IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

SILVESTRI 5.5 Rivedendo i gol una decina di volte l’uno, la mia sensazione è che non sia particolarmente reattivo. In occasione della prima rete di Milik, il cross che arriva nell’area piccola è abbastanza semplice da leggere, ma lui non ha l’istinto di tentare l’uscita. Recupera con altre parate importanti, ma i buoi sono già scappati.

RRAHMANI 6.5 Impegnato con la nazionale kosovara, doveva essere uno di quelli bolliti, col fiato corto. Invece regala una prestazione sontuosa, tutta muscoli e qualità. Anche quando Juric lo francobolla al folletto Insigne. Nulla può sul secondo gol di Milik. Va vicino vicino alla rete con uno stacco di testa imperioso. Sempre una garanzia.

KUMBULLA 6 Gioca in uno stadio tutt’altro che facile da affrontare e, come già mostrato in altre occasioni quest’anno, non si fa prendere dall’ansia. Davanti si trova Milik, non Pippo, Pluto e Paperino. Difficile saltarlo, si trova sempre al posto giusto, nel momento giusto.

GUNTER 5.5 Si fa beffare sul vantaggio del Napoli, con Milik che lo brucia di quel mezzo passo che basta per metterla dentro. Dei tre dietro è quello che dimostra maggiori difficoltà. Ma è sempre bene ricordare che è adattato al centro sinistra.

FARAONI 6 Meno brillante del solito, si trova di fronte Di Lorenzo, che sembra essere un bel talento, ma che non è che abbia fatto ste grandi cose davanti al nostro Davide. Diverso il discorso quando devi fare i conti con Insigne che anche non facendo sfaceli, mette sempre in apprensione. Meglio davanti che dietro.

AMRABAT 6 Col marocchino ci siamo fatti la bocca buona, buonissima. Ci ha deliziato di partita in partita. E capita così che una prestazione “normale” rischi di far storcere il naso. Non deve essere così perché lotta alla pari con gente del livello di Allan e Ruiz. Gli capita qualche pallone buono al limite dell’area partenopea, ma se avesse anche il tiro, probabilmente, giocherebbe nel Barcellona.

TUTINO (dal 35′ s.t.) s.v.

VELOSO 6 Ancelotti a fine gara, in conferenza stampa, sottolinea come il portoghese sia uno dei migliori in serie A nei calci piazzati. Anche oggi, infatti, batte un’infinità di corner e di punizioni potenzialmente micidiali. Ad un certo punto prova quello che gli è andato bene contro la Samp. Ma stavolta a liberare c’è Koulibaly, non Murru.

LAZOVIC 6+ Sembrava destinato a soffrire le incursioni di Malcuit e invece, alla fine, è stato proprio il francese ad avere qualche grattacapo in più. Si crea una grandissima occasione che solo la bravura di Meret non trasforma in gol. Tante le puntate sulla sua fascia, che dimostrano una condizione in decisa crescita.

ZACCAGNI 5.5 Non è lo Zac che siamo abituati a vedere. Perché quando incanti per lunghi tratti di questo avvio di campionato, va da se che le aspettative si facciano più pressanti. Non riesce ad incidere e sbaglia troppe scelte offensive. Non ritrova la capacità di entrare in area e creare scompiglio nelle difese avversarie.

SALCEDO (dal 7′ s.t.) 5.5 No, questa volta Eddie non è entrato bene. Se su quattro palloni che ti passano tra i piedi ne sbagli tre, significa che non ci sei. Ha una buona occasione in attacco, ma si fa ingolosire e tenta un tiro improbabile, disinnescando i suoi compagni. Ci sta, ha solo 18 anni. Sono convinto che ne farà vedere delle belle.

PESSINA 6+ Mi piace sempre di più, anche se a volte stenta a trovare la posizione in campo. Ma quando la trova, fatalità, il Verona gioca meravigliosamente. E’ successo anche oggi quando il Napoli, per una ventina di minuti non ci ha capito più niente. Gli capita sullo zuccone il pallone del vantaggio gialloblù, ma Meret è di un altro parere. Bravo il portiere azzurro o poco deciso lui? Per me la seconda…

STEPINSKI 5 Dispiace bocciarlo, ma non ci sono elementi per dire il contrario. Troppo macchinoso, lento, sbaglia passaggi semplici e stop banali. Voglio pensare che siano carichi di lavoro che ha dovuto subire più tardi rispetto ai compagni. Si impegna, ma un attaccante deve segnare, viene giudicato soprattutto per quello. E lui deve sbloccarsi velocemente.

DI CARMINE (dal 14′ s.t.) 5.5 Non riesce a rendersi pericoloso, non viene servito a dovere e si innervosisce un po’. Ha voglia di spaccare il mondo, ma non era certo oggi la sua giornata.

JURIC 6 Il suo Verona ci ha abituati fin troppo bene, ci sta facendo sognare e, forse, ci sta facendo un po’ perdere di vista l’obiettivo. Salvarsi, se necessario anche all’ultima giornata. Dimenticare questa cosa sarebbe un errore e ci farebbe perdere di vista la realtà. Poi, è ovvio, a lui il compito di trovare soluzioni ad una squadra che fatica a segnare. Perché qui non è solo Stepinski ad essere inceppato, ma un po’ tutti. Ecco, lì deve lavorare di più e sono straconvinto che riuscirà a trovare l’idea giusta.

 

IL PAGELLONE DI VERONA-SAMPDORIA

SILVESTRI 7 Diciamoci la verità, ha rischiato di addormentarsi fino al 23′ del secondo tempo, quando un gran bel tiro di Caprari, che ha visto spuntare all’ultimo, lo ha svegliato di soprassalto. Tempo un paio di minuti e si è ripetuto su Quagliarella. Questa vittoria ha anche la sua gigantesca firma.

RRAHMANI 6 Partita di ordinaria amministrazione, senza particolari pensieri. Qualche rogna in più gli è capitata con l’ingresso in campo di Caprari, che ha provato a svegliare i  suoi da un inquietante stato di torpore. Ha comunque gestito con sapienza.

KUMBULLA 8 Un gigante!!! Il Verona ha trovato un talento che deve essere bravo a non far scappare con troppa leggerezza. Potente, elegante, sempre sicuro di sé. Ha la capacità di leggere in anticipo le giocate degli avversari, quasi come se prevedesse il futuro. Una delizia il gol, una delizia tutto, dal primo al 93′. Ripeto, non si commetta l’errore di svenderlo a gennaio per due noccioline, come già capitato con Jorginho. E’ un tesoro che va tutelato.

GUNTER 6 Per lui vale lo stesso discorso fatto con Rrahmani. Non patisce le pene dell’inferno davanti a Quagliarella, che non è proprio un pirla. Un po’ meno brillante su Bonazzoli, l’unico, nel primo tempo, che prova a darsi da fare nella Samp. In ogni caso, non molla di un centimetro.

