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UN PAESE A 5 STELLE

Da un certo punto di vista il governo a 5 Stelle è superfluo: nel senso che un Paese a 5 Stelle abbiamo già cominciato ad esserlo, almeno sotto il profilo economico.
Grillo si batte per la decrescita felice, un’Italia in cui tutti siano più poveri ma più solidali ed ecocompatibili. La sintesi del suo programma è: “Meno lavoro, meno energia, meno materiali”.
Il meno lavoro è già una realtà. Cassa integrazione a rotazione, per poter lavorare tutti lavorando meno, gli straordinari sano già scomparsi in questi tutte le aziende. I lavoretti saltuari per arrotondare si sono rarefatti. Consumiamo certamente di meno, come dimostra il crollo degli acquisti perfino dei prodotti alimentari.
Meno energia e meno materiali. L’Ilva sta procedendo proprio in questa direzione, gli altiforni sono spenti. La Mantovani seguirà a ruota. Anche a prescindere dal contributo della magistratura, la deindustrializzazione è in pieno svolgimento tra aziende che falliscono e aziende che emigrano.
La chiusura di Grillo sul fronte dell’immigrazione, il rifiuto dello jus soli, rifiuto criticato da Bersani, ha una perfetta coerenza con l’obiettivo della decrescita: gli immigrati infatti comportano l’opposto, cioè la crescita sia demografica che economica.
I parlamentari di Grillo spiegano che loro abiteranno a Roma in una casa comune, mangiando vegetariano e prendendo esempio da De Gasperi che aveva un solo cappotto che usava a turno con altri due colleghi deputati. (Ho subito proposto ai miei colleghi giornalisti il “cappotto di redazione”: né bastano un paio per la troupe che esce, mentre gli altri restano al caldo in sede…)
Una soluzione che mi ricorda la campagna veneta di prima della guerra: famiglie di dieci figli in due stanze, vegetariani per forza con la polenta (e la pellagra) tutti i giorni e la carne due volta l’anno a Natale e Pasqua.
E’ un modello che attrae anche per la nostalgia di quel passato in cui eravamo poveri ma onesti, ma solidali. Una solidarietà che cerca anche il sindaco padovano di Vigonza: ha annunciato che Domenica andrà in Chiesa per chiedere dal pulpito ai fedeli la carità di un euro per le casse esangui del suo comune…
La nostalgia per quando eravamo poveri e onesti, per il dolce tempo andato, la sento spesso negli uomini. Meno nelle donne per la quali la povertà comportava anche la servitù (all’uomo). Donne che in tutto l’Occidente si sono messe a lavorare, a guadagnare in proprio, per diventare libere.
Spero non scelgano anche loro la decrescita. Perchè questo è il punto cruciale: la libertà va di pari passo con il benessere, più aumenta il tuo tenore di vita più sei libero di disporre della tua vita. (Senza aspettare che rientri De Gasperi per poter uscire…)
Dopo di che, in democrazia, la maggioranza vince. E, se la maggioranza vuole un Paese a 5 Stelle, lo diventeremo. Avendo almeno la consolazione di un percorso pacifico.
Perchè un merito preciso va riconosciuto a Beppe Grillo: aver inglobato e devitalizzato quelle spinte violente ed eversive che sono endemiche in certe frange politiche. La sua è solo una violenza verbale che sublima la violenza fisica. I grillini sono, legittimamente, contrari alla Tav ma mai andranno all’assalto dei cantieri; mai tireranno i cubetti di porfido contro la polizia.
Andremo verso il declino, ma col metodo del mahatma Gandhi. Pacificamente.

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