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PRO O CONTRO LE RONDE

 

Di certo le ronde- di cui tanto si discute in questi giorni – non sono né un pericolo né una minaccia per la democrazia.Quando perfino il leader dei no global, Luca Casarini, sostiene che è una follia evocare il Ku-Klus-Klan perchè “mai le ronde leghiste si sono messe a dare la caccia agli immigrati per accopparli”, dovrebbe essere chiaro a tutti che non ha senso demonizzarle evocando le squadracce fasciste ne paventare, come ha fatto Di Pietro, che i cittadini vogliano “imbracciare il fucile”.

L’ipotesi di un corpo paramilitare poteva starci, se mai, con le Guardie Padane di metà anni Novanta, ai tempi della Lega secessionista. Mentre oggi le ronde non hanno alcuna divisa, imbracciano solo il telefonino per segnalare alle forze dell’ordine le azioni criminali, sono gradite ai cittadini in attesa di interventi sul tema tanto sentito della sicurezza.

Fatta questa premessa, ha tuttavia senso aprire una discussione e chiedersi se le ronde siano un segnale politico che esiste un problema enorme o anche un contributo concreto alla soluzione di questo problema.

Personalmente ho dei dubbi sul fatto che le ronde possano contribuire a rendere più sicure le nostre città. Anzitutto perchè sono composta da volontari che, come dice il nome, tali sono: e quindi da loro non possiamo pretendere nulla ma solo ringraziarli per quel poco o tanto che decidono, di volta in volta, di darci. Da un tutore dell’ordine, assunto con questo compito preciso e pagato di conseguenza, posso pretendere che ogni giorno, con orario e ferie contrattuali, d’estate e d’inverno, sia presente a vigilare sul territorio. Mentre da una ronda di volontari non posso pretendere alcuna continuità d’impegno.

Tamponando con i volontari e aggiungendoli sul territorio, rischiamo inoltre di trascurare l’esigenza di fondo che è quella di riorganizzare la schiera spropositata di tutori dell’ordine che già abbiamo. Spropositata cioè nettamente superiore per numero e percentuale di addetti rispetto agli altri Paesi europei. Faccio un solo esempio: come abbiamo razionalizzato il servizio sanitario, chiudendo tanti ospedali sparsi nelle province venete, così dobbiamo chiudere tante stazioni dei carabinieri, che occupano troppi militi solo per restare aperte, sottraendoli al pattugliamento del territorio. Se mai mandiamo i volontari a rispondere al telefono e far da usceri nelle caserme, e liberiamo così tanti carabinieri da impiegare sulle strade.

Anche perche uno Stato, qualunque esso sia, unitario o federale, italiano o veneto, ha comunque il compito di garantire la qualità dei servizi fondamentali: sanità, istruzione, sicurezza. Ci vogliono dei professionisti, possono essere dipendenti pubblici o anche privati, ma la garanzia di professionalità, del livello di qualità, non può che darla lo Stato.

In questo senso è positiva anche l’intenzione di Maroni di andare ad una regolamentazione delle ronde: piuttosto delle ronde libere e spontanee, meglio ronde che abbiamo almeno compiti limitati e definiti dallo Stato. In modo tale da sapere cosa possono fare e non nutrire soverchie illusioni.. .







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