FARAONI 7 Continua a stupire e la cifra del suo campionato sta tutta nel fatto che pare fare meglio in A piuttosto che in B. Spinge come un forsennato ed è bravo a rinculare quando gli avversari provano ad uscire dal guscio. Ha tanta qualità e tanta corsa. Sa giocare di fioretto, ma anche di sciabola. Se c’è da buttarsi nella mischia, non ha certo paura di sporcarsi la faccia.

AMRABAT 7.5 Ragazzi, sono in seria difficoltà. Sono finite le parole per descrivere questo ragazzo che, ricordiamolo, ha 23 anni, è giovanissimo. E’ imperiale in ogni sua giocata. Resterà negli occhi per tanto tempo la cavalcata a fine primo tempo che Stepinski non è bravo a concretizzare. Corre come un matto e incredibilmente non perde mai la lucidità. Non lo buttano giù nemmeno in tre, è un pilastro piantato nel campo. Il Bentegodi lo ama. Impossibile il contrario. DEVASTANTE

VELOSO 8 E’ un’arma di creazione di calcio, sempre carica. Dai suoi piedi parte l’assist per il gol di Kumbulla. E sempre dal suo sinistro nasce l’autogol di Murru. Un artista del pallone, capace di produrre arte applicata al football. La cosa che sorprende, oltre la sua qualità sopraffina, sono la fisicità e la capacità di correre senza mai fermarsi. Siamo sicuri che abbia 33 anni? Ma va là dai…

LAZOVIC 6.5 La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Parte fortissimo con un paio di incursioni che De Paoli non riesce mai a contenere. Tanti e belli i palloni che mette dentro, nonostante il sinistro, è sempre bene ricordarlo, non sia il suo piede naturale. Stanco per il tour de force al quale  stato costretto dall’inizio del campionato, viene sostituito da Juric dopo una manciata di minuti del secondo tempo.

VITALE (dal 12′ s.t) 6 Entra quando la Samp prova a svegliarsi e lui ci mette il suo per aiutare i compagni.

SALCEDO 6.5 La bellezza di aver appena compiuto 18 anni. Gioca con leggerezza, non curandosi di poter commettere qualche errore. Ma se questi ogni tanto si vedono, la bilancia pende decisamente dalla parte delle cose ben fatte. Velocità, tecnica e sprazzi di qualcosa che sarà. Speriamo che il Verona, questo “sarà”, faccia in tempo a vederlo. Bravo.

VERRE (dal 24′ s.t.) 6 Ha il compito di colpire gli spazi che la Samp lascia liberi, alla ricerca del gol del pareggio. Si prende qualche buon fallo in attacco, capare di far respirare i compagni.

PESSINA 6.5 Bene, davvero bene. Mi piace come accarezza il pallone con quel sinistro fatato. Dietro le due punte è libero di svariare, e lo fa bene, con tocchi deliziosi e imbucate improvvise. Fisicamente può solo crescere. Non mi meraviglierei di vederlo fare bene anche in cabina di regia. Ma al momento, Dio salvi Veloso…

HENDERSON (dal 40′ s.t.)

STEPINSKI 6 Premessa: a me piace, anche da un punto di vista umano, perché non si sottrae alle critiche (guardate l’intervista nel dopo gara). L’impegno è da 8, ma sotto porta deve migliorare tanto. In conferenza stampa, a fine partita, Juric ha parlato benissimo di lui, dicendo che se il Verona non prende gol è anche merito suo. Ne sono convinto, ma l’attaccante vive per il gol. Questo Mariusz lo sa. E questo gol lo pretende. Così come lo richiede l’investimento milionario fatto da Setti.

JURIC 7 E’ significativo l’abbraccio che gli regala tutta la squadra, panchina compresa, al gol di Veloso. Fa pensare a quanto Juric sia riuscito a costruire. Dalle incertezze estive, fino ad un gruppo a sua immagine e somiglianza. E’ l’emblema della semplicità di questo sport, dove i calciatori vengono messi in campo nei loro ruoli naturali. In questo ricorda Bagnoli, che non trasformava un attaccante in difensore. Perché in fondo il calcio non è che sia una misteriosa arte oscura…

IL PAGELLONE DI CAGLIARI-VERONA

SILVESTRI 6 Incerto sul gol di Castro. Rimane nella terra di nessuno, non esce verso il pallone, tutt’altro che minaccioso, e si ritrova così a raccoglierlo dalla rete. Si riscatta però con un paio di parate degne del suo nome e di quella sicurezza che da un paio di partite si è leggermente appannata. Ma su di lui, dubbi zero.

RRAHMANI 6.5 Finora ha fatto vedere soprattutto il suo strapotere fisico. A Cagliari, così come in casa contro l’Udinese, ha messo in mostra anche un lato atletico sorprendente. Tante le sovrapposizioni con Faraoni e molte volte è proprio lui ad andare sul fondo e a mettere il pallone in mezzo. Anche in Sardegna cerca gloria sotto porta, ma la gioia del gol è per ora rimandata.

DAWIDOWICZ 6 Gli scappa Joao Pedro nel gol del vantaggio sardo, sebbene alla fine la rete sia stata assegnata a Castro. Cerca poi di riordinare le idee e alla fine ci riesce. Certo, un leggero passo indietro rispetto alla bella partita contro l’Udinese c’è stato, ma mi sento di dire che si sia finalmente ritrovato dopo l’inizio shock con il Bologna.

GUNTER 6 Diligente, gioca con più tranquillità rispetto alle ultime uscite dove il pallone sembrava gli bruciasse tra i piedi. Pensa a fare il minimo sindacale e questo gli basta per non andare in affanno davanti agli attaccanti del Cagliari.

FARAONI 7+ Premiata la sua tenacia in occasione del gol che assicura un punto preziosissimo ai suoi. Mette pressione a Pisacane che stramazza al suolo e gli regala un babà da mettere dentro. Ma oltre a questo c’è molto di più. Va su e giù per la sua fascia allo sfinimento e mette in mezzo un numero considerevole di palloni che, ma non è certo colpa sua, non vengono sfruttati al meglio.

AMRABAT 7.5 Per assurdo, forse è il caso che cominci a ciccare qualche partita, altrimenti a gennaio ce lo portano via. No dai, non accadrà, anche perché il Verona a fine stagione potrà (deve) esercitare il diritto di riscatto. Un’altra gara immensa per il marocchino, anche questa volta in ogni parte del campo, mai in affanno ma anzi sempre con la lucidità che gli permette giocate giuste al momento giusto. Infinito.

VELOSO 6.5 Mezzo voto in meno per quella clamorosa occasione che spreca nel primo tempo, con Olsen praticamente battuto. Ma, visto come è andata a finire, un errore che gli si può perdonare. Anche perché il livello delle sue giocate rimane nello standard che ci ha fatto vedere fino ad oggi.

