IL PAGELLONE DI VERONA-EMPOLI

MONTIPO’ 6.5 Coi piedi, così così, coi guantoni, molto meglio. Per quanto l’Empoli si dia da fare, soprattutto nel primo tempo, non è chiamato a grandi parate. Cambia il discorso nella ripresa quando si fa trovare pronto su Bajrami, che cerca il colpo grosso per due volte nel giro di pochi minuti. Attento quando serve. Quando non ci arriva lui, è la traversa a salvarlo: vedi la bomba dell’ex Henderson.

DAWIDOWICZ 6.5 Solito gladiatore che non conosce stanchezza. Gioca con attenzione e ormai quegli svarioni che ci aveva fatto vedere qualche anno fa sono solo un ricordo in bianco e nero. E insostituibile lì dietro perché non solo ha imparato a difendere bene, ma sa dare un contributo importante anche quando la squadra si riversa in attacco. Sempre più simbolo del Verona, bello, ma anche operaio.

GUNTER 5.5 Vince il duello, tutto muscoli e tecnica, con Pinamonti, che è un vero toro. E’ bravo nel gioco aereo e quando può fa partire bellissimi fendenti a cercare gli attaccanti gialloblù. Gli si spegne la luce in una sola occasione, quando l’Empoli pareggia. Cicca un pallone che, tutto sommato, sembrava facile da gestire. Peccato. Per fortuna non è stato determinante.

CECCHERINI 6.5 Muso duro e barata frac, il Cecche non ne fa passare uno. Non bella da vedere, tecnicamente parlando, è però sempre dannatamente efficace, che debba giocare d’anticipo o in contenimento. E’ il gemello diverso di Dawidowicz, che va sempre oltre le proprie possibilità. In netta crescita dopo un inizio di stagione non memorabile.

FARAONI 6 Lui che è specialista nei cross al millimetro, contro l’Empoli ne imbrocca pochi. Meno preciso del solito, concede qualche errore di troppo anche se, quasi sempre, è sempre lui a metterci una toppa. Ha una grandissima occasione di testa che solo per sfortuna non diventa un gol.

TAMEZE 7.5 Il migliore del Verona, in assoluto. Inizia da subito con concentrazione e dinamismo. A centrocampo domina e mette anche un paio di toppe in occasione di qualche giocata non eccellente di Veloso. E’ uomo ovunque e risorsa inesauribile, seppur in un Verona non brillante come al solito. Segna un gol pesantissimo e meritatissimo, premio per una gara stupenda la sua.

SUTALO s.v. (dal 48’ s.t.)

VELOSO 6.5 C’è poco da fare, anche quando sembra brillare meno del solito, soprattutto nella prima parte di gara, ti sorprende sempre con l’estrema lucidità delle sue giocate. E’ vero, sbaglia tanti palloni, in particolar modo nei primi 45 minuti, ma nella ripresa cresce, cresce tantissimo e attira a sé tutto il gioco gialloblù. Pericoloso nei calci piazzati, sta sistemando la mira per il prossimo futuro.

CASALE 5.5 Ha più di un’attenuante, a cominciare dal fatto che non giochi nel suo ruolo. E per quanto sia un jolly, ne risente. Non riesce a trovare dialogo con Caprari che, senza sponde, fatica anche lui a ingranare. Sembra un po’ fuori contesto e spesso vaga per il campo senza sapere bene dove andare e cosa fare. Ci sta una partita così così, dopo aver fatto vedere una crescita importante.

LAZOVIC 6.5 (dal 1’ s.t.) Entra lui e il Verona segna, fatalità. Bella sgroppata sulla sinistra, ancora più bello l’assist vellutato per la testa di Barak che ringrazia e segna. E’ la scossa che serviva ai ragazzi di Tudor per cambiare ritmo.

MAGNANI s.v. (dal 49’ s.t.)

BARAK 7 Parte forte e dà l’impressione di averne tanta di energia nelle gambe, nonostante gli impegni con la Nazionale. Col passare dei minuti, però tira un po’ il fiato. Ma è solo un’illusione perché si rimette a testa a bassa a costruire il gioco offensivo del Verona. Segna il gol che la sblocca, grazie alla perla di Lazovic ed è poi lui a trasformarsi in rifinitore per il passaggio al posto giusto, nel momento giusto, per il gol partita di Tameze.

CAPRARI 6.5 Nel primo tempo soffre parecchio l’assenza di Lazovic. Casale, infatti, non è capace di dargli gli stessi riferimenti e lui sembra un po’ smarrito. Eppure è dentro la partita e prova a cercare gloria con le sue classiche giocate. Nella ripresa cresce anche lui e si inventa un gran bel tiro, parato con qualche difficoltà di troppo da Vicario. Un grande lavoro e la voglia di non mollare un centimetro.

SIMEONE 6+ Lotta come un dannato e prende una vagonata di scarpate, al limite della legalità. Oltre il danno la beffa, perché per un gesto di stizza si becca anche un giallo, ingiustissimo. Non lo turba, però, perché si danna l’anima e prende un sacco di palloni vaganti che aiutano la squadra ad alleggerire la pressione dei toscani. Gli manca solo il gol.

HONGLA s.v. (dal 48’ s.t.)

ALL. TUDOR 7 Temeva l’Empoli, talmente tanto da parlare di partita più importante della stagione. A ragion veduta, direi. I suoi sembrano avere un po’ di ansia da prestazione, quasi fossero costretti a vincere. E poi i toscani giocano bene. Nella ripresa Veloso e compagni si scrollano di dosso la sensazione e trovano subito il vantaggio. E anche quando vengono ripresi, non si arrendono e provano, con tanto cuore e non altrettanta testa a vincerla. Ci riescono e staccano a dieci punti il terzultimo posto. Ha ancora senso parlare di salvezza e basta?

IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

MONTIPO’ 5+ Dopo l’errore clamoroso contro la Lazio, quando si fece infilare tra le gambe da Immobile, ha commesso lo stesso sbaglio con Di Lorenzo, facendosi ancora passare la palla sotto al sedere. Un passo falso che, visto come è finita, pesa sul risultato finale. Si riscatta in parte con una bella parata su Insigne, che però ha calciato in fuorigioco. Dispiace, perché c’è gente che non perde l’occasione per crocifiggerlo. Certo, così lui offre la sponda giusta

DAWIDOWICZ 7.5 Farò domanda al comune perché intitoli almeno un vicolo a questo ragazzo, che sta facendo cose clamorose, ogni partita sempre di più. Segue come un’ombra Insigne che, oltre a lamentarsi perennemente con Ayroldi, in maniera penosa, combina ben poco. Faccio sempre più fatica a trovare parole per Pawel, che si è rialzato, non solo dalle continue pallonate che si prende in faccia quasi ogni partita.

GUNTER 7.5 Ha di fronte uno dei migliori della seria. E direi, uno dei più forti anche in Europa. Bene, non ne sbaglia una. Lo perde solo quando Osimhen prende il palo e lì gli va bene. Ma gioca con un’autorevolezza da manuale, sempre attento sia con pallone a terra, sia quando deve tenere a bada la contraerea. Ottimo anche in anticipo e quando il Verona deve partire dal basso con l’azione ragionata. Ripete quando di buono fatto vedere contro la Juve.

