IL PAGELLONE DI VERONA-CREMONESE

MONTIPO’ 6 Serata da spettatore non pagante. O quasi. Attento fino alla fine.

DAWIDOWICZ 7 Gli esteti del calcio lo vedranno come un dito in un occhio, ma oggi, ricordatevi del caviale ce ne facciamo beffe. Abbiamo bisogno di pane e salame. E lui è il nostro salumiere di fiducia, sempre bravo a darti il consiglio giusto. Un leone, non bello da vedere, ma efficace per questo Verona, che se spera nella salvezza, deve aggrapparsi anche a uno come lui. Buonaiuto se ne torna a casa col mal di testa.

HIEN 7 Scintille con quel sacramentone di Dessers, un po’ nervosetto. Forse proprio per merito dello svedese, che nei primi 35 minuti lo fa sparire letteralmente dal rettangolo di gioco. Poi un paio di scivoloni rischiano di mandarlo leggermente in confusione. Ma nella ripresa rimette le cose a posto e riprende lo stesso copione della prima parte del primo tempo. Non facciamo l’errore di venderlo proprio adesso che gli abbiamo trovato la collocazione definitiva. E ci voleva ben poco per capirlo eh.

CECCHERINI 7 Ha il compito di seguire a uomo Zanimacchia, buona qualità, corsa disinvolta. Sbriga la pratica alla grande, col solito temperamento da gladiatore. Va sempre bene in anticipo e una volta assolti i compiti di contenimento, prova a spingere. Come già detto in passato, se dai tutto quello che hai, sai che qualcosa di buono riuscirai sempre a portarlo a casa. Bene anche fisicamente.

MAGNANI (dal 30’ s.t.)

DEPAOLI 6.5 I paragoni non mi fanno mai impazzire e quindi non ha senso fare un raffronto con Faraoni. E’ un giocatore diverso, che ha meno strappo per galoppare in avanti, ma ha grande attenzione in fase di contenimento. E’ sempre attento, mai sfavillante. Ma in questo momento serve la concretezza, non i fronzoli. Lui è concreto.

TAMEZE 7 Forse in pochi lo hanno notato, ma è fondamentale nell’azione del secondo gol, perché riesce a portarsi via un uomo, spalancando un’autostrada per la volata di Doig. E’ un gigante a tutto campo. Ma non è strana la cosa. Strano era, semmai, lo scialbo mestierante visto fino a prima della trasferta di Torino. E’ fondamentale per questa squadra. Ma deve essere questo, non ci sono vie di mezzo.

ILIC 6.5 Che bello vederlo e sapere che sia ancora dentro questa squadra, di testa e fisicamente. Ha giocato una buona partita, al fianco al compagno di reparto ideale, che gli copre le spalle in caso di eventuali sbavature. La condizione mentale è fondamentale per uno come lui. Mi auguro che non si faccia distrarre da tutto quello che si sente fuori dal campo.

SULEMANA 6 (dal 21’ s.t.) Bene.

DOIG 7.5 Devastante, non ci sono tante altre parole per descriverlo. E’ letteralmente immarcabile, ha la leggerezza di una farfalla e quella fascia se la mangia, la solca per 95 minuti, sempre con la stessa qualità. Memorabile la sgroppata che porta al raddoppio del Verona. Ma è da ogni sua azione che potrebbe nascere un gol per i gialloblù. E la notizia è che anche difensivamente sta cominciando a formarsi come si deve. Un delitto venderlo, sia chiaro.

KALLON 6+  Inizia stringendo i denti, con la Cremonese che prova a fare male. Poi riesce a distendersi e a fare male davanti. Suo l’assist perfetto per il primo gol di Lazovic. Ma poi c’è tanto movimento nella sua partita, tanta voglia e l’intelligenza di buttarsi in ogni spazio possibile. Peccato per quel tiraccio finito alle stelle. Sarebbe stato un gol preziosissimo.

VERDI 6 (dal 21’ s.t.) Che sfiga ragazzi. Entra davvero alla grande, poi i muscoli lo abbandonano e fanno crac. Costretto a lasciare il campo, speriamo non a lungo.

LAZOVIC 8 L’ho scritto dopo Torino: da lui è lecito aspettarsi sempre qualcosa di più. Consapevole di questo, si è ripreso tutto con gli interessi, segnando due gol che resuscitano definitivamente il Verona. Lucido a controllare in area per l’1-0, cecchino nel raddoppio, bravo a prendere la mira e a seccare, appunto, Carnesecchi. I gol non sono tutti, la sua partita contiene tante altre perle, che il pubblico gli riconosce con una standing ovation quando lascia il campo.

TERRACIANO s.v. (dal 37’ s.t.)

DJURIC 7 Esempio lampante di come non per forza segnare un gol, o non segnarlo, determini un voto. Lui non la “fracca”, ma mette insieme la sua miglior partita da quando è a Verona. Le prende tutte lui davanti, non si discute. E’ una brutta bestia per tutta la difesa cremonese, che non ha strumenti per fermarlo. E quando non è in attaccato a fare a sportellate, te lo trovi in area gialloblù, primo difensore quando gli ospiti provano a fare male. Sontuoso.

PICCOLI s.v. (dal 30’ s.t.)

ALL. ZAFFARONI 7.5 In due partite è quasi quello che ha fatto più punti del Verona, se pensiamo che Cioffi ne aveva fatti cinque. Ha capito che non servono i ghirigori ed è stato bravo a dare concretezza e senso a una squadra che fino a qualche tempo fa non ne aveva. A Torino una partita da guerrieri. Con la Cremonese combattenti ma anche belli da vedere. E, cosa davvero storica, sistema la difesa che, per la prima volta non prende gol. Continuiamo a non guardare la classifica. Ora non ci interessa. Avanti tutta mister.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

MONTIPO’ Quasi non suda la maglia, né sporca i guantoni, se non per qualche paratina scolastica. Non può nulla sulla perla di Miranchuk che ha tutto il tempo per prendere la mira e confezionare il pareggio. Bene, insomma, ma all’ultimo secondo ci ha fatto prendere un coccolone per quell’uscita di porta scellerata. Lukic lo ha graziato.

DAWIDOWICZ 7 Leader assoluto, indiscusso. A maggior ragione perché non è mai stato dotato di qualità da campione. Ma i campioni sono tali anche per il cuore che mettono in campo e il suo è gigantesco. Tutti i compagni dovrebbero prendere sempre esempio da Pawel che, vada come vada, potrà dire di aver dato tutto se stesso. Dalle sue parti non passa nessuno.

HIEN 7 Annienta Vlasic prima e Sanabria (azzoppato) poi. La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Incollato all’uomo, le prende tutte di testa, le prende tutti di piede, usando, quando serve, anche le maniere forti. Ma mai oltre il limiti. Lì in mezzo deve stare, né a destra, né a sinistra. Stop agli esperimenti senza senso, per cortesia.

