Tutto parte da Rozzano dove il preside vieta il presepe a scuola, cambia il nome del Concerto di Natale in Concerto d’Inverno e proibisce di insegnare canti religiosi ai bambini. E così si parla di “Attacco al Natale”. Omettendo però di dire che questo attacco parte da noi, da noi italiani teoricamente cristiani.
Non ce n’è infatti uno di islamico che chieda di rinunciare al presepe, ai canti natalizi, ai rituali della tradizione cristiana. L’iniziativa parte dai quisling italioti, “più realisti del re”, più maomettani di Maometto, che compiono il primo passo in nome della pace, preoccupati di non offendere le religioni altrui: presidi, insegnanti; a Rozzano e non solo, un po’ dovunque da anni.
La novità non è dunque il preside di Rozzano, Marco Parma; la novità clamorosa è che adesso sulla stessa linea si è schierato anche un vescovo: il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, che si dichiara pronto a rinunciare al presepe “a fare un passo indietro su tante nostre tradizioni pur di stare in pace”.
Insomma una resa preventiva. Senza capire che il dialogo e il confronto con culture e religioni diverse diventa interessante e proficuo se ognuno mantiene salde le proprie radici, puntando ad una contaminazione in positivo. Mentre se cali le braghe preventivamente non c’è alcun vero confronto; c’è appunto solo la resa.
Si parla tanto di Vatileaks, dello scandalo di mons. Balda e Francesca Immacolata (immacolata, anche no…). Ma questi sono solo furbetti, arraffoni. Li trovi dovunque, Vaticano compreso. Non sono apostati, non rinnegano la propria fede, anche perchè non l’hanno mai avuta…
L’impressione è che faccia più danni alla Chiesa cattolica il vescovo di Padova di loro.
Il rettore della Basilica del Santo, padre Enzo Pojana, dichiara infatti che lui il presepe continua a farlo perchè “sono gli atei e gli agnostici a chiedere di accantonare i nostri riti più cari ”. Ora c’è anche un vescovo pronto ad accantonarli…
Ricordo che l’inventore del presepe è stato San Francesco. Grande figura di riferimento per Jorge Bergoglio che ha voluto onorarlo e ricordarlo assumendo il suo nome da Papa. E adesso il vescovo di Padova, nominato da Papa Francesco, è pronto a ripudiare la tradizione della natività, introdotta da San Francesco, in nome della convivenza pacifica e tranquilla con gli islamici.
Il Santo d’Assisi si rivola nella tomba e magari sta domandandosi: ma questo Papa, che ha scelto il mio nome, ne imbrocca almeno una di nomine?…
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