IL PAGELLONE DI PARMA-VERONA

SILVESTRI 7 Due paratissime, su Karamoh e Brugman che contengono la sconfitta, se non altro numericamente. Sul gol di Kurtic non è colpevole. Festeggia la convocazione in nazionale con una sconfitta che il Verona non meritava. Ma ha confermato, se mai ce ne fosse bisogno, di meritare la chiamata di Mancini.

CETIN 6 Buco clamoroso, dopo soli trenta secondi dal fischio d’inizio, su Kurtic che,  tutto solo davanti alla porta, batte facilmente Silvestri. Un errore che, a conti fatti, pesa in maniera decisiva sul risultato, ma che non rovina del tutto la sua prestazione. Perché comunque poi difende bene, con palla a terra o nel gioco aereo. Questo per dire che non è uno che rimane sugli errori, ma ha la forza per rialzare la testa. Deve avere la stessa concentrazione dall’inizio alla fine, però.

TUPTA (dal 40′ s.t.) s.v.

GUNTER 7 Il migliore della difesa, dal suo capoccione passa anche un pallone che con un po’ di fortuna in più si sarebbe potuto trasformare nel gol del pareggio. E’ un pilastro per la retroguardia del Verona, sempre attento. Lo scorso anno qualche disattenzione aveva rovinato le sue partite. Oggi la mentalità sembra essere migliorata esponenzialmente.

LOVATO 6 Dopo il primo sbandamento di tutta la difesa si registra e rialza la testa insieme ai compagni. Rispetto a Roma e Udinese trova anche il coraggio per spingersi in avanti e supportare Dimarco e Lazovic. Costretto ad uscire per un problema muscolare, l’ennesimo in questo inizio di campionato per il Verona.

LAZOVIC (dal 45′ p.t) 5.5 Fisicamente ancora tremendamente indietro, ma non poteva essere diversamente visto che rientrava da un infortunio al ginocchio. Non ha il passo per poter saltare lui, sua caratteristica principale. Deve lavorare molto, mettere benzina nel motore e alla ripresa sarà tirato a lucido.

FARAONI 6 Ha una grandissima occasione, che poteva gestire meglio. Calcio a botta quasi sicura ma si inceppa su Dermaku che la mette in angolo e salva la porta di Sepe. Non è arrembante come al solito, ma il suo lo fa sempre. Mi auguro che non sia stato condizionato troppo dalle voci di mercato. E soprattutto spero che rimanga al Verona.

TAMEZE 5.5 Va a corrente alternata. A volte delizia gli occhi con giocate di fino, altre incappa in errori che non si possono accettare da un giocatore di serie A. Non è possibile che aspetti che il pallone gli arrivi sempre sui piedi. Deve metterci qualcosa di più, sennò partite come queste lo travolgono. Anche lui fisicamente deve lavorare per trovare la migliore condizione.

ILIC 6.5 E’ lento, lentissimo. Ma ha piedi educati, molto educati. Non ricordo un pallone sciupato in malo modo. Con passo compassato riesce a manovrare con disinvoltura e grazie al fisico vince la lotta di centrocampo, zona sulla quale, va detto, il Parma non investe, visti i reiterati lanci lungi per le punte esterne. Un’altra nota positiva deriva dal fatto che cresce col passare dei minuti, l’unico, onestamente dei gialloblù a farlo.

DIMARCO 5.5 Oggi non mi è piaciuto, affatto. Si fa bruciare da Karamoh nel gol che decide la partita. Da lui passano tantissimi palloni e molti li spreca malamente con passaggi imprecisi e cross inconcludenti. E’ un ragazzo che ha qualità e tiro preciso, oggi, però, non pervenuti. Costretto nel secondo tempo a fare il terzo di difesa, rimane più bloccato, impegnato più a controllare che attaccare.

ZACCAGNI 6- Parte bene, con grande voglia e, forse, anche con la consapevolezza di avere grande responsabilità. Si muove con agilità e spesso gli avversari per fermarlo ricorrono al fallaccio sistematico. Ciò nonostante rimane una spina nel fianco, nonostante la brillantezza non sia dei giorni migliori. Non trova in Dimarco un supporto valido. Esce nei primi minuti del secondo tempo, forse in debito di ossigeno.

COLLEY (dal 12′ s.t.) 6- Ho letto giudizi esaltati ed esaltanti sul ragazzino e francamente non ne capisco il senso. Se non può essere lui a salvare capra e cavoli, ci si aspetta almeno che entri con un altro impatto. Bello il pallone che Favilli sciupa clamorosamente, ma da un 18enne mi aspetto che spacchi la partita, anche sbagliando, ma entrando con più voglia. Sono convinto che farà vedere cose interessanti, magari dalla prossima.

BARAK 5 Troppa fatica a trovare il passo e la posizione corretta in campo. Non ha il dinamismo che serve ad una mezza punta per creare scompiglio. Qualche inserimento e qualche tentativo di innescare la superiorità, ma poca roba. Fisicamente una leggera involuzione. E infatti nel secondo tempo dura poco più di dieci minuti.

SALCEDO (dal 12′ s.t.) 5.5 Per lui vale lo stesso discorso fatto per Colley, magari anche con un pizzico di severità in più. Perché conosce già la categoria, conosce già il gioco del Verona e sa cosa voglia Juric da lui. Atteggiamento un po’ troppo passivo. Deve capire che questo sarà il suo ruolo quest’anno: partire dalla panchina per entrare in corsa ed essere letale. Prima lo capisce, meglio è, per lui e per la squadra.

FAVILLI 5 Generoso e coraggioso nel buttarsi su ogni pallone. Fino al 75° lotta con grande caparbietà. Ma è proprio al trentesimo che si ritrova sui piedi un pallone che deve solo spingere in porta, a trenta centimetri dalla linea, a Sepe battuto. Occasioni così non puoi permetterti di sbagliarle, perché determinano il risultato finale. Ora, non venga flagellato dalla pubblica piazza. E’ un errore e ci sta. Merita fiducia e il tempo per crescere.

ALL. JURIC 6 Difficile chiedere di più al mister che, tra l’altro, deve rinunciare già nel primo tempo a Lovato per un problema muscolare. Nonostante gli uomini siano contati, nel primo tempo in campo (gol a parte, mica poco, lo so) c’è solo una squadra meritevole di questo nome. Le idee sono sempre quelle. Nella ripresa i suoi calano e non riescono a trovare la forza per riacciuffare la partita. Innegabile il suo malumore, consapevole di non avere ancora la squadra giusta. Tutto dipendere dal mercato, vero crocevia per la stagione del Verona.

IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE

SILVESTRI 6.5 Come sempre una sicurezza tra i pali: un paio di belle parate distendendosi a terra. Evita un autogol clamoroso di Gunter che aveva creato una pericolosa pimpinella a due passi dalla porta. Qualche brivido sulle uscite apparentemente facili da addomesticare. Ma è la solita garanzia.

CETIN 7 Notevoli passi avanti per il turco, apparso in crescita soprattutto da un punto di vista fisico. Vince tutti i duelli aerei, e anche con palla a terra non teme gli attaccanti dell’Udinese. Spettacolare una chiusura in area di rigore, dopo aver poco prima perso un pallone sanguinoso. Come detto la settimana scorsa, ha caratteristiche diverse rispetto a chi c’era prima, ma la qualità non gli manca affatto.

