IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

SILVESTRI 7 Ingaggia un duello rusticano con Luis Alberto e alla fine è lui a portare a casa la pelle. Tre paratone non solo per i fotografi, non solo per far scena. Strepitosa quella nel primo tempo, sul suddetto laziale: la mette in angolo con la mano di richiamo. Mi ha ricordato il grande portiere belga Michel Preud’Homme, che amava quel tipo di parate.

RRAHMANI 7 Immobile? Ah il capocannoniere della serie A? Dev’esserci stato uno sbaglio allora. No, nessun errore, a meno che questi non si chiami Rrahmani, che giganteggia, letteralmente, sull’attaccante napoletano, forse troppo impegnato a sbraitare verso l’arbitro Abisso per ogni contrasto subito, per ricordarsi della partita in corso. Poco male per il kosovaro, che si mette sul petto un’altra medaglia al valore calcistico.

GUNTER 6.5 Una sola sbavatura, potenzialmente letale, quando fa scivolare un pallone verso Silvestri, non rendendosi conto che alle sue spalle stava arrivando Milinkovic Savic. Che a sua volta, non si aspettava un regalo così infiocchettato. Brividi lungo, la schiena, sospiro di sollievo e bene così, ancora una volta per il tedesco-turco.

KUMBULLA 6 Così così, Marash, impreciso in più di un’occasione, come mai ci era capitato di notare quest’anno. Tre, quattro palloni sciupati malamente o non giocati con la corretta lucidità. Ma io credo che, se non in condizione ottimale, paghi una posizione di campo nella quale si sta adattando. E’ una toppa, quella sul centro sinistra, ad un buco che la difesa si porta dietro da inizio stagione.

FARAONI 6.5 Costringe capitan Lulic a fare la figura del vecchietto che deve stare dietro al giovincello. Davide non deve faticare più di tanto per dettare parola su quella fascia, con solite corsa e generosità. Quando può fa l’attaccante aggiunto. Sempre è al posto giusto quando gli avversari provano a fare male in avanti. Meriterebbe la nazionale, per me, ma i giochi Mancini li ha già fatti da un pezzo.

PESSINA 7.5 Lo dice Juric e ne sono convinto anche io, che sono un pirla qualsiasi: può giocare in ogni ruolo, forse eccezion fatta per il portiere, ma “mai dire mai”. Ma che partita ha fatto? Pazzesca. Non ricordo un solo pallone perso, mentre ricordo tantissime ripartenze passate dalla sua classe incastonata in quel sinistro. Sfiora anche il gol, con tipo in acrobazia e “tap-in” mancato di un soffio. Ahhh, come gioca Pessina…

VELOSO 6.5 Si trova di fronte Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e Luis Alberto, quest’ultimo divino. Non Pippo, Pluto e Paperino. Non abbassa mai lo sguardo e fa mulinare il sinistro e la testa con tempi di gioco mai banali. Tanti calci piazzati, non tutti efficaci, ma sempre potenzialmente capaci di creare scompiglio nella difesa laziale.

LAZOVIC 7 Partita in crescendo per il trottolino serbo che nel primo tempo, vive di rendita, ma nella seconda parte, in tandem con Zaccagni, inizia a far male. Ad un certo punto il Verona sembra anche poter fare il colpo gobbo (ops, no, gobbo non si dice, pensando a domenica) e il merito è anche delle sue giocate. Scalda i guantoni di Strakosha…

BORINI 6 Ha una grandissima occasione, a dieci dalla fine, quando, in conclusione di un bel contropiede, calcia di destro, angola tutto sommato bene, ma non abbastanza per battere Strakosha. Per il resto corre come un dannato e va in cerca di palloni da rendere pericolosi.

DAWIDOWICZ (dal 44′ s.t.) s.v.

ZACCAGNI 7.5 Sapete cosa penso? Chiaramente, quando le gambe girano tutto è più facile. Ma la mia sensazione è che Zaccagni stia acquisendo un livello di consapevolezza nei propri mezzi, in grado di consacrarlo finalmente con continuità. Tantissima qualità e tante soluzioni nei piedi. Un gran bel vedere, davvero. Ecco, aspettiamo il tiro, ma lui ce l’ha, deve solo liberarlo.

VERRE 6 Come contro il Mila, quando ha il pallone tra i piedi, è una delizia vederlo, per la qualità di sto ragazzino è davvero notevole. Però non sono convinto che il ruolo di “falso nove” gli stia bene addosso. Forse partendo da un po’ più indietro è più a suo agio. Sfiora il gol con un bel destro dai venti metri che però non prende il giro giusto per una questione di centimetri

EYSSERIC (dal 25′ s.t.) 6 Evidentemente gli sono bastati pochi allenamenti per capire le idee di Juric, perché entra bene in campo e rispetta le consegne del tecnico croato.

JURIC 8 E’ davvero lui il capitano di questo “sgangherato” Verona, parafrasando un bellissimo articolo di Vittorio Feltri che parlava di questa squadra come di una ciurma capitanata dal miglior condottiere che si potesse immaginare. Il suo Hellas non smette di stupire e si porta a casa due punti da altrettante trasferte durissime, questa di Roma quasi proibitiva. Per personalità, qualità delle giocate e capacità di soffrire nei momenti più critici, in assoluto la miglior partita del Verona in questo campionato. Standing Ovation, Ivan.

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

SILVESTRI 6.5 Un solo brivido quando, su un cross tutto sommato banale, si fa sfuggire il pallone regalando a Bonaventura una buona occasione per segnare. Preziosissimo nella parte finale della gara quando il Milan, rivitalizzato dalla superiorità numerica, butta dentro un numero incalcolabile di palle nell’area gialloblù. Sono quasi tutte sue, in particolare quelle alte.

RRAHMANI 7 Riporta indietro di qualche anno Rebic, facendolo somigliare all’ectoplasma visto a Verona, nell’anno della retrocessione con Del Neri. Gli sfugge una volta, una. Per il resto lo annulla con fisico, giocate di anticipo e tanta qualità nell’uno contro uno. Ancora una volta pericoloso sottoporta, ma il suo colpo di testa non trova la collaborazione dei compagni.

GUNTER 7 Un pilone d’acciaio in mezzo alla difesa, dove dimostra sempre più di essere “a casa sua”. Intercetta tantissime azioni del Milan e nel finale ribatte infinti palloni, su tutti quello di Paquetà, dal limite dell’area di rigore. Fa sparire dal campo il giovane Leao. Una certezza di qualità, che val bene il sacrificio di Kumbulla sul centro sinistra.

KUMBULLA 7 Come sopra. Concentrato dal primo all’ultimo minuto. Laddove non riesce a giocare di fino, non si fa tanti problemi a spararla in tribuna. Grande personalità di fronte a Castillejo che, prova qualche gioco di prestigio, ma ci sbatte sempre il muso. Al cento per cento con la testa in questo Verona. Come già a dimostrato nei giorni scorsi non volendo firmare la sua scontata cessione.

FARAONI 6.5 A questo punto della stagione, tre gol per un difensore esterno sono davvero tantissima roba. Ha l’intuizione di inseguire la giocata di Zaccagni e con un movimento da punta vera, danzando sul filo del fuorigioco, batte Donnarumma. Corre tantissimo in avanti ma aiuta in maniera preziosa anche dietro, dove sbroglia un paio di situazione pericolose. Finisce stremato, senza rinunciare ad andare anche oltre le proprie residue energie.

AMRABAT 5.5 Imperdonabile il brutto fallo su Castillejo che gli costa il rosso diretto. Imperdonabile perché arriva a centrocampo, durante un’occasione tutt’altro che pericolosa del Milan. Peccato, perché costringe il Verona a giocare gli ultimi 25 minuti in grande affanno. E’ stato, forse per la prima volta in campionato, poco lucido. Suo anche l’errore in disimpegno che spalanca al Milan la strada per un contropiede che sarebbe potuto essere letale.

