IL PAGELLONE DI VERONA-ROMA

MONTIPO’ 7 A Bologna aveva fatto ottime parate. Oggi non è stato chiamato ai miracoli, ma proprio nelle piccole e più importanti cose è stato eccezionale. Ai portieri si chiede di dare sicurezza alla squadra e lui ci è riuscito senza affanno. Bravo anche nei drammatici minuti finali, quando tutti i palloni sono suoi, anche quelli che a pimpinella, insidiosissimi.

DAWIDOWICZ 7.5 Semplicemente monumentale. Per lunghi tratti il migliore del Verona. Su ogni pallone con cattiveria, concentrazione, mai arruffone, come è stato in passato. Dalle sue parti non passano, nemmeno i talentuosi come Smomurodov. Per evitare che la Roma pareggi, ci mette anche la faccia su una bomba di El Shaarawy, che lo fa barcollare, ma non lo manda ko. Insuperabile, come il tonno.

GUNTER 6.5 Ho contato una sbavatura su un’impostazione da dietro. Per il resto bene, attento e posizionato sempre nel migliore dei modi. In occasione del gol di Pellegrini poteva fare ben poco, perché se l’è visto spuntare dal nulla.

CECCHERINI 6 Sulla sua strada si trova Zaniolo, che è un talento pazzesco. Per dire, l’aristocrazia di fronte alla classe operaia. Tra loro finisce in pareggio. Un paio di spunti interessanti del gioiello romanista, ma anche grande attenzione di Ceccherini, che pur fisicamente non è al massimo. Infatti non torna in campo dopo la ripresa.

MAGNANI 6 (dal 1’s.t.) Ha messo fisico e forza per contenere gli attacchi dei giallorossi, mai veramente pericolosi, però.

FARAONI 7.5 Nel primo tempo il Verona ha giocato soprattutto dalla parte di Lazovic, quindi lui si è visto pochino. Nei secondi 45 minuti le cose sono cambiate clamorosamente e lui ha messo il turbo. Fisicamente il solito granatiere, ma con una qualità che non gli verrà mai riconosciuta fino in fondo. La prova è un gol da cineteca, uno dei più belli visti finora in tutto il campionato. Fenomeno.

BESSA 6.5 In campo un po’ a sorpresa, è una delle scelte più azzeccate di mister Tudor. I piedi sono come sempre educatissimi ed è abile a trovare giocate offensive per i compagni di squadra. Porta bene il pallone, con grande visione e inevitabilmente alza il livello tecnico della squadra. Siccome ce l’ha il tiro, deve avere più coraggio nel provarlo. Ma questa partita gli dà grande fiducia per il futuro.

TAMEZE 6 (dal 19′ s.t.) C’era da lottare e soffrire. Ha lottato, ma senza soffrire.

ILIC 6 Allora, partiamo dalle cose negative. Si perde letteralmente Pellegrini in occasione dello 0-1. Quando il Verona la ribalta e si porta in vantaggio, fa harakiri, con un tocco “calloniano” per il più clamoroso degli autogol. E’ lui, però a dare l’assisti per Caprari, che fa il 2-1. E nel complesso, seppur con alti e bassi, l’ha portata a casa, ma con qualche incertezza di troppo.

LAZOVIC 7 Ci sono momenti in cui pare volare sul prato. Altri in cui sembra orfano di Zaccagni, perchè chi lo ha sostituito, evidentemente, sta imparando a conoscerlo. Questo succede nel primo tempo. Nella ripresa, così come tutta la squadra, aiutato anche da un Caprari centrato, trova la continuità che manda in bambola la Roma. Esce stanchissimo, dopo aver dato l’anima.

CASALE s.v. (dal 38′ s.t.)

BARAK 7 Parte forte e togliergli il pallone è dura, durissima per la Roma. Fisicamente è un vero crack, su di lui si poggia l’area grigia tra l’attacco e il centrocampo. Mettici il solito fiuto per il gol, la capacità di esserci quando devi arrivarci prima degli altri. E c’è lui, infatti, sul miracolo di Rui Patricio, che nulla può fare di fronte ad Antonin.

CAPRARI 7.5 Inizia bene, con la voglia giusta. Poi, piano piano, si eclissa un pochino e fatica a trovare il passo giusto. Nel secondo tempo è un altro, è letteralmente indemoniato. Si costruisce un gol pazzesco, uscito dal piede col goniometro. Da lì in avanti non riescono più a fermarlo. Ci riesce solo Rui Patricio, con un miracolo, che gli nega la gioia della doppietta personale e quello che sarebbe stato il quarto gol del Verona. Zaccagni ora è più lontano.

HONGLA s.v. (dal 33′ s.t.)

SIMEONE 6.5 Molto più dentro rispetto a Bologna, si crea occasioni anche dove ce ne sarebbero poche. Lo strappo in velocità provoca, in diverse occasioni, un po’ di apprensione nella difesa della Roma. Ed è lui, sul filo del fuori gioco, a tenere bene il pallone e poi a dare l’assist perfetto per Faraoni, che dipinge la Gioconda del gol.

KALINIC 6 (dal 19′ s.t.) Va su ogni pallone che gli capiti nei paraggi, anche solo per rompere le scatole alla difesa giallorossa.

ALL. TUDOR 7 Nessun miracolo, nessuna bacchetta magica. Una cosa ha fatto, ha alzato l’intensità durante gli allenamenti e nove volte su dieci quello che fai in settimana, si vede poi in gara. Mi è piaciuta la scelta di Bessa, perché alza la qualità. Doveva rimettere le cose al loro posto, sulla scia di quanto visto negli ultimi due anni. A Salerno sarà ancora più difficile, ma si va con la consapevolezza di aver ritrovato l’anima dei suoi.

IL PAGELLONE BOLOGNA-VERONA

MONTIPO’ 6 Attento sul bel tiro a giro di Barrow nel primo tempo, è bravo anche nelle uscite alte. In generale è sicuro tra i pali, ma anche quando c’è da accorciare sugli avversari. Sul gol di Svanberg non può francamente fare alcunché.

CASALE 6 Dove lo metti, sta. E’ un prezioso jolly difensivo, e anche a Bologna fa il suo con estrema tranquillità. Vero è che i padroni di casa non siano di certo indemoniati, ma dà comunque la sensazione di non andare mai in affanno. Esce mezzo acciaccato.

CECCHERINI 5.5 (dal 74′) Nel casino di batti e ribatti che porta al gol del Bologna, non riesce a intercettare il pallone che poi finisce sui piedi di Svanberg per il gol partita. Si becca anche un’ammonizione, secondo me inventata.

GUNTER 5.5 Non sicuro, nonostante il Bologna non faccia faville per impensierirlo. Ha anche spazio per costruire da dietro, ma lo spreca malamente. Non deciso in occasione del gol dei padroni di casa. Non mette la stessa cattiveria che aveva fino a qualche mese fa. E qui non può certamente essere colpa dell’allenatore.

DAWIDOWICZ 6 Senza infamia e senza lode. Il Bologna crea un paio di occasioni importanti, ma tutto sommato estemporanee. Lui controlla senza problemi e solo una volta si perde Barrow che, col tiro a giro, prova a fare male a Montipò. Forse anche un po’ stanco per gli impegni in nazionale, rimane nello spogliatoio dopo il primo tempo.

MAGNANI 6 (dal 46′) Pensavo di vederlo dal primo minuto, su Arnautovic. Deve invece accontentarsi della ripresa, giocata tutto sommato sufficientemente, senza particolari sbavature.

FARAONI 6.5 E’ capitano e la sente tantissimo, perché capisce il momento delicato della stagione, soprattutto se il recente passato di aveva detto altro. Tira fuori una partita coi fiocchi, giocata bene in particolar modo dialogando con Barak. Tanti bellissimi cross che trovano poca fortuna. Nervoso come mai lo avevamo visto, riesce però a non crollare, al contrario di qualche altro suo compagno.

TAMEZE 6 Parte bene, poi inciampa in qualche pallone perso di troppo. Si ricompone con attenzione e si fa anche più propositivo. Tiene la posizione e recupera un paio di situazione negative create dai compagni di reparto. L’unica cosa che mi domando è: perché dopo 60 minuti già non ne aveva più? E si che non ha avuto alcun impegno internazionale. Mistero…

HONGLA 4 (dal 60′) Semplicemente disastroso. Perde in maniera “fantozziana” il pallone che nel giro di qualche secondo si trasforma nel gol del Bologna. Un errore che si fa fatica ad accettare tra i dilettanti.

ILIC 5.5 Personalità da senatore contro l’Inter, atteggiamento da debuttante col Bologna. Deve cominciare a capire cosa voglia fare da grande, perché i colpi di qualità li ha, ma serve molto altro per diventare un giocatore con la G maiuscola. Si perde nello scontro faccia a faccia con Soriano, che è un vecchio volpone e usa tutte le sue armi per sfuggire al controllo del serbo.