GUNTER 6.5 Meno vistosa rispetto a sabato scorso, la sua partita. Ma la sostanza non cambia. Attento e concentrato, i palloni in area di rigore sono quasi tutti suoi. Non facile aver a che fare con Lasagna e Okaka, ma la bilancia pende indubbiamente dalla sua parte. Brividi per un “tentativo” di autogol sventato da Silvestri.

LOVATO 6.5 Qualche sbavatura, figlia soprattutto di un po’ di ansia da prestazione, gliela concediamo a questo ragazzo che dopo la Roma ha confermato di essere un profilo interessante. Sciupa un paio di palloni con leggerezza, ma poi si mette a posto e accetta la sfida a sportellate con Lasagna. I piedi sono buono, il tempismo delle giocate anche. Juric ha avuto una conferma in più.

FARAONI 6.5 La sensazione è che stia giocando ancora al 70% delle sue possibilità. Vuoi per i carichi di lavoro, vuoi per la necessità di trovare i meccanismi con i nuovi arrivati. Ma anche con le marce ridotte, l’esterno fa sempre sentire il suo peso, che si tratti di difendere, o di attaccare. Per questo Verona è una garanzia sulla quale non si deve mettere le mani. Insomma, guai a pensare di venderlo negli ultimi giorni di mercato.

TAMEZE 7 Ha il passo felpato, non certo il dinamismo di Amrabat. Ma da un punto di vista qualitativo c’è ed è sempre sul pezzo. Cresce l’intesa con il suo vicino più prossimo, Veloso. Fisicamente sta crescendo e ogni tanto si lascia anche andare a qualche giocata virtuosa. Juric lo accompagna spesso coi suggerimenti e lui, diligentemente, esegue. Una bella scoperta, niente da dire.

DAWIDOWICZ (dal 45′ s.t.) s.v.

VELOSO 6.5 Sono passati otto giorni dal debutto al Bentegodi contro la Roma e si vedono tutti. Perché il professore torna al passato e si riprende con decisione il centrocampo. E’ bravo a impostare, e non mi pare sta gran novità. E’ sapiente nel contenere, lavoro in più rispetto al passato, quando a proteggerlo c’era Amrabat. Ma in Tameze trova davvero un valido alleato. I due si cercano molto, nelle giocate e con le parole.

DIMARCO 6.5 Sarà difficile metterlo in panchina quando tornerà in campo Lazovic (oggi in panchina dopo l’infortunio subito con la nazionale). Pensa più a difendere, ma questo non gli impedisce di cercare fortuna anche nella metà campo avversaria. Tenta anche un paio di conclusioni, un po’ “ciabattate”. E se in realtà Juric trovasse un modo per tenerlo in campo anche al rientro del serbo? Magari mettendolo nei tre di difesa? Io non mi meraviglierei.

BARAK 7 Per caratteristiche fisiche, è il tipo di giocatore che mancava a questo Verona. Possente e difficile da contrastare. Se ne va al piccolo trotto, concedendosi qualche fiammata. Meravigliosa l’imbucata, nel primo tempo, per Zaccagni che si ritrova solo davanti a Musso ma che non riesce a trovare la porta. Cresce nel secondo tempo, con un Verona chiamato a soffrire. Ci teneva a fare bene contro la sua ex squadra. Missione compiuta.

ZACCAGNI 6 Parte a missile, palla al piede, puntando qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Un’intuizione di Barak lo piazza a tu per tu con Musso, ma calcia male, e la palla finisce fuori, seppure non di molto. Gli manca il passo dei giorni migliori, così come la condizione fisica, che può trovare solo giocando. Esce con la lingua fuori dalla bocca.

COLLEY (dal 31′ s.t.) 6 Una cannonata di destro che finisce di poco fuori alla sinistra di Musso. Sfruttando le praterie lasciate dall’Udinese, si lancia in un paio di sgroppate che mandano in confusione la difesa bianconera. Juric gli ha subito fatto capire di credere in lui.

DI CARMINE 5.5 In condizioni fisiche non ottimali, come sempre prova a far salire la squadra, a prendersi qualche fallo utile, ma non riesce mai a rendersi pericoloso sotto porta. Lascia il campo poco prima della fine del primo tempo per un infortunio.

FAVILLI (dal 39′ p.t.) 7 Gli basta poco per trovare il primo gol in serie A, e che gol, tutt’altro che semplice da fare. Una gioia incredibile, che regala i tre punti al Verona che potrebbe finalmente veder sbocciare questo talento, fisicamente sfortunato, che nel modo di correre ricorda un certo Nico Penzo. Fisicamente non lo sposti. Un diamante grezzo che nelle mani di Juric può cominciare a splendere.

ALL. JURIC 7 Una partita mica facile contro l’Udinese, squadra fisicamente impressionante e ben organizzata. Butta dentro Barak dal primo minuto e viene ripagato dal ceco. Costretto a sostituire Di Carmine per infortunio, trova in Favilli il match winner. Sei punti dopo due partite sono un inizio insperato, ma sono anche figli di tutto quello che il mister ha costruito lo scorso campionato. Alla salvezza ne mancano 34… Avanti così.

P.S. Dimenticavo: il Verona è primo in classifica. Buona domenica, butei.

IL PAGELLONE DI VERONA-ROMA

SILVESTRI 6.5 Un po’ indeciso quando deve accorciare verso il pallone: in un paio di occasioni rimane bloccato a difesa della porta mentre avrebbe forse dovuto aiutare il compagno di difesa. Tra i pali, nel primo tempo, gestisce bene tre parate. Nella ripresa, al 28′ un miracolo sul Pellegrini che mira l’angolino basso a sinistra. E’ fortunato al 40′ quando la traversa respinge la bomba da fuori di Spinazzola.

CETIN 6 Dei tre dietro sembra quello un po’ più indietro fisicamente. Dimenticatevi Rrahmani, e fatelo velocemente. Fatica in un paio di situazione a risalire e questo in un’occasione rischia di regalare un gol alla Roma, con Mkhitaryan che si involta verso Silvestri, ma incespica quel tanto che basta per sbagliare. E’ bloccato dietro, probabilmente su indicazione di Juric. Immagino che il problema sia solo fisico. Meglio nel secondo tempo quando si mette centrale puro. Ma deve ancora macinare tanti allenamenti. Le potenzialità comunque, secondo me, ci sono.

GUNTER 7+ Il migliore in assoluto. Tre, quattro interventi determinanti che hanno sbrogliato situazioni potenzialmente esplosive. Bravo a braccare Mkhitayan lanciato verso la porta del Verona, riesce a mettere una toppa all’errore di Cetin, che aveva tenuto in gioco l’armeno giallorosso. Di testa sono tutte sue, non si scappa. Considerando che gioca con due compagni di reparto “inediti”, mezzo voto in più è tutto guadagnato. Esce stremato.

RÜEGG (dal 21′ s.t.) 6 Aiuta la manovra con una bella corsa.

EMPEREUR s.v.

LOVATO (dal 18′ p.t.) 7 Che partita del classe 2000. Entra a freddo al posto di Empereur e non mostra mai un’incertezza, mai un attimo di paura.E’ determinante in un paio di situazioni calde in area di rigore del Verona. Lui c’è e riporta tutto alla calma. Juric ha detto che deve crescere lentamente. Se questa è la base di partenza, il futuro di questo ragazzo, e dell’Hellas, promette bene.

