Un Giubileo in teleconferenza. E’ la proposta provocatoria che fa Marco Travaglio a Papa Francesco e, anzitutto, al nostro governo cui compete (dovrebbe competere) l’ultima decisione.
Papa Francesco non dovrebbe aver problemi ad accogliere la proposta di Travaglio: è così ansioso di portare la Chiesa nella modernità. E allora usiamo le moderne tecnologie. Mica siamo arretrati come i musulmani che alla Mecca devono andarci fisicamente… Noi cattolici, molto più moderni e aperti alla scienza, non abbiamo bisogno di andare a Roma in pellegrinaggio dal sapore medievale: l’apertura della Porta Santa, e tutti i riti del Giubileo, ce li guardiamo in tivvù, in diretta streaming, con l’iPad o il telefonino. E ognuno resta dov’è.
L’esempio profano l’abbiamo avuto sabato scorso. Centinaia e centinaia e centinaia di milioni di persone (direi più di quelli interessati al Giubileo) ansiosi di vedere “El Clasico”. Sono forse andati tutti al Bernabeu mettendo in crisi gli apparati di sicurezza spagnoli? Ovviamente no: se lo son guardato dai maxischermi installati in tutte le città del mondo. Facciamo altrettanto con l’Anno Santo.
Marco Travaglio spiega che non siamo assolutamente in grado di garantire la sicurezza né agli italiani né ai dieci milioni di pellegrini previsti. Mica serviva Fbi – ha spiegato – per avvertirci che piazza San Pietro, il Colosseo, il Duomo di Milano (anche San Marco e il Santo, aggiungo io) sono obiettivi perfetti per i terroristi islamici.
E noi abbiamo le forze di sicurezza, con le risorse tagliate, che hanno – spiegava sempre Travaglio – perfino i giubbetti antiproiettile scaduti (come lo yogurt): perchè dopo dieci anni dovevano essere cambiati e non c’erano i soldi per farlo…
Non parliamo dei servizi segreti decapitati. Non parliamo (oso sempre aggiungere io) che la prima emergenza per i cittadino comune resta quella dei furti e, con tutti gli apparati impegnati a cercare di contrastare i terroristi, i predoni saranno liberi di agire ancor più indisturbati.
Tornando al direttore del Fatto Quotidiano, Travaglio sottolinea che è vuota retorica dire che non dobbiamo avere paura, che le nostre abitudini di vita non devono cambiare. Servono i fatti, non le parole. Servirebbero cioè degli apparati di sicurezza efficienti e in grado di rassicurare i cittadini. Esattamente ciò che non abbiamo.
E la sicurezza dei milioni che arriveranno a Roma invitati dal Papa– conclude Travaglio – non la garantiscono le Guardia Svizzere. Dovrebbe garantirla lo Stato italiano. Non può farlo e quindi il governo – per onestà – dovrebbe imporre a Francesco di fare pure il Giubileo, ma in teleconferenza. Cioè senza mettere a rischio Roma e l’intero Paese.
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