LASAGNA s.v. (dall’83’)

LAZOVIC 6 Si vede che soffre un po’ la mancanza di chimica, comprensibile, con Caprari. Faticano a trovarsi, le sovrapposizioni latitano. Eppure per buoni tratti del primo tempo la gamba è quella giusta, così come le giocate. Alla distanza cala un po’ e senza il suo cambio di passo la fantasia del Verona si affloscia.

BARAK 6.5 Fisicamente, si sa, è un armadio. Ma è la sua qualità tecnica a tenere il Verona vivo in fase offensiva. Gestisce quasi sempre lui il pallone negli ultimi venti metri, ma non trova grande collaborazione nei compagni, eccezion fatta per Faraoni. Mentalmente, finito il calcio mercato, sembra più libero. Deve prendersi la squadra sulle spalle, serve la sua leadership.

CAPRARI 5+ Non cominciamo con i paragoni con Zaccagni, perché non reggono. Sono due mondi diversi. Lui non ha lo strappo dell’attaccante della Lazio, ma i colpi per saltare l’uomo li ha. E in un paio di occasioni lo dimostra, soprattutto nei primi minuti quando avrebbe anche il pallone giusto da calciare in porta. Ecco, dimostra poco quello che sa fare, forse anche perché le gambe non vanno di pari passo col pensiero.

CANCELLIERI 6 (dal 74′) Ci prova, ci mette la corsa e anche qualche colpo di talento. Non gli va bene, ma non può stare in panchina uno come lui, soprattutto in questo momento.

SIMEONE 5 Lo aspettavamo come un bicchiere di acqua ghiacciata nel deserto, ma ha lasciato tutti a bocca asciutta. Al netto di una condizione fisica non ottimale, è parso giocare un po’ a nascondino nelle occasioni di mischia in area del Bologna. Nel primo tempo ha un buon pallone tra i piedi, ma, evidentemente, non si chiama Raspadori. Deve lavorare molto di più, anche nel dialogo col resto della squadra.

ALL. DI FRANCESCO 5.5 Per lunghi tratti, soprattutto nel primo tempo, la sua squadra gioca un buon calcio. Magari più bello che efficace perché la mole di gioco non combacia con reali occasioni da gol. E così, se non riesci a segnare, va a finire che il Bologna, con il minimo sforza, la vince quasi a sua insaputa. E adesso si fa dura, perché dopo la rete di Svanberg la squadra si è spenta, è sparita dal campo. E questo è più di un campanello d’allarme. Il Verona degli ultimi due anni è sempre andato sulle ali dell’entusiasmo e mai si è trovato a vivere situazioni simili. Mi domando se abbia la forza di reagire. Non è allarme rosso, ma arancione sì.

IL PAGELLONE DI VERONA-INTER

MONTIPO’ 6 Una paratona ravvicinata su Lautaro nel primo tempo. Una paratora su Bastoni nel secondo. I gol li ho rivisti più volte e per me, onestamente, non poteva fare meglio. Non mi è dispiaciuto. Messaggio al mister: avanti con una scelta definitiva, perché il balletto dei portieri non porta a nulla di buono

MAGNANI 6 Davanti si trova Calhanoglu, che, a dirla tutta, non è che sia in serata di grazia. Ecco perché gestisce senza ansia, soprattutto quando è chiamato al corpo a corpo con Dzeko. Bene anche in velocità. Si becca un cartellino giallo che un po’ lo condiziona. Esce a un quarto d’ora dalla fine con la lingua penzoloni.

DAWIDOWICZ 4 (dal 29′ s.t.) Al netto dello stacco di Correa, che la indirizza bene, il suo errore è grave perché si perde letteralmente l’attaccante argentino che salta indisturbato. Posizione sbagliata. In area devi stare addosso all’avversario. E non ha nemmeno la scusa della stanchezza, visto che era appena entrato. Male anche sull’1-3 di Correa.

GUNTER 5 Sbaglia sul gol di Lautaro. Si ripete sulla doppietta di Correa, non andando ad accorciare e quindi a coprire lo specchio della porta. Sono amnesie in una partita che tutto sommato non gestisce male, ma bastano due dormite per mandare tutto in malora. Gli manca sicurezza e bisogna immediatamente capirne il motivo.

CECCHERINI 6 Duello da saloon con Barella. I cowboys non vanno per il sottile e ci scappa anche qualche colpo proibito. Ma la grinta è sempre stata l’arma in più del difensore gialloblù che deve uscire dal campo solo per una brutta botta al ginocchio che lo azzoppa. Ma fin che resiste il suo lo fa più che bene.

CASALE 5.5 (dall’8′ s.t.) E’ un jolly difensivo, ma non vorrei che i continui spostamenti lo mandino in confusione. In occasione del raddoppio lascia scappare Darmian che solo soletto la può mettere in mezzo per il colpo di testa letale di Correa.

FARAONI 6 Il gioco del Verona passa principalmente per la fascia sinistra. Lui è più schiacciato verso il basso, ad aiutare Magnani nel controllo di Calhanoglu. La gamba non è ancora libera e quindi, evidentemente, non si fida di rischiare, anche perché rientrava da un piccolo stop fisico. Esce stremato, cosa inusuale per lui che solitamente rimane fino al triplice fischio finale.

SUTALO 5.5 (dal 29′ s.t.) Messo largo a destra viene un po’ risucchiato nel calo generale della squadra.

HONGLA 4 Perde una marea di palloni. Quelli che gli capitano tra i piedi li passa tutti indietro. Sempre un paio di tocchi di troppo che lo rendono preda facile degli avversari. Sul conto mettiamoci che è lui l’assist man per Lautaro, che a due passi da Montipò la pareggia. Spaesato è dir poco. Forse Difra se ne accorge un po’ troppo tardi.

TAMEZE 6 (dal 29′ s.t.) In poco più di un quarto d’ora fa tutto quello che non è riuscito a fare Hongla. Decisamente più dinamico, ha qualità che non possono essere relegate alla panchina.

ILIC 6.5 Un gol meraviglioso, dopo un inizio di partita scintillante. Toglie il fiato a Brozovic che non riesce a costruire gioco e che sbaglia proprio in occasione del gol del vantaggio firmato dal serbo. Abile nel tocco e nelle imbeccate in avanti, soprattutto a Zaccagni. Nella ripresa cala un po’, come tutta la squadra, ma è lampante che il futuro sia nelle sue mani.

LAZOVIC 6 Bel primo tempo nel solito tandem con Zaccagni, che fa venire il mal di testa alla difesa nerazzurra, in particolar modo a Darmian. Va detto che tante volte lo si vede addirittura come quarto di difesa, appiccicato proprio a Darmian, che rimane altissimo. Passano i minuti e la lucidità con loro.

BARAK 5 Di Francesco lo mette “falso” nove ma pare un pesce fuor d’acqua. Ci mette il fisico, è vero, ed è anche il primo che va a disturbare l’incipit dell’azione interista, ma da un attaccante ti aspetti che sia pericoloso sotto porta. Invece in un paio di occasioni bisticcia col pallone, sprecando palloni potenzialmente interessanti.

ZACCAGNI 6.5 Evidentemente le voci di calcio mercato non lo turbano perché nel primo tempo è dominante, a tratti incontenibile. Si è rivisto lo Zac dello scorso girone d’andata. Nella ripresa paga l’arretramento della squadra, ma quando il pallone arriva nei suoi piedi può sempre trasformarsi in oro. In queste ore si deciderà il suo futuro. Chissà se ascolterà i consigli di Di Francesco, che gli ha suggerito di rimanere a Verona.

CANCELLIERI 6.5 Mi piace la faccia tosta di sto giovanotto, che fino a qualche mese fa giocava nei campi dove nemmeno ci sono gli spalti. Corre tantissimo e lo fa anche all’indietro perché sa benissimo che se di fronte hai l’Inter devi mangiare erba e sacrificarti. Ha sui piedi un paio di palloni che potrebbe sfruttare meglio, su tutti uno che, però, da appena fuori l’area, spara in curva. Ma direi che ci siamo, eccome. Ora si goda la prima convocazione in Under 21. Complimenti.

LASAGNA 5 (dal 17′ s.t.) Rientrava dopo la rottura del menisco e quindi era difficile pensare a qualcosa di più. Ma il copione pare sempre lo stesso: la ricerca esasperata dello spunto in velocità. Visto che non puoi avere la giusta condizione, perché non tentare qualcosa di diverso?