MAGNANI s.v. (dall’83’)

CECCHERINI 7 Non veniva da un periodo eccellente, ma è stato bravo, già dalla partita con la Juve, a rimettere le cose al loro posto. Ha lavorato silenzio e con grande applicazione. Sforzi che lo hanno premiato a Napoli, dove ha messo insieme una grande prestazione, mettendo la museruola a Politano. Bravo Cecche, sei tornato quello di un anno fa.

FARAONI 6 Guardate un po’, mi è piaciuto meno del solito. Ed è tutto dire, visto che stravedo per Davide. Però, per uno con le sue qualità, troppi palloni semplici sbagliati in maniera assurda. Passaggi banali, non azzeccati per eccesso di leggerezza. Poi, quando serve si rimette in linea. Ma non mi è parso brillante come ci ha fatto vedere fin qui. Ma, ovviamente, a un fenomeno del genere, io perdono (quasi) tutto.

TAMEZE 7.5 Anche Tudor ha capito che non può più tenerlo in panchina. Forse doveva ancora capirlo bene, ma ora il tecnico sa che è insostituibile. Un primo tempo devastante, dominante, aggiungete voi gli aggettivi che preferite. Distrugge il gioco del Napoli e recupera una vagonata di palloni. Quando non riesce Veloso, raramente, è bravo anche a costruire e a far ripartire l’azione. Le squadre che devono salvarsi non hanno giocatori di questo livello. Teniamocelo stretto.

VELOSO 7 Nella smorfia napoletana mi aspetto che il numero 4 diventi “O Professor”. Lui è il professore di questa squadra che sta impressionando per continuità e qualità di prestazioni. E’ una poesia vederlo giocare, una meraviglia per gli occhi. Il campo lo disegna con traiettorie eccezionali, facendo scivolare il pallone come il disco sul ghiaccio di un campo da hockey.

CASALE 7 Adattato largo a sinistra al posto dell’infortunato Lazovic, non lo fa rimpiangere. Intendiamoci, tecnicamente è dietro al serbo di qualche chilometro. Ma lui ci mette altro, quella che negli anni ’80 i cronisti chiamavano “classe operaia”. Avete presente Moreno Torricelli, non un fenomeno, però gli allenatori non potevano farne a meno. Ecco, Tudor sembra non poterne fare a meno. E quando dietro i posti sono pieni, se lo inventa largo sulla fascia. Bravo.

BARAK 6 Si mangia letteralmente Mario Rui in occasione del gol di Simeone. Gli gira attorno come uno squalo e quando sente il sangue, azzanna per l’assist vincente al Cholito. Poi, però, macchia una gara buona con due errori clamorosi sotto porta. Nel primo tempo, quando ha la sfiga di trovarsi sul destro, che non è il suo piede preferito, un pallone che deve solo essere buttato dentro. Nella ripresa la topica è ancora più clamorosa perché si trova davanti un indifeso Ospina, da abbattere col suo sinistro. Ne esce una ciofeca, però. E il Verona si mangia le mani.

BESSA 4 (dal 74’) Due gialli in una manciata di minuti. Il secondo per un fallo che doveva assolutamente risparmiarsi e che ha complicato dannatamente gli ultimi minuti di partita del Verona.

CAPRARI 6.5 Ha fatto molto bene nel primo tempo. Dava l’impressione di poter pungere ad ogni occasione gli capitasse a tiro. Ed effettivamente dalla sua parte il Verona si è reso più pericoloso. Nella ripresa una partita di enorme sacrificio, di abnegazione, votata quasi esclusivamente all’aiuto ai compagni. Ha dovuto rinunciare a qualcosa in attacco, ma ne è valsa la pena.

KALINIC 5 ( dall’83’) Come Bessa si prende due cartellini gialli, ma a differenza dell’italo-brasiliano, i suoi sembrano essere francamente esagerati. Forse è un po’ pollo a cadere nella poco sportiva (mi sono contenuto a forza, ve lo giuro) provocazione di Mario Rui.

SIMEONE 7.5 Oltre il gol c’è molto, moltissimo di più. Quel gesto tecnico è divino, di quelli che a Verona non vedevamo da anni, dall’epoca di Luca Toni. Un senso del gol primordiale, quasi inspiegabile. Ma dopo quello tanta lotta, tanto sacrificio, tanta voglia di aiutare la squadra nei momenti, pochi, di vera sofferenza. Quando ha segnato, esultando si è picchiettato le tempie come a voler dire “è tutta questione di testa”. Lui ne ha tanta, grandissima dote per un uomo, ancora prima che per un giocatore.

LASAGNA 6 (dal 74’) Aiuta la squadra nel momento di maggior bisogno.

ALL. TUDOR 8 In quattro partite ha affrontato Lazio, Udinese, Juventus e Napoli. Si è preso otto punti. Non prendiamoci in giro, nessuno di noi lo avrebbe mai immaginato, nemmeno nei sogni più pruriginosi. A Napoli si è vista una squadra capace di dettare il ritmo delle proprie giocate. Una formazione che ha sempre puntato tanto sull’agonismo, ma che ha imparato anche a ragionare e a difendere con ordine. Una prova di maturità che non può più relegare questa formazione tra quelle che devono solo pensare alla salvezza.

IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

MONTIPO’ 7.5 Per tutto il primo tempo e buona parte del secondo sarebbe da “senza valutazione”. Poi, però, si fa trovare pronto su un bel tiro di McKennie, ma il miracolo della partita lo fa su Dybala. Quando il tiro dell’argentino sembra destinato a gonfiare la rete, si allunga come plastic man e la mette in angolo. Una delle parate più belle viste negli ultimi anni al Bentegodi.

DAWIDOWICZ 6.5 Attentissimo per quasi tutta la partita. L’unica disattenzione quando perde di vista McKennie ciccando la diagonale che spalanca la porta allo statunitense. Ma si conferma una garanzia per questa squadra, per voglia e coraggio di andare sempre oltre.

GUNTER 7.5 Penso che Morata se lo ricorderà a lungo. Il centrale gialloblù è in una di quelle sere lì, perfette, dall’inizio alla fine, senza mai un’esitazione. Gioca sempre in anticipo e la prende sempre. Quando arriva un pelo dopo non permette comunque allo spagnolo di prendere campo. Dopo qualche partita così così, una prestazione semplicemente perfetta.

CASALE 7 Si piazza a uomo su Dybala, che è il più pericoloso dei bianconeri. Lo fa soffrire, pur concedendogli qualche tiro dei suoi. E’ in avanti che Nicolò si esalta. E’ lui ad avviare l’azione che porterà al primo gol. E c’è sempre lui, con la sua accelerazione, anche nella doppietta del Cholito. La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona, per questo ragazzo sempre al posto giusto, nel momento giusto.

CECCHERINI 6 (dal 23’ s.t.) Aiuta con forza la squadra nel momento in cui la Juve mette in campo tutto quello che ha per riacciuffarla.

FARAONI 7 Solite qualità e quantità. E’ il pendolino gialloblù, capace di mettere il guinzaglio ad Alex Sandro. Non si fa mai trovare fuori posizione e quando sbaglia anche il più semplice dei palloni, lo vedi correre come un matto per recuperare. Un esempio per tutti i suoi compagni.

TAMEZE 7 Il migliore a Udine. Strepitoso anche contro la Juve, al punto tale che pare evidente come in questo momento sia imprescindibile non solo a centrocampo, ma a tutto campo. Corre come un dannato, bravo a distruggere ma, quando serve, anche a costruire. Fisicamente può essere piuma e può essere ferro (cit.) perché corre con grande leggerezza e quando ha il pallone tra i piedi, toglierglielo è quasi impossibile. Esce stremato.

