Per quanto siano afflitti e sdegnati, elettori e dirigenti del Pdl non possono non prendere atto della realtà: la fine politica di Silvio Berlusconi è arrivata, non dalle urne, ma per via giudiziaria. Pur sempre di fine si tratta.
La sentenza Ruby sta infatti per essere seguita da una valanga di altri procedimenti dall’esito scontato. Così come sembra scontato che la stessa Cassazione confermerà l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, cioè la morte politica appunto.
(Esito inevitabile anche perchè, come ho avuto occasione di osservare, non esiste oggi un Palmiro Togliatti capace di imporre la pacificazione nazionale attraverso l’amnistia per i nemici politici. Non esiste e basta, non far parte della realtà dell’Italia 2013, inutile pensarci)
Nel giorno del diluvio, del Giudizio Universale Ambrosiano, il popolo di centrodestra può però consolarsi con la nascita dell’erede politico che fin’ora gli era mancato. E’ (sarebbe) Marina Berlusconi che – Bisignani dixit – già nella fatale serata di Lunedì, durante la cena ad Arcore, è (sarebbe) stata incoronata ad erede dall’intera famiglia, allargata alla fidanzata Francesca Pascale.
Un’incoronazione accolta con entusiasmo dalle parlamentari del Pdl che l’hanno subito definita “la nostra Renzi”. Non è la prima volta che viene fatto il suo nome, la novità è che questa volta non c’è stata nessuna smentita. E sembrerebbe la conferma che papà Silvio ha deciso.
Comunque vada, a prescindere dai precedenti dell’altra Marina, la Le Pen, erede anch’essa e con successo dell’estrema destra francese; a prescindere anche dalla regola sempre più confermata, nelle mansioni più svariate – dalla politica, all’impresa, alla cultura – che è la figlia primogenita l’autentica erede del padre; a prescindere da tutto questo, Marina Berlusconi sembra proprio avere tutte le carte in regola: donna, con gli attributi, determinata, preparata, capace di interpretare un ruolo pubblico, nemmeno troppo vamp. Insomma una giovane Lady di Ferro per la destra italiana che fin qui ha visto l’estinzione naturale degli aspiranti delfini, da Casini a Fini e via dicendo.
Una futura competizione per la premiership tra lei e Matteo Renzi rappresenterebbe il rinnovamento totale della nostra politica; una sfida capace di consolidare davvero il bipolarismo.
Vien da pensare che con Matteo e Marina in campo non ne resti (di consensi) per nessun altro, o quasi. Staremo a vedere.
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