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LA DIFFERENZA TRA NOI E LA SVIZZERA

Le tante discussioni sull’esito del referendum svizzero sull’immigrazione, mi pare abbiano trascurato di sottolineare la differenza abissale che ci separa da questo Paese.
Nella Confederazione elvetica c’è stato uno scontro all’ultimo voto sugli effetti economici delle frontiere aperte.
Magari sbagliando hanno prevalso di un soffio quelli che ritengono più conveniente una progressiva limitazione degli accessi. Magari sbagliando, perchè una serie di dati stanno a dimostrare che la Svizzera ci ha guadagnato dai trattati sottoscritti con la Ue sulla libera circolazione: dal 2002 al 2012 ci sono stati 600 mila nuovi posti di lavoro, 250 mila ad appannaggio dei cittadini svizzeri; il tasso di occupazione degli autoctoni è aumentato dell’1%; i lavoratori stranieri non hanno depredato il welfar perchè versano il 22% dei contributi e ricevono il 16% delle rendite.
Confindustria svizzera è contro le quote perchè le aziende cercano manodopera qualificata e il 90% dei lavoratori stranieri ha un diploma professionale o di scuola superiore. Quindi la scelta protezionistica sarebbe sbagliata. Fatto sta che solo su questo si è discusso e votato: l’incidenza degli immigrati sull’economia, sui posti di lavoro.
E arriviamo alla differenza abissale. Si facesse mai un referendum del genere in Italia, verterebbe su un’equazione completamente diversa: l’incidenza degli immigrati sull’ordine pubblico. Chi da noi invoca la chiusura delle frontiere lo fa anzitutto in nome della sicurezza.
La Svizzera ha il 23% di stranieri: 1 milione e 700 mila su otto milioni di abitanti. Il triplo della percentuale presente da noi, il doppio di Germania e Francia. Nessun Paese europeo ha una percentuale paragonabile. Eppure non c’è un solo svizzero che viva, e quindi che si ponga il problema del rapporto tra stranieri e degrado delle loro città, tra stranieri e furti nei negozi e nelle abitazioni, tra stranieri e bande di predoni.
Il che, per chi voglia capirlo, è l’ennesima dimostrazione che il problema non sono gli stranieri ma noi. Noi che, qualunque fosse il colore del governo, abbiamo governato al peggio il fenomeno dell’immigrazione. Al punto, come ha denunciato il sindaco renziano di Ravenna Fabrizio Matteucci, di aver ridotto “le nostre città ad una polveriera”.
Problema che per gli svizzeri, capace di governare i flussi e incutere deterrenza, non esiste assolutamente. Loro discutono, votano e si domandano solo se gli immigrati siano un vantaggio o uno svantaggio per il proprio tenore di vita.

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