IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

SILVESTRI 5.5 Due belle parate, una ravvicinata su colpo di testa di Romero, l’altra su una gran mina di Zapata. Però si addormenta sul secondo gol dell’Atalanta. Ecco, secondo me lì avrebbe dovuto accorciare, doveva essere bravo a chiudere lo specchio e aiutare Lovato. Un paio di uscite poi, diciamo così, non perfettamente calibrate.

DAWIDOWICZ 5 Lui ce la mette sempre la voglia, e gli va dato merito di questa cosa. Soffre però, soprattutto quando viene preso in velocità, non la sua dote principale. Si prende un cartellino giallo nel primo tempo e questo evidentemente lo condiziona non poco. Vede i sorci verdi anche quando entra in campo Muriel.

LOVATO 5.5 Finché il duello con Zapata è tutto fisico, lui c’è, tiene testa al colombiano ed è bravo a non dargli l’appoggio. I problemi arrivano quando l’attaccante dell’Atalanta riesce a prendere un metro, in quel caso diventa devastante e il gol ne è stato chiaro esempio. E’ un buon giocatore, ma ha tanto, tantissimo da lavorare.

CECCHERINI 5 Dalla sua parte c’è Malinovskiy, che è un tornado. Fa fatica a stargli dietro e quando ci riesce, prendendosi anche un fallo a favore, reagisce con un calcetto che gli costa il cartellino giallo. Per evitare di rimanere in dieci (ammonito anche Dawidowicz), Paro lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

UDOGIE 5.5 (dal 1′ s.t.) Fa il compitino, nulla di più. Più passaggi verso Silvestri che a cercare gli attaccanti.

FARAONI 5.5 Impreciso, anche quando ha un’occasione importante per provare ad impensierire la difesa atalantina. Anche lui pare un po’ annebbiato, soprattutto fisicamente. E si sa, quando la testa non gira, lo stesso avviene anche per le gambe.

TAMEZE 5 A lui non spetta altro che seguire a uomo l’ex tanto rimpianto Pessina. Gli riesce a intermittenza, perché in un paio di occasioni il fantasista nerazzurro trova le intuizioni che tanto abbiamo amato lo scorso campionato. Per il resto, anche lui è travolto dal dominio fisico dell’Atalanta e non ha strumenti per reggere l’onda d’urto.

VELOSO 5 Surclassato dal centrocampo dell’Atalanta, non riesce mai a far partire l’azione gialloblù. Sbaglia tutto quello che si può sbagliare, anche le cose più semplici. Gli manca il ritmo, per merito anche del pressing asfissiante dei nerazzurri, che sono indemoniati. Non so se sia una questione fisica. Sicuramente dalla sosta potrebbe trarre qualche beneficio.

STURARO 5 (dal 1′ s.t.) La dove non riesce Veloso, anche lui fallisce. Mettendolo in campo si sperava in un po’ più di nerbo del centrocampo del Verona. Ma il campo ha detto altro.

DIMARCO 5 Non spinge, ed è la sua miglior qualità. E anche quando c’è da serrare le fila va in apnea. Ingenuo in occasione dell’azione che porta al rigore per l’Atalanta. Guarda solo l’uomo e non la palla, che puntualmente gli finisce sul braccio, troppo largo. Da lì in avanti non si riprende più, Paro, quindi, lo lascia negli spogliatoi.

LAZOVIC 5.5 (dal 1′ s.t.) Doveva ravvivare l’attacco gialloblù. Ci è riuscito per qualche minuto, ma la missione era più che impossibile di fronte a quest’Atalanta.

BARAK 5 Antonin, dove sei? Che fine ha fatto quel giocatore devastante, fisicamente e tatticamente, visto fino ad un paio di settimane fa? Mi sembra che non abbia le gambe giuste, è imballato. Ci prova anche ad abbassarsi alla ricerca della giocata giusta, ma non trova mai la sua collocazione. Mancano tantissimo anche i suoi gol.

ILIC s.v. (dal 34′ s.t.)

ZACCAGNI 5.5 In novanta e passa minuti sono un paio le, più che fiammate, fiammelle del Verona e di mezzo c’è sempre lui. Poco, però, per lasciare il segno. Lasciatemi però dire una cosa: è ora che gli arbitri comincino, non dico a proteggere Mattia, ma quanto meno a tutelarlo, perché è ormai una consuetudine che gli avversari lo prendano a scarpate fin dai primi secondi. Basta, non è possibile una caccia all’uomo di questo tipo.

LASAGNA 4.5 Partiamo dalla fine. Esce toccandosi l’inguine e l’augurio è che non sia nulla di che. Detto questo, nell’ora che rimane in campo non riesce mai a incidere. Di palloni gliene arrivano gran pochi, ma quelli che gli capitano a tiro li spreca goffamente. Ancora lontana l’intesa con i compagni. Troppe volte, infatti, i passaggi a lui indirizzati andavano da una parte e l’attaccante dall’altra. C’è tanto da lavorare.

FAVILLI 5 (dal 16′ s.t.) Prova a usare il fisico, ma non va troppo lontano.

ALL. PARO 5 Troppo forte l’Atalanta o troppo scarico il Verona? La verità sta forse nella prima ipotesi, ma in tre delle ultime due partite (Milan e Atalanta) l’Hellas sembra aver smarrito qualcosa. Perché se è giusto riconoscere la superiorità dell’avversario, è altrettanto vero che nel girone d’andata, i ragazzi di Juric hanno fatto bene soprattutto contro i colossi del campionato. Ecco, basta che non sia un calo di motivazione (e infatti io non ci credo). Più verosimile che sia necessario ricaricare le batterie e in questo senso la sosta arriva con tempismo perfetto. Si riprenderà a Cagliari, in quello che rimane uno scontro salvezza.

IL PAGELLONE DI SASSUOLO-VERONA

SILVESTRI 6.5 Incolpevole sui gol, è autore di due belle parate, una per tempo. Reattivo sul colpo di testa da due passi di Ferrari. Gattone quando Berardi sembra azzeccare la punizione giusta. E’ bravo a distendersi e a mettere in angolo. Se ne prende tre in maniera del tutto inspiegabile.

MAGNANI 5 Non tranquillissimo. E questo gli avversari lo sentono e tendono a puntarlo. Fatica in più di un’occasione a contenere Caputo e quando l’attaccante sembra ormai lanciato a rete, lo stende e si prende il cartellino giallo. Juric lo toglie per evitare di rimanere in dieci nel momento in cui il Verona dà fondo a tutte le energie per riacciuffare il risultato.

BESSA 6.5 (dal 67′) Vivace e sempre bravo a trovare la giocata più utile e meno spettacolare. Prezioso quando il Verona confeziona la bellissima azione che porta al pareggio di Dimarco. Ecco, io qualche minuto in più tenderei a darglielo.

GUNTER 5 Non perfetto in occasione del primo gol del Sassuolo. Idem quando i padroni di casa trovano il raddoppio, proprio quando il Verona sembrava pronto a colpire per fare male. Il suo rilancio è pasticciato. Due errori decisamente evitabili che certificano un momento non esaltante per il centrale gialloblù.

DAWIDOWICZ 6 (dal 55′) Meglio di chi era partito dal primo minuto. Il solito lottatore quando c’è da scontrarsi fisicamente con gli avversari. Dà tutto quello che ha in corpo. Evita un gol fatto. Ma dal calcio d’angolo successivo, il Sassuolo trova l’insperato gol della vittoria.

