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PERCHE’ IL CREDITO NON FUNZIONA

Il credito com’è strutturato oggi non funziona. E’ l’unico dato certo, al di là della liquidità disponibile e dei vincoli europei imposti alle nostre banche. Lo conferma l’ultima inchiesta della Gabanelli “Il credito non è uguale per tutti”, in onda questa sera di cui sono già accessibili le anticipazioni.
C’è il problema del costo, cioè dei tassi applicati che sempre più spesso vengono definiti “da usura”. Le denunce in questo senso si moltiplicano ed è certo necessaria un’indagine a tappeto. Per garantire che la “professionalità” espressa dai banchieri non consista anzitutto nel rendere opaco l’ammontare reale del tasso applicato ai creditori.
Anche nelle nostre banche locali c’è poi il problema del board, dei troppi imprenditori che siedono nei consigli di amministrazione. Un palese conflitto di interessi, una posizione di privilegio rispetto agli altri produttori che non ne fanno parte: ai primi il credito non mancherà mai, a prescindere dalla validità del loro progetto industriale. Mentre i secondi sono in balia di valutazioni, nella migliore delle ipotesi, amicali e scarsamente professionali.
Ed arriviamo al punto cruciale. Pur ammettendo che non esistano le distorsioni di cui sopra, banchieri e bancari elargiscono il credito agendo da puri burocrati; cioè sulla base di parametri rigidi: vuoi avere tot? Devi darmi precise garanzie per tot al quadrato.
Ma in questo modo la nuova imprenditorialità, che non è fondata su solide garanzie patrimoniali, viene esclusa a priori. Quella nuova imprenditorialità che è la nostra vera ricchezza nazionale, perchè tutto manca a noi italiani fuorchè la creatività e l’inventiva. Il che non esclude che ci siano anche creatività ed inventiva farlocche.
Quindi la vera professionalità di banchieri e bancari consisterebbe nella capacità di valutare la qualità del business proposto. E su questa base elargire o no il credito. Perchè anche la banca è impresa e deve assumersi il rischio di impresa, appunto con la capacità di valutare la proposta dell’aspirante cliente.
(In questo senso è un po’ equivoco il titolo proposto dalla Gabanelli che tende ad equiparare il credito alla legge: la legge deve essere uguale per tutti, mentre il credito deve essere diseguale, cioè garantito solo a chi ha
concrete possibilità di rimborsarlo)
Ma i banchieri italiani questo rischio – che è l’essenza del loro mestiere – non se lo assumono. Più comodo pararsi il culo come fanno i burocrati ed elargire i finanziamenti sulla base di parametri prefissati.
Perciò, anche a prescindere dai conflitti di interesse e dalle interferenze amicali, da noi il sistema del credito non funziona.

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