VELOSO 6 Il momento è questo per Miguel: alterna partite da fenomeno, ad altre da giocatore normale. Il Verona si prende pochi calci d’angolo e pochi calci piazzati e già questo ne limita le potenzialità. Prova comunque a dare ordine e geometrie al gioco dell’Hellas. Come sempre è bravo a sprecare pochi palloni. Meno delle altre volte, però.

LAZOVIC 6 Calabria lo soffre tremendamente nella prima mezz’ora del primo tempo. Lui spinge come aveva fatto vedere nelle ultime partire, ma piano piano si spegne non riuscendo a rendersi particolarmente pericoloso. Come tutti i compagni, risente tremendamente l’espulsione di Amrabat e dal quel momento in poi non riesce praticamente più a superare la metà campo.

PESSINA 6 Nel primo tempo fa il terzino destro aggiunto e segue a uomo Hernandez. Un ruolo tutto corsa che alla lunga risente, e infatti arriva alla fine spompato, ma mai domo. Meglio quando Juric lo mette dietro le due punte. Di testa prende un palo con Donnarumma imbambolato. Avrebbe meritato il secondo gol di fila.

ZACCAGNI 7 Grande partita per il prodotto del vivaio giallobù. Nei primi minuti, l’attacco del Verona passa esclusivamente dai suoi piedi. E’ ispirato come non mai nel ruolo di rifinitore e infatti è da un suo cross meraviglioso che arriva il terzo gol stagionale di Faraoni. Ma sono altri i compagni che tentano di beneficiare delle sue illuminazioni. Centra un palo clamoroso, che sta ancora tremando, a Donnarumma battuto.

DAWIDOWICZ (dal 49′ s.t.) s.v.

VERRE 5.5 Si segnala per un bel tiro, fuori di poco, e per tanta corsa. Questa volta, però, fatica a vestire la maglia del “falso nueve”. Difficile, per lui giocare senza riferimento, così come diventa difficile per i compagni servirlo correttamente. Il rosso ad Amrabat costringe Juric a sacrificarlo.

BORINI 6 Ha il compito difficile di far respirare il Verona, in affanno per il forcing, comunque non particolarmente pericoloso, del Milan. Prova sgomitare di qua e di là. Aveva sicuramente voglia di lasciare il segno nel suo ex stadio.

JURIC 7 Regala la solita, meravigliosa prima mezz’ora di calcio spettacolare, davanti ad un Milan suonato, che manco Rocky 10. Poi i suoi calano e il Milan si rinfranca dopo il pareggio. Nel secondo tempo si ricomincia come nel primo, ma l’espulsione di Amrabat manda tutto in malora. Compresi i suoi piani di provare a vincerla fino alla fine, ne sono certo. I suoi ragazzi, sotto di un uomo, lottano come dei leoni, normale estensione del loro tecnico.

IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

SILVESTRI 6 Sarebbe da “s.v.” perché non viene mai chiamato ad un parata, niente di niente. Però nelle piccole cose è presente. In una partita nella quale perdere la concentrazione è un attimo. Invece, lui, specialmente nelle uscite alte, è impeccabile.

RRAHMANI 7 Ci impiega dieci minuti, non di più, a far capire agli attaccanti del Lecce che non è giornata. Tre chiusure chirurgiche sulle prime velleità dei pugliesi bastano e avanzano per alzare una diga insormontabile. Sempre concentrato, dimostra di essere un professionista impeccabile, nonostante il mercato a fine stagione lo porterà a vestire un’altra maglia. Avanti così.

KUMBULLA 7 Uscito a Bologna per una fastidiosa emicrania, l’italo-albanese torna a troneggiare al centro della difesa. Non ha bisogno di fare la voce alta per spaventare Lapadula e Babacar. Con eleganza e sicurezza olimpiche sbriga la pratica in scioltezza. Va anche vicino al gol. Se lo sarebbe meritato.

DAWIDOWICZ 7 Tutti si aspettavano Gunter. Invece, complice un acciacco del tedesco, il titolare è lui, e per fortuna, visto l’eurogol col quale sblocca la partita. E’ un gol che gli da sicurezza e fiducia e lui solo sa quanto siano fondamentali per farlo rendere al massimo. Dalle sue parti non si passa. Ma il discorso vale per tutta la difesa gialloblù.

FARAONI 6.5 Nel primo tempo, quando la squadra dipinge calcio, lui se ne resta un po’ sulle sue. Nel secondo tempo, quando i compagni gestiscono il risultato, lui cresce e riesce a trovare quella spinta che gli era mancata nei primi 45 minuti. Preziosissimo per le idee di Juric, anche oggi non ha riposato nemmeno un secondo. Vero stakanovista di questo Verona.

AMRABAT 7 Giocare di fianco a questo Veloso è gran facile, e anche gran bello. Lui si cala perfettamente nel ruolo di chi deve fare la legna. Ma questo non gli basta, perché gli piace provare ad impostare quando non riesce a farlo il compagno di reparto. E’ evidente a tutti, quando troverà l’istinto di calciare verso la porta avversaria (piuttosto si taglierebbe un piede) diventerà un top player. La sensazione è che manchi davvero poco.

BADU (dal 43′ s.t.) s.v.

VELOSO 7.5 A quel sinistro manca solo la parola. Ha tirato il fiato per un paio di partite, specialmente a Bologna, ma oggi è tornato a dare lezioni di calcio, anzi di bel calcio. Da fermo è devastante (vero Dawidowicz?) e dai suoi piedi, pardon, dal suo piede (sinistro) passa tutto il gioco del Verona. Una meraviglia vederlo giocare, ma anche sacrificarsi in copertura. E’ in scadenza di contratto. Presidente Setti, che non sia il caso di rinnovare immediatamente?

LAZOVIC 7 Un primo tempo devastante, da sogno per il Verona, da incubo tipo “Freddy Kruger” per il Lecce. Ogni attacco del Verona parte dai suoi piedi. Punta l’avversario, rientra sul destro, ma il risultato non cambia: non lo fermano manco col bazooka. Un campionato da fenomeno, cresciuto col passare delle partite. E pensare che la scorsa estate era a spasso…

PESSINA 7 Non so se l’ho già detto, ma vale la pena ripetersi: ah come gioca Pessina… A parte che il Lecce su di lui ha lo stesso effetto del rosso per il Toro, ha una sapienza calcistica da giocatore navigato. Fa sempre la cosa giusta al momento giusto e, tendenzialmente mai banale. Infiocchetta la sua prestazione con un gran bel gol, il terzo stagionale. Ecco, penso che il Verona dovrebbe sedersi al tavolo con l’Atalanta per provare a prenderlo. Sarebbe un giusto investimento per il futuro.

VERRE 6 Prende un colpo a inizio partita e questo, evidentemente, lo condiziona, o comunque non gli permette di rendere al meglio. Fatica a trovare la posizione, anche quando Juric lo affianca a Di Carmine, nel ruolo di seconda punta. Dopo tre minuti del secondo tempo, il mister lo chiama in panchina.

BORINI (dal 3′ s.t.) 6 Corsa e tanta voglia, appena entra in campo cerca subito la conclusione, come già aveva fatto a Bologna. Avrà la possibilità e le capacità per mettersi in mostra e mettersi in gioco, come detto anche da lui. Si sta prefigurando lo scenario migliore perché anche Fabio possa togliersi qualche soddisfazione.

DI CARMINE 6 E’ il solito lottatore, fatto di tanta corsa e tanta grinta. Confezione una bellissima giocata, con Borini e Pessina che quest’ultimo, per poca precisione, non trasforma in gol. Gioca di sponda e aiuta i compagni ad avvolgere il Lecce. Non ha il guizzo giusto sotto porta, ma di palloni veramente pericolosi gliene arrivano pochini.

