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LA CONTRORIFORMA FEDERALISTA

Tra le riforme che Renzi e Berlusconi hanno concordato c’è, ci sarebbe (vedranno mai la luce?) anche quella del TitoloV; che in realtà è una controriforma: la controriforma del federalismo.
Riformando il Titolo V si diede infatti più potere alle regioni e agli enti locali, con risultati disastrosi: veto sulle grandi opere e sulle politiche energetiche, esercitato in nome dell’egoismo localista, a scapito dell’interesse nazionale. Ulteriore esplosione della spesa pubblica.
Ad esempio quell’introduzione dei costi standard in sanità che tutti invocano (siringa pagato uguale in Veneto come in Sicilia) può avvenire solo se hai un unico centro acquisti nazionale che fissi il prezzo. Mentre, finchè esiste l’autonomia di spesa sanitaria delle varie regioni, avrai sempre i vari burocrati che gestiscono loro il singolo appalto per averne i noti benefici personali…
Da noi, purtroppo, il federalismo attivato ha prodotto solo risultati negativi. Un modello può essere valido in teoria, ma poi va verificato sulle abitudini e la cultura politica di un popolo.
“Pago, vedo, voto”, è la parola d’ordine del federalismo da cui deriva l’idea che è proficuo avvicinare il centro di spesa ai cittadini. Ma questo funziona solo se hai cittadini occhiuti, che vigilano come cani da guardia sugli amministratori locali, pretendendo una spesa pubblica contenuta e verificandone puntualmente gli effetti.
Noi invece chiediamo solo servizi, contributi a pioggia e più assunzioni possibili nel pubblico. Non siamo né abituati né interessati ad esercitare controlli; bensì a vendere, a farci comprare, il nostro voto. E i politici locali si sono adeguati (o, se volete, così ci hanno “educati”)
Il governo centrale subisce le pressioni ad elargire da parte delle grandi lobby: confindustria, sindacati, corporazioni varie. Così era e continua ad essere. Ma a questo si è aggiunta, a livello locale, la pressioni delle mini lobby: pro loco, comitato della sagra della tagliatella, associazionismo vario, enti di formazione professionale (cosiddetti). Tutti a tirare la giacca al sindaco o al presidente di regione ( o agli assessori).
E così allo sperpero della spesa pubblica centrale, si è aggiunto – col federalismo – lo sperpero della spesa pubblica locale.
Speriamo che dalla controriforma federalista venga contenuta almeno la seconda.

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