BESSA 6 (dal 30’ s.t.) Lui che è uno che ha tecnica sopraffina, non bada ai ghirigori e quando serve spara i palloni che gli capitano tra i piedi in tribuna.

VELOSO 7 Che partita del capitano, meravigliosa. Come sempre parte dal basso per lanciare l’azione. Ma ha poi una qualità che pochi hanno in questa squadra: saper decidere la velocità dell’azione. E’ bravissimo a rallentare quando la Juve sembra un toro infuriato. Ed è poetico quando trova la giocata al millimetro per gli attaccanti. Invecchia come il miglior Amarone.

LAZOVIC 6 Ha una grandissima occasione sullo 0-0 quando solo davanti a Szczesny non riesce ad angolare quanto basta per sbloccare la gara. Per il resto ha il suo bel da fare con Cuadrado, che con Dybala è il meno peggio della Juve. Pensa a contenere più che ad attaccare, si becca anche un giallo che, nel secondo tempo quasi costringe Tudor a cambiarlo.

SUTALO 6 (dal 23’ s.t.) Anche lui entra concentrato e sul pezzo. Un paio di interventi risolutivi.

BARAK 7 Sono le sue partite queste. Perché esalta la sua tecnica quando è il Verona a dare una lezione di calcio alla vecchia Signora. Ma allo stesso tempo, quando serve il fisico, soprattutto nell’assalto finale della Juve, lui tira fuori il petto e fa la voce grossa. C’è il suo zampino nel primo gol, perché è il suo bel tiro a mettere in difficoltà Szczesny, che respinge sui piedi di Simeone.

CAPRARI 7 Pronti e via e subito fa capire che aria tira. E’ imprendibile. Danilo non lo vede. I vecchi volponi Bonucci e Chiellini sembrano colpiti da labirintite. Lui imprime una velocità che spacca la partita. Quando il Verona è pericoloso, luì è sempre lì, chissà come mai. Nel secondo tempo si sacrifica in maniera commovente e con le residue forze prova comunque a puntare l’area bianconera. Che giocatore, ragazzi.

SIMEONE 8 Un gol da rapace dentro l’area di rigore, sfruttando una ribattuta di Szczesny. Un capolavoro, poi, da oltre venti metri, che va a infilarsi nel sette più lontano. E ancora, un gol annullato, che sarebbe entrato nella storia. El Cholito è definitivamente esploso, dopo aver girovagato e aver trovato la squadra giusta per le sue caratteristiche. Di calciatore, ma anche di uomo. Divino. E’ vice capo cannoniere con otto gol, dietro solo a Immobile. tiro alto

KALINIC s.v. (dal 38’ s.t.)

ALL. TUDOR 8 Mette in campo la miglior formazione possibile e le risposte sono quelle che si aspettava. Nel primo tempo ha dato una lezione di calcio al ben più blasonato (e altezzoso) Allegri. Non gli fa capire nulla. I suoi vanno a mille e fisicamente surclassano i bianconeri. Bene anche i cambi. Ha stravolto la squadra, ha ridato un’anima ai suoi ragazzi, che sembravano essersi persi. Da quando è arrivato ne ha persa solo una, peraltro immeritatamente. E’ ora che tutta Italia si accorga del suo Verona.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

MONTIPO’ 7 Migliore in campo in assoluto e questo la dice lunga. Un paio di interventi importanti, uno miracoloso, che spedisce il pallone sul palo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Poi è attento su Beto e verso la fine della partita si esalta con un volo spettacolare sul bel tiro a giro di Pereyra. Para tutto quello che può parare. Eppure ancora qualcuno dice che non dia sicurezza alla squadra.

CECCHERINI 5 Una serie infinita di piccoli errori che non gli permettono di giocare con tranquillità. Viene sovrastato fisicamente sul nascere dell’azione che porta al vantaggio dei padroni di casa. Sembra lontano parente del grande lottatore che si è fatto tanto apprezzare la scorsa stagione. Già contro la Lazio aveva dimostrato qualche difficoltà di troppo. A Udine ha fatto anche peggio.

DAWIDOWICZ 6 (dal 46’) Determimanto, agguerrito. Anche troppo, visto che si prende un cartellino giallo che, inevitabilmente, lo frena.

MAGNANI 5 E’ vero che quando un difensore viene puntato, ed è quindi costretto a correre all’indietro, non è mai facile. Ma si fa infilare con enorme facilità da Success, che tra lui e Montipò trova la A4, per il più facile dei gol. Non riesce a dare ordine alla difesa, né a comandarla a dovere. Ci domandavamo come mai non giocasse con continuità. Se questa è la risposta…

SUTALO 5 Come Ceccherini, anche lui tantissime disattenzioni, anche banali, che sembrano conseguenza di un approccio mentale sbagliato alla gara. Ha la gamba per provare a proporsi in avanti, ma cicca ogni pallone gli capiti a tiro. Certo, i continui cambi di posizione non è che lo aiutino tanto eh.

ILIC s.v. (dal 73’) Ha il piglio giusto, ma si fa male e questo è una notizia pessima, vista la coperta corta a centrocampo.

FARAONI 5.5 Il vice capitano non riesce a scuotere i suoi da un torpore che dura per tutto il primo tempo. Si fa vedere un po’ di più nella ripresa mettendo qualche cross calibrato bene, ma non accolto con giubilo dagli attaccanti. Si becca una pallonata in faccia clamorosa, rimane intontito qualche minuto, ma si ricompone e la porta a casa, seppur ammaccato.

HONGLA 4.5 Spaesato dal primo al 45°, più un minuto di recupero. Se il gioco del Verona è già lento di suo, lui fa di tutto per rallentarlo ulteriormente, tenendo il pallone tra i piedi sempre qualche secondo di troppo. Tudor continua a dire che sia un giocatore importante. Francamente non ha fatto nulla, finora, per sostenere la tesi del mister croato.

LAZOVIC 6 (dal 46’) Come Caprari porta un po’ di brio alla squadra, dando la sensazione di poter essere pericoloso ogni volta che ne ha occasione.

VELOSO 6 Senza infamia e senza lode, il professore. Fà il compitino senza i lampi di classe che tante volte ci ha fatto vedere. Tanto gli basta per rimanere a galla, ma non però riorganizzare le idee dei compagni subito dopo il gol preso a freddo. Sia messo agli atti che io a uno come lui non rinuncerei mai.

TAMEZE 6.5 Parte esterno a sinistra. In corsa, nel secondo tempo, torna a centrocampo, di fianco a Veloso. Si infortuna Sutalo e Tudor lo piazza addirittura nei tre di difesa. Non si può certo dire che questo ragazzo non sia disponibile e disposto a sacrificarsi per la squadra. Nella disperazione dei primi 45 minuti, è l’unico che ce la mette, che prova a svegliare i compagni. E non capisco, quindi, perché il campo lo veda quasi sempre dalla panchina.

BARAK 6 Si adatta alla mediocrità di tutta la squadra. Solitamente bravo a cucire attacco e centrocampo, questa volta si perde e sembra avere anche poco passo per andare a cercare palloni nella spazzatura. Una cosa gli riesce bene: battere alla perfezione il calcio di rigore che la rimette in linea di galleggiamento.