PAZZINI (dal 27′ s.t.) 7 Segna il rigore della sicurezza, più che altro numerica, viste le difficoltà del Lecce nel rendersi pericoloso. Torna ad essere una sentenza dal dischetto e nei venti minuti in cui è in campo aiuta la squadra a portare a casa una vittoria che permette davvero di intravvedere il traguardo finale.

JURIC 8 In settimana Zeman ha detto che il suo Verona gioca un calcio fisico ma non di qualità. Viene da domandarsi se abbia mai guardato una partita dell’Hellas. Le migliori risposte arrivano sempre dal campo e in questo Juric riesce a zittire anche il tecnico boemo. Da inizio stagione la sua squadra non smette di crescere e il merito è tutto suo. Sul 2-0 continua a urlare contro i suoi perché non ammette alcun calo di tensione. Lo ripeterò fino alla nausea: è prioritario costruire su questo allenatore il futuro del Verona.

IL PAGELLONE DI BOLOGNA-VERONA

SILVESTRI 6 Più sfortunato che altro nel gol del vantaggio del Bologna. Il pallone deviato dalla difesa del Verona gli va a sbattere addosso, andando poi nei paraggi di Bani che, solo solo, non può far altro che segnare. Per il resto viene chiamato in causa praticamente solo in un’occasione, quando si distende sul bel tiro da fuori di Soriano. Nel secondo tempo è spettatore non pagante.

RRAHMANI 6 Sfiora il gol in due occasioni, una di testa nella quale Skorupski si supera. Gli vengono i brividi lungo la schiena quando Sansone, in area di rigore, scappa via a lui e Pessina rischiando di trovare il gol del raddoppio, negato dal palo. Per il resto, ordinaria amministrazione. Domani dovrebbe arrivare l’ufficialità del suo passaggio al Napoli in giugno. Ma non voglio avere alcun dubbio sul suo impegno per la maglia del Verona da qui alla fine.

GUNTER 6 E’ vero, nel primo tempo il Bologna ha più gamba, arriva primo sui “secondi palloni”. Ma non crea grandi pericoli per la retroguardia gialloblù. Non è costretto a fare i numeri per tenere testa a Santander e compagni. E comunque, giocando da centrale puro non dimostra alcun tentennamento.

KUMBULLA s.v.

DAWIDOWICZ (dal 25′ p.t.) 6 Non gli tremano le gambe quando è costretto a entrare a freddo per il problema all’occhio di Kumbulla. Col Bologna, all’andata, si era fatto cacciare dopo aver causato un calcio di rigore. Oggi, sarebbe successa la stessa cosa se il Var non fosse intervenuto a sconfessare la decisione errata di Ayroldi. Ma lui era sicuro della sua innocenza. La stessa sicurezza che ha messo in campo fino alla fine.

FARAONI 6 Diciamo così, è stato un bene che il Verona oggi si sia concentrato soprattutto sulla sua fascia sinistra, con Lazovic e Zaccagni in giornata. Non brillantissimo nel primo tempo, qualcosa di meglio l’ha fatta vedere nella ripresa. In tribuna c’era il ct della Nazionale, Mancini. Speriamo che torni a vederlo in un’altra occasione.

AMRABAT 6.5 La cosa incredibile del marocchino è che lo vedi praticamente in tutto il campo, senza soluzione di continuità. Un attimo lo trovi a centrocampo, cinque secondi dopo sta andando a battagliare per ottenere un calcio d’angolo. Seppur non nella sua giornata perfetta, è sempre lucido nelle giocate e nel recupero dei palloni. Io continuo a pensare che valga molto, ma molto di più dei 15 milioni di euro di valutazione fatta dal Verona. Sotto i 25, non mi siederei nemmeno al tavolo per parlarne.

VELOSO 5.5 Lo ha detto Juric in conferenza stampa post partita: Schouten è stato bravo a rovinare i piani di gioco del Verona. Effettivamente si è appiccicato a chi è incaricato alla costruzione del suddetto, ossia Veloso. Il portoghese ha faticato non poco a costruire e anche da fermo il suo piede è andato un po’ a “salve” rispetto al solito. A giochi fatti, la sua sostituzione è stata una delle chiavi nella svolta dell’Hellas.

BORINI (dal 17′ s.t.) 7.5 Quattro tiri pericolosi, un gol da attaccante puro e, soprattutto, tanta voglia. Questo ragazzo è entrato in campo con una determinazione bella da vedere per chi tifa questi colori. Ha cambiato la partita, diventando arma preziosa in più per mister Juric. Finalmente qualcuno che non sia timido verso la porta avversaria. Ha tanto da dimostrare e direi che se questo è il biglietto da visita, possiamo essere ottimisti.

LAZOVIC 7 Dalla stessa mattonella, a Ferrara, un suo assist ha restituito Pazzini al gol, e più in generale al calcio giocato. Oggi si è ripetuto, per la gioia di Borini. Il Verona è pericoloso soprattutto quando il pallone passa dai suoi piedi. Mette in mezzo almeno dieci cross potenzialmente letali e i difensori del Bologna fanno fatica a capirci qualcosa. Deliziosa la pennellata per il neo attaccante gialloblù, che ristabilisce il pari.

PESSINA 6.5 Primo tempo, così così, seppur con qualche giocata interessante. Secondo tempo molto meglio. Ha capacità di inserimento, ma soprattutto partendo da dietro, da centrocampo, dove torna che Veloso lascia il campo a Borini. Quella è la sua posizione naturale, e si vede.

ZACCAGNI 6.5 Probabilmente, l’ammonizione che arriva al 25′ del primo tempo un po’ lo condiziona. Pare più nervoso del solito. Ma col passare dei minuti si scioglie e cambia decisamente marcia. Cresce nel secondo tempo quando, in società con Lazovic, comincia a martellare il Bologna. Anticipa con un guizzo Bani che, al secondo giallo, si fa buttare fuori da Ayroldi. Anche quella, è giusto dirlo, situazione determinante per il risultato finale.

DI CARMINE 5.5 Non giocava da tempo, precisamente dalla partita col Torino dello scorso 15 dicembre. Effettivamente ha fatto fatica, si è visto poco sottoporta, nonostante il grande impegno. Bella la semi rovesciata sulla quale Skorupski si supera miracolosamente. Un po’ poco, però, per meritare la sufficienza.

PAZZINI (dal 56′ s.t.) s.v.

JURIC 6.5 Nel primo tempo Mihajlovic ha vinto il duello a distanza. La mossa di Schouten su Veloso ha pagato, spegnendo il cervello del Verona. Nello spogliatoio, durante l’intervallo, ha ribaltato i suoi che sono tornati in campo con un altro spirito, quello al quale questa squadra ci ha abituato per tutto il girone d’andata. Toglie Veloso, abbassa Pessina a centrocampo, ma soprattutto butta dentro Borini che segna il gol del pareggio. Vi pare un pirla uno così? Re Mida…

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

SILVESTRI 6 Di fatto inoperoso per tutta la gara, rischia quasi di addormentarsi nel freddo del Bentegodi. Non può nulla sul fulmine a ciel sereno di Sanabria. Tutto il resto è solita accademia…

RRAHMANI 7 Maramaldeggia con quel che resta degli attaccanti del Genoa con una sicurezza da campione. E’ un muro dietro, a tratti devastante quando si spinge in avanti: lì i ragazzi di Nicola non riescono praticamente mai a contenerlo. In particolare in occasione del suo tiro da cui poi scaturisce la rete del vantaggio gialloblù. Andrà anche al Napoli, in estate, ma di sicuro la voglia di giocare con questa maglia non gli è ancora passata.