LAZOVIC 5.5 Mi dispiace che non arrivi alla sufficienza, perché impegno e dedizione non mancano. Però troppi errori, mancanza di precisione non solo nell’ultimo passaggio, ma anche nelle giocate più semplici. Per me continua a valere il fatto che giochi in una posizione del campo a lui non naturale. La fascia destra gli manca, ma Faraoni da lì non lo sposta nessuno.

VERRE 5 L’investitura che arriva da Juric nella conferenza di fine gara (“stravedo per lui”) merita prestazioni migliori rispetto a quella di Cagliari. Perché se è vero che nelle scorse partite ha fatto intravvedere lampi di classe, è altrettanto vero che deve trovare continuità e forse maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Che, sentendo il mister, sono da piccolo campione.

SALCEDO (dal 17′ s.t.) 6.5 Ah però!!! Che sorpresa per questo ragazzino che non ha ancora l’età per prendere la patente. 17 anni di talento e classe e anche fiuto per la porta. Si crea un paio di occasioni da gol che in quasi tutta la partita Stepinski non riesce a procurarsi. A partita in corso può fare molto male agli avversari.

ZACCAGNI 5 Si divora non uno ma due gol clamorosi. Il primo, facile che più facile non si può. Il secondo anche, ma cerca la mezza rovesciata che in una giornata storta come quella di Cagliari, secondo me, non ci stava. Poco lucido, probabilmente è quello che ha risentito maggiormente delle tre partite in otto giorni.

PESSINA (dal 29′ s.t.) 6 E’ una sostituzione che dà garanzie e Juric. Quando entra in campo rispetta le consegne del mister e aiuta i compagni a tirare il fiato.

STEPINSKI 5.5 Ancora non ci siamo. Pare in ritardo di condizione. Certamente essere arrivato l’ultimo secondo del calcio mercato non lo sta aiutando ad inserirsi negli schemi di Juric. Si dà da fare, ma con troppa confusione e non riesce praticamente mai a rendersi pericoloso. Però, e c’è un però, credo gli vada data fiducia perché ha le potenzialità per sbloccarsi e fare bene.

PAZZINI (dal 43′ s.t.) s.v.

JURIC 7 Rimane lui il vero valore aggiunto di questa squadra. Uno che senza compromessi riesce a far giocare a calcio la sua squadra. Bene, soprattutto. Ha la logica che non hanno avuto i suoi predecessori e convince in ogni scelta: ognuno nel suo ruolo, all’insegna della continuità. Sta “tirando il collo” ai suoi, e fino a questo momento la strategia paga. Bello vedere questo Verona, bello sentirlo parlare durante le conferenze stampa. I tempi delle “supercazzole” sono finalmente finiti.

IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE

SILVESTRI 6- Una delle notizie della giornata è la sua inconsueta incertezza. In più di un’occasione non dimostra tutta la sicurezza alla quale ci ha abituati. Nel primo tempo viene graziato da Lasagna, a due metri dalla porta. Poi qualche uscita ritardata e un po’ di brividi lungo la schiena sugli spalti.

RRAHMANI 7 Cresce di partita in partita, con una progressione impressionante. Dalle sue parti non si passa, manco per fare due passi. A dispetto della mole fisica ha agilità da scattista e contro l’Udinese, in più di un’occasione si fa vedere anche nella metà campo avversaria. Insostituibile.

DAWIDOWICZ 7 Negli occhi dei tifosi c’era ancora quel fallo da rosso su Orsolini, durante la prima di campionato, in casa, contro il Bologna. Costò al Verona non solo la sua espulsione, ma anche il rigore trasformato da Sansone. Senza mai voltarsi a guardare ciò che è stato, il polacco regala una prestazione coi fiochi, sbagliando praticamente nulla. Ottimo in anticipo, altrettanto quando gli udinesi si fanno pericolosi in area. Promosso a pieni voti.

GUNTER 6- Si vede che gioca un po’ frenato dopo gli ultimi episodi che lo hanno visto particolarmente sfortunato. Così incappa in qualche errore di troppo in fase di impostazione, sparando un po’ troppi palloni a casaccio. Viene però fuori alla distanza, sostenendo la squadra nella ricerca del gol.

FARAONI 6.5 Così così nel primo tempo, scatenato nel secondo. Un crescendo fisico per Davide che sforna cross a ripetizione. Solca la fascia destra con grande forza, abile, dopo aver offeso, a ripiegare in tutta fretta.

AMRABAT 7 E’ lui oggi la perla del centrocampo, l’uomo ovunque di questo Verona. Un portento al quale l’Udinese non riesce in alcun modo a porre rimedio. Se imparerà a trovare i tempi di inserimento in avanti, cercando così gloria sotto porta, beh, ci sarà da divertirsi. L’aggettivo di oggi per lui è: roboante.

VELOSO 6.5 Meno brillante rispetto alla gara con la Juve, e d’altra parte non è più un ragazzino. Le sue giocate, però, sono irrinunciabili per Juric e per il Verona. In mezzo al campo la palla passa sempre dai suoi piedi ed è raro che faccia una brutta fine.

LAZOVIC 6 Anche contro l’Udinese, così come contro la Juve, va vicino al gol, sempre con un bel tiro al volo. Si impegna e non poco e infatti finisce la benzina anzitempo, costringendo Juric al cambio. Devo dire che per uno abituato ad attaccare, è davvero apprezzabile l’aiuto che dà in fase difensiva.

VITALE (dal 38′ s.t.) s.v.

PESSINA 6 Leggero nel fisico, ma veloce nelle giocate. Svaria senza grandi restrizioni tecniche ed è un piacere vedere come accarezza il pallone col mancino. Deve trovare un po’ di sostanza, ma le premesse non mancano.

ZACCAGNI 6- E’ uno di quelli che ha maggiormente pagato il doppio impegno in tre giorni. Non è brillante come al suo solito e le giocate che contano stentano ad arrivare. Capaci di spuntare l’uomo e saltarlo, oggi si ferma un po’ prima. Fondamentale che recuperi le energie per la trasferta di Cagliari.

VERRE (dal 16′ s.t.) 6 Entra bene e la sua freschezza mette in difficoltà un’Udinese stremata fisicamente. Destra o sinistra poco conta per questo giovanotto che sta facendo intravvedere colpi notevoli. Ricordate il Milan…

DI CARMINE s.v.

STEPINSKI (dal 29′ p.t.) 5.5 Un po’ goffo nei primi minuti, dopo aver preso il posto di Di Carmine. Forse i carichi di lavoro non lo aiutano. Però con i minuti che passano inizia a sciogliersi e aiuta parecchio la squadra a guadagnare metri. Si divora un gol già fatto, a due metri dalla porta. Solo, solo, con quel capoccione, non riesce a fare di meglio che farsela parare da Musso. Mannaggia.