CECCHERINI 6 Un primo tempo particolarmente intraprendente, attento dietro e propenso anche all’azione offensiva. C’è Berardi dalla sua parte, sempre capace di inventare. Ma cerca di lasciargli soprattutto le palle più sporche. Nella ripresa è sempre il Verona a fare la partita e lui si limita a rispettare le consegne.

FARAONI 6 Quarantacinque minuti a due facce per Davide. Si divora un gol clamoroso, solo davanti a Consigli. Invece di tirare, si impappina. Poi, però, si riscatta con l’assist decisivo per il gol di Lazovic. Evidentemente in condizione non ottimale, dopo l’intervallo rimane negli spogliatoi. Poco male, almeno rifiata un pochino.

DIMARCO 6.5 (dal 46′) Quarto gol stagionale per Federico, che entra subito nel pieno del gioco. A sinistra il Verona fa male, e, fatalità, c’è sempre lui. Bellissima la rete dell’illusorio 2-2.

TAMEZE 5.5 E’ poco reattivo in occasione del gol del vantaggio di Locatelli. Sta a guardare il centrocampista del Sassuolo invece di andare a fargli ombra. Un po’ compassato, fa fatica a trovare corsa e ritmo. Prova il colpo grosso con un tiro dal limite dell’area di rigore che non esce di molto. Esce dopo dieci minuti dall’inizio della ripresa.

STURARO 6 (dal 55′) Mette il fisico e per lunghi tratti, quando entra in campo lui, il Sassuolo non riesce a ripartire. Sta crescendo.

VELOSO 5.5 Seconda di fila non all’altezza delle sue tantissime qualità. Poche giocate illuminanti, quasi mai bravo a trovare il ribaltamento di campo. Il Verona fa affidamento sui suoi calci piazzati e oggi manco quelli gli riescono. Il centrocampo neroverde gli fa male e lui ha poche armi per soccombere definitivamente.

LAZOVIC 6.5 Oltre il gol c’è di più. C’è un giocatore che si sembra finalmente ritrovato, e questa è una grandissima notizia per mister Juric. Come dicevo, oltre alla rete dell’1-1, suo è l’assist per Dimarco che la pareggia ancora una volta. Ha di nuovo la gamba dei tempi migliori. Va da sé che questo aiuti anche l’auto stima, fondamentale per questo ragazzo che quest’anno di sfiga ne ha avuta tanta.

BARAK 5.5 Pronti e via, dà l’impressione di essere in giornata. Bello il colpo di testa a due passi da Consigli, ma il portiere del Sassuolo ha i riflessi per mettere in angolo. Piano piano perde energia e quando lui non è travolgente è come Sansone con i capelli a spazzola. Forse ha bisogno di rifiatare un po’ per ritrovare fiato e gambe.

ZACCAGNI 6 Non ha fatto male, ma nemmeno faville. Qualche fiammata delle sue, un paio davvero interessanti. Su tutte il bel cross per Barak che di testa poteva anche fare meglio. Ma Zac è un giocatore fenomenale ed è lecito aspettare sempre qualcosa di più da lui. Faccio lo stesso discorso fatto per Barak: magari deve riposare una partita, anche perché Bessa dà l’impressione di sostituirlo degnamente.

SALCEDO s.v. (dall’83’)

LASAGNA 5 Dopo il gol di Benevento ci aspettavamo che potesse finalmente sbocciare. Non è ancora arrivato il suo momento, evidentemente. La voglia di dimostrare gli è controproducente, perché le idee che ha sono tante, ma non ha chiaro come realizzarle. Arruffone, ha un’occasione importantissima nel primo tempo e, inspiegabilmente si decentra il tanto che basta per perdere il tempo giusto per calciare. Dubbio un contatto con Chiriches, ma l’arbitro non vede.

ALL. JURIC 5.5 Tre gol subiti, soprattutto questo tipo di gol, devono far riflettere il mister. Per la seconda di fila Magnani e Gunter non sembrano in giornata, mentre meglio ha fatto Dawidowicz entrando in corsa. Forse anche Barak e Zac dovrebbero rifiatare. Però la squadra c’è, su questo non ci sia il minimo dubbio, perché oggi il Verona non meritava assolutamente di perderla. Quindi, evitiamo di parlare di motivazioni esaurite, non ci sto.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

SILVESTRI 5.5 Krunic si inventa una magia, ma a me non è sembrato particolarmente reattivo, se non altro perché la palla finisce proprio dalla sua parte. Ma forse è giusto riconoscere il maggior merito del giocatore rossonero. In generale così così, anche quando è stato chiamato ad accorciare per spazzare l’area di rigore.

MAGNANI 5 E’ suo l’errore, macroscopico, che “costringe” Orsato a fischiare fallo su Krunic. Da lì nasce la bellissima punizione calciata proprio dal bosniaco, che lascia Silvestri senza parole. Aveva però iniziato la partita col piede giusto, ma col passare dei minuti è parso inspiegabilmente svagato e incerto anche nelle cose più semplici da fare.

GUNTER 6- Dei tre dietro mi è sembrato quello meno incerto, anche se ci mette del suo in occasione del raddoppio del Milan. In concorso con Ceccherini si perde clamorosamente Dalot che poi lascia partire un bel missile verso Silvestri. Qualche sbavatura che Juric sembra non apprezzare, al punto da richiamarlo in panchina subito dopo lo 0-2.

DIMARCO 6 (dal 12′ s.t.) Anche dai suoi piedi il Verona ha cercato di scrollarsi di dosso tutte le incertezze viste nel primo tempo. L’intesa con Salcedo ha funzionato bene e da lì i gialloblù hanno tentato quello che oggi, probabilmente, non sarebbe accaduto nemmeno giocando cinque ore.

CECCHERINI 5.5 C’è anche una sua incertezza nel raddoppio di Dalot. Non assorbe il bel movimento dell’esterno rossonero, perde l’equilibrio e va per le terre. Non sicuro come in altre circostanze. Sfortunato sotto porta, tenta il colpo grosso un paio di volte, ma gli va male per un amen.

FARAONI 5.5 Imbeccato durante la conferenza stampa della vigilia, Juric lo ha elogiato in lungo e in largo. Deve essergli partita l’ansia da prestazione perché è parso meno convincente del solito. Tanti errori banali, non da lui. Incerto in entrambe le fasi. Nel secondo tempo va a fare il terzo dietro e mantiene la posizione. In una delle poche puntate in avanti, va vicino al gol della speranza, ma è Krunic a negargli la gioia del secondo gol consecutivo, dopo quello di Benevento.

TAMEZE 6+ In un centrocampo uscito letteralmente a pezzi, lui è l’unico che finisce la partita in piedi, è l’ultimo ad arrendersi. Prova costruire laddove non riesce Veloso, e prova a cercare spazi offensivi per sopperire le mancanze di Barak. E’ la residua nota positiva di una giornata storta, per la quale bisogna rendere merito all’avversario.

VELOSO 5 La sua classe soccombe di fronte allo strapotere fisico di Kessie, bravo a fagocitare la principale fonte di gioco del Verona. Non trova il tempo di giocata, i passaggi sono sempre scolastici e mancano terribilmente i suoi lanci da trenta metri, che ribaltano l’azione. Fisicamente un passo indietro rispetto a quanto fatto vedere a Benevento.

