si può accontentare anche di un qualcosa.

HONGLA s.v. (dal 35’)

CAPRARI 6.5 Primo tempo di enorme qualità, sulla stessa lunghezza d’onda di Tameze. Dà la sensazione di poter sempre mettere qualche compagni davanti alla porta e quando punta, gli avversari hanno pochi mezzi per fermarlo. Bellissimo l’assist per il gol di Lasagna, che ringrazia. Un piccolo calo nel secondo tempo, ma nulla che possa macchiare la sua prestazione.

CANCELLIERI s.v. (dal 35’)

SIMEONE 6 Il gol gli manca da due partite e sapendo quanto lui viva per questo è inevitabile pensare che ne risenta. Ma ha grinta e voglia da vendere e sa che in certi momenti non resta altro da fare che mettersi al servizio dei compagni. Lo fa bene, tornando ad aiutare in difesa e prendendosi scarpate a non finire. Un’occasione importante ce l’ha e da uno con le sue qualità sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di meglio.

ALL. TUDOR 6.5 Nel primo tempo tatticamente la vince lui, alla grande. La mossa di Tameze nei tre di difesa è la chiave di tutto. Il francese manda in confusione la Fiorentina, che non sa da che parte girarsi. I suoi tengono bene anche nel secondo tempo, ma il doppio cambio Caprari-Lasagna sembra togliere qualcosa. Per come la vedo io, però, il Verona meritava la vittoria. Non è cosa da tutti concedere una sola vera occasione alla Viola.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

MONTIPO’ 5.5 Partendo dall’assunto che sul gol nulla potesse fare, ha dato poca sensazione di sicurezza. E’ mancata qualche uscita semplice, mentre è venuto fuori dai pali in situazioni più complicate, creando qualche patema d’animo di troppo. Si fa male in un contrasto con Sanabria e questo gli togli un po’ di tranquillità.

CASALE 6+ L’attacco del Torino poteva spaventare, ma lui non si è fatto intimorire. Sulla sua strada si è trovato Pjaca, il più talentuoso delle punte granata e lo ha controllato bene, quasi senza sudare la maglia. Lucido anche quando prova a far partire l’azione da dietro.

MAGNANI 4.5 Gioca una partita pressoché perfetta fino al 25’ quando, nettamente in anticipo su Sanabria, sbaglia il controllo e pur di non far andare in porta l’attaccante granata lo trascina in basso aggrappandosi ai pantaloncini. Un errore grave, è lui il primo ad accorgersene, che lascia il Verona in dieci. Dalla punizione successiva, inoltre, il Toro trova il vantaggio.

CECCHERINI 6.5 Il migliore della difesa, in assoluto. Toglie ogni velleità a Praet, seguendolo anche nello spogliatoio durante l’intervallo. Gli si stampa addosso, senza rinunciare, però, a spingersi in avanti. Conforta il fatto che fisicamente sia in crescita rispetto alle ultime in cui sembrava un po’ in affanno. Sfiora il gol del pareggio nell’ultimo disperato assalto del Verona, che forse lo avrebbe meritato il pari.

FARAONI 6+ Dopo qualche prestazione così così, sembra in ripresa, soprattutto da un punto di vista fisico. Esce alla distanza, con un secondo tempo migliore rispetto al primo, sulla stessa lunghezza d’onda della squadra. Un gran destro mette paura a Milankovic-Savic che si salva sul palo, peccato per il fuorigioco millimetrico. Bravo nelle chiusure difensive.

VELOSO 5 Nonostante il centrocampo granata non sia travolgente, lui non riesce mai a dettare il ritmo e, anzi, subisce quello dei padroni di casa. Ovviamente l’inferiorità numerica non aiuta, ma gli manca l’ispirazione. Solitamente avere di fianco Ilic non lo aiuta. Meglio quando c’è Tameze che gli dà maggior protezione.

BESSA 6.5 (dal 72’) Ha dato un po’ di vivacità a un centrocampo addormentato, eccezion fatta per il solito Tameze. Ha qualità che permettono alla squadra di giocare meglio, in maniera più fluida. Quando può prova anche il tiro da fuori, ma gli manca un pizzico di precisione e di fortuna.