FARAONI 6.5 Primo tempo un po’ col freno a mano tirato, si vede solo in una volata stupenda che ha meno fortuna di quella che avrebbe meritato. Cresce nella ripresa, inizialmente nella sua tradizionale posizione, largo a destra. Poi quando è costretto a fare il terzo di difesa. Una grande giocata al decimo del secondo tempo: quasi dalla linea di fondo rischia di trovare un gol assurdo, a Mirante battuto. Gli manca un pizzico di fortuna per centrare la porta.

TAMEZE 6 Magari mezzo voto in più se lo meriterebbe pure, ma nel primo tempo sciupa un’occasione gigantesca. Passi l’istinto miracoloso di Mirante, che in contro tempo riesce a deviarla, ma il centrocampista ha la posta spalancata e calcia troppo centralmente. Peccato, perché di occasioni così difficilmente una grande squadra te le concede. Per il resto, ha buona qualità, ma fisicamente deve lavorare ancora molto. Bellissimo l’assist che Di Carmine sciupa a due passi da Mirante.

BARAK (dal 21′ s.t.) s.v.

VELOSO 6 Lo scorso campionato, alla prima, il professore deliziò il pubblico gialloblù con la punizione che mise in pari le cose con il Bologna. Oggi meno appariscente, meno “professore”, ma comunque importantissimo per questa squadra, che dai suoi piedi e le sue geometrie non può prescindere. Da brividi il calcio piazzato che rischia di ingannare Mirante. Il portiere della Roma è bravo a salvare il risultato.

DIMARCO 6.5 Finisce dove ha iniziato. Anzi, meglio. La crescita di questo ragazzo continua e grazie al lavoro di Juric si è guadagnato un ruolo importantissimo in questa squadra. Bene in fase di spinta, altrettanto bene quando deve difendere. Gli scorsi sei mesi danno i frutti sperati. La strada è decisamente quella giusta per Federico. Sfiora un gol capolavoro con una palombella che si stampa prima sulla traversa e poi sul palo.

DANZI 6 Non è facile giocare una partita così per lui, l’anno scorso condizionato da un problema alla caviglia. Juric lo mette dentro per disperazione, ma non vuole questa essere una “diminutio” nei suoi confronti. Perché ce la mette tutta, lascia il cuore in campo, e anche il flessore della coscia destra, che lo lascia a piedi nel finale. Segue spesso Veretout come se fosse un’ombra e questo gli toglie tantissima energia in fase di impostazione.

TUPTA 5.5 Evidentemente è sceso in campo a stomaco vuoto, perché si è divorato un gol facile facile, un rigore in movimento, come dicono quelli che raccontano il calcio con linguaggio barocco. Per carità, non gli manca la buona volontà, così come la corsa. Ma certi errori pesano nel giudizio finale. Non esce dallo spogliatoio dopo l’intervallo.

ZACCAGNI (dal 1′ s.t.) 6 Lontano anni luce dalla condizione migliore, è comunque molto più vivace di Tupta e anche più pungente. Quando punta sulla sinistra crea qualche imbarazzo alla difesa della Roma. Mette minuti nelle gambe, per essere pronto per domenica prossima, quando al Bentegodi arriverà l’Udinese.

DI CARMINE 5.5 Non può non influire nel giudizio finale l’occasione ciclopica che cicca clamorosamente. Solo, a mezzo metro da Mirante, con un pallone solo da buttare dentro di testa, la spara alta. Un errore grave per un attaccante, che vanifica il lavoro che Samuele ha fatto per la squadra. Tanto sacrificio e tante sportellate, che lui sa di dover mettere in conto. Ma non può dimenticarsi di segnare.

ILIC (dal 32′ s.t.) s.v.

ALL. JURIC 7.5 (dalla tribuna stampa) Non ce ne voglia Paro, che era in panchina, al posto del tecnico di Spalato, squalificato. Ma Ivan regala uno spettacolo autentico, in piedi, tra i banchi di noi giornalisti. Urla, strepita, conduce come un direttore d’orchestra i suoi, che regalano una prestazione gigantesca. Buona nel primo tempo, quasi dominante nel secondo. Il Verona conclude con due traverse e in totale tre occasioni clamorose. Avrebbe meritato la vittoria. E pensare che alla vigilia del debutto in campionato, si era detto disperato, il vecchio volpone croato. Che inizio, ragazzi!

IL PAGELLONE DI VERONA-SPAL

RADUNOVIC 6 Due parate nel giro di venti secondi a dieci minuti dalla fine. Si fa trovare pronto, in una partita nella quale non viene praticamente mai chiamato in causa dagli attaccanti della Spal. Addormentarsi sarebbe stato un attimo eh.

FARAONI 7 Ruolo inedito quest’anno per lui, nei tre centrali di difesa. Una passeggiata di salute, come se avesse sempre giocato lì. Riesce anche a segnare il quinto gol stagionale, che lo conferma tra i migliori esterni del campionato. Impressionante la facilità con la quale lo si vede sia nelle fasi d’attacco, sia in quelle di difesa. Un altro che ha fatto una crescita spaziale e non può essere un caso che il salto di qualità lo abbia fatto con Juric in panchina. Va blindato.

GUNTER 7 Mentre qualche tifoso pensa che uno come Petagna potrebbe essere l’attaccante ideale del Verona del futuro, lui, che se lo trova davanti, gli impartisce una dura lezione. Lo annulla, non facendogli mai vedere palla. Elegante in uscita, efficace nelle chiusure. Un altro di quelli sui quali Juric vuole costruire qualcosa per il futuro. A ragion veduta, aggiungerei.

DIMARCO 7 Mamma mia che partita!!! Gioca da terzo centrale di difesa, ma si ritrova spesso ad essere attaccante aggiunto, con una qualità finora mai vista prima da lui. L’assist per la doppietta di Di Carmine è suo, ma al di la di questo, entra tantissime volte in area di rigore e va anche vicino al gol con un sinistro che non prende il giro giusto. E se fosse lui il centrale della prossima stagione?

BORINI 6.5 Gli uomini contati costringono Juric a metterlo sulla fascia destra, ruolo che ha già masticato, al Liverpool e al Milan. Certo, in queste settimane la condizione è quello che è, e complice anche il grande caldo non ha la gamba per fare tutta la fascia. Per lui, però, una grande occasione e un paio di infilate in area di rigore. Oltre all’eccezionale voglia di mettersi a totale disposizione della squadra. Pare che sia vicino al rinnovo. Sarebbe cosa buona e giusta.

ZACCAGNI (dal 32′ s.t.) 6 Gli bastano pochi minuti per andare vicino al gol. Peccato.

AMRABAT 7 Gioca la sua ultima partita con la maglia del Verona, al Bentegodi, con la stessa forza vista durante tutta la stagione. Si mette davanti alla difesa, a proteggerla e dalle sue parti non passa nessuno. Solita corsa, solita capacità di prendersi sul groppone i compagni. Salutiamo la più grande sorpresa di questa stagione. Un giocatore arrivato per tappare il buco lasciato da Badu, fermato la scorsa estate da una micro embolia, e diventato già alla seconda giornata insostituibile. Sarà dura sostituirlo…

BADU (dal 43′ s.t.)

