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BINARIO MORTO, STATO COLPEVOLE

Nella strage ferroviaria in Puglia il problema non è il binario unico, che c’è dovunque Veneto compreso, quanto la mancanza dei dispositivi automatici di sicurezza: se tutto dipende dalle telefonate tra capistazione e macchinisti l’errore umano è quasi inevitabile.

Ciò premesso l’analisi più seria e dettagliata l’ha fatta Alessandro De Nicola su Repubblica, sottolineando i seguenti punti:

– I soldi per raddoppiare la linea c’erano, soldi Ue stanziati da tre anni ma bloccati dalla burocrazia.
– Ogni governo annuncia lo Sblocca Italia, ma le opere pubbliche restano bloccate con tempi di realizzazione imparagonabili “a quelli dei Paesi avanzati”
– Non manca la spesa pubblica nel nostro Paese, sempre sopra il 50% del pil. Quindi non c’entra l’austerità. Ma le uscite sono indirizzate in modo preponderante verso la spesa corrente a scapito degli investimenti. Leggi spese per il personale ovunque in esubero.
– La spesa per opere pubbliche da parte dei privati impedita o scoraggiata per motivi a) ideologici, b) incertezza della legislazione, c) lentezza e imprevedibilità della giustizia, d) farraginosità e corruzione della burocrazia
– I trasferimenti dello Stato ai gestori di di treni e binari sono sostanziosi: “210 miliardi in 21 anni, ben al di sopra della media europea”. Ma destinati ai pletorici costi del personale, all’Alta velocità (giusto) però a scapito del trasporto locale. E, ora che i soldi stanno diminuendo – conclude Alessandro De Nicola “invece che liberalizzare e privatizzare separando la rete dalla società di trasporti, si cincischia perdendo valore e risorse”.

Ce n’è a sufficienza per capire che il colpevole della strage ferroviaria in Puglia è lo Stato. Non certo il macchinista che magari si era distratto mentre il capostazione gli telefonava.

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