ILIC 5 Quando esce Magnani, espulso, dovrebbe essere lui a dare una mano a Simeone, isolato nel deserto dell’attacco gialloblù. Così non è. Non riesce mai a entrare in partita, sbaglia una quantità enorme di palloni. Qualche piccolo segnale di risveglio nei minuti finali, ma più per certificare i tanti errori che altro.

HONGLA s.v. (dall’86’)

LAZOVIC 5.5 Primo tempo da dimenticare, ma il discorso deve essere esteso a quasi tutti i compagni. Qualcosina di meglio nella ripresa, quando tenta di puntare l’avversario, con fortune discutibili. Ha le qualità per fare male, ma sembra quasi essersene dimenticato. Il Verona ha bisogno di lui, soprattutto in queste occasioni, quando la partita è brutta e serve il guizzo giusto.

LASAGNA s.v.

SUTALO 6 (dal 28’) Gioca una buona partita, attento. A onor del vero va detto che il Torino non sia in grado di costruire pericoli degni di questo nome. E’ sua la più grande occasione del Verona di pareggiare: un bellissimo colpo di testa che esce di pochissimi centimetri.

CANCELLIERI s.v. (dall’86’)

CAPRARI s.v.

TAMEZE 7 (dal 28’) Non si capisce il motivo per cui Tudor lo tenga in panchina, una ragione che sia logica, ovviamente, non le solite supercazzole. E’ il migliore in campo e c’è sempre lui quando il Verona prova a rialzare la testa. La quantità la conosciamo bene, ma la qualità non è da meno. Mette Faraoni solo davanti alla porta, peccato per il fuorigioco millimetrico. Tenta anche la conclusione e non gli va bene. Tenerlo fuori non ha alcun senso.

SIMEONE 6.5 Si fa un mazzo gigante nonostante non riesca a procurarsi un’occasione che sia una per far male al Toro. Quando Magnani viene espulso rimane drammaticamente isolato in avanti, ciò nonostante non si perde d’animo e si abbassa per recuperare qualche pallone giocabile. Ne trova pochi, ma in compenso prende un sacco di scarpate, senza un minimo di tutela da parte dell’arbitro. Un lottatore inesauribile.

ALL. TUDOR 5 Questa volta ci capisce veramente poco. Lascia inspiegabilmente Tameze in panchina, per poi metterlo in campo una volta che Magnani viene espulso. Toglie contemporaneamente Lasagna e Caprari rinunciando, di fatto, ad attaccare. Sono scelte che lasciano perplessi e che sembrano non avere una logica, al netto di ciò che si è visto in 95 minuti. Perde il suo Verona ed esce anche lui con le ossa rotte dal confronto col “fratello” Juric.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

MONTIPO’ 6.5 Alterna cose buone ad altre un po’ meno. Gli manca quella sicurezza che rischia di mettere un po’ in difficoltà la retroguardia gialloblù. Bene su un bel tiro da fuori di Pasalic, è graziato dal palo sempre su una conclusione del croato. Bellissima la parata, nel secondo tempo, sulla bomba di Hateboer da fuori. Impotente sui gol dei bergamaschi.

CASALE 6 Il suo lo fa, sempre. Magari non farà spellare le mani ai tifosi sugli spalti, però è uno che bada al sodo, senza troppi fronzoli. Una prima parte di gara decisamente buona, in calo col passare dei minuti. Ma nell’uomo contro uomo non cede mai il passo. Qualche difficoltà in più a contenere una bestia come Zapata, fisicamente dominante.

MAGNANI 7.5 Gigantesco. Se già a Venezia aveva fatto bene, contro l’Atalanta decide di giocare la partita perfetta. Muriel non la vede mai, sia quando i suoi gliela giocano addosso, sia quando provano il lancio lungo. Va sempre in anticipo, e il corpo a corpo è il suo pane. Diciamo che è un difensore che fa il difensore, vecchio stampo. Un paio di scivolate che ricordano proprio il calcio di qualche anno fa. Rischia anche di segnare prima di lasciare il campo, stremato dai crampi. Speriamo che siano solo quelli.

SUTALO 6 (dal 25’ s.t.) Non facile prendere il posto di questo Magnani, ma lui la porta a casa.