CECCHERINI 6.5 Un pizzico sotto rispetto ai compagni di reparto, se non altro per quel metro di troppo che lascia a Miranchuk, che ringrazia e batte Montipò per il pareggio finale. Ma come Dawidowicz, sopperisce alla mancanza di evidente qualità con una grande voglia di sacrificarsi per questa maglia. Nei minuti finale una sua chiusura ha il crismi del miracoloso. E, altra notizia, è riuscito a finire la partita senza noie fisiche.

DEPAOLI 6 Diligente. Per il tipo di partita che il Verona ha scelto di fare, di contenimento, poco poteva fare per sbizzarrirsi in avanti. Mantiene la posizione, aiutando tanto la fase difensiva, sacrificando la giocata nella zona calda del Toro. Unico neo, anche se non era semplicissimo, quel pallone che, in area granata, non gira quanto basta per metterla dentro. Ma, si sa, non è un bomber.

HRUSTIC (dal’86°) s.v.

TAMEZE 6+ Dopo il primo tempo ero seriamente preoccupato. Mi era parso di vedere in campo un fantasma, fuori ritmo, fuori tempo, fuori contesto. Quasi non ci credesse. Ma le cose sono cambiate nella ripresa quando, piano piano, è tornato a macinare gioco e a far rivedere ciò che sa fare. Ha portato sostanza nel momento di maggior pressione della gara e in mezzo è diventato insuperabile. Senza tirarsi indietro nell’aiuto ai compagni della difesa. Dai Adrien, abbiamo bisogno di te.

SULEMANA 6 Corsa e voglia sono elementi sui quali non si può discutere. Sono le sue qualità. Chiaro che i ritmi di una partita così delicata non siano sempre incentrati sul dinamismo e quindi a marce ridotte non dà il massimo. Ma è sempre presente a se stesso e nel gioco del Verona.

ILIC s.v. (dal 71°)

DOIG 5.5 Primo tempo agghiacciante, troppo brutto per essere vero. Ci ha fatto vedere cose assurde, errori che solo uno che non c’è con la testa può fare. Dopo l’intervallo forse si rende conto di qualcosa, fatto sta che si scuote, reagisce e prova a riprendersi la fiducia dei compagni e di una piazza intera. Non sufficientemente per rimediare del tutto, ma quel cross per il testone di Lazovic, che non concretizza, deve essere la sua stella polare.

KALLON 6 Una cosa va premiata di questo ragazzo: l’atteggiamento. Perché se è vero che non si renda particolarmente pericoloso in attacco, è altrettanto sacrosanto che non smetta mai di correre dietro agli avversari. Va a disturbarli in ogni situazione e quando ci prova su Milinkovic Savis quasi quasi gli riesce il colpo grosso. Questo chiediamo ai giocatori del Verona, mettercela sempre.

VERDI 6 (dal 71°) Aiuta i compagni a portare a casa un punto preziosissimo.

LAZOVIC 5.5 Il picco della sua partita è tutto nel calcio d’angolo che si trasforma nell’assist gol per Djuric. Il resto non lascerà gran memoria di sé. Voglio dire, da uno come lui è lecito aspettarsi molto di più, non fosse altro per le qualità tecniche. Se aggiungiamo anche l’1-2 divorato clamorosamente a porta spalancata, qualche imprecazione scappa eh. L’unica scusante, dal mio punto di vista, la posizione di trequartista che non mi sembra gli vada tanto a pennello.

TERRACIANO s.v. (dal 80°)

DJURIC 6.5 Il gol di testa è la cosa già naturale che gli possa venire. Ma oltre a quello c’è tanto, molto di più. I palloni alti sono tutti suoi, non ne lascia uno. Ma anche quando c’è da portare pressione, non si tira indietro. Non è veloce, è vero, ma con quello che ha a disposizione, fa del suo meglio. In questo momento la maglia del titolare ce l’ha cucita addosso e guai a togliergliela.

ALL. ZAFFARONI 6.5 Rompe un maleficio che durava da dieci partite. 900 minuti (più recupero) senza vincerne una. In tandem con Bocchetti, manda in campo una squadra conservativa, più preoccupata a contenere che proporre. Trova un golletto insperato e poi compatta ulteriormente i suoi, che nella ripresa reggono l’urto (blando) del Toro. Ora deve caricare nella maniera migliore la prossima in casa contro la Cremonese. La partita chiave della stagione. Solo una cosa occorre fare: VINCERE.

IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

MONTIPO’ 6 Sfortunato in occasione del gol, perché la deviazione di Dawidowicz è determinante quel tanto che basta per coglierlo in contro tempo. Forse, senza l’avrebbe anche presa. Per il resto la Juve lo fa quasi addormentare per la pochezza offensiva.

DAWIDOWICZ 6 Il solito cuore nel difendere la zona calda davanti a Montipò. Segue l’onda e aiuta anche in avanti, cercando con generosità un posto al sole. Va alla ricerca pure del gol, ma i piedi sono quello che sono. Spesso scomposto, rischia un rigore clamoroso, che non si materializza per una questione di centimetri. Ma io a uno così non rinuncio mai.

GUNTER s.v. (dal 32’ s.t.)

HIEN 6 Gioca bene, dalle sue parti si fa davvero fatica a passare. Bene negli anticipi, sempre azzeccati con la giusta tempistica. Peccato perché non riesce a fermare la ripartenza della Juve che porterà al gol determinante. Ma l’episodio, al di là del mezzo voto in meno, che è questione di lana caprina, non può rovinare la sua partita, finalmente di buon livello.

CECCHERINI 6 Voglia, grinta, attaccamento alla maglia che compensano altre caratteristiche non gli mancano. Ma come per Dawidowicz, al netto di qualche intervento a volte scomposto, lascia tutto in campo, anima e corpo.

TERRACIANO 6.5 Dopo un avvio da protagonista, era misteriosamente scomparso da ogni radar. Tornato in pista, più per emergenza che per convinzione, dimostra che bisogna puntare sulle sue qualità e sul suo spirito da combattente. Incomprensibile che Bocchetti ci abbia messo qualche partita di troppo per rendersene conto.

SULEMANA 6.5 Il ragazzino non ha paura di nessuno, si butta su ogni pallone gli capiti a tiro, e anche quelli che sa di non poter raggiungere. Fame e grinta che in questo momento servono al Verona più delle qualità tecniche, che, comunque, schifo non fanno. Più di un’alternativa a capitan Veloso.

VELOSO 6 (dal 20’ s.t.) Prova anche lui l’assalto finale.

HONGLA 5.5 In realtà, per quasi tutti i 95 minuti, senza infamia e senza lode. Fa il suo senza strafare, pensando, forse, più al concreto che ai ghirigori. E però c’è un però. Perché per la voglia, comprensibile, di segnare, nel contropiede che decide la partita, si fa sbertucciare da Rabiot, che se ne va e regala l’assist a Kean che non sbaglia.