ILIC 5.5 (dal 12′ s.t.) Un po’ meglio rispetto al veterano Veloso, ma anche lui ha fatto una gran fatica davanti al centrocampo milanista meravigliosamente condotto da Kessie. Dinamico, ma non abbastanza per creare il break necessario al cambio di passo della manovra gialloblù.

LAZOVIC 6 Se a Benevento aveva impressionato per forza e qualità, facendo intravvedere le stesse meraviglie della scorsa stagione, contro il Milan è stato meno splendente. Ciò non toglie che sia stato uno di quelli da salvare, sempre dentro l’azione quando il Verona ha provato a raccapezzarci qualcosa davanti. E’ mancato il guizzo decisivo.

BARAK 5 Si abbassa più del solito alla ricerca del pallone e il risultato è che anche lui rimane intrappolato nelle spire di Kessie, che disintegra il centrocampo del Verona. Poco ispirato quando c’è da dare peso alla fase offensiva, probabilmente è stanco e così, prima di richiamarlo in panchina, Juric gli concede solo qualche briciola di secondo tempo.

BESSA 6 (dal 7′ s.t.) Ha avuto più minuti a disposizione rispetto al solito. In proporzione, quindi, mi sarei aspettato qualcosa di meglio, qualche lampo degno della sua classe. Ha comunque provato a mettere ordine nella metà campo rossonera trovando un paio di imbucate nell’area di rigore avversaria.

ZACCAGNI 5 Per lui vale lo stesso discorso di Barak. E’ stanco, e si vede. Se ci aggiungete un Calabria in stato di grazia, i giochi sono fatti. L’esterno milanista gli si incolla come un’ombra aggiuntiva e, di fatto, lo eclissa dal campo. Non uno spunto degno di nota. Ci sta che anche lui rifiati un po’.

SALCEDO 6 (dal 7′ s.t.) Più tarantolato di Lasagna, ha provato a creare un po’ di scompiglio, lottando su ogni pallone e andando anche alla conclusione. Era finito un po’ fuori dall’orizzonte di Juric. Ma oggi ha urlato a pieni polmoni: “Ci sono anch’io”.

LASAGNA 5 Per carità, non è che i compagni gli rendano la vita facile, ma lui fa poco per trovarsi un posto al sole. I difensori del Milan lo spengono sulla sua dote principale, la velocità. Annullata quella, non riesce mai a trovare posizione e, in un eccesso di generosità, spesso di abbassa troppo alla ricerca del pallone. Che trova raramente.

FAVILLI s.v. (dal 29′ s.t.)

ALL. JURIC 5 Donnarumma ha finito la partita senza praticamente sporcarsi la maglia. Il Verona è mancato dannatamente dall’ombelico in su. Va da di pari passo una difesa che ha subito l’onda d’urto milanista. Pioli l’ha preparata benissimo, non dando punti di riferimento, come aveva annunciato. E il mister, questa volta si è dovuto inchinare. Lo ha detto alla vigilia, non bisogna abbassare la guardia, altrimenti si perde di competitività. I suoi ragazzi lo sanno, ma oggi, un po’, lo hanno scordato.

IL PAGELLONE DI BENEVENTO-VERONA

SILVESTRI 6.5 Una parata una, su Insigne, l’unico che è riuscito a rendersi appena appena pericoloso. Il resto è accademia per il portierone gialloblù, schermato a dovere da una difesa perfetta.

MAGNANI 7 Bravo a tenere alta la difesa andando a prendere alto l’Insigne o il Sau di turno. Molto aggressivo e al tempo stesso sempre presente a sé stesso, che è la cosa sulla quale insiste maggiormente mister Juric. Come sempre monolitico quando spiovono palloni nell’area di rigore gialloblù. Ritrovato dopo qualche passaggio a vuoto.

DAWIDOWICZ s.v. (dall’83’)

GUNTER 7 Pronti e via, toglie il pallone dai piedi di Lapadula, che si addormenta davanti a Silvestri e sciupa un’occasione clamorosa. Di lì in poi, giganteggia e ai campani non lascia nemmeno le briciole. Vero è che gli attaccanti di Inzaghi fanno pochino, ma quel pochino lo amministra con la sigaretta in bocca. Rischia anche di segnare il gol dello 0-4.

CECCHERINI 6.5 Rientrava dopo uno stop per un tendine che non voleva saperne di dargli tregua. Non è costretto a forzare più di tanto e questo lo aiuta a gestirsi fisiccamente. Sul centro sinistra è quello che si adatta maggiormente, senza soffrire la mancanza del mancino naturale. Esce coi crampi.

LOVATO s.v. (dal 79′)

FARAONI 7 Merita la Nazionale. Ci sono pochi giocatori che hanno la sua intelligenza tattica e la capacità di fare tutta la fascia con estrema naturalezza. Non perde mai la lucidità, si spinge più di una volta alla ricerca di sogni di gloria. Viene ripagato col secondo stagionale, ancora più importante, quello che sblocca una gara dominata clamorosamente dall’Hellas.

TAMEZE 7 Il turno di riposo gli ha fatto bene. E gli è bastato per ricaricare batterie e polmoni. Avere di fianco Veloso lo aiuta svariare su tutto il fronte del centrocampo, con puntate in attacco. Eccezionale anche quando va a dare una mano alla difesa, creando un filtro contro il quale il Benevento va sistematicamente a schiantarsi. Anche lui esce coi crampi.

STURARO 6 (dal 64′) Nelle praterie lasciate dal Benevento anche lui prova a insinuarsi e in un paio di occasioni gli riesce pure bene.

VELOSO 7.5 Colpisce soprattutto una cosa: la condizione fisica. L’impressione è che sia stato bravo a portarsi a questo livello (aiutato anche da Juric) un po’ alla volta, senza voler forzare. Veloce di testa come pochi altri in questa categoria, non spreca nulla e ogni pallone accarezzato è un potenziale occasione pericolosa. Se lui gira, questo Verona è una meraviglia per gli occhi.

LAZOVIC 7.5 Già contro la Juve aveva dato importanti segnali di ripresa. Confermati clamorosamente al Vigorito. Suo l’assist per il gol di Faraoni. Suoi i tantissimi cross che piombano nell’area giallorossa, che solo per delle inezie non diventano gol. Se finalmente è tornato sui suoi livelli, da qui alla fine ci sarà da divertirsi. Juric si sta sfregando le mani.

BARAK 7 Il primo tempo è un inno al calcio moderno. Gioca dappertutto, talvolta abbassandosi sulla linea dei centrocampisti per scrollarsi di dosso la marcatura avversaria. Impossibile togliergli il pallone dai piedi, con Faraoni l’alchimia è pazzesca. Nei secondi 45 minuti, con la partita in ghiaccio, mette il pilota automatico e si gestisce. Perché, è bene ricordarlo, domenica al Bentegodi arriva il Milan. Al quale, peraltro, all’andata ha già segnato.

ZACCAGNI 7 A proposito di Nazionale, idem con patate per quanto detto già su Faraoni. Mancini, secondo me, ha bisogno di un giocatore come lui, vista la penuria di esterni veramente capaci di saltare l’uomo come sui sa fare. Ispiratissimo, torna a formare con Lazovic la coppia delle meraviglie che la scorsa stagione ha fatto diventare matti i difensori di mezza serie A.