VELOSO 6.5 Il professore si trova di fronte Valdifiori, che negli di Sarri sembrava essere il nuovo Iniesta italiano. Un abbaglio, ovviamente. Miguel, dall’alto dei suoi 34 anni vince lo scontro, senza nemmeno far troppa fatica. Tiene la barra dritta e gestisce le forze fino al 94esimo.

LAZOVIC 7 Forse il suo miglior primo tempo della stagione. E’ parso letteralmente indemoniato. Nei primi 45 minuti tutte le azioni più pericolose del Verona sono passate dalla sua fascia e dai suoi piedi. Contro la Spal è arrivato il settimo assist stagionale, per quello che, non dimentichiamolo mai, la scorsa estate era senza contratto. E anche lui, come Faraoni, è diventato uno dei migliori esterni della serie A.

EYSSERIC 6.5 Mi è piaciuto. Sempre in movimento, è parte fondamentale nel meccanismo che porta al secondo gol del Verona. A sinistra, dietro la punta, è decisamente a suo agio e, tra giocate di fisico e altre di fino, lascia il segno sulla partita. Vicino al gol con una bella botta di destro nel secondo tempo. Lo abbiamo visto col contagocce, chissà se lo vedremo ancora in futuro.

SALCEDO (dal 43′ s.t.)

PESSINA 7 Forse l’ho già detto altre volte: dove lo metti, sta. Con la Lazio Juric lo mette a centrocampo, con la Spal dietro la punta. E lui si appella alla solita qualità e alla solita intelligenza tattica. Galleggia tra le linee, noncurante della mattonella sulla quale muoversi. Libero da briglie tattiche, si esalta nel lungo come nello stretto. Anche lui saluta il Bentegodi. Quanto vorrei che fosse solo un arrivederci.

DI CARMINE 7 Due gol, altre due grandissime occasioni che, con un pizzico di cattiveria in più avrebbero fatto lievitare il suo bottino personale e quello del Verona. Ottava rete stagionale, che fa di lui il bomber dei gialloblù. Una doppietta con la quale spera di entrare nella rosa dei giocatori che Juric ritiene fondamentali per il prossimo futuro dell’Hellas. Non è cosa scontata, ma lui ci prova.

PAZZINI (dal 29′ s.t.) s.v. Sarebbe stato perfetto concludere con un suo gol…

ALL. JURIC 7 Per capire il suo Verona, qualora qualcuno si fosse perso per strada, bisogna riguardare gli ultimi cinque minuti di partita. I suoi, avanti 3-0, stremati dopo aver corso in lungo e in largo con 35 gradi e l’80% di umidità, vanno a pressare la Spal all’altezza della sua area di rigore. Questo è lo spirito del Verona, questo è il dna che il tecnico di Spalato è riuscito a modificare nei colori gialloblù. Un capolavoro su gambe quest’uomo. Mi auguro che Setti faccia il possibile, e anche di più, per accontentarlo. Da lì passa il destino del Verona.

IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

RADUNOVIC 5 Gioca la prima da titolare e se ne torna a casa con cinque gol sul groppone. Sbaglia sopratutto in occasione del rigore che porterà al quinto gol della Lazio. Esce sbagliando totalmente il tempo e travolge Immobile. Fallo che non si discute. Peccato, davvero, perché nel primo tempo si era comportato discretamente.

RRAHMANI 6 La Lazio ne fa cinque e mi sto ancora domandando come abbia fatto. Sembra una barzelletta ma il kosovaro, in particolar modo nel primo tempo, ci mette del suo nel limitare gli attaccanti, senza grande fatica, tra l’altro. E’ sfortunato in occasione del gol di Correa: frana a terra, incespicando su un ciuffo d’erba e spalanca la strada alla vittoria biancoceleste.

GUNTER 6.5 Per lui vale lo stesso discorso fatto per Rrahmani. Un primo tempo autorevole, senza sbavature. Partita giocata bene, questa volta senza alcuna leggerezza. Anche nell’azione che porta al rigore per la Lazio controlla bene Immobile, che viene però steso da Lazovic. Io sono convinto che debba essere un elemento sul quale puntare ancora nel Verona che verrà.

VELOSO 6 Costretto a fare l’alchimista, Juric lo mette a fare il terzo di difesa, sul centro sinistra. Un’idea non scellerata, visto che ha piedi buoni per far partire l’azione da dietro. Tra l’altro, non rinuncia a cercare fortuna in avanti: bello il suo destro che Strakosha mette in angolo non senza difficoltà. Insomma, può essere una soluzione per il tecnico di Spalato. Purché sia davvero in emergenza, però.

FELIPE (dal 41′ s.t.) s.v.

FARAONI 6.5 Polmoni a mantice per il romano. Tanti bei cross che però non riescono mai a trovare qualcuno in area di rigore, perché il Verona, di fatto, gioca senza una vera prima punta. Quando gli riesce diventa attaccante aggiunto, senza la stessa fortuna avuta in altre occasioni in questa stagione. Esce stremato a dieci minuti dalla fine.

DIMARCO (dal 34′ s.t.) s.v.

AMRABAT 6.5 E’ ovunque, come sempre: difesa, centrocampo, attacco. Quello che colpisce è la lucidità con la quale gestisce le sue forze nel corso della partita. Meno esplosivo rispetto al solito, rimane però pilastro fondamentale della squadra. Non voglio dire insostituibile, perché bisogna pensare subito a come rimpiazzarlo, in vista della prossima stagione. Segna il suo primo gol stagionale, su rigore. Bellissima la felicità negli occhi di Juric dopo la rete.

PESSINA 6.5 Sarà che sono condizionato, perché secondo me questo ragazzo è un piccolo fenomeno, ma anche oggi gioca una partita di livello. A me rimangono negli occhi un lancio da trenta metri senza nemmeno guardare e il bellissimo assist per Lazovic che poi colpisce il palo. E’ prezioso, come sempre nel tenere uniti centrocampo e attacco. Si muove tra le linee con grandi qualità e sapienza calcistica.

LAZOVIC 6 Meriterebbe forse mezzo voto in più, perché gioca bene, ed è anche sfortunato quando al quinto del secondo tempo prende un palo, a Strakosha praticamente battuto. Però è ingenuo nell’azione che porta al primo rigore per la Lazio. Entra troppo scomposto e a quel punto non riesce ad evitare Immobile, che appena arriva un soffio di venta stramazza a terra.

EYSSERIC 6 Una cosa si può dire di questo ragazzo, non ha paura di niente. Si butta su ogni pallone, affronta tutti i contrasti senza tirare mai indietro la gamba. Ecco, non è una punta, questo mi pare evidente e qualcosa di meglio per quello che riguarda la qualità deve farlo. E’ anche vero che non è facile fare una partita quasi intera dopo mesi e mesi.

STEPINSKI (dal 41′ s.t.) s.v.

ZACCAGNI 6.5 Inizia la partita con un tacco “no look” che manda Lazovic sul fondo a crossare. Una serie innumerevole di giocate belle e utili. E’ bravo a mandare in confusione Luis Felipe, più di una volta, soprattutto quando il difensore della Lazio pensa bene di stenderlo in area di rigore durante un’azione praticamente morta. Conferma il grande scatto mentale, che lo ha fatto diventare uno dei leader di questa squadra.