DOIG 6.5 Un primo tempo di livello altissimo, direi il più alto di tutta la squadra. Ha gamba per andare via a Cuadrano, non un fesso che passa lì per caso. Tante giocate belle e utili, che riescono a creare la superiorità numerica. Tutto per aiutare Kallon a fare bene, ma non sempre l’attaccante gialloblù coglie le sfumature. Nella ripresa cala, ma è più che comprensibile.

LAZOVIC 6 (dal 20’ s.t.) Fantasia nei minuti finale, ma manca un po’ di precisione.

LASAGNA 5.5 Più dentro al gioco, ma sempre tanta confusione e voglia di strafare, che gli annebbiano le idee nei momenti determinanti. Prova a cercare il gol, ma non ci va mai vicino. Quando ha spazio davanti corre a testa bassa e si dimentica dei compagni, che potrebbero sfruttare posizionamenti migliori.

KALLON 5.5 Tanta corsa, tanta volontà, tanta voglia di spaccare il mondo. Ma “struca struca” di sostanza ce n’è pochina. Sbaglia tanto, troppo, quando ci sarebbe da finalizzare il buono fatto negli strappi in velocità. Va a sbattere sistematicamente contro i difensori della Juve, che, a dire il vero, se lo vedono arrivare addosso. L’impegno non si nega, ma bisogna anche provare a fare gol.

VERDI 6 (dal 26’ s.t.) Un paio di occasioni nel disperato assalto finale.

DJURIC 6 Pur non facendo nulla di trascendentale, fa molto meglio del suo compagno francese, nelle ultime settimane entrato in un vortice di depressione calcistica, Di testa le prende tutte lui, ma anche coi piedi si comporta bene, tenendola quel tanto che basta per far salire la squadra. Mi auguro solo che non sia un semplice ripiego. Merita la riconferma.

HENRY s.v. (dal 32’ s.t.)

ALL. BOCCHETTI 6.5 Se il suo Verona giocherà così, da qui alla fine, potrà salvarsi, perché non inferiore a quelle che si stanno giocando la permanenza in A. Rivoluziona la squadra, vuoi per turnover, vuoi per mandare un messaggio ai senatori e, soprattutto i ragazzini, i suoi giocatori lo ripagano. Certo, se di traverso si mettono anche var, arbitro e i Cugini di Campagna, è dura uscire sereni dal campo. Ma la testa deve comunque essere altissima.

IL PAGELLONE DI MONZA-VERONA

MONTIPO’ 6 Di parate vere deve farne solo un paio, per il resto ordinaria amministrazione, senza infamia e senza lode. I gol non riesce a evitarli, ma se si permette agli attaccanti avversari di calciare indisturbati, cosa si può pretendere?

TAMEZE 5.5 Il fatto che lo scorso anno abbia giocato in ogni ruolo rischia di causare un corto circuito. Perché mi pare che sacrificare lui in difesa si riveli controproducente e tolga forza a un centrocampo già fiaccato di suo. Rimane ordinato, ma quando lo attaccano si perde e in occasione del vantaggio brianzolo non va a chiudere in tempo. E’ un po’ desapareçido

MAGNANI 5 Rovina una buona partita con una fallo da ultimo uomo che costringe il Verona a giocare in dieci per oltre un’ora. Un errore imperdonabile, in una partita determinante.

GUNTER 6 Il migliore della difesa, sbroglia tante situazioni complicate, con grande attenzione. Gli attaccanti del Monza non è che facciano furore e il merito è anche suo che lascia loro poco o niente. Il problema sono i compagni che non lo sostengono a dovere.

FARAONI 6.5 Miracoloso, salva il gol due volte nel giro di una manciata di secondi, quando la partita è appena iniziata. Costretto a lasciare il campo per un problema fisico. Speriamo nulla di troppo lungo da smaltire, ma la preoccupazione sul suo volto dice nulla di buono.

LASAGNA 5.5 (dal 17’) Entra bene, al posto di Faraoni. Subito un paio di sgroppate in campo semi aperto, che costringono i difensori del Monza a stenderlo. Ma il copione è sempre lo stesso e col Verona costretto a difendere, lui non riesce a diventare il cavallo di Troia nelle praterie che lasciano i padroni di casa.

HONGLA 5 C’è una statistica che sintetizza la sua partita: Rovella 155 tocchi totali di palla, lui 34. Credo che non ci sia molto alto da aggiungere. Ciondola per il campo senza una ragione e senza un vero senso. Tra l’altro non può nemmeno contare sul sostegno di capitan Veloso.

VELOSO 5 Dispiace dirlo, ma il capitano è in riserva. Comprensibile per un “giovanotto” come lui, che sta tirando la carretta da inizio stagione. Fatica dannatamente a trovare il ritmo, al cospetto del giovane Rovella, che ha un altro passo. Male anche nei tanti calci piazzati, dai quali deve incidere molto di più.

SULEMANA 6 (dal 60’) Entra molto bene, con grande ardore. Forse un po’ troppo quando, del tutto in maniera involontaria, stende Sensi, con l’impressione di aver causato un bruttissimo infortunio al centrocampista ex Inter. Ma, al di là di questo, perché non farlo giocare dal primo minuto viste le difficoltà di Veloso?

DEPAOLI 5.5 Anche lui si adatta al grigiore della squadra, dovendo, peraltro, rinunciare a ogni velleità offensiva, per pensare soprattutto a difendere. Non sprofonda del tutto, ma rimanere a galla è un’impresa che gli riesce una volta sì e una no.

LAZOVIC 5.5 Rientra dopo uno stop piuttosto lungo, per un problema muscolare, ed è evidente che non sia al top della condizione. Tenta qualche giocata delle sue, ma gli manca lo sprint e la gamba adeguata al tutto. La vera cattiva notizia è che si azzoppa di nuovo e il rischio è che si tratti di una ricaduta. Probabile che si riveda dopo l’estenuante sosta per i mondiali.

DOIG 5.5 (dal 60’) Al rientro dopo un stop fisico, non ha il passo né in avanti né quando bisogna difendere.

KALLON 6 + Il più intraprendente dei tre attaccanti del Verona, l’unico che si mette in mostra e che cerca di creare qualcosa di potenzialmente pericoloso. Quando strappa i difensori del Monza faticano a stargli dietro. Inspiegabilmente rimane nello spogliatoio dopo l’intervallo.

TERRACIANO 6 (dal 46’) Come per Sulemana, ma pare così brutto farlo giocare dal primo minuto. Alla fine della partita è sua l’unica occasione, bella tra l’altro, del Verona, con un tiro al sette che Di Gregorio smanaccia in angolo.

HENRY 4.5 Hai voglia parlare di impegno, voglia di aiutare la squadra. Ma se poi non riesci a tenere su un pallone, tutti i bei discorsi se ne vanno in malora. E lui non è in grado di aiutare la squadra, di diventare punto di riferimento. L’unica attenuante è legata al fatto che il Verona giochi in dieci dal 25’ e sia così costretto ad abbassarsi. Ma lui non va nemmeno a cercarselo il famoso posto al sole.

