La guerra contro il razzismo, tra Capodanno e l’Epifania, ha trovato il suo eroe: il calciatore del Milan Prince Boateng. Tutti a celebrare, osannare e glorificare, quel suo gesto tanto coraggioso: il pallone scagliato contro i tifosi della Pro Patria e l’uscita sdegnata dal campo di gioco!
Il primo a dissociarsi dal coro conformista è stato Zeman che ha osservato: “lo avesse fatto un calciatore bianco, l’arbitro lo avrebbe espulso”. Invece, avendolo fatto un nero, lo abbiamo assunto ad eroe…
Il razzismo è così drammaticamente serio che è vergognoso scambiarlo con la maleducazione e ancor di più pensare di sconfiggerlo con le pagliacciate. Serio. Pensiamo al razzismo religioso, cioè alle decine di cristiani che quotidianamente vengono massacrati solo perchè sono cristiani. Contro chi lo scagliamo il pallone? Contro i fanatici mussulmani o induisti? Dov’è lo sdegno unanime, dove la rivolta, dove gli spot Uefa, dove la scritta “No racism” di fronte ai fatti, cioè ai massacri?
Tutti pronti invece ad insorgere e a mobilitarci se i tifosi “uheggiano” all’indirizzo di un calciatore di colore. Tra l’altro non è chiaro se quelli della Pro Patria ce l’avessero con il colore della pelle di Boateng o con le sue frequentazioni amorose (Melissa Setta). In ogni caso siamo alle grida, alle parole, che pesano assai meno dei fatti. C’è comunque una vena di razzismo dietro a queste parole, dietro ai fischi? C’è. Anche se più sottile della richiesta avanzata in questi giorni dai cittadini di Trapani di allestire una linea apposita di trasporto pubblico da riservare a quegli sporcaccioni degli immigrati…
Richiesta degna dell’Alabama del secolo scorso! Ma che sui media non ha avuto lontanamente il risalto riservato al caso Boateng. Sarà mica perchè Busto Arsizio è al Nord e Trapani al Sud? Vien da pensarlo tornando a quanto osservato sempre dall’allenatore della Roma Zeman: che cioè puoi lanciare ogni genere di insulto, di fischi, di improperi o di grida, purchè rivolti all’arbitro o ai calciatori bianchi e nessuno si sogna che sia razzismo; mentre, se appena manchi di rispetto ad un calciatore nero, subito scatta l’accusa. Come mai? Non è razzismo alla rovescia questo che consente di insultare il bianco e lo proibisce solo se lo fai al nero?
Ci chiediamo perchè nessuno abbia mai insultato un giocatore nero serio come Seedorf, e tutti invece siano pronti a farlo con quel Boateng al cubo che è Mario Balotelli? E’ questione di pelle o di cialtroneria?
Quanto al calcio italiano anche qui il problema vero sono i fatti, cioè la violenza. Il problema sono quei tifosi del Napoli che hanno devastato (nel silenzio dei media o quasi) il nuovo Juventus stadium di Torino: distrutti i sedili del settore loro riservato e, non bastasse, spaccati anche lavandini e vater dei bagni.
Finchè circola gentaglia del genere nessuno potrà mai realizzare quegli stadi moderni su modello inglese, perchè tutti i servizi connessi (negozi, ristoranti, cinema, palestre) sarebbero a rischio devastazione della teppaglia. E così il nostro calcio resterà quello che è: il più arretrato d’Europa.
Chiudendo con l’eroe furbetto, Boateng cercava un buon pretesto per andarsene dal Milan in qualche squadra tedesca o inglese. Pare però che nessun di questi club europei abbia avanzato offerte. E così dovremmo tenerci l’eroe per un giorno e continuare a celebrarlo.
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