LASAGNA 4.5 Di palloni giocabili gliene arrivano pochi. Ma quei pochi che gli arrivano non riesce mai a gestirli. Non una sponda per i compagni, non la capacità di temporeggiare per far salire la squadra. Quello che mi lascia sempre perplesso è l’atteggiamento, il linguaggio del corpo, che mi sembra troppo, esageratamente remissivo. Doveva dimostrare di meritare anche lui una maglia da titolare. Non so se sia una bocciatura senza appello, ma ci va vicino.

CAPRARI 6+ (dal 46’) Gli bastano pochi secondi per far capire che in questo momento si può rinunciare paradossalmente anche a Simeone, ma non a lui, unico in grado, in una partita pessima, di inventare qualcosa

KALINIC 5 Qualcosina meglio rispetto a Lasagna, perché almeno lui, seppur in maniera arruffata, prova a divincolarsi tra i difensori dell’Udinese, a tenere su qualche pallone, a prendersi un falletto qua e uno là per far rifiatare la squadra. Non è però un riferimento solido per i compagni, che faticano a trovarlo nella posizione giusta. Un po’ assonnato, anche quando deve uscire per fare spazio a Simeone.

SIMEONE 6 (dal 65’) Oltre al gol trasformato da Barak, è lui a crearsi, dal nulla, l’unica occasione di tutta la partita del Verona.

ALL. TUDOR 5 Così come ha azzeccato ogni mossa contro la Lazio, a Udine si presenta con una formazione clamorosamente sbagliata, nell’assetto e, soprattutto, negli uomini. Non condivido nella maniera più assoluta i tanti cambi rispetto alla gara di domenica. Non accetto l’idea che solo perché hanno giocato tre giorni fa i suoi siano stanchi. E nemmeno si può pensare che ci si risparmi per la Juventus. Cerca di metterci qualche pezza nella ripresa e il Verona, con un pizzico di fortuna, la pareggia, facendo aumentare il nervoso. Perché questa si poteva vincerla.

IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

MONTIPO’ 6 Una papera fantozziana rimette in corsa la Lazio, che si rinvigorisce con Immobile. Poi, si riscatta con una super parata sul colpo di testa potente e ravvicinato di Patric. E ancora, dopo qualche secondo, ci mette i pugni sul tiro da fuori di Luis Alberto. Altra bella parata su Lazzari nei secondi finali. Dove non arriva lui ci pensa la traversa a salvarlo.

DAWIDOWICZ 7 Non avrei mai pensato di poter scrivere una cosa simile di questo ragazzo, ma oggi è un insostituibile, il Verona, là dietro, non può proprio farne a meno. Ha una voglia di lasciare tutto sul campo da brividi. Va sempre oltre le proprie potenzialità e lo fa con uno spirito che dovrebbe essere preso come esempio dai compagni.

GUNTER 6.5 Qualche piccolo errore in disimpegno, nulla di catastrofico, intendiamoci, ma forse un po’ di pensieri per la testa gli passano. Col passare dei minuti, i fantasmi di san Siro riesce a esorcizzarli, così come lo fa con Immobile della cui presenza in campo ci accorgiamo solo per le continue proteste, per un tuffo in area di rigore, che manco Tania Cagnotto e per il gol che riaccende i biancocelesti.

SUTALO 6 (dal 23’ s.t.) Entra molto meglio rispetto alla gara contro il Milan, con grande attenzione. Si permette anche il lusso del tunnel su Luis Alberto, che fa scattare gli applausi del Bengodi.

CASALE 6.5 Fino a quando rimane in campo, annulla Felipe Anderson, e quando serve anche Marusic, con estrema facilità. Mai appariscente, fa la cosa giusta al momento giusto. Un piccolo problema fisico lo costringe a chiedere il cambio.

CECCHERINI 6 (dal 45’) Tiene in gioco Immobile in occasione del gol, poi qualche altra sbavatura che, però, non costa troppo. Piano piano si sistema anche lui.

FARAONI 7 E anche quando non ci fa stropicciare gli occhi per le sue enormi e sempre troppo sottovalutate qualità, la finisce con il recupero del pallone che porterà poi al gol del 3-1 e con l’assist per il poker di Simeone. Non ho più aggettivi per questo ragazzo, che oltre a essere un enorme giocatore, è anche un grande uomo. Sa di avere un debito d’onore col Verona, che ha creduto in lui quando nessuno lo faceva, e ogni volta lo tiene a mente quando veste la maglia dell’Hellas.

VELOSO 6.5 Chi se ne frega, onestamente, se non ha i novanta minuti nelle gambe. Per quelli che riesce a spendere, è fondamentale che ci sia, perché dà equilibrio e grande fiducia ai compagni, a cominciare da Ilic. Suo l’assist per la doppietta del cholito Simeone.

TAMEZE 7 (dal 23’ s.t.) Eh, non deve essere così facile per Tudor lasciarlo in panchina quando poi entra e regala prestazioni del genere. Oggi è un lusso tenerlo in panchina, ma anche una risorsa quando a centrocampo i compagni cominciano a correre con la lingua a penzoloni.

ILIC 6.5 A Milano, vista la contemporanea presenza di Veloso al suo fianco, si era inventato quasi quarto di difesa. Contro la Lazio la musica cambia perché gioca molto più avanzato. E infatti, nel primo tempo si procura due occasioni, la prima clamorosa, che spedisce in curva. Mezzo voto in meno proprio per questi due errori, ma ha fatto veramente bene.

HONGLA 6 (dal 36’ s.t.) Diligente.

LAZOVIC 6.5 Nel primo tempo torna a brillare come una stella. Entusiasmante l’intesa con Caprari che, è palese, sembra in questa squadra da dieci anni. Suo l’assist per la prima enorme occasione di Ilic. Ma poi tante altre ottime discese che mandano in confusione Marusic. Nei minuti finali va vicino al gol con un bel tiro a giro che Reina para scenograficamente.

MAGNANI 6 (dal 36’ s.t.) Tudor lo piazza a centrocampo. Per carità, in piedi non è che siano educatissimi, ma non dimostra alcuna incertezza.

BARAK 7- Come per Ilic, un “meno” per le due occasioni ciclopiche che sbaglia malamente. Lui che, solitamente, sotto porta è un cecchino, questa volta fa cilecca. Però mette insieme la solita partita di grande solidità, sia fisica, sia tecnica. A centrocampo, quando si abbassa, è un fattore. E in avanti è sempre bravo a tenerla tra i piedi, riuscendo spesso a liberare i compagni quando gli avversari vanno ad asfissiarlo col pressing.

CAPRARI 9 Accolto a Verona con qualche mugugno di troppo, ne ha azzeccata una. Poi un’altra. E un’altra ancora. E non si è più fermato. Primo e terzo gol di Simeone, sono suoi al 50%, per l’enorme qualità dei passaggi con i quali ha messo il cholito solo davanti a Reina. E’ in stato di grazia, non solo tecnica, ma anche fisica. Perché è rimasto in campo 95 minuti sempre con la stessa lucidità. Zaccagni chi?

SIMEONE 10 Penso che non servano tante parole, sarebbe un inutile esercizio di stile. E’ stato semplicemente DEVASTANTE. Ma voglio andare oltre, perché i quattro gol di oggi sono il risultato della voglia e della convinzione con le quali questo ragazzo ha deciso di presentarsi a Verona. Affamato e umile come il primo delle matricole. Ecco, l’Hellas ha trovato la punta cercata per anni e anni, dopo l’addio di Luca Toni. Andate a spiegarlo a Juric, che ha fatto di tutto per portarlo a Verona gli scorsi anni. Gli basterebbe solo questa partita per essere nella storia del club.