VERDI s.v. (dal 75’)

ALL. BOCCHETTI 5 Quarta sconfitta consecutiva per il giovane allenatore, scelto da Setti per il miracolo. Mette Tameze in difesa, decisione che, personalmente, non condivido. Si ritrova a giocare per oltre un’ora in dieci contro undici, ma ci mette del suo, durante l’intervallo, nel complicare le cose, perché lascia nello spogliatoio l’unico (Kallon) che sembrava avere qualcosa in più da dare. Inevitabile che venga messo in discussione, perché, al di là delle parole, non si vede come possa salvare questa squadra.

IL PAGELLONE DI VERONA-ROMA

MONTIPO’ 6 Primo tempo inoperoso, con una Roma inesistente, rimessa in partita solo ed esclusivamente dall’errore imperdonabile di Tameze. Nella ripresa bene su Belotti, velenoso in un paio di circostanze. Sui gol poco poteva fare. Forse qualcosa di meglio su Volpato, ma il tiro era angolato e sbilenco.

DAWIDOWICZ 5 E’ l’eroe della giornata fino a quando, con un intervento particolarmente scomposto su Zaniolo, si fa cacciare, dopo la chiamata in causa del Var. Forse era da arancione, ma il rosso non lo trovo scandaloso. Ha la grande colpa di lasciare i compagni in enorme difficoltà. E’ un peccato, perché battezza il ritorno in campo, dopo continui problemi fisici, con un gol che illude

GUNTER 6 Su Abraham con discreta attenzione, è bravo ad anticipare l’inglese spesso e volentieri. Sbaglia qualche diagonale, ma non fa danni. Come tanti suoi compagni, dà tutto e nei minuti finale ce la mette fino al limite per resistere all’assalto romanista. Non basta per portare a casa un punto che avrebbe quantomeno fatto morale.

CECCHERINI 5.5 Praticamente perfetto su Zaniolo, che gli va via solo due volte. In una di queste, però, il fantasista giallorosso segna. La statistica lo bastona. E’ anche vero che l’errore di Tameze coglie impreparata la difesa che, giustamente, non aveva annusato il pericolo, visto che il possesso era del Verona. Ci mette come sempre tanta voglia e tanto impegno. Ma a volte sono le sfumature a condannarti. Dopo l’intervallo rimane nello spogliatoio

HIEN 6 (dal 1’ s.t.) Attento, nonostante non sia bellissimo da vedere. La tecnica è limitata, ma è efficace.

FARAONI 6 Assist gol per Dawidowicz, che illude il Bentegodi griffato di gialloblù. Però c’è un però, perché il vice capitano ci ha abituato a ben altro. Fatica a strappare, là sulla destra, dove ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo. Ora non gli riesce. Pensa più a guardarsi le spalle che a dare un occhiata in avanti, anche se ogni tanto bazzica la trequarti giallorossa, come, appunto, in occasione dell’assist per Dawidowicz.

HONGLA 6 Meglio del compagno di reparto Veloso, ha, se non altro, più gamba. Ci mette tanta generosità, ma ha il suo bel da fare con Camara che è un bel martello. Lascia tutto sul campo, anche quando le gambe non girano più. Fino a quando rimane dentro, dà tutta l’anima.

SULEMANA s.v. (dal 41’ s.t.)

VELOSO 5.5 Appiccicato a Cristante, non può, evidentemente, contare sullo stesso passo del centrocampista della Nazionale. Cerca di barcamenarsi con l’esperienza, ma non sempre gli va bene. Tutto sommato, comunque, il suo lo fa. I problemi arrivano nella ripresa quando la benzina comincia a scarseggiare. Diventa poco lucido e sbaglia cose non da lui. Avrebbe bisogno di un turno di stop, per rifiatare.

MAGNANI 6.5 (dal 22’ s.t.) Entra molto bene. Un paio di interventi d’altri tempi.

DEPAOLI 5 Due passi indietro rispetto alle ultime prestazioni, molto positive. Punta raramente l’avversario, che non è un pirla qualsiasi (Karlsdrop). E’ costretto, in particolare nel secondo tempo, a rinculare per tamponare a forza del biondo giallorosso. Dà la sensazione di essere sempre in sofferenza, a mala pena in grado di rimanere a galla.

KALLON 6 Fin da subito si mette in mostra, entrando immediatamente nel vivo della gara e della manovra offensiva gialloblù. Propositivo, sfacciato quanto basta, non se lo fa dire due volte e quando vede lo spazio cerca la conclusione, anche quella più difficile. E’ lui il sacrificato dopo il rosso a Dawidowicz. La scelta di Bocchetti è squisitamente tattica.

LASAGNA 5 (dal 1’ s.t.) Bocchetti lo mette per sfruttare i contropiede. Non ne sfrutta mezzo.

TAMEZE 5.5 E’ troppo grave l’errore che rimette in partita la Roma per sottovalutarlo. Da lì la partita cambia, cambia eccome. Perché i giallorossi, fino a quel momento sono morti e solo una cappella del genere li resuscita. E’ altrettanto un errore non riconoscere la qualità, se per un istante dimentichiamo l’episodio. Gioca dappertutto, attacco centrocampo e difesa, quasi sempre come lui sa fare. Ma il pensiero torna a quella topica clamorosa.

HENRY 4 Continua a essere un oggetto misterioso, totalmente fuori dal contesto. Non riesce mai a farsi trovare pronto, non tiene un pallone, non aiuta la squadra ad alleggerire la pressione della Roma, quando i giallorossi provano a portarla a casa. Tecnicamente sbaglia cose che un giocatore di serie A non può permettersi di sbagliare. E’ obbligatorio che sia sempre lui il titolare?

DJURIC 5.5 (dal 26′ s.t.) Meglio rispetto al francese, ma non abbastanza per essere pericoloso in area.

ALL. BOCCHETTI 6 Il risultato è clamorosamente bugiardo. Il Verona perde immeritatamente, ma le disattenzioni sono state troppe. Così come sarebbe sbagliato negare la direzione di gara disastrosa di Juan Luca Sacchi. I suoi danno tutto, ma la qualità non la compri al supermercato. A tal proposito, mi domando come mai ostinarsi con Henry, che al momento sembra non c’entrare nulla con questa squadra. Sono sette sconfitte consecutive, la terza per Bocchetti. Così sarà una lenta discesa all’inferno.

IL PAGELLONE DI SASSUOLO-VERONA

MONTIPO’ 6 Anche oggi due gol subiti, senza aver colpe. Fin dove può, c’è, è attento. Ma a un certo punto gli attaccanti del Sassuolo sembrano venti e sbucano da ogni zolla del campo. Difficile fare più di così.