BESSA s.v. (dal 79′)

LASAGNA 7 Finalmente Kevin si sblocca e lo fa con un gol bellissimo. Ma oltre a questo, altre occasioni importanti e tanta voglia di spaccare il mondo. Sono convinto che sia lui l’uomo giusto per l’attacco gialloblù, perché oltre a interpretare sempre meglio il calcio di Juric, la sensazione è che col mister si sia già creato qualcosa di speciale. La sua stella polare può ancora essere la Nazionale. E chissà che non ci si possa trovare con Faraoni e Zaccagni.

FAVILLI s.v. (dall’83’)

ALL. JURIC 8 Poteva finire 8-0. Un risultato mai in discussione, fin dai primi minuti durante i quali il Benevento provava a spezzettarla. I suoi ragazzi non sono caduti nel tranello e attraverso il gioco hanno costruito una vittoria pesantissima. Che sa tanto di salvezza, anche se il mister ancora non ne vuole sentir parlare, perché manca la matematica. E invece, guardiamo oltre, perché sono convinto che basterebbe davvero poco per andare a prenderci un posto al sole. Grazie Mister.

IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

SILVESTRI 6.5 Prontissimo in un paio di occasioni importanti per la Juve, in particolare su Chiesa, nel primo tempo. Nulla può fare quando a Ronaldo basta un tocco facile facile per sbloccare la partita. Tutto sommato, considerato l’avversario, passa una serata abbastanza tranquilla.

MAGNANI 7 Nel secondo tempo salva un gol fatto, a porta spalancata, su tiro di Ramsey. Bene comunque per tutti i 95 minuti, sempre attento e concentrato, come gli chiede il mister. Spegne Ronaldo che, fatalità, segna nell’unica occasione in cui non è Magnani a marcarlo. Di testa sono tutte sue, non ne passa una. Nei minuti finali spazza l’area in maniera provvidenziale

GUNTER 6.5 Della difesa è il battitore libero, nel senso che non ha compiti di marcatura a uomo degli attaccanti bianconeri. Al punto tale che a volte va a cercare Ramsey, quando il gallese prova a fare il trequartista. E’ sereno, serenissimo, in ogni giocata e se si escludono i momenti di frenesia juventina, quasi non suda la maglietta.

LOVATO 5.5 Soffre la vivacità di Kulusevski, che sembra essere il vero fenomeno della Juve, per estro e spunto nello stretto. Lo svedese gli va via in troppe situazioni, cosa che manda in bestia Juric. Poi l’errore decisivo in occasione del gol di Cristiano. Se lo perde completamente e quando è il momento di recuperare, il portoghese gli ha già dato due metri.

FARAONI 6.5 Nel primo tempo è lui l’uomo più pericoloso del Verona. Prende un palo clamoroso dopo un bel colpo di testa ad anticipare tutti. Poi la solita partita di qualità e quantità, generoso come al solito. Davanti a lui Bernardeschi sparisce dal campo, da far quasi tenerezza. Esce stanchissimo.

DAWIDOWICZ s.v. (dal 38′ s.t.)

STURARO 7 Va in campo in maniera del tutto inaspettata e diventa la vera sorpresa della serata. Evidentemente Juric ci ha visto bene in settimana. E’ il primo dei gialloblù a pressare a tutto campo. E’ lucido nella corsa e bravo a non far ragionare i bianconeri (soprattutto Rabiot, che segue a uomo) quando impostano da dietro. Sorprende anche fisicamente, visto che regge per 65 minuti abbondando. Benvenuto.

VIEIRA 6 (dal 22′ s.t.) Ordinato ed efficace. Sulla falsariga di quanto fatto vedere a Genova, la scorsa giornata.

ILIC 6 Un inizio difficile, timidino, travolto dall’onda d’urto bianconera. Poi si mette a posto e comincia a far viaggiare il pallone sui binari. Le geometrie sono pulite, magari non sempre illuminanti. Ecco, secondo me deve lavorare ancora tanto sul lancio lungo e sul cambio di campo, che può aiutare la squadra nei momenti di difficoltà.

VELOSO 7 (dal 1° s.t.) Che partita sto “giovanotto”. Sia chiaro, Ilic ha il futuro davanti a sé, ma quando Miguel gira, è tutta un’altra musica. Tempi di gioco, qualità, calci d’angolo finalmente di nuovo pericolosi. E’ lui, con una finta di corpo eccezionale, a suonare la carica in occasione del gol del pari. Fondamentale averlo in campo quando la condizione fisica è questa.

DIMARCO 6 Juric lo preferisce a Lazovic e lui, largo a sinistra è sempre una garanzia. Le dinamiche con Zaccagni ci sono sempre e in alcuni casi mandano in confusione la Juve, in particolar modo Demiral, vero anello debole della catena difensiva bianconera. Proprio per questo, avrebbe dovuto puntare di più il giocatore turco.

LAZOVIC 7 (dal 6° s.t.) Entrato in campo alla grande. E’ stato devastante perché il Verona ha costruito il pareggio dalla sua fascia. Mette il cross perfetto per la zucca di Barak, che incenerisce Alex Sandro. E poi, non contento, tenta il colpo grosso con una fiondata che Szczesny devia sulla traversa, col pallone che finisce in angolo. Ci sei mancato, Darko.

BARAK 7.5 Cosa vuoi dire a uno che ha segnato il sesto gol stagionale e che ha messo insieme l’ennesima partita fenomenale. Nel primo tempo giganteggia. I bianconeri non lo smuovono di un centimetro, fisicamente è devastante. Nella ripresa quando sembra perdere qualche colpo cosa fa? Segna. Pazzesco. Una macchina da guerra. A inizio stagione non ero convinto. Chiedo scusa, Antonin!

ZACCAGNI 7 Il fatto che sia entrato nel giro della Nazionale mi pare che non sia più un caso. Tutto quello che di pericoloso il Verona riesce a costruire passa dai suoi piedi. Prima con Dimarco, poi (soprattutto) con Lazovic fa cose incantevoli che mandano il cervello in pappa a Demiral. Dopo un paio di prestazioni un po’ così, è tornato a farci brillare gli occhi.

BESSA s.v. (dal 38′ s.t.)

LASAGNA 6 Tanto lavoro, questa volta davvero sporco, nel tentativo di far salire la squadra. Prende un bel po’ di falli che alleggeriscono la tensione. Le occasioni da gol, a dire il vero, non sono tante, anzi, non se ne vedono. Però a me è piaciuto. Vedere lo scatto che tenta al 92esimo, quando la spia della riserva dovrebbe essere di color rosso incandescente.

ALL. JURIC 7 Anche contro la Juve ci sono stati momenti di dominio. Magari non lampante come quello visto contro il Genoa, ma se il suo Verona avesse vinto credo che ci sarebbe stato poco da dire, pensando al palo di Faraoni e alla traversa di Lazovic. Meno male che la sua squadra è al 30%. Quando arriverà al 60% la corsa all’Europa League dovrebbe diventare quasi un obbligo.

IL PAGELLONE DI GENOA-VERONA

SILVESTRI 6 Incolpevole sui gol del Genoa. Subisce di fatto solo due tiri in porta e gli va male. Peccato perché in una partita dominata ci voleva un pizzico di attenzione in più per portarla a casa.

