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COSA CAMBIA DA BENITO A FIDEL

 


Cosa cambia da Benito a Fidel? Anzitutto la durata: noi ce la siamo cavata in un Ventennio, loro invece, i cubani, ci sono ancora dentro dopo cinquant’anni. Cambia che di Castro si può dire che è “una figura controversa” o “comunque lo si voglia giudicare – afferma Bertinotti – resta un grande protagonista della storia”. E Mussolini, comunque lo si voglia giudicare, resta un grande protagonista della storia? No, di Benito è vietato dirlo. Lo ha vietato lo stesso Gianfranco Fini con la sua definizione tombale: “Il fascismo è male assoluto”. Una condanna così netta che nessuno a sinistra a mai pronunciato nei confronti del comunismo.

Cambia che su Fidel si può dare un giudizio a luci e ombre, mentre per Benito devono esserci solo le ombre ( perchè è chiaro che il “male assoluto” non poteva nemmeno far arrivare i treni in orario…). La vera differenza è che una cultura ancora dominante nel nostro Paese non ha dubbi nel condannare, senza se e senza ma, le dittature di destra mentre tende a giustificare quelle di sinistra. Magari alla luce dei buoni propositi. Della serie: il comunismo sì, è vero che poi è degenerato, ma si proponeva di liberare gli oppressi e instaurare la giustizia sociale…Senza rendersi conto che i buoni propositi, se mai, sono un’aggravante delle dittature di sinistra rispetto a quelle di destra: nel senso che entrambe hanno ridotto il popolo in miseria e schiavitù; ma le prime, le dittature di sinistra, lo hanno anche preso in giro promettendogli di liberarlo…

Gli storici anglosassoni non hanno mai fatto differenze tra nazifascismo e comunismo, accomunandoli nell’unica definizione di “totalitarismi”.

Tornando a Fidel c’è ancora chi esibisce in sua difesa i risultati ottenuti dalla dittatura castrista sul fronte dell’istruzione e della sanità. Come se tutte le dittature (comprese quelle di Stalin e di Hitler) non puntino sempre su un programma sociale. Come se Mussolini non abbia anche lui promosso l’istruzione (con la grande riforma scolastica di Gentile) o istituito le pensioni o bonificato l’Agro Pontino. O fatto la guerra in Eritrea ed Etiopia esattamente come l’ha fatta Fidel in Angola e Mozambico!

Con la differenza che Benito era sincero e diceva di voler conquistare l’impero per gli italiani, mentre Fidel si travestiva da pia dama della San Vincenzo e raccontava che l’esercito cubano andava a “liberare” quelle popolazioni…

L’ultima differenza è che Castro ha vissuto abbastanza per assistere all’implosione del suo mito, per vedere il crollo di una rivoluzione cubana ridotta ad elargire stipendi da 18 dollari al mese; che oggi con il passaggio delle consegne a Raul ha come primo obiettivo quello di riuscire a “dar da mangiare alle masse” (vedi titolo di oggi su Repubblica).

Mussolini, come conseguenza della scelta di gettarci nella tragedia immane della guerra, è morto prima dell’implosione altrettanto inevitabile della sua rivoluzione. Dico inevitabile perchè abbiamo l’esempio del franchismo che non è entrato in guerra ed è durato impoverendo sempre di più la Spagna ed emarginandola dal mondo occidentale. Una Spagna che solo dopo l’abdicazione di Franco, con la democrazia e il libero mercato, ha imboccato la via della crescita economica e della modernità.

 

 

 

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