HIEN 4.5 E sì che non aveva nemmeno iniziato male, attento quanto bastava. Ma è bastato un lampo di Laurientè, che lo ha scherzato con una facilità disarmante, per farlo andare nel pallone più totale. Nella ripresa c’è Traorè a farlo ammattire. Non ci prova nemmeno a fermarlo e così il Sassuolo sorpassa, senza nemmeno grande fatica. Goffo da far paura.

GUNTER 6 Tra tutti i giocatori del Sassuolo, Pinamonti pare quello meno ispirato. Il merito, probabilmente, è anche suo che lo sovrasta in particolar modo nel gioco aereo. Nulla di che, per carità, ma il suo lo fa.

CECCHERINI 7 La sua miglior partita da quando è a Verona. Pronti e via e segna quasi a sua insaputa, mettendo dentro un cross tutt’altro che irresistibile che nessuno tocca e finisce lento lento alle spalle di Consigli. Salva poi un gol già fatto, con un intervento in area piccola, a dir poco miracoloso. Esce con un cartellino giallo sul groppone.

MAGNANI 6 (dal 67’) Salva su Traorè e rimanda la resa gialloblù.

FARAONI 6 Deve dare una grande mano a Hien, che con Laurientè va costantemente sott’acqua. Si vede che pensa più a curare la fase difensiva che altro. Ed è lui, su Frattesi, nel secondo tempo, a fermare un tiro che aveva fatto urlare al gol i pochi tifosi del Sassuolo al Mapei Stadium. Davanti si vede poco, ma la sua occasione se la crea comunque, costringendo la difesa emiliana agli straordinari.

TAMEZE 6 Primo tempo così così. Ripresa migliore. Cresce, ma è giusto dire che è lontano anni luce dal vero Tameze. Le qualità non si discutono e si intravvedono anche a Reggio Emilia. Ma non basta per spiccare. Prima era la confusione del calcio mercato. Ora l’umore sotto i tacchi. Per diventare vero leader deve saper prendere per mano la squadra in situazioni come questa. Deve tornare a correre come si deve. Così non basta, Adrien.

VELOSO 5.5 Prende subito possesso del centrocampo gialloblù, mettendo in soggezione anche un talento come Frattesi. Però c’è un però. Perché l’energia finisce presto. Evidentemente non tirare il fiato incide sulla sua condizione. Sta dando tutto e anche di più, ma le gambe non lo seguono come dovrebbero. Frattesi si scrolla di dosso i timori reverenziali, senza troppo pensarci su. E lui va in affanno senza riuscire a opporre resistenza.

SULEMANA 6 (dal 76’) Ha la voglia giusta, ma non basta.

DEPAOLI 5.5 Bene in partenza, poi anche lui si perde strada facendo. In fiducia dopo un paio di prestazioni importanti, sembra crederci, ma si inceppa col passare dei minuti, così come tanti compagni di squadra. Astuto nel prendersi qualche fallo, raramente riesce, però, a creare la superiorità numerica. Di cross in mezzo ne mette pochi. E la qualità è quella che è.

VERDI 5.5 Migliore in campo contro il Milan, due passi indietro col Sassuolo. Qualche lampo gli riesce, ma poca cosa per uno con le sue qualità. Qualità che deve saper far viaggiare con continuità, non un giorno sì e l’altro no. Non bene sui calci piazzati: lì deve incidere molto di più, non può permettersi di calciare gli angoli rasoterra dai. Verona è la sua grande occasione, deve esserne cosciente. Il treno, altrimenti, rischia di non passare più.

DJURIC s.v. (dall’84’)

PICCOLI 6 Lo spezzone contro il Milan gli dà fiducia e si vede. Sembra più libero mentalmente e questo incide sulle gambe, più sciolte. Bravo a fare spallate davanti, in un paio di situazioni è prezioso anche dietro. Sfortunato, il fisico lo abbandona, ancora una volta.

KALLON 5.5 (dal 30’) Forse il lampo di Empoli ci ha un po’ illuso. Forse era presto per caricarlo di troppe aspettative. Forse. Fatto sta che ha una grande occasione, ma va un po’ in confusione e non è mai pulito nelle sue giocate. Lo vedi che ce la mette, ma “struca struca” di sostanza ce n’è pochina.

HENRY 4 Fuori dal contesto, fuori dall’idea di gioco di questo Verona. In questo momento sembra essere il giocatore sbagliato nel posto sbagliato. E il problema non è solo tattico, ma anche di qualità tecnica. Perché non riesce a tenere un pallone che sia uno, sbaglia tutto quello che può sbagliare. Non so se sia un equivoco legato al modulo, ma deve trovare la chiave per diventare parte attiva di questo progetto.

LASAGNA 5 (dal 67’) Sbaglia un’occasione clamorosa, più facile da segnare che farsi parare da Consigli. Poi prova a riscattarsi con un bel tiro, ma il portiere del Sassuolo non ci sente e gli sbarra la strada.

ALL. BOCCHETTI 5.5 L’effetto novità, o meglio, il ritorno al passato, sembra già svanito. Eppure la sua squadra parte tremendamente bene. Si trova in vantaggio dopo due minuti. Passano sessanta secondi e potrebbe essere 0-2. E invece si inchina alla qualità del Sassuolo e alla difficoltà di trovare alternative a partita in corso. Ma chi è in infermeria non può essere una scusante per una formazione che, giocando così, ha poche speranze di salvarsi. Serve il furore. Non so come potrà fare per ritrovarlo nel giro di una settimana.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

MONTIPO’ 6.5 Impietrito sull’autogol di Veloso, nel primo tempo non è chiamato a grandi cose. Nella ripresa, il Milan, pur lasciando campo al Verona, riesce a costruire un paio di occasioni interessanti con Rebic prima, con Theo dopo e ancora con Rebic. Lui c’è e non si fa sorprendere. Davanti a Tonali soccombe, privo di difese.

HIEN 6.5 Ha il pericolo pubblico numero uno da tenere, Leao. Gli riesce quasi sempre, tranne in un paio di occasioni nel quale il portoghese si accende. Ma è poca roba rispetto a quello che potrebbe fare e non fa. Il difensore gialloblù ci mette fisico, corsa ed esperienza. Forse la sua miglior prestazione, di grande personalità, da quando è a Verona

GUNTER 6.5 A sinistra, su Diaz, potrebbe soffrire la velocità dell’attaccante milanista, ma è bravo a puntare tutto sul gioco d’anticipo. Non deve faticare nemmeno più di tanto per portarsi a casa la pagnotta. Si gratifica con il gol del pareggio e va vicino alla doppietta con un tiro uscito di un soffio sopra la traversa di Tatarusanu. Mezzo voto in meno perché in occasione dell’1-2 avrebbe potuto stringere per contrastare Tonali, ma è arrivato troppo tardi.