CECCHERINI 6+ Gioca un buonissimo primo tempo, aggressivo sugli attaccanti nerazzurri. Essere quasi sempre in anticipo gli dà la fiducia per partecipare all’azione offensiva del Verona, anche con un paio di imbeccate da piede fatato. In occasione del gol del pareggio, però, si perde Miranchuk, che ringrazia e segna. Soffre un po’ di più nella ripresa, soprattutto fisicamente.

CANCELLIERI 6 (dal 36’ s.t.) Un po’ di verve, ma ne serve di più.

FARAONI 7 Questo è il vero Faraoni, non ci sono dubbi al riguardo. Torna a macinare chilometri con una facilità quasi ridicola. E’ attentissimo dietro e pericoloso davanti, sempre pronto al cross. E’ suo il bellissimo assist per il gol che sblocca la partita. Cerca anche lui la rete, ma sulla sua strada trova Demiral.

TAMEZE 7 L’impressione, a guardarlo dalla tribuna stampa è che in campo ce ne siano due. Corre talmente tanto che non ti spieghi come sia possibile che ci sia sempre lui sul pallone. Sbaglia chi lo definisce solo un lottatore, tutto quantità e km da fare. Ha qualità enormi. Musso si esalta su di lui quando calcia quasi a botta sicura dal limite dell’area di rigore. Sfigato oltre misura sul gol dell’1-2.
ILIC 5.5 Parte bene, ispirato il giusto e quasi più sereno nel dover essere lui a impostare il gioco del Verona, con Tameze a fare il lavoro cosiddetto sporco. Ma poi, col passare dei minuti la lancetta del serbatoio va giù manco fosse una Lamborghini. Perde il pallone sanguinoso in area di rigore che poi Miranchuk trasformerà nell’1-1. E ancora qualche errore di troppo in fase di avvio dell’azione gialloblù.

VELOSO 6 (dal 14’ s.t.) Tenta di dare la scossa ai suoi, colpiti dal vantaggio dell’Atalanta, ma non è impresa facile.

LAZOVIC 6 E’ un po’ un copione già visto e vale per lui come per qualche altro suo compagno. Un primo tempo di grande corsa e di giocate interessante in tandem con Caprari. Cala nella ripresa, perdendo la brillantezza che serve sempre contro una squadra forte, fortissima, come l’Atalanta. Proprio quando il Verona avrebbe bisogno di saltare l’uomo, lui riesce a corrente alternata.

LASAGNA 6.5 Mi è piaciuto. Subito dentro alla partita, ha l’atteggiamento giusto, la voglia di spaccare il mondo e di dare una grande mano alla squadra. Fraseggia bene con Simeone e si procura un paio di occasioni interessanti, una su tutte sulla quale Musso si supera per negargli il gol.

BESSA 6 (dal 14’ s.t.) Non entra benissimo, spreca troppo. Poi prende le misure e tira fuori un paio di giocate di qualità.

CAPRARI 6.5 Se fosse sempre quello del primo tempo, probabilmente non giocherebbe nel Verona. E’ indemoniato, i bergamaschi non hanno strumenti per bloccarlo. Dalle sue giocate passano le azioni migliori del Verona. Ed è lui ad avere sul piattone destro la palla per far esplodere il Bengodi, ma gli va alta di poco. Dopo l’intervallo l’Atalanta si ricorda di chi è, alza la pressione e lui fatica ad alleggerire. Ma prova a farlo ogni volta che sia possibile.

SIMEONE 6.5 In un primo tempo quasi dominato dal Verona, lui è la stella che sublima il lavoro di tutta la squadra. Segna il dodicesimo gol in campionato, senza calciare rigori, sia chiaro. Si getta su ogni pallone, come se fosse l’ultimo da giocare nella sua carriera, ha l’animo del lottatore, ha il dna che piace ai tifosi gialloblù. Lasciare tutto sul campo, qualsiasi cosa succeda.

