La prima votazione per il Colle è andata da cani per il povero Franco Marini, finito nel tritacarne del suo partito. E’ andata bene invece per Stefano Rodotà, che ha raccolto più voti del previsto: non solo quelli del 5 Stelle e di Sel, che apertamente lo sostenevano, ma anche una trentina in più di franchi tiratori democratici.
C’è un particolare, un po’ trascurato, nella biografia di Rodotà che ci aiuta a comprendere meglio la sua personalità. Tutti sanno che è un giurista insigne, che insegna alla sapienza, che è stato il primo presidente dell’Autorità per la privacy.
Però forse gli stessi grillini, che gli hanno dato la terza preferenza (dopo Gabanelli e Strada), ignorano un dato che oggi rischia di essere infamante o quasi. Stefano Rodotà è stato anche in Parlamento, e non per una sola legislatura, ma per ben 15 anni: dal 1979 al 1994. E c’è entrato – siamo al dettaglio rivelatore – “eletto nelle liste del Pci come indipendente di sinistra”.
Questa degli “indipendenti” (di sinistra o meno) è una anomalia tutta italiana, inventata per vellicare certi nostri intellettuali da salotto.
L’indipendenza, quella vera, è infatti sancita dal famoso articolo della Costituzione che fissa il “senza vincolo di mandato” per ogni membro del Parlamento; proprio perchè debba rispondere solo ai suoi elettori e alla sua coscienza e non essere un burattino dei partiti. Ma, allora, se sei già indipendente nei fatti, che senso ha metterlo anche sul biglietto da visita precisando che ti fai eleggere da un partito però come “indipendente”?
Serve a mascherare la realtà opposta. Il Pci infatti esigeva una rigida disciplina (solo la Dc allora aveva franchi tiratori) e, se non la rispettavi, non ti eleggeva più la volta successiva. Quindi eri ligio, ben poco indipendente, salvo nel biglietto da visita da “indipendente di sinistra”.
Aggiungiamoci la puzza sotto il naso degli intellettuali inebriati di autostima. Il cittadino normale poteva aderire anima e corpo ad un partito. Ma loro no, loro erano troppo superiori, potevano sì offrire la propria robusta personalita (in cambio di stipendio e vitalizio), pero solo da “indipendenti”…
Ribadisco che questa ridicola qualifica esiste(va) solo in Italia. In qualsiasi altro partito europeo, di sinistra o di destra, o aderisci o non aderisci. E, se pretendi di farlo da “indipendente” (con posto garantito in Parlamento), semplicemente ti mandano a scopare il mare.
In conclusione non c’è dubbio che Stefano Rodotà, con questa sua storia così austera, e così indipendente, sia l’uomo giusto per garantire tutti dall’alto del Colle.
Lascia un commento