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PADOVA NEL BENE E NEL MALE

Qualche considerazioni partendo dal raffronto tra Padova e Verona che ha proposto Halexandra nel post precedente. Ovviamente sono le due città venete più “care” anche a Telenuovo, ma molto diverse tra loro.
Padova è più centrale, sia nel bene che nel male, più complessa e difficile da governare, qualunque sia il colore dell’amministrazione comunale.
Partiamo da un minimo di precedenti. Padova, negli anni di piombo, è stata la capitale del terrorismo in Veneto. Non a caso anche la prigione del generale Dozier era ubicata qui. Padova ha il centro sociale più radicato e robusto, il Pedro. A Verona i no global sono sempre stati quattro gatti.
Quando all’inizio degli anni Ottanta, l’allora segretario del Pci veronese Dino Facchini, lanciò l’allarme antidroga definendo Verona la “Bangkok d’Italia”, inventò uno slogan felice per i media ma inesatto: Verona non era la Bangkok nemmeno del Veneto, lo era Padova perchè – grazie alla centralità geografica – da qui la droga veniva smistata in tutte le altre province venete. La malavita organizzata – e termino con i precedenti – la Banda Maniero agiva tra Padova e la Riviera del Brenta.
E’ appunto la centralità geografica che rende Padova lo snodo cruciale sia nel bene che nel male. Nel bene: ha una delle più antiche e prestigiose università italiane (magari è pure un male: perchè 60 mila studenti non sono semplici da governare…). E’ la sede della ricerca scientifica, capitale del terziario avanzato, ha un tessuto produttivo ad alta tecnologia.
Il male l’ho ricordato per il passato e prosegue nel presente: resta la capitale veneta dello spaccio di droga e di tante altre attività criminali. Sulle quali si è innescato da oltre vent’anni il fenomeno dell’immigrazione. Manca una capacità di selezionare gli ingressi e arginare gli arrivi. Problema nazionale. Abbiamo una giustizia che non funziona. Problema nazionale. Non c’è stata la riorganizzazione delle forze dell’ordine. Problema nazionale.
Dopo è anche vero che un’amministrazione comunale può essere “accogliente” o “respingente”. Ma i tre nodi da sciogliere sono quelli nazionali. Altrimenti è fatale che Padova resti il punto d’arrivo e di smistamento anche dei clandestini. In confronto Verona è un isola felice. Sarà anche merito dell’amministrazione Tosi. Ma mai, con nessuna amministrazione (nemmeno con la Zanotto), Verona ha conosciuto il degrado vigente a Padova.
Non resta che concludere con i migliori auguri al neo sindaco di Padova Massimo Bitonci. Anche perchè credo che lui per primo sia consapevole di essere stato chiamato a governare la più difficile e complessa città del Veneto.

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