Se oggi vuoi vedere e capire cosa succede in Veneto è inutile sintonizzarsi sulla Rai. Devi guardare la Bbc, oppure Russia Today. Devi leggere The Telegraph, Express o The Independent.
Cito quei media stranieri che con grande risalto e altrettanto stupore raccontano l’ondata indipendentista che scuote la nostra regione. Cosa che quotidiani e televisioni nazionali non fanno. Nemmeno i fogli locali, più portati ad ironizzare che a raccontare.
Dico stupore da parte della Bbc, perchè il partito storico della secessione, la Lega, è in piena crisi; e i movimenti indipendentisti veneti sono pervasi dalla sindrome di divisione dell’atomo, ed anche per questo mai hanno raggiunto risultati elettorali significativi. Eppure in due giorni 700 mila veneti hanno partecipato al referendum online sull’indipendenza. Non sono 700 mila? Sono comunque centinaia di migliaia, un fenomeno di massa. Che lascia tanto più stupefatti quanto più si è scettici, cioè increduli sui risultati pratici della consultazione.
Vuol dire che la spinta indipendentista, la delusione per l’Italia “una e indivisibile”, è tanto forte da spingerti anche a compiere rituali di dubbia utilità. Quindi i media dovrebbero capire e raccontare le ragioni di questa ondata indipendentista, ovviamente anche se non le condividono.
Il rapporto con Roma è andato logorandosi ma mano che è cresciuta la pressione burocratica e fiscale senza un’adeguata contropartita. I veneti, individualisti portati a crearsi da soli la propria fortuna, hanno trovato il contratto sociale italiano sempre più insoddisfacente.
Per non parlare della colonizzazione subita nel pubblico impiego: miriadi di medici e insegnati provenienti da altre regioni, senza contropartita: cioè senza un solo medico o insegnate veneto assunto, non dico in Sicilia, ma nemmeno in Lombardia.
Per non parlare dei vertici della pubblica amministrazione. Dove un questore, un prefetto, un procuratore capo veneto non lo trovi nemmeno col lanternino. Per non parlare di Renzi che delle “quote venete” se ne frega e ci riserva il contentino di quattro sottosegretari veneti in ruoli di secondo piano.
Al male antico si è aggiunto quello nuovo: l’euro, che ha messo in ginocchio tutta quella piccola e media produzione veneta che viveva e prosperava con l’export.
E allora via dall’Italia! via da questa Ue! Per andare dove? Dove chissà e si vedrà. Ma la prima cosa, quando stai male in un posto, è il desiderio (magari irrealizzabile) di andartene via.
Queste le ragioni di un’ondata indipendentista che andrebbe, non dico condivisa né cavalcata, ma almeno raccontata e capita. Senza aspettare che sia la Bbc a farlo.
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