JURIC 6.5 Forse ci si poteva aspettare un po’ di turnover in più, però la squadra ha finito in crescendo, quindi, tutto sommato, ha avuto ragione lui. Giusta la scelta di mettere Di Carmine dal primo minuto. Mettendolo in panchina, dopo il rigore sbagliato a Torino, forse lo avrebbe perso mentalmente. Rimane il problema del gol, questo sconosciuto. Però dietro ha costruito, finora, un capolavoro.

IL PAGELLONE DI JUVENTUS-VERONA

SILVESTRI 6 Non è chiamato a grandissimi interventi, i suoi compagni fanno il possibile per evitarglieli. E’ sfortunato in occasione del gol di Ramsey. La deviazione di Gunter basta per rendere il pallone imprendibile. Nove volte su dieci il rigore calciato da Ronaldo è imparabile.

RRAHMANI 6.5 Quando vedo giocare l’albanese mi sembra di vedere uno degli spartani del film 300, fedele soldato di Leonida. E’ una potenza fisica, ma i piedi li sa usare eccome. Si becca un giallo, ma non cala mai di intensità.

KUMBULLA 6.5 “Sporca” la sua partita con quel secondo giallo, e quindi l’espulsione, a pochi secondi dalla fine. Ma anche di fronte ad una delle squadre più forti al mondo non perde la tranquillità che ci ha fatto vedere fino ad oggi. Peccato non aver per la gara di martedì sera contro l’Udinese il vero leader della difesa.

GUNTER 5 Sul gol di Ramsey è sfortunatissimo: devia con le unghie un pallone che probabilmente Silvestri avrebbe parato senza grande impaccio. Inconcepibile, però, il fallo su Cuadrado, che consegna a Cristiano Ronaldo un calcio di rigore evitabile. Poco sicuro durante tutta la partita, è stato l’anello debole della retroguardia, soffrendo tremendamente un Cuadrado in stato di grazia.

FARAONI 6 Bel primo tempo, di corsa e di testa. Tantissimi palloni messi in mezzo dalla sua fascia. Non ha paura di fronte ad Alex Sandro e anzi, forse è proprio il brasiliano a giocare con le marce ridotte. Cala un po’ nei secondi 45 minuti e quando il Verona tenta il tutto per tutto perde un po’ di lucidità nell’ultimo passaggio.

AMRABAT 7.5 Siamo solo alla quarta di andata e qui il rischio è di finire gli aggettivi da usare col marocchino. E’ straripante, travolgente, dotato anche del dono dell’ubiquità, visto che lo trovi in ogni zona del campo, costantemente. Una grandissimo giocatore che fa sfigurare anche Cristiano Ronaldo in occasione del gol del vantaggio gialloblù. E’ lui, infatti, a strappargli il pallone dai piedi per dare il via all’azione del vantaggio.

PAZZINI (dal 40′ s.t.) S.V.

VELOSO 7.5 Volete dire che non basta il gol a giustificare il voto? Per me sarebbe sufficiente, ma la sua partita non si ferma affatto al pallone che ha tolto la ragnatela dalla porta di Buffon. No. Delizia per tutti i 95 minuti con giocate di qualità sopraffina. Un vero professore in mezzo al campo che ha in Amrabat, tutto corsa e dinamismo, il suo miglior alter ego.

LAZOVIC 6 Nei minuti finali ha un’occasione colossale per regalare al Verona un pareggio forse anche un po’ stretto. Decide di tirare al volo, e secondo me fa bene. Ma la colpisce in maniera anche troppo pulita e così Buffon dimostra di poterci ancora stare tra i pali. Bravo nel primo tempo, un po’ meno continuo nella ripresa.

VERRE 5.5 Non riesce ad entrare pienamente in partita. Gli manca il passo e non riesce mai a trovare la giocata “geniale”. Un passo indietro rispetto alla gara sontuosa contro il Milan.

PESSINA (dal 14′ s.t.) 6 Porta la freschezza persa da Verre e cerca di fare il suo nel momento di massimo sforzo del Verona.

DI CARMINE 6 Ha due grandi occasioni: il calcio di rigore, che tira bene, ma che per semplice sfiga finisce sul palo; e il tiro ravvicinato che si stampa sulle chiappe di Bonucci. La fortuna non lo ha aiutato e quindi adesso tutti a gettargli addosso la croce. Io non lo boccio, perché se la Juve per quasi tutta la partita ci capisce ben poco, è anche per merito suo che va a pressare come un disperato. E’ vero, gli attaccanti devono segnare. Ma ha dato l’anima e questo mi basta per non massacrarlo con un’insufficienza.

ZACCAGNI 6.5 Ancora una partita di livello per Mattia, che si conferma a suo agio in quella posizione, alle spalle della punta. Scalda i guantoni di Buffon e accarezza la gioia di un gol allo Stadium. Esce ad un quarto d’ora dalla fine, forse anche perché martedì sera dovrà essere fresco e smagliante per affrontare l’Udinese al Bentegodi.

TUTINO (dal 28′ s.t.) S.V.

JURIC 7 Conferma di aver plasmato una creatura che molti di noi, alla vigilia della prima di campionato, pensavano fosse una sorta di Frankenstein. Il Verona che domina la Juventus è una meraviglia insperata, una gioia per gli occhi dei tifosi, ma anche per gli amanti del pallone che hanno capito che con le idee tutto è possibile. Meritava i tre punti, poche storie. Adesso deve essere bravo a mantenere alta la carica nervosa dei suoi ragazzi.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

SILVESTRI 6.5 L’unica piccola sbavatura, peraltro recuperata, quando si fa sfuggire il tiro di Calhanoglu. Si rituffa immediatamente sul pallone e subisce la carica di Piatek che segna lo 0-2 poi annullato da Manganiello, dopo aver consulato il Var. Non che il Milan lo chiami a fare gli straordinari, ma in ogni caso lui si fa sempre trovare presente all’appello.

RRAHMANI 6.5 Concede poco o nulla agli attaccanti del Milan, mantiene bene la posizione, in grande sintonia con i compagni di reparto. Consolida quanto di buono sta facendo vedere ormai da diverse settimane. Portargli via il posto sarà impresa ardua per chi ora siede in panca.

TUTINO (dal 34′ s.t.) 6 Entra bene e prova disperatamente a rompere le scatole ai difensori del Milan. Si butta con generosità su ogni pallone. Chissà che a Torino, contro la Juve, non tocchi ancora a lui giocarsi il ruolo di “falso nueve”.