ALL. DI FRANCESCO 5.5 La prepara bene mettendo in campo una squadra che ricorda quella di Juric, ma che è meno frenetica e ragiona con lucidità. La sua squadra, però, resiste un tempo o poco più. La condizione fisica sembra ancora zoppicante. Non convincono poi un paio di scelte, su tutte Hongla in campo fino al 75′. Il centrocampista africano ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, mi meraviglio che non se ne sia accorto. Bisogna capire da cosa dipendano i passaggi a vuoto della squadra, soprattutto in difesa. Sei gol in due partite, in casa, devono spaventare.

IL PAGELLONE DI FINE STAGIONE

SILVESTRI 7 Ha vissuto una prima parte di stagione a dir poco scintillante. Inevitabile che gli occhi delle grandi società, e del c.t. della Nazionale Mancini, piombassero sul portiere gialloblù. Ha salvato spesso il risultato, diventando il cardine di quella che per lunghi tratti è stata una delle difese meno battute della serie A. Poi qualcosa si è inceppato. La sicurezza mostrata ha lasciato spazio a qualche incertezza di troppo. Ma non ha smesso di lavorare con intelligenza, riuscendo a mettersi alle spalle il periodo peggiore. Spero rimanga, ma alle sue spalle c’è chi comincia a bussargli sulla spalla.

PANDUR 6.5 Il preparatore dei portieri Cataldi ha fatto un enorme lavoro con Silvestri. Sulla stessa scia ha iniziato a plasmare il portierino croato, diventato protagonista nel finale di stagione. Dopo un debutto con le gambe che tremavano, Ivor si è scrollato di dosso l’ansia, dimostrando di poter essere un titolare. Forse ancora presto per essere IL titolare del Verona.

BERARDI 6.5 E’ un voto meritato dietro le quinte, perché il campo lo ha visto solo a Napoli, l’ultima di campionato, facendo, peraltro, un’ottima figura. Le qualità di Alessandro sono rimaste nascoste nello spogliatoio, dove è diventato uno dei riferimenti per i compagni. Sempre al suo posto, tranne quando il Verona segnava: in quel caso era il primo a lasciare la comoda poltrona della panchina. Li chiamano gregari, ma sulla salvezza c’è anche la sua preziosissima firma

GUNTER 6.5 Prima il covid, poi tanti piccoli problemini fisici che non gli hanno permesso di ripetere la stagione precedente, nella quale, dopo qualche inciampo di troppo, si era preso sulle spalle la difesa. Un po’ in altalena, ha fatto vedere cose super, ma anche qualche sbandata in più dell’accettabile. Quando è in condizioni fisiche e mentali impeccabili è un fattore. Lo sarà anche senza il suo mentore di Spalato?

DAWIDOWICZ 7 In redazione lo abbiamo simpaticamente ribattezzato Raimondo, perché il suo modo di correre ricorda quello dinoccolato di Vianello, Avete presente quando il mitico marito di Sandra giocava le Partite del Cuore? Ecco. Ma è diventato un nostro “eroe” perché dove non è arrivato con la qualità e la tecnica ci ha messo il cuore e la grinta. In due anni è passato dall’essere un mistero (e sono buono) fino a diventare un vero giocatore. In difesa o a centrocampo, raramente ha sbagliato partita. Ha cercato con ostinazione il gol, ma la fortuna non lo ha aiutato. Grande Raimondo.

MAGNANI 7 – Ci sono stati momenti del campionato in cui ho avuto la sensazione che fosse un fenomeno. Epici gli scontri con i colossi della serie A, su tutti Ibra. Annullato a San Siro, ha segnato proprio quando Jack è stato sostituito. Ma a questi sprazzi di enorme qualità ha alternato periodi in cui è letteralmente sparito. A un certo punto è finito fuori dalla scelte di Juric. Forse il limite di Giangiacomo è mentale, forse la mancanza di continuità. Ma si è rivelato un ottimo acquisto per il Verona e da lui si deve ripartire per puntellare la difesa.

LOVATO 6 + Vale i presunti 20 milioni di euro dei quali si è fantasticato all’inizio della stagione, dopo un paio di prestazioni da 7? No, almeno per il momento. Perché il giovanotto, soprattutto nelle prime uscite, buttato nella mischia più per costrizione che per scelta (vedi infortuni dei compagni di reparto) di cose interessanti ne ha fatte vedere, ma non sono mancati i momenti più rognosi. Fa parte del percorso che Matteo deve proseguire, a testa bassa, lavorando, ed evitando di leggere le favole del fantamercato. Solo così quei 20 milioni potranno diventare reali e non banconote del Monopoli.

CETIN 5 Eppure era partito bene, proprio contro la sua ex squadra, la Roma. Ma poi, un brutto infortunio muscolare ha messo fine a tutti i buoni propositi. Juric non lo ha più visto, nemmeno quando dietro si scassavano in due o tre alla settimana.

CECCHERINI 7 Che sorpresa! Un guerriero, mai domo, perfetto per il gioco di Ivan Juric. Si è rivelato utile sia a destra sia a sinistra, nella difesa gialloblù. Per carità, i piedi non sono sempre educatissimi, ma Cecche ha investito su altro, ha adattato le sue qualità alla causa e ha avuto ragione lui. Un brutto cliente per tutti gli attaccanti. Un limite, il fisico. Troppo spesso lo ha abbandonato. Un infortunio lo ha perseguitato per buona parte della stagione. Stringendo i denti, però, l’ha portata a casa alla grande.

DIMARCO 8 Ricordo le prime partite dello scorso anno. Imbarazzanti alcuni commenti che leggevo, qua e là, sui social. Era bollito ancora prima di essere cotto e mangiato. Ebbene, non solo ha spernacchiato gli allenatori di Facebook, ma in un anno e mezzo è diventato un gioiello. Prima più attaccante che difensore, poi difensore-attaccante e la differenza non è così banale. E poi ha segnato, tanto, e ci sono gesti che ci rimarranno nella mente e nel cuore (vedi Torino). E’ tornato a Milano per giocarsi le sue chances con la maglia dell’Inter. Il Verona poteva riscattarlo per 6.5 milioni, ma ha scelto di non farlo. E’ uno di quei misteri che non riuscirò mai a capire. Di mancini come lui in Italia ce ne sono pochini.

VELOSO 6 Lo scorso campionato era stato uno dei più presenti, uomo fidato di Juric, in campo e nello spogliatoio. Quest’anno gli acciacchi hanno presentato il conto e un intervento al collo, più fastidioso di quello che si potesse pensare, lo ha condizionato non poco. Però è come quell’amico che quando lo inviti alla festa, e non si presenta, ne senti la mancanza. Con lui il Verona gira meglio e, visto il rinnovo, sono sicuro che continuerà a farlo.

FARAONI 8 Ha scalato la classifica delle mie personali preferenze e i motivi sono tanti, non solo calcistici. Partendo da questi, si è confermato su livelli stratosferici, tatticamente prezioso in entrambe le fasi di gioco. Ha macinato chilometri su quella fascia destra, con la stessa lucidità in difesa e in attacco. Non ha permesso alle “riserve” di spodestarlo, troppo forte per tutti. E poi c’è l’uomo, che pare aver giurato amore eterno al Verona, che in lui ha creduto quando nessun altro era intenzionato a farlo. Sono convinto che non siano solo parole quelle di Davide, che conosce la parola riconoscenza.

BARAK 8 Quel modo di ciondolare in campo ha ricordato un po’ quello di un certo Briegel, col quale condivide anche i calzettoni abbassati. Uno strapotere fisico, mixato con tecnica e qualità sulle quali ha lavorato sin da ragazzino, quando ad allenarlo, tormentato dai compagni di squadra bulli, era il padre. Ha segnato, tanto. Sette gol che lo hanno fatto diventare miglior marcatore stagionale. Ha detto di sognare una squadra con la quale vincere lo scudetto e come dargli torto. Ma c’è tempo. Il Verona ha ancora bisogno di lui.

LAZOVIC 6.5 Prima il ginocchio. Poi il covid. E ancora tante piccole magagne che non lo hanno di certo aiutato. Non abbiamo rivisto il giocatore devastante dello scorso campionato, l’unico veramente in grado di saltare l’uomo con disarmante disinvoltura. Ha faticato per lunghi tratti, ma nelle giornate di grazia si è avvicinato a quella furia che ci aveva fatto stropicciare gli occhi, e che con Zaccagni e Dimarco faceva impazzire i difensori avversari. Qualcuno, come ho letto sui social, pensa che senza Juric sia un giocatore normale. Non sono affatto d’accordo. In serie A rimane un esterno che può fare la differenza. Il fisico, però, deve essere dalla sua.

UDOGIE 6.5 Ha giocato pochino, ma quando è sceso in campo sicuramente non ha fatto pentire Juric della scelta. Ha fisico e qualità sulle quali lavorare e, soprattutto, sembra poter giocare in più ruoli senza grande imbarazzo. Vediamo che lavoro riuscirà a fare su di lui Di Francesco.