GUNTER 6- “Sporca” una partita giocata in maniera impeccabile con quel buco che spalanca le porte al gol del vantaggio genoano. Si perde Sanabria per il quale è un gioco da ragazzi battere Silvestri. Per il resto, non va mai in affanno e trovarsi in posizione centrale, generalmente, lo aiuta. Fortunatamente quell’indecisione non influisce sul risultato finale.

KUMBULLA 7 Centrale, destra o sinistra, per lui, evidentemente, cambia nulla. Se a 20 anni non ancora compiuti (festeggerà l’8 febbraio) gioca con questa sicurezza, mi pare evidente che davanti a sé avrà una carriera da fenomeno. Capace di dare una tranquillità olimpica a tutta la retroguardia. Sarai un grande campione, Marash

FARAONI 6.5 Nel primo paga le indicazioni di Juric che chiede a suoi di sviluppare le azioni soprattutto a sinistra. Si preoccupa principalmente di mantenere la posizione. Nei secondi 45 minuti entra maggiormente in partita e garantisce come sempre il suo prezioso contributo, soprattutto in termini di corsa.

AMRABAT 7 Qualcuno aveva dei dubbi sulle sue motivazioni, visto che in giugno se ne andrà da Verona? Bene, è stato fortunatamente sbertucciato. Inizia così così, ma la sua partita cresce esponenzialmente col passare dei minuti. Recupera un numero indefinito di palloni e tappa i buchi (pochi) lasciati dai compagni. Un maratoneta che, se avesse i piedi buoni, potrebbe giocare nelle top europee. Altroché Napoli!!!

BADU (dal 45′ s.t.) s.v.

VELOSO 6.5 Se Amrabat è il martello, lui è il solito violino, dispensatore di sinfonie calcistiche. Ma non solo. Perché anche lui come il compagno di reparto, che ha una decina di anni in meno, recupera tantissimi palloni e ha sempre la lucidità per imbastire il filo dell’azione. A fine anno va a scadenza. Che non sia il caso di rinnovare immediatamente?

LAZOVIC 6.5 Dopo averci fatto lustrare gli occhi a Ferrara, una partita da essere umano per Darko che, sia chiaro, confeziona un primo tempo davvero interessante. Entra nella maggior parte delle azioni pericolose del Verona e snocciola palloni su palloni per i compagni. Cala leggermente nei secondi 45 minuti, non disdegnando, però, le sue solite puntate verso il fondo.

ZACCAGNI 7.5 Segna il primo gol in serie A. Lo segna sotto la Curva Sud e ha l’importanza dei tre punti. Non so come avesse sognato questo momento, ma credo che più di così non potesse proprio chiedere. Il sigillo su una prestazione “monstre”, fatta di scatti, accelerazioni, dribbling e giocate mai banali. Meritata la standing ovation regalatagli da mister Juric.

PAZZINI (dal 42′ s.t.) s.v.

PESSINA 7 Ah come gioca bene Pessina… E’ uno di quei giocatori che ti dà sempre la sensazione di poter creare qualche magia con quel sinistro lì. Che sia dietro la punta, o a centrocampo, non perde mai un’oncia di qualità. Nel primo tempo è il migliore dei suoi, per distacco. Poi i compagni si adeguano al suo standard sempre più elevato. Ripeto ciò che ho detto dopo la Spal: bisogna provare a trattenerlo anche la prossima stagione.

VERRE 7 Gran cannonata, centrale e che il ciel lo assista. Questi sono i calci di rigore di Valerio che dagli undici metri ha già “seccato” Handanovic e Perin, non due pirla qualsiasi. Oggi si traveste da punta centrale, con tre giocatori di ruolo in panchina. Inizialmente spaesato, cresce col passare dei minuti, così come cresce tutta la squadra. Dopo un’inizio di stagione a fasi alterne, è sempre più titolare.

DAWIDOWICZ (dal 48′ s.t.) s.v.

JURIC 8 25 punti in classifica, sette vittorie, quarta miglior difesa del campionato. Dopo questi numeri nel girone d’andata (che comunque si chiuderà con la trasferta di Roma, con la Lazio in febbraio) probabilmente non servirebbero altre parole. Cacciato ben tre volte da Preziosi, risponde con una vittoria che sa tanto di serie B per il suo “amato” Genoa. Ha costruito un capolavoro e la sensazione è che continuerà a farci divertire. Mi auguro non solo per questa stagione. La società faccia di tutto per allinearsi alla mentalità vincente del suo allenatore.

IL PAGELLONE DI SPAL-VERONA

SILVESTRI 6.5 Ordinaria amministrazione per il portierone gialloblù. Ordinaria amministrazione che porta a casa come sempre alla grande, in scioltezza. Rischia anche di trasformarsi in assist man quando con un suo lancio imbecca perfettamente Verre. E’ uno dei quali si parla poco, soprattutto in chiave calcio-mercato. Meno male, aggiungerei. Bravo Marco.

RRAHMANI 7 Non sono pochi quelli che pensavano che le voci di mercato potessero mettergli i grilli per la testa. Di sicuro la sosta gli ha fatto bene, visto che nelle ultime partite qualche errore pesante lo aveva concesso. A Ferrara si è rivisto il gladiatore che ci ha fatto venire gli occhi a cuore per gran parte del girone d’andata. Una colonna dietro, devastante quando va alla ricerca di gloria in avanti. Solo Berisha, su un colpo di testa potente e angolato, gli nega la gioia del gol. Ma prima o poi, lo ripeto da tempo, arriverà anche quello. Spero non quando, si dice, avrà la maglia del Napoli.

KUMBULLA 6.5 Inizia come sempre al centro della difesa, poi Juric, dopo averlo provato in settimane, lo sposta sul centro sinistra, dove solitamente si piazza Gunter. Esperimento riuscito alla perfezione, senza alcuna difficoltà di adattamento, fatta invece vedere qualche volta dal turco naturalizzato tedesco. Non deve fare gli straordinari per tenere a bada gli attaccanti della Spal, ma quando viene chiamato in causa è sempre un piacere ammirarlo, per eleganza e facilità di risolvere le situazioni. Un po’ come faceva Mr Wolf in Pulp Fiction.

GUNTER 6.5 Un brutto pallone perso in ripartenza nel primo tempo poteva costare caro al Verona. Ha saputo mantenere, però, grande lucidità. Migliorata ulteriormente quando Juric lo ha messo al centro della difesa, dove si sente decisamente più a suo agio. Un esperimento, come dicevo sopra, che dà buoni frutti e che sicuramente il tecnico croato terrà buono anche in futuro.

FARAONI 6.5 Come sempre, tanta sostanza e tanta corsa. Una sua giocata attira su di sé l’entrata killer di Tomovic che, giustamente, si becca il cartellino rosso, inguaiando una Spal già in apnea. E’ meno propositivo in avanti, ma questo ruolo, oggi, è spettato soprattutto al compagno di fascia opposta, Lazovic. Per quanto meno appariscente del solito, Faraoni si conferma un certezza per l’idea calcistica di Juric. Bravo a offendere, quando serve, strepitoso in fase difensiva, sempre.

VELOSO 7 Un altro che ha beneficiato della sosta natalizia per rimettere a piombo piedi, gambe, idee e polmoni. Catalizzatore sopraffino di palloni, ha la capacità naturale di non perderli praticamente mai. Anche quando pressato riesce nello stretto ad azzeccare la giocata giusta. Pensavo che si sarebbe pestato i piedi con Pessina, anche lui mancino. Mi sono sbagliato alla grande e ne sono felice.