ALL. TUDOR 6.5 Per un tempo è il Verona che sembra l’Atalanta. I suoi giocano una delle migliori prime frazioni del campionato, sistematicamente nella metà campo bergamasca. Oltre al gol del vantaggio arrivano tante altre occasioni per raddoppiare. E invece finisce che la perde, ma con onore. Il suo Verona non ha paura di nulla. E con questo spirito potrà sicuramente guardare al di là del pur nobile e vitale obiettivo della salvezza.

IL PAGELLONE DI VENEZIA-VERONA

MONTIPO’ 5 Non condivido la narrazione secondo la quale la colpa del terzo gol sia interamente da addossare a Dawidowicz. E’ lui, secondo me, il principale responsabile, dal momento che il polacco non fa altro che proteggere il pallone per la sua uscita. Doveva andare con convinzione e calciare in tribuna. Invece ha balbettato e il risultato è stato sconcertante. Meno male che non è stato decisivo.

CASALE 4.5 Dal momento in cui entra in campo Johnsen piomba in un incubo. Non riesce mai a tenere l’attaccante veneziano che va via con una facilità imbarazzante. Fisicamente sembra cotto dopo appena dieci minuti. Tudor lo toglie non in quanto in quel momento sia il peggiore della difesa, ma per certificare l’errore di una formazione sbagliata sin dal principio.

MAGNANI 7 (dal 30’) Messo in disparte in maniera esageratamente frettolosa, torna in campo con lo sguardo da killer. Tira fuori una partita impeccabile, gestita con grande attenzione dentro e fuori dall’area di rigore. Come sempre sontuoso nel gioco aereo, da quando c’è lui, Henry non ne prende una. E’ onestamente incomprensibile il motivo per cui Tudor non lo veda, nemmeno nell’emergenza.

DAWIDOWICZ 6 Un primo tempo da incubo, infernale, che quasi sembrava averlo fatto ripiombare all’epoca Grosso. C’è lui, infatti, su tutti i gol presi dal Verona, con colpe che vanno comunque condivise coi compagni. Tudor si accorge dell’errore e lo rimette nella sua posizione naturale. Nella ripresa la musica cambia, e non poco. Torna a spingere con forza e anche da lui parte la rincorsa per una rimonta clamorosa, che resterà nella storia di questi colori.

CECCHERINI 6 Così come per alcuni suoi compagni, c’è un primo e un secondo tempo anche per lui. Il primo è come andare di notte coi fari spenti e per giunta la nebbia nera come la pece. Quando nella ripresa il Verona è chiamato a ribaltarla, spostando il raggio dell’azione nella metà campo avversaria, lui partecipata alla rimonta, tambureggiando insieme ai compagni. Nulla di esaltante, ma abbastanza per far dimenticare i primi 45 minuti.

FARAONI 6- Una sufficienza stiracchiata per il vice capitano che, se non altro, nel secondo tempo dà prova di essere in campo. Sbaglia tanto davanti, non in grado di mettere un cross che sia uno per le punte. Però c’è da dire che dietro, esclusivamente nella ripresa, è molto attento e bada al sodo con più di una chiusura preziosa. Panico quando il Venezia invoca un calcio di rigore per un pallone che, però, gli finisce solo sulla spalla. Avrebbe bisogno di riposare, ma le alternative scarseggiano.

TAMEZE 6.5 Nel disastro del primo tempo, è forse l’unico che prova a tamponare l’emorragia. Ci prova con tutte le forze a reggere l’urto, per carità, anche facendo un po’ di confusione. Quando il Verona decide di tornare nei suoi panni, lui si scrolla di dosso la frenesia e comincia a farla girare al ritmo giusto. Fisicamente si prende sulle spalle il centrocampo e non solo e quando gli altri cominciano ad andare in riserva, lui dà fondo a risorse aggiuntive. Un secondo tempo di grande spessore.

VELOSO 5 Lui che, solitamente, è bravissimo nel dettare i tempi dell’azione gialloblù, non riesce mai a dare il ritmo giusto e, in compenso, viene travolto dalla corsa e dalla voglia del centrocampo veneziano. Tantissimi errori di una banalità disarmante, passaggi semplici semplici sparati in fallo laterale. Solo una bella punizione che Romero toglie dal sette.

LASAGNA 6 (dal 56’) Entra nel momento in cui il Verona cambia la partita e prova a metterci del suo. Ha un’occasione per segnare, ma è poco fortunato.