SALCEDO (dal 22′ s.t.) 5 Di testa, si mangia un gol fatto a mezzo metro da Strakosha. Lì bisogna fare solo una cosa: segnare.

BORINI 6 Una fiammata nel secondo tempo quando chiama Strakosha ad una bella parata sulla sua bomba di destro. In generale cerca di fare ciò che può, senza dimenticare una condizione fisica non eccellente. La testa, probabilmente, è anche al futuro. Nei prossimi giorni capiremo se dopo la conferma di Juric arriverà anche la sua. Non sarebbe male.

DI CARMINE (dal 22′ s.t.) s.v.

ALL. JURIC 6 Il risultato più bugiardo di questa stagione stratosferica. E’ davvero difficile trovare una spiegazione a questa sconfitta se non nella maggior qualità della Lazio che ha avuto cinque occasioni e ha fatto cinque gol. Lui è costretto a fare le nozze coi fichi secchi. Ma più di tanto non è che possa inventarsi. A questo punto della stagione, con tanti infortunati in infermeria, ha tutte le attenuanti del caso.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

SILVESTRI 6 Un primo tempo nel quale rischia clamorosamente di addormentarsi. Zaza e Belotti sembrano spaesati come due cinesi per la prima volta a Roma. Nella ripresa le cose cambiano un pochino e il Toro cerca di scuotersi. Sul gol di Zaza, onestamente, non può fare nulla.

RRAHMANI 7 Fa sparire Belotti per lunghi tratti della partita. Non c’è contrasto che perda, palla a terra o aereo. Domina la sua zona di campo con grande facilità e aiuta le ripartenze del Verona. Prezioso, come sempre, anche il suo contributo in fase offensiva ma, purtroppo per lui, il primo gol stagionale proprio non ne vuole sapere di arrivare.

GUNTER 5.5 Succede un po’ quello che è successo sabato scorso contro l’Atalanta. In quell’occasione aveva rovinato tutto con una papera clamorosa, tentando di far ripartire l’azione del Verona. Contro il Toro tiene a bada Zaza e Belotti per tutto il primo tempo, ma nella ripresa, alla prima vera occasione dei granata, latita e perde Zaza, che pareggia. Un’unica disattenzione che macchia una prestazione, fin lì, impeccabile.

EMPEREUR 6.5 Il post lockdown ha trasformato il brasiliano, spesso elogiato da mister Juric ed evidentemente condizionato in positivo dalla stima del tecnico. Anche contro il Toro non un errore e un duello tutto sommato vinto con Zaza, che pur segna. Sarà anche un gregario, ma un gregario di qualità, sul quale il Verona potrà ancora fare affidamento.

FARAONI 6.5 Produce il solito grande lavoro, attento dietro e propositivo in fase offensiva. Qualche cross pregevole che non sortisce, però, gli effetti desiderati. E’ un ingranaggio perfetto per il gioco di Juric, al quale il Verona non deve rinunciare. E’ uno di quelli da blindare, per mettere a tacere interessi di mercato vari ed eventuali.

PESSINA 6.5 Dove lo metti, sta. Juric lo piazza di fianco a Veloso per tappare il buco lasciato da Amrabat, squalificato. Pensate che per lui possa aver fatto differenza cambiare ruolo? Ovviamente no. Solite qualità e intelligenza tattica, impreziosite dal suo marchio di fabbrica: non sprecare un pallone che sia uno.

VELOSO “Orfano” di Amrabat, con Pessina forma però una coppia centrale di centrocampo di enorme qualità. Per lui vale lo stesso discorso fatto per il talento di proprietà dell’Atalanta: gestisce la manovra gialloblù con la solita visione illuminante. E corre, corre come un matto. Una risposta a chi, in questa fase finale, lo aveva piazzata sul carrello dei bolliti.

LAZOVIC 6+ Qualche azione delle sue, su tutte quella sgroppata sulla sinistra, con assist da manuale per Verre, che si divora un’occasione clamorosa. Certo, non sembra più essere travolgente, ma potrebbe davvero esserlo ancora dopo la stagione che ha fatto? Dopo tutto quello che ha dato a questo Verona? Umano che stia un po’ rifiatando.

DIMARCO (dal 33′ s.t.) s.v.

VERRE 5.5 Ah Valè, quei gol lì bisogna farli, mannaggia. Si divora un rigore in movimento, forse per mancanza di convinzione. Quella convinzione che potrebbe fargli fare il salto di qualità che ancora manca. Perché ha i colpi, ha i numeri per diventare importante per questa squadra. A volte sembra essere indolente, ma voglio credere che sia solo un’impressione.

EYSSERIC (dal 5′ s.t.) 6 Si fa notare per un paio di cross super, formando un bel tandem con Faraoni.

BORINI 7 Il migliore in campo. Quando ha gamba e sta bene fisicamente conferma di poter fare la differenza. I difensori del Toro faticano a stargli dietro. Non ci riescono con le buone, ci pensa Nkoulou con le cattive, rifilandogli una gomitata che gli costa rigore e giallo (ma era da rosso). Va sul dischetto e senza batter ciglio manda pallone da una parte e Sirigu dall’altra.

STEPINSKI (dal 33′ s.t.) s.v.

SALCEDO 6 Sullo slancio dell’ottima prestazione contro l’Atalanta, Juric lo mette dentro dal primo minuto. Tante buone intenzioni che rimangono, però, idee a metà. Dovrebbe essere il terminale d’attacco, ma a lui piace muoversi liberamente. E questo atteggiamento non ha pagato dividendi come avrebbe sperato.

ZACCAGNI (dal 19′ s.t.) 6 Porta un po’ di aria frizzante in attacco.

ALL. JURIC 6.5 I suoi ragazzi trovano motivazioni in una partita che non avrebbe nel rinnovo triennale del tecnico di Spalato. Un primo tempo dominato, con il Torino quasi incapace di superare la linea di centrocampo. Nella ripresa si avvicina al colpo del ko, ma i granata, pur passeggiando, si risollevano e nel primo pallone toccato da Zaza trovano il pareggio. Veloso e compagni provano ancora a vincerla, fino alla fine, rendendo omaggio al dna del loro allenatore.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

SILVESTRI 7.5 Due super parate nel primo tempo, una su Pasalic, l’altra su Zapata. In particolare quella sul centrocampista croato ha scosso il Verona che da quel punto in avanti è uscito dal guscio, mettendo in difficoltà l’Atalanta. Fenomenale nel secondo tempo quando nel giro di cinque secondi salva prima su Gomez poi su Zapata. Dopo qualche prestazione così così, si è ritrovato splendidamente.

RRAHMANI 6.5 In palla, cerca più del solito gloria in attacco. Questo, però, non gli fa perdere lucidità quando si tratta di difendere, anche perché di fronte si trova il Papu Gomez. Determinante nel gol del pareggio dell’Hellas. Tira una cannonata che Gollini non riesce a trattenere e lì, quatto quatto, chi c’è? Pessina…

GUNTER 5 Butta via un primo tempo praticamente perfetto con una papera clamorosa, impossibile da spiegare. Inciampa sul pallone e di tacco serve un assist al bacio a Zapata che non se lo fa dire due volte e la mette dentro. Tutte le altre valutazioni, ahimè, si annullano. Fortunatamente la sua topica non incide sul risultato.