MAGNANI 6.5 Guarda un po’ chi si rivede. Messo ai margini da Cioffi, costretto ad allenarsi a parte, viene ripescato da Bocchetti, anche per le tante assenze dietro, e il risultato è decisamente positivo. Forte come sempre nel gioco aereo, perde solo una volta Giroud, che sbaglia un gol clamoroso. Per il resto, anche quando entra Origi, lascia poca roba ai milanisti.

CABAL 6 (dal 25’ s.t.) Il suo lo ha fatto.

FARAONI 6 Mancava come l’ossigeno a questo gruppo e anche solo averlo in campo è positivo. Poi, certamente non è ancora il Faraoni che a Verona è diventato un giocatore importante. Ma c’è stato, come tutta la squadra. Avanti così.

TAMEZE 6 + Andamento lento per il francese che più che costruire pensa a difendere su Adli, di fatto annullandolo. Manca il suo dinamismo, sempre prezioso nell’accendere l’ardore della squadra, ma le consegne tattiche sono chiare, guardare dietro, non davanti. Gli manca un po’ di gamba, però c’è tanto di lui nel gol del pareggio, con quel bel passaggio, spizzato poi da Depaoli per Gunter. Esce zoppicante, si spera solo per un indolenzimento.

HONGLA 6 (dal 20’ s.t.) Ordinato.

VELOSO 6 C’è lui nei due episodi chiave che, a conti fatti, hanno deciso la partita. E’ sfortunato, ma anche goffo in occasione dell’autogol. Lì serviva più attenzione da uno come lui. Non si fa comunque scalfire e riprende a giocare come sa, dispensando palloni a go-go. E’ sempre lui il cervello del Verona, ma alla tecnica affianca anche una corsa leggera e libera. Le gambe lo lasciano quando Tonali, che potrebbe essere suo nipote, gli va via per il più classico degli inserimenti solitari. Lì è mancato, ahimè.

DEPAOLI 6.5 Conferma di essere in fiducia, aiutato anche dall’ottima prestazione di Salerno, dove ha anche segnato. Ha altre qualità rispetto a Lazovic, ci mancherebbe, però è concreto e ordinato, meno fantasioso ma non meno efficace. E’ bravo, col tacco, a deviarla quanto basta per far arrivare l’assist decisivo per il gol del pari.

VERDI 7 Che bravo sto ragazzo, che partita di qualità. Destro, sinistro, per lui non c’è alcuna differenza. Davanti inventa calcio e raramente fa cose banali. La qualità è alta e finalmente anche le gambe lo aiutano. Certo, fisicamente non è un colosso e qualche contrasto lo perde, ma ci sta. Tutto il resto gli riesce con grandissima facilità.

KALLON 5.5 (dal 25’ s.t.) Deve creare scompiglio nella difesa milanista, ma si inceppa.

HRUSTIC 5.5 Un suo alleggerimento sciagurato e senza senso spalanca un’autostrada per il vantaggio del Milan. Fatica tremendamente a entrare nel gioco e a trovarsi la posizione. Piano piano migliora, sembra più a suo agio, aiuta anche dietro. Va vicino al gol nella ripresa, ma sono sicuro che possa fare molto meglio di così.

PICCOLI 6 + (dal 10’ s.t.) Dentro da un paio di minuti, prende subito una traversa, a Tatarusanu praticamente mummificato. Poi ancora un paio di occasioni interessanti, ma non è fortunato

HENRY 5.5 Un po’ meglio rispetto alle ultime, più voglioso e determinato nell’andare a cercare un posto al sole. Ma sono tanti i palloni che fatica a tenere per dare una mano alla squadra a portare su il baricentro e rifiatare. Una cosa è giusta dirla, di cross non gliene arriva mezzo di decente per il suo testone.

DJURIC 5.5 (dal 20’ s.t.) Si butta nella mischia, ma ne prende poche.

ALL. BOCCHETTI 6.5 Una cosa ha fatto, ha tolto ogni equivoco tattico. Quello che aveva dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione, lo ha mantenuto: uomo contro uomo, corsa, agonismo e cuore. Ha toccato le corde giuste dei suoi ragazzi, più da un punto di vista motivazionale, non poteva fare molto altro. Ha ripreso un discorso che Cioffi aveva provato a fare suo, ma non sempre con convinzione. Questo Verona, con questo atteggiamento, può assolutamente salvarsi e non deve avere paura di farlo.

IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE

MONTIPO’ 7 Se dimentichiamo il piccolo infarto che fa prendere ai tifosi dopo un paio di minuti, tardando il rilancio in avanti, ancora una gran bella prestazione. Para bene, da distanza ravvicinata e da lontano. Sui gol, francamente, non poteva nulla. Eppure ci saranno i soliti che lo condanneranno.

HIEN 5+ Una partita discreta, appiccicato per lunghi minuti su Success. Non si accorge, evidentemente, che a un certo punto in campo entra Beto. Lo perde di vista (ma non è il solo) e l’attaccante bianconero fa quello che gli riesce meglio: segna. Alcune cose ancora gli sfuggono, deve lavorarci tanto.

GUNTER 5.5 Anche lui si vede sparire da sotto il naso Beto, distratto da Deulofeu che, con una magia, mette il guineense solo davanti alla porta, per il pari. Eppure, fin lì, non aveva fatto brutta figura. Ma nel momento decisivo è mancato.

CECCHERINI 5 Al 93’, quando bisogna dare tutto quello che rimane in corpo, lascia saltare Bijol del tutto indisturbato in area di rigore, per il più facile dei gol. Non credo ci sia molto altro da aggiungere.

LAZOVIC 6 Ha il suo bel da fare a tenere Udogie che, quando si innesca, è una furia. Pensa soprattutto a difendere, dimenticando, per necessità, di essere un fantasista di fascia. Già la fascia, quella destra, dove torna dopo anni di militanza a sinistra. Mica facile. Eppure dal suo piede parte il cross che porterà al gol di Doig. Il suo, Darko lo fa sempre.

HRUSTIC s.v. (dal 73’)

TAMEZE 6.5 Pare un altro, lo si capisce già dopo un paio di minuti. Come se i pensieri torvi avessero finalmente smesso di assillarlo. Ritorna la sua grande qualità, accompagnata dalla saggezza tattica quando va ad aiutare Lazovic a tenere Udogie. Gli manca ancora lo step finale per tornare a essere devastante, ma quello arriverà, non può essere diversamente.

VELOSO 7 Parafrasando Nino Castelnuovo, che anni fa pubblicizzava un olio saltando la staccionata “36 anni e non sentirli”. In questo momento insostituibile. Dentro ogni azione del Verona, ha la forza di un ragazzino e la stessa qualità di sempre. Tutto passa dai suoi piedi e dal suo cervello. La nota ancora più positiva sta tutta nella tenuta fisica, migliore rispetto alle ultime uscite. Non si può farne a meno.