MAGNANI 7 Trova la concentrazione richiesta in più di un’occasione da mister Juric. Ha la testa giusta e non ha paura di giocare col fisico, nonostante l’arbitro Marchetti lo prenda un po’ di mira. E’ bravo ad adattarsi alle varie situazione del match e non ha la puzza sotto al naso quando il pallone deve essere sparato in tribuna.

GUNTER 7 Sulla sua rotta c’è Destro, che con Ballardini sembra aver trovato finalmente un senso come attaccante, e lui decide di annullarlo. Lo segue a uomo e non gli fa praticamente mai toccare pallone. Bene anche fisicamente. Evidentemente il passo falso contro l’Udinese è stato solo una casualità, perché da lì in poi si è rimesso in marcia.

LOVATO 6 Fino a quando rimane in campo, gestisce al meglio, senza mai andare in difficoltà. Dei tre della difesa è quello meno appariscente, ma questo conta fino a pagina due. Juric lo tiene negli spogliatoi dopo l’intervallo.

CETIN 5.5 (dal 46′) Juric lo manda in campo all’inizio della ripresa e lui ripaga con un errore fantozziano che spiana a Shomurodov la strada del pareggio. Una topica clamorosa alla quale riesce a mettere una toppa mettendo in difficoltà con un cross Perin che smanaccia, ma sui piedi di Faraoni, bravo a segnare il gol del raddoppio. L’errore, comunque, non gli ha tolto fiducia, e questo è un segnale fondamentale.

FARAONI 7 Partita sontuosa, impreziosita da un gol tutt’altro che facile da fare. Il registro della sua gara è sempre lo stesso: tanta qualità, in entrambe le fasi di gioco e una voglia di sacrificarsi esemplare. Esce azzoppato, col il polpaccio indolenzito. Mi auguro che non sia nulla di grave, sarebbe una brutta assenza da colmare.

VIEIRA 6 (dal 68′) Entra al posto del capitano, esterno a destra. Non è la sua posizione e lui è il primo a esserne cosciente. E’ quindi bravo a mantenere la posizione, senza strafare. Rispetta diligentemente le consegne di Juric.

TAMEZE 7 Altra prestazione monumentale per il francese, che diventa sempre più fondamentale per questo Verona. Juric ha definito Barak un “tuttocampista”. Definizione che calza a pennello anche a lui, che ha enorme sapienza e facilità di coprire ogni zolla del campo. Esce stremato, e pare logico dopo i km macinati.

STURARO s.v. (dal 94′)

ILIC 7 Al di là del gol, tra l’altro stupendo e di un coefficiente di difficoltà elevatissimo, è padrone del centrocampo gialloblù. Detta tempi a seconda del momento della partita. Nei dieci minuti centrali del secondo tempo, quando il Verona mette alle corde il Genoa, c’è lui su ogni pallone. Esce per ko tecnico dopo una bomba che lo prende in pieno volto.

VELOSO s.v. (dall’82’)

LAZOVIC 6 Un primo tempo di quelli che ti riconciliano col calcio. Gamba leggera, fiducia nei propri colpi e grande intesa con Zaccagni. Cala nei secondi 45 minuti quando sono più gli errori banali che le giocate degne di nota. Però bisogna prendere quello di buono che ha fatto, perché di lui c’è sempre enorme bisogno.

BARAK 7.5 Sorprende ogni partita di più. Quando di pensa che abbia raggiunto il top della sua condizione fisica e mentale, è capace di spostare sempre più in alto l’asticella delle aspettative. E’ lui a dare il “la” al primo gol del Verona. Prima recuperando un pallone vagante e poi servendo un assist perfetto per Ilic. Ma è la qualità costante nei 95 a impressionate. Qualità, enorme, e quantità inesauribile.

ZACCAGNI 6 La scarpata che gli rifila Masiello dopo 50 secondi, rimanendo tra l’altro impunito in maniera clamorosa, forse lo condiziona. Fatica a trovare il passo. Ci riesce a fasi alterne e quando imbrocca la giocata è sempre capace di fare male. Prova anche la botta da fuori, ma ha poca fortuna. Magari ha bisogno di rifiatare, ma sa di avere le spalle coperte.

BESSA 6.5 (dall’82’) E’ una costante ormai che entri in campo portando qualità alla manovra. E’ uno dei pochi, in questa squadra, che ha la capacità di tirare dalla distanza. Ci prova anche oggi e quasi quasi ci scappa il gol.

LASAGNA 5 E’ l’insufficienza che do più malvolentieri, perché il calcio va oltre le occasioni sprecate. Però quelle che si divora Kevin sono troppo clamorose per non essere giudicate con severità. Dalla sua il fatto di essere rimasto in partita fino alla fine, senza rimanere mentalmente sugli errori che, a conti fatti, hanno determinato il risultato.

ALL. JURIC 7 Il suo Verona domina quasi tutta la partita. I primi venti minuti del secondo tempo dovrebbero essere mostrati durante il corso allenatori di Coverciano. Il Genoa non è in grado di uscire dalla sua area. Sembra Mike Tyson al crepuscolo della sua carriera. La partita non la vince per gli errori di Lasagna, che, ahimè, sono stati determinanti. Ecco, proprio con Kevin il mister deve essere bravissimo, continuando a credere in lui perché sono convinto che verrà presto ripagato.

IL PAGELLONE DI VERONA-PARMA

SILVESTRI 6 Un pastrocchio che rischia di complicare dannatamente la partita. Nell’azione che porta al rigore del Parma, chiama il pallone, Lovato glielo lascia, lui appare quasi sorpreso, al punto da stendere Karamoh. Fortunatamente il Verona riesce a ribaltarla. Poco tranquillo, in generale, ma si riscatta nel finale quando gli emiliani provano l’assalto al fortino. Lì si fa trovare pronto.

CETIN 6.5 Non vedeva il campo da mesi, prima fermato da un infortunio, poi dalle gerarchie che lo hanno relegato ai margini. Inizia balbettante su Gervinho, ma col passare dei minuti prende ritmo e confidenza, riuscendo sempre ad avere la meglio sull’ivoriano. Anche fisicamente risponde bene. Oggi è un’alternativa, ma da qui alla fine anche lui può finalmente mettersi in mostra.

GUNTER 7 Si riscatta alla grande dopo l’incubo di Udine. Vince tutti gli scontri diretti con Cornelius che, in quanto a fisico, avrebbe potuto metterlo in seria difficoltà. E invece il centrale gialloblù domina aria e terra e quando serve, soprattutto nei minuti finali, la spara in tribuna, scoraggiando i disperati assalti del Parma.

LOVATO 7 Wow, che partita. Dalla sua parte c’è Karamoh che nel “la prendo io che la prendi tu” con Silvestri ha la meglio. Ma lui non ha colpe specifiche. Anzi mette insieme una prestazione di enorme attenzione tattica e di impressionante forza fisica. Quando serve ha anche la velocità dalla sua. Bene anche su Gervinho, quando l’ivoriano cambia posizione. Bravo.

LAZOVIC 6 E’ il meno positivo della compagnia. Ma, va detto, è attento soprattutto in fase difensiva, ben conoscendo le qualità degli esterni di D’Aversa. In avanti poco, anche se quel poco è il bel cross che si conclude col gol del pareggio di Dimarco. Per il resto, così così, con alcuni errori abbastanza clamorosi per venire fuori dai suoi piedi. E’ un’annata un po’ disgraziata. Speriamo che giri.