ILIC 4.5 Ancora una volta, non si capisce cosa sia e in questo, forse, Tudor non lo sta aiutando. Nel primo tempo è indisponente per la quantità di palloni buttati nell’immondizia. Sbaglia tutto quello che può sbagliare. E nonostante nel secondo tempo la squadra torni alla vita, lui continua a non imbroccarne una. Comincia a essere un problema. Deve capire, e anche velocemente, cosa vuole fare da grande. Perché partite così non sono giustificabili.

BESSA s.v. (dall’80’)

LAZOVIC 5.5 Un altro passo indietro nel lungo e lento ritorno a quel giocatore che abbiamo amato nelle due precedenti stagioni. Eppure parte bene con una grandissima conclusione di destro, dentro l’area di rigore, che solo il miracolo di Romero non trasforma in gol. Ma col passare dei minuti sbaglia troppo, esageratamente, anche le cose più banali. La sensazione è che fisicamente ne abbia poca di benzina, ma d’altra parte Tudor non riesce a non farlo giocare. Più per mancanza di alternative, al momento, che per le sue condizioni.

CAPRARI 6.5 Pur di battere il calcio di rigore sembra quasi che se la giochi a “sasso, carta, forbici” con Tameze, forse anche lui inspirato al tiro dagli undici metri. Con personalità si prende il pallone che sancisce la quasi definitiva rimonta del Verona. Il resto non è da stropicciarsi gli occhi, ma gli episodi, a volte, fanno la differenza e lui ha avuto cocones da vendere.

SIMEONE 7.5 Una cosa bisogna dirla: difficilmente sbagli la partita al punto tale da appioppargli un 4. Voglio dire, magari non segna, ma lotta sempre, si butta su tutto ciò che gli passi a un palmo di naso. Anche a Venezia, nella prima parte di gara, comunque ci prova, senza ovviamente successo. Continua a testa bassa anche nel secondo tempo e tira fuori due gol capolavoro che rompono un mini digiuno che poteva iniziare a pesargli. Spesso le partite le risolvono i giocatori di qualità e lui ne ha tanta, non solo tecnica, ma anche morale.

ALL. TUDOR 6 Sbaglia clamorosamente la formazione messa in campo al fischio d’inizio. Non si capisce perché se manca Gunter debba spostare Dawidowicz dalla sua posizione ideale e mettere dentro Casale. Per cambiarne uno, ne snatura due. Con un’umiltà che gli va riconosciuta, se ne rende conto al 30’ anche se i suoi sono già sotto 3-0. Cambia tutto nel secondo tempo, ma il Verona la vince con tanti episodi (autogol, rigore, capolavori di Simeone). Il suo merito, in una partita a due facce, è quello di aver motivato i suoi a inseguire un’impresa che resterà nella storia di questo club.

IL PAGELLONE DI VERONA-CAGLIARI

MONTIPO’ 6 Chiamato a una sola parata abbastanza velenosa su Nandez. Il resto della partita è quasi sempre spettatore.

DAWIDOWICZ 7 Sta vivendo forse il miglior periodo di forma della sua carriera. E’ in grande fiducia morale e tecnica e quando si rende conto che in difesa se la può cavare con il minimo sindacale, è in avanti che si fa intraprendente. Tante belle volate verso la porta di Radunovic. Si conferma sfortunatissimo sotto porta: il suo colpo di testa, su calcio d’angolo, si stampa inesorabilmente sul palo.

GUNTER 6.5 Gli attaccanti del Cagliari scendono in campo solo per fare presenza. Questo gli fa passare una serata serena, se non per qualche raro sussulto sardo. Comanda la difesa senza pensieri, domina ogni pallone di sua competenza, lasciando a Joao Pedro e compagni solo le briciole.

CECCHERINI 6 Con un Cagliari che pensa più che altro a contenere, difendendosi in dieci, non è certamente chiamato a grandi interventi. Sfondano solo una volta dalla sua parte quando Nandez trova un bel tiro, ma poi controlla senza difficoltà. Anzi, quando può si sgancia, ma non pare ispiratissimo.