ILIC 6.5 Juric lo ha detto in tutte le salse: ha potenzialità per diventare un top player. Io concordo col mister. Tecnicamente ha colpi di gran classe, un sinistro magico. Anche lui è stato “costretto” a giocare per i tanti problemi fisici di Veloso e questo non gli ha risparmiato qualche flop. Ma la bilancia pende sicuramente dalla sua parte. Quando troverà il lancio lungo e una maggior velocità di pensiero col pallone tra i piedi, potrà davvero fare la differenza. Come quel Jorginho, che dalla Sambonifacese è passato al Chelsea, vincendo la Champions. Servono dieci milioni per riscattarlo dal Manchester City. Setti punta rinnovare il presto a un milione. Speriamo che abbocchino.

RUEGG 5 Qualche occasione, qua e là l’ha avuta. La sua sfortunata è stata trovare sulla sua strada Faraoni. Una missione praticamente impossibile sperare di trovare un posto da titolare. Chissà se avrà voglia di riprovarci.

BENASSI S.V. Impossibile da giudicare, non lo abbiamo mai visto per colpa di un infortunio inaspettatamente grave che ne mette in dubbio anche il futuro. Eppure, quando ha potuto allenarsi bene ha fatto intravvedere grandi cose. Questo non fa altro che aumentare i rimpianti.

VIEIRA 5.5 Partito bene, aveva preso possesso del centrocampo. Fin quando il fisico non lo ha mollato. E’ stato uno dei misteri di questa stagione maledetta sul fronte infortuni. Spesso sul punto di rientrare, ha deluso chi contava di averlo a disposizione. Peccato perché in questo Verona ci stava, eccome.

STURARO 5.5 Voluto fortemente da Juric, doveva garantire grinta ed esperienza in mezzo al campo. Ci è riuscito solo a metà. Ha alternato prestazioni muscolari ad altre in cui ha faticato a tenere il passo della squadra. Anche per lui, poi, qualche acciacco di troppo che lo ha limitato.

BESSA 6 Tornato alla base in dicembre, dopo il prestito di 18 mesi in Brasile, ha dovuto lavorare tanto per mettersi in pari coi compagni. Vice Zaccagni ha ricordato a tutti noi le sue grandi qualità tecniche. Ma se vuole davvero prendersi un posto da titolare (ammesso che Zaccagni davvero venga ceduto) dovrà lavorare ancora parecchio su molti aspetti, soprattutto per quello che riguarda l’intensità nei novanta minuti. In questo senso, fare la preparazione con la squadra fin dall’estate potrà essere determinante. Io credo alla sua consacrazione.

TAMEZE 7.5 A inizio campionato la più grande preoccupazione dei tifosi del Verona era come superare il lutto per la cessione di Amrabat alla Fiorentina. Adrien non ha certo le caratteristiche di Sofian, ma io, personalmente non ne ho sentito la mancanza. Ha giocato a centrocampo, facendo legna e coprendo chi doveva dirigere l’orchestra. In difesa, nei tre centrali. In attacco, come falso nove. Proprio in quel ruolo forse la sua miglior prestazione, a Roma contro la Lazio, dove il gol della vittoria lo ha segnato lui. Che ricordi…

SALCEDO 6- Lo scorso anno mi era sembrato più dentro al progetto tecnico di Juric. E lui aveva ripagato anche con qualche gol pesante. In questa stagione, mi sarei aspettato qualcosa di diverso da Eddie, sono sincero, anche perché aveva e ha le qualità per incidere di più. Per troppo tempo è finito fuori dai radar e non è certo facile giocarne una per poi stare fuori per altre cinque partite di fila.

FAVILLI 5.5 Io coi numeri non sono mai stato ferrato, ma credo che abbia il più alto rapporto tra minuti giocati e gol fatti. Perché effettivamente il campo lo ha visto poco, ma quando lo ha visto ha segnato. Incredibile la rete che ha illuso i gialloblù a Torino, contro la Juve. Calciando si è infortunato. Un fisico di cristallo che lo sta limitando tremendamente. Ha detto di aver imparato molto a Verona. Tornerà a Genova. Purtroppo non ce lo siamo goduto come avremmo voluto.

ZACCAGNI 7.5 Talmente devastante da finire nel giro della Nazionale. Credo che molti fossero convinti del fatto che, continuando con un certo tipo di prestazioni, sarebbe finito anche agli Europei. E invece qualcosina ha mollato, forse inconsciamente o semplicemente perché dopo mesi al massimo un calo ci può stare. E magari anche perché gli avversari hanno iniziato a pestarlo senza ritegno. Ma a me rimangono negli occhi le sue prestazioni più belle, che ho raffrontato alle sue stagioni pre Juric. “E’ bravo ma non si applica”, dicevamo. “Rimane sempre a metà”. Negli ultimi due campionati è diventato un giocatore vero. Che sia pronto per una grande? Non so, può essere. Sicuramente l’ambizione deve averla. Ma pensi anche a cosa lascerà. Tutto qui. P.S. Grazie per il gol di La Spezia.

COLLEY 6 Uno dei “bambini” di Juric. Il mister ha cercato di coccolarlo, senza mai essere duro, nemmeno quando entrava in campo mezzo addormentato, un po’ fuori contesto. Ed effettivamente, seppur coi tempi volubili di un 18enne, questo diamante grezzo a tratti ha infiammato con la velocità e i colpi da campioncino. Come cantano gli Ac/Dc… “It’s a long way to the top if you wanna rock and roll”. La strada è lunga, ma Ebrina ha tutto il tempo per percorrerla, evidentemente lontano da Verona.

KALINIC 5.5 Quando è arrivato a Verona il grande dubbio riguardava la sua tenuta fisica. Quindi, se ci limitiamo a questa considerazione, Nikola ha fallito. Troppi infortuni, sempre uguali, che lo buttavano fuori appena era rientrato. Ma considerando le partite che ha giocato, a me è piaciuto. Molti non saranno d’accordo e lo capisco. Ma a me vederlo giocare, in condizioni ottimali, divertiva. Deve fare una preparazione come si deve e, probabilmente, mirata. Merita una seconda chance, ma la penserà così anche Di Francesco?

LASAGNA 5.5 Ha faticato tremendamente a capire il gioco di Juric e, va detto, ha anche avuto poco tempo per farlo, perché è stato buttato in campo in fretta e furia, per mancanza di alternative. Ci si aspettava molto di più da lui, non solo in termini realizzativi, ma anche di gioco. E’ sembrato un corpo estraneo, nel contesto nel quale si è trovato. Il cambio di allenatore potrebbe portargli benefici, questo ce lo farà capire solo Di Francesco. Ecco, se posso dargli un umile consiglio, cambi un po’ anche l’atteggiamento. Perché lui è un ragazzo molto composto, timido, e a volte il linguaggio del corpo tradisce una certa sconsolatezza. Creda nelle sue qualità.

JURIC 10 La premessa è doverosa: il suo addio mi ha colpito molto duramente. Si dice sempre che non ci si debba affezionare ai giocatori e agli allenatori. Razionalmente non fa una piega. Ma davvero il calcio è diventato tutto testa e niente cuore? A me ha fatto male vederlo andare via, perché per due anni ha riacceso in me il sacro fuoco del “balon”. E’ stato l’artefice di due miracoli, quest’anno ancora di più rispetto alla passata stagione. Eppure leggo commenti demenziali da parte di qualche tifoso che ora parla di Ivan come di un traditore, un mercenario, uno che pensa solo ai soldi. Ma veramente pensate che sia andato a Torino per qualche centinaia di migliaia di euro in più? Quello ha fatto la differenza? Quelle due parole di saluto “A Verona ho vissuto i due anni più belli della mia vita” contengono molto di più. Parole non dette, che forse un giorno Juric dirà. Io per due anni mi sono sentito rappresentato da lui, che ha difeso i nostri colori in campo e non solo. Che ha rotto le balle alla proprietà per non diventare un grigio impiegato. E che si è aggrappato al blasone sbiadito del grande Torino per inseguire cosa, solo lui lo sa. Ha fatto bene ad andare via, ne sono convinto. Avrebbe avuto tutto da perdere. Gli contesto solo l’aver firmato un rinnovo triennale col Verona. Avrebbe dovuto accordarsi per un anno, per poi andare a discutere con Setti. Ma tant’è, è andata così. Spero che un giorno torni. Fino ad allora, mi mancherà. Perché non è stato ruffiano, tanto meno capopopolo. E perché non ci ha ammorbato con le solite trite e ritrite super cazzole di chi non ha mai niente da dire di sensato.

IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

PANDUR s.v. Ma che voto bisogna dare a un portiere che non ha dovuto fare una parata che sia una? Spettatore non pagante.

BERARDI 7 (dal 64′) Mezzo voto in più perché in una situazione del genere gli sarebbero potuto tremare le gambe. E invece sta bene tra i pali e fa anche un paio di belle parate. Bravo, questa salvezza è anche tua.

CECCHERINI 7 Grande partita del difensore toscano, che dalle sue parti se la deve vedere soprattutto con Insigne. Attento e concentrato, non si lascia fregare dai trucchetti del fantasista campano, che non ne prende una di decente, se non un bel tiro finito fuori di poco. Solito indomito lottatore, lascia il campo stremato.

LOVATO 6 (dal 76′) Aiuta i compagni a concludere alla grande un campionato stratosferico.

GUNTER 7.5 Saranno i capelli decolorati, fatto sta che imbrocca probabilmente la miglior partita della stagione. Un cecchino su Osimhen: lo fa letteralmente sparire dal campo, che sia palla a terra o nel gioco aereo. Suo, tra l’altro, il bellissimo lancio che si trasforma nell’assist che porta al gol di Faraoni.

DIMARCO 7 Con tutta probabilità questa è stata la sua ultima partita con la maglia del Verona. E ha voluto concludere alla grande, come d’altra parte ci ha abituato per tutta la stagione. Bellissimo da vedere le sue sgroppate che per lunghi tratti lo hanno fatto diventare un attaccante aggiunto. Arrivato a Verona come diamante grezzo, torna all’Inter con 18 carati in più.

FARAONI 7 In un mondo di calciatori che alla prima partita imbroccata valgono 100 milioni di euro, lui è il più sottovalutato, l'”underdog”, come lo chiamano negli Stati Uniti. Segna un gol bellissimo, difficilissimo, che manda fa saltare i nervi a tutto lo staff napoletano. Un giocatore eccezionale, silenzioso, insostituibile.

RUEGG 6 (dal 76′) Uno spezzone non banale.

DAWIDOWICZ 6 Si piazza davanti alla difesa, nel tentativo di bloccare le avanzate napoletane. Ci mette il fisico e regge senza affanno, complice anche la pochezza della squadra di casa. Come sempre generoso, a volte va anche un po’ oltre e infatti si becca il giallo per un intervento da lotta greco-romana su Lozano. Esce poco prima dell’intervallo per un guaio fisico.

UDOGIE 7 (dal 41′) 28 novembre 2002: è l’anno di nascita di Destiny. 18 anni e una carriera che si preannuncia davvero interessante. Prende il posto di Dawidowicz e si piazza in mezzo al campo come se fosse un senior. Una personalità clamorosa. Non si limita a rompere il fragile gioco del Napoli, ma è tra i primi a far ripartire la squadra. Applausi a scena aperta.

ILIC 7 Anche lui, come Dimarco, tornerà alla casa madre, il Manchester City. E se negli occhi rimarrà quest’ultima partita, in Inghilterra possono festeggiare. Bravissimo a dirigere il centrocampo con enorme visione di gioco, con (non consueta per lui) propensione offensiva. Di strada ne deve fare ovviamente tanto, ma sul ragazzino Juric ha fatto una grande lavoro. In bocca al lupo per il futuro, giovanotto.

LAZOVIC 7 A parte che salva un gol fatto sulla linea di porta, ma oltre a questo, è tirato a malta fina, lì sulla sinistra. Il menù della casa è il solito, i fraseggi a tre con Zaccagni e Dimarco e il resto è storia nota. Spero che rimanga e che il fisico lo sorregga più di quello che ha fatto questa stagione.

BESSA 7+ Lampi di classe cristallina, alimentata da una qualità tecnica che mai è stata in discussione. E’ un regista offensivo che dispensa palloni telecomandati e al Diego Armando Maradona si è messo in mostra anche con la corsa e il pressing che sono gli aspetti sui quali deve lavorare di più. Di lui il Verona non deve privarsi, soprattutto se partirà Zaccagni. Grandissima partita, Daniel.

ZACCAGNI 7 Per lunghi tratti in questo girone di ritorno lo abbiamo visto un po’ appannato. Non che avesse mollato, ma forse dopo una prima parte di campionato stellare, le motivazioni erano un po’ calate. Contro quella che si vocifera essere la sua prossima squadra, torna a splendere in maniera accecante e anche lui contribuisce a lasciare fuori il Napoli dalla Champions. Ha tutti i numeri per trovare fortuna anche lontano da Verona. Se così sarà.

KALINIC 5.5 Ha una grandissima occasione in area di rigore, ma cincischia quel tanto che basta per vanificare tutto: sarebbe bastato un appoggio a Lazovic, solo a pochi centimetri, per trovare il gol. Si dà un gran da fare, ma di soluzioni fatica a trovarne. Comunque, come detto da Juric, il Verona dovrebbe puntare su di lui anche la prossima stagione.

LASAGNA 6 (dal 63′) Fa a sportellate, prova a tenere su qualche pallone. Tutto sommato il suo prova a farlo.

ALL. JURIC 10 Secondo il copione prestabilito del calcio italiano, nel quale la sportività sembra una creatura mitologica della quale si tramanda la leggenda, il suo Verona a Napoli avrebbe dovuto fare la vittima sacrificale. E invece non è andata così, i suoi ragazzi ce l’hanno messa tutta, smascherando la pochezza del Napoli, che se rimane fuori dalla Champions deve fare solo mea culpa. Nell’intervista a Sky non accetta una domanda di Ugolini che sembra insinuare un atteggiamento inaspettatamente guerriero del Verona. Si incazza come una bestia e manda tutti a quel paese. Se andrai via, Ivan, mi mancherai tremendamente, non sai quanto.

IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

PANDUR 6.5 Due parate di piedi, su Palacio e Vignato, che ci portano indietro di qualche decennio, quando era Garella a difendere la porta gialloblù. In generale, tanta sicurezza tra i pali e nelle uscite alte. Incolpevole sui gol ravvicinati. Continua la crescita del 21enne croato che oggi è un’alternativa a Silvestri. Domani, chissà…

CECCHERINI 6.5 Aiuta Gunter con Palacio e fa il suo sporco lavoro, come ha quasi sempre fatto in questa stagione. Non sempre bello da vedere tecnicamente, è però di grandissima efficacia, anche quando si carica e si inventa attaccante di fascia. Agonista di spessore, ha pagato qualche acciacco di troppo, altrimenti avrebbe potuto dare molto di più.

GUNTER 6.5 Concentrato, attento e senza troppi fronzoli. Sapendo che, nonostante gli anni, Palacio abbia ancora corsa per far male, gioca bene in anticipo e la mette sul fisico. Ha ragione lui perché l’ex attaccante di Genoa e Inter, fino a quando rimane in campo, è inconcludente. Ammonito, viene richiamato in panchina per l’ultimo intenso quarto d’ora. E Palacio segna.

DAWIDOWICZ 5.5 (dal 29′ s.t.) Tra lo sfortunato e il poco reattivo per un tocco di Dimarco che lo manda fuori tempo e gli fa perdere di  vista Palacio che la pareggia.

DIMARCO 6.5 Come per Zaccagni, un primo tempo di grande qualità, attento dietro e frizzante davanti. Mi pare assodato che nei tre di difesa sia ormai una garanzia perché una volta imparato il mestiere, ha capito che può essere pericoloso anche in fase offensiva. Secondo tempo un po’ più tranquillo, ma sempre sul pezzo.

FARAONI 7 La sblocca con un gol da attaccante nato, trasformando la ciabattata di Gunter in oro. Di lì in avanti, un’altra grande prestazione per il capitano, che mi lascia negli occhi una sgroppata di strapotenza fisica che non ha però il finale sperato. Sono sempre più convinto che sia lui il vero insostituibile di questo gruppo.

BARAK 6- Dentro al gioco sin dai primi minuti, dai suoi piedi passano tantissimi palloni. Ma di questi ne gestisce molti in maniera raffazzonata, con troppa fretta e poca lucidità. Mi è parso nervoso, senza motivo, e particolarmente falloso. Si becca il giallo che gli farà saltare l’ultima partita di campionato a Napoli.

VELOSO 6 (dal 6′ s.t.) Mancava da tanto, ha gestito senza strafare.

ILIC 6.5 Mi è piaciuto molto, perché ha fatto bene tutte le fasi di gioco. Ha chiuso quando c’era da chiudere e ha ispirato quando c’era da ispirare. L’ho trovato meno timidino e meno scolastico del solito, capace di far fruttare le sue qualità tecniche e anche l’impostazione fisica quando il Verona ha dovuto respingere il Bologna.

