Niente da dire: un trionfo il risultato del referendum sull’autonomia. Un trionfo anzitutto per Luca Zaia e la Lega del Veneto. Un po’ ridicolo il tentativo di altri partiti di cointestarsi la vittoria.
L’iniziativa è e resta della Lega del Veneto, che ha avuto il merito di interpretare un comune sentire di tanti cittadini della nostra regione, che va ben oltre l’entità del voto leghista.
Colpisce l’omogeneità dell’affluenza e del sì in tutte le province, quando ci si poteva aspettare dati più alti nelle roccaforti venete della Lega.
Un risultato da sogno, che però adesso deve fare i conti con la realtà. Luca Zaia, come un leone ruggente, garantisce che saremo padroni a casa nostra, che ci terremo i nove decimi delle tasse pagate. Piccolo problema: la Costituzione esclude che le regioni a statuto ordinario abbiano potestà in materia fiscale…
Chiaro dunque che, se nella prossima trattativa col governo, la Regione dovesse ottenere solo nuove competenze ma senza i soldi per finanziarle, senza il famoso “residuo fiscale”, il risultato sarebbe pura fuffa.
Ma, mettiamo che Zaia, se non i nove decimi, ottenga anche solo di trattenersi tre-quattro decimi, sarebbero soldi in più a disposizione nelle casse della regione o soldi in meno da far pagare in tasse ai cittadini? Mi sembra infatti che la prima opzione espressa nelle urne sia “basta farse ciuciar i schei da Roma” e non “fasemosei ciuciar da Venexia invese che da Roma”…
Inoltre, visti i ben più modesti risultati ottenuti in Lombardia, forse la Lega del Veneto dovrebbe intraprendere una ulteriore battaglia per l’autonomia: per emanciparsi cioè da quella Lega lombarda che – da Bossi a Maroni a Salvini – continua a colonizzarla…
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