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SALVINI, ROM E INTEGRAZIONE

Salvini ha fatto il bullo dicendo che lui manderebbe le ruspe a spianare i campi rom. Il bullo, non il nazista: dato che non intende spianarli con i rom dentro, ma solo dopo aver dato loro lo sfratto.
Il nocciolo del problema è però arrivato dall’intervista di Mattino 5 che ha preceduto le dichiarazioni del leader leghista. Intervista a due ragazzine, rom minorenni, di origine bosniaca, che “operano” a Roma: hanno raccontato che rubano anche mille euro al giorno nel metrò, che la polizia non fa loro un baffo, che coi soldi si comprano vestiti, fumano “erba”, fanno bella vita. Alla domanda della giornalista, su perchè non vadano a scuola e a lavorare, si son messe a ridere…
Che i campi rom siano un problema nessuno lo nega (tranne pochi fanatici della cultura “diversa” da tutelare ad oltranza): se il carcere è l’università del delitto, il campo rom è la scuola superiore del furto con destrezza.
L’alternativa, per poterli chiudere, è l’integrazione: convincerli cioè ( e magari anche aiutarli) ad andare ad abitare nelle case, a mandare i figli a scuola, a cercarsi un lavoro. Ma l’integrazione è attraente per chi ha la prospetta di migliorare così la propria vita e le proprie condizioni economiche.
Mentre per i rom integrazione significa l’esatto contrario.
Emblematico il caso delle due ragazzine (13 e 15 anni) intervistate da Mattino 5. Mettiamo anche che abbiano fatto le sbruffone, che rubino cioè 500 euro al giorno e non 1.000 come dichiarato. Soldi in nero, uno stipendio che anche un dirigente se lo sogna, vestiti, canne, cinema, divertimento a go go. Impunità garantita.
E il loro ideale di vita dovrebbe essere la scuola e poi il lavoro, come impiegate o operaie a mille euro il mese o giù di lì; e con affitto o mutuo da pagare? Risate, risate, risate solo a prospettarglielo…
Ecco perchè l’integrazione dei rom è semplicemente impossibile.
Prego suggerire altre (civili) soluzioni.

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