LOVATO (dal 36′ s.t.) 6 Che personalità il ragazzo. Entra in un momento caldo e non si fa prendere dall’emozione per il suo debutto in serie A.

EMPEREUR 6.5 Attento fino all’ultimo secondo, dell’ultimo tempo. Preziosa una sua chiusura a due dalla fine, con Muriel in agguato a due passi da Silvestri. Bada al sodo, senza tanti fronzoli. Fa quello che deve e gli riesce bene. Malinovskyi ci prova soprattutto da fuori, e non gli va bene. Nell’uno contro uno va sistematicamente a sbattere contro il brasiliano.

FARAONI 6.5 Si ritrova sul testone una gran bella opportunità per pareggiare, ma invece che il palo lontano mira quello più facile da coprire per Gollini. Forse poteva fare meglio. Detto questo, gioca una buonissima partita, tornando ai livelli pre covid. Tanta corsa e tanta qualità. E’ uno di quelli che bisogna assolutamente blindare, tra i migliori esterni di tutto il campionato.

AMRABAT 7 Qualcuno lo ha bocciato dopo la sconfitta di Roma, colpevole di aver dato il “la” al secondo gol dei giallorossi. Una tesi che io non ho condiviso. E per tagliare la testa al toro, contro l’Atalanta, il centrocampista dai mille polmoni è tornato ad essere il migliore in campo oltre ogni ragionevole dubbio. Decine e decine di palloni recuperati, chilometri macinati nonostante gli oltre trenta gradi. Inesauribile.

VELOSO 6.5 Sembra aver perso il tocco magico sui calci piazzati. Quello che non perde, però, è la qualità con la quale gestisce la metà campo. Dai suoi piedi passano tutte le azioni del Verona. Dispensa palloni col contagiri e dimostra anche di stare bene fisicamente, nonostante il grande caldo e le 34 primavere.

LAZOVIC 5.5 Non al 100% della condizione fisica, non riesce ad accendersi come solo lui sa fare. Non prova nemmeno le sue tipiche giocate, capaci di creare in attacco la tanto bramata superiorità numerica. Pensa più che altro a rispettare le consegue difensive, finché Paro lo richiama in panchina, che raggiunge zoppicante

DIMARCO (dal 27′ s.t.) s.v.

PESSINA 7 Sette come i suoi gol stagionali, che altro non fanno che aumentare il valore di questo ragazzo, nuovo trend topic del calciomercato. Su di lui Roma e Milan. Gioca, come sempre, una partita di grande intelligenza tecnica e tattica, con un paio di perle sublimi. E se poi continui a segnare, non puoi decisamente chiedere di più.

ZACCAGNI 6+ Meno dirompente rispetto alle ultime partite, in particolare la trasferta di Roma. Ciò nonostante, conferma di stare bene, sia fisicamente, sia mentalmente. Un paio di inserimenti interessanti e giocate nello stretto utili alla manovra della squadra in fase offensivo. Paro decide di farlo rifiatare non facendolo tornare in campo dopo l’intervallo.

BORINI (dal 1′ s.t.) 6 Si mette in mostra un paio di volte e in generale aiuta la squadra a spostare il baricentro del suo gioco verso la porta di Gollini.

SALCEDO 7 Sciupa una grandissima opportunità, nel primo tempo, quando si trova tutto solo in area di rigore dell’Atalanta, libero di colpire di testa. La mira, però, è un’altra roba. Non si perde d’animo e nella ripresa diventa il giocatore più pericoloso dei gialloblù. Due occasionissime nel giro di tre minuti spaventano l’Atalanta, che non riesce a contenerlo. Si muove su tutto il fronte d’attacco con gran leggerezza. Paro, per me inspiegabilmente, lo toglie nel suo momento migliore. E lui non sembra gradire.

DI CARMINE (dal 27′ s.t.) s.v.

ALL. PARO 7 Il suo Verona riesce a fermare la squadra più in forma di tutto il campionato. Dopo la ripresa l’Atalanta le ha vinte tutte, tra quelle contro Juventus e, appunto, Verona. Chiaramente la mano è quella di Juric, ma, come detto già in occasione dell’altra sua presenza come “primo”, porta le sue idee. Gestisce bene i cambi. Forse l’unico che mi ha convinto poco è stato quello di Salcedo, ma alla fine ha avuto ragione lui. Bravo.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

SILVESTRI 6 Non colpevole sui gol della Roma, qualche incertezza su cose meno determinanti. Diciamo che non brilla della stessa luce che ha emanato per lunga parte del campionato. Ma per tutto quello che ha fatto quest’anno, si conferma uno dei migliori portieri della categoria.

KUMBULLA s.v. La coscia destra lo tradisce. Speriamo che non finisca qui la sua stagione, anche se il timore c’è.

DIMARCO (dal 18′ p.t.) 6+ Il suo ingresso in campo scombina le carte e manda in confusione la Roma. Lui entra bene, con tanta voglia e la giusta lucidità. Qualche bell’inserimento, mentre qualcosa di meglio, secondo me, deve fare in materia di cross.

GUNTER 6.5 Mezzo voto in meno perché, ahimè, si perde Dzeko (con la complicità di Empereur) in occasione del raddoppio della Roma. Peccato, perché gioca con grandissima sicurezza e pulizia in ogni suo intervento. Tantissimi gli anticipi decisivi, dentro e fuori dall’area di rigore. Con Kumbulla fuori dai giochi per un problema muscolare, non soffre il ruolo di leader della difesa.

EMPEREUR 6+ Anche per lui mezzo voto in meno, per le stesse motivazioni di Gunter. Ma la sua prova conferma una grande crescita tecnica e motivazionale. Sente la fiducia del mister e la ripaga ogni volta che viene messo in campo. Ingiustamente punito da Maresca che vede un rigore dove invece c’è un anticipo clamoroso sull’avversario.

FARAONI 6.5 Dopo l’uscita di Kumbulla, va a fare il quarto di difesa, con licenza di contenere più che spingere. Eppure non riesce a contenersi, perché sta bene e le gambe hanno ripreso a girare come prima dello stop per covid. Solito stantuffo al quale Juric non potrebbe mai rinunciare. Anche perché con Adjapong fuori per stiramento di alternative non ce ne sono.

AMRABAT 7 Forse la miglior partita di coppia insieme a Veloso, quest’anno. Dove non arriva lui, arriva il suo compagno di reparto, e viceversa. Una gara in crescendo, col pallone che tra i suoi piedi è più al sicuro che nel caveau di Sotheby’s. Ha la forza per distruggere il gioco della Roma e costruire quello del Verona, dimostrando una nuova dote di suggeritore per gli attaccanti.

BADU (dal 37′ s.t.) s.v.

VELOSO 7+ Dopo un paio di partite in difficoltà, i soliti sapientoni hanno storto il naso per il suo rinnovo di contratto, alla veneranda (?) età di 34 anni. Chissà cosa diranno dopo la sua prestazione all’Olimpico. Il professore è tornato in cattedra, con buona pace dei supplenti. Inventa calcio in lungo e in largo. Da guardare e riguardare un’apertura a 30 metri che fa per Zaccagni nel primo tempo. Poesia.

STEPINSKI (dal 37′ s.t.) s.v.

