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TUTTI FRANCESI O TUTTI TERRORISTI

Tornano gli attentati islamici e torna la nostra risposta banale: dopo l’11 settembre eravamo a dichiararci “tutti americani”, oggi siamo a dirci “tutti francesi”.
Domandiamoci invece se non siamo tutti terroristi. Non solo perchè – continuando a pagare il riscatto per gli italiani sequestrati – il terrorismo islamico di fatto lo finanziamo: ogni nostro connazionale che operi in certi Paesi e divenuto una sorta di bancomat a disposizione dell’Isis per l’incasso.
Ma, soprattutto, per l’auto-terrorismo sempre più diffuso: sono i nostri comportamenti, un certo modo di pensare, che distruggono i cardini della nostra civiltà, della civiltà occidentale, liberale e democratica, molto più e molto prima delle bombe o delle raffiche di mitra dei terroristi islamici.
Non sono tanto i quattro stronzetti del politicamente corretto, quelli che non vogliono i presepi nelle scuole per un presunto rispetto della religione islamica (come se il problema non fosse inverso: la loro totale mancanza di rispetto per la nostra religione…)
E’ un sentire comune e diffuso che porta alla Sottomissione (all’Islam) profetizzata da Houellebecq nel suo ultimo romanzo. I famosi valori dell’Illuminismo, primo tra tutti la libertà e la tolleranza, sono stati sbandierati (più che praticati) solo delle élite. Il popolo, il nostro popolo, al massimo ne ha sentito parlare. La libertà fa paura, crea angoscia. Specie agli uomini la libertà delle donne. Non crediamo più in quei valori o, forse, non ci abbiamo mai creduto.
Nei secoli dei secoli, e fino a ieri, il nostro popolo ha preferito alla libertà la guida imposta dai ferrei dettami della nostra religione. Quel vecchio cattolicesimo che tutto era fuorchè tollerante.
Mio nonno trovava sconveniente che mia nonna uscisse di casa: la spesa andava a farla lui, lei poteva andare solo in chiesa col velo in testa tra i banchi riservati alle donne. Oggi lo definiremmo un patriarca islamico, ma non era certo l’eccezione: erano così tutti gli uomini del nostro Veneto profondo.
Oggi nessuno osa dirlo, ma a tanti uomini non sarebbe sgradita una condanna della donna che si permette di guidare l’auto come accade nell’Arabia islamico-moderata…
I primi terroristi siamo noi che per anni abbiamo aperto le frontiere a tutti, a centinaia di migliaia di persone: senza alcun controllo né selezione, senza sapere chi fossero, cosa venissero a fare e dove andassero a finire. Limitandoci a chiamarli tutti “profughi” che andavano accolti per un malinteso umanesimo, divenuto oltraggio all’umanità dei nostri cittadini che hanno subito ogni genere di conseguenza.
E oggi, oggi che è scattato l’allarme terrorismo, siamo a chiedere l’accesso alle liste di volo. Non fosse da piangere ci sarebbe da ridere: facciamo finta di chiudere le porte dopo che tutti i buoi sono già entrati nella stalla italiana.

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