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QUALI STRADE PER LA PATRIA VENETA

L’indipendenza del Veneto. Tema caro ai frequentatori di questo blog. Proviamo a capire se è solo un sogno o un obiettivo percorribile e raggiungibile: ci sono delle strade, e quali, per ricostituire la “Patria Veneta” cara a Gino, a Michele e agli altri venetisti?

La premessa che fa Gino è incontestabile: “la grandezza di uno Stato non dipende dall’estensione geografica ma dal grado di civiltà”. Il grado di civiltà però non basta a garantire né la sopravvivenza ne la ricostituzione di uno Stato: ci vuole la forza economica, politica, culturale e mediatica in senso lato, anche militare.

Nella fattispecie lasciamo pur perdere la forza militare, cioè quel ricorso alle armi che Gino, Michele e, qualunque persona assennata, esclude in partenza. Ma se la “Patria Veneta” di cui parliamo è la Serenissima, non possiamo dimenticare che è durata nei secoli grazie alla potenza economico-mercantile, fulcro del peso e della potenza politica della Repubblica di Venezia.

Venendo all’oggi, temo che senza forza politica, senza peso economico e mediatico, non si vada da nessuna parte: al massimo si arriva ad asserragliarsi sul campanile di San Marco… Un gesto simbolico, che ebbe vasta eco, che colpì l’immaginario venetista, ma che non mi pare abbia fatto compiere alcun passo concreto sulla strada dell’indipendenza del Veneto.

Sempre Gino indica la via del referendum, sul modello della Scozia dove “un partito indipendentista come lo Snp ha proclamato di volerlo indire”. Gino stesso ha perfettamente ragione quando aggiunge che comunque verrebbe bocciato a causa del peso economico-mediatico del potere dominante che ha fatto “credere ai veneti di essere italiani”. Va però aggiunto che nel nostro Veneto nemmeno esiste un partito indipendentista che abbia proclamato di volerlo indire questo benedetto referendum. Oppure forse esisterà anche il partito indipendentista veneto, ma è così insignificante che nemmeno se ne conosce l’esistenza…Come dire che senza peso politico nemmeno si comincia ad andare da una qualsiasi parte.

Mi domando dunque se i venetisti non debbano riconsiderare l’ipotesi di muoversi di conserva con la Lega Nord: che sarà anche un po’ infida, in quanto troppo lombarda, ma che oggi sembra la forza politica più in grado di innescare un processo di federalismo e di autonomia che cominci a ridare un po’ di respiro anche alla “Patria Veneta”

O ci sono strade più rapide e dirette per arrivare al traguardo?

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