LAZOVIC 6 A momenti difficile da tenere. In maniera troppo incostante, però. Da circoletto rosso un paio di fraseggi tra lui, Dimarco e Zaccagni, più belli da vedere che efficaci. Si accende in occasione del raddoppio dell’Hellas quando imbecca alla perfezione Kalinic sul primo palo.

BESSA 6 Intendiamoci, ha fatto una buona interessante. A metà, però. Perché ha creato tante premesse rimaste tali. Tanti spunti potenzialmente invitanti per i compagni, ma non sempre precisissimi. Ecco, la crescita non è ancora completa, ma difficilmente avrebbe potuto esserla, visto il suo arrivo a stagione in corso. Facendo la preparazione da luglio, sono convinto che potrà diventare determinante.

TAMEZE s.v. (dal 40′ s.t.)

ZACCAGNI 6.5 Primo tempo sfavillante, del quale il povero Tomiyasu avrà incubi ricorrenti. Il giapponese non riesce praticamente mai a tenerlo e quando lo fa è solo perché lo ha steso col fallo. Il peso delle azioni offensive passa dai suoi piedi ispirati. Nella ripresa non così esaltante, ma sempre pronto a innescarsi.

SALCEDO s.v. (dal 40′ s.t.)

KALINIC 7 Si capisce subito che è in giornata. Si butta su ogni pallone gli capiti a tiro e strappa applausi “virtuali” quando addomestica con la calamita un lancio da 40 metri di Faraoni. Nei minuti finali del primo tempo la sfiga gli sale sul groppone quando una bellissima girata di testa si stampa sull’incrocio dei pali. Ma si riscatta, con gli interessi, con un gol bellissimo, da vero bomber d’area, bruciando tutti sul primo palo. A queste condizioni, è lui l’attaccante titolare del Verona.

LASAGNA 6 (dal 29′ s.t.) Sembra più a suo agio entrando a partita in corso, forse meno schiacciato dalla pressioni. Lo ha dimostrato anche questa volta, andando anche vicino ad un gran bel gol.

ALL. PARO 6 (JURIC SQUALIFICATO) Il Verona non vince più, anche quando meriterebbe di farlo. Al netto delle motivazioni che dopo Cagliari sono inevitabilmente andate calando, evidentemente i conti non tornano, visto che i tre punti al Bentegodi mancano da febbraio e per tornare a farli bisognerà aspettare la prossima stagione. Un pizzico di rammarico rimane anche oggi, ma la squadra ha dato tutto per portarla a casa.

IL PAGELLONE DI CROTONE-VERONA

PANDUR 6 Incolpevole sui gol, non deve praticamente fare una parata che sia una. Difficile giudicare una partita così.

DAWIDOWICZ 6 In una squadra clamorosamente addormentata, lui sembra uno dei più svegli, se si esclude qualche rinvio sbilenco di troppo. Nel primo tempo è sua l’unica occasione da gol del Verona degna di questo nome, un bel colpo di testa ravvicinato, che Cordaz, d’istinto, manda alto sopra la traversa. Juric lo lascia nello spogliatoio dopo l’intervallo.

FARAONI 5.5 (dal 46′) Si piazza nei tre di difesa, perdendo così la sua spinta offensiva. Capita che tenti qualcosa di più, ma non riesce cambiare le sorti di una serata pessima, probabilmente la peggiore della gestione Juric.

GUNTER 4.5 Pronti, partenza, via e si fa fregare la merenda da Simy, che lo sovrasta fisicamente e se ne va bellamente in area gialloblù per poi servire un assist al bacio per Ounas. Il raddoppio del Crotone è un film dell’orrore di tutta la difesa, e non solo. E lui ci mette del suo.

CECCHERINI 5 Risucchiato dall’apatia generale della squadra, perde anche la sua solita grinta che lo rende quasi sempre un vero combattente. Il Crotone fa poche cose, ma le fa molte meglio e a un’altra velocità. In occasione del primo gol del Crotone dorme come tutti i suoi compagni.

DIMARCO 5.5 (dal 50′) Colpevole, insieme a Lazovic in occasione del raddoppio firmata da un indisturbato Messias, lasciato solo in area di rigore. Prova a rimediare con un pizzico di intraprendenza in più in fase offensiva, ma è poca roba.

RUEGG 4.5 Nel primo tempo fa rimpiangere Faraoni, che è forse l’unico vero insostituibile di questa squadra. Nella ripresa le cose non cambiano. Non riesce a trovare il passo, né a dar fondo alla sua più grande qualità: la corsa. Tanti errori, molti scolastici. Però provate voi a essere perfetti quando vedete il campo una volta ogni cinquanta partite. Ha tutte le attenuanti del caso.

COLLEY 5.5 (dal 70′) Un pizzico di energia, tenta di scattare, ma di strada non ne fa abbastanza.

TAMEZE 5 Anche lui, così come tutto il Verona, non è più quello visto durante il girone d’andata, per colpa anche di qualche acciacco che lo ha infastidito più del dovuto. Soffre la voglia di non sbracare del Crotone, che a centrocampo arriva sempre per primo, soprattutto sui palloni sporchi che sono il suo pane.

SALCEDO 5 (dal 46′) Non ha lasciato il segno, sebbene ci abbia anche provato.

ILIC 5 Non uno, ma dieci passi indietro per il centrocampista serbo che appena appena fa una buona partita viene spedito nell’Olimpo dei grandi. A Crotone ne prende pochine e si dimentica di Ounas in occasione del primo gol. Ci vuole equilibrio, per il bene stesso del ragazzo, che è cresciuto molto, ma tanto ancora deve imparare. E, a occhio e croce, lo farà lontano da Verona, visti i dieci milioni che il Verona dovrebbe sborsare per riscattarla dal Manchester City.

LAZOVIC 5 + Difende così così sul gol del vantaggio calabrese. Lo fa ancora peggio quando Messias raddoppia, da solo in mezzo all’area di rigore. Direi che quello che tenta di fare in avanti non riesce a bilanciare una prestazione insufficiente. Le idee sono poche e pure discutibili, sebbene ogni tanto qualche sprazzo si intravveda. Ma rimane un’illusione.

BARAK 5.5 Prova qualcosa in più rispetto al compagno di reparto, ma è tanto, troppo nervoso. Lui che oltre che equilibrato tatticamente lo è anche di testa. Ma non ha la forza di prendersi la squadra sulle spalle. L’unico merito, se così possiamo chiamarlo, è quello di aver disturbato Molina che, si fa autogol.

ZACCAGNI 5.5 Nemmeno lui, i suoi colpi, la sua fantasia, riescono a scuotere la squadra gialloblù. Le intenzioni sono tutto sommato discrete, ma rimangono tali, non prendono quasi mai consistenza. Anche nei contrasti non ha messo la voglia dei tempi migliori. Le energie da spendere sembrano ormai ridotte al lumicino.

LASAGNA 5.5 (dal 70′) Lui, che è un timidino, è forse il meno adatto a risvegliare la squadra. Ma almeno ci prova, senza grande successo, però.

KALINIC 5 Male. Se è vero che di palloni giocabili gliene arrivano pochi, è altrettanto sacrosanto che non riesca mai a gestirli in maniera fruttuosa, contro una difesa che non dovrebbe spaventarlo. E invece sbatte addosso a Marrone che, da ex, ci teneva a fare bene. Rimango convinto che in condizione ottimale possa ancora dire la sua. Ma al momento i tempi di Firenze sono il ricordo di un’altra era geologica.

ALL. JURIC 5 Stranamente calmo, quasi sempre seduto in panchina, sembra il primo a non credere nella possibilità di un risultato positivo. Eppure alla vigilia aveva detto di credere ancora nelle chances dei suoi ragazzi di vincerne un paio. Non è però riuscito a trasferire questa convinzione alla squadra. Probabilmente la peggior partita della sua gestione gialloblù.

IL PAGELLONE DI VERONA-TORINO

PANDUR 6.5 Al primo pallone che gli arriva nei paraggi, prima sbaglia l’uscita e poi rischia di farsi gol da solo, deviando verso la sua porta la palla salvata da Ilic sulla linea. Un po’ di emozione, che però col passare dei minuti si scrolla di dosso. Rimane quasi sempre inoperoso, ma si fa trovare pronto sulla botta incrociata di Bonazzoli, che para alla grande. Esame superato.

DAWIDOWICZ 6.5 Segue a uomo Belotti e ne esce un bel duello, molto fisico, che il polacco vince, magari con un po’ troppa irruenza. Che gli costa un cartellino, proprio dopo una simulazione di lotta greco-romana. Per evitare brutte sorprese, ossia rimanere in dieci, il mister lo tiene negli spogliatoi dopo l’intervallo.

MAGNANI 6.5 (dal 1′ s.t.) Condizione strepitosa per Jack che si ripete dopo la buona prestazione di sabato scorso contro lo Spezia. Ha 45 minuti di tempo per annullare l’attacco granata, chiunque gli passi a tiro. Una sicurezza tecnica e tattica.