DOIG 7 Pare che sia diventata una consuetudine che segni al Bentegodi. Si ripete dopo il gol vittoria alla Sampdoria, ma questa volta non basta per la vittoria. Al di là di questo, nel primo tempo è indemoniato e i bianconeri non hanno i mezzi per fermarlo. Ha velocità impressionante, ma anche grande controllo della palla. I cross piovono a grappolo, ma con poca fortuna. Tira leggermente il fiato nella ripresa, ma senza risparmiarsi. Esce stremato.

LASAGNA s.v. (dall’83’)

VERDI 6 Primo tempo così così, secondo tempo decisamente meglio. Vero, va a sprazzi, ma quegli sprazzi hanno dato buone indicazioni. Belli i fraseggi soprattutto con Lazovic, col quale parla la stessa lingua calcistica. Ha bisogno di trovare la condizione migliore e può farlo solo giocando. La strada, secondo me, è quella giusta.

DEPAOLI s.v. (dal 73’)

PICCOLI 4.5 Lento, impacciato e statico. Non puoi pensare che il pallone ti arrivi sempre sui piedi. Sarà che è rimasto fuori parecchio, ma è sembrato decisamente fuori contesto. Serve molto di più per meritarsi questa maglia da titolare, anche perché lasciare fuori Kallon, dopo quello che ha fatto vedere, è sempre più un azzardo.

KALLON 5.5 (dal 62’) Invocato per lunghi tratti, non risponde presente all’appello di classe.

HENRY 5 Fa un po’ di più del suo compagno di reparto, ma non abbastanza per lasciare il segno. Ha bisogno di palloni alti, dicono. Sarà anche vero, ma lo spartito non può essere sempre lo stesso. Altrimenti rischi di finire fuori dal gioco. Come gli sta accadendo da un paio di partite a questa parte.

DJURIC s.v. (dall’83’)

ALL. CIOFFI 5 Era una partita da vincere o, quantomeno, da non perdere. Il Verona risponde tutto sommato presente nel primo tempo. Ma la ripresa si fa schiacciare troppo da un’Udinese pur forte, ma tanto agevolata dall’inconsistenza gialloblà. Mancano le forze e manca l’identità. La formazione di Sottil è una squadra, il Verona no. E’ sempre a metà del guado, tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere. E ancora non si è capito cosa.

IL PAGELLONE DI FIORENTINA-VERONA

MONTIPO’ 8 Solo merito suo se il Verona esce dal Franchi con due soli gol sul groppone. Salva su Venuti, para il rigore del 2-0 di Biraghi il 2-0 e si supera nel secondo tempo volando, a mano aperta, su una prodezza balistica da fuori di Bonaventura. Chiude, per l’ennesima volta, la bocca di tutti quelli che non perdono occasione per bastonarlo, come se non aspettassero altro. Ma, d’altra parte, si sa, tutti sono fini intenditori di calcio in Italia.

HIEN 5 + Un primo tempo inguardabile, sempre sbertucciato dal giovane Sottil. Qualcosina di meglio nella ripresa, un po’ più attento e un po’ più deciso negli interventi. Ma colpisce il fatto che si faccia spesso saltare in velocità, lui che non sembra certo uno lento.

GUNTER 6 Il meno peggio della difesa, riesce a strappare la sufficienza pur con qualche difficoltà. Bene quando deve contenere, così così quando prova a impostare da dietro. Le cose gli riesce a fasi alterne.

COPPOLA 4 Niente da salvare per il giovane difensore gialloblù. Ikonè lo fa impazzire ad ogni giocata. Gli va via in maniera fin troppo facile in occasione del gol. Ma al di là del vantaggio, la differenza tra i due è schiacciante. E’ lui a stendere, ingenuamente, Kouamè in area, per il più lampante dei calci di rigore. E’ il prezzo da pagare con un ragazzino giovane come lui.

DAWIDOWICZ 5.5 (dal 46’) Un secondo tempo attento, giocato di esperienza. Non corre rischi fino ai minuti finali, quando si fa fregare sul tempo da Gonzalez per il 2-0 conclusivo.

DEPAOLI 4 Un errore dietro l’altro, tanti pallone giocati male e pensati peggio. Non è il singolo sbaglio che fa arrabbiare, ma la mancanza di volontà nel recuperare. Non mette in mezzo un pallone giocabile, non va una volta sul fondo, non salta mai l’avversario, non crea superiorità numerica. Era necessario lasciare fuori Terraciano?

TAMEZE 4 Lo abbiamo invocato a lungo, ben consapevoli di quanti ci abbia fatto innamorare delle sue qualità. Cioffi ce lo ha fatto vedere e forse aveva ragione lui a non farlo giocare dal primo minuto. Troppo brutto per essere vero, svogliato, confuso e mai capace di recuperare ad almeno uno dei suoi tanti errori. Si ritrovi velocemente di testa, perché se vuole andare via, in queste condizioni pochi ci faranno un pensierino.

VELOSO 6.5 (dal 54’) Il vecchio capitano mette in fila tanti ragazzini, non solo nel Verona, ma in tutto il campionato di serie A. Un leone che non molla mai. Un errore lasciarlo fuori.

ILIC 6 Si salva, in mezzo alle macerie di un Verona che fa un passo avanti e tre indietro. Nella pochezza di idee, in particolare modo di Tameze, si prende sulle spalle, o almeno ci prova, la manovra gialloblù. Qualche lampo di tecnica, che non gli manca, ma fatica ad arrivare alla giocata decisiva. Nella ripresa, aiutato anche dal capitano, ce la mette tutta, ma il risultato parla chiaro.

LAZOVIC 4.5 Sappiamo tutti che questo non è il Darko che conosciamo. Una partita storta può anche starci, ma è l’atteggiamento che delude e preoccupa. Perché, essendo uno dei senatori, deve sempre mettere qualcosa in più, comunque vadano le cose. Non si può accettare una resa del genere, moralmente parlando. Poi tecnicamente si può sempre discutere, per carità. Ma da quel punto di vista non ne azzecca mezza.

HRUSTIC 4 Ci impiega venticinque minuti a toccare il primo pallone, dando segni della sua presenza, fino a quel momento nulla. Questo non cambia comunque una prestazione deludente, per le tante aspettative che c’erano sull’australiano, apparso fuori forma e fuori contesto. Non riesce a trovare la posizione, mandando in confusione anche i due davanti.

VERDI 5 (dal 60’) Non è in condizione, e si vede.

LASAGNA 5 Altra occasione sciupata. Seppur sia più dentro la partita rispetto ad Henry, sbaglia tantissimo, anche le cose più banali. Sfortunato quando si trova una buona occasione in piena area di rigore, ma è costretto a calciare di destro, sbucciando. Ha avuto fin qui la possibilità di provarci. Forse è il momento che vengano fatte altre scelte.

KALLON 6 (dal 54’) Non può non giocare dal primo minuto, non condivido l’idea che possa essere solo uno “spaccapartite”. In trentacinque minuti ha detto molto di più dei compagni di reparto fino a quel momento in campo. Sua l’unica vera occasione del Verona, se di occasione possiamo parlare.