KUMBULLA 6.5 Mezzo voto in meno perché in occasione del fallo di mano di Gunter, che porta al calcio di rigore del Milan, esce troppo frettolosamente dall’area per cercare l’anticipo e lascia sguarnita una zona cruciale del campo. Ma questo ragazzo è davvero forte. Elegante, non dà mai l’impressione di andare in difficoltà. Gioca con una naturalezza impensabile per la sua età. E con quella malizia da furbastro. Piatek trova il gol solo dal dischetto, perché Marash ci ha messo del suo per eclissarlo.

GUNTER 6 Qualcuno diceva che “se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo”. La palla gli arriva sul braccio e il calcio di rigore è inevitabile. Peccato perché anche lui, come Rrahmani e Kumbulla, sbaglia poco o niente. Quel poco, però, è decisivo. Mannaggia.

FARAONI 6.5 Che bello vederlo finalmente vangare quella fascia destra come solo lui sa fare. Dopo aver vagabondato per il campo, vittima dei deliri tattici di Grosso, Faraoni ha trovato la sua strada. Che porta a tanta corsa, ma anche a buona qualità e cross succulenti per gli “avanti” gialloblù. Sta crescendo di partita in partita. Bene così.

AMRABAT 7 E’ già idolo della Curva Sud che, alla lettura iniziale delle formazioni, lo accoglie con giubilo. E ci sarà un motivo se è già nel cuore del popolo gialloblù. Ci mette l’anima fino all’ultimo secondo. Corre come un matto. Lo vedi a difendere e trenta secondi dopo sta andando a cercare gloria dalle parti di Donnarumma. Fondamentale per l’idea di calcio di Juric.

VELOSO 6 Questa volta il regista dal sinistro d’oro non brilla come al suo solito. Meno geniale nelle giocate, si limita al compitino e quello lo fa in abito da sera. Sicuramente essere rimasti in dieci non gli ha dato una mano nei rifornimenti verso chi era già andato sotto la doccia.

LAZOVIC 6 Parte benissimo facendo vedere i sorci verdi a Calabria che fatica a stargli dietro. Un paio di spunti bellissimi che, purtroppo, non si concretizzano a dovere. Come Veloso, paga l’espulsione di Stepinski e da quel punto in poi gli tocca fare il difensore e badare a Suso. Finisce addirittura esterno basso. Cosa gli si può chiedere di più?

VERRE 7 “Rischia” di fare un gol da cineteca: stop acrobatico su un lancio da trenta metri e tiro al volo che finisce alto non di molto. Che meraviglia. Ma la sua partita è molto di più rispetto a questa giocata. Tanta, tantissima qualità. Praticamente da solo tiene a galla l’attacco del Verona dopo il rosso al polacco. Costretto a lasciare il campo con i crampi. Ma che bello aver trovato un talento così.

PESSINA (dal 20′ s.t.) S.V.

ZACCAGNI 6.5 Un altro che non smette di stupire. Sapete perché? Perché oltre all’aspetto tecnico-tattico, in campo mette anche le palle. Non abbassa mai la testa, non tira mai indietro la gamba. E se c’è da andare a muso duro con Calhanoglu, lui ci va. Personalità da vendere. Fondamentale nel sostenere Verre in avanti.

DI CARMINE (dal 34′ s.t.) S.V.

STEPINSKI 5 A parti invertite avrei invocato il calcio di rigore? Sì, sono sincero. Ma solo dopo averlo visto alla moviola. Perché a velocità normale, in diretta, sembrava sì un brutto fallo, ma non così violento. Se vai a vedere il Var, però, fai fatica a non cacciarlo. Forse un po’ zelante Manganiello (comunque mediocre) ma non la trovo una decisione scandalosa. Del resto lui mi è parso un po’ impacciato, magari emozionato per il debutto. Con quella smania addosso di voler fare grandi cose, che poi, però, lo ha fregato.

JURIC 7 L’errore più grande che si possa commettere nel commentare il suo Verona è dire che giochi solo con cuore, grinta e determinazione. E’ una mezza verità. Perché il suo Verona gioca un gran bel calcio. Veloce, compatto, con i giocatori che sanno esattamente cosa fare e quando farlo. E’ riuscito in un paio di mesi a dare un’identità precisa ai suoi e soprattutto a creare un gruppo solidissimo. Da anni non si vedeva il Verona uscire dal campo tra gli applausi nonostante un ko. Bravo mister, avanti tutta, senza paura. Anche a Torino, contro la Juventus dei fantastiliardi.

IL PAGELLONE DI LECCE-VERONA

SILVESTRI 7 In pratica è chiamato in causa “seriamente” solo in un’occasione, sul tiro di Mancosu che lui, con le unghie, riesce a deviare in angolo, anche dopo una deviazione della difesa. E’ la parata che salva il risultato e arriva al momento giusto. Per il resto, la solita garanzia. Ancora mi domando come sia possibile che abbia fatto il secondo a Nicolas per un’intera stagione. Mah…

RRAHMANI 7 Siamo alla seconda, piano con i trionfalismi. Ma questa roccia “rischia” seriamente di finire tra le sorprese più piacevoli del nuovo Verona. Dalle sue parti non si passa, gestisce tutto con grande eleganza, quasi senza sudare. Ha sul capoccione la palla dello 0-1, ma Gabriel gli nega la gioia del gol. Aspettiamolo contro difensori di altro livello. Per ora, promosso a pieni voti.

KUMBULLA 6.5 Esce dal campo probabilmente per un fastidio muscolare, ma fino alla mezz’ora del secondo tempo conferma quanto di buono fatto vedere fino ad ora. Si prende un giallo nei primi minuti di gara. Un eccesso di zelo del signor Sacchi che avrebbe potuto condizionarlo. E invece no, tiè. Come già detto domenica scorsa: avanti tutta, Marash.

BOCCHETTI (dal 33′ s.t.) 6 Entra quando la partita si fa calda e il Verona deve respingere i seppur non troppo convinti attacchi del Lecce. Lui non si fa prendere dal panico e in un paio di occasione spazza l’area senza troppi complimenti.

GUNTER 6.5 Fisicamente sta bene, e questa è una notizia eccellente. Bravo a fraseggiare con i compagni, è sempre attento in fase di chiusura. Visto che i piedi non sono così male, si prende anche la briga, ogni tanto, di impostare l’azione da dietro.

FARAONI 7 Finalmente un modulo che ne esalti al 100% le qualità, siano esse difensive oppure offensive. Quella fascia destra è casa sua e lui la fa avanti e indietro senza andare mai in affanno. Bellissime le sovrapposizioni con i compagni, bella anche la sua botta al volo di destro, che non va verso la porta solo per colpa di una schiena di un avversario che la mette in angolo.

AMRABAT 7.5 Mamma mia!!! Ma chi è questo? Una furia? Impressionante. All’infortunio di Badu chi non si è disperato, alzi la mano. E invece arriva lui a riconciliarti col calcio. E’ ovunque, con giocate di qualità e quantità. I giocatori del Lecce se lo sogneranno chissà per quante notte a venire. Giocatore di livello assoluto, una gran bella scoperta. Contro il Bologna, l’antipasto. Oggi un primo piatto succulento. Non vedo l’ora di arrivare al dolce.

