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IL GRILLISMO DI BERLUSCONI

Accanto a quella di Grillo c’è anche la sconfitta del centrodestra. Libero si pone oggi il problema della rifondazione, di come ripartire dopo la batosta, e delinea uno splendido programma liberale. Pura fuffa; perchè per ripartire ci vuole prima di tutto ed anzitutto un leader.
E qui sorge il problema della grande, deleteria, somiglianza tra Berlusconi e Grillo: entrambi si sono infatti circondati del nulla, sotto il profilo dello spessore politico.
Beppe Grillo, a suo modo, è un grande leader. I risultati ottenuti lo dimostrano. Il suo problema sono i grillini che, entrati nelle istituzioni, hanno cominciato a farsi conoscere. E qui è riemerso con prepotenza lo storico, famoso, slogan anti-Aids: “Se lo conosci, lo eviti”…
Indiscutibile che anche Berlusconi sia stato un grande leader. Oggi senza eredi perchè anche lui si è sempre circondato del nulla: di amici, di polli d’allevamento, di designati. Nessuno che fosse emerso per capacità proprie dall’agone politico, che avesse dimostrato sul campo doti e risultati.
Che Renzi fosse un number one era già incontestabile quando questo ragazzetto, uscito dal mondo cattolico, conquistò la prima roccaforte italiana del Pci-Pds-Ds. Quella Firenze intessuta come una ragnatela dai rapporti di potere della “bottega” (per usare il termine con cui Bersani designava il suo partito).
La politica è un mestiere straordinario. Se hai talento emergi perfino se viene dai boy scout!
A mio modesto parere Tony Bisaglia era e resta il più capace leader politico del Veneto. Fu allievo di mio padre all’università, non superò l’esame di Analisi (o forse prese 18) e il prof. Zwirner lo considerò sempre un incapace. Anche i padri sbagliano. Se hai talento in politica emergi pure con la terza elementare.
Mentre non vale il contrario. Mettiamo che Giovanni Toti sia un ottimo giornalista. Non basta per diventare significante in politica…Eugenio Scalfari è un giornalista straordinario. In politica, come deputato del Psi, non lasciò segno. Lo si ricorda solo per aver apostrofato il vigile, che a Milano gli fece la multa, con l’arroganza tipica della casta: “Lei non sa chi sono io!”.
Mettiamo che Nicolò Ghedini sia un grande penalista, oppure un avvocaticchio. In ogni caso un disastro politico per Forza Italia. Da anni in Veneto non si muove foglia che Ghedini non voglia. Risultati: la Lega ha sorpassato Forza Italia che oggi, alle comunali di Padova, è inabissata ad un 7% di voti; anche perchè il Nicolò in toga aveva deciso che il capolista doveva farlo il suo commercialista (come se un partito popolare fosse una sezione del Rotary…)
Silvio Berlusconi non ha fatto emergere dal campo l’embrione di un nuovo leader che sia uno. E così il centrodestra si trova nel Deserto dei Tartari; il vana attesa di chi mai arriverà perchè non è mai nato.

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