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IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

SILVESTRI 6.5 Due belle parate, nel primo tempo su Hakimi, nella ripresa, sull’unica testimonianza di vita di Lautaro. I compagni difendono bene e gli evitano pensieri più del dovuto. Sul gol di Darmian, lasciato colpevolmente solo sulla destra, non può davvero fare nulla.

CECCHERINI 6 Non deve fare gli straordinari per limitare Lautaro, corpo estraneo nel primo tempo nerazzurro. Non avendo grossi grattacapi dietro, prova anche a dare una mano ai compagni in fase di costruzione di gioco da centrocampo in su. Si prende un cartellino giallo per un brutto fallo sull’attaccante argentino e, per non rischiare, Juric lo lascia negli spogliatoi quando riprende la gara.

DAWIDOWICZ 6 (dal 46′) E’ in grande condizione fisica, lo dimostra sin dai primi secondi che viene mandato in campo. L’Inter gli dà la possibilità di spingersi in avanti, ma gli capita di fermarsi sul più bello, perché, in fondo, i piedi sono quelli. Lui, comunque, non si tira mai indietro.

MAGNANI 7 Già nella partita d’andata aveva annullato Lukaku. Si è ripetuto a San Siro, facendo passare 45 minuti da incubo al campione nerazzurro. Lo batte in velocità, ma anche fisicamente. Esemplare uno “spalla a spalla” nel quale il bomber di Conte è finito lungo per terra. Ammonito nell’unica circostanza in cui Lukaku rischiava di andargli via. Rimane negli spogliatoi dopo l’intervallo, anche per un colpo al ginocchio.

GUNTER 6.5 (dal 46′) Magnani aveva fatto grandi cose. Lui non lo ha fatto rimpiangere, lasciando a Lukaku solo la presenza in campo per gli almanacchi. Sicurezza in ogni giocata.

DIMARCO 6.5 Quando giochi contro chi detiene il cartellino, ma ti spedisce a destra e sinistra, evidentemente non credendo nelle tue qualità, hai sempre voglia di dimostrare qualcosa in più, senti di doverti prendere delle rivincite. E lui lo fa, con una prestazione molto attenta dietro, ma anche intraprendente a ridosso dell’area di rigore nerazzurra. Ha un grandissima occasione, ma non gli va bene. Il Verona in lui crede e spero lo dimostri a fine campionato.

UDOGIE 6 (dal 72′) Grandissima personalità per il ragazzino, riassunto in un bellissimo contrasto con Barella, vinto dal gialloblù. Non ha paura di nessuno.

FARAONI 7 Una gran partita del capitano, come sempre preziosissimo anche quando non ha il pallone tra i piedi. E quando è lui a dover portare su i suoi, lo fa con grande qualità. Abisso, che prende un abbaglio che definire clamoroso è riduttivo, gli annulla il meritatissimo gol del pareggio. La colpisce di spalla, facendo fare una figuraccia ad Handanovic.

TAMEZE 6 Una partita di grande sostanza, in un centrocampo che, sopratutto nel primo tempo, la fa girare molto bene, senza patire la grande forza fisica dei nerazzurri. E’ generoso in fase di copertura, ma le energie non sono quelle dei tempi migliori. Esce stremato, condizionato da un risentimento muscolare al bicipite femorale della coscia destra.

SALCEDO 5.5 (dal 65′) Con Faraoni che deve tagliare verso il centro del campo, lui non scala su Darmian, lasciato imperdonabilmente solo sulla sinistra. L’esterno ha una prateria per andare a segnare.

ILIC 6+ più preciso e dentro al gioco rispetto alla gara contro la Fiorentina, in cui aveva giocato un po’ a nascondino. Contro l’Inter non si tira indietro e gestisce tantissimi palloni in maniera forse un po’ troppo scolastica. Nella giocata ravvicinata è a suo agio. Gli manca sempre il lampo, il cambio di campo, l’imbeccata che liberi il compagno. Ma il diamante c’è. E’ grezzo, ma se  lavorato potrà brillare. Chissà se a Verona o altrove.

LAZOVIC 6 Non è splendido splendente, ma rimane un punto di riferimento per i suoi compagni. Gli attacchi del Verona passano spesso dai suoi piedi. Ha una buonissima occasione nel primo tempo, ma calcia troppo alto, forse spaventato dal contrasto del difensore nerazzurro di turno.

BARAK 6 I tempi spumeggianti si sono fermati a qualche settimana fa. Ma dalla sua ha ancora la grande forza fisica. Vince tantissimi contrasti e non paga pegno davanti alla grande prestanza dei nerazzurri. Juric lo lascia abbastanza libero e spesso si cambia di posizione con Bessa. Nell’area di rigore piccola si trova anche il pallone buono per segnare. Non era facile, e la spara alta

BESSA 6+ Parte molto bene, con la solita qualità. Mi piace il mondo col quale interpreta il ruolo, quasi da regista “laterale”. Sbaglia, però, qualche triangolazione di troppo e, si sa, sono sempre state la forza degli schemi offensivi gialloblù. Zaccagni non sta benissimo, e Juric continua con lui un percorso che, a rigor di logica, guarda al futuro del Verona

COLLEY s.v. (dal 77′)

LASAGNA 5.5 A volte dà l’impressione di essere un po’ spaesato, quasi fosse catapultato in campo all’improvviso, a sua insaputa. In un paio di situazioni mi ha colpito lo sguardo quasi intimorito, forse sconsolato. Perché mi pare evidente che giochi con grande pressione, anche perché probabilmente sta cercando di assimilare le idee di Juric, che sta provando a cambiargli caratteristiche. Cerchi di essere più leggero, perché le qualità le ha.

ALL. JURIC 7 L’ennesima risposta a tutti i subdoli osservatori da salotto che parlavano di un Verona ormai disinteressato. Sembra il Verona la squadra che sta lottando per lo scudetto, non certo l’Inter. I suoi sono belli, come vuole lui, ma ancora poco concreti. Ma, come si sa, la qualità non te la puoi inventare. La soddisfazione di un pareggio gliela nega solo Abisso, con la complicità del Var, gestito da Nasca.

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