HENDERSON 6.5 “Lo vedi Tachtsidis? Ecco, devi seguirlo anche al cesso”. Probabilmente sono state queste le parole di Ivan Juric allo scozzese. Che lo ha preso in parola, toilette a parte. Marca a uomo il greco, spegnendo così la fonte di gioco del Lecce. Una gara d’altri tempi per uno che si esalta nella lotta, da vero Braveheart. Esce stremato.

PESSINA (dal 28′ s.t.) 7 Un quarto d’ora di gloria per la giocata che regala la prima preziosissima vittoria in campionato del Verona. Eccezionale l’azione che porta al gol, bellissimo il suo inserimento. Bravo. Unico appunto, se posso permettermi, la mancata esultanza. Perché? Per rispetto ai tifosi del Lecce dove ha giocato una stagione? Ma se non esulti manchi di rispetto ai tuoi nuovi tifosi, eh. In questo faceva scuola Pippo Inzaghi, che a qualsiasi gol, anche contro le ex, sbraitava manco avesse appena vinto da solo la Coppa del Mondo.

VELOSO 7 Magia calcistica per Miguel che quatto quatto, lento lento, dispensa perle di gioco. Mai banale, sempre millimetrico nei passaggi, a due metri o a venti. Il regista del quale il Verona aveva disperato bisogno da anni. Il dio del calcio lo protegga, per favore.

LAZOVIC 6+ Quella fascia sinistra continua a rimanergli un po’ sullo stomaco, nonostante la settimana scorsa si sia affannato a dire il contrario. Ovvio che la confidenza manchi un po’. Eppure si sta sciogliendo e il feeling coi compagni (soprattutto Zaccagni) aumenta. Saprà rendersi protagonista al più presto, magari tornando alla tanto lontana, per ora, fascia destra.

ZACCAGNI 7.5 Ahhh, come gioca Zaccagni. E’ in stato di grazia e si riprende con gli interessi quello che non ha potuto far vedere contro il Bologna (venne sacrificato dopo l’espulsione sciagurata di Dawidowicz). Manda in visibilio i tifosi del Verona e noi umili cronisti di provincia che ci esaltiamo a vedere questo ragazzo che dalla Primavera, sotto l’ala protettrice di Pavanel, è arrivato al calcio che conta. Con la speranza che in gialloblù rimanga a lungo e non diventi il nuovo Jorginho, lasciato andare via per due noccioline. Spettacolare!!!

TUTINO 6.5 Addirittura migliore la sua prestazione a Lecce, rispetto alla gara contro il Bologna. E se qualcuno si fosse ripreso solo ora da un lungo sonno, lo ricordiamo, non è una punta centrale. Tante spizzate di testa per uno che non è certo un colosso. Ma la paura non sa cosa sia. Esce dal campo col naso malmesso, forse rotto, come rivelato da Juric nella conferenza stampa di fine gara.

VERRE (dal 14′ s.t.) 6.5 Fondamentale nell’azione del gol: il suo velo spalanca la porta a Pessina, che batte Gabriel. Tanto basta per beccarsi la piena promozione.

JURIC 7.5 Con questa squadra, che non ha valori tecnici da stropicciarsi gli occhi, Pecchia o Grosso sarebbero forse usciti dallo stadio di via del Mare tra le pernacchie. Lui, invece, schianta il collega Liverani, tatticamente lo ribalta. Le mosse vincenti sono la pressione di massa sulla trequarti del Lecce e Henderson a uomo su Tachtsidis. Lì l’ha vinta Juric, che si sta dimostrando Allenatore con la A maiuscola non a caso. Uno che parla di calcio in conferenza stampa e non ci sfianca con mille e infinite super cazzole. Erano anni che non si vedeva un Verona così motivato e affamato. Adesso, per favore, Setti e D’Amico gli regalino la punta che manca a questa squadra. Non farlo sarebbe un peccato mortale.

IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

SILVESTRI 6.5 Serie B o serie A, a quanto pare, per lui non c’è alcuna differenza. Un paio di paratone da riflessi felini, una in particolare su Orsolini. Poi, come sempre, grande sicurezza nelle uscite, che siano alte o a terra. Imperitura certezza.

RRAHMANI 6.5 E’ un bel bestione e dalle sue parti il Bologna fatica a passare.  Tenta anche qualche sortita in avanti, quando la gara glielo consente. E non ha paura a tirare robuste scarpate agli avversari quando serve. Ah, salva sulla linea il gol dell’1-2 per il Bologna. Per carità, i piedi non è che siano educatissimi, ma contribuisce alla grande nel dare solidità al reparto.

KUMBULLA 7 Avere 19 anni e non sentirli. Perché a guardarlo giocare, sto ragazzino, al debutto assoluto in serie A, ti sembra di vedere un senior, alla 500^ da professionista. Gioca con piglio e sicurezza da veterano, punta spesso sull’anticipo e, ovviamente, sulla forza fisica. Evidentemente Juric ci ha visto bene, sin dal ritiro estivo. Avanti tutta, Marash.

DAWIDOWICZ 5 Butta giù Orsolini in area: rigore ed espulsione. La sua prima serie A con la maglia del Verona dura appena tredici minuti.

FARAONI 6 Disciplinato e mai fuori posto. Juric gli “consiglia” di badare più alla fase difensiva, piuttosto che andare alla ricerca di gloria in avanti. E lui lo fa con precisione. Sacrifica la spinta, ma è sempre lucido, soprattutto nei minuti finale, quando le gambe sono due piloni di cemento armato.

HENDERSON 6- Tanto lavoro di sacrificio in mezzo al campo, dove, quando il lavoro si fa sporco, lui è sempre presente. Aiuta a schermare la difesa e in più di un’occasione spazza l’area. Manca però nella metà campo del Bologna, dove comunque, in generale, il Verona fatica a costruire vista l’inferiorità numerica.

VELOSO 6.5 Basterebbe la sua pennellata, da quella che fu la mattonella di Adailton, a garantirgli la sufficienza abbondante. Oltre a questa, qualità in mezzo al campo, senso della posizione e del gioco di prima. Non è un fulmine di guerra, ma i pensieri viaggiano alla velocità della luce quando ha il pallone tra i piedi.

LAZOVIC 6- E’ vero, è uno abituato a spostarsi anche a sinistra, ma la sua posizione è la corsia di destra. Quella è casa sua. Quindi contro il Bologna si ritrova in una zona che non lo mette eccessivamente a suo agio, eppure riesce a regalare qualche spunto interessante e qualche accelerazione promettente. Juric, in questo momento, deve fare di necessità virtù ed è lì che è costretto a piazzarlo.