PESSINA 7.5 Quanto sta crescendo questo ragazzo… Dal mio punto di vista la sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Tecnicamente non è una rivelazione, perché si sapeva quali fossero le sue doti. Sorprende la capacità di stare in campo, di trovare gli spazi giusti di inserimento, di indovinare il tempo della giocata. Qualcuno ha detto oggi durante Alè Verona: “godiamocelo finché siamo in tempo”. Già, perché l’Hellas ha il diritto di riscatto su Matteo, che è di proprietà dell’Atalanta e che l’Atalanta potrà contro riscattare. Io dico che Setti dovrà sforzarsi di trattenere Pessina a Verona, perché è da questi giocatori che si può creare qualcosa di importante e, perché no, guadagnare bene rivendendo in futuro.

LAZOVIC 7.5 Pronti e via e si lascia andare in una galoppata che manco il miglior “Spirit”, cavallo del celebre film d’animazione, si sarebbe immaginato. E’ letteralmente indemoniato, in condizioni fisiche irreali. Riesce sistematicamente a saltare l’uomo e solo in rare occasioni non azzecca la giocata giusta al momento giusto. Suo l’assist per il gol di Pazzini, suo il tiro che Berisha risponde alla bene e meglio e la cui ribattuta di Stepinski permette al Verona di tirare il fiato. Lui non ne ha mai avuto bisogno, per tutti i 90 minuti e passa di partita. Posseduto dallo spirito di Garrincha.

VERRE 7 Cresce, cresce, cresce. Lo avevamo visto quasi come un ragazzino impaurito nelle sue prime con il Verona. Bravo a far intravvedere qualcosa di speciale, ma mai convinto a fondo delle sue potenzialità. Juric ci ha lavorato tanto, lo ha responsabilizzato e ora si vedono i frutti. Anche lui, come Pessina, ha tantissima qualità. Il “plus”, ora, è dato dalla capacità di leggere alla perfezione le situazioni di gioco. Un pizzico egoista quando, con la Spal in ginocchio, cerca la soluzione solitaria con Zaccagni tutto solo sulla sinistra che, giustamente, gli tira qualche moccolo. Ma sta sempre più prendendo le sembianze di un titolare inamovibile.

DAWIDOWICZ (dal 45′ s.t.) s.v.

ZACCAGNI 7 Primo tempo discreto, secondo tempo in crescendo. Col passare dei minuti mette in fila giocate che fanno girare la testa ai ragazzi di Semplici. Salta l’uomo con facilità e riesce a crearsi in un paio di circostanze le condizioni ideali per provare anche a segnare. Trova due conclusioni interessanti, una parata, l’altra alta di poco. Ecco, creda maggiormente nel suo destro, perché in passato ha dimostrato di essere uno stoccatore. Il gol gli darebbe anche più fiducia per un salto di qualità che ormai sembra essere maturo.

BADU (dal 35′ s.t.) 6 Il “sei” è figlio del suo rientro in campo, non per come sia entrato in partita. E’ logicamente sembrato un po’ spaesato, ma questo conta poco. Fondamentale è poterlo avere nuovamente a disposizione. E visto l’incitamento che arrivava anche dai compagni della panchina, sono convinto che farà comodo alla causa del Verona.

PAZZINI 7.5 Che dire, se non ETERNO. Gol a parte, la sua prima mezz’ora racchiude due anni di gestione scellerata del ragazzo, più che del giocatore: crea da solo un paio di situazione da gol molto succulente. Dimostra per l’ennesima volta di poterci stare alla grande in questa categoria e di poter essere decisivo. Segna e si crea altre due occasioni clamorose. Una la cicca, scivolando col piede d’appoggio. L’altra non diventa un gol solo per il miracolo di Berisha. Resuscitato dalla gara col Torino, oggi sembrava avesse dieci anni in meno. Siamo sicuri che non potesse essere buttato prima nella mischia?

STEPINSKI (dal 28′ s.t.) 7 Forse ha bisogno di crescere in questo modo, entrando a partita in corso. Le ultime due hanno detto questo, almeno. Oggi segna un gol non così facile e soprattutto permette alla squadra di mettersi tranquilla a gestire gli ultimi minuti di gara che col vantaggio striminzito si sarebbero potuti trasformare in una battaglia. Credo che la strada sia quella giusta, avanti così.

JURIC 8 Ancora una volta dimostra di non avere pregiudizi nei confronti dei suoi giocatori. Mette Pazzini dal primo minuto perché era la cosa più logica. Mette Pazzini perché stava meglio degli altri. E tra le righe, in conferenza stampa post partita, fa anche capire che forse, dico forse, anche lui in precedenza ha sbagliato la valutazione sul Pazzo. Ma ha avuto il coraggio di tornare sui suoi passi. Questa partita la voleva vincere, lo aveva anticipato alla vigilia e ha fatto di tutto per riuscirci, trasmettendo alla squadra la sua voglia. Bene anche lo scambio di posizione tra Kumbulla e Gunter. Una ne pensa e cento ne fa, Juric, che si conferma il vero fenomeno di questa squadra.

IL PAGELLONE DI VERONA-TORINO

SILVESTRI 6.5 Forse si fa un po’ sorprendere sul primo gol di Ansaldi, ma è tutto da dimostrare. Probabilmente si aspettava il cross e invece l’esterno granata ha fatto partire un missile difficile da neutralizzare. Impeccabile in un paio di occasioni determinanti, una su tutte quella su Baselli. Riesce con le unghie a ipnotizzarlo e a salvarsi in angolo. Grande freddezza.

RRAHMANI 5.5 Terzo errore decisivo, nelle ultime tre partite, che scaturisce in un gol degli avversari. Dopo Roma e Atalanta, il colosso kosovaro si inceppa anche col Toro, in particolare in occasione del secondo gol granata quando Berenguer lo salta come un birillo prima di battere Silvestri. In generale non brillantissimo, speriamo che non siano le voci di mercato a destabilizzarlo.

KUMBULLA 5.5 Il rientro dell’italo-albanese, diventato pilastro fondamentale per la difesa di Juric, è tutt’altro che da ricordare. Anche perché davanti si trova una bestia come Zaza che, soprattutto fisicamente, gli fa venire i brividi lungo la schiena. Incerto per tutta la partita, migliora un pochino nei secondi 45 minuti, ma si vede che gli manca il ritmo. Normale, tra l’altro, visto quanto è rimasto fuori. Nel primo tempo rischia un patatrac con un retropassaggio scellerato a Silvestri…

GUNTER 6 E’ quello che soffre meno in tutta la retroguardia del Verona. Sebbene anche per lui non si una giornata indimenticabile, limita i danni con forza fisica, senza curarsi dell’estetica. E alla fine, la pagnotta se la porta a casa.

FARAONI 6 La cosa migliore della sua partita è l’assist che confeziona per il gol del 3-3 di Stepinski. Un tocco delizioso che il polacco non può proprio sbagliare. Per il resto, primo tempo di grande sofferenza al cospetto di Ansaldi. Costretto più che altro a difendere, gli riesce qualche chiusura decisiva, ma fatica a trovare lo spunto in avanti. Seconda frazione migliora, culminata con l’assist per Mariusz.

AMRABAT 6.5 Insieme a Silvestri l’unico che tenta di tenere a galla questo Verona fino ai primi minuti del secondo tempo. Con Veloso non ancora tornato al suo splendore, regge il peso del centrocampo. Ma è più nervoso del solito e questo un po’ lo condiziona, visto anche il giallo rimediato nella prima frazione per proteste. Esce dal campo solo perché una botta al fianco lo mette ko, altrimenti avrebbe continuato a lottare come un leone. Le voci di mercato sembrano non disturbarlo.

