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ALLUVIONE E CASTA DEGLI AGRICOLTORI

La paura per l’alluvione, tornata a farsi sentire in queste ore, ci ha fatto scoprire l’esistenza dell’ennesima casta: quella degli agricoltori. Anche loro, come tutte le altre corporazioni, intenti a perseguire i propri interessi in barba a quelli più generali. Nella fattispecie in barba al pericolo che Vicenza e Padova finiscano sott’acqua.
Un pericolo che per Verona, dove gli allagamenti erano abituali, non esiste più da quando è stata realizzata la grande galleria che consente di travasare nel Garda l’acqua dell’Adige in piena.
la soluzione è sempre quella: bisogna dirottare fuori a monte le acque del Bachiglione e del Brenta evitando che vadano a invadere le città. La soluzione sono i grandi bacini di laminazione, vaste aree agricole contigue ai corsi dei fiumi che possono, appunto, essere utilizzate in caso di necessità come scolmatoi. Come mai non sono state realizzate in questi due anni successivi all’alluvione del Novembre 2010?
Si potrebbe pensare che mancano i fondi o che siamo di fronte all’abituale lentezza di tutte le opere pubbliche. La ragione invece è un’altra: la casta degli agricoltori, dei proprietari dei terreni interessati che hanno messo in atto un braccio di ferro per lucrare quanto più possibile.
I danni alle culture dei terreni, se e quando vengono adoperati per contenere le acque, sono relativi. In ogni caso è stato offerto ai proprietari un robusto indennizo a prescindere, cioè versato in anticipo anche se il bacino non viene utilizzato: ben il 70% del valore dei terreni stessi! E – attenzione – non si tratta di un esproprio, bensì solo di un permesso d’uso lasciando loro la piena proprietà! Ma agli agricoltori non basta; sfruttando lo stato di necessità vorrebbero lucrare ancora di più. E la Regione è costretta a trattare. Perchè l’alternativa sarebbe l’esproprio dei terreni stessi con costi e tempi esorbitanti.
Così anche la casta degli agricoltori conferma l’assunto di tutte le altre caste: del bene comune me ne frego, penso solo ad ottimizzare il mio interesse personale.
L’ennesima dimostrazione che i privati, noi cittadini, sempre pronti a mettere i politici sul banco degli imputato, se appena ci si presenta l’occasione non siamo affatto migliori di loro. Si può obiettare, a ragione, che l’esempio, l’educazione al senso civico, è compito di chi ci governa.
Prendiamo atto che i politici hanno invece raggiunto in pieno l’obiettivo opposto: diseducare al massimo i cittadini. C’è qualcuno che riuscirà ora a rieducarli? Contiamo su Sant’Antonio e sulla Madonna di Medjugorje…

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