ALL. TUDOR 8 Undici punti in sei partite, con due vittorie contro due, sulla carta, tra le grandi, Roma e Lazio. Ha stravolto la squadra, più nell’intensità che nei moduli, riavvicinandola al passato, ma portando tanto di suo, vedi i due registi puri a centrocampo. Davanti è molto più malleabile con la posizione di Barak che, di fatto, può fare quello che vuole. Sa di avere una squadra forte e ha capito che bisogna osare per renderla ancora più forte. A costo di prendere un gol in più.

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

MONTIPO’ 6 Prende sempre gol sui quali non può fare nulla. Giroud colpisce praticamente in solitaria. Kessie è il più implacabile dei rigoristi e di certo non si aspetta che Gunter possa fargli uno scherzetto tale. Quando viene chiamato in causa, lui c’è.

CECCHERINI 6 I primi minuti non sono semplicissimi, davanti a Rebic. E infatti si becca quasi subito un giallo che rischia di condizionarne la partita. Tudor lo sposta, mettendolo sulla strada di Saelemaekers. Gestisce bene, senza frenesia. Quando può prova anche a spingersi in avanti. Per non rischiare più del dovuto, vista anche l’ammonizione di Casale, il mister lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

SUTALO 5 (dal 46’) Sarà anche adattato sul centro sinistra, ma a certi livelli è lecito aspettarsi qualcosa di più. Non mi è piaciuto, anche nei piccoli dettagli, nell’aiuto al compagno in difficoltà. Aveva una grande occasione per mettersi in mostra, ma se l’è giocata male.

GUNTER 5 Così così sul gol di Giroud, salta a vuoto lasciando al francese la libertà di colpire di testa a due passi da Montipò. Disastroso l’autogol che regala la vittoria al Milan. Non parlatemi di sfortuna. In quel frangente sbaglia tutto quello che si può sbagliare: la postura del corpo e il piede col quale interviene per il più clamoroso degli auto gollonzi.

CASALE 5.5 Un primo tempo giocato bene, diligentemente, rispettando minuziosamente le indicazioni di Tudor. Si prende un giallo per un fallo su Leao ed è inevitabile che ne risenta. Sul gol di Giroud non mi convince il posizionamento, affatto. Deve capire che in serie A basta anche solo un’incertezza per mandare tutto in malora.

FARAONI 5.5 Non era in condizione ottimale, dopo l’infortunio subito al Bentegodi contro lo Spezia. E si è visto perché quasi mai ha trovato lo spunto per fare male in avanti. Un pochino meglio in copertura, ma soprattutto nel primo tempo. Nel secondo, infatti, è lui a stendere Krunic in area di rigore per quello che poi diventerà il momentaneo 2-2.

ILIC 6- Inizia benissimo, con un bel sinistro che costringe Tatarusanu a un piccolo miracolo. Gioca quasi da quarto difensore, seguendo Maldini come un’ombra. Questo lo costringere a rinunciare alla fase di impostazione, anche se da dietro ogni tanto ci prova. Nel secondo tempo anche lui fatica a contenere l’irruenza dei rossoneri.

VELOSO 6+ Con Ilic in campo, simile per caratteristiche, si prende lui la briga di dirigere il gioco. Sta abbastanza alto, aiutando la squadra nel primo tempo a rimanere per lunghi tratti nella metà campo rossonera. Suo l’assist per il gol di Caprari che sblocca la gara. Nel secondo tempo si becca un giallo che lo innervosisce. Tudor lo richiama in panchina. Ma è un giocatore che continua a fare comodo a questa squadra.

TAMEZE 5.5 (dal 60’) Prova a metterci il fisico, ma non riesce a frenare l’impeto del Milan che vuole la vittoria più di quanto non dimostri di volerla il Verona.

LAZOVIC 6 Va a fiammate, a corrente alternata. Quando si accende sa fare male, ma ci sono anche momenti di eccessivo rallentamento. E’ bravo in occasione del rigore su Kalinic, con un assist che manda in confusione tutta la difesa rossonera. E’ ancora lontano dal giocatore scintillante di qualche tempo fa.

CANCELLIERI 5 (dal 78’) Da rivelazione a oggetto misterioso. Con Di Francesco era titolare a sorpresa. Tudor lo sta facendo crescere più lentamente. A San Siro ha un’ottima occasione, ma entra male in campo e spreca tutto quello che gli capiti a tiro.

BARAK 6 Primo tempo stupendo per forza, qualità e sapienza tattica. I milanisti ci provano in tutti i modi ma non riescono praticamente mai a togliergli il pallone dai piedi. E’ sontuoso in quella che rischia di trasformarsi nella miglior partita della stagione. In più segna il gol della 0-2. Nel secondo tempo, però, si smarrisce, così come gran parte dei compagni e non riesce a dare continuità alla sua azione. Forse paga anche gli impegni con la Nazionale.

CAPRARI 7 Fin da subito è chiaro fa capire di essere in serata. Sgomma con grande facilità, dimostrando sicurezza nei propri mezzi. Segna un gol bellissimo, tutt’altro che facile da realizzare. Ed è la sua terza rete in campionato, classica ciliegina su una torta cotta a puntino. Anche perché dopo il gol non si ferma, ma continua a macinare giocate su giocate. Esce dopo aver dato tutto.

SIMEONE 5.5 (dal 60’) Non riesce a vestire i panni del salvatore della patria. Probabilmente il ruolo di chi entra in corsa non gli va proprio congeniale.

KALINIC 7 Non segna, ma si procura un calcio di rigore con enorme, clamorosa esperienza. E’ in ritardo rispetto a Romagnoli, ma gli mette il piede davanti quanto basta per farsi stendere. Non segna, ma gioca tantissimi palloni e quasi tutti mai banali. Aiuta la squadra a rifiatare quando il Milan spinge. La condizione è di nuovo dalla sua parte.

LASAGNA 5.5 (dal 63’) Anche lui, come Simeone, non riesce a incidere, seppur di palloni gliene arrivino pochini.

ALL. TUDOR 6 Nel primo tempo la squadra che deve lottare per lo scudetto sembra essere il Verona. I suoi dimostrano un controllo totale sull’avversario, giocando a livelli spettacolari. Per lunghi minuti il Milan non riesce a superare la linea di centrocampo. Nei secondi 45 minuti c’è un calo fisico evidente, sul quale bisogna interrogarsi, ma soprattutto al quale bisogna rimediare. Poi, poco si può fare davanti a un terzo gol così. Come mai Magnani non viene quasi mai preso in considerazione? Mi sfugge. Intanto San Siro rimane maledetto.

IL PAGELLONE DI VERONA-SPEZIA

MONTIPO’ 8 Due parate miracolose su Gyasi e su Manaj. Altre due clamorose, entrambe su Verde, ex della partita. In quattro interventi ha preso a calci tutte le critiche, dal mio punto di vista assolutamente ingenerose, che gli sono capitate tra capo e collo . Ha qualità importanti tra i pali. La differenza deve farla l’autostima. E questa volta era a mille.

DAWIDOWICZ 7 Non me ne voglia, ma non è bello vederlo giocare, da un punto di vista squisitamente stilistico. Però, ragazzi, questo ha il cuore gigante e una voglia di lasciare tutto in campo per questa maglia. Corre come un dannato, si lancia su ogni pallone, a volte anche con eccessiva generosità. Bisognerebbe fargli un monumento, perché è riuscito ad andare oltre anche alle sue qualità tecniche.

