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AFFITTACAMERE E DACIA MARAINI

Matteo Salvini continua a definire i prefetti gli “affittacamere degli immigrati”. Definizione non molto cortese, ma intrinsecamente corretta: tale è la loro funzione. Con l’aggiunta che questo non possono che fare, e sono costretti a fare, i funzionari del ministero degli Interni.
O obbediscono alle direttive che arrivano loro da Roma o si dimettono in massa. (Alzi la mano chi di noi lo farebbe, rinunciando al lauto stipendio e sontuoso palazzo prefettizio…)
C’è l’aggravante, non contemplata per i veri affittacamere: affittano a sconosciuti privi di documenti. Ma anche questa è la direttiva romana. Con l’aggiunta dell’ordine di spargere sedativi. Spiegando cioè alla popolazione che non c’è allarme sociale, i reati sono in calo e comunque non riguardano i richiedenti asilo…
Ma c’è di peggio degli affittacamere. Parlo di Dacia Maraini e delle due pagine che ha pensato bene di dedicarle ieri il Corriere della sera.
La nostra grande e sensibile intellettuale – in perfetta sintonia con il suo popolo – ha trovato la soluzione per ripopolare i tanti villaggi di montagna abbandonati. “Perché non affidarli – propone – ai tanti migranti pieni di forza e di voglia di lavorare, per riportarli alla vita?”.
Con che mi ha fatto venire in mente come potremmo ripopolare i tanti manicomi chiusi e abbandonati: affittando le stanze a Dacia Maraini & c.

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