PAZZINI (dal 18′ s.t.) 7.5 Ah ma allora non è così bollito come qualcuno voleva far credere (non parlo di Juric).  Entra lui e la ribalta. Segna il rigore dell’1-3 e da una sua bordata, che finisce sul palo, nasce il gol di Verre del 2-3. Cosa si può volere di più da un giocatore che quest’anno non ha praticamente mai visto il campo e non si è mai lasciato andare a una polemica? Oh capitano, mio capitano…

VELOSO 6 Andamento lento per il portoghese, che non è mai stato un fulmine di guerra e che deve ancora ritrovare passo e ritmo partita dopo l’infortunio muscolare. La specialità della casa sono i calci piazzati, oggi non sempre efficaci. Eppure, sul finire del primo tempo va vicinissimo al gol direttamente da calcio d’angolo. Sirigu risponde con un miracolo.

LAZOVIC 5.5 Insomma, così così. Anche lui, come Faraoni, soffre maledettamente nel primo tempo le puntate di Aina, che è un vero “demonio”. In più di un’occasione gli va via, con una certa facilità. Nel secondo tempo avrebbe l’occasionissima per riscattare la sua partita, ma a due passi da Sirigu, dopo una bella azione personale, riesce a metterla larga. Lì è un po’ finita la sua gara.

ZACCAGNI 5 Un passo indietro rispetto alle ultime partite in cui aveva dimostrato di essere tornato sui livelli di inizio stagione. Poco ispirato nell’ultimo passaggio, pasticcia più di una volta col pallone e con la posizione in campo. Il campo pesante non lo aiuta, ma non può bastare come scusante. Juric lo lascia nello spogliatoio alla fine del primo tempo.

VERRE (dal 1′ s.t.) 7 Si vede fin da subito che ha un altro passo rispetto a Zaccagni e dimostra di aver gran voglia. Entra in tutte le azioni d’attacco di un Verona disperato, che però si aggrappa con le unghie alla partita. Veloce a ributtare in rete il pallone stampato sul palo da Pazzini per il 2-3. Il gol che ha ispirato veramente il miracolo dei gialloblù. Bravissimo

PESSINA 6 Inizia un po’ timidino, ma col passare dei minuti si scrolla di dosso l’apatia, su un campo pesante che non esalta le sue indubbie qualità tecniche nel tocco di palla. E’ un motorino che anche quando le cose non girano a meraviglia, riesce a restare sul pezzo soprattutto quando prende il posto di Amrabat in mezzo al campo.

DI CARMINE 5.5 Si impegna come sempre, corre, spintona, lotta, ma non è lucido sotto porto. Vero è che i compagni non lo ispirino nella maniera più adeguata alle sue caratteristiche

STEPINSKI (dal 1′ s.t.) 7 Imperdonabile l’occasione che getta al vento al 32′ quando tutto solo davanti a Sirigu non centra nemmeno lo specchio della porta. Un errore che avrebbe potuto ammazzarlo, ma che invece è stato bravissimo a mettersi alle spalle. Imbeccato da Pazzini è freddo davanti al portiere granata e mette dentro il gol del pareggio che scatena il delirio del Bentegodi. Bravo a non abbattersi, premiato per la tenacia.

JURIC 7 Cosa dire? La partita la cambiano i tre giocatori che mette dentro dalla panchina, tutti e tre in rete. Per carità, ci vuole anche un po’ di culo, ma soprattutto ci vuole la voglia di rischiare. E a lui, di certo non manca. Ammette di aver sbagliato a far giocare Zaccagni, quindi non è uno che ama auto incensarsi. Come detto più volte, è lui il vero fenomeno di questa squadra. La società, in questa fredda sessione di mercato, non gli smonti il giocattolo. In conferenza stampa, dopo la gara, lo ha detto: “adesso c’è comunione d’intenti. In futuro si vedrà”. Chi ha orecchie per intendere…

IL PAGELLONE DI ATALANTA-VERONA

SILVESTRI 7 Almeno tre interventi miracolosi che tengono prima il Verona in vantaggio e poi aggrappato al pareggio. Non può nulla sulla bordata di Malinovskyi, che viene fatto tirare con troppa disinvoltura e la mette nel “sette”. Impossibile anche fermare Djimsiti, che da due passi insacca il gol del 3-2 per l’Atalanta. Il suo l’ha fatto, eccome.

RRAHMANI 5.5 Un primo tempo attento, senza sbavature. Nei secondi 45 minuti si sveglia il Papu Gomez che è veramente un gran brutto cliente. Se lo perde in alcune circostanze, ma sembra comunque in grado di limitarne le potenzialità. Inciampa, però, ad un manciata di secondi dalla fine quando tiene in gioco di almeno tre metri Djimsiti che, solo davanti a Silvestri, non può proprio sbagliare. Peccato. E’ il secondo errore in due partite che porta ad altrettanti gol degli avversari.

DAWIDOWICZ 6 Una partita giocata bene, con grande forza fisica, ma anche eccellente senso della posizione e dell’anticipo sugli avversari. Annulla Muriel, che riesce a trovare il gol solamente su calcio di rigore. Una gara da 7, che però getta alle ortiche con quell’inutile fallo a centrocampo su Barrow che lì, in quella zona del campo, era tutto tranne che pericoloso. E’ il secondo cartellino rosso della stagione (secondo me comunque esagerato) rimediato per ingenuità e forse per qualche limite tecnico. In serie A sono errori che si pagano a caro prezzo.

BOCCHETTI 5.5 Dalla sua parte l’Atalanta costruisce la maggior parte delle azioni d’attacco. Soffre le puntate dei nerazzurri, che trovano terreno fertile per fare male al Verona. Dopo l’intervallo rimane negli spogliatoi per qualche problema fisico. Con l’augurio, per lui e per il Verona, che non sia una cosa seria. Anche perché sei gol in due partite potrebbero aprire una piccola crisi per la retroguardia.

EMPEREUR (dal 1′ s.t.) 6.5 Ottimo impatto sulla gara per il brasiliano che si cala subito nel clima di battaglia agonistica. Come sempre è bravo palla al piede e in velocità. Anche perché gli atalantini hanno tanta qualità e gestirli non è affatto cosa semplice.

FARAONI 5.5 Eccellente e “furbo” l’assist per Di Carmine in occasione del gol del vantaggio. In generale è più attento contenere che ad attaccare e tutto sommato gli riesce, anche se non aiuta un Rrahmani un po’ in difficoltà sulle giocate di Gomez. In ritardo su Castagne, lo stende con un calcione che si sarebbe potuto evitare. Il Var lo ha punito, secondo me giustamente. A parti invertiti, io un rigore così lo avrei voluto.

AMRABAT 6 Fin qui aveva dimostrato di crescere fisicamente nel corso dei 90 minuti delle partite. Oggi è stato esattamente il contrario. Si è spento lentamente e, dopo esser partito alla grande, è andato in calando. Finendo la garaa come centrale di difesa, dopo l’espulsione di Dawidowicz. Strano vederlo perdere dei contrasti anche piuttosto banale. Ma d’altra parte, ci ha abituati fin troppo bene.

VELOSO 5.5 E’ stato fuori tanto per l’infortunio muscolare e oggi ha pagato notevolmente questa inattività. Capisco che Juric faccia fatica a rinunciare a uno con le sue qualità, ma questa volta, forse, poteva essere sacrificato nella seconda parte del secondo tempo per mettere dentro qualcuno che avesse più benzina nelle gambe. Anche sui calci piazzati non benissimo. Serve il miglior Veloso già domenica prossima al Bentegodi contro il Torino.

LAZOVIC 6 E’ uno dei tasselli che compongono lo stupendo mosaico del secondo vantaggio del Verona. Regala un assist millimetrico per Di Carmine che è bravo a sfruttarlo a dovere. Dietro soffre un pochino e sembra in ritardo sull’incursione di Malinovskyi che ha tutto il tempo per aggiustarsela e far partire un missile terra-aria.