TAMEZE 6.5 La solita grandissima corsa in mezzo al campo. E’ ovunque. Spesso si scambia di posizione con Barak, cercando di trovare spazio più vicino a Lasagna. E’ veramente il classico giocatore che “dove lo metti, fa bene”. Giusto anche il feeling col giovane Ilic. Nel finale di partita si getta nella tonnara e più di una volta è lui a spazzare l’area gialloblù.

ILIC 6.5 E’ vero, qualche volta commette piccoli errori. Ingenuità che sono naturali per un ragazzino come lui. Però colpisce la personalità con la quale annulla le sciocchezze per riscattarle in ottime giocate. Ha qualità tecnica importante e la mette al servizio della squadra con grande sapienza. Quando troverà anche il lancio da trenta metri, l’assenza di Veloso sarà meno pesante da sopportare.

VELOSO s.v. (dal 93′)

DIMARCO 7.5 Un gol, una punizione nel sette che non si sa come Sepe riesce a mettere in angolo e l’assist per la rete che decide la partita. In mezzo a tutto questo, un’infinità di cross meravigliosi che hanno trovato poca fortuna. Veniva da un paio di fiaschi, tutti giocando da difensore puro. Che sia il caso di lasciarlo sempre nei quattro di centrocampo?

MAGNANI s.v. (dall’83’)

BARAK 8 Entra nella storia del Verona: il suo gol è il millesimo della squadra gialloblù in serie A. Lo festeggia con una partita devastante, forse la migliore da quando veste la maglia dell’Hellas. E’ una delizia per gli occhi perché oltre all’enorme forza fisica, è capace di giocate di fino che non sembrerebbero nel repertorio. Il colpo di testa che fulmina Sepe è da manuale per tempismo e precisione. Monumentale.

COLLEY 6 Alterna fiammate a pause adolescenziali. Juric con lui è un martello, lo accompagna ad ogni passo. Le potenzialità, l’ho sottolineato spesso, ci sono. Al momento penso che sia più utile a partita in corso. Paura per un infortunio al ginocchio che lo fa fa stramazzare a terra in lacrime. Esce dal campo sulle sue gambe ed è l’unica cosa alla quale ci appigliamo per scongiurare il peggio. Forza Ebrima.

BESSA 6.5 (dal 51′) Mi aspettavo di vederlo dal primo minuto, ma evidentemente non ha ancora la gamba giusta. Anche se quando entra dà la sensazione di girare a pieni regimi. E’ bello vederlo giocare, sempre con la testa alta, con intuizioni di qualità unica per questa squadra. Va vicino al gol. Provaci ancora, Daniel.

LASAGNA 6.5 A me è piaciuto e avrebbe meritato il gol per il grande lavoro, in alcuni frangenti di buona qualità. Ha velocità che impressiona e la sensazione è che sia già a buon punto nell’assimilare le idee di mister Juric. La sua spizzata sul cross di Lazovic è determinante per permettere a Dimarco di calciare e trovare il pari. A volte fin troppo generoso. Però, devo dire, mi ha lasciato sensazioni molto positive.

ALL. JURIC 6.5 Troppo brutto il Verona di Udine per essere il suo. E infatti, contro il Parma abbiamo rivisto, seppur a tratti, la squadra spietata e consapevole che ben conosciamo. Sceglie Colley invece di Bessa (e qui ci sarebbe da discutere), ma azzecca la mossa di Cetin che, tolto dalla naftalina, ripaga la fiducia. Il resto sono scelte obbligate. I punti sul terzultimo posto sono ora 18. E ci sarà ancora da divertirsi.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

SILVESTRI 6 Almeno quattro miracoli clamorosi su un totale di cinque grandi parate. Se nel primo tempo il Verona riesce a tornare nello spogliatoio sullo 0-0 il merito è esclusivamente suo. Nel secondo tempo fa lo spettatore fino all’83’ quando, con gran dose di sfiga, se la butta dentro da solo. Cosa volete che vi dica, il calcio è assurdo. Le parate sono da 8, l’errore da 4. Peccato.

DAWIDOWICZ 4.5 Una partita da incubo per il povero Pawel che non riesce praticamente mai a prendere Deulofeu. L’attaccante spagnolo non dà punti di riferimento e questo manda in confusione il difensore polacca che deve dare fondo a tutte le sue energie fisiche per metterci qualche toppa. Prende una tacchettata in testa, che gli provoca una ferita. Rimane negli spogliatoi dopo il primo tempo.

LOVATO 6 (dal 1′ s.t.) Con lui in campo Deulofeu fatica di più. Subito concentrato, gioca bene sull’anticipo, aiutato dal fisico, che sovrasta lo spagnolo. Purtroppo nelle due uniche azioni che lo spagnolo riesce a confezionare nel secondo tempo, non c’è lui a marcarlo.

GUNTER 5 Soffre un po’ meno di Dawidowicz, ma anche lui è sempre in apnea davanti a Llorente. Lo spagnolo le prende praticamente tutte di testa e lascia solo le briciole al centrale gialloblù. Purtroppo dovrebbe essere quello che da dietro fa ripartire l’azione, ma non riesce nemmeno a tenere alta la difesa quando il Verona prova ad alleggerire.

MAGNANI 5 (dal 1′ s.t.) Bene fino al 92′. Poi un rinvio sciagurato, senza senso, che permette all’Udinese di trovare il raddoppio con Deulofeu. Lo aveva detto Juric, è un ottimo giocatore che si lascia andare a qualche passaggio a vuoto di troppo. Oggi, purtroppo, lo ha dimostrato.

DIMARCO 5 Giornataccia anche per lui, sempre in affanno quando c’è da correre indietro. Qualcosa meglio quando prova a spingere nel secondo tempo, aiutato dal generale risveglio della squadra. In occasione del vantaggio dei friulani, Deulofeu lo salta con enorme facilità, per andare poi a “causare” l’autogol di Silvestri.

FARAONI 5.5 Seconda di fila sotto tono per il capitano che si lascia travolgere dall’apatia del primo tempo. Mai capace di spingere, appena appena attento quando si tratta di difendere. Quando il Verona torna in campo dopo l’intervallo, anche lui si risveglia e prova a fare male soprattutto in fase propositiva. Si becca il giallo. Pessima notizia. Dovrà la saltare la prossima al Bentegodi contro il Parma.

TAMEZE 6 Il centrocampo è il reparto che più soffre nel primo tempo, esponendo la difesa a schiaffi che arrivano da tutte le parti. Lui non riesce a capirci nulla e Barak non lo aiuta. Quando si riparte nella ripresa e si trova di fianco Ilic, trova più coraggio e anche più iniziativa. Reagisce bene e prova a trascinare i suoi. Spreca una grande occasione in area di rigore, calciando una ciofeca. Esce stremato.

COLLEY s.v. (dal 42′ s.t.)

BARAK 5.5 Onestamente non pensavo che potesse pagare così tanto la forza fisica dei suoi ex compagni e invece ha sofferto tantissimo, schiacciato tra i tre dirimpettai in bianconero. Nei secondi 45 minuti, Juric lo riporta nei due che si muovono dietro la punta. Un po’ meglio, ma non abbastanza.

