Se accogli i profughi (da protagonista) hai una grande visibilità mediatica; se invece assisti i nostri anziani – per dirlo brutalmente – nessuno dei media ti caga.
La conferma viene da don Luca Favarin, giovane prete 2.0. E’ in prima linea nell’accoglienza; grande, infaticabile organizzatore: a Padova e provincia ha promosso centinaia di accordi con i privati per “l’accoglienza diffusa” che sostiene essere la vera soluzione rispetto alla concentrazione di centinaia di profughi ad Avesa, alla Prandina o a Cona.
Lo sostiene con straordinartia abilità dialettica anche nei confronti televisivi. Lo ha fatto a Telenuovo con un avversario che non è “farina da far ostie”: il leghista Roberto Marcato. Sono rimasto ammirato per come don Luca l’ha – non dico messo nell’angolo – ma contenuto alla grande.
Un amico che ha visto la sua performance televisiva mi ha chiesto, maliziosamente, come mai don Luca non profonda lo stesso impegno e la stessa passione per assistere i nostri anziani.
Risposta ovvia: perchè nemmeno lontanamente avrebbe la visibilità (e la conseguente soddisfazione) che gli garantisce dedicarsi all’accoglienza ai profughi.
Che lo ha reso una star. Per averlo ospite a Telenuovo l’abbiamo rincorso per oltre un mese. I talk nazionali se lo contendono. I quotidiani lo intervistano quotidianamente.
Data l’età guardo con più attenzione ed interesse alle case di riposo, mia destinazione prossima ventura. Dove c’è una situazione incomparabilmente più drammatica dei centri di accoglienza.
Nei centri vedi giovani che possono avere un futuro incerto. Ma vivi e vitali: vanno in giro, telefonano, mangiano e bevono senza bisogno di badanti.
Nelle case di riposo il futuro semplicemente non c’è. Donne e uomini a fine corsa; dopo una vita di lavoro e di impegni famigliari hanno bisogno di un’assistenza a 360 gradi: per vestirsi, per muoversi, per mangiare, per cambiare il pannolone. Non ce n’è uno che sia autosufficiente.
Abbiamo chiuso le geriatrie. Chiuso le lungodegenze. Trasformato le case di riposo in cronicari senza trasferire i mezzi, le risorse, il personale sanitario presenti negli ospedali per gli anziani.
Eppure qui, nelle residenze, lavorano persone serie e impegnate. Ci sono anche animatori professionali che organizzano giochi e piccole competizioni, fondamentali per mantenere vigile l’anziano, per contrastare il degrado psichico più insidioso ancora di quello fisico.
Ma nessuno, fuori dalle case, li conosce. Non esiste che vengano invitati ad un talk nazionale. Se vuoi diventare una star mediatica devi operare nell’accoglienza ai profughi.
Cosa volete farci: quando è moda è moda. I profughi son di moda, i nostri anziani sono dimenticati. Punto.
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