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IL “SERVIZIETTO” DI SAVIANO A FINI

 

Chi più di Emilio Fede incarna, agli occhi del popolo di sinistra, la figura del giullare di destra? Pronto a tutto pur di compiacere e servire il suo padrone. Eppure nemmeno Fede il fedele è arrivato al punto di dimostrare affetto e dedizione prendendo in braccio Berlusconi; né il Cavaliere si è sognato di lasciarlo fare.

Per vedere una scena del genere bisogna spostarsi sull’altro campo, applicare la par condicio del cortigiano, andare ai primi anni Ottanta: ed eccolo là Roberto Benigni che prende in braccio Enrico Berlinguer; con il leader del Pci che, sorridente, lo lascia fare. Una scena simpatica, l’esuberanza festosa di un grande attore: così venne commentato allora quell’abbraccio; non ci fu una critica che fosse una.

Vi pare che oggi saremmo altrettanto indulgenti se Silvio si facesse prendere in braccio da un qualunque artista di gran fama? O non accuseremo subito quell’artista di essersi prestato ad un “servizietto” del genere che la nota stagista garantiva a Bill Clinton?

Certi “servizietti” sono anzitutto ridicoli sia che li pratichino artisti, giornalisti, scrittori o cantanti (ricordate Gianni Morandi che canta in prima serata su Rai uno “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e Rolling Stones” accompagnato dall’allora capo del governo Massimo D’Alema?). Ma più ridicolo ancora è chiamarli col loro nome, cioè pompini, quando avvengono a beneficio di un politico di destra, e chiamarli invece “contributi culturali” quando sono a beneficio di un politico di sinistra.

Premessa lunghetta per concludere che l’invito fatto a Bersani e Fini questa sera da Fazio e Saviano – con tutta la buona volontà – non può essere considerato un “contributo culturale” alla loro trasmissione su Rai tre.

 





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