ZACCAGNI s.v la sua partita finisce con l’espulsione di Dawidowicz. Il sacrificato è lui.

BOCCHETTI 6+ (dal 14′ p.t.) Entra a freddo, non è al 100% per reggere praticamente tutta la partita, ma quando ha esperienza e qualità, sai sempre come venirne fuori. E lui lo fa a puntino. Destinato a diventare un punto fermo della difesa.

VERRE 6- Una sua bella conclusione di destro, alta non di molto, solletica la fantasia dei tifosi gialloblù che sognano una gara all’arrembaggio. Ma anche lui è in un ruolo non proprio suo, quindi cerca di adattarsi alla bene meglio. Le gambe non girano ancora al 100% e infatti Juric lo toglie subito all’inizio del secondo tempo.

AMRABAT (dal 3′ s.t.) 6.5 Wow. Il marocchino entra in campo carico come una molla e va rompere le scatole a tutti i giocatori del Bologna, uno ad uno. Ha fisico e “ignoranza” calcistica. Non tira indietro la gamba e corre a quattro polmoni. Che poi, in fondo, è quello che da sempre vogliono vedere i tifosi del Verona.

TUTINO 6+ Santo cielo quante mazzate si è preso il giovanotto. Si sbatte come un dannato, da falso “nueve”, che poi di falso non ha nulla, perché si muove come un vero centravanti. Grande sacrificio e voglia di dare tutto per il Verona. Esce tra gli applausi, assolutamente meritati. Bravo.

GUNTER (dal 42′ s.t.) s.v.

JURIC 6.5 L’espulsione di Dawidowicz certifica una scelta non proprio azzeccata dal primo minuto, ma magari è stata solo “sfiga” e il rigore lo avrebbe causato anche Empereur. Questa squadra ha un’anima che fino a qualche mese fa non aveva e il merito è tutto suo. Perché sta lavorando con materiale tecnico non di primo livello, eppure ne sta ricavando il più possibile. Il Verona, per forza di cose, costruisce una diga davanti a Silvestri, ma quando può cerca di sorprendere il Bologna, senza piangersi addosso dopo l’espulsione del polacco. Certo, qualcosa se lo aspetta dal mercato. E sarebbe un delitto non accontentarlo.

MIHAJLOVIC 10 Al di là di ogni più banale retorica, il serbo ha dato una grande dimostrazione: quella voglia di normalità che spesso ci annoia, ma che invece è un inno alla vita. Dai che ce la fai, Mister!!!

IL PAGELLONE DI VERONA-CITTADELLA

SILVESTRI 6 Passa una serata da spettatore, per merito dei compagni che lo proteggono alla grande e per demerito di un Cittadella capace di tirare per la prima volta verso la porta, manco nello specchio, solo nei minuti finali del primo tempo. Sempre prezioso nelle situazioni di mischia, quando protende le braccia verso il cielo per prendere ogni pallone che passi dalle sue parti.

FARAONI 6.5 Beneficia della serata magica di Laribi, col quale si trova alla perfezione. Corre come un matto su quella fascia destra e per i giocatori del Cittadella sembrano non esserci contromisure all’altezza. Polmoni a mantice per un finale di stagione che fa ben sperare per il prossimo campionato di A.

DAWIDOWICZ 7 Oggi una sicurezza. Impossibile passare dalle sue parti. Ingaggia un duello rusticano con Diaw, fatto anche di qualche colpo sporco e ne esce trionfalmente. Ottima l’intesa con Bianchetti, dall’inizio alla fine.

BIANCHETTI 7 In tanti avrebbero voluto vederlo dal primo minuto anche a Cittadella, nella partita di andata della finalissima. E lui ha fatto capire il perché. Calma olimpica ad ogni pallone che gli arrivi tra i piedi. Un grande segno di crescita questo, per uno che ha sempre dimostrato qualche incertezza nelle fasi di gestione dell’azione. Ma le vicende del campo e della vita (alla voce infortuni), evidentemente, gli hanno dato qualcosa in più, che prima non aveva.

VITALE 8 Semplicemente esaltante, un’opera d’arte. Avesse trovato anche il gol sarebbe stato di gran lunga il migliore in campo. Avrà messo dentro una cinquantina di cross, uno più bello dell’altro. Peccato che non sempre i compagni ci siano arrivati. Bravo anche a puntare verso la porta, mandando in confusione i padovani. Monumentale.

HENDERSON 6+ E’ quello che si sobbarca il lavoro sporco, quello che magari non vedi, quello che pare inutile, ma che invece aiuta chi sta meglio fisicamente a esprimersi come si deve. Si sacrifica per portare sugli scudi i compagni di reparto, su tutti Zaccagni.

PAZZINI (dal 66°) 7 Entra come una forza della natura, sospinto dall’urlo di più di 20 mila tifosi gialloblù. Con la voglia che aveva, sono sicuro che gli scocci non poco non aver messo il suo nome tra i marcatori. Ma confeziona un assist al bacio per Laribi che dà al Verona il gol della sicurezza. E poi tante sportellate e tanto mestiere contro i quali il Cittadella non sa proprio cosa fare.

GUSTAFSON 6.5 Ordinato, preciso, fa le cose giuste, al momento giusto. Non si ritrova anche questa volta Schenetti sul groppone ed è quindi più tranquillo nel gestire il “cervello” del Verona. Esce dal campo prima della fine, stremato, dopo aver dato tutto.

MUNARI (dal 76°) 6 E’ un vecchio volpone e sa come si gestiscono certi momenti. Porta tutta la sua esperienza alla causa di questo Verona.

ZACCAGNI 8 Qualità, quantità, intelligenza tattica, capacità di inserimento, fiuto per il gol. C’è da aggiungere altro? Aglietti non lo ha rischiato nella gara di andata e ha avuto ragione perché oggi questo ragazzo ha tirato fuori la sua partita migliore in stagione. Bellissimo il gol, da vedere e rivedere. Mi auguro che non sia frettoloso quest’estate e che decida di vivere la prima vera serie A da protagonista col Verona.

LARIBI 7.5 Uno di quelli nei quali Grosso non aveva più alcuna fiducia e che Aglietti ha restituito al calcio. E meno male, perché questo finale di stagione è stato un piacere vederlo giocare, un calciatore assolutamente irriconoscibile in positivo rispetto al “fantasma” dei mesi precedenti. Tanta qualità nelle scelte, nelle giocate, e poi il gol che fa impazzire il Bentegodi, che può finalmente mettersi tranquillo e aspettare solo il triplice fischio finale.

DI CARMINE 8 Gioca una partita sporca, tante spizzate, qualche corsa a vuoto. Non sempre puntuale sui cross dei compagni. E poi cosa fa? Si inventa un capolavoro, un gol di fattura sublime, che diventa di diritto uno dei più belli visti dai tifosi dell’Hellas. Con un peso specifico, tra l’altro, di non poco conto: vale la serie A. Poca roba eh. Bravissimo.