GUNTER 6.5 Il Torino fa un gran casino, crea poco o niente. Ma sono quelle partite in cui rischi zero e va a finire che ti trovi sotto. E così è. Ma sul gol non ha colpe. Gioca bene, senza affanno, e dirige la difesa con grande disinvoltura. E’ stata una stagione un po’ balorda per lui, condizionata da qualche acciacco di troppo. Ma quando sta bene, si vede.

CECCHERINI 6.5 E’ uno dei pupilli di mister Juric, che lo farebbe giocare anche se azzoppato. Come sempre, grande lottatore e ottimo agonista. Dalle sue parti è dura passare. La gamba non la tira indietro mai quando arrivano gli avversari e quando serve si spinge anche in avanti. Costretto ad uscire per un malanno fisico. Con la speranza che non sia nulla di grave

DIMARCO 7 (dal 25′ s.t.) Insieme a Barak è il bomber di questo Verona. Bellissimo il quinto gol stagionale che dà ai gialloblù quantomeno il pareggio, che rimane comunque risultato strettissimo.

FARAONI 7 A guardare lui, chi potrebbe dire di essere a fine stagione? La fascia di capitano lo esalta ancora di più e contro i granata macina tanti di quei km da far paura. Due cose da segnalare col circoletto rosso: una diagonale difensiva nel primo tempo, da scuola del calcio, e un bel tiro al volo da calcio d’angolo, fuori di pochissimo. Inesauribile.

BARAK 6.5 Il grosso del lavoro, a centrocampo, lo fa lui, lasciato un po’ solo a faticare dal compagno di reparto Ilic. Gara di grande solidità fisica e di intelligenza tattica. I granata gli vanno spesso a sbattere contro. Chiaramente, in quella posizione perde l’efficacia che quest’anno ha fatto vedere sotto porta, ma per me può essere una soluzione valida non solo come ripiego.

ILIC 6 Sulla linea di porta, salva un clamoroso autogol di Pandur che, accidentalmente aveva smanacciato un po’ a caso. Quando torna nella zona di campo che gli compete, è un po’ scolastico, ma comunque non soffre i colleghi granata. Sugli spalti, a vederlo, c’era il ct della nazionale serba, ed ex gialloblù, Dragan Stojkovic. Era lecito aspettarsi qualcosina di più, ma Ivan le qualità per fare bene le ha.

LAZOVIC 6.5 Meriterebbe mezzo voto in più, ma è lui a perdersi Vojvoda, che azzecca il tempo giusto e di testa batte Pandur. E si che proprio Vojvoda è stato il suo bersaglio preferito, scherzato a ripetizione sulla fascia sinistra. Ispiratissimo, ha regalato un paio di giocate sublimi, tra cui un colpo di tacco che ha quasi mandato in porta Zaccagni.

SALCEDO 5.5 Juric ne ha parlato molto bene alla vigilia della partita, convinto di prolungare il suo periodo positivo. L’effetto è stato un po’ contrario perché Eddie si è fermato su un gigantesco gol divorato, a mezzo metro da Sirigu. Un’occasione clamorosa che, probabilmente, avrebbe indirizzato la gara in un’altra direzione. Poco altro, se non un bel tiro da fuori, non di molto sopra la traversa.

LASAGNA 6.5 (dal 12′ s.t.) Un bel tiro a giro che fa scattare i flash dei fotografi sulla parata plastica di Sirigu. Entra bene, con la testa giusta e con una benaugurante intesa con Kalinic. Anche se dal primo minuto Juric non pare intenzionato a giocarseli insieme.

ZACCAGNI 6 Si intravvedono le giocate sul velluto tra lui e Lazovic dei tempi d’oro, ma in maniera mai troppo continua. Si aggiunga il fatto che, dopo una tregua apparente, gli avversari hanno ricominciato a menarlo come dei fabbri e questo non lo aiuta certamente a esprimersi nel migliore dei modi.

COLLEY 6.5 (dal 12′ s.t.) Si rende conto dell’evidente stato confusionale della difesa del Toro e così prova a infierire con un paio di accelerazioni delle sue. Veste bene i panni del rifinitore, anche se i compagni non colgono nel migliore dei modi. Ricordiamoci che è poco più che un adolescente.

KALINIC 6 Nei primi minuti si prende una serie di falli che aiutano la squadra ad alzare il baricentro del gioco. Veste naturalmente i panni del riferimento d’attacco e i compagni lo cercano di conseguenza. Eppure, arriva sempre qualche frazione di secondo in ritardo, pare fiaccato dalla lunga assenza dal campo. Nel secondo tempo beneficia dell’ingresso di Lasagna, col quale fraseggia molto bene. Resto convinto del fatto che con una preparazione adeguata, fisico permettendo, possa ancora essere un ottimo attaccante per la categoria.

ALL. JURIC 6.5 Cosa vuoi dire all’allenatore di una squadra che domina dal primo all’ultimo e che, per puro caso, all’85’ si trova sotto di un gol? Nulla. I suoi creano tantissime occasioni, alcune clamorose, eppure il Verona si ritrova a rincorrere. Tenta la carta della doppia punta e le indicazioni sono positive. Perché non provare ancora con l’esperimento da qui alla fine?

IL PAGELLONE DI VERONA-SPEZIA

SILVESTRI 5.5 Un paio di parate per far contenti anche i fotografi. Attento anche quando lo Spezia inizia, seppur in maniera confusa, a creare pressione. Sul più bello, però, qualcosa si inceppa e Saponara ringrazia. In occasione del gol del pareggio doveva fare meglio, uno come lui non può concedere un errore del genere, allontanando ancora una volta il ritorno alla vittoria al Bentegodi del Verona.

DAWIDOWICZ 6 Senza infamia e senza lode, Pawel. Anche perché non è che lo Spezia, soprattutto nella prima parte di gara, faccia fuoco e fiamme. Lui controlla, in maniera accademica. Soffre qualche accelerazione di Verde che è un trottolino, ma come visto qui a Verona, spesso inconcludente.

MAGNANI 7.5 Un’eclissi cala su Nzola e lo fa letteralmente sparire dal campo. Partita monumentale di Jack che quando si trova davanti attaccanti di questo tipo, va a nozze. Non teme il confronto fisico, che sistematicamente vince, e padroneggia l’anticipo quasi senza sudare. Peccato che fisicamente non regga tutti i 90 minuti. Ma fino a quando rimane in campo è dominante.

GUNTER 6 (dal 32′ s.t.) Cerca di dare una mano nel caos finale. E, tutto sommato, ci riesce.

DIMARCO 6.5 Quasi fosse un blocco di marmo, Juric sta togliendo le parti in eccesso per creare un nuovo giocatore: il difensore d’attacco. Non sbaglia praticamente nulla e nei tre di difesa sembra essere sempre più a suo agio. Ciò non spegne le sue naturali caratteristiche offensive che, quando può, mostra.  Bellissima punizione che Provedel con le unghie mette in angolo. Ti credo che l’Inter se lo prenderebbe anche domani. Perderlo sarebbe un delitto.

FARAONI 6 Solita enorme generosità del capitano che non si risparmia mai. Anche quando commette qualche errore di troppo è lui a recuperare, con grande energia. Il suo fuorigioco in occasione del primo gol annullato a Lasagna è determinante. Peccato, forse saremmo qui a parlare di un’altra partita.

STURARO 5 Quando c’è da fare legna è ancora un bel boscaiolo. Ma quando c’è da fare il ragioniere, si incasina un po la vita. Perde nel giro di qualche minuti un paio di palloni sanguinosi, che rischiano di spianare la strada allo Spezia. La sensazione è che non riesca a “incastrarsi” con Barak che, più di una volta, ha le spalle scoperte.

TAMEZE 5.5 (dal 1′ s.t.) Aveva il compito di fare meglio di Sturaro, ma non ci è riuscito come avrebbe dovuto. Per correre corre, ma spesso un po’ a vuoto e questo gli toglie lucidità. Tanti, troppi gli errori, in un centrocampo che oggi non ha fatto bene, tranne Barak che, in qualche modo, si è salvato.

BARAK 6 Fa enorme fatica perché, soprattutto nel primo tempo viene un po’ abbandonato da Sturaro che non gli copre a dovere le spalle. Gioca una gran quantità di palloni e prova a dare ordine, anche se non sarebbero proprio quelle le sue caratteristiche. Lontano dalla porta un po’ si perde, ma mai completamente. Fisicamente non brillante come i giorni migliori.