GUNTER 6 Alterna cose sufficientemente corrette a qualche scivolone che solo per buona sorte non diventa qualcosa di peggio. Prende un colpo in testa che gli procura una ferita per cui è necessario un vistoso turbante. Tudor, giustamente, lo lascia nello spogliatoio dopo l’intervallo.

CECCHERINI 6 (dal 1′ s.t.) In una difesa che finalmente non ha preso gol, anche lui ha trovato un po’ di sicurezza in più, nonostante qualche sbavatura in impostazione.

CASALE 6.5 Partito come riserva, destinato a farsi le ossa nei pochi minuti a disposizione, piano piano si è preso una maglia da titolare, meritandola. Non è un giocatore appariscente, ma molto diligente, bravo a fare ciò che mister Tudor gli chiede. La sua fortuna è sapersi adattare in ogni ruolo della difesa. Deve essere bravo a lavorare su ogni aspetto, tecnico, ma soprattutto mentale.

MAGNANI 6 (dal 23′ s.t.) Quando serve, non va per il sottile e spara palloni stile rugby. Bene così.

FARAONI 7 Nella gara 101 con la maglia del Verona mette a segno uno dei gol più belli da quando veste gialloblù. Un piattone al volo di destro che gela le speranze di Zoet. Solito martello a destra, trova grande cooperazione da parte di Dawidowicz che si sente molto più sicuro sapendo di avere davanti un fenomeno come il capitano.

CETIN 6 (dal 1′ s.t.) I piedi sono quello che sono. Però dimostra di poter essere un’alternativa. E’ già tanto dopo essere scomparso per tutta la scorsa stagione.

BESSA 7 Sguscia a centrocampo, fiducioso di una qualità tecnica che non gli è mai mancata. Capita che si pesti i piedi con Ilic, ma è bravo ad abbassarsi per cercare il pallone da trasformare in azione offensiva. Trova un gol preziosissimo non tanto per la bellezza, ma per a tenacia con la quale lo ha cercato, partendo dalla metà campo gialloblù, fino alla meta.

KALINIC s.v. (dal 28′ s.t.)

ILIC 6.5 Per lunghi tratti del primo tempo, nonostante la partita vada subito nella giusta direzione, si limita un po’ al compitino. Però ha il merito dell’assist per il gol di Simeone. Nella ripresa si fa un pelo più coraggioso e i risultati si vedono. Rimangono, però, tanti palloni sciupati, anche in situazioni tutto sommato facili da gestire.

LAZOVIC 6.5 Un bel primo tempo, in grande sintonia col nuovo vicino di condominio. E’ impressionante quando ha campo aperto: lì la sua velocità è troppa roba per lo Spezia. Si gestisce col passare dei minuti, senza far mai mancare la sua presenza al posto e al momento giusti.

BARAK 6.5 Anche quando non gioca la sua partita più efficace, dimostra di essere fondamentale per questa squadra, per l’enorme equilibrio che dà nella terra di mezzo tra centrocampo e attacco. Fisicamente, come detto ormai tante volte, è una sentenza e gli avversari fanno fatica a togliergli il pallone dai piedi. Tatticamente per un allenatore, è acqua ghiacciata in mezzo al deserto.

CAPRARI 8 Un assist stupendo per il piattone vincente di Faraoni. Un gol ancora più bello, un destro a giro di fattura “delpieriana”. Ma poi tante altre piccole cose che ne fanno il migliore in campo, insieme a Montipò. Più partite passano e più sta allontanando un passato che è sempre più in bianco e nero. Attaccante vero, vede la porta con grande facilità.

TAMEZE 6 (dal 15′ s.t.) Lucido e bravo a gestire palla senza farsi assaltare dal centrocampo ligure.

SIMEONE 7.5 Dal nulla, trova un gol bellissimo, figlio di gambe al tritolo: salta infatti da fermo, va in cielo e secca Zoet. Passano i minuti, difende il pallone col bazooka tra i denti, lo offre gentilmente a Caprari che ringrazia e dipinge il 3-0. Non si ferma qui perché coi suoi strappi mette sempre in allerta la difesa dello Spezia e quando il pallone gli arriva in avanti, è bravo a far salire la squadra. Un signor attaccante.

ALL. TUDOR 7.5 Era la prima partita nella quale poteva incidere, dopo una settimana di lavoro pieno. E il risultato gli ha dato ampiamente ragione. Quattro gol fatti, nemmeno uno subito (prima volta quest’anno) e terzo miglior attacco della serie A. E’ la strada giusta da seguire, senza dubbi. Il fatto che possa giocare coi moduli gli dà anche quel pizzico di imprevedibilità in più rispetto al Verona delle ultime due stagioni. Questa squadra è forte, ha ragione Faraoni. E avanti così potrà sconfessare anche chi diceva che qui si facevano sempre le nozze solo coi fichi secchi.

IL PAGELLONE DI GENOA-VERONA

MONTIPO’ 7 Due parate, in testa e in coda. L’ultima, su un tiro deviato accidentalmente sottoporta da Pandev, decisiva. Gli si imputa di non dare sicurezza, ma sono partite come queste, invece, che danno le risposte giuste: attenzione nelle poche occasioni in cui sei chiamato in causa. Attento anche nelle uscite e nelle giocate coi piedi.

DAWIDOWICZ 5.5 Un primo tempo da protagonista. Un secondo durante il quale gli si spegne la luce per qualche minuto. Provoca il rigore che riaccende le speranze del Genoa. Dopo una manciata di secondi, causa il fallo che poi porterà al pareggio dei padroni di casa. Sono le amnesie che ci ha fatto vedere un paio di anni fa e delle quali faremmo anche volentieri a meno.

GUNTER 5 Sul gol del 3-2 del Genoa ha un black out totale, manco fosse un dilettante. Si fa infilare da Destro con una facilità disarmante. Condivide con Magnani anche la rete del pareggio. Così proprio non va. Ci aveva abituato ad una difesa bunker. E’ diventata un colabrodo.

CASALE 6.5 Finora non mi aveva convinto. A Marassi, invece, la sua miglior partita con la maglia del Verona, prima come terzo di difesa, poi come vice Faraoni. Bravo nelle chiusure e nelle diagonali. Ha la corsa giusta e piano piano si sta scrollando di dosso l’impatto, non facile, con la massima categoria. Dalla sua la capacità di adattamento a ogni ruolo difensivo.

FARAONI 7 Non mi stancherò mai di dirlo, non si dà mai a Faraoni ciò che è di Faraoni. L’unico veramente insostituibile di questa squadra, una sapienza tecnico tattica che ha pochi rivali in tutta la massima serie. La lucidità con la quale gioca su tutto il fronte di destra è disarmante. Si permette anche giocate di classe che non gli escono di certo per caso. Suo l’assist per la perla di Simeone. Esce zoppicante, speriamo.

MAGNANI 5 Errore grave sul pareggio di Destro. Sbaglia completamente il tempo dello stacco di testa. Da uno come lui non me lo aspetto.

TAMEZE 7 Per carità, come dice Tudor, fisicamente lui e Hongla saranno anche simili. Ma è la qualità a fare la differenza e lui, in questo momento, ne ha di più. La sua presenza in campo porta sicurezza al reparto, in particolar modo a Ilic che si sente più libero di creare e di incidere maggiormente in fase offensiva. Le gerarchie contano e lui deve essere titolare, c’è poco da aggiungere.