CASALE 6.5 (dal 1’ s.t.) Meglio rispetto a Ceccherini, se non altro perché ha più gambe per distendersi in avanti. E’ lui in un paio di occasioni a suonare la carica. Bravo anche quando deve ripiegare.

FARAONI 5.5 E’ evidente che non sia il Faraoni dei tempi migliori, non ha la stessa esplosività vista fino a un paio di gare fa. Probabilmente lui è il primo a rendersene conto e così bada più che altro a fare il compitino. Un po’ meglio nella ripresa quando, col Cagliari appiattito, partecipa anche lui all’assalto. Ha una bella occasione, ben imbeccato da Caprari, ma non controlla bene. Peccato.

ILIC 5 Ancora una volta rimane tra coloro che sono sospesi. Non copre adeguatamente, costringendo Veloso a straordinari logoranti per la sua non più giovane età, e non è ispirato al punto tale da inventare qualcosa di importante dalla trequarti in su. Da lui ci si aspetta molto di più, non tanto per l’investimento fatto dalla società, ma piuttosto per le qualità tecniche che ha fatto vedere di avere. Deve cambiare passo.

TAMEZE 6 (dal 32’ s.t.) Al momento insostituibile.

VELOSO 6 Canta e porta la croce. E’ lui, infatti, a costruire le geometrie, e ci mancherebbe altro. Ma gli tocca anche difende e rincorrere i cagliaritani nelle poche occasioni in cui escono dalla propria area di rigore: eccezionale il recupero in volata su Nandez. Ovvio che non sia sempre lucido, ma è impossibile fare a meno di lui.

BESSA s.v. (dal 32’ s.t.)

LAZOVIC 5.5 Gioca tantissimi palloni, una marea. La sensazione è sempre quella che possa squartare la difesa cagliaritana e in diverse occasioni ci riesce. Ma è ancora una volta l’ultimo passaggio a mancare. Tanti cross sballati, fuori giri. Fisicamente mi sembra in ripresa, ma è ancora lontano parente di quel giocatore che è.

BARAK 6.5 Come sempre parte forte e i rossoblù di Mazzarri non riescono a togliergli un pallone che sia uno. Poi il Verona rimane intrappolato nel “non calcio” del Cagliari e anche lui fatica a cambiare passo. Cresce alla distanza, rendendosi pericoloso in attacco. Bellissimo il tiro a giro che Radunovic manda in calcio d’angolo con una parata elaborata non solo per far contenti i fotografi. Ma continua e non rinuncia a far male. Purtroppo non è girata per il verso giusto, forse nemmeno se questa partita fosse durata tre ore.

CAPRARI 6 La corsa c’è, sta bene, è evidente. La sensazione nei primi minuti è che il Verona possa travolgere il Cagliari proprio per merito suo, decisamente sul pezzo. Tanti spunti, però, poco concreti e forse anche poco assistiti dai compagni. Il primo tempo si complica, il secondo è un assalto e gli spazi si fanno sempre più stretti. Nemmeno un piccoletto come lui riesce a infilarsi nella difesa sarda.

SIMEONE 5.5 Solita grande voglia, solita grande determinazione di buttarsi su ogni pallone possibile gli capiti a tiro. Ma la difesa del Cagliari riesce a ingabbiarlo e questo lo innervosisce. Nella ripresa si cerca nuovi spazi e li trova. Ha un’occasione clamorosa, a tu per tu con Radunovic ma ne viene fuori solo un passaggio striminzito. Poteva e doveva metterla dentro. Non deve farsi prendere dall’ansia.

LASAGNA 6 (dal 32’ s.t.) Una buona occasione nei minuti di recupero, ma è poco fortunato.

ALL. TUDOR 6 Non sarebbero bastate tre ore per battere questo Cagliari. I suoi ragazzi ci hanno provato in tutti i modi, anche se il tiro da fuori continua a mancare clamorosamente. Una cosa deve essere chiara ai suoi giocatori, per me: non devono dimostrare niente. Perché mi pare che ci sia un po’ di ansia da prestazione, dopo le grandi cose fatte vedere finora. Poco convincente, questa volta, il doppio play. Ilic deve fare molto di più. Tameze, oggi come oggi, non può stare in panchina.