ZACCAGNI 6 Alterna gran belle giocate (anche lui è elemento fondamentale nel gol dell’1-2) a momenti di vuoto che, al momento, ne limitano la piena maturazione. Ha le qualità, ma deve essere bravo nel farle vedere con più continuità e minor leggerezza. Un paio di ripartenze passano dai suoi piedi, ma per qualche indecisione di troppo finiscono nel nulla.

PESSINA 6 Primo tempo timido, davanti al suo ex pubblico. Nella ripresa si scalda ed è quello che lancia l’azione meravigliosa che porta al secondo vantaggio del Verona. Proprio quando sembra aver trovato il passo giusto, è costretto a lasciare il campo per una botta al ginocchio. Non dovrebbe essere nulla di grave. Me lo auguro di cuore, perché la sua qualità si è dimostrata preziosa per questa squadra.

VERRE (dal 34′ s.t.) 5.5 Uno con le sue qualità e la sua capacità di corsa deve entrare meglio in campo. Invece ciondola per il campo senza troppa energia e non riesce a portare nulla di suo alla causa gialloblù.

DI CARMINE 7.5 Nei primi minuti cicca clamorosamente il pallone in una mezza rovesciata, va detto, tutt’altro che semplice. I presagi sono nefasti. E invece, con grande merito, detta il fallo laterale di Faraoni che lo mette solo davanti a Gollini per lo 0-1. Gasato come la Coca Cola, di lì in poi non sbaglia più nulla. Lotta, attacca, difende con grande sicurezza. Nel secondo tempo è il terminale di un’azione capolavoro del Verona che, con pochi tocchi, torna in vantaggio. Prima doppietta in serie A, terzo gol in tre partite. Tanto di cappello.

ADJAPONG (dal 41′ s.t.) s.v.

JURIC 6 Ormai saranno almeno cinque partite che in conferenza stampa i giornalisti “avversari” gli fanno i complimenti per le prestazioni dei suoi ragazzi. Ma gli elogi cominciano a non bastare più. Perché gare come queste, che non meriti di perdere, devi almeno essere bravo a pareggiarle. Sempre bravo a leggere i novanta minuti, oggi forse ha sbagliato qualche scelta. Su tutte, a mio parere, aver tenuto in campo Veloso, evidentemente non in gran spolvero. Poi, sia chiaro, lui si arrabatta con quello che ha. Per lui ogni gara deve essere preparata come se fosse una finale di Champions. E ha ragione da vendere. Quello che contesto è dire che tutte le altre squadre della serie A siano di un altro pianeta. Tante lo sono, ma non tutte. A meno che le sue frasi non siano solo dei messaggi alla società. Ipotesi più che probabile.

 

IL PAGELLONE DI VERONA-ROMA

SILVESTRI 5.5 Non bene sul gol di Kluivert. Vero che il tiro dell’olandese è ravvicinato, ma farsi passare il pallone in mezzo alle gambe non depone a suo favore. Combina una mezza frittata, con la complicità di Pessina, su una palla facile facile da controllare che invece finisce in angolo. Serata poco sicura per il portierone gialloblù.

RRAHMANI 5.5 Uno dei pochi errori della sua stagione costa il primo gol della Roma. Non legge il movimento di Kluivert che in quanto a velocità ha pochi contendenti in serie A. Il piccolo talento olandese lo brucia e si invola, solo soletto, a tu per tu con Silvestri, che batte. Una sbavatura che per forza di cose ne condiziona la partita.

GUNTER 5.5 Inizia sullo stesso spartito della partita contro la Fiorentina. Esce palla al piede, gioca d’anticipo e raramente spreca palloni. Inciampa sulla giocata di Dzeko che è abbastanza volpone da sentire la trattenuta del turco-tedesco in area di rigore. Il penalty è ineccepibile e lancia la vittoria della Roma.

BOCCHETTI 6 La buona notizia della difesa è proprio lui. Primo perché dalle sue parti si soffre poco, secondo perché fisicamente sembra aver finalmente superato i tanti problemi che lo hanno limitato in questa prima parte di avventura con la maglia gialloblù. Continua a crescere e questo non può che dare sicurezza a un reparto già solido, ma che ha bisogno di ulteriori certezze.

FARAONI 7 Per un attimo è sembrato di rivedere il Paolo Rossi del Mondiale ’82, vinto dall’Italia in Spagna. Il movimento sul gol del pareggio è lo stesso fatto da Pablito in quel Italia-Brasile 3-2. Ma bando ai salti nel passato, per completezza, è atleta straordinario, capace di mettere insieme corsa, qualità e fiuto del gol, visto che ormai sta diventando un vizietto. Possibile che uno così il ct della nazionale Mancini proprio non lo veda?

AMRABAT 6 Ecco, forse la prima partita “normale” del marocchino. Non ci fa brillare gli occhi come è solito fare, ma non marca visita e fa il possibile per dare il suo contributo. Non determinante come finora, ma pur sempre un giocatore insostituibile nell’idea di calcio di mister Juric.

PESSINA 6 Finisce in calando una partita comunque, nel primo tempo, giocata su buoni ritmi. E’ bravo in più di una circostanza a dettare i tempi delle ripartenze del Verona e altrettanto bravo a creare fraseggi con Lazovic e Zaccagni capaci di creare superiorità numerica in avanti. Il campo inzuppato, ahilui, non è proprio come il cacio sui maccheroni. O, per restare in casa, il lesso con la pearà.

VELOSO (dal 24′ s.t) 6 Non ci sono grandi elementi per giudicare la sua partita. Ma il 6 è soprattutto un voto per il suo rientro in campo.

LAZOVIC 6.5 Primo tempo assimilabile a quanto fatto vedere contro la Fiorentina. E’ indemoniato e i romanisti faticano a tenerlo, in particolare Santon. E’ sfortunato quando di mezzo piede in fuorigioco manda all’aria, suo malgrado, il gol del pareggio, sempre di Faraoni. Però, come tutto il Verona in generale, sta bene e continua a crescere. Il meglio, ce lo auguriamo, deve ancora venire.

VERRE 6- Va a fiammate, come spesso gli è capitato fare in questa prima parte di campionato. Alterna intuizioni sopraffine a buchi neri che sono ascrivibili alla giovane età e a un percorso di crescita in corso. Il campo non ne agevola le qualità tecniche, ma cerca di rimediare a pozzanghere e fango con corsa e coltello tra i denti.

SALCEDO (dal 17′ s.t.) 6 Ci impiega un po’ a entrare in partita, ma poi riesce a trovare qualche giocata interessante. Su tutto un bel destro che si spegne di poco a lato dalla porta di Pau Lopez.

ZACCAGNI 6 Ha una gran bella occasione, solo davanti a Pau Lopez, ma si fa ipnotizzare dal portiere della Roma, e comunque, era in fuorigioco. Si fa perdonare con il cross millimetrico planato sul capoccione di Faraoni, che impatta la partita. In generale sembra riavvicinarsi al giocatore che ci ha fatto lustrare gli occhi nelle prime gare della stagione. La strada è quella giusta, non si fermi.

PAZZINI ( dal 35′ s.t.) s.v.

DI CARMINE 6 Se il gol è la cifra dell’attaccante, è anche vero che quando uno si danna l’anima, correndo come un disperato, torna negli spogliatoi con la coscienza a posto. Lui la coscienza ce l’ha candida perché fa un gran lavoro per far salire la strada, gioca di sponda con efficacia e a volte anche con eleganza. La difesa della Roma è forte forte, finora la migliore vista contro il Verona, a mio parere.

