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MISSIONI MILITARI A NAPOLI E PALERMO

 

Secondo il Censis, Centro studi investimenti sociali di Giuseppe De Rita, nelle due storiche capitali del nostro Mezzogiono, Napoli e Palermo “quasi la totalità degli abitanti convive con le organizzazioni criminali”. Cosa significa convivere con mafia e camorra? Si può disquisire: significa essere complici e riconoscere la loro autorità, oppure significa subirle ed essere oppressi nella vita e nel lavoro quotidiano. Accettando questa seconda lettura, e quindi escludendo qualunque complicità, è chiaro che la quasi totalità degli abitanti di Napoli e di Palermo devono essere liberati dal giogo della criminalità organizzata; va garantita loro pace e sicurezza.

Esattamente quello che le nostre missioni militari all’estero sono impegnate a garantire a Kabul piuttosto che a Beirut. Ma rendiamoci conto che anche e soprattutto a Napoli e a Palermo vanno mandati i corpi speciali (non certo l’esercito con compiti da netturbino); ci vogliono delle apposite missioni militari per cercare di garantire pace e sicurezza ai cittadini del nostro Mezzogiorno.. Non si può continuare a far finta di credere che bastino le misure ordinarie e la politica degli annunci: sequestrati i beni della camorra! Terminato il maxiprocesso alla mafia con condanne a 150 ergastoli! Arrestato il boss, dei boss, dei boss: il numero 1, il numero 2, il numero 127! Tutti annunci che non riescono più a nascondere la realtà: cioè che le organizzazioni criminali sono sempre più potenti e pervasive.

La commissione antimafia recentemente ha paragonato la ‘ndrangheta ad Al Qeida. E, proprio come nella lotta ai terroristi in Iraq, ci vuole una fase due: o troviamo un nostro Petraeus che, con una strategia radicalmente nuova, cominci a conseguire qualche successo a Napoli e a Palermo, oppure sarà giocoforza ritirarsi dalle due storiche capitali del Mezzogiorno. Rinunciare a quella occupazione iniziata 150 anni con le armi dei garibaldini e dei savoiardi. Restituire il Sud ai suoi legittimi governanti e…mettere fine alle enormi spese di una occupazione che non giova né al Settentrione né al Meridione…

Scherzi a parte, l’unica cosa inaccettabile è far finta di nulla: ignorare che c’è stato il fallimento completo di qualunque politica assistenziale nei confronti del Mezzogiorno, che serve una svolta epocale che va posta al centro dei programmi elettorali. Non si può cioè procedere come Veltroni preoccupato solo di individuare il capolista Pd utile a limitare i danni in Campania, o come Berlusconi impegnato a trovare l’alleato giusto per vincere in Sicilia. Quasi che stessimo parlando di un Veneto o di una Toscana.

Siamo invece di fronte ad una voragine che ha già inghiottito il Sud e che minaccia di fare altrettanto col Nord.

 

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