Le discoteche, tutte le discoteche, non solo il Cocoricò di Rimini,
sono diventate piste, non da ballo, ma da sballo. Ne chiudi una, come successo appunto a Rimini dopo l’ennesimo giovane morto. Le chiudi tutte? Semplicemente lo spaccio di droga si sposta altrove.
Dove? Nelle scuole, fuori e anche dentro tantissime scuole. Che facciamo? Chiudiamo anche le scuole per prevenire lo sballo che può diventare mortale?
Mauro Maria Marino, senatore del Pd , ha raccontato a Repubblica che, mentre faceva jogging nel suo quartiere a Torino, in sole tre vie ha contato ben 35 pusher! Lo stesso conteggio, conteggio simile a quello che potremmo fare nelle vie e nelle piazze delle nostre città. L’arresto di spacciatori a Verona, a Padova e Vicenza è ormai ridotto a poche righe sui quotidiani. Tanto quotidiano e diffuso da non fare più notizia. Come non fa notizia il loro pronto rilascio.
Che facciamo? Chiudiamo anche tutte le città, oltre alle discoteche e alle scuole? Mettiamo ragazzi e ragazze (e persone di tutte le età) in clausura?
Le soluzioni (o le toppe) possibili sono due.
Una molto complicata: convincere i tanti giovani che rischiano lo sballo o il coma etilico a non assumere droghe e non bere smodatamente.
Si tratta di rimuovere motivazioni profonde che li spingono a questa fuga dalla realtà. Dare loro alternative. Entrano in gioco l’educazione, le famiglie, la capacità di persuadere i giovani ad apprezzare la vita, a trovare stimoli migliori della droga. Vaste programme, come diceva De Gaulle ironizzando sui progetti pretenziosi e utopistici…
Resta l’alternativa. Non certo liberalizzare le droghe, che più libere di così è impossibile; ma, come hanno sempre spiegato i radicali, regolare l’uso delle droghe. Come? Facendole diventare un monopolio statale.
Che sia lo Stato a vendere droga, tutte le droghe non solo le cosiddette leggere, eliminando così i traffici criminali e garantendo miscele che – quantomeno – non siano letali per chi le assume.
Capisco che scandalizzi l’idea che lo Stato diventi spacciatore di droga. Ricordiamoci però che lo Stato è già spacciatore di alcol e fumo, che provocano molti più morti della droga.
In ogni caso mi sembra l’unica soluzione in grado – non certo di eliminare il problema – ma di limitare danni. Chiudere il Cocoricò per quattro mesi, sicuramente serve a nulla.
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