JURIC 6 Il suo Verona corre e si prende i complimenti degli addetti ai lavori. Ma poi, nonostante non sia una regola matematica, la qualità paga. E la Roma, lapalisse, ne ha tanta. Detto questo, l’1-3 è eccessivamente severo per i gialloblù, che qualcosa in più l’avrebbero meritata. Con le grandi manca un pizzico di fortuna. Sabato prossimo ce ne sarà un’altra di fronte per sfatare questo trend: l’Atalanta del suo maestro Gasperini.

IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

SILVESTRI 7 Se la vede “brutta” solo nell’occasione in cui si trova faccia a faccia con Vlahovic, ma di piedi, stile Garella, se la cava senza particolari apprensione. Poi, come quasi sempre ci ha fatto vedere quest’anno, si è confermato sui suoi livelli. Una sicurezza per i compagni della difesa, ma anche per i tifosi sugli spalti che sanno che, quando la palla arriva dalle sue parti, c’è da stare tranquilli. Sarà anche merito suo se quella del Verona è la seconda miglior difesa della serie A…

RRAHMANI 7.5 Un gigante, nel vero senso della parola. Sovrasta come un’eclissi il povero Ribery che, a onor del vero, è l’unico che tenta di inventare qualcosa per la Fiorentina. Il kosovaro non gli concede un centimetro, lo disinnesca, costringendolo a fare il minimo sindacale. Sta dimostrando una crescita costante, non sono a livello tecnico, ma anche di condizione fisica. Tatticamente è esemplare. Mai in affanno, mai costretto a rincorrere. E prima o poi, statene certi, troverà anche il gol.

GUNTER 7 Che partita!!! Per lui vale lo stesso discorso fatto per Rrahmani. Non sbaglia mai, ogni pallone che gli capiti a tiro, lo gestisce con calma olimpica. E, badate bene, non se la cava spazzando l’area alla “viva il parroco”, ma molte volte esce palla al piede, con giocate di classe. E’ innegabile che la sua pozione sia proprio questa, al centro della difesa. Qui ha fatto vedere il lato migliore di sé. Ha sfiorato il gol in due occasioni. Sarebbe stato il top per una prestazione giù di livello assoluto.

BOCCHETTI 6.5 La preoccupazione per lui poteva essere solo fisica, perché per qualità ed esperienza mi pare che ci sia poco da dire. La notizia buona è proprio questa, Salvatore ha retto più che bene fino all’81’, quando, ovviamente stanco, ha lasciato spazio a Dawidowicz. Ha presidiato la sua parte di campo in maniera impeccabile e puntuale. Il suo recupero è fondamentale per Juric, anche per permettere a chi si fa il mazzo dall’inizio dell’anno di rifiatare un po’.

DAWIDOWICZ (dal 37′ s.t) s.v.

FARAONI 6.5 Anche quando non fa la sua miglior partita, gioca bene. Questo vuol dire continuità di prestazioni, in questo è esemplare. Meglio il secondo tempo rispetto al primo. Prende coraggio, iniziativa e smorza le seppur flebili velleità dei Viola. E poi, come dimenticarlo, è uno dei protagonisti della spettacolare azione che regala il gol vittoria a Di Carmine e al Verona. Impossibile farne a meno.

AMRABAT 7 E’ inspiegabile questo giocatore, senza logica. Un po’ come Benjamin Button che nasce vecchio per poi ringiovanire, lui prende forza con il passare dei minuti. Quando gli altri si spompano, lui diventa d’acciaio. Il primo tempo è buono, ma non sensazionale. Il secondo è devastante. Vince ogni contrasto e aiuta Rrahmani a francabollare Ribery. Godiamocelo finché veste la maglia del Verona. Perché ho la sensazione, e probabilmente anche voi, che qui sia solo di passaggio. Purtroppo.

PESSINA 7 Non è Veloso, e lo sa anche lui. Ma questo non gli impedisce di prenderne il posto in maniera impeccabile, al punto tale da non far rimpiangere il portoghese, se non come arma pure nei calci piazzati. E’ un piccolo ragioniere, sapiente nel non sprecare nulla. Con lui, che ha tanta qualità, soprattutto con quel sinistro, la palla è al sicuro. E su un campo che non sarebbe ideale per il suo fisico, è proprio di fisico che gioca facendo il secondo violino del centrocampo, lasciando magari ad Amrabat le giocate più roboanti e, va da sé, più facili da applaudire. Ma quanti applausi si merita anche lui…

LAZOVIC 7.5 Ohi la là Mister Darko, che meraviglia. Un portento, indemoniato, direi. La sua miglior partita da quando veste la maglia gialloblù. Per difensori/centrocampisti/attaccanti della Fiorentina è impossibile contenerlo. Solo stendendolo avrebbero potuto, se solo fossero riusciti a prenderlo. Quanta qualità e quanta corsa per il serbo, in grande crescita di condizione fisica. E, non dimenticatevelo mai, fa anche il difensore e lo fa bene. Bravissimo.

VERRE 7 La prima mezz’ora di partita è da stropicciarsi gli occhi. Nei miei appunti aggiungo un “più” ad ogni azione positiva e lui ne ha fatto incetta. Ecco, adesso sta trovando la continuità della quale ha bisogno, soprattuto nel corso di una stessa partita. E’ stata la sua gara più costante, impreziosita da giocate di qualità altissima. Datemi del matto, non importa, ma nelle movenze mi ricorda Zidane. Nelle movenze, non iniziate a insultarmi. E’ delizioso vederlo accarezzare il pallone, ma paradossalmente la cosa migliore la fa proprio quando non lo tocca: quel velo che gli regala di diritto una buona percentuale del gol di Di Carmine

SALCEDO 7 La cosa che impressione di più di questo baldo diciottenne, che non è alto due metri, è la capacità di elevazione. Di testa non teme chi ha centimetri in più di lui. Lo ha dimostrato contro il Brescia, e lo avrebbe fatto anche oggi se non si fosse messo di mezzo Dragowski a negargli la gioia del gol. Sente di avere responsabilità sulle spalle, ma non ne ha paura e ripaga mister Juric della fiducia data. Ci farà divertire ancora tanto Eddie.

ZACCAGNI (dal 27′ s.t.) 6 Contribuisce anche lui a questa bella vittoria, aiutando i suoi a stringere i denti nei minuti finali.

DI CARMINE 7 Non stava brillando, siamo onesti. E quella grande occasione sciupata nel primo tempo, a tu per tu, solo davanti a Dragowski, poteva rimanere una nuvola nei suoi pensieri. Invece, ha comunque lottato e i suoi sacrifici sono stati ripagati con un’azione magistrale, corale, nella quale lui è stato perfetto terminale. Un gol bello, bellissimo tra l’altro. Il primo in serie A, il centesimo della carriera. Sotto la Curva Sud. Cosa chiedere di più? Forse un po’ di continuità di presenze dal primo minuto, visto che ora ha fatto pace anche con Juric.

STEPINSKI (dal 39′ s.t.) s.v.

JURIC 8 Lui è il vero bomber del Verona, su questo dobbiamo tutti essere d’accordo. Mai ruffiano, mai alla ricerca di facile consenso. Anzi, quasi lo rifiuta. Ma vorrà dire qualcosa se sia già entrato nel cuore dei tifosi. Deve rinunciare a due pezzi da 90 come Kumbulla e Veloso, eppure non cambia l’anima del suo Hellas, che mette insieme la più bella prestazione non solo di questa stagione, ma anche degli ultimi anni. Intensità, corsa, fisico, polmoni ma sopratutto, tanta, tantissima qualità. Quella che non ci aspettavamo, ma che invece c’è. E’ l’allenatore più simile a Bagnoli, secondo me. Non tanto per il modo di giocare, chiaramente segnato da una diversa epoca, ma per la sua capacità di mettere i giocatori al loro posto e nelle migliori condizioni per fare bene. Tutti sanno cosa devono fare. In questo ha già vinto la sua sfida. Un fuoriclasse.