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IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

PANDUR s.v. Ma che voto bisogna dare a un portiere che non ha dovuto fare una parata che sia una? Spettatore non pagante.

BERARDI 7 (dal 64′) Mezzo voto in più perché in una situazione del genere gli sarebbero potuto tremare le gambe. E invece sta bene tra i pali e fa anche un paio di belle parate. Bravo, questa salvezza è anche tua.

CECCHERINI 7 Grande partita del difensore toscano, che dalle sue parti se la deve vedere soprattutto con Insigne. Attento e concentrato, non si lascia fregare dai trucchetti del fantasista campano, che non ne prende una di decente, se non un bel tiro finito fuori di poco. Solito indomito lottatore, lascia il campo stremato.

LOVATO 6 (dal 76′) Aiuta i compagni a concludere alla grande un campionato stratosferico.

GUNTER 7.5 Saranno i capelli decolorati, fatto sta che imbrocca probabilmente la miglior partita della stagione. Un cecchino su Osimhen: lo fa letteralmente sparire dal campo, che sia palla a terra o nel gioco aereo. Suo, tra l’altro, il bellissimo lancio che si trasforma nell’assist che porta al gol di Faraoni.

DIMARCO 7 Con tutta probabilità questa è stata la sua ultima partita con la maglia del Verona. E ha voluto concludere alla grande, come d’altra parte ci ha abituato per tutta la stagione. Bellissimo da vedere le sue sgroppate che per lunghi tratti lo hanno fatto diventare un attaccante aggiunto. Arrivato a Verona come diamante grezzo, torna all’Inter con 18 carati in più.

FARAONI 7 In un mondo di calciatori che alla prima partita imbroccata valgono 100 milioni di euro, lui è il più sottovalutato, l'”underdog”, come lo chiamano negli Stati Uniti. Segna un gol bellissimo, difficilissimo, che manda fa saltare i nervi a tutto lo staff napoletano. Un giocatore eccezionale, silenzioso, insostituibile.

RUEGG 6 (dal 76′) Uno spezzone non banale.

DAWIDOWICZ 6 Si piazza davanti alla difesa, nel tentativo di bloccare le avanzate napoletane. Ci mette il fisico e regge senza affanno, complice anche la pochezza della squadra di casa. Come sempre generoso, a volte va anche un po’ oltre e infatti si becca il giallo per un intervento da lotta greco-romana su Lozano. Esce poco prima dell’intervallo per un guaio fisico.

UDOGIE 7 (dal 41′) 28 novembre 2002: è l’anno di nascita di Destiny. 18 anni e una carriera che si preannuncia davvero interessante. Prende il posto di Dawidowicz e si piazza in mezzo al campo come se fosse un senior. Una personalità clamorosa. Non si limita a rompere il fragile gioco del Napoli, ma è tra i primi a far ripartire la squadra. Applausi a scena aperta.

ILIC 7 Anche lui, come Dimarco, tornerà alla casa madre, il Manchester City. E se negli occhi rimarrà quest’ultima partita, in Inghilterra possono festeggiare. Bravissimo a dirigere il centrocampo con enorme visione di gioco, con (non consueta per lui) propensione offensiva. Di strada ne deve fare ovviamente tanto, ma sul ragazzino Juric ha fatto una grande lavoro. In bocca al lupo per il futuro, giovanotto.

LAZOVIC 7 A parte che salva un gol fatto sulla linea di porta, ma oltre a questo, è tirato a malta fina, lì sulla sinistra. Il menù della casa è il solito, i fraseggi a tre con Zaccagni e Dimarco e il resto è storia nota. Spero che rimanga e che il fisico lo sorregga più di quello che ha fatto questa stagione.

BESSA 7+ Lampi di classe cristallina, alimentata da una qualità tecnica che mai è stata in discussione. E’ un regista offensivo che dispensa palloni telecomandati e al Diego Armando Maradona si è messo in mostra anche con la corsa e il pressing che sono gli aspetti sui quali deve lavorare di più. Di lui il Verona non deve privarsi, soprattutto se partirà Zaccagni. Grandissima partita, Daniel.

ZACCAGNI 7 Per lunghi tratti in questo girone di ritorno lo abbiamo visto un po’ appannato. Non che avesse mollato, ma forse dopo una prima parte di campionato stellare, le motivazioni erano un po’ calate. Contro quella che si vocifera essere la sua prossima squadra, torna a splendere in maniera accecante e anche lui contribuisce a lasciare fuori il Napoli dalla Champions. Ha tutti i numeri per trovare fortuna anche lontano da Verona. Se così sarà.

KALINIC 5.5 Ha una grandissima occasione in area di rigore, ma cincischia quel tanto che basta per vanificare tutto: sarebbe bastato un appoggio a Lazovic, solo a pochi centimetri, per trovare il gol. Si dà un gran da fare, ma di soluzioni fatica a trovarne. Comunque, come detto da Juric, il Verona dovrebbe puntare su di lui anche la prossima stagione.

LASAGNA 6 (dal 63′) Fa a sportellate, prova a tenere su qualche pallone. Tutto sommato il suo prova a farlo.

ALL. JURIC 10 Secondo il copione prestabilito del calcio italiano, nel quale la sportività sembra una creatura mitologica della quale si tramanda la leggenda, il suo Verona a Napoli avrebbe dovuto fare la vittima sacrificale. E invece non è andata così, i suoi ragazzi ce l’hanno messa tutta, smascherando la pochezza del Napoli, che se rimane fuori dalla Champions deve fare solo mea culpa. Nell’intervista a Sky non accetta una domanda di Ugolini che sembra insinuare un atteggiamento inaspettatamente guerriero del Verona. Si incazza come una bestia e manda tutti a quel paese. Se andrai via, Ivan, mi mancherai tremendamente, non sai quanto.

3 commenti - 1.400 visite Commenta

ciccio2

juric 10–, perché puoi dire la stessa cosa che hai detto (davanti ad una domanda SICURAMENTE tendenziosa e poi ripetuta a juric e dopo che è andato via..denotando una non conoscenza delle partite del verona. Forse solo a Crotone abbiamo non giocato) in modo meno arrabbiato. Questi credono di aver ragione solo perché il mister ha lasciato l’intervista.

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giovanni.vitacchio

Il Mister è stato attaccato per tutta la partita dallo staff del Napoli, “colpevole” di troppo impegno della sua squadra. Durante l’intervallo c’è stata una mezza aggressione. E’ normale che alla prima domanda, che insinua cose sbagliate, ti parta la brocca. Ha fatto bene, perché ha difeso il suo lavoro. Se i partenopei non sono andati in Champions, la colpa non è certamente del Verona, ma di una povertà di gioco e idee. Dove sta scritto che l’Hellas avrebbe dovuto scansarsi? La sportività in questo paese è pari a una creatura mitologica, se ne parla solo in caso di rari avvistamenti. Ecco, evidentemente Juric è come Big Foot, un mito popolare.

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rino

Io sono d’accordo con Ciccio2, tanto più se come scrive Giovanni Juric è stato infastidito per tutta la partita da quei galantuomini di Napoletani. Ossia, capisco la reazione, ma siccome sei una persona pubblica ed intelligente, sarebbe stato meglio non farsi prendere dalla rabbia e rispondere pacatamente mettendo in chiaro la verità, così avrebbero veramente fatto una figura di m—Sky e i Napoletani stizziti. Invece agli occhi della maggior parte la figura di M…l’ha fatta Juric e di conseguenza il Verona, perchè nessuno ha ben capito cosa è veramente accaduto (se non lo spieghi, noi non eravamo in panchina a Nabule…)

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