LAZOVIC 6 Meno ispirato del solito, questa è una delle notizie più clamorose della serata. Per colpa dell’infortunio di Kumbulla, torna al suo ruolo originario, largo a destra, sulla linea del centrocampo. Tenta le sue solite giocate e alcune gli riescono anche, ma in generale fa meno paura rispetto alle ultime da fenomeno. Salva un gol sulla linea, a porta spalancata.

PESSINA 8 Un’altra partita sontuosa per il prodotto del vivaio del Monza. Si muove come un ghepardo tra le linee, creando attacchi di labirintite ai giallorossi. A memoria non ricordo un pallone scialacquato, o comunque giocato senza una logica. Una crescita continua che mi auguro possa proseguire a Verona almeno per un’altra stagione. Ah scusate, quasi dimenticavo, segna un gol da fenomeno vero, di tacco, come in passato ha fatto gente come Bettega, Del Piero, Crespo, Mancini… e Di Carmine.

ZACCAGNI 7.5 Devastante, ha trovato il suo ruolo e, probabilmente, ha anche trovato se stesso quest’anno. Merito di Juric, che ha creduto in lui, ma merito soprattutto suo, che ci ha messo la testa, lavorando sulla continuità. A sinistra salta sistematicamente l’avversario. Travolgente l’azione che lo porta a servire l’assist per il gol capolavoro di Pessina. E’ uno di quelli che non sembra stia giocando ogni tre giorni. Incontenibile.

SALCEDO (dal 18′ s.t.) 6 Parte un po’ “intorpidito”, ma col passare dei minuti si accende e crea scompiglio nella difesa della Roma che sembra stare in piedi con lo sputo. Il campo gli manca da tanto tempo e spezzoni di questo tipo possono aiutarlo a ritrovarsi.

VERRE 6- Nello stadio che lo ha visto giocare proprio con la maglia della Roma, non gli riesce di lasciare il segno come vorrebbe. Gioca da “falso” nove e fatica non poco a trovare la sua posizione. Sbaglia cose tutto sommato semplici e non sempre sembra reattivo sulle seconde palle concesse dalla Roma.

EYSSERIC (dal 18′ s.t.) s.v.

ALL. JURIC 8 Questa squadra non ha più nulla da dire, se guardiamo alla classifica, ma contro la Roma stupisce nuovamente tutti noi, con una delle migliori partite della stagione. Un risultato clamorosamente bugiardo, condizionato da un arbitro evidentemente non all’altezza che tra l’altro, per una parola di troppo di Juric, incazzato per il rigore dato alla Roma, ha fatto l’offeso cacciandolo fuori. Con gli uomini contati, il tecnico croato dà una lezione di calcio a Fonseca. Il Verona “calcio champagne”, la Roma “calcio Tavernello”.

MARESCA 3 Concede un rigore inesistente alla Roma. Non concede un rigore clamoroso al Verona, per un fallo di mano di Dzeko su tiro di Zaccagni. Non va a vedere al Var un altro potenziale rigore per un contrasto da Pau Lopez e Zaccagni. Può bastare?

IL PAGELLONE DI FIORENTINA-VERONA

SILVESTRI 6- Sembra meno sicuro del solito e lo dimostra nel secondo tempo con un’uscita ciccata clamorosamente, penso la prima in assoluto, così palese, in questo campionato. Qualche uscita timida, ma prepotente, come ci ha abituato a vedere. Secondo me incolpevole nell’azione che porta al pareggio della Fiorentina quando l’arbitro era pronto a fischiare la fine.

RRAHMANI 6- Un’eclissi su Ribery che, sovrastato dal kosovaro, sparisce dal campo nel primo tempo e nel secondo manco ci torna. Amir, tra l’altro, gestisce la pratica in scioltezza. Nella ripresa tiene a bada Cutrone senza particolari grattacapi. O quantomeno lo fa fino al 95esimo quando l’attaccante della Fiorentina gli scappa via in maniera quasi inspiegabile e pareggia. Rovinata una prestazione fino a quel momento impeccabile.

GUNTER 6.5 Fa la guardia su Kouame al quale lascia di fatto solo le briciole. Autorevole quanto basta per far capire all’attaccante della Fiorentina l’aria che tira. Prezioso quando deve impostare, lo è altrettanto quando bisogna sparare il pallone in tribuna. Viene quasi da dire che sia un peccato che non ci sia lui su Cutrone in occasione del pareggio.

KUMBULLA 6.5 Dalle sue parti ciondola il giovane Sottil. Al viola non dice per niente bene, perché di sti tempi avere a che fare con Kumbulla non è proprio una passeggiata di salute. Il gioiellino di Juric gioca in “doppiopetto”, quasi senza sporcarsi la maglietta. E’ costretto a lasciare il campo nel secondo tempo per un problema al polso destro.

EMPEREUR (dal 33′ s.t.) s.v.

FARAONI 7 Quarto gol stagionale per quello che è, ricordiamolo agli smemorati, un difensore. E che gol, ragazzi. Una mezza rovesciata “no look” su imbeccata illuminante di Amrabat. Sta crescendo fisicamente e oggi sembra tornato ai livelli pre covid. Di lui si parla sempre troppo poco. Meglio, sarà più facile trattenerlo a Verona. Anche se penso che nel giro di qualche settimana i suoi pretendenti non se ne staranno con le mani in mano.

AMRABAT 7 Nell’immaginario collettivo è quello che “fa legna”. Ma è una mezza verità, perché ha tanta qualità e l’ha dimostrato una volta di più con l’assist millimetrico per Faraoni. E’ stata la prima in quello che la prossima stagione sarà il suo nuovo stadio. Nella mediocrità viola, i dirigenti di Commisso si sono almeno consolati con uno dei migliori acquisti della storia del calcio per rapporto qualità/prezzo.

VELOSO 6.5 Dà continuità alla bella partita contro l’Inter. Dai suoi piedi passa una quantità infinita di pallone, che controlla con grande sapienza, senza mai sprecare. Si lascia andare anche a qualche giocata di qualità sopraffina, il che non guasta mai.

DIMARCO 6+ Un primo tempo che ha fatto vedere una bella intesa con Lazovic, che cresce di partita in partita. Secondo me sta migliorando, comincia a entrare nei meccanismi di Juric. E’ un terzino puro, quindi qualcosina di meglio deve farla quando attacca. Più precisione nei cross, questo gli serve.

ADJAPONG (dal 23′ s.t.) 5.5 Dietro fa fatica, lo sappiamo. Quando si tratta di attaccare, più nelle sue corde, non riesce a innescarsi. Si trova solo davanti a Dragowski e gli calcia addosso.

PESSINA 7 E’ il moderno “tuttocampista”, lo vedi a difendere sul lato destro dello schieramento gialloblù e nel giro di un amen te lo ritrovi ad attaccare sulla trequarti di sinistra. Intelligenza tattica e tecnica sopraffina, a dispetto del fisico regge l’urto di qualche avversario ben più piazzato (Pulgar). Vede tutto prima di tutti. Per me ormai è un mantra: Setti faccia di tutto per tenerlo almeno un altro anno. Sperare nel suo acquisto mi rendo conto che sia al di là dei sogni. O forse no?

ZACCAGNI (dal 12′ s.t.) 6 Dai suoi piedi passano tanti contropiedi che il Verona avrebbe dovuto gestire meglio per mettere in ghiaccio la partita. Lui il suo l’ ha fatto, tra i nuovi entrati. Per altri non si può fare lo stesso discorso.

