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LA CORSA DEI GAMBERI AL COLLE

Potremmo definire quella per il Quirinale la “corsa dei gamberi”: tutti i candidati – terrorizzato dal detto “chi entra Papa in conclave esce cardinale” – fanno infatti a gara a tirarsi indietro. La Cancellieri spiega che no, che lei al massimo ambisce a fare il presidente di condominio; il professor Prodi afferma che la politica non fa più per lui, lui ormai pensa solo allo studio; Franco Marini si schernisce; Giuliano Amato si è imposto un silenzio da frate trappista.
Non ce ne uno che osi candidarsi a viso aperto, che senta il dovere di spiegare ai cittadini con quale programma, con quali obiettivi, ambisce a scalare il Colle. Perchè d’accordo che non c’è l’elezione diretta del presidente (e sarebbe ciò che il buon senso suggerisce), d’accordo che lo scelgono i cosiddetti Grandi Elettori,
ma un minimo di trasparenza sarà pur dovuta. Oppure la più alta carica dello Stato può essere decisa con il più torbido e oscuro rituale da loggia massonica?
Che nemmeno questo paragone è appropriato: perchè i “fratelli muratori” tra loro si parlano, in loggia c’è una sorta di assemblearismo. Qui invece tutto si svolge con conciliaboli ristretti, a due, a tre al massimo, quasi si trattasse di individuare l’amante che ti mette le corna con la moglie…
Nulla ci dimostra quanto sia Basso l’Impero in cui siamo precipitati come il rituale per la scelta del successore di Napolitano cui stiamo assistendo in questi giorni.
Non fossero trasparenti come il nero di seppia (con Casaleggio che interviene ad orientare il voto on line) ci sarebbe da applaudire a quelle Quirinarie che hanno incoronato Milena Gabanelli: non dico 5, ma almeno 1 Stella di democrazia c’è se cerchi (o fingi?) di coinvolgere i cittadini nella decisione su chi debba presiedere la Repubblica.
Come dicevo, per un ruolo così delicato e cruciale ci vorrebbe l’elezione diretta. Ci vorrebbe un autorevolezza fondata sul consenso popolare, e non solo sui sondaggi di gradimento. Il solo presidente con un mandato incontestabile è colui che lo riceve dagli elettori. Ma il buon senso è ormai uno sconosciuto.
Ultima considerazione passando dalla “corsa dei gamberi” alla “guerra dei miserabili”: la corsa al Colle ha evidenziato le spaccature verticali che ci sono nel Pd, un’autentica guerra di tutti contro tutti (e non solo contro Renzi).
Come possa un partito ridotto così, che ha raccolto il 30% dei consensi, ambire a guidare da solo, con un governo di minoranza, il nostro Paese, è solo l’ultima, tragica, farsa italiana della serie…

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