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IL CLANDESTINO SGUAZZA NELLO SCONTRO

 

 

Nello scontro tra poteri il clandestino ci sguazza. Nello scontro quotidiano tra potere politico e quello che – Costituzione alla mano – si chiama “ordinamento giudiziario”, ma che è diventato invece il potere giudiziario.

Il ministro Maroni accusa la corte di giustizia della Ue di non essere intervenuta contro quel reato di clandestinità che pure è vigente anche in Francia, Germania e Gran Bretagna. Vero. Ma dimentica, Maroni, che la corte Ue non si è mossa per un semplicissimo motivo: che nessun magistrato francese, tedesco o inglese invoca interventi sanzionatori contro le leggi del proprio Paese. Mentre pm e giudici italiani lo fanno abitualmente: tant’è che non si contano i ricorsi presentati alla corte europea contro il decreto sicurezza.

Sul tema dell’immigrazione, dove Berlusconi non c’entra perchè le iniziative legislative sono propugnate dalla Lega, è evidente come il problema dello scontro tra poteri è grave, radicato e prescinde dalla supposta pretesa di impunità del premier. In sintesi: anche se non ci sono leggi “ad Silvium”, le avanguardie più engagée delle toghe vanno comunque al contrasto del potere legislativo.

Teniamo ben presenti che i codici sono esattamente come le sacre scritture: ci trovi tutto e il contrario di tutto; se vuoi la pace ci trovi l’invito a “porgere l’altra guancia”, se vuoi la guerra ti ricordi che sta scritto “occhio per occhio, dente per dente”. Quindi conta la tua scelta, quello che tu vuoi; dopo di che vai a cercare il conforto dei sacri testi o dei “sacri” codici.

Oggi è palese la volontà delle avanguardie togate di porsi come contraltare al governo di centrodestra. E non è nemmeno questione di centrodestra. Perchè la stessa tendenza si è manifestata (anche se meno corale) nei confronti dei governi di centrosinistra. E’ la battaglia per il potere.

L’esigenza dell’autonomia tra poteri non va confusa e nemmeno sovrapposta, all’esigenza della sintonia tra poteri. Perchè solo così, solo con la sintonia, uno Stato può sperare di funzionare.

Diamo per buono che le leggi con cui il centrodestra cerca di governare l’immigrazione siano leggi tutt’altro che perfette, anzi molto carenti. Ma il sabotaggio costante da parte di chi sarebbe chiamato ad applicarle, le rende catastrofiche. In nessun altro Paese europeo l’immmigrazione viene affrontata all’insegna dello scontro tra potere legislativo e magistratura. (Se Sarkozy ordina di fermare i tunisini a Ventimiglia, nessuna toga francese osa appellarsi alla corte Ue)

Perchè lo scontro è utile solo ai clandestini, che infatti qui da noi ci sguazzano liberi e impuniti.

Ricordiamo, per concludere, che non c’è Costituzione, non c’è trattato di democrazia che affermi che deve essere il potere legislativo a mettersi in sitonia con quello giudiziario. Perchè non si può delirare al punto di dire che il governo di un Paese spetta ai vincitori di un concorso pubblico e non agli eletti dal popolo sovrano.


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