BESSA 6 (dal 65′) Subisce i sei minuti di follia della squadra che butta il doppio vantaggio. Però non affonda e porta la pelle a casa.

ILIC 7 Ha giocato bene e anche questa volta, come a Salerno, c’è il suo zampino nel gol che sblocca la gara. E’ infatti lui a far ripartire l’azione che si concluderà col bellissimo gol del Cholito. Beneficia della presenza di campo di Tameze che porta la croce e lascia a lui il violino. In fase difensiva sia più attento, mi raccomando.

LAZOVIC 6 Il nuovo modulo lo priva di un punto di riferimento offensivo al quale appoggiarsi. Nonostante questo è sempre dentro le ripartenze del Verona, che a sinistra è una sentenza quando si tratta di correre. Meno brillante del solito, comunque. Tudor lo fa rifiatare dopo un tempo.

SUTALO 6 (dal 46′) Messo a fare il “Lazovic” non può avere le stesse caratteristiche offensive. Ecco perché bada più che altro a contenere e tutto sommato, a parte un paio di sbavature, gli riesce sufficientemente bene.

BARAK 7 Sta diventando il nuovo vero leader di questo gruppo, sia da un punto di vista tecnico, sia comportamentale. Alterna giocate di qualità ad arringhe ai compagni, nei momenti più delicati.Va sul dischetto del rigore con freddezza per lo 0-2. E quando il Verona viene travolto dal ritorno del Genoa, lui punta i piedi e resiste allo tsunami.

SIMEONE 7.5 Dopo Kalinic è lui a beneficiare della cura Tudor. Un gol meraviglioso, degna conclusione di uno stacco di testa da salto in alto. Ma non finisce qui, come diceva Corrado, perché è lui a procurarsi il calcio di rigore trasformato poi da Barak. Ma oltre a questo c’è un grande sacrificio quando la squadra deve difendere. Corre come un matto e si fionda su ogni pallone gli capiti a tiro.

KALINIC 7 (dal 65′) Ha un pallone giocabile e segna. Non c’è molto altro da dire, se non che è il terzo gol in due partite.

LASAGNA 5.5 Non sono di quelli che credono che gli attaccanti debbano essere giudicati solo ed esclusivamente in base ai gol segnati. Ma l’errore che commette sullo 0-2, solo davanti a Sirigu, pesa esageratamente sul risultato finale. Prova a rifarsi poi con un bel sinistro da fuori che il portiere del Genoa mette in angolo miracolosamente. Non basta, però.

ALL. TUDOR 6.5 Kalinic gli evita una sconfitta che sarebbe stata dura da digerire e soprattutto ingiusta. Per 75 minuti il suo Verona gioca la miglior partita vista finora, da un punto di vista tecnico. Gioca bene, con un nuovo modulo e non fa capire nulla al Genoa. Ancor di più rispetto a Salerno, lo 0-2 sembra sacrosanto. Poi sei minuti di black out nei quali lui, onestamente, non può incidere. Qualche dubbio ce l’ho sul cambio di Tameze. Lì gli equilibri si sono un po’ incrinati. Detto questo, in tre partite cinque punti, due dei quali in arrivati dopo due trasferte durissime, con due dirette concorrenti. Allena questa squadra da due settimane, non dimentichiamocelo.

IL PAGELLONE DI SALERNITANA-VERONA

MONTIPO’ 6- Per tutto il primo tempo non è mai chiamato a una parata che sia una. Cade nel primo minuto di recupero, trafitto dal tiro di Gondo sul quale, forse, poteva fare meglio, anche se la botta era ravvicinata. Incolpevole sul gol del pareggio. Forse deve ancora dimostrare grande sicurezza, ma a me non dispiace.

DAWIDOWICZ 7 Come contro la Roma, per lunghi tratti è sontuoso, da farti stropicciare gli occhi. Generoso, ma anche efficace quando serve la qualità. Si scontra in più di un’occasione con Ribery e quasi sempre ha la meglio lui. Tanta corsa, tanta voglia di arrivare sui palloni prima degli avversari. Ogni tanto cicca qualche pallone, ma se avesse anche qualità sopraffina, evidentemente non giocherebbe a Verona.

GUNTER 6 Per carità, nessun errore da matita rossa, però la difesa sembra soffrire troppo quando la Salernitana prova a fare male. Nel gol del pareggio c’è una buona dose di sfortuna, ma gli manca la reattività giusta. Gli manca lo spunto quando la squadra deve impostare da dietro. Lì deve essere più leader e dare sicurezza anche ai compagni di reparto.

MAGNANI 6 Dei tre di difesa è quello che soffre un po’ di più. La sensazione è che anche fisicamente non sia in condizioni eccellenti. Aggiungiamo il fatto che ha sempre fatto meglio da centrale puro e il quadro è completo. Gondo, poi, si rivela un cliente tutt’altro che piacevole da affrontare. Rimane negli spogliatoi dopo la ripresa.

CASALE 5.5 (dal 46′) Sulla volontà non discutiamo, e ci mancherebbe. Tanti, troppi errori, anche banali, che non si possono concedere agli avversari.

FARAONI 6.5 Contro la Roma l’ha decisa lui. A Salerno è stato molto più prezioso in fase difensiva che in attacco. Nel primo tempo mette insieme diagonali come se piovessero e tantissimi anticipi sull’uomo. E’ bravo anche a dare l’inizio all’azione quando il Verona prova a spostare il baricentro in avanti. Sempre determinante.

HONGLA 5.5 Un primo tempo giocato sufficientemente. Un secondo nel quale si sono rivisti tutti i suoi limiti tecnici, ma anche tattici. Tanti palloni giocati fuori tempo massimo e gli avversari se ne accorgono in 3,2,1. In questo momento non può essere considerato un titolare, a mio modesto parere. Poche idee e tanta confusione.

ILIC 6 Montagne russe per il giovane serbo, che alterna giocate di qualità, tipo l’assist determinante per il secondo gol di Kalinic, a qualche svarione di troppo. Sarà il processo di maturazione, ma deve velocizzarlo. La società crede in lui, è fondamentale dimostrare che non si sia sbagliata. E io sono straconvinto che ha tutti i mezzi per farlo alla grande.

TAMEZE 6- (dal 46′) In campo al fianco di Hongla, che è un doppione. Si pestano i piedi e il risultato è sotto gli occhi di tutti. E’ un pelo più lucido del compagno di reparto, ma non abbastanza per spiccare e far girare il gioco del Verona.

LAZOVIC 6.5 Inizia lancia in resta e per Gyomber sono dolori. Cresce, e questa è una bellissima notizia, l’intesa con Caprari, sempre più dentro i meccanismi storici della squadra. Le giocate non gli mancano, i novanta minuti nelle gambe, oggi, sì. Avesse avuto un pizzico di lucidità in più nelle ripartenze magari staremmo parlando di un altro risultato.

CETIN s.v. (dal 91′)

BARAK 7 Gioca da leader per almeno settanta minuti. E lo dimostrano i compagni che lo cercano il più possibile. E’ il collante tra attacco e difesa, corre a quattro polmoni, senza mai risparmiarsi. Fisicamente è una sentenza. Quando la squadra inizia a soffrire ci prova a dare lo scossone, ma non ci riesce. Prende l’incrocio dei pali con una punizione spettacolare.