LAZOVIC 5 Tante volte, questa stagione, ci siamo trovati a dire che non è ancora lo stesso della scorsa stagione. Confidando in una cosa transitoria, ci stiamo rendendo conto che questa fase involutiva non è ancora finita. Solo un paio di spunti, ma nulla che faccia brillare gli occhi. Per come la vedo io, deve giocare sempre, per ritrovarsi. Ma deve darsi una mossa.

ZACCAGNI 5.5 Parte bene, poi anche lui, come i compagni, sparisce dal campo, sovrastato dalla forza fisica dell’Udinese. Tenta a rimettersi in moto, ma la benzina è quella che è. Nella ripresa beneficia della prestazione decisamente migliore della squadra ma, limitato anche dal cartellino giallo, che lo costringerà a saltare la prossima di campionato, si spegne lentamente.

BESSA s.v. (dal 27′ s.t.)

LASAGNA 5 Se Juric lo ha visto come un esperimento, ahimè, è stato un fallimento. Pensavamo che il mister lo mettesse più vicino a Kalinic e invece, confinato largo a sinistra, non è mai riuscito a innescarsi, quelle poche volte che gli è arrivato qualche pallone giocabile. Ci vuole tempo, per carità, nessun dramma. L’importante è che non diventi un equivoco tattico. Ma in questo, Juric penso sia una garanzia.

ILIC 6.5 (dal 1′ s.t.) Il primo tempo ha certificato l’enorme bisogno di un costruttore di gioco. Con Veloso ancora fermo, è lui che si prende la responsabilità di dare ordine al Verona. E ci riesce per lunghi tratti, trovando la giusta sintesi con Tameze. E’ la vera nota positiva di questa seconda sconfitta consecutiva.

KALINIC 5.5 Ci aspettavamo fuoco e fiamme quando abbiamo letto la formazione prima del fischio d’inizio. E invece l’esperimento con Lasagna si è ammosciato nell’umidità della Dacia Arena. E’ anche partito discretamente, ma è durata poco. Meglio nella ripresa, forse più libero mentalmente. Ma non ha mai visto la porta e per un attaccante è un bel problema.

ALL. JURIC 5.5 Primo tempo regalato all’Udinese, secondo tempo più simile a quello che ci ha fatto vedere da quando è arrivato a Verona. Ha la lucidità per capire che la squadra mandata in campo all’inizio non funzione e ne cambia tre subito dopo l’intervallo. Rimane il grande problema dell’attacco: per 95 minuti i suoi non hanno creato una vera occasione da gol. Se è una questione di testa, agisca subito. Lui sa come farlo, su questo non ho alcun dubbio.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

SILVESTRI 5+ Un paio di interventi che evitano l’imbarcata totale non gli bastano per salvare una partita condizionata da due errori su due dei tre gol della Roma, secondo e terzo. Anche sull’1-0 di Mancini non mi è sembrato particolarmente reattivo, ma lì ad ingannarlo ci si è messo anche Ceccherini, con lo svarione decisivo.

DAWIDOWICZ 5 Soffre dannatamente la velocità di Mkhitarian, non riesce mai a tenerlo. Il primo tempo è davvero da incubo, ed esce malconcio anche da un corpo a corpo con Borja Mayoral (fatalità i padroni di casa la sbloccano quando lui è momentaneamente fuori). Nella ripresa un po’ meglio, anche perché la Roma rallenta. Ma quando accelera, sono sempre dolori.

GUNTER 4.5 Subito due palloni in disimpegno sparati in fallo laterale in maniera del tutto scriteriata, senza avversari in pressione. Poi, sotto di un gol, con la squadra ancora incredula, tiene in gioco Borja Mayoral che dà il “la” al raddoppio della Roma. In confusione totale, non riesce a riprendersi e rimane a rimuginare sugli errori che hanno inevitabilmente condizionato il risultato.

CECCHERINI 5 Nel colpo di testa di Mancini, che sblocca il risultato, potrebbe respingere il pallone sulla linea di porta, ma lo cicca clamorosamente. Falloso, troppo falloso. Ed esageratamente frenetico nelle giocate. Non mi è piaciuto. Pellegrini lo mette in difficoltà, anticipandolo spesso e lui, fisicamente non al 100% arranca tentando di recuperare. Nel disastro totale del primo tempo non riesce a limitare i danni.

UDOGIE s.v. (dal 35′ s.t.)

FARAONI 5 Mi fa un certo effetto dargli un’insufficienza, perché anche nelle giornate storte della squadra, lui ha sempre portato a casa la pagnotta. E invece incappa nella sua prima topica stagionale. Dalla sua parte c’è Mkhitaryan che sembra un ossesso e lui ci capisce davvero poco. Finisce sotto la doccia molto prima rispetto a suoi standard, considerano che Juric non lo cambia praticamente mai.

DIMARCO 6 (dall’11’ s.t.) Aveva probabilmente bisogno di rifiatare, ed evidentemente gli sono bastati 45 minuti in panchina, perché quando è entrato ha fatto bene.

TAMEZE 6.5 E’ l’unico, soprattutto nel primo tempo, che non va in confusione e a tentare di dare una parvenza di squadra ai suoi compagni, che non hanno invece alcuna forma. Corre anche per gli altri nove ma non basta ad evitare la figuraccia. Anche nella ripresa, con i nuovi innesti, si arrende solo quando il discutibile arbitro Piccinini fischia la fine.

ILIC 5 In mezzo al campo i giallorossi entrano come il classico coltello caldo nel burro. Paga la grande velocità di gioco della Roma, lui che non è certo uno agile nel breve. Ma nemmeno nel lungo. Dovrebbe far ragionare la squadra, ma lui è il primo a non essere lucido. Anche difensivamente gli vanno via abbastanza in scioltezza.

BESSA 6.5 (dall’11’ s.t.) Il gol di Colley è per la metà suo. Bellissimo, infatti, il pallone che mette sulla testa del giovane attaccante gialloblù. Ma non si è fermato lì, perché ha fatto vedere altre belle giocate e ha dimostrato di trovarsi bene coi compagni (che lo cercano tantissimo). Juric non ha un giocatore con le sue caratteristiche, vero regista offensivo, capace anche di vedere la porta. Sono convinto che nel momento in cui troverà la condizione fisica ideale, potrà mettere in difficoltà il mister nelle scelte.

LAZOVIC 6 A sinistra ha sofferto, o comunque sia, non ha brillato come al suo solito. Discorso completamente diverso nella ripresa quando Juric lo ha riportato nel suo ruolo naturale. Buona l’intesa con l’ispiratissimo Bessa. La cosa che preme maggiormente è che ritrovi la stessa condizione della scorsa stagione.

BARAK 5.5 Primo tempo praticamente nullo. Secondo meglio, quando Juric lo abbassa, mettendolo al posto di Ilic. Non ha gli spunti visti contro il Napoli e quindi ci mette il fisico che di certo non gli manca. Ecco, in certe partite, sono convinto che il suo ruolo sia in mezzo al campo. Il graduale inserimento di Bessa potrebbe agevolare questa soluzione.

ZACCAGNI 5 Sotto gli occhi del c.t. della Nazionale, Roberto Mancini, stecca la partita. I difensori giallorossi gli preparano il comitato di benvenuto con la clava in mano e lui non fa nulla per giocare con “astuzia”. Ci prova anche a tentare qualche giocata delle sue, ma le buone intenzioni non si trasformano in concretezza. Colley prende il suo posto. E segna.

