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COSA INNESCA LA STRAGE DI VERONA?

 

 

Stavo preparando la puntata di Rosso & Nero sulla crisi economica che entra in famiglia quando è arrivata la notizia della strage di famiglia, della strage di Verona dove il padre commercialista uccide la moglie avvocato, i tre figlioletti bambini, e si toglie la vita. Il primo pensiero è che qui le difficoltà economiche proprio non c’entrano, dato che era una famiglia benestante. Subito dopo pensi che magari ci fossero state: perchè spesso è proprio una difficoltà materiale, una sfida da affrontare, che ti tiene legato alla vita che ti impedisce di partire per la tangente…

I vicini parlano di una coppia affiatata, di tre figli splendidi. Tutti abbiamo conosciuto coppie piene di problemi, magari anche con figli handicappati che diventano la prima ragione di vita. Genitori terrorizzati dal pensiero “cosa faranno quando non ci saremo più noi”, ma che mai pensano di abbreviare le loro sofferenze togliendogli la vita. Si può capire il suicidio. Più difficile capire la strage dei propri cari: è un supremo atto di egoismo? O comunque un atto d’amore distorto?

E’ sufficiente dire “è impazzito, non c’è nulla di razionale nel suo gesto”? O c’è una logica anche nella follia che qualcosa spiega e qualcosa ci fa intuire? Magari ci è più facile, più immediato, comprendere la violenza della belva estranea che irrompe, violenta e ammazza. Ci turba, ci spaventa assai più, questa violenza che cova nella serenità apparente della vita quotidiana; e poi divampa improvvisa e incontrollabile. Perchè? Cos’è successo a questo avvocato di 43 anni? Può accadere anche a ciascuno di noi?

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