CAPRARI 6.5 Un primo tempo che è naturale prosecuzione della partita contro la Roma. A sinistra è una furia, veloce e lucido in ogni giocata. Da manuale quella che porta al gol che sblocca la gara. Una finta di corpo che manda al baretto Gyomber mette Kalinic solo davanti alla porta. Cala col passare dei minuti. Ma era assolutamente preventivabile.

BESSA 5.5  (dal 65′) In una partita fisica, la sua tecnica non è emersa.

KALINIC 7.5 Di Francesco lo aveva escluso dal suo progetto di gioco, forse mortificandolo eccessivamente. I risultati sono storia. Tudor gli ha dato fiducia ancora prima di metterlo in campo. Oggi lo ha scelto e Nikola lo ha ripagato con moneta sonante. Due gol bellissimi, uno da vero rapace, l’altro di grande qualità, con un pizzico di brivido. Prima di lasciare il posto a Simeone praticamente sfonda il palo di Belec con un destro tonante che ha poca fortuna.

SIMEONE 6 (dal 56′) Entra bene, con tanta voglia, e si vede. Corre su ogni pallone, anche il più disperato. Di occasioni ne ha pochine, ma aiuta la squadra a rifiatare.

ALL. TUDOR 5.5 Prima del fischio d’inizio sfido chiunque a dirmi che non avrebbe firmato per un pareggio. Per come si era messa, però, sono due punti regalati a un avversario tremendamente modesto, che con lucidità si poteva battere senza pensieri. Questo deve far riflettere il mister, che nei cambi in corsa non mi ha convito. Perché tenere contemporaneamente Hongla e Tameze? Perché non Lasagna per provare a vincerla dopo il 2-2? Questa è una squadra che ha tutto per salvarsi, ma certe cose devono essere immediatamente risolte, a cominciare dai troppi gol presi.

IL PAGELLONE DI VERONA-ROMA

MONTIPO’ 7 A Bologna aveva fatto ottime parate. Oggi non è stato chiamato ai miracoli, ma proprio nelle piccole e più importanti cose è stato eccezionale. Ai portieri si chiede di dare sicurezza alla squadra e lui ci è riuscito senza affanno. Bravo anche nei drammatici minuti finali, quando tutti i palloni sono suoi, anche quelli che a pimpinella, insidiosissimi.

DAWIDOWICZ 7.5 Semplicemente monumentale. Per lunghi tratti il migliore del Verona. Su ogni pallone con cattiveria, concentrazione, mai arruffone, come è stato in passato. Dalle sue parti non passano, nemmeno i talentuosi come Smomurodov. Per evitare che la Roma pareggi, ci mette anche la faccia su una bomba di El Shaarawy, che lo fa barcollare, ma non lo manda ko. Insuperabile, come il tonno.

GUNTER 6.5 Ho contato una sbavatura su un’impostazione da dietro. Per il resto bene, attento e posizionato sempre nel migliore dei modi. In occasione del gol di Pellegrini poteva fare ben poco, perché se l’è visto spuntare dal nulla.

CECCHERINI 6 Sulla sua strada si trova Zaniolo, che è un talento pazzesco. Per dire, l’aristocrazia di fronte alla classe operaia. Tra loro finisce in pareggio. Un paio di spunti interessanti del gioiello romanista, ma anche grande attenzione di Ceccherini, che pur fisicamente non è al massimo. Infatti non torna in campo dopo la ripresa.

MAGNANI 6 (dal 1’s.t.) Ha messo fisico e forza per contenere gli attacchi dei giallorossi, mai veramente pericolosi, però.

FARAONI 7.5 Nel primo tempo il Verona ha giocato soprattutto dalla parte di Lazovic, quindi lui si è visto pochino. Nei secondi 45 minuti le cose sono cambiate clamorosamente e lui ha messo il turbo. Fisicamente il solito granatiere, ma con una qualità che non gli verrà mai riconosciuta fino in fondo. La prova è un gol da cineteca, uno dei più belli visti finora in tutto il campionato. Fenomeno.

BESSA 6.5 In campo un po’ a sorpresa, è una delle scelte più azzeccate di mister Tudor. I piedi sono come sempre educatissimi ed è abile a trovare giocate offensive per i compagni di squadra. Porta bene il pallone, con grande visione e inevitabilmente alza il livello tecnico della squadra. Siccome ce l’ha il tiro, deve avere più coraggio nel provarlo. Ma questa partita gli dà grande fiducia per il futuro.

TAMEZE 6 (dal 19′ s.t.) C’era da lottare e soffrire. Ha lottato, ma senza soffrire.

ILIC 6 Allora, partiamo dalle cose negative. Si perde letteralmente Pellegrini in occasione dello 0-1. Quando il Verona la ribalta e si porta in vantaggio, fa harakiri, con un tocco “calloniano” per il più clamoroso degli autogol. E’ lui, però a dare l’assisti per Caprari, che fa il 2-1. E nel complesso, seppur con alti e bassi, l’ha portata a casa, ma con qualche incertezza di troppo.

LAZOVIC 7 Ci sono momenti in cui pare volare sul prato. Altri in cui sembra orfano di Zaccagni, perchè chi lo ha sostituito, evidentemente, sta imparando a conoscerlo. Questo succede nel primo tempo. Nella ripresa, così come tutta la squadra, aiutato anche da un Caprari centrato, trova la continuità che manda in bambola la Roma. Esce stanchissimo, dopo aver dato l’anima.

CASALE s.v. (dal 38′ s.t.)

BARAK 7 Parte forte e togliergli il pallone è dura, durissima per la Roma. Fisicamente è un vero crack, su di lui si poggia l’area grigia tra l’attacco e il centrocampo. Mettici il solito fiuto per il gol, la capacità di esserci quando devi arrivarci prima degli altri. E c’è lui, infatti, sul miracolo di Rui Patricio, che nulla può fare di fronte ad Antonin.

CAPRARI 7.5 Inizia bene, con la voglia giusta. Poi, piano piano, si eclissa un pochino e fatica a trovare il passo giusto. Nel secondo tempo è un altro, è letteralmente indemoniato. Si costruisce un gol pazzesco, uscito dal piede col goniometro. Da lì in avanti non riescono più a fermarlo. Ci riesce solo Rui Patricio, con un miracolo, che gli nega la gioia della doppietta personale e quello che sarebbe stato il quarto gol del Verona. Zaccagni ora è più lontano.

HONGLA s.v. (dal 33′ s.t.)

SIMEONE 6.5 Molto più dentro rispetto a Bologna, si crea occasioni anche dove ce ne sarebbero poche. Lo strappo in velocità provoca, in diverse occasioni, un po’ di apprensione nella difesa della Roma. Ed è lui, sul filo del fuori gioco, a tenere bene il pallone e poi a dare l’assist perfetto per Faraoni, che dipinge la Gioconda del gol.

KALINIC 6 (dal 19′ s.t.) Va su ogni pallone che gli capiti nei paraggi, anche solo per rompere le scatole alla difesa giallorossa.

ALL. TUDOR 7 Nessun miracolo, nessuna bacchetta magica. Una cosa ha fatto, ha alzato l’intensità durante gli allenamenti e nove volte su dieci quello che fai in settimana, si vede poi in gara. Mi è piaciuta la scelta di Bessa, perché alza la qualità. Doveva rimettere le cose al loro posto, sulla scia di quanto visto negli ultimi due anni. A Salerno sarà ancora più difficile, ma si va con la consapevolezza di aver ritrovato l’anima dei suoi.