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FORCONI NERAZZURRI INSEGNANO

I forconi nerazzurri hanno dimostrato di essere molto più efficaci degli altri, dei forconi veri e propri: loro l’obiettivo l’hanno raggiunto, gli altri no.
Motivo della protesta dei forconi nerazzurri era lo scambio Vucinic-Guarin. Una follia evidente non solo per tutti i tifosi dell’Inter ma anche per chiunque segua il mercato dei calciatori: non ha infatti alcun senso scambiare alla pari un vecchio pirata dal rendimento altalenante e in precarie condizioni fisiche con un giovane talento integro e in ascesa. Per giunta senza un conguaglio significativo, utile a sistemare il bilancio; per giunta facendo una regalo all’avversario, mettendo cioè la Juve in condizione di incassare decine di milioni con la cessione di Pogba.
Ma, al di là del merito, colpisce l’efficacia della piazza calcistica confrontata all’inefficacia della piazza politica. Dove pure il merito c’è, cioè i sacrosanti motivi per protestare contro tasse, burocrazia, latitanza del governo Letta.
Evidentemente i forconi nerazzurri sono organizzati sul serio, avevano chiari obiettivo e responsabili: impedire lo scambio e cacciar via le “mele marce”, cioè il ds Marco Branca e il dg Marco Fassone (ex juventino, quindi sospetto di collusione col nemico).
Gli altri forconi invece vogliono tutto e ce l’hanno con tutti (cioè con nessuno). Vogliono rovesciare il Paese come un calzino, abbattere il palazzo. Non dicono via il ministro Giovannini o Saccomani o Letta. Perdono tempo ad organizzare proteste folcloristiche anche sotto la villa di Giancarlo Galan che oggi non ha alcun potere sulle scelte del governo nazionale. Vanno a Roma chi a Palazzo Chigi a manifestare, chi in Piazza S. Pietro a farsi benedire dal Papa…
Se i forconi nerazzurri avessero detto “tutti a casa, abbattiamo la sede della società, facciamo la rivoluzione!” non avrebbero concluso nulla.
Nel calcio si riesce ad esercitare una sorta di democrazia diretta. Anche perchè il vertice della società calcistica coglie gli umori della piazza, perfino se è a Giacarta. Mentre il vertice politico sta rinchiuso a Roma che sembra più distante di Giacarta dal Paese reale e dai suoi problemi.
Non dico che sia un bene, anzi può essere sconcertante. Ma prendiamo atto che il calcio (un optional, un passatempo, rispetto alla crisi economica e politica) suscita più passione, induce ad azioni più mirate ed efficaci.
Fatto sta che i forconi nerazzurri hanno concluso e vinto. Mentre i forconi restano velleitari, destinati all’evanescenza.

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