HENRY 4.5 Seconda partita di fila in cui marca visita, inspiegabilmente. Lento al limite dell’immobilità, fa molta più fatica di Lasagna, che pur non splende. Non tiene un pallone che sia uno, rendendo impossibile il compito della squadra di risalire, alleggerendo la pressione della Fiorentina. Segna un gol in evidente fuorigioco e anche in quella situazione sbaglia totalmente il movimento, prestando poca attenzione a ciò che gli succede intorno.

DJURIC 5.5 (dal 70’) Prova a metterci il capoccione, ma non ci arriva.

ALL. CIOFFI 4.5 La squadra inizia tutto sommato in maniera incoraggiante. Quando va sotto, però, sparisce dal campo. E il problema non può essere solo tecnico. Mentalmente questa squadra non c’è. O quantomeno, finora c’è stata a fasi alterne. Impossibile tenere fuori Veloso. Impossibile tenere dentro Lasagna. Inspiegabile continuare a cambiare le posizioni dei difensori, soprattutto del giovane Coppola. Servono certezze. Al momento non se ne vedono. Preoccupa l’atteggiamento, non una qualità che si fa fatica a trovare. Deve incidere lui adesso. Questa è la squadra, non ci sono più scuse.

IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

MONTIPO’ 7.5 Migliore in campo, per distacco. Nel primo tempo un miracolo (aiutato dal palo) su una botta tremenda da fuori di Basic. Nella ripresa, bravo in uscita su Immobile, lanciato verso la porta. Tiene a galla il Verona fino alla fine, salvando su Cancellieri, illuso di trovare il gol dell’ex. Impossibile fare qualcosa di più sul gol di Luis Alberto. Una risposta a chi lo critica sempre e comunque.

CECCHERINI 5 Pomeriggio da incubo per il Cecche, che riesce davvero poco davanti al suo ex compagno, Zaccagni. L’attaccante della Lazio gli va via una volta sì e l’altra pure. In velocità lo scontro è decisamente impari. Sulla qualità è ovvio che non ci sia gara. Questa volta non riesce a limitare i danni con la grinta.

CABAL 5.5 (dal 60’) Come un marziano catapultato di colpo sulla terra

HIEN 5 + Un primo tempo praticamente perfetto. Prende le misure al millimetro su Immobile, al quale non resta che protestare per qualsiasi cosa gli passi per la testa. Sbaglia però nei momenti chiave, ovviamente in occasione del gol del vantaggio biancoceleste. Si fa fare un backdoor da Immobile (decimo gol in carriera contro il Verona) che di testa trova la più facile delle reti. Di lì in poi tanti altri errori forse più di stanchezza che altro.

COPPOLA 6 Bene fino a quando gioca a sinistra. Amministra senza soffrire e aiuta la squadra a rimanere alta. Le cose cambiano, e non poco, quando viene costretto a passare a destra a prendersi cura di Zaccagni. Che, come con Ceccherini, non ha pietà e lo lascia spesso e volentieri sul posto. Si becca un cartellino proprio al primo incontro ravvicinato con Zac e da lì alla fine è costretto a giocare con la paura del rosso.

TERRACIANO 6 Conferma quanto di buono ha fatto vedere sin qui. Personalità a pacchi e capacità di interpretare nel migliore dei modi le indicazioni di mister Cioffi. Questa volta il compito è tenere a bada uno come Marusic. Ci riesce. Forse avrebbe dovuto aiutare un Ceccherini in difficoltà. Tra le altre cose, sfiora l’eurogol da centrocampo.

DEPAOLI 5.5 (dal 60’) Ha sui piedi un paio di palloni interessanti. Non li gestisce come avrebbe dovuto fare.

VELOSO 6.5 Di fronte a un centrocampo tecnico e dinamico come quella laziale lui risponde gonfiando il petto e mettendo insieme, ancora una volta, una grande prestazione. In costruzione e in interdizione. Solo un problema allo stomaco riesce a metterlo ko e a costringerlo a uscire prima che finisca il primo tempo.

TAMEZE 6 (dal 35’) Anche mezzo acciaccato è comunque sempre uno dei migliori. Prende il posto di capitan Veloso e la qualità rimane la stessa.

ILIC 6 Non è facile giocare davanti a un centrocampo come quello della Lazio. Eppure rimane bene in partita, anche se non è esente da errori. Meglio quando di fianco ha Tameze, che gli consente uno scarico di responsabilità difensive. Peccato per la grande occasione per pareggiare. Fa tutto bene in area di rigore, ma il tiro parato da Provedel gli esce troppo centrale.

DOIG 6 Rovina una buona partita, comunque non all’altezza di quanto visto contro la Samp, con un errore che dà il la al gol della Lazio. Peccato, perché fin lì aveva comunque dato buone sensazioni, facendo vedere ottima corsa, ma anche intelligenza tattica. Indubbiamente più attaccante che difensore, deve migliorare soprattutto in questo aspetto. Non molla comunque di un centimetro, seppur stremato, quando nei minuti finale aiuta la squadra a riprenderla.

LAZOVIC 6.5 Questa volta più che inventare viene incaricato di annullare l’avversario. Nella fattispecie Marcos Antonio. Missione, direi, compiuta visto che il centrocampista laziale non vede palla, mandando in frantumi le velleità di palleggio di Sarri. Vero, qualcosa ha sacrificato in fase offensiva, ma per Lazo ancora un’ottima figura.

HRUSTIC 5 (dal 70’) Poca roba, sembra molto indietro di condizione.

LASAGNA 5 Una grande occasione in settanta minuti di partita, sprecata malamente anche se, a sua difesa, va detto che gli capita sul destro. Ma a questi livelli devi fare meglio. Prova a innescarsi, ma gli capita spesso di inciampare da solo, nelle sue intenzioni. Continuo a non capire il suo linguaggio del corpo, che tradisce spesso una passività che non mi piace.

KALLON 6 (dal 70’) Prova a dare la scossa, ma i compagni non colgono.

HENRY 5 A differenza di Lasagna, di occasioni ne ha due: una si stampa sulla parte della traversa, l’altra la ciabatta goffamente, da posizione ottima. Questa volta gli manca anche la solita grinta vista fin qui. Quando si trova a gestire i palloni bassi, zoppica. A livello del testone non gli arriva nulla.

ALL. CIOFFI 6 Non sono di quelli che buttava via il bambino, con la proverbiale acqua sporca. Perché fino al gol a me il Verona è piaciuto, per voglia di andare a prendere alta la Lazio, con aggressività e senza paura. La differenza l’ha fatta la qualità. Dopo il vantaggio della squadra di Sarri, però, i suoi si perdono. Su questo deve lavorare, parecchio. Forse anche sui cambi avrebbe potuto fare meglio. Ma detto seduto davanti al computer è fin troppo facile.