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DA BOLZANETO A GUANTANAMO

 


Da Bolzaneto a Guantanamo il passo è breve. Anzi non c’è nessuna distanza né differenza: sono la stessa cosa. Così scrive oggi in prima pagina il quotidiano Il Manifesto. E, cosa ancora più grave, mette questa affermazione in bocca ai magistrati. Sarebbero stati loro, i pubblici ministeri del processo di Genova a definire Bolzaneto la “Guantanamo italiana”.

Ora sembra ormai assodato che nella caserma genovese alcuni tutori dell’ordine hanno avuto dei comportamenti illegali picchiando e minacciando i no global fermati dopo i disordini e le violenze al G8. Ma nella famigerata prigione americana, dove sono detenuti gli islamici accusati di terrorismo, ci sono prassi nemmeno lontanamente paragonabili: negli interrogatori si usa la tecnica dell’affogamento. Al punto che anche il repubblicano McCain, da ex prigioniero di guerra torturato dai vietcong,ha espresso la sua più totale condanna.

Dunque ci vuole davvero una fantasia sfrenata per pensare che i no global siano stati torturati come i terroristi islamici. Oppure bisogna essere accecati dalle pregiudiziali ideologiche. Le stesse pregiudiziali che, se c’è da fare un accostamento con una detenzione che violi i diritti umani, nemmeno prendono in considerazione un carcere cinese o iraniano (li avete visti i detenuti impiccati a grappoli alle gru dopo i processi islamici?…), perchè il credo ideologico li spinge subito ad andare verso il “Grande Satana”, cioè verso gli Stati Uniti.

Ma l’ideologia rende appunto ciechi, incapaci di esaminare la realtà e quindi non idonei ad amministrare la giustizia. Per questo è particolarmente grave se – come scrive Il Manifesto – sono stati dei magistrati a definire Bolzaneto la Guantanamo italiana.

 

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