COLLEY 6+ (dall’11’ s.t.) Entra in campo indemoniato. Trova il gol subito, poi un’altra grande occasione, sparata però alta. Non gestisce al meglio un contropiede che avrebbe potuto riaprire la partita. Ma non condivido le critiche esagerate che ho sentito su di lui. Sono il primo a chiedergli sempre la voglia di fare il diavolo a quattro. Oggi l’ha fatta vedere. Spiegatemi voi cosa avrebbe dovuto fare di più di così…

KALINIC 4.5 A fondo lui, come a fondo tutta la squadra nel primo tempo. Gli arriva qualche pallone, per carità, nulla di clamoroso, ma lui pur con quel poco che gli arriva combina nulla. Lo cercano sempre col lancio lungo e sistematicamente finisce di sbattere contro la difesa della Roma. Rimane negli spogliatoi dopo l’intervallo.

LASAGNA 6+ (dal 1′ s.t.) Vince lui il “confronto” con Kalinic, ma, lungi da me creare una lotta intestina. E’ innegabile, però, che abbia fatto meglio rispetto al croato. Si crea un paio di occasioni, una buona, che finisce sul fondo solo per una deviazione giallorossa. Acquisto che permette finalmente a Juric di avere più opzioni dalle quali pescare.

ALL. JURIC 6 Io non lo boccio, perché quei dieci minuti di delirio della squadra non sono prevedibili, assolutamente. La formazione che manda in campo non è sbagliata. Forse un appunto solo su Dawidowicz a uomo su Mkhitaryan. Nella ripresa, però, prova a cambiarla e la squadra dà segni di vita che nel primo tempo aveva dato solo nei primi venti minuti. Insista su Bessa perché uno così, con quel tipo di caratteristiche non ce l’ha in rosa.

IL PAGELLONE DI VERONA-NAPOLI

SIVESTRI 6.5 Un miracolo nel primo tempo su Demme, che da due passi non riesce a superarlo. Per il resto non è che il Napoli lo impensierisca. Si limita all’ordinaria amministrazione con la solita grande personalità.

DAWIDOWICZ 6.5 Ad un certo punto si è fatto prendere la mano e sembrava la reincarnazione di Garrincha: un dribbling di qua, uno di la e via sul fondo per crossare. Lo dico sempre, non sarà bello da vedere quando gioca, ma se è in giornata sia fisicamente, sia mentalmente, non sbaglia mai prestazione.

GUNTER 6.5 Non è per niente facile tenere a bada un sacramento come Petagna, che gioca tanto di fisico, appoggiandosi all’avversario. Lui ci riesce benissimo, venendo anche spesso fuori con la palla al piede. Bene anche nel gioco aereo, quando il Napoli prova il lancio lungo, a scavalcare il centrocampo. Esce un po’ azzoppato, ma pare nulla di serio

LOVATO 6 (dal 30′ s.t.) Prezioso nei momenti concitati (pochi) in cui il Napoli prova a raddrizzarla.

DIMARCO 6 Inizio shock con un errore fantozziano che spalanca la strada verso la porta di Silvestri a Lozano, che non perdona. Sembra rimanere su quel buco per lunghi tratti del primo tempo, fino a quando è proprio lui, con un bellissimo inserimento, a rimettere le cose in bolla. Certo, quando lo attacca l’esterno partenopeo, corrono i brividi lungo la schiena, ma lui rimane sempre concentrato

MAGNANI 6 (dal 10′ s.t.) Muso duro e bareta fracà, entra nella lotta con determinazione. Forse anche un po’ troppa perché si becca il giallo che lo farà stare fuori la prossima, contro la Roma. Però bene.

FARAONI 7 Sapete chi mi sembra Faraoni? Come quell’amico che se lo inviti ad una festa con cento persone, magari non lo noti. Ma se non viene, senti la sua mancanza. Ecco, ci sono momenti della partita in cui sembra quasi di non vederlo. E invece ti rendi conto che è sempre al posto giusto, nel momento giusto. Segue Insigne a uomo, ma poi si smarca e comincia a prendere fiducia anche quando c’è da attaccare. Tanta, tantissima roba il Capitano.

TAMEZE 7.5  Tanto era mancato a Bologna e tanto bene ha fatto oggi, in perfetta interazione con Ilic. Lavoro sporco, sporchissimo, a recuperare palloni in mezzo al campo e, quando serve, in difesa. Corre tantissimo, senza mai perdere lucidità. Fondamentale nel centrocampo di questo Verona che è un po’ sciabola e un po’ fioretto. Finisce addirittura in crescendo, sollecitando le ripartenze gialloblù. La sua migliore partita da quando veste la maglia dell’Hellas.

ILIC 7 A Bologna mi era sembrato timidino, limitato a fare il compitino. Contro il Napoli dimostra grande maturità e voglia di prendersi il centrocampo sulle spalle. Si propone, propone e corre con gran disinvoltura. E’ un bambino, Juric lo dice sempre, ma è la strada giusta perché diventi un uomo vero.

LAZOVIC 7 Si è rivisto, per lunghi tratti, il Lazovic bello ed efficace della passata stagione. Convinto di poter saltare l’uomo, non si fa pregare e parte. Si divora un gol facile facile nel primo tempo, solo davanti alla porta, ma si fa perdonare nell’azione del 3-1, con un assist perfetto che Zaccagni non deve fare altro che trasformare in gol. Adesso, avanti così, Darko.

BARAK 7.5 Un gol stupendo, gentilmente suggerito da un assist meraviglioso di Zaccagni. Grande forza fisica, e questa era cosa nota. Ma anche grande capacita di coprire la trequarti di campo di sua competenza. Abile negli inserimenti, oggi ne abbiamo avuto un’ulteriore riprova: quando entra in area sa essere devastante. Altra partita di grande presenza e solidità, mai banale e gestita alla perfezione in entrambe le fasi.

ZACCAGNI 7.5 Primo tempo con le marce ridotte, alla ricerca dell’intesa non sempre perfetta quest’anno con Lazovic. Nella ripresa diventa devastante e ogni volta che punta i giocatori di Gattuso, o lo stendono, o se ne va via in scioltezza. L’assist per il 2-1 di Barak è una “Gioconda”. Il gol è la definitiva liberazione in una partita che il Verona ha strameritato di vincere.

BESSA s.v. (dal 38′ s.t.)

KALINIC 5.5 Non ho ancora capito se sia lui a non aver capito il gioco della squadra o la squadra a non capire quali siano le sue caratteristiche da esaltare. Fatto sta che la chimica deve ancora sbocciare e lui fa poco per incentivarla. Schiacciato tra Koulibaly e Maksimovic non riesce quasi mai a tenere su un pallone che aiuti i compagni a salire. Ma come dicevo, forse la colpa non è solo sua.

DI CARMINE 6 (dal 10′ s.t.) Partecipa all’azione del terzo gol. Si dà da fare e non è una gran novità.

ALL. JURIC 8 Dopo una partenza quando meno terrificante, che ha lasciato qualche scoria fino a metà del primo tempo, i suoi ragazzi si destano e prendono in mano la partita. Nella ripresa sembra il Verona la grande squadra. Il Napoli non riesce a capirci un granché e i gialloblù, come lo squalo quando sente l’odore del sangue, azzannano la preda per finirla. Conclude il girono d’andata a 30 punti. Esatto, 30 punti. Qualcosa di pazzesco. E, secondo me, il bello deve ancora venire.