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ANTONIO CONTE A PALAZZO CHIGI

Dovessimo vincere l’Europeo, si leverebbe un coro azzurro: Antonio Conte a Palazzo Chigi!
Al di là delle battute, va osservato che Conte, dopo il mondiale di due anni fa in Brasile, ha raccolto i cocci di una nazionale che era più allo sbando della nazione. Ha saputo rimetterla assieme e renderla competitiva: già le vittorie con Belgio e Spagna (e speriamo bene sabato con i crucchi, che l’unico complesso di inferiorità nei nostri confronti l’hanno nel calcio), già queste due vittorie sono state un autentico miracolo cui nessun tifoso osava credere.
Oggi si parla di lui come del migliore allenatore del mondo, perché il materiale a sua disposizione non è certo un gran che – di veri fuoriclasse non ne abbiamo uno – ma lui ha saputo assemblarli al meglio. Con Messi, con Ronaldo è relativamente facile vincere. (Ci riesce anche Zidane…). Mentre con i calciatori normali la differenza la fa il mister.
La Gazzetta riassume oggi le parole d’ordine di Conte: Lavoro, lavoro, lavoro! Orgoglio, organizzazione, tattica, crederci, autostima, impresa! Allenamenti a tamburo battente, dove è vietato sbagliare anche un passaggio.
Sempre la Gazzetta racconta che Conte grida “ti ammazzo!” a chi commette il minimo errore. A Giaccherini, che sbagliò due occasioni nell’amichevole con la Scozia, gridò: “se sbagli così all’Europeo torni a casa a piedi!”. Stava entrando in campo a strozzare Eder dopo il contropiede fallito tirando addosso a De Gea
Immaginiamo per un attimo che, fuori dal calcio e dalla nazionale, un manager pubblico o privato possa rivolgersi con queste parole e questo tono ai suoi sottoposti…Minimo partirebbe uno sciopero generale di protesta, magari con denuncia al pretore del lavoro.
Scherzavo con Nicola Atalmi della Cgil dicendogli: dovreste intervenire perché Conte non rispetta le 36 ore alla settimana, tra allenamenti, riunioni tattiche, video degli avversari da studiare, li stressa dieci ore al giorno. Giocare con lui come ct diventa per i nostri poveri calciatori un lavoro usurante…Ma, di fronte ai risultati ottenuti, nessuno protesta anzi: tutti entusiasti di Conte e di come mette in riga gli azzurri. (Nessuno che discuta l’ammontare del suo ingaggio)
Al di là della battuta su Palazzo Chigi, qualcosa magari ci sarebbe da imparare e da copiare dai suoi metodi per rilanciare il sistema Italia: l’organizzazione aziendale, l’impegno, la produttività, i premi legati strettamente ai risultati…
Purtroppo però noi italiani diventiamo tedeschi solo con la nazionale (e col calcio in genere). Per tutto il resto trionfano l’individualismo e i diritti.

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