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LA SOFFERENZA DI UN BAMBINO

A Cittadella un bambino di 10 anni è stato prelevato all’uscita da scuola e caricato a forza dal padre e da alcuni agenti sull’auto, per sottrarlo alla madre cui il tribunale dei minori aveva tolto l’affidamento. Lo stesso ragazzino, per otto anni, aveva assistito ai litigi tra i due genitori (allargati anche ad altri famigliari), litigi degenerati pure nelle lunghe dispute giudiziarie.
Secondo voi qual’è la causa della sua indiscutibile sofferenza: alcuni attimi di prelievo forzato o la guerra continua tra le due figure di riferimento? Uno scontro lungo anni tra quei genitori che per i figli piccoli sono le divinità; e risulta loro dunque inconcepibile, traumatico, assistere alla guerra tra gli dei.
Eppure gran parte dell’opinione pubblica (oltre ai media e alle istituzioni) ha messo sotto accusa la “violenza della polizia”.
Una giustizia tesa alla tutela dei minori dovrebbe togliere la patria potestà ad entrambi i genitori che coinvolgano i figli nelle battaglie che spesso accompagnano le separazioni. Varrebbe come deterrente sapere che questo può essere il risultato finale, veder sottratto il figlio ad entrambi? Se non valesse avremmo la riprova che l’affidamento del figlio è solo un alibi: cioè che interessa di più usarlo come arma impropria nelle rancorose dispute tra patner che non vederselo affidato per accudirlo con amore.
Come sappiamo il cosiddetto “video choc” è stato ripreso da una zia materna del bambino. Auguriamoci che qualcuno riesca a riprendere anche uno de tanti pedofili che quotidianamente sodomizzano i ragazzini. E che mandi il video a “Chi la visto”. Finalmente le istituzioni, i presidenti di Senato e Camera, il parlamento e la stessa opinione pubblica sarebbero mobilitati contro la vera violenza che tanti bambini subiscono.
E non per un semplice “placaggio”, sgradevole fin che si vuole da vedere; ma che è, comunque, solo l’esito finale della Guerra dei Roses tra mamma e papà.

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