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PARCO GIOCHI PER RAGAZZI

Parco giochi per ragazzi e ragazze. A questo è ridotta la larga maggioranza delle nostre scuole.
Ci sono le eccezioni. Ne abbiamo ospitata una a Telenuovo mercoledì scorso: gli studenti che frequentano la scuola dell’Enaip, il più accreditato ente di formazione professionale del Veneto.
Ragazze e ragazzi arrivati con gli abiti da lavoro: tute, divise da cuoco da maitre o da parrucchiera. Perchè all’Enaip si studia la teoria ma c’è anche la pratica nei laboratori. Tutti giovani (15-18 anni) dentro la realtà; tesi cioè verso il lavoro ( che trovano subito in percentuale assai elevata) desiderosi di realizzarsi professionalmente e magari di aprire un’attività in proprio. Pronti ad andare a cercarlo dove c’è, anche all’estero. Lavoro qualificato e ben retribuito: elettrotecnici, gestori di macchine a controllo numerico, meccanici d’auto, etc.
Ma sono, appunto, l’eccezione. La norma – spiega Maurizio Ferrera sul Corriere di oggi – è ben diversa: “Dagli anni Sessanta abbiamo puntato sempre più sull’istruzione generalista, la cosiddetta licealizzazione”. Il parco giochi, appunto, preludio a quello successivo: facoltà come Scienza della comunicazione o Psicologia o Scienze sociali, fatte le quali la prospettiva di lavoro è inesistente.
Ma tante famiglie – evidentemente con risorse residue, non ostante la crisi – non ci badano: è così elegante avere figli al liceo e all’università che pazienza se poi devi continuare a mantenerli…
Il ministro tedesco del lavoro, Ursula Von Der Leyen, è venuta a spiegarci che il nostro principale problema, causa prima della disoccupazione giovanile, è il mancato avviamento al lavoro. E qui dovremmo investire le nostre magre risorse.
Le cifre in parallelo le fornisce sempre Maurizio Ferrera: “Solo il 23% dei nostri studenti frequenta istituti tecnico-professionali, di contro al 64% della Danimarca, al 76% della Germania e addirittura al 90% della Svizzera”
Capito? Il 90% dei ragazzi dell’Eldorado svizzero sono tute blu! I nostri giovani quasi tutti aspiranti colletti bianchi, capaci massimo di scaricarsi un giochino dal computer non certo di gestire una macchina a controllo numerico. In compenso con il più alto tasso di disoccupazione giovanile d’Europa.
Più soldi alla scuola e all’istruzione, chiedono tutti. Giusto, se stiamo parlando dell’Enaip. Inutile se pensiamo al Politecnico di Milano; dove oltre duecento docenti si sono ribellati e rivolti al Tar contro il progetto di svolgere lezioni ed esami in inglese. Una rivolta dettata da un semplice motivo: cattedrattici, di quella che dovrebbe essere un’università scientifica per eccellenza, che l’inglese non lo conoscono e quindi non lo sanno usare con gli studenti. Un Paese serio li caccerebbe a calci in culo. Cominciamo a chiudere gli inutili parchi giochi scolastici.

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