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SPIAGGE ISLAMICHE A JESOLO

Spiagge islamiche a Jesolo

Dalla più grande spiaggia del Veneto, quella di Jesolo, arriva un esempio limite di auto-islamizzazione. I gestori degli arenili avevano infatti deciso di non assumere più bagnini donne. Sapete perchè? Per non turbare i vù cumprà maomettani!
E’ dovuto intervenire il presidente della Regione Luca Zaia – onore al merito (una tantum) – per imporre loro la revoca del divieto di assunzione delle donne.
Ci sono anche alcuni aspetti ridicoli: questi venditori ambulanti sono talmente turbati dalla presenza femminile che infestano letteralmente ogni nostra spiaggia…Non si capisce perchè dovrebbero essere turbati dalle bagnine in costume e non da tutte le altre bagnanti in bikini se non il topless. I gestori siano coerenti: impongano il burkini a tutte le donne che scelgono la spiaggia di Jesolo!
Ci sono poi le questioni serie. Prima: siamo di fronte a venditori abusivi, che fanno concorrenza sleale ai negozianti in regola. Invece di impegnarci a contrastarli ci preoccupiamo di agevolarli: che possano lavorare in nero senza turbamenti religioso-sessuali.
Poi il problema non si pone solo sulla spiaggia. E nei negozi, in bar e ristoranti dove magari lavora una commessa un po’ formosa e adeguatamente scollata cosa facciamo? Imponiamo il burka d’ordinanza sempre per non turbare gli integralisti islamici? E possiamo permettere che le vigilesse piuttosto che le poliziotte girino per le strade senza avere nemmeno un velo in testa? Ma arriviamo al dunque: possiamo lasciare che le donne lavorino o devono stare tutte a casa come piace a certi maomettani?
Questa – per dirla chiaramente e in veneto – è l’integrazione praticata mettendoci “a cuo busòn”. Posizione scomoda, indotta dalla fragilità della nostra identità culturale-valoriale.
Fossimo convinti che la libertà della donna, il suo diritto di lavorare e vestirsi come vuole e frequentare chi vuole, è un valore irrinunciabile della nostra civiltà occidentale, ne fossimo convinti potremmo anche accettare che certe donne islamiche girino velate e sottomesse. Sperando che col tempo e col confronto capiscano che la condizione di serva dell’uomo non è il massimo né della vita né della realizzazione femminile.
Ma ci vuole una forte identità dei propri valori e della propria civiltà. Cosa che hanno tedeschi e svizzeri, i quali per questo sono capaci di integrare (quasi tutti) gli stranieri e renderli perciò una risorsa.
Noi invece, come dimostrano i gestori degli arenili di Jesolo, abbiamo una identità inesistente: destinati a farci colonizzare, pronti a trasformare le nostre spiagge in spiagge islamiche.

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