DI GAUDIO 6 Non ha i 90 minuti nelle gambe, ma fino a che ha benzina, non si risparmia. Quando va in riserva, con i muscoli che cominciano a tirare, Aglietti non può fare altro che chiamarlo in panchina.

MATOS (dal 57°) 6 Partecipa alla festa, quando ormai il Cittadella non ha più la forza di reagire. Non deve fare i miracoli.

AGLIETTI 7.5 Questa promozione è soprattutto sua, capace, con quell’aspetto che a volte sembra dimesso, di rendere di nuovo bello il Verona. Nella gara di andata non ha dato sicurezza e tranquillità a suoi. Cosa che gli è riuscita alla grande in questa serata che diventa l’acuto della sua carriera da allenatore. Un tecnico intelligente, un uomo ancora di più che ha capito come anche l’empatia e il dialogo vero possano rimettere le cose al loro posto.

IL PAGELLONE DI CITTADELLA-VERONA

SILVESTRI 5.5 Incerto sul primo gol di Diaw: il pallone sorvola il limite dell’area piccola e quello è territorio suo. Invece rimane nella terra di mezzo ed è costretto a raccogliere la boccia dalla rete. Anche sul secondo gol non mi è parso impeccabile. Domenica c’è disperato bisogno del miglior Silvestri.

FARAONI 5.5 Un passo indietro deciso rispetto a Pescara. Tanti palloni scialacquati malamente, soprattutto in fase di costruzione. Non scatta la magia con Matos, seppur sarebbero quelli con più gamba, raffrontando le due fasce. A conti fatti, pare assurdo, ma ha fatto vedere le cose migliori da centrocampista, sotto la gestione Grosso.

DAWIDOWICZ 5.5 Colpevole come il suo più vicino compagno di reparto sul primo gol di Diaw. Va in sofferenza nei primi minuti di partita, così come tutta la squadra e solo alla distanza cerca di limitare i danni. Ma a ben vedere non è che gli sia riuscito al meglio.

EMPEREUR 5 Ancora più in difficoltà rispetto a Dawidowicz. Nei primi venti minuti di gara, in evidente confusione, mette in fila un fallo dietro l’altro, anche con la palla lontanissima dalla porta di Silvestri. L’arbitro lo grazia in più di un’occasione: un giallo non sarebbe stato scandaloso.

VITALE 6 Intraprendente in fase offensiva, beneficia della discreta vena di Laribi, col quale fraseggia con disinvoltura. Mette dentro tantissimi cross, non tutti impeccabili, ma non trova compagni capaci di sfruttarli, a cominciare da Di Carmine. Fisicamente sta bene, ma ora serve qualcosa di più.

HENDERSON 5.5 Mi spiace ma da uno come lui è lecito aspettarsi di più, dal punto di visto qualitativo, ma anche quantitativo. Corre in maniera arruffata, goffa, non è certamente un velocista ma capita che si lanci in sgroppate che non sono nelle sue corde. Statico in un centrocampo che va a due all’ora.

DI GAUDIO (dall’84°) s.v.

GUSTAFSON 5.5 Veloce non lo è mai stato. Si è sempre salvato con l’agilità di pensiero. Se pure quello non va oltre la seconda marcia, campa cavallo che l’erba cresce. Non ricordo nulla di memorabile, se non la marcatura a uomo di Schenetti che fa di tutto per non lasciarlo mai ragionare in impostazione.

COLOMBATTO 6 Una delle poche note positive di serata. Primo tempo così, così. Secondo tempo in crescita, a dimostrazione di una buona condizione fisica. Si becca un giallo ingiustissimo che lo costringerà a saltare la finalissima di ritorno. Vista la poca scelta a centrocampo, un’assenza che si farà sentire e non poco.

MATOS 5 Se va avanti così, gli cambiamo il cognome e iniziamo a chiamarlo “Malos”. Un maalox servirebbe invece ai tifosi gialloblù e a noi cronisti che dobbiamo raccontare le sue partite. Non riesce più a ritrovarsi dopo l’infortunio muscolare. Ma di mesi ne sono passati tanti da quello stop. Direi che le scuse sono finite da un pezzo.

DI CARMINE 5- Sembrava finalmente aver spiccato il volo e il sangue freddo di Pescara poteva finalmente aver consegnato un nuovo giocatore al Verona. Ma dal primo round di Cittadella esce con gli stessi occhi gonfi di Rocky dopo essere stato “investito” da Apollo Creed. Ha una grande occasione al 61° quando solo davanti a Paleari tenta un pallonetto che si trasforma nel nulla. Io voglio credere nella sua voglia di rivincita, perché ce n’è bisogno. Ma domenica penso sia giusto che sia lui a partire dalla panchina.

PAZZINI (dal 77°) 6+ Non solo entra in campo a tredici minuti dalla fine, quando la squadra è in calo e non riesce più ad attaccare, ma gli si chiede anche di fare i miracoli. In una manciata di secondi riesce a combinare più lui rispetto a tutti i compagni. Centra la traversa con una bella girata di destro, sfiorando un gol che sarebbe stato bellissimo. Una bestemmia lasciarlo a marcire in panchina per 77 minuti.

LARIBI 6+ Come Pazzini prende un palo pieno, a Paleari battuto, con un bellissimo destro dritto per dritto. Ha qualità per confezionare buone giocate, che con un pizzico più di lucidità potevano essere finalizzate meglio. Ancora una volta viene sostituito, per me inspiegabilmente, al posto di Matos. Stanchezza, dirà Aglietti a fine partita.

LEE (dal 73°) 5.5 Si mette in mostra per un tiro di punta, neutralizzato da Paleari. Un’occasione sprecata malamente, visto che la stoccata, stile calcetto, è la conseguenza di un primo controllo fatto a caso. Ancora una volta non riesce a sfruttare fino in fondo la sua velocità, di fronte ad un Cittadella che ha finito con i crampi.

AGLIETTI 5 Sciagurato l’approccio alla partita, con la squadra, nei minuti iniziali, in balia totale del Cittadella. “Tafaziana” la gestione di Pazzini. Farlo entrare a 13 minuti dalla fine significa martellarsi gli zebedei, e provare anche piacere. Il capitano deve giocare dal primo minuto, lasciarlo in panchina è una bestemmia tecnica in questo momento. Altrimenti ci dica che non è al 100%, sennò non si spiega. Mi auguro che il mister non si incaponisca negli stessi errori di Pecchia e Grosso e che domenica Pazzini sia in campo dal primo minuto. Per carità, oggi c’è stata anche sfortuna. Ma tirare in ballo la sfiga è segnale di debolezza. Non una buona premessa per tentare l’impresa al Bentegodi.