LAZOVIC 6.5 La presenza in campo di Dimarco lo alleggerisce da tutte le incombenze difensive che fino ad ora si è dovuto sorbire. E così è libero di far male ai difensori della Fiorentina con le sue tradizionali puntate. Eccezionale un’imbeccata, proprio a Dimarco che non riesce a concretizzare. Meno illuminante rispetto a tre giorni fa. E mi pare anche sacrosanto. Infatti Juric decide di farlo rifiatare nel secondo tempo.

VERRE (dal 12′ s.t.) s.v. Un paio di giocate interessanti, ma di colpo si ferma, probabilmente bloccato da un risentimento muscolare.

DI CARMINE 6 Come sempre Juric gli chiede di correre e di fare il primo difensore. Questo gli riesce, perché lui ce la mette sempre tutta. Bene anche qualche sponda che però non trova grandi sbocchi. Non gli arrivano palloni giocabili in maniera decente e di questo, sia chiaro, non gli si può dare alcuna colpa.

STEPINSKI (dal 23′ s.t.) s.v.

ALL. JURIC 6.5 Vederlo a fine partita, da solo, seduto in panchina, intrappolato nei suoi pensieri, quasi con le lacrime agli occhi fa male. E’ una delle immagini più potenti di questo esaltante campionato del Verona e dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, quanto il mister senta suoi questi colori. Aveva confezionato l’ennesimo capolavoro della stagione. Andato in malora per una manciata di secondi.

IL PAGELLONE VERONA-INTER

SILVESTRI 6.5 Un paio di belle parate, su Gagliardini e Candreva. Un’altra emulando il grandissimo Garella: si trova davanti Lautaro Martinez che neutralizza parando coi piedi… ah che ricordi. Non può nulla sulla deviazione di Dimarco che lo manda fuori tempo quel poco che basta per non impedire il vantaggio dell’Inter.

RRAHMANI 6.5 Lucidissimo in occasione del gol del pareggio del Verona. Aspetta che Veloso arrivi a rimorchio, in mezzo all’area di rigore e gli regala un cioccolatino da gustare con tutto il palato. Dietro sbriga la pratica senza particolari pensieri, concedendo poco o nulla a Sanchez. Mantiene la barra dritta fino al 96′.

GUNTER 6 Sembrerebbe una sufficienza striminzita. Ma non è così. E’ un 6 che dimostra quanto poco abbia sofferto in area di rigore, sempre bravo a giocare d’anticipo. Sanchez, Lukaku o Martinez che siano, per lui ci sono poche differenze.

KUMBULLA 6.5 Nel primo tempo Lukaku non vede palla, Marash lo riduce ai minimi termini. Nel secondo tempo il belga si appoggia di più, usa maggiormente il fisico e in occasione del gol del pareggio è fortunato nel trovare la deviazione del gioiellino gialloblù. Ha la personalità per non abbassare mai la testa davanti all’unico vero campione dell’Inter.

EMPEREUR s.v. (dal 38′ s.t.)

FARAONI 6.5 Per lui vale lo stesso discorso che si fa per Pessina. Le gambe girano meno rispetto a quanto vorrebbe la testa. Ma questo non lo condiziona e non lo porta ad arrendersi e ad accontentarsi. Tutt’altro. Non smette di correre fino alla fine e va a pressare alto l’Inter quando pochi altri compagni riescono a farlo. Si trova anche sui piedi un pallone solo apparentemente facile. E infatti lo spedisce alto non di poco.

AMRABAT 8 E’ quasi un difensore aggiunto, molto più arretrato rispetto al solito. Protegge l’area con un paio di chiusure eccezionali, memorabile quando col tacco addomestica il pallone all’altezza del dischetto del rigore. Basta così? Macché. Se hai i polmoni a mantice non puoi limitarti a quello. E quindi lui porta su palloni, corre come un disperato, si prende falli e cancella dal campo Borja Valero. I giocatori di Conte se lo sogneranno per le prossime due settimane.

VELOSO 6.5 Il sinistro che stampa sul palo sembra la DeLorean di Marty McFly, in ritorno al futuro… lascia la scia di fuoco. Un colpo che meritava decisamente una sorte migliore. Fortuna che invece ha accarezzato Handanovic. Si rifà col gol del pareggio, un rigore in movimento che non spreca. Rispetto alla gara di Brescia dimostra di stare molto meglio fisicamente e lo fa proponendo il suo gioco, mai speculativo ma sempre al servizio della squadra. E soprattutto si ritrova al fianco Amrabat, piccolo particolare…

DIMARCO 6.5 La sua miglior partita da quando veste il gialloblù. Attentissimo in fase difensiva, mette spesso la toppa quando l’Inter sembra poter far male. E’ suo il lancio dai venticinque metri che imbecca Lazovic che, veloce come un tuono, mette in ginocchio tutta la difesa nerazzurra. In difficoltà le volte scorse, molto più disinvolto contro la squadra che ne detiene il cartellino. Sfortunato nel gol del 2-1 dell’Inter. Esce per un problema muscolare.

ADJAPONG 6 (dal 20′ s.t.) Un paio di diagonali preziosissime, una soprattutto su Borja Valero, lanciato verso la porta. E’ entrato con lo spirito giusto.

PESSINA 6.5 Si capisce che non sia nelle migliori condizioni, non è al 100%. Nonostante questo è sempre il solito prezioso campioncino e ribadisco che Setti dovrebbe fare di tutto per trattenerlo almeno un altro anno a Verona. Fondamentali la sua qualità e la sua intelligenza calcistica. Vede le cose prima degli altri, e le vede sempre alla grande.

LAZOVIC 7 Un sorso di Škriniar e De Vrij, e in un solo boccone Lazovic si mangia Handanovic e confeziona un gol che è una meraviglia. L’Inter non si è ancora resa conto di dove stia giocando che già si trova sotto. Un tornado, Darko, immarcabile. Škriniar non ha i mezzi per contrastarlo, palesando un divario clamoroso. Inevitabile che cali un po’ nella ripresa, ma il primo tempo è gioia per gli occhi.

VERRE s.v. (dal 38′ s.t.)

STEPINSKI 6- Si dà un gran da fare al cospetto di una difesa non certo veloce, ma forte fisicamente. Manca in un paio di occasioni l’appuntamento col taglio sul primo palo, dote che sembra non essere nel suo arsenale. Se la cava con qualche sponda, qualche spizzata, poco funzionali, però, alle fortune del Verona.

DI CARMINE 6 (dall’8′ s.t.)  Meglio lui rispetto al polacco, più voglioso di dare una mano ai compagni. Con astuzia si prende falli preziosi che danno ossigeno ai gialloblù.

ALL. JURIC 7 Conte lo insulta e gli intima di stare muto. “Sta muto tu, come ti permetti. Questa è casa mia”. Solo per questo meriterebbe un bel 10. Ma al di là delle schermaglie, quello che colpisce è la lezione di calcio che dà nel primo tempo all’allenatore multimilionario. Allarga le mezze punte Lazovic e Pessina, mandando un confusione la retroguardia nerazzurra. Nel secondo tempo i suoi vanno sotto per “sfiga” ma hanno il merito di non mollare mai e di trovare il pareggio con la forza della disperazione. E del coraggio. Perché questa è casa sua, è CASA di Juric.