Presi come siamo in questi giorni dal dibattito attorno alle “liste pulite”, quasi non abbiamo recepito la gravità dell’ultimo rapporto della commissione antimafia che ha paragonato la ‘ndrangheta ad Al Qaeda. Nel senso che, come l’organizzazione terroristica islamica ha ramificazioni dovunque e dovunque è in grado di colpire, così la nostra criminalità organizzata non è più un fenomeno circoscritto all’Italia: ha le sue radici storiche e consolidate in vaste aree del nostro Mezzogiorno, dove il suo controllo è totale. E questa è la sua base da dove si diparte per gestire traffici illeciti e colpire in altri Paesi europei. Tant’è che l’esplosiva faida interna del luglio scorso è scoppiata ed ha investito la Germania a Duisburg
La base, il nucleo del tumore maligno, da dove si originano le metastasi che stanno infettando i Paesi stranieri, sono appunto le regioni del Sud che tutti sappiamo: Campania, Calabria, Sicilia, Puglia.
Noi siamo molto preoccupati per le liste pulite (stanca riedizione moralistica del “partito dalle mani pulite” rivendicato trent’anni fa da Enrico Berlinguer). L’Europa invece è molto preoccupata dalla ‘ndrangheta che, grazie alla forza e alle risorse che derivano dal controllo di questo pezzo d’Italia, va a colpire a Dusseldorf piuttosto che a Monaco di Baviera.
E proprio la Germania – mi hanno spiegato – vedrebbe con favore la secessione del Centronord dal Sud d’Italia. La vedrebbe come una “amputazione” necessaria ad evitare che la cancrena della ‘ndrangheta dilaghi, non tanto nel resto del nostro Paese, quanto nel resto d’Europa.
Encomiabile l’impegno di Di Pietro, Veltroni, Fini e Bondi per le liste pulite. Sperando che arrivino a convincersi però che la pulizia vera e seria da fare sarebbe ben altra…E bel altra anche la campagna elettorale se affrontasse problemi angoscianti come la liberazione del Sud dalla criminalità.
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