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AGNELLI, IL VU’ CUMPRA’ DELLA GAZZETTA

Repubblica denuncia l’epiteto razzista usato dal ministro Alfano nell’annunciare la stretta contro i vu’ cumprà.
Un collega del Corriere mi conferma: anche nel suo giornale è rigorosamente vietato usare questo termine.
Vu’ cumprà= vuoi comprare? Una maglietta, una borsa, una rosa. Cosa ci sarà mai di razzista nel ricorrere a questo epiteto?
Una collega di un quotidiano locale aggiunge che nel suo giornale è vietato anche parlare di nomadi. Devi scrivere “senza fissa dimora”. Messo al bando anche nomade, termine che nei secoli è stato usato da tutti gli storici per definire le popolazioni che tali erano (e tali restano).
Chiunque capisca qualcosa di calcio non può, nella sostanza, non condividere l’affermazione di Carlo Tavecchio: inutile andare a comprare scamorze all’estero, per fingere di aver fatto mercato, quando il problema è investire nei vivai e nelle squadre giovanili. Ma ha osato dire che mangiano banane e apriti cielo…
Quando lo scandalo vero – e da tutti ignorato – è che Gazzetta e Corriere, al soldo di Andrea Agnelli, sono stati i capifila nella guerra contro Stravecchio (così lo bolla anche oggi la Gazzetta).
Non è che gli Agnelli i quotidiani se li sono “cumprati” da sempre?…
Piccolo esempio di ciò che siamo. Un Paese che si fa le pippe verbali mettendo al bando termini pseudo razzisti; mentre ignora che non esiste libertà di stampa senza editori puri.

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