LAZOVIC 6+ Bellissimo il cross per la testa di Salcedo che decolla e la mette dentro. Si accende e si spegne in maniera un po’ troppo intermittente. Ecco, gli è mancata la continuità di giocata durante la partita. Però quando va sulla fascia è sempre spettacolare da vedere e i colpi sono quasi sempre azzeccati. Non sempre il tempismo dei compagni.

SALCEDO 7 Una qualità di Eddie è indiscutibile: il coraggio. Qualsiasi pallone li capiti a tiro, lui si butta, soprattutto nelle giocate aeree. Lo stacco è da giocatore di Nba e ne dà ennesima prova in occasione del gol. Va in cielo e schianta Provedel. Ben fatto, ragazzo. Sfortunato nel primo tempo quando al 46′ prende in pieno il palo. Quest’anno ha avuto meno occasioni rispetto allo scorso campionato, ma ha quasi sempre dimostrato di esserci.

ILIC 4.5 (dal 20′ s.t.) Entrato malissimo, mollo e pasticcione. Perde palloni a ripetizione. Saponara lo brucia e segna, lui non ha la forza di metterci una pezza.

ZACCAGNI 6 E’ difficile, se non raro, che Zac sbagli completamente una prestazione. E’ vero, manca un po’ la sua fantasia, ma quando serve c’è. Diciamo così, quando la squadra si infiamma, lui si lascia trasportare. Fatica un po’ a trascinare quando i compagni sonnecchiano, intrappolati dalla ragnatela spezzina.

BESSA 5.5 (dal 14′ s.t.) Dopo una bellissima azione di contropiede, si trova con la porta di Provedel spalancata, ma ne esce un mezzo passaggio. Da uno come lui, che calcia divinamente, è lecito aspettarsi molto di più.

LASAGNA 6 Parte come una furia. Dopo pochi secondi scalda le mani di Provedel con un bel sinistro incrociato. Poi segna, ma passano due minuti e l’arbitro si accorge, grazie al var, che c’era fuorigioco. E’ ispirato, ma questa volta anche poco fortunato. Di sicuro questo è l’approccio mentale giusto. Tiri su le spalle, fuori la grinta, perché i colpi li ha per fare bene.

KALINIC 6 (dal 14′ s.t.) Resterà una grande incompiuta quest’anno. Il fisico non lo ha assistito. Ma quando sta bene a me piace tantissimo. Gioca con la squadra e si mette al servizio della manovra.

ALL. JURIC 6 Rimane l’amaro in bocca perché il Verona meritava di portarla a casa questa partita anche se, per onestà, lo Spezia non mi pare che abbia rubato alcunché. I suoi ragazzi non sanno più vincere, di sicuro al Bentegodi, dove i tre punti mancano da febbraio. Questa volta i cambi in corso d’opera non aiutano. Una scelta che non ho capito: Sturato di fianco a Barak.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

SILVESTRI 6.5 Due belle parate, nel primo tempo su Hakimi, nella ripresa, sull’unica testimonianza di vita di Lautaro. I compagni difendono bene e gli evitano pensieri più del dovuto. Sul gol di Darmian, lasciato colpevolmente solo sulla destra, non può davvero fare nulla.

CECCHERINI 6 Non deve fare gli straordinari per limitare Lautaro, corpo estraneo nel primo tempo nerazzurro. Non avendo grossi grattacapi dietro, prova anche a dare una mano ai compagni in fase di costruzione di gioco da centrocampo in su. Si prende un cartellino giallo per un brutto fallo sull’attaccante argentino e, per non rischiare, Juric lo lascia negli spogliatoi quando riprende la gara.

DAWIDOWICZ 6 (dal 46′) E’ in grande condizione fisica, lo dimostra sin dai primi secondi che viene mandato in campo. L’Inter gli dà la possibilità di spingersi in avanti, ma gli capita di fermarsi sul più bello, perché, in fondo, i piedi sono quelli. Lui, comunque, non si tira mai indietro.

MAGNANI 7 Già nella partita d’andata aveva annullato Lukaku. Si è ripetuto a San Siro, facendo passare 45 minuti da incubo al campione nerazzurro. Lo batte in velocità, ma anche fisicamente. Esemplare uno “spalla a spalla” nel quale il bomber di Conte è finito lungo per terra. Ammonito nell’unica circostanza in cui Lukaku rischiava di andargli via. Rimane negli spogliatoi dopo l’intervallo, anche per un colpo al ginocchio.

GUNTER 6.5 (dal 46′) Magnani aveva fatto grandi cose. Lui non lo ha fatto rimpiangere, lasciando a Lukaku solo la presenza in campo per gli almanacchi. Sicurezza in ogni giocata.

DIMARCO 6.5 Quando giochi contro chi detiene il cartellino, ma ti spedisce a destra e sinistra, evidentemente non credendo nelle tue qualità, hai sempre voglia di dimostrare qualcosa in più, senti di doverti prendere delle rivincite. E lui lo fa, con una prestazione molto attenta dietro, ma anche intraprendente a ridosso dell’area di rigore nerazzurra. Ha un grandissima occasione, ma non gli va bene. Il Verona in lui crede e spero lo dimostri a fine campionato.

UDOGIE 6 (dal 72′) Grandissima personalità per il ragazzino, riassunto in un bellissimo contrasto con Barella, vinto dal gialloblù. Non ha paura di nessuno.

FARAONI 7 Una gran partita del capitano, come sempre preziosissimo anche quando non ha il pallone tra i piedi. E quando è lui a dover portare su i suoi, lo fa con grande qualità. Abisso, che prende un abbaglio che definire clamoroso è riduttivo, gli annulla il meritatissimo gol del pareggio. La colpisce di spalla, facendo fare una figuraccia ad Handanovic.

TAMEZE 6 Una partita di grande sostanza, in un centrocampo che, sopratutto nel primo tempo, la fa girare molto bene, senza patire la grande forza fisica dei nerazzurri. E’ generoso in fase di copertura, ma le energie non sono quelle dei tempi migliori. Esce stremato, condizionato da un risentimento muscolare al bicipite femorale della coscia destra.

SALCEDO 5.5 (dal 65′) Con Faraoni che deve tagliare verso il centro del campo, lui non scala su Darmian, lasciato imperdonabilmente solo sulla sinistra. L’esterno ha una prateria per andare a segnare.

ILIC 6+ più preciso e dentro al gioco rispetto alla gara contro la Fiorentina, in cui aveva giocato un po’ a nascondino. Contro l’Inter non si tira indietro e gestisce tantissimi palloni in maniera forse un po’ troppo scolastica. Nella giocata ravvicinata è a suo agio. Gli manca sempre il lampo, il cambio di campo, l’imbeccata che liberi il compagno. Ma il diamante c’è. E’ grezzo, ma se  lavorato potrà brillare. Chissà se a Verona o altrove.

LAZOVIC 6 Non è splendido splendente, ma rimane un punto di riferimento per i suoi compagni. Gli attacchi del Verona passano spesso dai suoi piedi. Ha una buonissima occasione nel primo tempo, ma calcia troppo alto, forse spaventato dal contrasto del difensore nerazzurro di turno.

BARAK 6 I tempi spumeggianti si sono fermati a qualche settimana fa. Ma dalla sua ha ancora la grande forza fisica. Vince tantissimi contrasti e non paga pegno davanti alla grande prestanza dei nerazzurri. Juric lo lascia abbastanza libero e spesso si cambia di posizione con Bessa. Nell’area di rigore piccola si trova anche il pallone buono per segnare. Non era facile, e la spara alta

BESSA 6+ Parte molto bene, con la solita qualità. Mi piace il mondo col quale interpreta il ruolo, quasi da regista “laterale”. Sbaglia, però, qualche triangolazione di troppo e, si sa, sono sempre state la forza degli schemi offensivi gialloblù. Zaccagni non sta benissimo, e Juric continua con lui un percorso che, a rigor di logica, guarda al futuro del Verona

COLLEY s.v. (dal 77′)

LASAGNA 5.5 A volte dà l’impressione di essere un po’ spaesato, quasi fosse catapultato in campo all’improvviso, a sua insaputa. In un paio di situazioni mi ha colpito lo sguardo quasi intimorito, forse sconsolato. Perché mi pare evidente che giochi con grande pressione, anche perché probabilmente sta cercando di assimilare le idee di Juric, che sta provando a cambiargli caratteristiche. Cerchi di essere più leggero, perché le qualità le ha.

ALL. JURIC 7 L’ennesima risposta a tutti i subdoli osservatori da salotto che parlavano di un Verona ormai disinteressato. Sembra il Verona la squadra che sta lottando per lo scudetto, non certo l’Inter. I suoi sono belli, come vuole lui, ma ancora poco concreti. Ma, come si sa, la qualità non te la puoi inventare. La soddisfazione di un pareggio gliela nega solo Abisso, con la complicità del Var, gestito da Nasca.